CHE COSA SONO I BES?
Gli alunni che mostrano di avere Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una
certificazione, ma sono molti di più, e in particolare tutti quelli che necessitano come i primi di
attenzione e di interventi mirati.
Accanto agli alunni BES con certificazione o diagnosi ci sono quelli che, pur non presentando
deficit nell’apprendimento, risultano non possedere competenze cognitive adeguate nell’area
metacognitiva, linguistica e sociale; quelli che sono figli di migranti e presentano una serie di
problematiche che vanno da una incapacità di comunicare a causa del linguaggio e di una cultura
molto differente dalla nostra; quelli che vivono situazioni familiari difficili (genitori con condotte
antisociali, con patologie psichiatriche, etc).
In questi casi abbiamo alunni con normali capacità di apprendimento che però sono ostacolati da
una scarsa dotazione di mezzi di apprendimento o da risposte psicologiche e comportamentali
eccessive.
Nell’area degli alunni con BES, dunque, vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della
disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio economico culturale
Prima categoria
Sono gli alunni in situazioni di diversa abilità certificate ai sensi della 104/92
Seconda categoria
Alunni con DSA (riferimento legge 170/2010)
Disturbi specifici nell’area del linguaggio
Disturbi nelle aree non verbali
Disturbi lievi dello spettro autistico
Disturbi dell’attenzione e dell’iperattività
Funzionamento cognitivo limite
Terza categoria
Studenti con gravi difficoltà legate all’area dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale
Differenza tra certificazione, diagnosi e individuazione dei casi di BES
1
in particolare, per gli STUDENTI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO
Si tratta di studenti che presentano situazioni di svantaggio determinate da particolari situazioni
sociali o ambientali e difficoltà di apprendimento tali da compromettere in modo significativo la
frequenza e il positivo svolgimento del percorso di formazione.
Nel progettare interventi a favore di questi studenti va tenuto presente che il singolo caso è definito:
-su indicazione del consiglio di classe
-in accordo con la famiglia
-con l’acquisizione del parere di uno specialista in psicologia che abbia fornito la consulenza al
consiglio di classe ovvero del verbale della riunione del consiglio di classe in cui sia riportato il
parere dello specialista.
-con il coinvolgimento attivo dello studente stesso.
Queste situazioni possono presentarsi in corso d’anno ed è il consiglio di classe che rileva il “caso”
e che decide chi, fra i docenti, lo dovrà più direttamente seguire. Può essere comunque naturale che
inizialmente si attivi il coordinatore di classe ma che, se opportuno, il consiglio di classe individui
un docente più idoneo a seguire quella specifica situazione
Nell’area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale bisogna:
• individuare sulla base di elementi oggettivi (es. segnalazione degli operatori dei servizi sociali),
ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche;
• con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana
Alcuni criteri per l’individuazione
- svantaggio socio-economico (famiglie di basse fasce di reddito, ISEE, assenza di libri di
testo e materiali didattici);
- svantaggio linguistico (alunni nati all’estero, adottati; alunni che parlano italiano solo a
scuola );
- svantaggio culturale (alunni con problematiche psicologiche: poco motivati, passivi,
aggressivi, con scarsa autostima, che non fanno compiti, non hanno materiale
didattico/sportivo, alunni con genitori problematici: non seguiti dalla famiglia, con genitori
poco presenti/ depressi/ divorziandi/divorziati/separati);
- Alunni stranieri
Alunni stranieri
In particolare per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana necessitano innanzitutto
interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e, solo in via eccezionale, della
formalizzazione tramite un PDP (CM n. 8/2013) soprattutto per alunni:
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• neo arrivati in Italia;
• ultratredicenni;
• provenienti da Paesi di lingua non latina;
• dove siano chiamate in causa altre problematiche.
BES: CHE FARE
Incontri con la famiglia
• Convocare i genitori (o esercenti patria potestà)
• Condividere con loro il progetto di intervento
• Accogliere informazioni e/o suggerimenti
1. Incontro preliminare:
ricostruzione dell’iter scolastico e diagnostico; raccolta di dati significativi; condivisione
della diagnosi.
