Il participio Il participio è una forma “mista” del verbo, in

SINTASSI DEL VERBO: I MODI INDEFINITI DEL VERBO.
Il participio
Il participio è una forma “mista” del verbo, in quanto si forma dal tema
verbale, conserva diatesi e tempo del verbo, ma si declina come un
aggettivo e può concordare con un sostantivo; analogamente, esso
puòche può assumere valore nominale o verbale. Inoltre, nei diversi
tempi verbali, rispecchia la qualità o aspetto dell’azione tipici della
coniugazione: nel presente esprime azione durativa, e implica anche
valore temporale, nel senso che esprime azione contemporanea al verbo
reggente; nel perfetto indica azione puntuativa o compiuta; nell’aoristo
esprime l’azione puntuale, senza considerazione per la sua durata; nel
futuro il participio assume spesso valore finale, indica cioè un’azione la
cui realizzazione è vista nel futuro rispetto a quella della principale.
Dal punto di vista della funzione sintattica, si distinguono:
p. sostantivato → con articolo ⇒sostantivo
Uso nominale
p. attributivo → con/senza articolo⇒aggettivo
p. appositivo
congiunto ⇒gerundio
assoluto⇒gerundio
Uso verbale
senza articolo
p. predicativo ⇒infinito
Dallo schema puoi dedurre che il participio con valore nominale può
essere o meno preceduto dall’articolo: lo è generalmente il participio
sostantivato, mentre se esso ha valore di aggettivo può essere privo di
articolo; il participio con valore verbale non è mai direttamente
preceduto da articolo; il participio con valore verbale, congiunto o
assoluto corrisponde a un gerundio italiano, che può assumere valori
sintattici diversi in forma esplicita; il participio predicativo corrisponde a
un infinito e quindi a una proposizione infinitiva.
Il participio sostantivato, preceduto dall’articolo, si traduce con un
sostantivo corrispondente, che però raramente esiste in italiano, o una
propsizione relativa:
oiJ polemou`nte~, i combattenti, coloro che combattono; oiJ ejpigignovmenoi, i
posteri, i discendenti.
Il participio attributivo si riferisce di solito a un sostantivo e si può
tradurre, analogamente, come un aggettivo di significato corrispondente
o con una proposizione relativa:
oiJ didavskaloi spoudaczonte~..., i maestri che si preoccupano...hJ krhvnh hJ Mivdou
kaloumevnh, la fonte detta di Mida
Il participio con valore verbale, che si definisce appositivo, in quanto si
aggiunge ad un elemento della proposizione, non è preceduto
dall’articolo e può essere congiunto o assoluto.
Il participio congiunto, riferito al soggetto o a un altro elemento della
frase, corrisponde al gerundio italiano, che può essere espresso in forma
esplicita
con una proposizione causale, temporale, concessiva o
ipotetica:
ejgw; de; tou`d∆ e{neka, boulovmeno~ dovxai soi ta; pravgmata, dico ciò per questo
motivo, poiché voglio spiegarti la situazione.
!!! in particolare:
il participio congiunto e il genitivo assoluto, introdotti da a{te, oi|on, oi|a
hanno valore causale ed esprimono la causa reale, il participio
congiunto introdotto da wJ~ esprime la causa pensata, soggettiva: è
spesso traducibile con come se:
ÔO me;n ∆Alkibiavdh", a{te peri; megavlwn ajgwnizovmeno", proquvmw" ejauto;n pareskeuavsato,
Alcibiade, poiché lottava per grandi obiettivi, si preparò volentieri.
tau`ta ejpoivhse wJ~ ejpibouleuvwn hJmi`n, fece queste cose, poiché voleva, come se
volesse tramare contro di noi.
