CAP. XV – MEDICINA, RELIGIOSITA’ E SPIRITUALITA’ SCHEMA DEL CAPITOLO 1.La fede una risorsa per la malattia1 2.Le grandi religioni e la sofferenza 2.1.Cristianesimo 2.2.Ebraismo 2.3.Islamismo 2.4.Buddhismo 2.5.Induismo 3.Nuovi movimenti religiosi e movimenti magici 1.La fede una risorsa per la malattia Nella società si riscontra, soprattutto negli ultimi anni, un aumentata domanda di spiritualità e di religiosità nonostante il tentativo di eclissare il sacro con l'avvento della secolarizzazione, del relativismo e dell'ateismo sia teorico (negazione di Dio mediante il ragionamento) che pratico (l'agire come se Dio non esistesse). Questa domanda, e di conseguenza la richiesta di approfondimento e di riflessione, è presente anche nel contesto socio-sanitario. Da parte del malato, che magari dopo anni di indifferenza, nel periodo del dolore percepisce dentro di sé il desiderio di ricercare delle risposte agli interrogativi fondamentali della vita, di capire il “perché” di quella sofferenza e quindi sente l'esigenza di rapportarsi nuovamente con il Trascendente. Da parte di operatori sanitari che adottano l’ indirizzo olistico 2 o unitotalitario nell’assistenza e nella cura, convinti dell’importanza dell’aspetto spirituale o religioso nel processo terapeutico o di adattamento a situazioni invalidanti o nell’accompagnamento alla morte. Studi e ricerche3, condotte prevalentemente nel mondo anglosassone, hanno evidenziato, a partire dagli anni ’80 del XX secolo, che la fede, la 1 Tre termini presenti in questo capitolo: spiritualità, religiosità, fede. SPIRITUALITÀ: “La spiritualità comprende la religiosità ma non coincide con questa. La spiritualità è un concetto più ampio, non connesso con una particolare fede religiosa, anche se tende ad essere vista come tale, almeno nella cultura occidentale. La spiritualità è una dimensione umana universale che si esprime attraverso le relazioni interpersonali, la creatività, l'affettività, i valori, le convinzioni religiose” (F. CARETTA – M. PETRINI, , Ai confini del dolore, Città Nuova, Roma 1999, pg. 54). RELIGIOSITÀ: “Quando lo spirituale (i grandi interrogativi, le aspirazioni profonde) trova la sorgente o la risposta nella fede e nella relazione con Dio, e si esprime attraverso un particolare sistema di credenze, simboli, riti, persone che fanno da mediazione tra Dio e l’uomo, possiamo parlare di religiosità” (A. BRUSCO, L’accompagnamento spirituale del morente, in “Camillianum” 13 (1996), pg. 25). FEDE: “Atteggiamento esistenziale. La fede ci dà la convinzione di essere amati, ci libera dalla solitudine e dall’angoscia del nulla, ci dispone ad accettare noi stessi e ad amare gli altri, ci dà il coraggio di sfidare l’ignoto” (n. 87). “La fede è adesione totale dell’uomo a Dio, affidamento di sé, del proprio futuro a lui. Dono di Dio che opera per mezzo della carità” (n. 95) (CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Catechismo degli adulti, Roma 1995). In altre parole, la fede è l’adesione libera a Dio che io incontro nella storia. 2 Da olismo che deriva dal greco ὅλος: tutto, intero, totale. 3 Si evidenziano i più significativi: H. HURNARD, La scuola del sacro prodigio. Per imparare a guarire chi soffre, Gribauldi, Torino 1987; L. DOSSEY, Un viaggio illuminante per colmare il varco tra scienza e 179 spiritualità e la religiosità influiscono positivamente sullo stato di salute e nel processo terapeutico; tutto ciò è stato giustificato con metodologie e osservazioni empiriche. Molti sono i risultati pubblicati riguardanti “sperimentazioni” su queste tematiche; noi, come esempio, ne riportiamo alcune riguardanti persone sane e ammalati e la prima, e forse unica, condotta in Italia. Una ricerca della “California Public Health Foundation di Berkeley”, che seguì per 30 anni 5.000 adulti sani, ha dimostrato che un’assidua partecipazione alle funzioni religiose riduce il rischio di mortalità del 36%. Alla stessa conclusione giunse uno studio dell’Università del Texas condotta su 20mila arruolati. Il costante impegno nei servizi religiosi ha allungato la loro vita fino a 14 anni in più rispetto a chi era disinteressato allo spirituale e al religioso. Infine, 42 studi, seguiti dall’Università di Miami su un campione di 126mila persone ha messo in luce che quelle religiosamente attive avevano il 29% di probabilità in più di sopravvivenza rispetto al resto della popolazione. Per quanto riguarda il malato un importante studio fu condotto nel 1988 dal dottor R. Byrd, cardiologo al San Francisco General Hospital4. Lo ricerca coinvolse 400 pazienti ricoverati nell’unità coronarica dell’ospedale e assegnati in modo casuale a due gruppi, quindi con la metodologia che in campo sperimentale è denominata “doppio cieco”. Per un periodo di dieci mesi alcuni fedeli cristiani (non solo cattolici) furono incaricati di pregare per i membri del primo gruppo che non conoscevano ma possedevano unicamente il nome ed erano al corrente della patologia che