CAP. XV – MEDICINA, RELIGIOSITA’ E SPIRITUALITA’
SCHEMA DEL CAPITOLO
1.La fede una risorsa per la malattia1
2.Le grandi religioni e la sofferenza
2.1.Cristianesimo
2.2.Ebraismo
2.3.Islamismo
2.4.Buddhismo
2.5.Induismo
3.Nuovi movimenti religiosi e movimenti magici
1.La fede una risorsa per la malattia
Nella società si riscontra, soprattutto negli ultimi anni, un aumentata
domanda di spiritualità e di religiosità nonostante il tentativo di eclissare il sacro
con l'avvento della secolarizzazione, del relativismo e dell'ateismo sia teorico
(negazione di Dio mediante il ragionamento) che pratico (l'agire come se Dio non
esistesse).
Questa domanda, e di conseguenza la richiesta di approfondimento e di
riflessione, è presente anche nel contesto socio-sanitario.
Da parte del malato, che magari dopo anni di indifferenza, nel periodo del dolore
percepisce dentro di sé il desiderio di ricercare delle risposte agli interrogativi
fondamentali della vita, di capire il “perché” di quella sofferenza e quindi sente
l'esigenza di rapportarsi nuovamente con il Trascendente.
Da parte di operatori sanitari che adottano l’ indirizzo olistico 2 o
unitotalitario nell’assistenza e nella cura, convinti dell’importanza dell’aspetto
spirituale o religioso nel processo terapeutico o di adattamento a situazioni
invalidanti o nell’accompagnamento alla morte.
Studi e ricerche3, condotte prevalentemente nel mondo anglosassone,
hanno evidenziato, a partire dagli anni ’80 del XX secolo, che la fede, la
1
Tre termini presenti in questo capitolo: spiritualità, religiosità, fede.
SPIRITUALITÀ: “La spiritualità comprende la religiosità ma non coincide con questa. La spiritualità è un
concetto più ampio, non connesso con una particolare fede religiosa, anche se tende ad essere vista come
tale, almeno nella cultura occidentale. La spiritualità è una dimensione umana universale che si esprime
attraverso le relazioni interpersonali, la creatività, l'affettività, i valori, le convinzioni religiose” (F. CARETTA
– M. PETRINI, , Ai confini del dolore, Città Nuova, Roma 1999, pg. 54).
RELIGIOSITÀ: “Quando lo spirituale (i grandi interrogativi, le aspirazioni profonde) trova la sorgente o la
risposta nella fede e nella relazione con Dio, e si esprime attraverso un particolare sistema di credenze,
simboli, riti, persone che fanno da mediazione tra Dio e l’uomo, possiamo parlare di religiosità” (A.
BRUSCO, L’accompagnamento spirituale del morente, in “Camillianum” 13 (1996), pg. 25).
FEDE: “Atteggiamento esistenziale. La fede ci dà la convinzione di essere amati, ci libera dalla solitudine e
dall’angoscia del nulla, ci dispone ad accettare noi stessi e ad amare gli altri, ci dà il coraggio di sfidare
l’ignoto” (n. 87). “La fede è adesione totale dell’uomo a Dio, affidamento di sé, del proprio futuro a lui.
Dono di Dio che opera per mezzo della carità” (n. 95) (CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Catechismo
degli adulti, Roma 1995). In altre parole, la fede è l’adesione libera a Dio che io incontro nella storia.
2
Da olismo che deriva dal greco ὅλος: tutto, intero, totale.
3
Si evidenziano i più significativi: H. HURNARD, La scuola del sacro prodigio. Per imparare a guarire chi
soffre, Gribauldi, Torino 1987; L. DOSSEY, Un viaggio illuminante per colmare il varco tra scienza e
179
spiritualità e la religiosità influiscono positivamente sullo stato di salute e nel
processo terapeutico; tutto ciò è stato giustificato con metodologie e osservazioni
empiriche.
Molti sono i risultati pubblicati riguardanti “sperimentazioni” su queste tematiche;
noi, come esempio, ne riportiamo alcune riguardanti persone sane e ammalati e
la prima, e forse unica, condotta in Italia.
Una ricerca della “California Public Health Foundation di Berkeley”, che seguì per
30 anni 5.000 adulti sani, ha dimostrato che un’assidua partecipazione alle
funzioni religiose riduce il rischio di mortalità del 36%.
Alla stessa conclusione giunse uno studio dell’Università del Texas condotta su
20mila arruolati. Il costante impegno nei servizi religiosi ha allungato la loro vita
fino a 14 anni in più rispetto a chi era disinteressato allo spirituale e al religioso.
Infine, 42 studi, seguiti dall’Università di Miami su un campione di 126mila
persone ha messo in luce che quelle religiosamente attive avevano il 29% di
probabilità in più di sopravvivenza rispetto al resto della popolazione.
Per quanto riguarda il malato un importante studio fu condotto nel 1988 dal dottor
R. Byrd, cardiologo al San Francisco General Hospital4. Lo ricerca coinvolse 400
pazienti ricoverati nell’unità coronarica dell’ospedale e assegnati in modo casuale
a due gruppi, quindi con la metodologia che in campo sperimentale è denominata
“doppio cieco”. Per un periodo di dieci mesi alcuni fedeli cristiani (non solo
cattolici) furono incaricati di pregare per i membri del primo gruppo che
non conoscevano ma possedevano unicamente il nome ed erano al corrente
della patologia che soffrivano. Il risultato dimostrò che i pazienti per i quali si era
pregato avevano avuto meno problemi medici rispetto al gruppo per il quale
nessuno pregò.