Il participio congiunto con valore concessivo è spesso accompagnato da
kaiv, kaivper, sebbene, anche se e può essere ripreso o anticipato nella
reggente dall’avverbio o{mw~:
ÔO dh`mo~ ou[te ga;r hJ ejn th'/ Sikeliva/ xumforav, kaivper megavlh tovte dovxasa ei\nai,
ou[te a[llo oujdevn pw ou{tw" ejfovbhsen, Il popolo infatti non temette così né la sconfitta
in Sicilia, nonostante sembrasse essere grave, né null’altro mai.
il participio congiunto può avere valore condizionale ed esprime in tal
caso la protasi implicita di un periodo ipotetico; se si tratta di una
protasi di 2° tipo di solito è presente la particella a[n
Touvtoi~ ga;r a]n tw`n politw`n ejmmenovntwn, aiJ povlei~ ijscurovtataiv te kai;
eujdaimonevstatai genhvsontai, Se i cittadini si atterranno a questi
comportamenti, le città saranno fortissime e prospere.
il participio, più spesso futuro, può esprimere la finale implicita; se è
preceduto da wJ~ la finale ha valore soggettivo:
oJ de; peivqetaiv te kai; sullambavnei Ku`ron wJ~ ajpoktenw`n, quello si lascia
convincere e prende Ciro per ucciderlo.
Il participio assoluto è definito così perché non è riferito a un elemento
della principale; nel caso del genitivo assoluto, il participio congiunto è
riferito a un sostantivo, o pronome, o aggettivo sostantivato in genitivo
che ne costituisce il soggetto; esso esprime una proposizione
subordinata implicita causale, temporale, concessiva o ipotetica:
Touvtwn eJlomevnwn tw`n hJgemovnwn, oiJ Lakedaimovnioi eij~ th;n nivkhn w{rmhsan, Scelti
questi comandanti, gli Spartani si volsero alla vittoria.
L’accusativo assoluto è costituito dal participio di alcuni verbi
impersonali, in caso accusativo, impiegato nel neutro singolare, con
valore spesso concessivo:
devon, crevwn, essendo necessario; prevpon, prosh`kon, essendo conveniente;
o[n, ejxovn, parovn, essendo possibile; dovxan, dedogmevnon, essendo deciso.
!!! Il particpipio congiunto introdotto da negazione, può essere reso con
l’espressione senza + infibito in italiano:
tau`ta poiw` ouj boulovmeno~, faccio queste cose senza volerlo.
Talvolta, soprattutto in Senofonte, i participi, soprattutto presenti di e[cw,
a[gw, lambavnw, (e[cwn, a[gn, lambavnwn) si possono rendere con la preposizione
con ad esprimere un complemento di compagnia o unione;
analogamente, puoi trovare il participio presente di cravomai, con il
dativo, ch si può rendere con la stessa proposizione a esprimere un
complemento di modo o mezzo:
ajfiknei`te tou;~ aicmalwvtou~ e[conte~, partite con i prigionieri.
crovmeno~ dikaiosuvnh/, con giustizia.
Il participio predicativo, riferito al soggetto o all’oggetto, è così definito
perché completa il significato del verbo, e rappresenta la proposizione
infinitiva retta da questo verbo. Esso dipende solo da verbi che hanno
significati specifici, che si distinguono in:
1. verbi di percezione, quali oJravw (e composti), oi|da (perf. con valore
di presente: so), blevpw, vedo, gignwvskw, so (e composti), euJrivskw,
trovo, aijsqavnomai, mi accorgo, e punqavnomai, vengo a sapere,
ajpodeivknumi, dimostro,
ecc., che hanno il predicativo sia del
soggetto che dell’oggetto, ovvero possono essere seguiti da un
participio in nominativo o in accusativo:
Oi\da ajgaqo;~ w[n, So di essere buono; periora`/~ tou;~ eu\ peponqovta~ cavrin oujk
ajpodidovnta~, permetti che coloro che hanno ottenuto benefici non siano
grati.
2. verbi che indicano uno stato d’animo, quali caivrw, sono felice,
caivromai, h\domai, mi rallegro, a[cqomai, mi sdegno, aijscuvnomai,
aijdevomai, mi vergogno, qarrevw, ho il coraggio, calepw`~, rJa/divw~ fevrw,
sopporto facilmente, sopporto a malincuore:
“Acqomai kaka; oJrw'n, Mi sdegno di vedere azioni malvagie
3. verbi che significano inizio, smetto, quali a[rcomai, inizio, pauvomai,
lhvgw, smetto, diatelevw, continuo, kavmnw, sono stanco di...ecc.