soffrivano. Il risultato dimostrò che i pazienti per i quali si era pregato avevano avuto meno problemi medici rispetto al gruppo per il quale nessuno pregò. Un altro studio fu condotto all’Università del Texas dove furono riscontrati in 84 donne con carcinoma mammario effetti positivi a seguito della preghiera sia sul benessere fisico che psicologico delle pazienti. . In Italia, l’unico caso conosciuto, è uno studio pilota coordinato dall’oncologo Paolo Lissoni del policlinico san Gerardo di Monza e pubblicato sulla rivista “In Vivo”. Lissoni dimostrò che l’approccio psico-spirituale al trattamento del cancro aumentò l’efficacia della chemioterapia, migliorando il decorso clinico della neoplasia, e la maggiore sopravvivenza di un gruppo di 50 pazienti con tumore al polmone, stimolando significativamente la risposta immunitaria anticancro mediata dai linfociti. Tutto questo fa molto discutere e sorgere pareri contrastanti tra coloro che hanno giudicato negativamente qualsiasi legame tra preghiera e salute, e di religione, Sperling & Kupfer, Milano 1991, ID, Il potere curativo della preghiera. Fede, spiritualità e scienza medica: una nuova alleanza? Red, Como 1996; ID, Guarire con la preghiera e la meditazione, Rizzoli, Milano 1996; ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI, La preghiera: medicina dell’anima e del corpo, San Paolo, Alba (Cn) 2008; Faith and Healing, in “Time” 24 giugno 1996; Autoguarigione. Chi prega non si ammala, in “Riza psicomatica” 195 (1997); E. PELLEGRINO, L’insegnamento della spiritualità, in “American Journal of Public Health, marzo 1997; W. R. MILLER – J. E. MARTIN (Ed), Behavior therapy and religion. Integrating spiritual and religion. Integrating spiritual and behavioral approaches to change, Sage, Newbury Park (California) 1988; R. C. BYRD, Positive therapeutic effects of intercessory prayer in a coronary cary unit population, in “Southern Medical Journal”, 97 (1988), pp. 826-829; P. SLOAN et Al, Religion, spirituality, and medicine, in The Lancet, 335 (1999), pp. 664-667. 4 Cfr. Positive therapeutic effects of intercessory prayer in a coronary cary unit population, op. cit. 180 conseguenza, l’attenzione del medico all’aspetto spirituale del paziente fu ritenuto uno sconfinamento del sanitario in competenze non proprie e un’intrusione nella privacy del malato e chi ritenne che la preghiera eserciti un effetto positivo sulla guarigione. Noi riteniamo che il medico deve valorizzare anche questo elemento! Ad esempio, negli Stati Uniti, la maggior parte dell’opinione pubblica è convinta che la fede può favorire la guarigione e vari pazienti ricoverati in ospedale, tra il 48% e il 77 %, sostengono che il medico dovrebbe interessarsi della loro spiritualità e pregare con loro. Inoltre, sempre negli Stati Uniti, almeno sessanta facoltà di medicina su centoventisei prospettano agli studenti corsi di spiritualità5. Affermava E. Pellegrino docente alla Georgetown University di Washington: “L'insegnamento della spiritualità è essenziale se si vede la guarigione come un processo che unisce tutte le energie del soggetto in una visione olistica della malattia” 6. E A. Carrel, premio Nobel per la medicina e la fisiologia, ribadiva: “L’uomo ha bisogno di Dio, come ha bisogno d’acqua e di ossigeno. Come medico ho visto uomini uscire dalla malattia e dalla depressione attraverso le sforzo sereno della preghiera, quando ogni medicina aveva fallito”7. Tentiamo quindi di valutare queste esperienze internazionali e chiederci: la conoscenza della spiritualità o della religiosità del paziente deve interessare anche gli itinerari comunicativi medico-paziente al di là delle proprie convinzioni religiose? Per prima è opportuno rilevare che il fenomeno religioso è molto complesso intrecciandosi varie dimensioni: dalla religiosità alla spiritualità, dalla fede alla preghiera, come pure che la metodologia sperimentale seguita nella conduzione dei vari studi rileva solo in parte l’esperienza spirituale vissuta dai singoli partecipanti soggetta a varie interferenze, essendo questa, il più delle volte, strettamente personale e condizionata da più fattori, a cominciare dall’idea che il singolo si è creato di Dio. Ben convinti che l’essere religioso è ininfluente al fine di riconoscere al medico o all’operatore sanitario la preparazione scientifica e i requisiti indispensabili per l’esercizio di queste professioni, e di conseguenza la libertà della coscienza di fede del medico va sempre rispettata, e al di là del significato dei risultati che ognuno può attribuire alle singole ricerche, è positivo il fatto di un cambio di rapporti tra medicina e religione, come pure l’aver colto che una cura olistica richiede attenzione anche alla sfera spirituale della persona poiché di questo siamo certi: la fede è una risorsa nella malattia. E per non sprecare questa risorsa, “quando il medico si trova di fronte a questo tipo di richiesta è bene che tenga presente la possibilità di fare ricorso, a qualunque stadio dell’evoluzione, a qualcuno che abbia maggiore famigliarità con le domande teologiche e spirituali che la sofferenza suscita e con le abilità comunicative convenienti. Per questo i cappellani negli ospedali hanno una preparazione specifica. Ed è possibile orientare il paziente a loro senza che questo significhi abbandonarlo: ci sono 5 Cfr.: G. KOENIG et Al, Religion, spirituality, and medicine: A rebuttal to skeptics, in Int. L. Journal of Psychiatry in Medicine, 29 febbraio (1999), pg. 123. 