Un altro studio fu condotto all’Università del Texas dove furono riscontrati in 84
donne con carcinoma mammario effetti positivi a seguito della preghiera sia sul
benessere fisico che psicologico delle pazienti. .
In Italia, l’unico caso conosciuto, è uno studio pilota coordinato dall’oncologo
Paolo Lissoni del policlinico san Gerardo di Monza e pubblicato sulla rivista “In
Vivo”. Lissoni dimostrò che l’approccio psico-spirituale al trattamento del cancro
aumentò l’efficacia della chemioterapia, migliorando il decorso clinico della
neoplasia, e la maggiore sopravvivenza di un gruppo di 50 pazienti con tumore al
polmone, stimolando significativamente la risposta immunitaria anticancro
mediata dai linfociti.
Tutto questo fa molto discutere e sorgere pareri contrastanti tra coloro che
hanno giudicato negativamente qualsiasi legame tra preghiera e salute, e di
religione, Sperling & Kupfer, Milano 1991, ID, Il potere curativo della preghiera. Fede, spiritualità e
scienza medica: una nuova alleanza? Red, Como 1996; ID, Guarire con la preghiera e la meditazione,
Rizzoli, Milano 1996; ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI, La preghiera: medicina dell’anima e del
corpo, San Paolo, Alba (Cn) 2008; Faith and Healing, in “Time” 24 giugno 1996; Autoguarigione. Chi
prega non si ammala, in “Riza psicomatica” 195 (1997); E. PELLEGRINO, L’insegnamento della spiritualità,
in “American Journal of Public Health, marzo 1997; W. R. MILLER – J. E. MARTIN (Ed), Behavior therapy
and religion. Integrating spiritual and religion. Integrating spiritual and behavioral approaches to change,
Sage, Newbury Park (California) 1988; R. C. BYRD, Positive therapeutic effects of intercessory prayer in a
coronary cary unit population, in “Southern Medical Journal”, 97 (1988), pp. 826-829; P. SLOAN et Al,
Religion, spirituality, and medicine, in The Lancet, 335 (1999), pp. 664-667.
4
Cfr. Positive therapeutic effects of intercessory prayer in a coronary cary unit population, op. cit.
180
conseguenza, l’attenzione del medico all’aspetto spirituale del paziente fu ritenuto
uno sconfinamento del sanitario in competenze non proprie e un’intrusione nella
privacy del malato e chi ritenne che la preghiera eserciti un effetto positivo sulla
guarigione.
Noi riteniamo che il medico deve valorizzare anche questo elemento!
Ad esempio, negli Stati Uniti, la maggior parte dell’opinione pubblica è convinta
che la fede può favorire la guarigione e vari pazienti ricoverati in ospedale, tra il
48% e il 77 %, sostengono che il medico dovrebbe interessarsi della loro
spiritualità e pregare con loro.
Inoltre, sempre negli Stati Uniti, almeno sessanta facoltà di medicina su
centoventisei prospettano agli studenti corsi di spiritualità5. Affermava E.
Pellegrino docente alla Georgetown University di Washington: “L'insegnamento
della spiritualità è essenziale se si vede la guarigione come un processo che
unisce tutte le energie del soggetto in una visione olistica della malattia” 6. E A.
Carrel, premio Nobel per la medicina e la fisiologia, ribadiva: “L’uomo ha bisogno
di Dio, come ha bisogno d’acqua e di ossigeno. Come medico ho visto uomini
uscire dalla malattia e dalla depressione attraverso le sforzo sereno della
preghiera, quando ogni medicina aveva fallito”7.
Tentiamo quindi di valutare queste esperienze internazionali e chiederci:
la conoscenza della spiritualità o della religiosità del paziente deve interessare
anche gli itinerari comunicativi medico-paziente al di là delle proprie convinzioni
religiose?
Per prima è opportuno rilevare che il fenomeno religioso è molto complesso
intrecciandosi varie dimensioni: dalla religiosità alla spiritualità, dalla fede alla
preghiera, come pure che la metodologia sperimentale seguita nella conduzione
dei vari studi rileva solo in parte l’esperienza spirituale vissuta dai singoli
partecipanti soggetta a varie interferenze, essendo questa, il più delle volte,
strettamente personale e condizionata da più fattori, a cominciare dall’idea che il
singolo si è creato di Dio.
Ben convinti che l’essere religioso è ininfluente al fine di riconoscere al medico o
all’operatore sanitario la preparazione scientifica e i requisiti indispensabili per
l’esercizio di queste professioni, e di conseguenza la libertà della coscienza di
fede del medico va sempre rispettata, e al di là del significato dei risultati che
ognuno può attribuire alle singole ricerche, è positivo il fatto di un cambio di
rapporti tra medicina e religione, come pure l’aver colto che una cura olistica
richiede attenzione anche alla sfera spirituale della persona poiché di questo
siamo certi: la fede è una risorsa nella malattia. E per non sprecare questa
risorsa, “quando il medico si trova di fronte a questo tipo di richiesta è bene che
tenga presente la possibilità di fare ricorso, a qualunque stadio dell’evoluzione, a
qualcuno che abbia maggiore famigliarità con le domande teologiche e spirituali
che la sofferenza suscita e con le abilità comunicative convenienti. Per questo i
cappellani negli ospedali hanno una preparazione specifica. Ed è possibile
orientare il paziente a loro senza che questo significhi abbandonarlo: ci sono
5
Cfr.: G. KOENIG et Al, Religion, spirituality, and medicine: A rebuttal to skeptics, in Int. L. Journal of
Psychiatry in Medicine, 29 febbraio (1999), pg. 123.