JO rJthvtwr pauvetai levgwn, Il retore smette mai di parlare
4. verbi ed espressioni che indicano un modo di essere del soggetto,
quali faivnomai, dh`lov~ eijmi, fanerov~ eijmi, sembro, appaio, divkaiov~ eijmi, è
giusto che io...; questi verbi costruiti personalmente in greco,
prediligono la forma impersonale in italiano:
JO hJgemw;n faivnetai ajndreivw~ macouvmeno~, Il comandante sembra che
combatterà valorosamente, ovvero: sembra che il comandante
combatterà...
Osserva l’equivalente latino, con la costruzione di videor+ nominativo e
infinito:
Dux videtur strenue pugnaturus esse.
!!!
I verbi tugcavnw, lanqavnw, fqavnw, sono spesso costruiti con il participio; nella
traduzione il verbo principale può essere tradotto in forma avverbiale,
mentre il participio assume il tempo del verbo principale:
Fqavnousin ejpi; tw/` a[krw/ genovmenoi tou;~ polemivou~, Arrivano sulla vetta prima dei
nemici (lett.: precedono i nemici arrivando sulla vetta.
ÔO strathgo;~ fqavnei macovmeno~, Il comandante combatte prima. (lett. Il
comandante precede combattendo)
la traduzione, quando è presente il verbo tugcavnw, può fare ricorso alla
perifrasi trovarsi a..., o semplicemente tradurre il participio con il tempo
del verbo principale:
ÔO Swkravth~ ejn th`/ mavch/ e[tuce w[n, Socrate si trovò a essere, a partecipare alla
battaglia, fu, si trovò nella battaglia.
I verbi che reggono un caso diverso dall’accusativo, quali ajkouvw,
mimnhvskw, mi ricordo, che reggono il genitivo,
hanno il participio
predicativo concordato al caso richiesto.
Mevmnhmai kai; tou`to sou levgonto~, Mi ricordo di averti sentito dire anche
questo.
frasi
Traduci le frasi indicando per ogni participio il valore verbale o nominale e,
all’interno di questa, il tipo di participio che rappresenta.
1ÔH me;n ga;r dovxa tw'n pracqevntwn pro;~ tw'n levgein dunamevnwn ejstivn, hJ de;
ajlhvqeia pro;~ tw'n divkaia kai; o{sia prassovntwn.
2Provteron me;n ga;r uJpe;r tou' tw'n a[llwn a[rcein hjgwnizovmeqa, nu'n d∆ uJpe;r
tou' mh; poiei'n aujtoi; to; prostattovmenon.
3
∆Alla; tou;~ me;n a[llou~ eJwvrwn tou;~ ejndovxou~ tw`n ajndrw`n uJpo; povlesi kai; novmoi~ oijkou`nta~, kai;
oujde;n ejxo;n aujtoi`~ a[llo pravttein plh;n to; prostattovmenon, e[ti de; povlu katadeestevrou~ o[nta~
tw`n rJhqhsomevnwn pragmavtwn.
4
“Eti de; kai; tavde tina;~ oJrw` memfomevnou~ ∆Aqhnaivou~, o{ti ejnivote oujk e[stin aujtovqi crhmativsai t
h`/ boulh`/ oujde; tw`/ dhvmw//.
5 Tosouvtwn ga;r turavnnwn ejn a{panti tw`/ crovnw/ gegenhmevnwn oujdei;~ fanhvsetai th;n timh;n
tauvthn kavllion ejkeivnou kthsavmeno~.
6 Tw`n ga;r ÔEllhvnwn polloi; kai; kaloi; kajgaqoi; ta;~ auJtw`n patrivda~ ajpolipovnte~ h\lqon
eij~ Kuvpron oijkhvsonte~.
7 Tivna ga;r euJrhvsomen tw`n tovte genomevnwn, eij tou;~ muvqou~ ajfevnte~ th;n ajlhvqeian
skopoi`men, toiau`ta diapepragmevnon, h] tivna tosouvtwn metabolw`n ejn
toi`~ pravgmasin
ai[tion gegenhmevnon…
8 Kerkurai`oi de; ejpeidh; h[/sqonto touv~ te oijkhvtora~ kai; frourou;~ h{konta~ ej~ th;n
∆Epivdamnon thvn te ajpoikivan Korinqivoi~ dedomevnhn, ejcalevpainon.
9
ÔO de; ∆Astuvoco~ kaivper ouj dianoouvmeno~ dia; th;n tovte ajpeilhvn, wJ~ eJwvra kai; tou;~ xummavcou~ pr
oquvmou~ o[nta~, w{rmhto ej~ to; bohqei`n.
10.
Tw`n de; ∆Aqhnaivwn e[tuce ga;r presbeiva provteron ejn th`/ Lakedaivmoni
parou`sa, kai; wJ~ h[/sqonto tw`n lovgwn, e[doxen aujtoi`~ parithteva ej~ tou;~
Lakedaimonivou~ ei\nai.
11 Eujruvloco~ de; kai; oiJ met∆ aujtou` wJ~ h[/sqonto th;n stratia;n ejselhluqui`an kai;
ajduvnaton o]n th;n povlin biva/ eJlei`n, ajnecwvrhsan oujk ejpi; Peloponnhvsou,
ajll∆ ej~ th;n Aijolivda th;n nu`n kaloumevnhn Kaludw`na.
12 Polloi; kai; nou`n e[conte~ taujto;n ejmoi; fanei`en a]n peponqovte~.
13 Paruvsati~ me;n dh; hJ mhvthr uJph`rce tw`/ Kuvrw/, filou`sa aujto;n ma`llon
h] to;n basileuvonta ˘Artaxevrxhn.
14 Ouj mh;n ejpi; touvtoi~ ajqumhvsa~ eiJlovmhn
rJa/qumei`n, ajll˘ iJkano;n nomivsa~ a\qlon e[sesqaiv
moi th;n dovxan th;n ajp˘ aujtou` tou` lovgou genhsomevnhn h{kw sumbouleuvswn periv te tou`
polevmou tou` pro;~ tou;~ barbavrou~ kai; th`~ oJmonoiva~ th`~ pro;~ hJma`~ aujtou;~,
15 ∆En Milhvtw/ de; Tissafevrnh~ proaisqovmeno~ ta; aujta; tau`ta bouleuomevnou~ ajposth`nai pro;~ Ku`ron, tou;~ me;n aujtw`n ajpevkteine tou;~ d˘ ejxevbalen.
15 OiJ eijwqovte~ lovgoi levgesqai ejpi; toi`~ dhmosivoi~ ajgw`sin oujk eijsi; yeudei`~.
16 ÔO Ku`ro~ ajpevpempe tou;~ gignomevnou~ dasmou;~ basilei` ejk tw`n povlewn w|n Tissafevrnou~
ejtuvgcanen e[cwn.
17 Tovte ga;r crh; pauvesqai levgonta~, o{tan h] ta; pravgmata lavbh/ tevlo~ kai; mhkevti devh/
bouleuvesqai peri; aujtw`n, h] to;n lovgon i[dh/ ti~ e[conta pevra~ w{ste mhdemivan lelei`fqai
toi`~ a[lloi~ uJperbolhvn.
18 Toiouvtwn de; pollw`n legomevnwn h[lpisan, o{soiper h[kousan, diadoqevnto~ tou` lovgou
dialuvsesqai to;n povlemon uJma`~ kai; gnwsimachvsanta~ bouleuvsesqaiv ti koino;n ajgaqo;n
peri; uJmw`n aujtw`n.
19 Xeniva~ me;n dh; tou;~ ejk tw`n povlewn labw;n paregevneto eij~ Savrdei~ oJplivta~ eij~
tetrakiscilivou~, Provxeno~ de; parh`n e[cwn oJplivta~ me;n eij~ pentakosivou~ kai; cilivou~.
20 Touvtwn ajkouvsante~ ajph`lqon, oujk oi\d˘ o{pw~ th;n diavnoian e[conte~.
La democrazia, unica forma di governo valida **
Isocrate afferma di avere sempre sostenuto il valore della democrazia: anche
gli Spartani, che a suo parere sono perfettamente democratici, devono il loro
successo a questa forma di governo, come tutte le città di successo.