6 L’insegnamento della spiritualità, op. cit., pg. 6. 7 A. CARREL, L’uomo, questo sconosciuto, Luni editore, Milano 2006, pg. 86. 181 molti modi di continuare a fargli sentire la propria vicinanza e il proprio sostegno”8. 2.Le grandi religioni e la sofferenza Ma per aiutare serve conoscere. Per questo, di seguito, illustreremo a modo di riassunto le grandi religioni, fermandoci particolarmente sul cattolicesimo, la religione più diffusa nel nostro Paese, non tralasciando, però, le altre trovandoci ad operare in un contesto multietnico e pluri-religioso9. Giovanni Paolo I, il “papa del sorriso”, nei soli trentatré giorni di pontificato, incontrando i giornalisti che prima della sua elezione avevano ipotizzato diversi candidati al soglio pontificio sulla base di varie manovre pseudo-politiche, aveva ricordato loro che per comprendere adeguatamente il cristianesimo e la Chiesa bisognava prima conoscerla, non solo nella sua dimensione umana ma anche soprannaturale. Memori di questa osservazione iniziamo il nostro cammino seguendo questo schema: - Le tre religioni monoteistiche: cristianesimo, ebraismo, islamismo. - Le quattro confessioni cristiane: cattolici, ortodossi, protestanti ed anglicani. - Le maggiori religioni politeistiche. - I nuovi movimenti religiosi e i movimenti magici. 2.1.IL CRISTIANESIMO Il cristianesimo è la religione monoteistica10 predicata da Gesù Cristo in Palestina nei primi decenni dell’ impero romano; ha come testo fondamentale il Vangelo che raccoglie le parole e i fatti compiuti dal Signore Gesù. Nei duemila anni della sua storia si è diffuso in molti Paesi, ma nel suo interno sono sorte, soprattutto a causa di fattori storico-politici, anche delle divisioni e degli scismi laceranti. Oggi le sue quattro Confessioni (Cattolici, Ortodossi, Protestanti, Anglicani), pur facendo riferimento alla figura di Gesù Cristo e al Vangelo, vivono delle particolarità che non permettono una piena comunione di fede e di azione. I cristiani sparsi nel mondo sono circa due miliardi, di cui, circa la metà, è rappresentata dai cattolici. 2.1.1.CATTOLICESIMO Al termine del suo secondo millennio di storia, il cattolicesimo vive un momento del tutto nuovo rispetto al passato, caratterizzato, da una parte, da una accentuata diminuzione nella frequenza regolare al culto e nella collaborazione alle varie attività della comunità anche se, in momenti particolari della vita come 8 C. CASALONE, La preghiera è terapeutica? Una questione controversa che va oltre la medicina, in La preghiera: medicina dell’anima è del corpo, op. cit., pg. 78. 9 Testi per l’approfondimento: F. PIERINI (a cura di), Guida alle grandi religioni, Editrice Paoline, Alba (Cn) 1983, A PANGRAZZI (a cura di), Salute malattia e morte nelle grandi religioni, Camilliane, Torino 2002. 10 La religione monoteista crede in un unico Dio, quella politeista in più divinità. 182 quello della nascita, del matrimonio e della morte, si richiedono le celebrazioni sacramentali e anche il sacerdote è visto favorevolmente nei momenti della sofferenza. Dall'altra, si nota un aumento dell’influenza morale della Chiesa nei confronti del sociale, del politico e dell'economico al fine di far riacquisire i valori fondamentali per la convivenza umana. Esiste, dunque, una rilevante differenza tra l’aspetto sociale e quello religioso e spirituale circoscritto, spesso, unicamente alla vita privata dell'individuo. -Le caratteristiche del Cattolicesimo Il termine “cattolico” deriva dal greco e significa “universale”. Per definirne, invece, quello più profondo che porta a caratterizzare fondamentalmente questa religione dobbiamo riferirci al Vangelo di Matteo: “(E Gesù) Io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt. 16,18-19). Il cattolicesimo è la Comunità che riconosce come sua guida il Papa quale successore di san Pietro, con tutti i poteri conferitigli da Cristo. Questa è la prima delle prerogative che lo differenziano dalle altre confessioni cristiane. La Chiesa cattolica, inoltre, ritiene strettamente congiunte la Sacra Scrittura e la Tradizione come fonti della Rivelazione a differenza, ad esempio, dei Protestanti che prestano attenzione unicamente alla Sacra Scrittura. Per quanto riguarda I'uomo e la sua salvezza, la concezione cattolica poggia sulla Grazia che, mediante la fede, i sacramenti e le opere, supporta la debolezza umana, mentre quella Protestante sostiene che per la giustificazione è sufficiente