24ORE
S P E T T A C O L I
l'Adige
L’EVENTO
TEATRO
Toccante e duro
il recital «che non
è uno spettacolo»
ha dovuto fare
i conti con il poco
spazio in malga
BOLZANO - Dopo un inizio estate densa di lavoro, con 20 spettacoli in 33 giorni, è arrivato il momento di un nuovo debutto per
Estroteatro. Oggi a Bolzano, presso il Cortile del centro Premstallerhof (via Dolomiti 14), andrà in
scena il nuovo lavoro comico “Uomini senza Donne” di Angelo Longoni, uno degli autori contemporanei più conosciuti ed apprezzati del momento.
Con questo testo, che ha vinto
il Premio Fondi La Pastora (1988),
Longoni ha debuttato come regista dirigendo Alessandro Gassmann e GianMarco Tognazzi in
una memorabile produzione del
Teatro della Cometa. Il testo è poi
stato tradotto in lingua francese
Commedia tragicomica su due scapoli alle prese con la vita
In scena «Uomini senza donne»,
l’ultima novità firmata Estroteatro
e tedesca e rappresentato a Parigi presso il Théatre de la Coline
dall’emittente radiofonica France Culture, e in Germania al Theater Sirene di Saarbrucken.
Una sfida non facile quindi per
il gruppo trentino, che per l’occasione ha chiamato in scena solo
due attori, Alessio Delai e Gabriele Zanon, per la regia del direttore della scuola Mirko Corradini.
"Uomini senza Donne" è la storia di una strana coppia buffa e
mal assortita, due uomini che cercano di esser creativi, che cercano di amare, che cercano di essere felici. È la storia di chi cerca e
non ci riesce, del “vorrei ma non
posso”.
Uno, l’Uomo Alto, è un pubblicitario, estroverso, bello, aitante,
salutista, che cambia donna ogni
mese , sicuro di sé, un po’ cinico,
con l’hobby del pugilato.
L’altro, l’Uomo Basso, è ombroso, timido, nevrotico, auto-ironi-
La pioggia «rovina» il fuoco
di KATIA MALATESTA
VAL DI SELLA - «Non uno
spettacolo, piuttosto un insieme di pensieri, un movimento di sentimenti»: l’altra sera,
nel presentare il viaggio di note e parole che l’ha visto a fianco di Moni Ovadia, Mario Brunello ha riconosciuto alla solida alleanza di arte e natura
che da anni distingue la Val di
Sella la capacità continuamente rinnovata di ispirare emozioni.
Purtroppo, il maltempo del
pomeriggio ha dettato la rinuncia alle stelle cadenti e lo
spostamento nel chiuso di
Malga Costa di un progetto
concepito come una meditazione a cielo aperto, da seguire al meglio col naso all’insù.
In compenso, gli spettatori di
“Fuoco in cielo, fuoco in terra”, stipati nella stalla-galleria, hanno gustato una “prima
nella prima”, inaugurando la
stagione dell’opera realizzata
per lo spazio espositivo della
Malga dall’artista tedesca Cornelia Konrads. “L’onda”, con
il movimento potente catturato nei materiali della natura,
ha fornito la cornice visiva per
le musiche di Brunello, le letture di Moni Ovadia, i canti del
Coro da Camera Trentino: cibo per gli occhi e cibo per la
mente, in un cammino circolare, dalle stelle alla terra per
tornare al cielo, sigillato dai
giochi di fuoco di Francesco
Sgrò e Fabio Nicolini.
L’inizio è buio, trafitto da
mobili sfere di luce che proiettano ombre grandi sulle pareti. Comincia un dialogo fatto di inseguimenti, echi e consonanze che con il contribu-
Ovadia e Brunello in Sella
penalizzati dal maltempo
to femminile del coro saldano
le straordinarie sottigliezze
del violoncello di Brunello con
la voce tagliente e livida di
Ovadia. Si mescolano anche
le parole - italiane, latine,
ebraiche - in un discorso notturno che si inerpica verso
vertiginose altezze e poi
schianta al suolo, mentre il
canto si volge al lamento.
Il “Nocturne” di Kocsar e le
partiture di Ligeti richiamano
la cultura degli ebrei ungheresi evocando l’ombra della
Shoah mentre Ovadia attraversa alcuni frammenti del-
l’Apocalisse. Nel percorso entrano i canti liturgici della tradizione ebraica e la cantoralità per sinagoga, in una dimensione che investe la musica di
un messaggio forte di universalità. Sul tema dell’innocenza scannata il violoncello introduce il tema di “Ascolta la
mia voce”; ora Ovadia traduce e legge l’Apocalisse in terra nei versi terribili del “Canto del popolo ebraico massacrato” di Isaac Katzenelson.
L’invettiva “Ai Cieli” segna il
momento più intenso di una
serata che invita a ripensare
gli abissi della violenza perpetrata dall’uomo contro l’uomo
in un momento storico drammatico, con l’anima al dolore
nuovo della guerra nel Libano.
Stelle luride come occhi di
ratti e cieli vigliacchi sono
quelli che stanno a guardare
lo sterminio del popolo ebraico; cieli ingannatori, cieli falsi e bari che nel loro impassibile azzurro non sono migliori della terra. «È bene che non
ci sia un Dio, anche se fa così
male stare senza di lui»: su
queste parole il violoncello
guida il coro ad accompagnare Ovadia nel canto straziato
di “De Avinu Malkeinu - Per il
Padre Re”. La lettura si innalza fino all’urlo di Katzenelson,
vittima e testimone della crocifissione di un intero popolo, che invoca fuoco dalla terra al cielo, fuoco dal cielo alla terra; ma gli spazi di Malga
Costa sono troppo angusti per
contenere il fragore di un’accusa che doveva levarsi nel
respiro dei prati, col commento delle fiamme. E forse si poteva osare.
Il canto di “Padre dell’Universo” media il ritorno all’Apocalisse di Giovanni e la visione celeste della Gerusalemme
nuova. La furia del violoncello si placa nelle note di Bach
e la notte torna ad abbracciare la sala mentre il coro si intreccia con la traduzione di
Ovadia intonando “In stiller
Nacht” di Brahms e “Die
Nacht” di Schubert. Lunghi applausi salutano gli artisti, ma
dopo la faticosa fuoriuscita
dalla Malga la serata si prolunga, finalmente sotto il cielo,
con gli ultimi spettacoli di fuochi.
Oggi a Roncegno con il duo pianistico Dini Ciacci-Turso e le letture di Chiara Turrini
«Lettere e sonate»: un omaggio a Mozart
RONCEGNO - Il Duo Pianistico composto da
Isabella Turso e Maurizio Dini Ciacci è protagonista del concerto di questa sera a Roncegno - Salone delle feste del Grand Hotel - per
celebrare l’anniversario mozartiano.
Qualità garantita, visto che il duo si è costituito nel 2003 con l’intento di affrontare in maniera organica il repertorio pianistico a 4 mani e due pianoforti. La varietà di esempi che
sostanziano questo genere musicale impone,
per altro, scelte omogenee e non casuali in
grado di far emergere quelle differenze estetiche, stilistiche e funzionali che nel corso dei
secoli hanno caratterizzato questa particolare letteratura pianistica.
L’attività svolta dal Duo Turso - Dini Ciacci, con il consenso di pubblico e di critica testimoniato nei diversi concerti effettuati dal
2003 a oggi, ha messo in evidenza le affinità
tecniche ed interpretative dei due musicisti
trentini.
Nel programma di questa sera - intitolato
"Lettere e sonate", la musica è accompagnata da letture di Chiara Turrini.
venerdì
11 agosto 2006
Notevole il programma di sala. Si inizia con
la Sonata KV 19d che venne composta da Mozart a Londra nel 1765, a soli 9 anni; affidata
al clavicembalo, la Sonata è una prova dello
studio attento e assiduo che il giovane autore fece delle composizioni di Johann Christian
Bach, il più giovane figlio di Johann Sebastian.
In una lettera della sorella Nannerl, di data decisamente posteriore ma ricca di ricordi
di quegli anni: “Poiché i nostri viaggi lo portavano in paesi diversi, andando da un luogo
all’altro, si immaginò un regno chiamato il
“regno di Rücken”, del quale diceva di essere il re. E il nostro domestico che sapeva un
poco disegnare, dovette fargliene una carta e
scriverci su i nomi delle città, dei mercati, dei
villaggi come egli glieli dettò.” Poi la KV 381:
quando venne composta, nel 1772, costituiva
una sorta di novità, ancora eredità delle cose imparate da J. Ch. Bach nel primo viaggio
londinese. Ebbe probabilmente carattere privato, ad uso di Wolfgang e della sorella Nannerl, quale raffinato esercizio di una nascente letteratura per tastiera, sempre mirata ad
un arricchimento dell’espressione timbrica.