ÔRav/dion gnw`nai th;n ejmh;n diavnoian: ejn ga;r toi`~ pleivstoi~ tw`n lovgwn tw`n eijrhmevnwn uJp∆ ejmou` fanhvsomai tai`~ me;n ojligarcivai~ kai; tai`~ pleonexivai~ ejpitimw`n, ta;~ d˘ ijsovthta~ kai; ta;~
dhmokrativa~ ejpainw`n, ouj pavsa~, ajlla; ta;~ kalw`~ kaqesthkuiva~, oujd˘ wJ~ e[tucon, ajlla;
dikaivw~ kai; lovgon ejcovntw~. Oi\da ga;r touv~ te progovnou~ tou;~ hJmetevrou~ ejn tauvth/ th`/
katastavsei polu; tw`n a[llwn dienegkovnta~ kai; Lakedaimonivou~ dia; tou`to kavllista
politeuomevnou~, o{ti mavlista dhmokratouvmenoi tugcavnousin. ∆En ga;r th`/ tw`n ajrcovntwn
aiJrevsei kai; tw`/ bivw/ tw`/ kaq∆ hJmevran kai; toi`~ a[lloi~ ejpithdeuvmasin i[doimen a]n par∆ aujtoi`~
ta;~ ijsovthta~ kai; ta;~ oJmoiovthta~ ma`llon h] para; toi`~ a[lloi~ ijscuouvsa~: oi|~ aiJ me;n ojligarcivai
polemou`sin, oiJ de; kalw`~ dhmokratouvmenoi crwvmenoi diatelou`sin. Tw`n toivnun a[llwn povlewn
tai`~ ejpifanestavtai~ kai; megivstai~, h]n ejxetavzein boulhqw`men, euJrhvsomen ta;~ dhmokrativa~
ma`llon h] ta;~ ojligarciva~ sumferouvsa~: ejpei; kai; th;n hJmetevran politeivan, h|/ pavnte~
ejpitimw`sin, h]n parabavlwmen aujth;n mh; pro;~ th;n uJp∆ ejmou` rJhqei`san, ajlla; pro;~ th;n uJpo; tw`n
triavkonta katasta`san, oujdei;~ o{sti~ oujk a]n qeopoivhton ei\nai nomivseien.
[isocr. areop., 60 e ss]
guida alla traduzione
tw`/ bivw/ tw`/ kaq∆ hJmevran: espressione idiomatica, rendi la vita quotidiana.
oi|~ aiJ me;n ojligarcivai polemou`sin: nesso relativo, riferito ai due elementi della frase
precedente, ta;~ ijsovthta~ kai; ta;~ oJmoiovthta~; il dativo è voluto dal verbo polemou`si.
h]n parabavlwmen: protasi eventuale, con h[n in luogo di ejavn; rendi con l’indicativo
futuro.
IL PERIODO IPOTETICO
Il periodo ipotetico è costituito da una proposizione principale,
definita apodosi, e una proposizione condizionale, definita protasi;
esso può essere indipendente, quando l’apodosi è una proposizione
principale, o dipendente, quando l’apodosi dipende da un’altra
proposizione. In greco esistono quattro tipi di periodo ipotetico:
1° tipo, della realtà, la cui protasi è introdotta da eij seguito
dall’indicativo:
Eij me;n uJmei`~ ejqevlhte ejxorma`n ejpi; tau`ta, e{pesqai uJmi`n bouvlomai (Sen.), Se volete
intraprendere queste cose, io voglio seguirvi.
2° tipo, dell’eventualità, la cui protasi è introdotta da ejavn, h[n, a[n,
seguiti dal congiuntivo, e l’apodosi è espressa con l’indicativo spesso al
futuro, o l’imperativo o l’ottativo, con valore potenziale:
∆Ea;n h\/" filomaqh;", e[sei polumaqhv", Se sarai amante del sapere, sarai colto.
3° tipo, della possibilità, che presenta l’apodosi introdotta da a[n,
la protasi con eij, entambe espresse dall’ottativo:
ÔH gewrgiva polu; a]n ejpidoivh, ei[ ti~ a\qla protiqeivh toi`~ mavlista th;n gh`n ejrgazomevnoi~,
L’agricoltura potrebbe rendere molto se qualcuno proponesse doni a
coloro che lavorano di più la terra.

4° tipo, dell’irrealtà, che presenta l’apodosi introdotta da a[n, la
protasi da eij, entrambe espresse dai tempi storici dell’indicativo;
di solito si trova impiegato l’imperfetto per indicare un’irrealtà
nel presente, l’aoristo per indicare un’irrealtà nel passato:
Fw`~ eij mh; ei[comen, o{moioi toi`~ tufloi`~ a]n h\men, Se non avessimo la luce,
saremmo simili ai ciechi.
Le espressioni che indicano necessità, convenienza, possibilità, ecc., del
tipo e[dei, ejxh`n, eijkov~ h\n, possono costituire l’apodosi senza a[n.
I quattro tipi di periodo ipotetico possono “combinarsi” tra loro, e sono
allora definiti misti:
∆Ea;n fulavttwmen, h|tton a;n duvnainto hJma`~ blavptein, Se noi stessimo in guardia,
potrebbero danneggiarci meno (protasi di 2° tipo, apodosi di 3°).
La protasi può essere introdotta da un pronome relativo, anziché da eij;
si ha in tal caso una relativa-ipotetica, che di norma mantiene i modi e i
tempi della protasi introdotta da eij:
”O~ a]n tou`to dra`/, kolaqevsqw, Se uno (colui che) fa ciò, sia punito.
Il peridodo ipotetico può essere espresso anche in forma implicita: la
protasi può essere costituita da un participio (congiunto o genitivo
assoluto), accompagnato da a[n se si tratta di una protasi eventuale:
Touvtoi~ ga;r tw`n politw`n ejmmenovntwn, aiJ povlei~ ijscurovtataiv te kai; eujdaimonevstatai
gignovntai, Se i cittadini si attengono a questi comportamenti, le città sono
fortissime e prospere.
Nel periodo ipotetico dipendente l’apodosi può essere implicita,
espressa da un infinito o un participio predicativo; esplicita, se è
costituita da una proposizione introdotta da wJ~ o o{ti; se si tratta di
un’apodosi possibile o irreale si trova la particella a[n; la protasi può
essere implicita, come nel periodo ipotetico indipendente, se è espressa
da un participio congiunto o da un genitivo assoluto; i tempi e i modi
della protasi esplicita sono di solito gli stessi del periodo ipotetico
indipendente:
Deino;n a]n ti paqei`n sauto;n h[lpize~, eij puvqoint∆ ou|toi ta; pepragmevna soi, Ti
aspettavi di subire qualcosa di terribile, se essi avessero conosciuto le
tue azioni. (apodosi possibile)
∆Egivgnwske ajkribw`~ o{ti, oujd∆ eja;n aJpavntwn tw`n a[llwn gevnhtai kuvrio~, oujde;n dunato;~
h\n bebaivw~ e[cein, Sapeva bene che non gli era possibile possedere
saldamente nulla, neppure se fosse padrone di tutte le altre cose
(protasi esplicita eventuale).
Dokei` de; moiv ti~ a]n eijpw;n wJ~ hJ tw`nde tw`n ajndrw`n ajreth; th`~ Ôhllavdo~ h\n yuchv, tajlhqe;~
eijpei`n, Mi sembra che, se qualcuno dicesse che la virtù di questi uomini
era l’anima della Grecia, direbbe la verità. (protasi eventuale implicita)
!! Il periodo ipotetico di 2° tipo si può tradurre con il futuro sia nella
protasi che nell’apodosi:
∆Ea;n zhth`/~ kalw`~, euJrhvsei~, Se cercherai bene, troverai.
!!Quando traduci un periodo ipotetico dipendente ricordati di porre la
congiunzione dichiarativa che prima di quella condizionale se: è
indispensabile per la struttura del periodo italiano:
Ou|to~ Kuvrw/ ei\pen, eij aujtw/` doivh iJppeva~ cilivou~, o{ti tou;~ polemivou~ kataktavnoi a[n,
Costui disse a Ciro che, se gli avesse dato mille cavalieri, avrebbe
sterminato i nemici.
!! la particella a[n può introdurre la protasi al congiuntivo: in tal caso
essa equivale ad ejavn, che si trova anche nella forma h[n: prima di
tradurre a[n con valore condizionale, verifica che introduca il congiuntiva
e che non sia accompagnata da altro pronome o congiunzione!