la sola fede. Per quanto concerne i Sacramenti, un decreto del Concilio di Trento ne emanava sette e di tutti definisce la loro istituzione da parte del Signore Gesù. “I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina” 11. Sant'Agostino, offre di essi un’ ulteriore definizione affermando: "sono segni esterni e visibili di una grazia interiore e spirituale"12 e san Leone Magno concretizzava il tutto scrivendo: “Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi misteri” 13, riferendosi con il vocabolo “misteri” ai sacramenti. Di particolare rilievo è la Celebrazione Eucaristica. Dai testi del Nuovo Testamento14, apprendiamo che Gesù stesso annuncia la Sua continua permanenza tra noi sotto le specie del Pane e del Vino che contengono realmente il Suo corpo, il Suo sangue, la Sua anima e la Sua divinità perché nella Messa non viviamo solo una “memoria” ma celebriamo un “memoriale”. 11 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1131. SANT’AGOSTINO, Discorso n. 272. 13 SAN LEONE MAGNO, Sermones 74,2. 14 Cfr.: Cfr.: Mt. 26,26-29; Mc. 14,22-25; Lc. 22,19-20; 1 Cor. 11, 23-27; Gv. 13,1-15. 12 183 E la celebrazione Eucaristica, con riti che si sono trasformati nel tempo ma con contenuti analoghi, continua da quella sera del Giovedì Santo, a rendere presente il Signore Gesù risorto. Data l’importanza della Messa, è opportuno valorizzare questo rito anche nelle strutture sanitarie o socio assistenziali, almeno la domenica o in occasioni di feste o di eventi particolari, come pure portare ai malati la Santa Comunione il cui valore fu ricordato da papa Benedetto XVI: “L’Eucaristia, distribuita decorosamente e con spirito di preghiera ai malati, è la linfa vitale che li conforta e infonde nel loro animo luce interiore per vivere con fede e con speranza la condizione d’infermità e di sofferenza”15. Da ultimo vogliamo evidenziare come la Chiesa cattolica si pone nei confronti della vita e, di conseguenza, della persona sofferente. La Dottrina Cattolica ha come fondamento assoluto, universale ed irrinunciabile la dignità e la sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Questa persuasione si fonda sulla creaturalità dell’uomo: “ogni persona è stata voluta da Dio per se stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo”16. Un’essenza, questa, che offre all’uomo la più alta dignità rispetto alle creature terrene, e rende la vita di ogni persona non disponibile a nessuna situazione o atto che può nuocerla o sopprimerla nella fase iniziale, ad esempio con la pratica dell’aborto, o nella fase terminale con la sospensione dell’alimentazione e della idratazione artificiale, con l’eutanasia o con il suicidio “consapevole”. - La Chiesa Cattolica Nel corso della storia vari documenti hanno tracciato le sue caratteristiche fondamentali. Utilizzeremo come punto di riferimento per uno sguardo sintetico lo schema seguito dal Concilio Vaticano II17 (1963-65) nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium”, proposta con la finalità di “illustrare ai fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale” (LG. 1)18 e ci serviremo, in alcuni casi, delle “sintesi” che il Catechismo della Chiesa Cattolica offre al termine dei vari capitoli.. La Chiesa, ricorda il documento conciliare, è una Istituzione costituita da Dio attorno ad un misterioso disegno di salvezza, cioè realtà e verità nascoste e incomprensibili all'uomo, ma nello stesso tempo rispondenti alle sue più profonde aspirazioni. Essa intende attuare la sua missione di salvezza a favore degli uomini mediante la predicazione del Vangelo. *Primo: La Chiesa è una economia di comunione. La Chiesa è “un popolo radunato nell'unità del padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (LG. 4) che, pur essendo nella storia, non è contenibile nella stessa, ma 15 BENEDETTO XVI, 22 marzo 2007. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Vaticana, Città del Vaticano 1999, n. 2319. 17 Assemblea di tutti i vescovi del mondo riunita per decidere questioni di fede e di disciplina ecclesiale. 18 Altro documento importante è la Costituzione sulla Chiesa nel Mondo contemporaneo “Gaudium et Spes. Con la Lumen Gentium i padri conciliari hanno voluto illustrare il “mistero” della Chiesa, mentre con la Gaudium et Spes sono state offerte indicazioni sull'atteggiamento che la Chiesa deve assumere nel mondo. 16 184 nasce dalla Trinità; è strutturata a immagine della Trinità e si dirige verso la Trinità. Partendo da questo principio diventa possibile rispondere alle domande sull'origine, sul significato e sulla meta di questa Istituzione. Per quanto riguarda I'origine essa è identificata in un libero atto d'amore di Dio verso I'uomo, chiamato ad un’intima unione con Lui e alla vita soprannaturale. “L'eterno padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, ha creato l'universo e ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione della vita divina” (LG.2). Momento culminante è l'evento dell'Incarnazione, cioè della nascita di Gesù Cristo, definito dall'apostolo Paolo “immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura”. Mediante Gesù, Dio dona all'uomo la liberazione dal peccato e la possibilità di partecipare alla Sua vita in modo sovrabbondante e irrevocabile. Allo Spirito Santo che “dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio” (LG. 4), è riservato il compito di espandere, far conoscere ed attuare questo disegno. Il secondo interrogativo concerne il significato della Chiesa e, di conseguenza, come si realizza la sua manifestazione. Questa è l'assemblea di tutti coloro che, dopo aver ricevuto il Battesimo, mediante la fede in Cristo, realizzano il disegno del Padre. E’ composta dal clero, dai religiosi e dai fedeli laici, tutti con una comune dignità seppure con ministeri e servizi diversi. Il terzo interrogativo si riferisce alla meta; “dove va la Chiesa”. E’ una comunità in cammino, tesa fra il primo avvento del Signore e il Suo ritorno alla fine dei tempi. La meta sarà raggiunta quando, come ricorda san Paolo19, il Figlio con segnerà tutto al Padre e Dio sarà tutto in tutti e il mondo intero sarà la Sua Patria20. *Secondo: la Chiesa è una realtà visibile e spirituale. La Chiesa è costituita da due dimensioni: quella mistico-spirituale e quella sociale-gerarchica; due entità di per sé autonome ma che formano una struttura organica essendo intrinsecamente ordinate I'una aII' altra21. Queste caratteristiche definiscono l'unica Chiesa di Cristo che, secondo il “Credo” formulato nel Concilio di Costantinopoli (381), si propone con alcune caratteristiche essenziali e distintive: una, santa, cattolica ed apostolica. Una. Per unità della Chiesa si intende sia la sua unicità che la sua unitarietà, per cui parlare di unità significa sottolineare la mutuale appartenenza di tutti i membri 19 Cfr.: Lettera ai Corinzi 15,28. Questo concetto è ben riassunto dalla Costituzione Lumen Gentium quando afferma: “I credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa, la quale, prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'antica Alleanza, e stabilita 'negli ultimi tempi', è stata manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, dal giusto Abele fino alI'ultimo eletto, saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale” (LG.2). 21 Così il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume questo concetto: “La Chiesa è, ad un tempo, visibile e spirituale, società gerarchica e corpo Mistico di Cristo. E’ 'una', formata di un elemento umano e di un elemento divino. Questo è il suo mistero, che solo la fede può accogliere” (CCC.779). 20 185 all'unica Chiesa, l’accettazione di tutte le verità della fede cattolica, la sottomissione all'autorità della gerarchia nell'obbedienza al Magistero e al Ministero del Papa e dei Vescovi. L'unità è intesa, inoltre, come congiunzione e fusione della dimensione umana e divina. L'unità si vive e si attua nelle Chiese locali, in comunione con i Vescovi diocesani e, in quella universale, attorno al Vescovo di Roma, il papa, come segno, arbitro e garante. La Chiesa è una: “Essa ha un solo Signore, professa una sola fede, nasce da un solo Battesimo, forma un solo corpo, vivificato da un solo Spirito, in vista di un’unica speranza (cfr. Ef. 4,3-5) e al compimento della quale saranno superate tutte le divisioni”22. Santa. All'interno della Chiesa, la Trinità, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo esprimono il massimo concetto di santità. La stessa caratteristica è chiesta ai suoi membri anche se quella dei battezzati può essere solo imperfetta. Ma Cristo propone dei mezzi per conseguirla: la preghiera, la penitenza e la carità. La sua vocazione alla santità, nel corso della storia, si scontra continuamente con il limite del peccato e del male. Per questo motivo sant'Ambrogio evidenzia nei termini “casta”, cioè risplendente dell'iniziativa e della santità divina, e “meretrix”23, cioè contrassegnata dall'infedeltà dei suoi membri, due caratteristiche di questa Istituzione. Nella Chiesa, infatti, convivono il principio divino e la povertà umana che J. Maritain chiamava “il personale della Chiesa”, sempre soggetto alle tentazioni ed esposto a tradire l'ideale. I padri conciliari, consapevoli di questa realtà, affermarono che la Chiesa è santa pe. la presenza in essa di Cristo e dello Spirito Santo, per l'efficacia dei sacramenti che amministra e per la testimonianza dei santi, anche se è pur sempre bisognosa di purificazione. La Chiesa è santa: “Il Dio Santissimo è il suo Autore; Cristo, suo Sposo, ha dato se stesso per lei, per santificarla; lo Spirito di santità la vivifica. Benché comprenda in sé uomini peccatori, è senza macchia: ‘ex maculatis immacuata'. Nei santi risplende la sua santità; in Maria è già tutta santa”24. Cattolica. Si indica con questo termine il carattere universale della Chiesa voluta da Cristo e affidata ai Suoi discepoli con questa missione: “Fate discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (…). Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”25. La Chiesa è cattolica perchè “annunzia la totalità della fede; porta in sé e amministra la pienezza dei mezzi di salvezza; è mandata a tutti i popoli; si rivolge a tutti gli uomini; abbraccia tutti i tempi; per sua natura è missionaria”26. 22 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 866. SANT’AMBROGIO, Lucam, in MIGNE (ed.), Patrologia Latina, 3,23,15,1598. 24 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 867. 25 Vangelo di Matteo 28,19-20. 26 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 868. 23 186 Apostolica. La Chiesa è così definita perché discende direttamente dagli Apostoli. L'apostolicità si prolunga e si concretizza nell'opera di testimonianza, di evangelizzazione e di catechesi dei loro successoti. Questo le permette di mantenere nei secoli la continuità del dono divino dell'unità e la fedeltà al messaggio che gli è proprio anche nell'incontro con le diverse situazioni storiche e culturali. Apostolicità significa che la Chiesa di oggi e del futuro s'identifica e si identificherà nei suoi tratti essenziali con quella primitiva e che questi resteranno immutati per sempre. La Chiesa è apostolica perché: “È costruita su basamenti duraturi: i dodici Apostoli; è indistruttibile; è infallibilmente conservata nella verità; Cristo la governa per mezzo di Pietro e degli altri Apostoli, presenti nei loro successori cioè il Papa e il Collegio dei Vescovi”27/28. 2.1.2.ORTODOSSI La comunità ortodossa nasce nel 1054 con lo “Scisma d’Oriente” al tempo del patriarca Michele Cerulario. Questa, all'inizio, si è identificata come estensione con l’Impero d’Oriente mentre oggi è diffusa, principalmente, nell’Europa orientale e consta, sotto l'aspetto liturgico di diversi riti come pure di vari patriarcati. Tra cattolici ed ortodossi esistono alcune divergenze dottrinali e dogmatiche: la non accettazione del primato e dell’infallibilità del Papa, la negazione dell'origine trinitaria dello Spirito Santo, il rifiuto dei dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione in cielo della Madonna, un diverso modo di comprendere l'Eucarestia e il celibato ecclesiastico. 2.1.3.PROTESTANTI Questa comunità originata attorno al 1517 con Martin Lutero è diffusa prevalentemente in Germania, nei paesi del nord-Europa, in Svizzera e in parte in Polonia ed Ungheria. E divisa in tre gruppi principali: i Luterani, gli Zwingliani, i Calvinisti. I cattolici e i protestanti sono divisi da profonde differenze dottrinali e dogmatiche che riguardano I'interpretazione e lo studio della Sacra Scrittura, i sacramenti, il concetto di Grazia e di salvezza per fede, l'aspetto sacrificale dell'Eucarestia, il sacerdozio. Infatti riconoscono solo quello universale dei fedeli che abolisce ogni differenza tra clero e laicato. 2.1.4.ANGLICANI L'Anglicanesimo è sorto in Inghilterra intorno al 1531 per motivazioni prevalentemente politiche a seguito dello scisma attuato dal re Enrico VIII. Predominante in Inghilterra, si ispira parzialmente al protestantesimo anche se possiede delle caratteristiche proprie a livello dottrinale, liturgico ed organizzativo. 27 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 869. Per quanto riguarda la tematica della sofferenza rimandiamo al capitolo 5 di questo Manuale e ai capitoli 5 e 6 del Manuale di Pastorale della Salute presente in questo sito. 28 187 2.2.L’EBRAISMO L'Ebraismo, religione monoteista, pone come fondamento Dio riconosciuto con il tetagramma JHWH, creatore e signore dell'universo che, circa 4000 anni fa, si è rivelato al popolo d'Israele mediante Abramo29, Mosè e i Profeti. Egli ha stipulato un'alleanza, custodita, nel corso della storia, con straordinari interventi (liberazione dalla schiavitù d'Egitto, consegna del decalogo sul monte Sinai, ingresso in Palestina…), e vivificata con la promessa dell'avvento, un giorno, del “Messia Salvatore”. Gli ebrei, non hanno però riconosciuto in Gesù Cristo il Messia predetto dai profeti, soprattutto per le sue umili origini e quindi attendono ancora questo evento. L’ Ebraismo che conta circa 14 milioni di adepti è diffuso prevalentemente in Israele; in Italia sono presenti in 32mila. Gli ebrei sono definiti il “Popolo del Libro” poiché basano la loro vita sulla Bibbia ebraica chiamata “Tanach” suddivisa in tre sezioni. Una di queste, “la Torah”, oltre la storia, presenta i 613 precetti fondamentali della vita ebraica, dati direttamente da Dio a Mosè, tra cui figurano anche i Dieci Comandamenti oltre a leggi rituali e norme igieniche. Il loro giorno festivo è il sabato e le solennità maggiori sono “la Pasqua” (Pesach) in ricordo del passaggio del Mar Rosso che permise al popolo d'Israele di fuggire dalla schiavitù d'Egitto, “la Pentecoste” (Shavuoth) in ricordo della consegna del Decalogo e della Torah a Mosè che si celebra sette giorni dopo la Pasqua e “la Festa delle Capanne” (Sukkoth) in memoria del pellegrinare del popolo nel deserto prima di raggiungere la Terra Promessa. Altre feste sono “il Capodanno ebraico” (Rosh ha-shanà) che ricorre in autunno e ricorda la creazione del mondo e “la Festa della Espiazione” (Kippur), vissuta dieci giorni dopo il Capodanno, come evento penitenziale. L'ebraismo di fronte alla sofferenza, pur considerando la misericordia di Dio, fatica a trovare una risposta unitaria soprattutto ricordando i drammi vissuti nella sua storia, in particolare l'Olocausto, che fece emergere il problema nella forma più acuta e più tragica. 