Tutta la critica è concorde nel sottolineare
il carattere sinfonico della pagina – nata in
effetti tra la Sinfonia K 114 e la K 124 – nelle
cui sonorità sembrano affiorare le varie voci
dell’orchestra.
La KV 521 venne composta il 29 maggio del
1787, giorno in cui Mozart apprese la notizia
della morte di suo padre Leopold.
Estroteatro in scena
15
co, autolesionista, trascurato, con
una forte tendenza all’alcolismo,
che cambia hobby ogni mese.
I due vivono temporaneamente nello stesso appartamento, condividendo comicamente una vita
mal organizzata, caratterizzata
da un continuo e reciproco interrogarsi su tutto ciò che riguarda
l’altro sesso. Ma l’amicizia è minata da una profonda immaturità, da un’incapacità fisiologica di
essere felici e sereni. Il finale è
avvolto da un disarmante cinismo.
La piece sarà in scena ad agosto anche a Pinzolo, Cavareno,
Caderzone e a settembre verrà
presentato allo spazio arte Ridotto 43 per cinque sere consecutive.
Da domani due giorni di spettacoli
Bondone, paese
dell’arte in strada
Il Quartetto Euphoria: da non perdere
BONDONE - «Il colonnello Aureliano Buendia rivisse il tiepido pomeriggio di marzo in cui suo padre aveva interrotto la lezione di fisica, ed era rimasto incantato, con la mano in aria e gli occhi immobili, per aver udito in lontananza i pifferi e i tamburi e i sonagli degli zingari che ancora
una volta arrivavano al villaggio. Erano zingari nuovi, uomini e donne giovani che conoscevano soltanto la propria
lingua, begli esemplari con la pelle lucida e mani intelligenti, i cui balli e musiche seminarono nelle strade un panico
di eccitata allegria. Gli abitanti di Macondo si trovarono improvvisamente perduti nelle loro strade, storditi dalla gran
folla della fiera.»
Si apre con questa citazione da Gabriel Garcia Marquez
il depliant della quarta edizione di «Bondone in strada». È
infatti ancora forte, dopo tre edizioni, immaginarsi uno spettacolo fatto da artisti di strada: urta, come un colpo di scena. Il teatro della strada, la comicità che si fa sulla strada,
sarà ancora una volta protagonista nella manifestazione
unica per il Trentino.
L’arte che scenderà in piazza da domani, per tutto il week-end, è un’arte che tocca i cuori per la sua immediata
semplicità, in cui la vera protagonista sarà la strada, unica
ispiratrice degli undici gruppi di artisti (Claudio e Consuelo, Mark «The Straniero», Laura Kibel e il suo «teatro dei piedi», Andrea Lorenzi, Artklamauk, I Focolieri, Teatro della
Luna, Sincopatic, quartetto Euphoria, duo Revolution, Compagnia delle arti) che si esibiranno per le piazze, le strade
e i vicoli del paese.
Quella del teatro di strada è un arte molto antica, una tradizione forte nella memoria, che il programma vasto e vario cercherà di far rivivere. Cantastorie, funamboli, giocolieri, focolieri, musicanti e comici di piazza si alterneranno
nelle due giornate, (sabato 12 e domenica 13 agosto) dalle
18 alle 22.30, in otto sedi diverse nelle frazioni del paese
(Bregn, Cappellania, Scala Santa, Le Palae, La Plossa, Segaùr, La Regola, Acli) per offrire agli spettatori una vasta
gamma di spettacoli «a piacimento».
Bondone, suggestiva finestra della valle sul vicino Lago
d´Idro, offre in occasione della manifestazione - prenotando al numero 0465 - 685033 - una visita guidata agli affreschi del borgo, con «bizzarre» guide in costumi tradizionali.
Inoltre sarà possibile «gustare» gli spettacoli «gustandosi» anche i piatti tipici della zona, messi a disposizione presso le Acli del paese. Sarà attivo inoltre un servizio di busnavetta durante l’intera manifestazione, con partenza dal
sottostante parcheggio, vicino al Camping Miralago.
M. Sc.
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