2. Secondo incontro:
presentazione di proposte percorribili; illustrazione e condivisione delle decisioni assunte,
coinvolgendo possibilmente lo studente.
3. e seguenti … Incontri successivi
gestione corresponsabile e condivisa del percorso didattico, nel pieno rispetto e
riconoscimento dei ruoli
Alleanza educativa con la famiglia
•
•
Accordo contrassegnato dalla reciprocità (elaborandolo congiuntamente)
PEI e PDP vengono firmati dalla famiglia per condivisione, non per semplice presa visione
La famiglia è chiamata a seguire a casa il lavoro scolastico del figlio
• curando lo svolgimento dei compiti,
• sostenendo le attività di studio attraverso modalità quali la lettura vicariante, la creazione di
mappe e di schemi, l’esercitazione orale, ecc.)
• accompagnandolo nella ricerca e nella scoperta delle proprie modalità e stili di
apprendimento,
• cercando, insieme a lui e agli insegnanti, strade personalizzate efficaci
Possibili criticità: famiglie sofferenti
L’insegnante …
• Caratteristiche del singolo docente:
empatia, assenza di preconcetti, professionalità nella didattica e nella valutazione, capacità di
gestione della classe, conoscenza della tecnologia, creatività e fantasia
In TEAM
Promuovere un lavoro sinergico in team
• Condividere le strategie individuate e la loro applicazione
• Definire e individuare i criteri di valutazione, gli strumenti compensativi, le misure
dispensative
• Progettare percorsi di autostima e condividere un contratto educativo con la famiglia
• Promuovere e sostenere il confronto a livello interistituzionale
3
•
I componenti la comunità scolastica devono possedere gli strumenti di conoscenza e le
competenze necessarie affinché la corresponsabilità del progetto formativo elaborato e
realizzato per gli alunni con BES sia condivisa e applicata.
1) durante le prime fasi del percorso scolastico pone attenzione ai segnali di rischio
(prevenzione) ed ai fini di una segnalazione tempestiva (previa messa in atto di attività di
potenziamento);
1) A fronte di situazione di rischio, si adopera per attuare strategie di recupero e/o di
potenziamento;
Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):
3) (insieme ai colleghi) segnala alla famiglia il persistere di difficoltà (nonostante gli
interventi di recupero);
4) (insieme ai colleghi) prende visione della eventuale certificazione diagnostica rilasciata
dall’ASL o da enti accreditati;
5) (insieme ai colleghi) provvede alla documentazione dei percorsi didattici
individualizzati e personalizzati;
6) (previo accordo con i colleghi) si avvale di strategie educativo-didattiche di
potenziamento e di aiuto compensativo;
7) (previo accordo in team) adotta misure dispensative/compensative;
8) (previa condivisione e accordo con i colleghi) predispone verifiche e fa riferimento a
criteri di valutazione coerenti;
9) (con i colleghi) effettua incontri con i colleghi del precedente e successivo ordine o grado
di scuola per “raccogliere informazioni utili” o per comunicare il percorso scolastico
dell’alunno (ponendo attenzione anche alle dinamiche relazionali della classe)
Gestione della classe
• Compito dei docenti: dedicare tempo a “Fare la classe”
• operare secondo unitarietà di intenti (coerenza)
– Accordi in relazione al progetto formativo
– Accordo per la conduzione in aula
– Accordi su modalità di somministrazione delle verifiche
– Accordi su criteri di valutazione
• PER ATTUARE AMBIENTI DI APPRENDIMENTO EFFICACI sotto il profilo didattico,
ma ancor più significativi dal punto di vista socio-relazionale è importante che gli
insegnanti operino con unitarietà di intenti e, contestualmente, curino atteggiamenti e
approcci che contribuiscano alla costruzione identitaria positiva dell’allievo con BES,
– creando un clima positivo nella classe,
– favorendo un dialogo in tutte le attività con i compagni della classe,
– stimolando e sostenendo la motivazione intrinseca.
Occorre
inoltre
che agiscano
per costruire
“ambienti
di
apprendimento”
in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato:
- sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità,
- adotti stili di attribuzione positivi.
- Presupposto: ciò che “funziona” per l’alunno con BES, è altrettanto efficace per gli altri
- Attivare e attuare strategie per:
- Valorizzare i punti di forza (intuizione, pensiero visivo e creativo, divergente);
- Minimizzare quelli di debolezza (errori ortografici, deficit nella memoria di lavoro,
lentezza esecutiva, facile affaticabilità, mancata autonomia nella lettura….).
Facilitare l’apprendimento attraverso …
4
-
il canale visivo: avvalendosi di organizzatori grafici, come schemi, mappe, immagini,
filmati e colori (molto utile la lavagna interattiva multimediale);
il canale uditivo (audiolibri, registrazioni, sintesi vocale o lettore umano, libri di testo
digitali);
Alcune misure:

aumento dei tempi di lavoro (compiti, esercitazioni, verifiche, ecc.);

riduzione del carico di lavoro (o suddiviso)

modalità di verifica prevalentemente orale, con facilitazioni
Ipotesi per una lezione efficace
• Iniziare l’attività con una sintesi della lezione precedente, coinvolgendo tutti con domande
flash (“warm up”);
• Avvalersi del “brainstorming” visivo e grafico per “orientarsi” nelle informazioni (creando
“Mappa della lezione” da seguire durante le attività);
• variare azioni e contenuti, sollecitando diverse abilità, affinché ciascuno possa trovare il suo
spazio e favorire la motivazione;
• ogni tanto interrompere e fare sintesi dei contenuti;
• riprendere e ripetere in modi diversi i concetti più importanti (controllare spesso se gli
alunni seguono … se è chiaro il percorso);
• prediligere strategie di apprendimento cooperativo, come il cooperative learning o il lavoro
a coppie, in cui le capacità cognitive dell’alunno con BES possano esprimersi
nell’interazione con i compagni, incaricati di fungere da mediatori per le strumentalità di
base;
• fornire materiale registrato per riascoltare la lezione
STRATEGIE di insegnamento
Evitare / Evitare di
• Lezioni esclusivamente frontali
• Lunghe spiegazioni
• Copiare dalla lavagna o dal foglio
• Le consegne e le verifiche in corsivo o con caratteri piccoli
• Porre l’accento sugli “errori”
• Marcatori di diversità
• Far uscire l’alunno per andare in aule “separate” …
• gruppi di “livello”
Favorire / Sostenere / Promuovere
• Lezioni interattive
• Riflessioni e condivisioni fra gli alunni
• Fornire materiale fotocopiato
• Se necessario, prediligere il carattere stampatello maiuscolo
• Depenalizzare l’errore (meglio individuare i processi cognitivi e i ragionamenti sottesi)
• Compensare
Favorire / Sostenere / Promuovere
• … il canale visivo (video, schemi e mappe concettuali)
• … stimolare gli altri canali (uditivo, cinestetico, verbale)
• … educazione di decodifica delle immagini (programmi televisivi, film , ecc.)
Ambiente aula
Evitare
• Ambienti dispersivi e cartelloni con scritte a caratteri misti o con grazie
• La posizione in ultima fila in classe (o nelle ultime file)
Favorire / Sostenere / Promuovere
• Ambienti con stimoli adeguati e strutturati
• Alle pareti appendere cartelloni “schematici”, scritti in “stampatello maiuscolo”
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• Posto in aula: nelle prime file … di fronte alla lavagna
CREARE “ambienti di apprendimento” in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato,
sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, adotti stili di attribuzione positivi
Organizzazione del setting per “studiare”
Gli studenti più capaci organizzano l’attività di studio definendo un programma di lavoro distribuito
nel tempo (De Beni, Moè, 2007)
Definire i momenti per lo svolgimento dei compiti (per organizzare i “tempi” anche per il gioco)
Definire i tempi per le diverse materie (in base al carico di studio. Può essere utile indicare
“quanto tempo utilizzare” per ciascun compito)
I materiali: sapere quali devono essere utilizzati per il compito (compresi gli strumenti
compensativi!!)
Organizzare i materiali da usare (raccoglitori, diversi per ciascuna materia; etichette colorate;
tabelle compensative …)
Limitare le distrazioni - definire con chiarezza le pause per riprendere la concentrazione, si
potrebbe anche ascoltare musica … fare scarabocchi … arrotolare della carta … (Stella G., Grandi
L., 2012)
STRATEGIE di insegnamento
Evitare
• Di esporre l’alunno pubblicamente senza un riscontro positivo (pertanto “prepararlo)
• Richieste senza avere precedentemente concordato (es. interrogazioni)
• Espressioni negative o di dissenso esplicite e/o forti
• Espressioni del tipo: “Avete capito?”
• Espressioni secche come: “Guarda meglio!” …
Favorire / Sostenere / Promuovere
• La partecipazione alla vita della classe
• Interrogazioni programmate e attività in classe preventivamente comunicate all’alunno
•
•
•
•
Apprezzare i suoi contributi
Apprezzare e stimare esiti positivi
“Mi sono spiegato?”
Optare per: “dove, cosa, come, a che fine, con quale prospettiva guardare” … (porsi come
facilitatori)
Gli insegnanti devono partire
• dalla conoscenza delle modalità di funzionamento dell’allievo con BES
• per cercare di contenere e superare le difficoltà,
• e per valorizzare le potenzialità.
Una didattica individualizzata considera:
• stili di apprendimento,
• e stili cognitivi adottati.
N.B. Negli allievi con BES, infatti, il disturbo condiziona inconsapevolmente la preferenza dello
stile di apprendimento, “costringendoli a passare ad altri stili, che diventano quelli favoriti”
Stili di apprendimento e stili cognitivi
Il concetto di “intelligenze multiple” (Gardner, 2005): l’intelligenza è un fattore composto da
differenti modalità cognitive, che permettono di affrontare e comprendere la realtà e che variano da
persona a persona anche in base a fattori culturali e ambientali
Per promuovere apprendimenti efficaci, l’insegnante
6
a) deve conoscere i propri stili cognitivi e le preferenze, in quanto condizionano le sue
modalità di “insegnamento”;
b) deve aiutare gli allievi ad esplorare i diversi stili di apprendimento e cognitivi (per una
costruzione condivisa della conoscenza) (Stella, Grandi, 2011)
Gli stili di apprendimento sono caratteristici comportamenti cognitivi, affettivi e fisiologici che
funzionano come indicatori relativamente stabili di come i discenti percepiscono l’ambiente di
apprendimento, interagiscono con esso e vi reagiscono (Keefe, 1979)
Stile di apprendimento
È l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire,
elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni
(Mariani, 2000)
Lo stile e canali sensoriali
Gli stimoli provenienti dall’esterno (input) vengono “elaborati cognitivamente”, producendo una
risposta (output).
L’accesso alle informazioni (stimoli) è la fase indispensabile per qualsiasi apprendimento (come
acquisizione di conoscenze
Stili cognitivi
• Designa un approccio individuale comune ad ogni contenuto
• Si è
- prevalentemente intuitivi
oppure
- prevalentemente riflessivi
Indipendentemente dal contesto
Stili di apprendimento
• Canali sensoriali preferiti
•
Maggiore o minore facilità a registrare gli stimoli a seconda della modalità con cui vengono
proposti
•
Ha relazione con il “tipo di intelligenza”
L’informazione viene recepita tramite i canali sensoriali (Mariani 1996, 2000):
VISIVO-VERBALE
ABC
DEF
GHI
VISIVO – NON VERBALE
UDITIVO
CINESTETICO
Canali di accesso alle informazioni e strategie da attivare per valorizzare lo stile di
apprendimento
Canale e stile di apprendimento
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VISIVO-VERBALE
Preferenza per la lettura e per la scrittura: l’apprendimento avviene tramite la lettura
Strategie.
L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …






Prendere appunti in classe e rileggerli a casa
Appuntare per iscritto le istruzioni relative ai compiti e alle lezioni
Riassumere la lettura con sintesi scritta
Fare un elenco di quello che si vuole / si deve ricordare
Disporre di “istruzioni” o di “spiegazioni” scritte
Commentare con testo scritto grafici e diagrammi
VISIVO – NON VERBALE
Sono preferite le immagini, le fotografie, i disegni, i simboli, le mappe, i grafici, i
diagrammi
(visual learning)
Strategie.
L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …
 Usare disegni, schemi, mappe, parole chiave, immagini e grafici per ricordare
 Usare colori diversi per evidenziare le parole chiave nel testo
 Organizzare i contenuti secondo una gerarchizzazione
 Creare mappe mentali di quanto viene ascoltato e/o letto.
UDITIVO
Privilegia l’ascolto. Punto di forza durante le “lezioni” o durante le “discussioni”
(quando si parla), come pure all’interno di un gruppo di lavoro insieme ai suoi
compagni
Strategie.
L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …
 Prestare attenzione durante le spiegazioni delle lezioni in classe
 Richiedere spiegazioni orali ai docenti
 Sfruttare le conoscenze pregesse
 Registrare le lezioni a scuola
 Usare la sintesi vocale per la lettura
 Usare gli audiolibri per leggere testi di narrativa
 Lavorare in coppia con un compagno
CINESTETICO
Predilige attività concrete. Ama fare esperienza diretta di un problema, per
comprendere ciò di cui si parla
Strategie.
L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …
 Effettuare tutte le prove realizzabili nelle materie in cui è ciò che è contenuto di
studio può essere trasformato in attività pratica
 Suddividere i momenti di studio rispetto a quelli di pausa
 Alternare tempi in cui dover stare seduti con tempi in cui è possibile stare in piedi (o
muoversi)
 Creare mappe, grafici, schemi e diagrammi dei contenuti studiati.
(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)
Stili cognitivi
GLOBALE-ANALITICO
1. Quadro di insieme
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2. Singoli particolari
VERBALE-VISUALE
1. Riassunto, associazioni verbali
2. Caratteristiche visuo-spaziali. Immagini mentali, schemi, rappresentazioni grafiche
SISTEMATICO-INTUITIVO
1. Una variabile per volta (procede sistematicamente, analizzando le diverse variabili)
2. Ipotesi (procede attraverso ipotesi alla ricerca di
IMPULSIVO-RIFLESSIVO
1. Risponde rapidamente (contiene note positive, ricordare che alcune attività sono “veloci”)
2. È più lento, accurato
DIPENDENTE DAL CAMPO-INDIPENDENTE DAL CAMPO
1. Rimanda a una percezione fortemente influenzata da come è organizzato il contesto
2. Poco scarsamente influenzato dal contesto
CONVERGENTE-DIVERGENTE
1. PROCEDE secondo logica, sulla base delle informazioni possedute
2. Procede autonomamente e creativamente, con possibilità di generare nuove risposte
stile di apprendimento e stile cognitivo
GLI ALUNNI CON BES
 Incontrano maggiori difficoltà con il canale visivo-verbale
 PROCESSANO MOLTO BENE LE INFORMAZIONI CON IL CANALE VISIVONON VERBALE
 POSSONO AVERE BUONE CAPACITÀ UDITIVE (l’ascolto va allenato con audiolibri,
sintesi vocale, potenziamento di strategie di lettura)
 CANALE CINESTETICO: : può essere utile allenare gli alunni a prendere appunti grafici,
sfruttando gli indici testuali, abituandoli a spiegare i contenuti attraverso esempi.
 Privilegiano stili di apprendimento NON VERBALI, UDITIVI, CINESTETICI
 Solitamente si avvalgono di uno stile cognitivo globale, per cui hanno una visione di
insieme, ma faticano a cogliere informazioni in sequenza (hanno invece una buona visione
di insieme)
 » Pensiero visivo piuttosto che verbale
 Prediligono lo stile VISUALE piuttosto che verbale
 Gli alunni con DSA hanno un PENSIERO DIVERGENTE Più SVILUPPATO
Per questo gli insegnanti devono




diversificare le proposte operative didattiche, sperimentando strategie diverse,
allenare i diversi canali di accesso (modalità di apprendimento) dei loro allievi,
utilizzando mappe concettuali (ovvero, sfruttando l’accesso tramite il canale visivo),
esercitare gli allievi ad una esposizione orale dei contenuti con il supporto visivo
delle mappe (anche durante le interrogazioni),
insegnare agli allievi ad avvalersi di più modalità per ciascun compito richiesto
(prendere appunti, studiare un testo, fare una scaletta, ecc.)
 proporre più modalità per raccogliere informazioni (visivi, uditivi,
fotografici, ecc.)
 suggerire l’uso di colori diversi oppure di tratti grafici diversi per la
categorizzazione dei contenuti del testo scritto.
Cosa fare
Stile di insegnamento VERBALE
 Strategie per l’allievo: può sfruttare le spiegazioni attraverso il canale uditivo (evitare di fare
riferimenti al testo scritto)
Stile di insegnamento VISUALE
 Strategie per l’allievo: può ricorrere a tutti gli elementi iconici, sfruttando il canale visivo
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Stile di insegnamento GLOBALE
 Strategie per l’allievo: questo stile consente all’allievo di attivare le conoscenze pregresse
Stile di insegnamento ANALITICO
 Strategie per l’allievo: beneficiare dell’uso delle mappe (attenzione: evitare di fornire
informazioni in serie, perché potrebbero metterlo in difficoltà)
Stile di insegnamento SISTEMATICO
 Strategie per l’allievo: lo aiuta a distinguere le distinte tappe (utilizzarlo quando gli
argomenti sono “complessi”)
Stile di insegnamento INTUITIVO
 Strategie per l’allievo: può sviluppare le inferenze sugli argomenti
Suggerimenti
• Il ruolo del docente è fondamentale per rilevare la presenza del le difficoltà e per attivare
precocemente interventi efficaci.
• Non sottovalutare le difficoltà dell’alunno. Nel caso di dubbi, è bene suggerire alla famiglia
una valutazione presso specialista o centro diagnostico convenzionato.
• Non tutti gli allievi/le allieve con BES sono uguali.
• Far capire allo studente che si è attenti al suo funzionamento e si è disponibili all’aiuto.
• I BES comportano sono una diversa organizzazione (anche neurologica, es. DSA) e un
diverso stile di apprendimento.
• Agire in maniera coordinata con gli operatori sanitari e i genitori.
In classe …
• Valutare i contenuti, evitando di considerare gli errori di compitazione.
• Ricordare che all’allievo con BES serve un tempo maggiore per eseguire i compiti a casa
(assegnarne in misura minore; raccordarsi con la famiglia)
• Aumentare il tempo da dedicare ai compiti e alle attività didattiche in aula (lasciare più
tempo per organizzare i pensieri; lasciare più tempo per completare il lavoro).
• Individuare punti di forza
• Individuare le attività in cui la prestazione è positiva e sostenerla.
• Evitare di esprimere considerazioni come “lento, pigro, stupido”.
• Evitare il confronto con i compagni.
• Evitare di far copiare dalla lavagna
• Evitare la lettura ad alta voce in classe, a meno che non sia lui stesso a chiederlo. Se
possibile, fare in modo che possa preparare il testo o parte di esso in anticipo, in modo da
proporre alla classe una lettura scorrevole e sicura.
• Le abilità vanno giudicate sulla base delle risposte orali (dare minore, scarso o nullo
rilievo alle prove scritte).
Gli obiettivi e i metodi
• In merito agli obiettivi del programma didattico, non sono previste deroghe per i BES a
parte le disabilità;
• considerare che l’apprendimento “costa grande fatica” per l’alunno con BES;
• considerare che questa fatica perdura fin dall’inizio del percorso scolastico;
• assicurare massima libertà e flessibilità ai modi di apprendere.
• fissare obiettivi concreti e realistici
• verificare l’adeguatezza del materiale didattico (es. per la lettura: il lessico, la struttura
sintattica e l’aspetto grafico, che non deve essere troppo “pieno”);
• utilizzare software didattico compensativo, come la sintesi vocale, i libri digitali, gli
audiolibri; i libri di lettura in CD (testi narrativi) disponibili nelle librerie e presso le
biblioteche pubbliche, dizionari digitali, software specifici;
• rammentare che i testi scolastici in adozione hanno una versione digitale (da richiedere alla
casa editrice).
• porre attenzione alla tipologia e al livello delle verifiche.
10
•
porre attenzione alle consegne verbali (attenzione alle consegne “multiple”, accertarsi che
siano state comprese correttamente: “Scrivete in alto a destra”, “Riportate questa parola
nella colonna di sinistra”).
Interventi pedagogico-didattici
Didattica Individualizzata e Personalizzata
D.M. 5669/11 … comma 2 dell’art. 4:
• «I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi
comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo
ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello
studente, adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e
potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo».
Le Istituzioni Scolastiche esplicitano e formalizzano
• … le attività di recupero individualizzato,
• … le modalità didattiche personalizzate,
• … gli strumenti compensativi,
• … le misure dispensative
al fine di assicurare
uno strumento utile alla condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese
IL P.D.P. (esteso ai BES)
• La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con BES, interventi
didattici individualizzati e personalizzati,
• anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli
strumenti compensativi e delle misure dispensate adottate.
• Per i Disabili: Piano educativo personalizzato
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Linee Guida 3.1 Documentazione dei percorsi didattici
La scuola predispone …
un documento che deve contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal
disturbo:
•
•
•
•
•
•
•
… dati anagrafici dell’alunno;
… tipologia di disturbo;
… attività didattiche individualizzate;
… attività didattiche personalizzate;
… strumenti compensativi utilizzati;
… misure dispensative adottate;
… forme di verifica e valutazione personalizzate.
… fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola
eventuali
osservazioni
su
esperienze
sviluppate
dallo
studente
anche
autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.
•
Sulla base della documentazione riportata nel Piano Didattico Personalizzato, nei limiti della
normativa vigente, vengono predisposte
– le modalità delle prove in corso d’anno o a fine Ciclo.
– le modalità delle verifiche in corso d’anno o a fine Ciclo.
 Chi lo elabora?
11
 Consiglio
di
classe
o
Team
docenti
(tutti gli insegnanti della classe)
 …
viene
concordato
con
la
famiglia,
alleato
privilegiato: la famiglia deve partecipare “attivamente al progetto formativo della
scuola”.
«Ciascun insegnante della classe procede, in collaborazione dei colleghi, alla documentazione dei
percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti; attua strategie educativo-didattiche di
potenziamento» (Linee Guida)
Caratteristiche del PDP
•
strumento di garanzia del diritto allo studio
– Promuove e assicura continuità didattica
– Formalizza: cioè documenta le attività scolastiche
– Programma: progetta modalità didattiche
•
strumento flessibile
– Modificabile quando e se necessario
• strumento di CONDIVISIONE ◊ >
◊ > raccordo e collaborazione interistituzionale
– Famiglia, specialisti, scuola
Cfr. (a cura di) Chiocca E., Strumenti di supporto per studenti con disturbi specifici di
apprendimento e deficit di attenzione e iperattività (Forum-Media, edizioni)
Compiti
- Esplicitare
- Formalizzare
- Condividere - Progettare
- Documentare
- Promuovere
Documentare i percorsi didattici:
il Piano Didattico Personalizzato
introdotto dall’art. 5 del D.M. 12 luglio 2011, n. 5669, impostato dalle Linee Guida per il diritto
allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento.
• Normativa di riferimento
 Legge 170/2010
 Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669
 Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
(12.7.11)
• art. 5 del DM 5669/11 stabilisce che il Piano Didattico Personalizzato deve elencare:
– gli strumenti compensativi e
– le
misure
dispensative
che
la
scuola
intende
adottare
a
favore
dello studente.
•
•
•
È compilato dagli insegnanti componenti il Team Docente o il Consiglio di Classe
Entro 3 mesi dall’avvio delle attività didattiche
… concordato con la famiglia, alleato privilegiato
FASI DI ELABORAZIONE
Sintesi dei passaggi essenziali
• fase consultiva: raccolta delle informazioni e definizione del profilo di partenza
• fase di raccordo: obiettivi educativi condivisi
12
•
•
fase di progettazione: programmazione individualizzata e personalizzata, con indicati gli
strumenti compensativi e le misure dispensative adottate e definizione dei criteri di
valutazione
fase della valutazione:
a) analisi intermedia
b) analisi finale.
13