2.3.ISLAMISMO Anche questa religione monoteistica adora un unico Dio, Allah. Fu fondata da Maometto (Muhammad) nella penisola arabica verso la fine del VI secolo dove il profeta ebbe, secondo la tradizione, la visione dell'angelo Gabriele che gli ordinò di predicare nel nome di Allah, unico Dio. Velocemente si estese alle regioni circostanti e, attraverso la cosiddetta “guerra santa”, giunse alle porte dell'Europa. E’ la seconda religione del mondo, contando oltre un miliardo di fedeli sparsi principalmente nel nord Africa, nel Medio Oriente, nell'Asia centrale e oggi, mediante il vasto flusso migratorio, sta espandendosi tendendosi nord America e in Europa. In Italia sono presenti in 700mila (extracomunitari con regolare permesso di soggiorno) cui si aggiungono 80mila italiani. 29 “Va’ nel paese che ti indicherò farò di te una grande nazione e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gn. 12,1-3). 188 Una frase del profeta Maometto, riportata nel Corano riassume i cinque precetti fondanti: “L'Islam è che tu: 1. testimoni che non c'è altro Dio che Allah e che Maometto è il suo profeta; 2. compia la preghiera rituale (cinque volte al giorno rivolto verso la Mecca); 3. versi l'elemosina (la tassa per i poveri che trasforma la beneficenza in legge); 4. digiuni nel mese di Ramadan (rinunciando a cibi, bevande, fumo e rapporti sessuali per tutte le ore di luce del giorno); 5. faccia il pellegrinaggio alla Mecca (almeno una volta nel corso della vita), se ne hai la possibilità”. L'Islam, la religione della “sottomissione a Dio”, dopo la morte del Profeta conobbe la prima grande scissione tra Sunniti (osservanti della “Sunna” il testo che riassumendo la tradizione di Maometto si colloca per importanza subito dopo il Corano) e Shiti che seguono i loro Imam considerandoli maestri ispirati. Per comprendere l’ islamismo, ma soprattutto il suo integralismo, è importante evidenziare che il Corano, il libro sacro, orienta non solo la vita spirituale ma anche quella culturale, economica e politica, intrecciando dei forti rapporti tra religione e Stato. L'immigrazione da Regioni a prevalenza mussulmana verso i Paesi europei sta assumendo proporzioni sempre maggiori e, secondo alcuni sociologi, questa circostanza rappresenta un potenziale pericolo: quello dell’ incontro tra emarginazione e ideologia islamica, cioè tra ingiustizia ed Islam che potrebbe richiamare tutti i mussulmani alla “guerra santa”: la lotta che ognuno deve ingaggiare contro il peccato e il male rappresentati oggi dalle culture occidentali. Per quanto riguarda la sofferenza, secondo alcune fonti religiose, Allah manda la malattia perché l'uomo possa perfezionarsi; secondo altre questa è permessa per conquistare una ricompensa nella vita futura. Al malato è sempre riservata una grande considerazione e si sottolineano i meriti spirituali di colui che visita l’ infermo. Il mussulmano crede in una vita dopo la morte, dove per lui ci sarà il premio se avrà osservato la normativa o il castigo se non avrà seguito le regole indicate dal Corano. 2.4.BUDDHISMO Il buddhismo, ritenuto maggiormente una filosofia che una religione, inizia storicamente nell'India settentrionale dagli insegnamenti di Siddhartha Guatama vissuto tra il VI e il IV sec. A.C. - detto il Buddha, cioè I'Illuminato. Il suo pensiero è stato così riassunto da un suo discepolo: “Evitare il male, praticare il bene, purificare il pensiero”. Oggi conta nel mondo circa 350 milioni di adepti, sparsi soprattutto nel continente asiatico. Il messaggio di Buddha, che non evoca influenze divine ma è espressione di leggi di ordine naturale e morale, si basa sul principio che la vita è pervasa dal dolore e quindi annuncia una dottrina che liberi l'umanità dalla sofferenza. Il suo insegnamento si concentra sulle “Quattro Nobili Verità”. La vita è dolore: infatti Buddha ritiene che nel corso dell'esistenza l'uomo versi più lacrime di quante ne contengano quattro oceani. Il dolore nasce dal desiderio o 189 brama o attaccamento alle cose. Ci si può liberare dal desiderio e, quindi, dal dolore mediante il raggiungimento del Nirvana o stato di santità svuotandosi di se stessi e delle passioni. Esiste una via che porta alla salvezza, “l'ottuplice sentiero”, cioè: la retta conoscenza, la retta intenzione, la retta parola, la retta azione, la retta vita, il retto sforzo, il retto sapere, il retto raccoglimento. I