UNA FEDE CHE RENDE BELLA LA VITA I.1 Una fede che cambia

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DIOCESI DI VITERBO
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
UNA FEDE CHE RENDE BELLA LA VITA
«In una Chiesa missionaria, posta dinanzi ad una emergenza educativa come quella che si
riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori
instancabili ed educatori preparati e generosi; in una Chiesa chiamata a prove anche molto
esigenti di fedeltà e tentata di adattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalità
evangelica; in una Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalità relativistica,
edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalità nel segno di una
fede amica dell’intelligenza, sia nell’ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello
di una ricerca più elaborata e riflessa; in una Chiesa che chiama all’eroismo della santità,
rispondete senza timore, sempre confidando nella misericordia di Dio».Benedetto XVI
I.1
Una fede che cambia la vita, che genera scelte.
La fede è il dono di un Dio che non smette mai di cercare l’uomo. Dobbiamo
tornare a riflettere sul come suscitare e sostenere in noi e nei nostri fratelli la ricerca di Dio,
e far maturare
una fede che “cambia la vita”,per vivere in modo più pieno una fede
incarnata, spesa per
la promozione della dignità umana in tutti gli ambiti della vita
ordinaria.
L'esperienza associativa deve aiutare ogni persona e ogni famiglia a crescere
nella comunità cristiana, attraverso un cammino di continua ricerca , conversione e
testimonianza , facendo proprie le scelte pastorali della Chiesa locale .
La presenza dell’Azione Cattolica è anche ricchezza per il territorio nel quale è
radicata:
costruisce legami tra le persone, genera collaborazione con le istituzioni,
alimenta il senso di responsabilità nei confronti delle concrete problematiche della comunità
civile.
Nella comunità cristiana l’AC si impegna, rispondendo all'appello di Benedetto
XVI e dei vescovi, affinché la Dottrina sociale della Chiesa cattolica sia incarnata e la
testimonianza della fede assuma una dimensione pubblica. La sua storia si è da subito
intrecciata con quella dei 150 anni del nostro Paese nel rispetto assoluto della vita, nella
sobrietà delle scelte quotidiane, nella solidarietà verso il prossimo, nel senso del dovere
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professionale, nell'attenzione alle nuove generazioni, nella coerenza tra sfera privata , sfera
pubblica e politica.
II. Alcuni snodi per la vita associativa
«Se diamo qualcosa per la nostra attività, abbiamo sempre bisogno di un risultato concreto,
almeno parziale, per avere la forza di andare avanti, altrimenti non dico al primo
insuccesso, ma al primo attendere prolungato del successo ci scoraggiamo, diciamo che
tutto va male, che non vale la pena, che bisogna cercare formule nuove. In sostanza non
abbiamo pazienza e non siamo capaci di lavorare ad un piano di largo respiro come è
quello della Provvidenza […].
Non sappiamo più fare, cioè, le cose piccole, il lavoro seccante, quotidiano, nascosto, così
poco eroico, così monotono anche. E così succede che noi facciamo, ogni tanto, quando
un’idea ci entusiasma, quando un programma ci si rivela in tutta la sua attuale bellezza, dei
grandiosi propositi di generosità, di fedeltà, di attività, ma subito poi ci ammosciamo
appena ci accorgiamo che è necessaria un’azione lunga, paziente, di cui forse non vedremo
i risultati».
Vittorio Bachelet
II.1 - Custodire l’interiorità per vivere tutta la vita come culto spirituale
È essenziale recuperare il senso profondo dell’Azione Cattolica come cammino
spirituale che alimenta autentiche vocazioni laicali.
In coerenza con il nostro Progetto Formativo Perché sia formato Cristo in noi, che pone al
centro la formazione della coscienza, la cura della vita spirituale si traduce in una interiorità
aperta alla relazione con Dio e con i fratelli, via privilegiata per giungere ad una piena
umanità.
Abbiamo bisogno di laici che vivano ogni gesto quotidiano alla presenza del Signore
(preghiera diffusa) assaporando la Sua Parola, e che comprendano e amino la liturgia.
1.
Come l’associazione accompagna la persona nella cura della vita interiore e
nella crescita spirituale? Con quali strumenti (testo personale, sussidi per i tempi
forti, itinerari di spiritualità...)?
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2. Come l’associazione aiuta le persone a vivere e ad amare la liturgia?
II.
2 - AC di tutti e per tutti.
Che cosa è l'A.C.? Ne abbiamo parlato molto, ma mi pare che sia soprattutto una realtà di
cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano insieme nel nome del
Signore, che sono amici: e questa rete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi, e
di giovani e di adulti e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta la Chiesa Italiana con
concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai sovrastrutture organizzative, ma
veramente essendo sempre più un cuor solo e un'anima sola cercano di servire la Chiesa. E
questa è la grande cosa. Perché noi serviamo la Chiesa non perché ci interessa fare grande
l'AC; noi serviamo l'AC perché ci interessa di rendere nella Chiesa il servizio che ci è
chiesto per tutti i fratelli. E questa credo sia la cosa veramente importante
( V.Bachelet 1973)
E' necessario che l’associazione sia sempre più “per tutti” e “di tutti”, al servizio
di comunità capaci di generare alla fede sempre più persone. La chiesa è nostra madre ma è
anche nostra figlia, ci diceva Mons.Chiarinelli nel senso che cresce anche attraverso il
nostro impegno. Ma quali comunità servono per il terzo millennio?
“Solo una comunità accogliente e dialogante può trovare le vie per instaurare rapporti di
amicizia ed offrire risposte alla sete di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo.Oggi si
impone la ricerca di nuovi linguaggi..Per questo è necessario educare ad una fede più
motivata, capace di dialogare anche con chi si avvicina alla Chiesa solo occasionalmente,
con i credenti di altre religioni e con i non credenti.(Educare alla vita buona del Vangelo
n°41). Oltre alla proposta per ragazzi, giovani ed adulti, nelle varie diocesi l'Ac sta
realizzando progetti per ragazzi-sportivi, studenti, fidanzati, sposi, genitori, giovani adulti,
immigrati,studenti e lavoratori fuori sede..
1. Quali attenzioni particolari si potrebbero attivare nella nostra parrocchia?
2. Perchè non riusciamo a “completare “ le associazioni?
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II.3 - “La Chiesa ha bisogno di voi”
La Chiesa ha bisogno di voi, perché avete scelto il servizio alla Chiesa particolare ed
alla sua missione come orientamento del vostro impegno apostolico; perché avete fatto
della parrocchia il luogo in cui giorno per giorno esprimete una dedizione fedele e
appassionata.
Che ogni comunità, anche per la vostra presenza, brilli nei quartieri delle vostre città e
nei vostri paesi come segno vivo della presenza di Gesù, Figlio di Dio che è venuto ad
abitare in mezzo a noi.
( Giovanni Paolo II)
L'Azione Cattolica si impegna a promuovere cammini di fede in grado di far
maturare la responsabilità, e suscitare disponibilità al servizio, soprattutto educativo..
Responsabili non si nasce, ma neppure ci si improvvisa!
La responsabilità, infatti, richiede accompagnamento paziente e genera libertà.
Il responsabile “risponde” innanzitutto della propria vocazione laicale: la prima
fedeltà che gli è richiesta è di vivere in pienezza il proprio Battesimo.
Occorre valorizzare il servizio come stile, cioè non come un impegno specifico o come
cose da fare, ma come modalità gratuita di vivere sia la quotidianità, sia l’eventuale servizio
o incarico associativo con corresponsabilità.
1.
Come l’associazione suscita e accompagna vocazioni al servizio educativo e
alla responsabilità associativa?
2. Quale percorso formativo viene proposto agli educatori (di tutte le età) e ai
responsabili? Cosa ci aspettiamo dalla Presidenza Diocesana?
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