!! Talvolta la protasi può essere costituita da un pronome relativo,
soprattutto del tipo o{sti~, h|ti~, o{ti~; essa mantiene gli stessi verbi della
protasi espressa da eij:
”Osti~ tau`ta nomivzei, th;n povlin kakw`~ poiei`, Se qualcuno (Chiunque) pensa
queste cose, danneggia lo Stato.
greco→latino
Il periodo ipotetico latino, a differenza di quello greco, è di tre tipi:
o realtà, espresso dall’indicativo
o possibilità, espresso dal congiuntivo presente e perfetto
o irrealtà, espresso dal congiuntivo imperfetto e piuccheperfetto.
si hoc facis, erras, se fai ciò, sbagli; si hoc facias/feceris, erres/erraveris,
qualora tu faccia/abbia fatto ciò, sbaglieresti/avresti sbagliato; si hoc
faceres/fecisses,
errares/erravisses,
se
tu
facessi/avessi
fatto
ciò,
sbaglieresti/avresti sbagliato
Nella forma dipendente, con l’apodosi al congiuntivo o all’infinito, i
periodi ipotetici reale e possibile si regolano secondo la consecutio
temporum, mentre quello irreale è espresso dal congiuntivo imperfetto e
piuccheperfetto nella protasi, dall’infinito irreale (part. futuro + fuisse)
nell’apodosi dipendente all’infinito:
Dico te, si hoc facias/feceris, errare/erravisse/ erraturum esse, Dico che se fai/
hai fatto ciò, sbagli/ hai sbagliato/ sbaglierai
Dicebam te, si hoc faceres/fecisses, errare/ erravisse/erraturum esse, dicevo
che tu, se facevi/avevi fatto ciò sbagliavi, /avevi sbagliato/ avresti sbagliato
dico/dicebam te erraturum fuisse, si hoc faceres/ fecisses, dico/dicevo che
avresti sbagliato, qualora facessi/ avessi fatto ciò.
FRASI
1
∆All∆ e[gwge a[frwn a]n ei[hn, eij th;n ejn cersi;n eJtoivmhn trofh;n ajfei;" ta; mh;
fainovmenav pw diwvkoimi
2
∆Etoivmw" a]n ei[comen summacei'n uJmi'n, eij mh; h[/deimen,
tivne" tev ejste kai; tivni diamavcesqe.
3 Eij dev moi divdw" parrhsivan, h{dista a]n dexaivmhn kai; ejqevlw levgein.
4 “Estin d∆ ejpi; soi; mh; diamartei'n touvtwn: a]n ga;r ejmmevnh/" th'/ filosofiva/ kai;
tosou'ton ejpididw'/" o{sonper nu'n, tacevw" genhvsei toiou'to" oi|ovn se proshvkei.
5
Oujc ou{tw d∆ a]n tolmhra;n ejpoihsavmhn th;n uJpovscesin, eij mh; kai; deivxein h[mellon
uJmi'n kai; rJa/divan poihvsein th;n diavgnwsin aujtw'n.
6∆Ea;n de; touvtwn aJmartavnwsi, gravmmata gravfousi, kai; oijkevta" tou;"
sfetevrou" aujtw'n ejpikalou'ntai mavrtura", kai; dhlou'sin uJf∆ w|n ajpovlluntai.
7
∆En de; toi'" ponhroi'" eja;n ta;" tw'n a[llwn ajtuciva" ejpiblevph/" kai; seauto;n wJ" a[nqrwpo" w]n uJpomim
nhvskh/".
8
Eij d∆ ∆Oduseu;" e[lqoi kai; i{koit∆ ej" patrivda gai'an,/ ai\yav ke (a]n)
su;n w|/ paidi; biva" ajpoteivsetai ajndrw'n.
9 ÔOdoipovro" ti~ pollh;n oJdo;n ajnuvwn hu[xato, a]n a[ra eu{roi ti, to; h{misu tw'/ ÔErmh'/ ajnaqhvsei.
10
To;n de; povlemon, di∆ o{nper crhvsimoi a]n ei\men, ei[ ti" uJmw'n mh; oi[etai
e[sesqai, gnwvmh" aJmartavnei.
11 Oujk a[xion de; qaumavzein, w\ a[ndre" dikastai;, eij to; grammatei'on dievfqeiren.
12 Mavlista d∆ a]n eujdokimoivh", eij faivnoio tau'ta mh; pravttwn a} toi'" a[lloi" a]n pravttousin
ejpitimwv/h".
13
Tovte de; oujkevti ajnasceto;n ejpoiou'nto, ajll∆ ejpiceirhteva ejdovkei ei\nai pavsh/ proqumiva/ kai; kaqai
reteva hJ ijscuv", h]n duvnwntai,
ajramevnoi" tovnde to;n povlemon.