principi fondamentali del buddhismo sono cinque: non uccidere esseri viventi, non rubare, non commettere atti impuri, non mentire, non bere bevande inebrianti. Il fedele buddhista è tenuto: a vivere la fede come atteggiamento interiore nei confronti di Buddha, della legge e della comunità; ad adeguarsi alla morale, cioè al rispetto dei principi fondamentali della vita umana; a far propria la benevolenza cioè i sentimenti di compassione e di bontà verso gli altri. “Ciò che esprime meglio lo spirito dell'identità buddista è tuttavia il concetto di compassione, vera e propria 'benevolenza' verso tutti i viventi. I missionari buddisti prendono le mosse dalla sofferenza presente nel mondo e sotto gli occhi di tutti: partorire ed essere partoriti è doloroso; la disperazione e la miseria sono dolorose; vivere con persone cui non vogliamo bene è doloroso; dover vivere separati da persone che amiamo è doloroso; le malattie e le sofferenze sono dolorose; invecchiare, divenire rugosi e canuti, perdere i denti e provare l’intorpimento dei sensi è doloroso; morire è doloroso. In definitiva l'intera vita è sofferenza”30. Gli dei sono numerosi, molto importanti nella quotidianità, ma non eterni; lo scopo essenziale del cerimoniale religioso è quello di evocare una divinità ed avere con essa un rapporto di venerazione e di comunicazione. 2.5.INDUISMO Le sue radici affondano nelle tradizioni dei primi abitanti della valle dell’Indo (hindù è un termine persiano che significa fiume). Risentì, poi, dì innovazioni successive proposte da varie culture, comprese quelle degli invasori, peciò ci sono diverse modalità di essere indù. Oltre alla triade rappresentata dalle divinità principali di Brahma (il creatore), Vishnu (il preservatore) e Shiva (il distruttore), ne troviamo numerose altre che occupano importanti posizioni nel pantheon indù che riserva posti speciali nella gerarchia divina anche ad animali e piante. L'induismo, più che una religione, è un insieme di varie concezioni di vita, non risalendo ad un unico fondatore, non disponendo di una struttura organizzativa ben definita ma essendo formato da teorie filosofiche, da movimenti religiosi e da consuetudini popolari antichissime. I concetti fondamentali su cui si fonda sono: il dharma, il karma e il samsara. Il “dharma” è definibile come I'ordine naturale, cosmico, etico e sociale di tutta la realtà sensibile cui le persone devono conformare il comportamento. Il “karma” sono le azioni, il lavoro e l’opera dell'uomo che, a seconda delle varie scelte, modifica il suo essere e decidono il suo futuro. 30 F. BALLABIO, La sofferenza nelle grandi religioni, in G.M. COMOLLI – I. MONTICELLI (a cura di), Manuale di Pastorale Sanitaria, Camilliane, Torino 1999, pg. 136. 190 Quando si trasgredisce il dharma, si deve riparare ma spesso è insufficiente l’intera vita. Ecco allora il “samsara” (trasmigrazione) che si basa sulla teoria della reincarnazione: la rinascita della persona in una determinata condizione è la conseguenza delle azioni positive o negative della sua vita precedente. Il ciclo continuo di vita, morte e rinascita è la credenza centrale dell’Induismo. La sofferenza per l'induismo è causata, perciò, dal male compiuto in questa vita o nel ciclo delle esistenze che si succedono. L'induismo lo incontriamo soprattutto in India, in Birmania, in Bangladesh, nello Sri Lanka, in Indonesia, in Malaysia, a Singapore e nel Nepal per un totale di oltre 800 milioni di seguaci. 3.Nuovi movimenti religiosi e movimenti magici Non possiamo dimenticare che alcuni nostri contemporanei alimentano la loro religiosità e spiritualità riferendosi a Movimenti religiosi e magici. In Italia, questi sono più di settecento, tra cui gli Avventisti del settimo giorno, la Chiesa neo-apostolica, la Comunità dei cristiani, la Comunità di Cristo, la Religione di Bahà'i, i Mormoni, i Quaccheri, la Scienza cristiana, i Testimoni di Geova. Essendo impossibile specificare le caratteristiche di ognuno, ci si limiterà ad alcune osservazioni generali. Questi movimenti hanno varie origini: vari derivano dalle religioni monoteiste, altri provengono dalla riforma protestante del XVI secolo, molti dalle religioni orientali, altri ancora hanno un fondamento strettamente umano e sottolineano gli elementi più vari: dall'esoterismo alla guarigione, dalla religiosità arcaica all'occultismo, dalla magia alla psicologia. A seguito di una costante azione di propaganda, che talvolta rasenta il fanatismo, cui sono spesso obbligati i membri, a piccole comunità snelle a livello organizzativo, con rapporti più diretti e personali, all'utilizzo di tecniche e di nozioni psicologiche per la soddisfazione dei bisogni individuali di armonia, di identità, di unità, alla preponderante attenzione riservata alla salute del corpo e dello spirito richiamata soprattutto a persone vittime di conflitti ed inquietudini, queste forme di spiritualità, negli ultimi anni, hanno trovato vari adepti anche in Italia. 191