milano nell`ottocento - Rete Civica di Milano

MILANO
NELL’OTTOCENTO
FAI
XIV GIORNATA DI PRIMAVERA 2006
SCHEDE DIDATTICHE PER
GLI “ALLIEVI CICERONE”
L’Impero austriaco
prima della conquista francese
Leopoldo II d’Asburgo (1747-1792), terzo-
il patriziato nostalgico da un lato, ma an-
genito di Maria Teresa d’Austria si trova a
che coloro che avevano osteggiato l’asso-
gestire la successione al trono austriaco. La
lutismo giuseppino, ma non i suoi tenta-
sua azione riformista da quando, nel
tivi di riforma che, invece, Leopoldo II ri-
1765, era diventato granduca di Toscana
dimensiona.
con il nome di Leopoldo I, gli aveva valso
I riformisti passano all’opposizione e ver-
la fama di uomo illuminato, favorevole al-
ranno bollati con il nome di “giacobini”,
la libertà economica e civile, a una retta
mentre il patriziato reazionario sembra
amministrazione e a una giustizia penale
trionfare davanti a un sovrano la cui azio-
efficace e ispirata ai principi umanitari di
ne di governo si era ispirata ai principi
Cesare Beccaria, una disciplina ecclesiale
dell’illuminismo, ma che ora è costretto a
riformata e basata su una liturgia di stam-
fare i conti con le conseguenze di questi
po giansenistico.
stessi principi: una Rivoluzione come
quella francese che non lascia spazio alle
riforme, ma che pretende, invece, la trasformazione integrale dello Stato e della
Secondo Giansenio
(1585-1638) il
sacrificio di Cristo
non vale per l’intera
umanità, non tutti
gli uomini possono
salvarsi, ma solo
quelli prescelti da
Dio. Nel 1713,
Clemente XI
società. Una rivoluzione che è alle porte e
contro la quale Leopoldo II decide di
muovere guerra, cercando di creare una
sorta di cintura sanitaria contro le pericolose idee rivoluzionarie trasmesse da
agenti francesi venuti a Milano e dai libri
“sediziosi” che vengono sequestrati.
Fra le opere che, per editto, non poterono essere introdotte in Lombardia vi fu
emana la bolla
Unigenitus con la
quale condanna le
tesi gianseniste
diffuse nell’opera
dell’oratoriano
Pasquier Quesnel.
Più tardi, nella Vera
idea della Santa
Sede, il giansenista
italiano Pietro Longhi
sostiene che la
piramide gerarchica
della Chiesa,
composta da vescovi,
preti e diaconi non
è voluta da Cristo
una gazzetta “Eguaglianza e Libertà”,
pubblicata a Parigi in lingua italiana.
Leopoldo II muore improvvisamente nel
1792 e gli succede il figlio Francesco II
Sono questi i principi che cerca di tradur-
con il quale si chiude decisamente qual-
re in pratica quando succede al fratello
siasi fase riformistica e si inaugura la po-
Giuseppe II, ma la sua opera di riforma
litica di repressione aperta dello spirito ri-
viene percepita dalla società civile milane-
voluzionario, sia all’interno che all’ester-
se come l’azione di un sovrano mite e ar-
no dei confini dell’Impero austriaco che
rendevole e finisce per scontentare tutti:
diventa il capofila della reazione europea
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contro la Francia rivoluzionaria, ormai en-
Luigi XVI e di Maria Antonietta, di cui
trata nel periodo più cruento, quello del
Francesco II è nipote.
Terrore giacobino, delle decapitazioni di
Verso la conquista napoleonica
I milanesi non sembrano rendersi conto
speravano così di evitare più pesanti pre-
della gravità del momento, cullati da un
lievi fiscali.
benessere che si può toccare con mano.