14 OiJ ga;r divkaioi tw'n ajdivkwn eij mhde;n a[llo pleonektou'sin, ajll∆ ou\n ejlpivsin ge spoudaivai"
uJperevcousin.
15
Ouj mh;n oujd∆ eij sunagoreuvousin toi'" uJp∆ ejmou' legomevnoi" oujd∆ w}" ojrqw'" peri; th'" ejkeivnou dunavm
ew" gignwvskousin.
16 Touvtwn oujde;n a]n e[praxan, eij mh; polu; th;n fuvsin dihvnegkan.
17 OiJ ga;r a[nqrwpoi ta;" ajkoa;" tw'n progegenhmevnwn, kai; h]n ejpicwvria
sfivsin h\/, oJmoivw" ajbasanivstw" par∆ ajllhvlwn devcontai.
18 Eij" tosou'ton ajnoiva" ejlhluvqasin w{st∆ oi[ontai kai; par∆ uJmi'n kai; para; toi'" a[lloi"
eujdokimhvsein, h]n wJ" a]n duvnwntai plei'sta peri; tou' a[rconto~ blasfhmhvswsin.
19 Gnovnte" oiJ Lakedaimovnioi wJ" eij me;n oJ dh'mo" krathvsoi, ∆Aqhnaivwn e[stai ÔRovdo" a{pasa, eij
de; oiJ plousiwvteroi, eJautw'n, ejplhvrwsan aujtoi'" nau'" ojktwv, nauvarcon de; “Ekdikon ejpevsthsan.
20 “Andre", ejavn moi peisqh'te, ou[te kinduneuvsante" ou[te ponhvsante" tw'n a[llwn plevon
protimhvsesqe stratiwtw'n uJpo; Kuvrou.
A proposito di Teramene...***
Teramene avrebbe il coraggio di affermare di essere stato un benefattore della
città, e non colui che si è reso responsabile della distruzione delle Lunghe
Mura.
Fevre dh; kai; peri; Qhramevnou" wJ" a]n duvnwmai dia; bracutavtwn didavxw. Devomai d∆ uJmw'n ajkou'sai
uJpevr t∆ ejmautou' kai; th'" povlew", kai; mhdeni; tou'to parasth'/, wJ" ∆Eratosqevnou" kinduneuvonto"
Qhramevnou" kathgorw'. Punqavnomai ga;r tau'ta ajpologhvsesqai aujtovn, o{ti ejkeivnw/ fivlo" h\n kai;
tw'n aujtw'n e[rgwn metei'ce. Kaivtoi sfovdr∆ a]n aujto;n oi\mai meta; Qemistoklevou" politeuovmenon
prospoiei'sqai pravttein o{pw" oijkodomhqhvsetai ta; teivch, oJpovte kai; meta; Qhramevnou" o{pw"
kaqaireqhvsetai. Ouj gavr moi dokou'sin i[sou a[xioi gegenh'sqai: oJ me;n ga;r Lakedaimonivwn
ajkovntwn wj/kodovmhsen aujtav, ou|to" de; tou;" polivta" ejxapathvsa" kaqei'le. Perievsthken ou\n th'/
povlei toujnantivon h] wJ" eijko;" h\n. “Axion me;n ga;r h\n kai; tou;" fivlou" tou;" Qhramevnou"
prosapolwlevnai, plh;n ei[ ti" ejtuvgcanen ejkeivnw/ tajnantiva pravttwn: nu'n de; oJrw' tav" te
ajpologiva" eij" ejkei'non ajnaferomevna", touv" t∆ ejkeivnw/ sunovnta" tima'sqai peirwmevnou" w{sper
pollw'n ajgaqw'n aijtivou ajll∆ ouj megavlwn kakw'n gegenhmevnou.
[Lisia, Contro Eratostene, 62-65]
guida alla traduzione
Fevre dh;: si tratta dell’imperativo presente del verbo fevrw, da rendersi come una
semplice formula di passaggio: Ecco,...
uJpevr t∆ ejmautou' kai; th'" povlew": esprime un complemento di interesse, come pro
latino: nell’interesse mio e della città.
∆Eratosqevnou" kinduneuvonto"... Qhramevnou" kathgorw': la prima struttura è un genitivo
assoluto, mentre il successivo genitivo è retto dal verbo kathgorw`.