6
L’insegnamento della spiritualità, op. cit., pg. 6.
7
A. CARREL, L’uomo, questo sconosciuto, Luni editore, Milano 2006, pg. 86.
181
molti modi di continuare a fargli sentire la propria vicinanza e il proprio
sostegno”8.
2.Le grandi religioni e la sofferenza
Ma per aiutare serve conoscere.
Per questo, di seguito, illustreremo a modo di riassunto le grandi religioni,
fermandoci particolarmente sul cattolicesimo, la religione più diffusa nel nostro
Paese, non tralasciando, però, le altre trovandoci ad operare in un contesto multietnico e pluri-religioso9.
Giovanni Paolo I, il “papa del sorriso”, nei soli trentatré giorni di pontificato,
incontrando i giornalisti che prima della sua elezione avevano ipotizzato diversi
candidati al soglio pontificio sulla base di varie manovre pseudo-politiche, aveva
ricordato loro che per comprendere adeguatamente il cristianesimo e la Chiesa
bisognava prima conoscerla, non solo nella sua dimensione umana ma anche
soprannaturale.
Memori di questa osservazione iniziamo il nostro cammino seguendo questo
schema:
- Le tre religioni monoteistiche: cristianesimo, ebraismo, islamismo.
- Le quattro confessioni cristiane: cattolici, ortodossi, protestanti ed anglicani.
- Le maggiori religioni politeistiche.
- I nuovi movimenti religiosi e i movimenti magici.
2.1.IL CRISTIANESIMO
Il cristianesimo è la religione monoteistica10 predicata da Gesù Cristo in
Palestina nei primi decenni dell’ impero romano; ha come testo fondamentale il
Vangelo che raccoglie le parole e i fatti compiuti dal Signore Gesù.
Nei duemila anni della sua storia si è diffuso in molti Paesi, ma nel suo
interno sono sorte, soprattutto a causa di fattori storico-politici, anche delle
divisioni e degli scismi laceranti.
Oggi le sue quattro Confessioni (Cattolici, Ortodossi, Protestanti, Anglicani), pur
facendo riferimento alla figura di Gesù Cristo e al Vangelo, vivono delle
particolarità che non permettono una piena comunione di fede e di azione.
I cristiani sparsi nel mondo sono circa due miliardi, di cui, circa la metà, è
rappresentata dai cattolici.
2.1.1.CATTOLICESIMO
Al termine del suo secondo millennio di storia, il cattolicesimo vive un
momento del tutto nuovo rispetto al passato, caratterizzato, da una parte, da una
accentuata diminuzione nella frequenza regolare al culto e nella collaborazione
alle varie attività della comunità anche se, in momenti particolari della vita come
8
C. CASALONE, La preghiera è terapeutica? Una questione controversa che va oltre la medicina, in La
preghiera: medicina dell’anima è del corpo, op. cit., pg. 78.
9
Testi per l’approfondimento: F. PIERINI (a cura di), Guida alle grandi religioni, Editrice Paoline, Alba (Cn)
1983, A PANGRAZZI (a cura di), Salute malattia e morte nelle grandi religioni, Camilliane, Torino 2002.
10
La religione monoteista crede in un unico Dio, quella politeista in più divinità.
182
quello della nascita, del matrimonio e della morte, si richiedono le celebrazioni
sacramentali e anche il sacerdote è visto favorevolmente nei momenti della
sofferenza. Dall'altra, si nota un aumento dell’influenza morale della Chiesa nei
confronti del sociale, del politico e dell'economico al fine di far riacquisire i valori
fondamentali per la convivenza umana. Esiste, dunque, una rilevante differenza
tra l’aspetto sociale e quello religioso e spirituale circoscritto, spesso, unicamente
alla vita privata dell'individuo.
-Le caratteristiche del Cattolicesimo
Il termine “cattolico” deriva dal greco e significa “universale”. Per definirne,
invece, quello più profondo che porta a caratterizzare fondamentalmente questa
religione dobbiamo riferirci al Vangelo di Matteo: “(E Gesù) Io ti dico: tu sei Pietro
e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno
contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla
terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”
(Mt. 16,18-19).
Il cattolicesimo è la Comunità che riconosce come sua guida il Papa quale
successore di san Pietro, con tutti i poteri conferitigli da Cristo. Questa è la prima
delle prerogative che lo differenziano dalle altre confessioni cristiane.
La Chiesa cattolica, inoltre, ritiene strettamente congiunte la Sacra
Scrittura e la Tradizione come fonti della Rivelazione a differenza, ad esempio,
dei Protestanti che prestano attenzione unicamente alla Sacra Scrittura.
Per quanto riguarda I'uomo e la sua salvezza, la concezione cattolica
poggia sulla Grazia che, mediante la fede, i sacramenti e le opere, supporta la
debolezza umana, mentre quella Protestante sostiene che per la giustificazione è
sufficiente la sola fede.