Ma le sorti controverse della guerra, do-
Sono, però, ben presto richiamati alla re-
po le prime incerte vittorie degli austro-
altà dall’imperatore che comincia a batter
prussiani, suggeriscono ai milanesi atteg-
cassa per sostenere la guerra austro-prus-
giamenti più cauti che irritano l’imperato-
siana-piemontese contro i francesi, che
re che sollecita continui prestiti, aumenta
hanno dichiarato guerra all’Austria il 20
la repressione contro la propaganda rivo-
aprile 1792. Il 17 aprile 1793 in Duomo si
luzionaria infiammata anche dalle rimo-
intona un solenne “Te Deum” per invoca-
stranze per gli eccessivi rincari di prezzi
re la grazia divina sulle armi antifrancesi e
che costringono la Congregazione gene-
il 10 giugno la Congregazione dello Stato
rale dello Stato a spedire a Vienna un me-
consegna ben 1.000.000 di fiorini per le
moriale dichiarando l’impossibilità di so-
spese di guerra, “dono” dei milanesi che
stenere «ulteriori straordinari pesi».
La campagna d’Italia del generale
Napoleone Bonaparte
Al comando di una sparuta armata il ge-
lascia prudentemente Milano affidando-
nerale corso Napoleone Bonaparte, nel-
ne l’amministrazione a una giunta di go-
l’aprile 1796 inizia la sua discesa verso
verno e di consiglio cittadino presieduto
l’Italia, sconfiggendo a più riprese i pie-
dal vicario di provvisione Francesco Nava.
montesi fino a costringere Vittorio
Il 12 maggio 1796 Lodi cade nelle mani
Amedeo III di Savoia a sottoscrivere l’ar-
dei francesi e i milanesi temono per le
mistizio di Cherasco (28 aprile 1796) e la
sorti della loro città, tanto che lo stesso
successiva Pace di Parigi con la quale ce-
Pietro Verri, dopo anni di austera solitudi-
de alla Francia Nizza e la Savoia ed esce
ne, cerca di organizzare un piano di tute-
dalla coalizione antifrancese. Passato il Po
la dei patrimoni pubblici. Da parte della
a Piacenza, Bonaparte sconfigge gli au-
giunta di governo, vengono inviati all’ac-
striaci a Codogno. L’arciduca-governatore
campamento francese due decurioni,
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Francesco Resta e Francesco Melzi d’Eril,
gna le chiavi della città e mentre parte del
per presentare omaggi “devoti e disinte-
popolo tripudia indossando coccarde tri-
ressati” al generale. Dopo l’usuale sfuria-
colore e inneggia “a una repubblica ita-
ta, Napoleone fa promesse vaghe e fu-
liana indipendente una e indivisibile”,
mose di indipendenza senza convincere
un’altra parte teme che si tratti di una
gli ambasciatori milanesi. Infatti, il 14
semplice sostituzione di dominio da parte
maggio,
generale
dei francesi agli austriaci che, ancora as-
Massena, entra in città l’avanguardia
serragliati nel castello, si arrenderanno
francese alla quale Francesco Nava conse-
qualche settimana più tardi.
al
comando
del
Bonaparte a Milano
Ingresso di
Bonaparte e delle
truppe francesi
da Porta Romana,
15 maggio 1796
In effetti, però, la novità della presenza
ragliati a Mantova. Il passaggio dell’eser-
francese vivacizza la parte ricca della
cito francese è costellato di piccole insur-
Milano nobile e borghese che organizza
rezioni che non riescono a fermarne, pe-
spettacoli fastosi alla Scala.
rò, l’avanzata: in pochi giorni cadono i
Bonaparte forma una municipalità in cui
ducati di Parma e di Modena, le repubbli-
conservatori, giacobini e moderati si an-
che di Genova e di Lucca, il Granducato
nullano a vicenda e in cui, in seguito, en-
di Toscana, fino a lambire lo Stato
trerà anche Giuseppe Parini, per rimaner-
Pontificio. Modena e Reggio insorgono
vi per soli 40 giorni.
dando vita alla Repubblica cispadana
In quel periodo Milano è il maggior cen-
(27 novembre 1796 - 9 gennaio 1796)
tro del patriottismo italiano.
che adotta il tricolore.
Il 23 maggio, Bonaparte lascia Milano per
Sancita la sconfitta degli Austriaci con
proseguire la guerra agli Austriaci asser-
l’armistizio di Leoben del 18 aprile 1797,
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il 5 maggio Bonaparte rientra a Milano
le forze democratiche cittadine prendes-
che si avvia a diventare la capitale morale
sero il sopravvento rivendicando l’indi-
d’Italia, nel progetto della Repubblica ci-
pendenza per l’intera Italia settentrionale
salpina, ufficialmente inaugurata al lazza-
che, invece, nei piani del generale, avreb-
retto il 9 luglio 1797- sulla base di una
be dovuto rimanere saldamente nelle ma-
costituzione del tutto simile a quella fran-
ni francesi con l’appoggio di una forte
cese del 1795 dell’anno III - che compren-
borghesia conservatrice. Ma ben presto è
derà, oltre alla Lombardia, anche i territo-
richiamato alle armi dalla campagna
ri veneziani fra Adda e Mincio, la
d’Egitto e lascia il comando dell’armata
Valtellina, che era dei Grigioni, e i territo-
d’Italia al generale Berthier.
ri della Repubblica cispadana. I primi atti
Nel frattempo, nella primavera del 1799,
di governo della cisalpina sono importan-
dilaga nella pianura padana un potente
ti: viene istituito il matrimonio civile, abo-
esercito austro-russo, comandato dal ge-
lite le primogeniture, vietato fare testa-
nerale Suvaroff, che fa crollare le repub-
mento a favore delle manimorte (chiesa e
bliche francesi, prima fra tutte la cisalpi-
congregazioni religiose), parificate le
na. Gli Austriaci sono accolti a Milano co-
femmine ai maschi nelle successioni, fis-
me liberatori, ma vengono nuovamente
sata la maggiore età a vent’anni. Alle ri-
scalzati dal Bonaparte, che questa volta
forme innovative, cui plaudono i sosteni-
ha abbandonato la maschera repubblica-
tori delle idee democratiche e liberali, fa
na e il 2 dicembre 1804 si è fatto incoro-
da contrappeso la difficile situazione del-
nare imperatore a Notre Dame. Il 7 giu-
le finanze pubbliche: il primo anno re-
gno 1805 Napoleone inaugura il Regno
pubblicano si chiuderà con un disavanzo
d’Italia, nel quale Milano occupa un po-
di 35.000.000 di franchi che avevano
sto centrale, ma soprattutto come area di
preso la strada delle casse francesi. Inoltre
prelievo fiscale e di espansione per l’indu-
la presenza del corpo d’occupazione
stria francese.
francese non è lieve, ed anche le opere
La parabola di Napoleone termina con
d’arte vengono spedite in Francia a im-
l’abdicazione del 6 aprile 1814 a seguito
pinguare i musei d’Oltrarpe.
dell’entrata delle truppe della coalizione
Il 17 ottobre 1797 Bonaparte conclude la
antifrancese a Parigi il 31 marzo 1814.
guerra contro l’Austria, siglando la pace
Il Regno d’Italia gli sopravvive di poco: il
di Campoformio che consente agli
12 giugno 1814 il generale austriaco
Austriaci di impadronirsi i buona parte del
Bellegarde annuncia ai Milanesi il “felice
territorio della repubblica veneta, Venezia
destino” della Lombardia: l’aggregazione
compresa.
all’Impero d’Austria.
Dalla villa Crivelli di Mombello, scelta a
sua sede, Napoleone controlla direttamente l’evolvere della nuova e fragile istituzione, forse per la preoccupazione che
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La moda nell’Ottocento
A partire dalla fine del XVIII secolo, una
nuova tendenza prese corpo in seno alla
moda europea.
Le conquiste di Napoleone, e la sua volontà imperialistica, avevano unificato l'Italia
in un solo regno, che aveva a capo un
francese. L'influenza d'oltralpe era quindi
chiaramente molto forte, ed aveva portato
in tutta l'Italia una corrente stilistica nuova, detta Neoclassicismo, che suggestionò
tutti i campi dell'arte, compresa la moda.
Donna con vestito
stile 'Impero'
Se nella scultura si vide il ritorno di pose
classiche ispirate alle statue greche, e nella letteratura comparirono continui richia-
mi vestiti si arricchirono leggermente di
mi alle mitologie latine, nell'abbigliamento
pizzi e stoffe pregiate. Per la sera veniva
emerse il cosiddetto stile Impero, ispirato
indossato anche una sorta di 'grembiule',
all'abbigliamento degli antichi Romani.
di pizzo o della stessa stoffa del vestito,
che era arricchito da ricchi intarsi d'oro o
d'argento.
L'abbigliamento femminile
La sera poteva essere indossata anche
I colori scomparvero dagli abiti femminili,
una tunica, ossia un altro vestito, portato
quasi a dare alle donne l'aspetto marmo-
sopra al primo, di solito più corto ed
reo delle antiche statue, in modo che le si-
aperto sul davanti, che era chiuso solo in
gnore potessero muoversi in armonia con
vita, in modo da lasciare ben visibile l'abi-
le sobrie abitazioni d'inizio secolo.
to interno.
L'indumento principale, un vestito lungo
Con il passare degli anni, lo stile Impero si
fino alle caviglie, dritto e leggiadro, era se-
modificò lentamente, progredendo verso
gnato da una cintura, o una sciarpa, posta
lo stile romantico. Le scollature si restrin-
sotto il seno, e doveva fluttuare ad ogni
sero un poco, divenendo da quadrate a
passo della dama.
punta, e ben presto scomparirono, coper-
Le braccia erano solitamente nude, la sola
te dalle chemisettes, camicette a collo al-
parte coperta era la spalla, chiusa in una
to, di tessuto leggero o mussola, che ve-
corta manica a palloncino; le scollature,
nivano portate sotto i vestiti.
quadrate, erano molto ampie.
A partire dal 1805, data in cui Napoleone
Dal 1815 in poi, spalle, collo e petto do-
fu incoronato re d'Italia, questi semplicissi-
vevano essere rigorosamente coperti, in
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Questo continuo cambiamento dipese dal
fatto che l'800 fu un secolo marcato da
grandi sconvolgimenti politici, in Italia, come nel resto del mondo, ed ogni mutamento sociale, come è facile intuire, influenzò e portò trasformazioni nell'abbigliamento.
Intorno al 1820, infatti, le maniche furono
nuovamente e drasticamente accorciate.
Prima che la tunica divenisse un vero e
proprio soprabito, più pesante e un po' più
lungo, le dame per ripararsi dal freddo,
potevano (o volevano) usare solo degli
contrasto con le nudità del decennio pre-
scialle. Nel 1815, però, comparve una
cedente. Le scollature vennero accettate
giacca corta, che non oltrepassava la vita,
solo negli abiti da sera.
detta spencer. Questo giacchetto, a mani-
Nel frattempo, in Francia, sotto i vestiti si
che lunghe, poteva essere di velluto, d'in-
resero visibili ampi mutandoni, detti panta-
verno, e di stoffe leggere, d'estate.
lon, che si stringevano alla caviglia e finiva-
Divenuto sempre più ricco di abbellimenti,
no con una balza di pizzo o merletti.
venne decorato anche con fogge militari,
Poiché i vestiti erano ancora lunghi e a vi-
prendendo il nome di spencer all'ussara o
ta alta, l'effetto del pantalon non fu ag-
all'ungherese.
graziato, finché le gonne non si ampliaro-
Ma la minaccia di epidemie di influenza
no di nuovo, qualche decennio più tardi.
aveva portato le dame a coprirsi anche con
In Italia, la moda della biancheria in vista
le cosiddette dogliette, soprabiti imbottiti,
non fu mai accolta, ma le maniche allun-
che venivano chiusi davanti, con un incro-
gate furono arricchite da diversi accorgi-
cio. Nel 1815, comparve anche la witz-
menti. In generale, però, queste erano
choura, una specie di cappuccio foderato
strette dalla spalla al polso, con un polsino
di pelliccia.
rivoltato, e quando non erano attaccate al
vestito, facevano parte della camicetta che
Dopo il Congresso di Vienna (1814-15),
spuntava da sotto.
l'Europa fu scossa da un nuovo impeto
Possiamo dire che la moda dell'800 fu un
culturale, ed il Neoclassicismo fu spazzato
alternarsi di flussi. Da un decennio all'altro
via dal Romanticismo. I modelli di riferi-
si videro maniche corte, poi lunghe e poi di
mento non furono più gli ideali ispirati alle
nuovo corte; gonne strette, ampie e poi
antichità greche e romane, ma tre nuovi
strette con il sellino, lo stesso per le scolla-
grandi temi: Patria, Amore e Morte.
ture, prima ampie, poi inesistenti e poi di
nuovo ampie.
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La moda risentì fortemente anche di que-
Retro di un vestito
da donna del 1805
sto fresco moto intellettuale, e voltò le
Il pallore, la figura emaciata ed eterea di-
spalle allo stile Impero. L'attenzione delle
vennero doti fondamentali delle dame ele-
dame italiane à la page si spostò dalla
ganti, sempre pronte a versare qualche la-
Francia all'Inghilterra, in special modo ai
crima in candidi e trasparenti fazzoletti di
romanzi inglesi contemporanei. I vestiti
stoffa delicata.
dovevano armonizzare con il carattere lu-
Tra il 1822 e il 1840, le gonne lunghe e stret-
gubre dei cimiteri, dei salici piangenti, dei
te vennero dimenticate e risorsero sottane
piovosi paesaggi inglesi, andando contro
larghe e corte, ampliate da sostegni nascosti.
la luminosità e lo splendore dei giardini al-
Le maniche si gonfiano a dismisura e le don-
l'italiana, ricchi di ninfee e statue.
ne misero nuovamente il corsetto.
Vite sottilissime, strette nel busto, contrastavano con l'ampiezza delle scollature da
spalla a spalla. Le dame di coprirono con la
redingote, cappotto a tre quarti allacciato
sul davanti, o con ampi e rotondi mantelli.
Gli spencer, quasi scomparirono e le scollature si arricchirono di fazzoletti posti ai lati
del petto. Comparve inoltre la pellegrina,
una corta mantella che copriva la dama fino al gomito, lasciando visibile l'esilità della
vita. Questo capo, in tutte le sue varianti di
pelliccia o di raso pregiato, era molto alla
Dama inglese del
1868, in tenuta da
equitazionee
moda e distingueva le dame più eleganti.
Fu in questo periodo che comparve per la
Abito
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prima volta il boa, una lunga sciarpa tubo-
che nel 1827, per un periodo divennero
lare, di pelliccia o di piume di struzzo, d'in-
'gilets giraffa', ossia gialli con le macchie
verno, o di tulle o di garza, d'estate.
marroni, ispirati alla nuova giraffa esposta
Dal 1830, comparvero anche i manicotti,
al Jardin des Plantes, di Parigi. Se non era-
caldi scalda-mani di pelliccia, e il cachemire,
no 'giraffati', però, i gilets potevano esse-
venne fortemente richiesto. I mutandoni,
re ricamati o di tessuti ispirati all'antichità.
oramai di uso diffuso, non erano più visibili, e la biancheria intima divenne di dominio
pubblico. Sottane e busti furono capi importanti, tanto che delle prime, d'inverno,
ne venivano portate anche più di una alla
volta, per dare volume alle gonne.
Dal 1845 in poi, la moda subì però un altro
mutamento. Questo nuovo moto, nato circa nel 1836, cambiò nuovamente la sua
fonte di ispirazione. L'attenzione dell'Italia
si concentrò sull'Austria, che promosse un
modo di vestire che servisse da stimolo alle
Uomo con frac
e bastone
idee liberali e patriottiche. Il risultato fu lo
stile Borghese, a cui, fino la fine del secolo,
seguirono lo stile Aulico e lo stile Riforma.
I calzoni a taglio tubolare un po' corto,
detti 'americani', erano considerati più eleganti di quelli, ereditati dal Settecento, che
L'abbigliamento maschile
vedevano i pantaloni restringersi sulla caviglia grazie quattro o cinque bottoncini.
Gli abiti maschili dell'800 erano costituiti
Questo capo aveva sempre colori sobri,
dal frac, la redingote, i gilet ed i calzoni.
tendenti al marrone.
Il frac, giacca molto aderente in vita, aveva il petto convesso e le maniche gonfie in
alto, con le falde corte, in armonia con la
moda femminile del vitino evidenziato e
del petto in fuori. I bottoni, molto piccoli,
erano solitamente dorati.
Il collo all'inglese, rimasto in questo tipo di
abito in voga fino ad oggi, era tagliato a
'zig zag', ed aveva la forma di una 'M'
orizzontale, sostituendo il collo quadrato
del passato. Il colore: nero o blu scuro.
La fantasia si liberava attraverso i gilets,
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Uomo con pantaloni
detti 'americani'
Uomini
con pantaloni
alla tirolese
Verso il 1830, divennero di moda i panta-
Le camicie di lino finissimo erano ornate,
loni 'alla tirolese', con le innovative tasche
come nel Settecento, dallo jabot, pizzo
sui fianchi, i pantaloni 'a gamba d'elefan-
che dal collo abbelliva tutto il petto, arric-
te', lunghi e scampanati, e per le corse a
chito da piccolissime pieghe e pieghette 'a
cavallo, i pantaloni 'a carta di musica', os-
carta da musica'.
sia caratterizzati da gruppi di cinque righe
Con la progressiva scomparsa dello jabot,
plissettate molto marcate e distanziate co-
le camicie erano chiuse dalla cravatta, ed i
me quelle del pentagramma.
polsini dovevano sporgere dalla giacca, in
La redingote, portata la mattina, al posto
modo da rendere visibili i preziosi bottoni,
del frac, aveva la falde larghissime ed era
di solito cinque tutti di pietre preziose di-
disponibile di vari colori, sia chiari, come il
verse. La cravatta, in Italia quasi solo bian-
verde inglese, che di colori più scuri dai no-
ca, era inoltre fissata da uno o due spilloni
mi fantasiosi, come color 'Diavolo zoppo'.
dalla capocchia preziosa.
I soprabiti, in questo secolo, acquistarono
Gli uomini eleganti portavano anche un
una grande importanza, e gli ampi mantel-
anello, tenuto al mignolo della mano sini-
li si adattavano, più di ogni altra giacca, al
stra, e l'orologio, un po' più grande di
crescente clima romantico.
quello femminile.
Le scarpe per la sera erano di vernice, e ve-
Un accessorio reputato di grande eleganza
nivano indossate sopra le 'calzette' di seta
era anche il 'bastone', detto anche 'can-
nera; quelle per il giorno, invece, di cuoio
na'. Generalmente di legno preziosissimo,
marrone, erano portate con le calze bian-
il bastone aveva il pomello d'oro o d'ar-
che. Tutti i modelli avevano la punta qua-
gento cesellato, in cui si poteva tenere il
drata.
necessario per fumare.
11
Le trasformazioni urbanistiche
a Milano nell’Ottocento
Durante questo periodo, ricordato da
Dal 1800, le fortificazioni a stella che cir-
Stendhal (Henri Beyle) in molti suoi scritti,
condano il castello, adibito ancora a caser-
Milano diviene oggetto di rivoluzionari
ma, vengono smantellate e, al posto di
progetti architettonici e urbanistici, realiz-
queste, Giovanni Antolini progetta un’ im-
zati, solo in parte, negli anni successivi, a
mensa piazza circolare, orientata a nord
causa delle ingenti cifre richieste per la
ovest, verso Parigi, destinata a divenire il
realizzazione dei lavori.
nuovo centro amministrativo, politico ed
economico della capitale. A questa, l’architetto aggiunge la nuova strada del
Sempione che inizia con l’omonimo corso
cittadino tutt’ora esistente. