L` ipotiroidismo - Casa di Cura Tortorella

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ENDOCRINOLOGIA E TIROIDE
ENDOCRINOLOGIA CLINICA
L’ IPERTIROIDISMO
L’ ipotiroidismo
bbiamo incontrato la dott.ssa
Maria Paola Punzi, collaboratore del raggruppamento medico
della Casa di Cura Tortorella ed il
dottor Lucio Malanga dirigente del
raggruppamento medico della casa
di cura, esperto clinico-medico.
A
Dottoressa Punzi, cos’è l’ ipotiroidismo?
Per ipotiroidismo si intende una
grave riduzione nel sangue degli
ormoni tiroidei (T3 e T4) dovuta ad
una scarsa attività della tiroide non
adeguata alle necessità dell’organismo. L’ipotiroidismo può essere presente già alla nascita e determinare,
se non tempestivamente trattato,
gravi problemi di sviluppo intellettivo e fisico (cretinismo sporadico),
oggi facilmente prevenibili grazie al
test cui sono sottoposti tutti i neonati per controllare se la loro tiroide si
è ben sviluppata durante la gravidanza e soprattutto funziona normalmente alla nascita (screening neonatale dell’ipotiroidismo). Fino ai primi
decenni del Novecento era particolarmente frequente, soprattutto in
alcune zone montagnose, anche
un’altra forma di ipotiroidismo ad
insorgenza nella prima infanzia, il
cretinismo endemico, la cui causa
principale era la carenza nella dieta
di iodio, essenziale per la sintesi
degli ormoni tiroidei. Grazie alle
migliorate condizioni socio-sanitarie, ad una alimentazione più ricca ed
equilibrata - anche con l’uso del sale
iodato (profilassi iodica) - allo screening neonatale ed ai progressi nella
diagnosi e nella terapia delle malattie
della tiroide, oggi queste gravi forme
di ipotiroidismo ad esordio infantile
precoce sono di fatto scomparse.
Resta invece molto frequente - e
secondo alcuni studi addirittura in
aumento - l’ipotiroidismo nei bambi-
ni in età scolare, negli adolescenti e
nell’adulto.
Dottor Malanga, quali possono
essere i sintomi ed i segni?
Scomparsi di fatto il cretinismo sporadico e quello endemico, oggi i sintomi e i segni dell’ipotiroidismo possono variare in relazione alla gravità
del deficit ormonale; in altri termini,
più è marcata e più a lungo dura la
carenza di ormoni tiroidei, più
aumentano i disturbi e la loro intensità, fino ad un quadro conclamato e
grave di malattia che si caratterizza
per la presenza di:
• stanchezza continua (astenia), con
movimenti lenti, andatura pesante ed
incerta (da ippopotamo);
• svogliatezza e mancanza di interesse per qualsiasi attività sociale
(apatia), con difficoltà a concentrarsi
e lentezza nel parlare, sonnolenza;
non è raro che questi ed altri disturbi vengano erroneamente interpretati come depressione;
• aumento di peso, con elevati livelli
di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), non legato a modificazioni delle proprie abitudini alimentari; da notare che chi tende ad
ingrassare spesso ritiene erroneamente di avere una tiroide che funziona poco: nella maggioranza dei
casi non si tratta di ipotiroidismo (in
cui vi è un accumulo soprattutto di
acqua) ma di un vero e proprio
aumento del grasso corporeo per
un’alimentazione troppo abbondante;
• insofferenza per il freddo.
Dottoressa Punzi, si possono definire le cause più frequenti?
Per l’ipotiroidismo presente alla
nascita, le cause più frequenti sono il
non completo sviluppo della tiroide
(ipoplasia) o addirittura la sua
assenza congenita (aplasia). Le più
frequenti cause di ipotiroidismo dell’adulto, che non è presente alla
nascita ma può manifestarsi anche
in età scolare o adolescenziale,
sono:
Sintomi e segni più frequenti?
La sintomatologia dell’ipertiroidismo
è varia e può simulare altre malattie.
Gli ormoni tiroidei in eccesso hanno
infatti effetti tossici praticamente su
tutti gli organi (si parla anche di
tireotossicosi). Tuttavia alcuni disturbi sono molto caratteristici e, soprattutto se presenti insieme, possono
far facilmente sospettare un’iperattività della tiroide.
I sintomi e i segni più comuni di
ipertiroidismo sono:
• agitazione (iperattività motoria e
psichica): il paziente ipertiroideo
parla di continuo, ha l’ansia di esprimersi rapidamente e il più esaurientemente possibile, fa mille pensieri e
spesso interrompe il filo del discorso
Quali possono essere le cause?
Le malattie che determinano ipertiroidismo sono principalmente due,
entrambe poco frequenti:
• Morbo di Basedow (o morbo di
Graves o gozzo tossico diffuso), in
cui agli altri sintomi e segni dell’ipertiroidismo si associano di regola un
gozzo diffuso, cioè l’ingrossamento
di tutta la tiroide, e l’esoftalmo, cioè
un’eccessiva sporgenza degli occhi.