Per quanto concerne i Sacramenti, un decreto del Concilio di Trento ne
emanava sette e di tutti definisce la loro istituzione da parte del Signore Gesù.
“I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla
Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina” 11. Sant'Agostino, offre di
essi un’ ulteriore definizione affermando: "sono segni esterni e visibili di una
grazia interiore e spirituale"12 e san Leone Magno concretizzava il tutto scrivendo:
“Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi misteri” 13, riferendosi
con il vocabolo “misteri” ai sacramenti.
Di particolare rilievo è la Celebrazione Eucaristica.
Dai testi del Nuovo Testamento14, apprendiamo che Gesù stesso annuncia la Sua
continua permanenza tra noi sotto le specie del Pane e del Vino che contengono
realmente il Suo corpo, il Suo sangue, la Sua anima e la Sua divinità perché nella
Messa non viviamo solo una “memoria” ma celebriamo un “memoriale”.
11
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1131.
SANT’AGOSTINO, Discorso n. 272.
13
SAN LEONE MAGNO, Sermones 74,2.
14
Cfr.: Cfr.: Mt. 26,26-29; Mc. 14,22-25; Lc. 22,19-20; 1 Cor. 11, 23-27; Gv. 13,1-15.
12
183
E la celebrazione Eucaristica, con riti che si sono trasformati nel tempo ma con
contenuti analoghi, continua da quella sera del Giovedì Santo, a rendere presente
il Signore Gesù risorto.
Data l’importanza della Messa, è opportuno valorizzare questo rito anche nelle
strutture sanitarie o socio assistenziali, almeno la domenica o in occasioni di feste
o di eventi particolari, come pure portare ai malati la Santa Comunione il cui
valore fu ricordato da papa Benedetto XVI: “L’Eucaristia, distribuita
decorosamente e con spirito di preghiera ai malati, è la linfa vitale che li conforta e
infonde nel loro animo luce interiore per vivere con fede e con speranza la
condizione d’infermità e di sofferenza”15.
Da ultimo vogliamo evidenziare come la Chiesa cattolica si pone nei
confronti della vita e, di conseguenza, della persona sofferente.
La Dottrina Cattolica ha come fondamento assoluto, universale ed irrinunciabile la
dignità e la sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale.
Questa persuasione si fonda sulla creaturalità dell’uomo: “ogni persona è stata
voluta da Dio per se stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo”16.
Un’essenza, questa, che offre all’uomo la più alta dignità rispetto alle creature
terrene, e rende la vita di ogni persona non disponibile a nessuna situazione o
atto che può nuocerla o sopprimerla nella fase iniziale, ad esempio con la pratica
dell’aborto, o nella fase terminale con la sospensione dell’alimentazione e della
idratazione artificiale, con l’eutanasia o con il suicidio “consapevole”.
- La Chiesa Cattolica
Nel corso della storia vari documenti hanno tracciato le sue
caratteristiche fondamentali. Utilizzeremo come punto di riferimento per uno
sguardo sintetico lo schema seguito dal Concilio Vaticano II17 (1963-65) nella
Costituzione dogmatica
sulla Chiesa “Lumen Gentium”, proposta con la finalità di “illustrare ai fedeli e al
mondo intero la sua natura e la sua missione universale” (LG. 1)18 e ci serviremo,
in alcuni casi, delle “sintesi” che il Catechismo della Chiesa Cattolica offre al
termine dei vari capitoli..
La Chiesa, ricorda il documento conciliare, è una Istituzione costituita da
Dio attorno ad un misterioso disegno di salvezza, cioè realtà e verità nascoste e
incomprensibili all'uomo, ma nello stesso tempo rispondenti alle sue più profonde
aspirazioni. Essa intende attuare la sua missione di salvezza a favore degli
uomini mediante la predicazione del Vangelo.
*Primo: La Chiesa è una economia di comunione.
La Chiesa è “un popolo radunato nell'unità del padre, del Figlio e dello Spirito
Santo” (LG. 4) che, pur essendo nella storia, non è contenibile nella stessa, ma
15
BENEDETTO XVI, 22 marzo 2007.
Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Vaticana, Città del Vaticano 1999, n. 2319.
17
Assemblea di tutti i vescovi del mondo riunita per decidere questioni di fede e di disciplina ecclesiale.
18
Altro documento importante è la Costituzione sulla Chiesa nel Mondo contemporaneo “Gaudium et Spes.
Con la Lumen Gentium i padri conciliari hanno voluto illustrare il “mistero” della Chiesa, mentre con la
Gaudium et Spes sono state offerte indicazioni sull'atteggiamento che la Chiesa deve assumere nel mondo.
16
184
nasce dalla Trinità; è strutturata a immagine della Trinità e si dirige verso la
Trinità. Partendo da questo principio diventa possibile rispondere alle domande
sull'origine, sul significato e sulla meta di questa Istituzione.
Per quanto riguarda I'origine essa è identificata in un libero atto d'amore di
Dio verso I'uomo, chiamato ad un’intima unione con Lui e alla vita soprannaturale.
“L'eterno padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, ha
creato l'universo e ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione della vita
divina” (LG.2). Momento culminante è l'evento dell'Incarnazione, cioè della
nascita di Gesù Cristo, definito dall'apostolo Paolo “immagine dell'invisibile Dio,
generato prima di ogni creatura”. Mediante Gesù, Dio dona all'uomo la liberazione
dal peccato e la possibilità di partecipare alla Sua vita in modo sovrabbondante e
irrevocabile. Allo Spirito Santo che “dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli
come in un tempio” (LG. 4), è riservato il compito di espandere, far conoscere ed
attuare questo disegno.
Il secondo interrogativo concerne il significato della Chiesa e, di
conseguenza, come si realizza la sua manifestazione. Questa è l'assemblea di
tutti coloro che, dopo aver ricevuto il Battesimo, mediante la fede in Cristo,
realizzano il disegno del Padre. E’ composta dal clero, dai religiosi e dai fedeli
laici, tutti con una comune dignità seppure con ministeri e servizi diversi.
Il terzo interrogativo si riferisce alla meta; “dove va la Chiesa”. E’ una
comunità in cammino, tesa fra il primo avvento del Signore e il Suo ritorno alla
fine dei tempi. La meta sarà raggiunta quando, come ricorda san Paolo19, il Figlio
con segnerà tutto al Padre e Dio sarà tutto in tutti e il mondo intero sarà la Sua
Patria20.
*Secondo: la Chiesa è una realtà visibile e spirituale.
La Chiesa è costituita da due dimensioni: quella mistico-spirituale e quella
sociale-gerarchica; due entità di per sé autonome ma che formano una struttura
organica essendo intrinsecamente ordinate I'una aII' altra21.
Queste caratteristiche definiscono l'unica Chiesa di Cristo che, secondo il
“Credo” formulato nel Concilio di Costantinopoli (381), si propone con alcune
caratteristiche essenziali e distintive: una, santa, cattolica ed apostolica.
Una.
Per unità della Chiesa si intende sia la sua unicità che la sua unitarietà, per cui
parlare di unità significa sottolineare la mutuale appartenenza di tutti i membri
19
Cfr.: Lettera ai Corinzi 15,28.
Questo concetto è ben riassunto dalla Costituzione Lumen Gentium quando afferma: “I credenti in Cristo
li ha voluti convocare nella santa Chiesa, la quale, prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente
preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'antica Alleanza, e stabilita 'negli ultimi tempi', è stata
manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, come si legge
nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, dal giusto Abele fino alI'ultimo eletto, saranno riuniti presso
il Padre nella Chiesa universale” (LG.2).
21
Così il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume questo concetto: “La Chiesa è, ad un tempo, visibile e
spirituale, società gerarchica e corpo Mistico di Cristo. E’ 'una', formata di un elemento umano e di un
elemento divino. Questo è il suo mistero, che solo la fede può accogliere” (CCC.779).
20
185
all'unica Chiesa, l’accettazione di tutte le verità della fede cattolica, la
sottomissione all'autorità della gerarchia nell'obbedienza al Magistero e al Ministero del Papa e dei Vescovi.
L'unità è intesa, inoltre, come congiunzione e fusione della dimensione umana
e divina. L'unità si vive e si attua nelle Chiese locali, in comunione con i Vescovi
diocesani e, in quella universale, attorno al Vescovo di Roma, il papa, come
segno, arbitro e garante.
La Chiesa è una: “Essa ha un solo Signore, professa una sola fede, nasce da un
solo Battesimo, forma un solo corpo, vivificato da un solo Spirito, in vista di
un’unica speranza (cfr. Ef. 4,3-5) e al compimento della quale saranno superate
tutte le divisioni”22.
Santa.
All'interno della Chiesa, la Trinità, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
esprimono il massimo concetto di santità. La stessa caratteristica è chiesta ai suoi
membri anche se quella dei battezzati può essere solo imperfetta. Ma Cristo
propone dei mezzi per conseguirla: la preghiera, la penitenza e la carità.
La sua vocazione alla santità, nel corso della storia, si scontra continuamente con
il limite del peccato e del male. Per questo motivo sant'Ambrogio evidenzia nei
termini “casta”, cioè risplendente dell'iniziativa e della santità divina, e “meretrix”23,
cioè contrassegnata dall'infedeltà dei suoi membri, due caratteristiche di questa
Istituzione. Nella Chiesa, infatti, convivono il principio divino e la povertà umana
che J. Maritain chiamava “il personale della Chiesa”, sempre soggetto alle
tentazioni ed esposto a tradire l'ideale.
I padri conciliari, consapevoli di questa realtà, affermarono che la Chiesa è santa
pe. la presenza in essa di Cristo e dello Spirito Santo, per l'efficacia dei
sacramenti che amministra e per la testimonianza dei santi, anche se è pur
sempre bisognosa di purificazione.
La Chiesa è santa: “Il Dio Santissimo è il suo Autore; Cristo, suo Sposo, ha dato
se stesso per lei, per santificarla; lo Spirito di santità la vivifica. Benché
comprenda in sé uomini peccatori, è senza macchia: ‘ex maculatis immacuata'.
Nei santi risplende la sua santità; in Maria è già tutta santa”24.
Cattolica.
Si indica con questo termine il carattere universale della Chiesa voluta da Cristo e
affidata ai Suoi discepoli con questa missione: “Fate discepole tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (…). Io sono
con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”25.
La Chiesa è cattolica perchè “annunzia la totalità della fede; porta in sé e
amministra la pienezza dei mezzi di salvezza; è mandata a tutti i popoli; si rivolge
a tutti gli uomini; abbraccia tutti i tempi; per sua natura è missionaria”26.
22
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 866.
SANT’AMBROGIO, Lucam, in MIGNE (ed.), Patrologia Latina, 3,23,15,1598.
24
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 867.
25
Vangelo di Matteo 28,19-20.
26
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 868.
23
186
Apostolica.
La Chiesa è così definita perché discende direttamente dagli Apostoli.
L'apostolicità si prolunga e si concretizza nell'opera di testimonianza, di
evangelizzazione e di catechesi dei loro successoti. Questo le permette di
mantenere nei secoli la continuità del dono divino dell'unità e la fedeltà al
messaggio che gli è proprio anche nell'incontro con le diverse situazioni storiche e
culturali.
Apostolicità significa che la Chiesa di oggi e del futuro s'identifica e si identificherà
nei suoi tratti essenziali con quella primitiva e che questi resteranno immutati per
sempre.
La Chiesa è apostolica perché: “È costruita su basamenti duraturi: i dodici
Apostoli; è indistruttibile; è infallibilmente conservata nella verità; Cristo la governa
per mezzo di Pietro e degli altri Apostoli, presenti nei loro successori cioè il Papa
e il Collegio dei Vescovi”27/28.
2.1.2.ORTODOSSI
La comunità ortodossa nasce nel 1054 con lo “Scisma d’Oriente” al tempo del
patriarca Michele Cerulario. Questa, all'inizio, si è identificata come estensione
con l’Impero d’Oriente mentre oggi è diffusa, principalmente, nell’Europa orientale
e consta, sotto l'aspetto liturgico di diversi riti come pure di vari patriarcati.
Tra cattolici ed ortodossi esistono alcune divergenze dottrinali e dogmatiche: la
non accettazione del primato e dell’infallibilità del Papa, la negazione dell'origine
trinitaria dello Spirito Santo, il rifiuto dei dogmi dell'Immacolata Concezione e
dell'Assunzione in cielo della Madonna, un diverso modo di comprendere
l'Eucarestia e il celibato ecclesiastico.
2.1.3.PROTESTANTI
Questa comunità originata attorno al 1517 con Martin Lutero è diffusa
prevalentemente in Germania, nei paesi del nord-Europa, in Svizzera e in parte
in Polonia ed Ungheria.
E divisa in tre gruppi principali: i Luterani, gli Zwingliani, i Calvinisti.
I cattolici e i protestanti sono divisi da profonde differenze dottrinali e dogmatiche
che riguardano I'interpretazione e lo studio della Sacra Scrittura, i sacramenti, il
concetto di Grazia e di salvezza per fede, l'aspetto sacrificale dell'Eucarestia, il
sacerdozio. Infatti riconoscono solo quello universale dei fedeli che abolisce ogni
differenza tra clero e laicato.
2.1.4.ANGLICANI
L'Anglicanesimo è sorto in Inghilterra intorno al 1531 per motivazioni
prevalentemente politiche a seguito dello scisma attuato dal re Enrico VIII.
Predominante in Inghilterra, si ispira parzialmente al protestantesimo anche se
possiede delle caratteristiche proprie a livello dottrinale, liturgico ed organizzativo.
27
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 869.
Per quanto riguarda la tematica della sofferenza rimandiamo al capitolo 5 di questo Manuale e ai capitoli 5
e 6 del Manuale di Pastorale della Salute presente in questo sito.
28
187
2.2.L’EBRAISMO
L'Ebraismo, religione monoteista, pone come fondamento Dio riconosciuto con il
tetagramma JHWH, creatore e signore dell'universo che, circa 4000 anni fa, si è
rivelato al popolo d'Israele mediante Abramo29, Mosè e i Profeti. Egli ha stipulato
un'alleanza, custodita, nel corso della storia, con straordinari interventi
(liberazione dalla schiavitù d'Egitto, consegna del decalogo sul monte Sinai,
ingresso in Palestina…), e vivificata con la promessa dell'avvento, un giorno, del
“Messia Salvatore”.
Gli ebrei, non hanno però riconosciuto in Gesù Cristo il Messia predetto dai
profeti, soprattutto per le sue umili origini e quindi attendono ancora questo
evento.
L’ Ebraismo che conta circa 14 milioni di adepti è diffuso prevalentemente in
Israele; in Italia sono presenti in 32mila.
Gli ebrei sono definiti il “Popolo del Libro” poiché basano la loro vita sulla Bibbia
ebraica chiamata “Tanach” suddivisa in tre sezioni. Una di queste, “la Torah”, oltre
la storia, presenta i 613 precetti fondamentali della vita ebraica, dati direttamente
da Dio a Mosè, tra cui figurano anche i Dieci Comandamenti oltre a leggi rituali e
norme igieniche.
Il loro giorno festivo è il sabato e le solennità maggiori sono “la Pasqua” (Pesach)
in ricordo del passaggio del Mar Rosso che permise al popolo d'Israele di fuggire
dalla schiavitù d'Egitto, “la Pentecoste” (Shavuoth) in ricordo della consegna del
Decalogo e della Torah a Mosè che si celebra sette giorni dopo la Pasqua e “la
Festa delle Capanne” (Sukkoth) in memoria del pellegrinare del popolo nel
deserto prima di raggiungere la Terra Promessa. Altre feste sono “il Capodanno
ebraico” (Rosh ha-shanà) che ricorre in autunno e ricorda la creazione del mondo
e “la Festa della Espiazione” (Kippur), vissuta dieci giorni dopo il Capodanno,
come evento penitenziale.