• Morbo di Plummer (o gozzo tossico nodulare o adenoma tossico o
iperfunzionante della tiroide), in cui
una zona circoscritta della ghiandola
aumenta di volume fino a formare un
nodulo che non è un tumore maligno, ma che produce ormoni.
Più raramente l’ipertiroidismo può
essere dovuto ad una tiroidite, un
tumore maligno della tiroide, un
tumore dell’ipofisi, un dosaggio
eccessivo di ormoni tiroidei sia su
prescrizione medica sia per pericolosa autoprescrizione, spesso a scopo
dimagrante.
Vincenzo Ronca
TERAPIA DELLA TIROIDE
Chirurgia e farmaci
LA PREVENZIONE IN UN TEST
I tumori della tiroide rappresentano le
più frequenti neoplasie del sistema
endocrino e tra questi Il carcinoma
midollare della tiroide (MTC) rappresenta circa il 10% delle patologie tiroidee. Il 75% delle forme di MCT sono
di natura sporadica, mentre il restante
25% comprende tre diversi tipi di sindromi cancerose ereditarie, definite
nel loro complesso Neoplasie
Endocrine Multiple di tipo 2 (MEN2):
• Neoplasia Endocrina Multipla tipo
2A (MEN2A);
• Neoplasia Endocrina Multipla tipo
2B (MEN2B);
• Carcinoma Familiare Midollare della
Tiroide (FMCT).
Ciascuna delle tre sindromi cancerose
ereditarie è causata dalla presenza di
una mutazione germinale a livello
proto-oncogene RET. La Biologia
Molecolare in questo campo, ha compiuto, nell'ultimo decennio, passi da
gigante ed ora è possibile fare una diagnosi in fase pre-clinica con un semplice prelievo del sangue. In questo
modo, ad esempio, se troviamo, attraverso le analisi, una mutazione del
gene RAS, possiamo dire che è presente un carcinoma follicolare tiroideo
(sempre associato a questa variante
del codice genetico), mentre nel carcinoma papillare viene spesso attivato
l’oncogene RET. Quindi esiste la possibilità, a differenza di quanto avviene
con i più comuni tests di screening
biochimici, impiegati per il monitoraggio dei pazienti con familiarità per le
patologie tiroidee, di selezionare chi è
realmente a rischio, ovviando alla
necessità di sottoporre indistintamente tutti i membri di una famiglia a ripetuti accertamenti clinici. Inoltre i tests
di Biologia Molecolare in questo
campo hanno alcuni indiscussi vantaggi, quali l'elevata sensibilità e la
maggiore specificità, per cui si riesce
a fornire una diagnosi anche per quei
campioni che in cui è difficile discriminare le lesioni benigne da quelle cancerose, aspetto fondamentale per la
diagnosi preoperatoria.
CASA DI CURA
TORTORELLA
SALERNO
Collaboratori e Consulenti Medici
Dr. ERNESTO PISACANE
Dr. RAFFAELE CIOFFI
Dr. MARIA PAOLA PUNZI
Dr. GIANMATTEO PACELLI
REPARTO MEDICINA GENERALE
Dirigente Dr. CESARE LILLI
Vincenzo Ronca
Dottor Cioffi, iniziamo con il definire l’ ipertiroidismo?
Per ipertiroidismo si intende l’eccessivo aumento nel sangue degli ormoni tiroidei (T3 e T4) dovuto ad una
iperattività della tiroide. L’eccesso di
ormoni, che si manifesta con diversi
disturbi, compromette l’efficienza
dell’intero organismo. E’ quindi
importante una diagnosi precoce che
consenta di iniziare al più presto l’opportuno trattamento e prevenire così
possibili gravi danni ad organi importanti, primo fra tutti il cuore.
per iniziarne un altro;
• insonnia;
• insofferenza al caldo con sudorazione eccessiva;
• l’aumento dei battiti del cuore
(tachicardia) spesso con aritmia,
cioè con un ritmo irregolare (extrasistoli, fibrillazione atriale);
• tremore rapido e continuo, diffuso
a tutto il corpo;
• rapido dimagramento nonostante
l’aumento dell’appetito e la voracità.
Soprattutto negli anziani, alcuni
disturbi possono essere assenti o
lievi: può esservi soltanto la tachicardia o l’insofferenza al caldo o una
stanchezza eccessiva. Di regola, tuttavia, il paziente è ben consapevole di
un ‘stato di eccitazione’, di una vivacità eccessiva ed inspiegabile che
non lo agevola affatto nelle attività
quotidiane, ma anzi gli rende ‘la vita
difficile’ e lo fa sentire ‘sempre stanco’.
Lo staff del Raggruppamento Medico
TUMORI TIROIDEI
RAGGRUPPAMENTO MEDICO
Dirigente Dr. LUCIO MALANGA
• una grave tiroidite, come la tiroidite di Hashimoto, o un tumore o altre
malattie più rare della tiroide che
determinano la distruzione di un
gran numero di cellule tiroidee
(tireociti);
• una terapia per l’ipertiroidismo con
farmaci antitiroidei, con iodio
radioattivo o con la tiroidectomia;
• una radioterapia effettuata per
curare tumori maligni della testa o
del collo;
• la carenza di iodio nella dieta e/o la
possibile presenza nella dieta di
sostanze con azione anti-tiroidea;
•una malattia dell’ipofisi e/o dell’ipotalamo che blocca la produzione
degli ormoni che stimolano la tiroide
(TRH e/o TSH), si parla in questo
caso di ipotiroidismo ipofisario e/o
ipotalamico (ipotiroidismo secondario), che è raro (un per cento circa
dei casi di ipotiroidismo) e in genere
si associa a malattie di altre ghiandole endocrine.
Le patologie della tiroide stanno
assumendo, negli ultimi anni, una
nuova rilevanza dal punto di vista
epidemiologico. Affrontiamo l’ argomento dell’ ipertiroidismo con il dottor Raffaele Cioffi, dirigente del raggruppamento medico della Casa di
Cura Tortorella di Salerno.
Tel. 0892578240 - Fax 089237081
referente: Inf. Anna D'Arco
[email protected]
egli ultimi aggiornamenti in merito alla terapia
delle patologie della tiroide abbiamo discusso
con il dottor Cesare Lilli dirigente medico del
reparto di Medicina Generale della Casa di cura
Tortorella.
D
Dottor Lilli come si cura l’ ipertiroidismo?
Le modalità di cura principali e generalmente accettate per la cura dell’ipertiroidismo nell’uomo sono
due: chirurgia della tiroide e terapia radiometabolica con lo iodio radioattivo.
In cosa consiste la chirurgia per l’ ipertiroidismo?
La chirurgia (per rimuovere l’intera tiroide o una
parte di essa) non è usata estensivamente perché la
maggior parte delle forme comuni dell’ipertiroidismo sono curate abbastanza efficacemente con il
metodo dello iodio radioattivo. I pazienti che non
possono tollerare i medicinali o pazienti che rifiutano lo iodio radioattivo, optano per un intervento
chirurgico. La procedura è relativamente sicura, e
prevede, almeno nella maggior parte degli ospedali
italiani, una degenza di 2-3 giorni. Rischi correlati
all'intervento sono, oltre ai classici rischi dovuti all'
anestesia, quelli specifici, ossia ipocalcemia e lesione dei nervi ricorrenti (con compromissione della
voce).
E la terapia radiometabolica con lo iodio radioattivo?
Lo iodio radioattivo viene somministrato oralmente
(sia come pillola, sia come liquido) in un’unica volta
per ledere in modo irreversibile una ghiandola iperattiva. Lo iodio liquido (soluzione acquosa di iodu-
ro) viene al giorno d'oggi utilizzato raramente,
vista la sua notevole volatilità: esiste infatti un
importante problema di radioprotezione per gli
operatori, nonché un problema di dose alle ghiandole salivari dei pazienti. Lo iodio radioattivo viene
somministrato dopo alcuni accertamenti: innanzitutto una scintigrafia tiroidea, che permetta di valutare lo stato di effettivo ipertiroidismo e l'assenza
di aree "fredde" (che potrebbero indicare la presen-
za di un tumore), quindi un test di captazione che
viene eseguito somministrando una dose-traccia
(modestissima) di iodio-131 ed analizzando ad
intervalli regolari di tempo (solitamente 6, 24, 48,
72 e 96 ore) l'attività presente in tiroide (mediante
strumento dedicato). Poiché lo iodio è captato
quasi esclusivamente dalle cellule tiroidee, non si
hanno grossi problemi di irradiamento ad altri
organi: si ha una minima irradiazione a livello delle
ghiandole salivari, ed una minima irradiazione a
livello vescicale. La metodica è stata sviluppata alla
fine degli anni '40 ed è ormai ampiamente consolidata, anche per quanto riguarda le eventuali sequele a lungo e lunghissimo termine: non si sono
dimostrati effetti collaterali.
Esiste anche una terapia farmacologica?
Si. Possono essere somministrati farmaci tireostatici, farmaci cioè che inibiscono la produzione degli
ormoni della tiroide, come il metimazolo, carbimazolo o PTU (propiltiuracile). Se in trattamenti farmacologici viene usata una dose troppo massiccia,
i pazienti possono sviluppare sintomi di ipotiroidismo. L’ipotiroidismo è anche un risultato molto
comune dei trattamenti di chirurgia o di radiazione.
In questi casi può essere richiesta l’integrazione di
levotiroxina.
E nel caso di ipotiroidismo?
Il protocollo terapeutico è molto più semplice. In
genere prevede la somministrazione di un ormone
sintetico, la levotiroxina sodica, che generalmente
deve essere assunta dal malato per tutta la vita. Il
trattamento della patologia con tiroxina assunta
oralmente determina il quasi completo ripristino
della normalità tanto che pazienti con ipotiroidismo
hanno potuto raggiungere il novantesimo anno di
età dopo 50 anni di terapia.
Vincenzo Ronca
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