L'ebraismo di fronte alla sofferenza, pur considerando la misericordia di Dio, fatica
a trovare una risposta unitaria soprattutto ricordando i drammi vissuti nella sua
storia, in particolare l'Olocausto, che fece emergere il problema nella forma più
acuta e più tragica.
2.3.ISLAMISMO
Anche questa religione monoteistica adora un unico Dio, Allah.
Fu fondata da Maometto (Muhammad) nella penisola arabica verso la fine del VI
secolo dove il profeta ebbe, secondo la tradizione, la visione dell'angelo Gabriele
che gli ordinò di predicare nel nome di Allah, unico Dio. Velocemente si estese
alle regioni circostanti e, attraverso la cosiddetta “guerra santa”, giunse alle porte
dell'Europa.
E’ la seconda religione del mondo, contando oltre un miliardo di fedeli sparsi
principalmente nel nord Africa, nel Medio Oriente, nell'Asia centrale e oggi,
mediante il vasto flusso migratorio, sta espandendosi tendendosi nord America e
in Europa. In Italia sono presenti in 700mila (extracomunitari con regolare
permesso di soggiorno) cui si aggiungono 80mila italiani.
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“Va’ nel paese che ti indicherò farò di te una grande nazione e in te saranno benedette tutte le famiglie
della terra” (Gn. 12,1-3).
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Una frase del profeta Maometto, riportata nel Corano riassume i cinque precetti
fondanti:
“L'Islam è che tu:
1. testimoni che non c'è altro Dio che Allah e che Maometto è il suo profeta;
2. compia la preghiera rituale (cinque volte al giorno rivolto verso la Mecca);
3. versi l'elemosina (la tassa per i poveri che trasforma la beneficenza in legge);
4. digiuni nel mese di Ramadan (rinunciando a cibi, bevande, fumo e rapporti
sessuali per tutte le ore di luce del giorno);
5. faccia il pellegrinaggio alla Mecca (almeno una volta nel corso della vita), se ne
hai la possibilità”.
L'Islam, la religione della “sottomissione a Dio”, dopo la morte del Profeta
conobbe la prima grande scissione tra Sunniti (osservanti della “Sunna” il testo
che riassumendo la tradizione di Maometto si colloca per importanza subito dopo
il Corano) e Shiti che seguono i loro Imam considerandoli maestri ispirati.
Per comprendere l’ islamismo, ma soprattutto il suo integralismo, è importante
evidenziare che il Corano, il libro sacro, orienta non solo la vita spirituale ma
anche quella culturale, economica e politica, intrecciando dei forti rapporti tra
religione e Stato.
L'immigrazione da Regioni a prevalenza mussulmana verso i Paesi europei sta
assumendo proporzioni sempre maggiori e, secondo alcuni sociologi, questa
circostanza rappresenta un potenziale pericolo: quello dell’ incontro tra
emarginazione e ideologia islamica, cioè tra ingiustizia ed Islam che potrebbe
richiamare tutti i mussulmani alla “guerra santa”: la lotta che ognuno deve
ingaggiare contro il peccato e il male rappresentati oggi dalle culture occidentali.
Per quanto riguarda la sofferenza, secondo alcune fonti religiose, Allah manda la
malattia perché l'uomo possa perfezionarsi; secondo altre questa è permessa per
conquistare una ricompensa nella vita futura.
Al malato è sempre riservata una grande considerazione e si sottolineano i meriti
spirituali di colui che visita l’ infermo.
Il mussulmano crede in una vita dopo la morte, dove per lui ci sarà il premio se
avrà osservato la normativa o il castigo se non avrà seguito le regole indicate dal
Corano.
2.4.BUDDHISMO
Il buddhismo, ritenuto maggiormente una filosofia che una religione, inizia
storicamente nell'India settentrionale dagli insegnamenti di Siddhartha Guatama vissuto tra il VI e il IV sec. A.C. - detto il Buddha, cioè I'Illuminato.
Il suo pensiero è stato così riassunto da un suo discepolo: “Evitare il male,
praticare il bene, purificare il pensiero”.
Oggi conta nel mondo circa 350 milioni di adepti, sparsi soprattutto nel continente
asiatico.
Il messaggio di Buddha, che non evoca influenze divine ma è espressione di leggi
di ordine naturale e morale, si basa sul principio che la vita è pervasa dal dolore e
quindi annuncia una dottrina che liberi l'umanità dalla sofferenza.
Il suo insegnamento si concentra sulle “Quattro Nobili Verità”.
La vita è dolore: infatti Buddha ritiene che nel corso dell'esistenza l'uomo versi più
lacrime di quante ne contengano quattro oceani. Il dolore nasce dal desiderio o
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brama o attaccamento alle cose. Ci si può liberare dal desiderio e, quindi, dal
dolore mediante il raggiungimento del Nirvana o stato di santità svuotandosi di se
stessi e delle passioni.
Esiste una via che porta alla salvezza, “l'ottuplice sentiero”, cioè: la retta
conoscenza, la retta intenzione, la retta parola, la retta azione, la retta vita, il retto
sforzo, il retto sapere, il retto raccoglimento.
I principi fondamentali del buddhismo sono cinque: non uccidere esseri viventi,
non rubare, non commettere atti impuri, non mentire, non bere bevande inebrianti.
Il fedele buddhista è tenuto: a vivere la fede come atteggiamento interiore nei
confronti di Buddha, della legge e della comunità; ad adeguarsi alla morale, cioè
al rispetto dei principi fondamentali della vita umana; a far propria la benevolenza
cioè i sentimenti di compassione e di bontà verso gli altri.
“Ciò che esprime meglio lo spirito dell'identità buddista è tuttavia il concetto di
compassione, vera e propria 'benevolenza' verso tutti i viventi. I missionari
buddisti prendono le mosse dalla sofferenza presente nel mondo e sotto gli occhi
di tutti: partorire ed essere partoriti è doloroso; la disperazione e la miseria sono
dolorose; vivere con persone cui non vogliamo bene è doloroso; dover vivere
separati da persone che amiamo è doloroso; le malattie e le sofferenze sono
dolorose; invecchiare, divenire rugosi e canuti, perdere i denti e provare
l’intorpimento dei sensi è doloroso; morire è doloroso. In definitiva l'intera vita è
sofferenza”30.
Gli dei sono numerosi, molto importanti nella quotidianità, ma non eterni; lo scopo
essenziale del cerimoniale religioso è quello di evocare una divinità ed avere con
essa un rapporto di venerazione e di comunicazione.
2.5.INDUISMO
Le sue radici affondano nelle tradizioni dei primi abitanti della valle dell’Indo
(hindù è un termine persiano che significa fiume). Risentì, poi, dì innovazioni
successive proposte da varie culture, comprese quelle degli invasori, peciò ci
sono diverse modalità di essere indù.
Oltre alla triade rappresentata dalle divinità principali di Brahma (il creatore),
Vishnu (il preservatore) e Shiva (il distruttore), ne troviamo numerose altre che
occupano importanti posizioni nel pantheon indù che riserva posti speciali nella
gerarchia divina anche ad animali e piante.
L'induismo, più che una religione, è un insieme di varie concezioni di vita, non
risalendo ad un unico fondatore, non disponendo di una struttura organizzativa
ben definita ma essendo formato da teorie filosofiche, da movimenti religiosi e da
consuetudini popolari antichissime.
I concetti fondamentali su cui si fonda sono: il dharma, il karma e il samsara.
Il “dharma” è definibile come I'ordine naturale, cosmico, etico e sociale di tutta la
realtà sensibile cui le persone devono conformare il comportamento.
Il “karma” sono le azioni, il lavoro e l’opera dell'uomo che, a seconda delle varie
scelte, modifica il suo essere e decidono il suo futuro.
30
F. BALLABIO, La sofferenza nelle grandi religioni, in G.M. COMOLLI – I. MONTICELLI (a cura di), Manuale
di Pastorale Sanitaria, Camilliane, Torino 1999, pg. 136.
190
Quando si trasgredisce il dharma, si deve riparare ma spesso è insufficiente
l’intera vita.
Ecco allora il “samsara” (trasmigrazione) che si basa sulla teoria della
reincarnazione: la rinascita della persona in una determinata condizione è la
conseguenza delle azioni positive o negative della sua vita precedente. Il ciclo
continuo di vita, morte e rinascita è la credenza centrale dell’Induismo.
La sofferenza per l'induismo è causata, perciò, dal male compiuto in questa vita o
nel ciclo delle esistenze che si succedono.
L'induismo lo incontriamo soprattutto in India, in Birmania, in Bangladesh, nello Sri
Lanka, in Indonesia, in Malaysia, a Singapore e nel Nepal per un totale di oltre
800 milioni di seguaci.
3.Nuovi movimenti religiosi e movimenti magici
Non possiamo dimenticare che alcuni nostri contemporanei alimentano la
loro religiosità e spiritualità riferendosi a Movimenti religiosi e magici. In Italia,
questi sono più di settecento, tra cui gli Avventisti del settimo giorno, la Chiesa
neo-apostolica, la Comunità dei cristiani, la Comunità di Cristo, la Religione di
Bahà'i, i Mormoni, i Quaccheri, la Scienza cristiana, i Testimoni di Geova.
Essendo impossibile specificare le caratteristiche di ognuno, ci si limiterà ad
alcune osservazioni generali.
Questi movimenti hanno varie origini: vari derivano dalle religioni monoteiste, altri
provengono dalla riforma protestante del XVI secolo, molti dalle religioni orientali,
altri ancora hanno un fondamento strettamente umano e sottolineano gli elementi
più vari: dall'esoterismo alla guarigione, dalla religiosità arcaica all'occultismo,
dalla magia alla psicologia.
A seguito di una costante azione di propaganda, che talvolta rasenta il fanatismo,
cui sono spesso obbligati i membri, a piccole comunità snelle a livello
organizzativo, con rapporti più diretti e personali, all'utilizzo di tecniche e di
nozioni psicologiche per la soddisfazione dei bisogni individuali di armonia, di
identità, di unità, alla preponderante attenzione riservata alla salute del corpo e
dello spirito richiamata soprattutto a persone vittime di conflitti ed inquietudini,
queste forme di spiritualità, negli ultimi anni, hanno trovato vari adepti anche in
Italia.
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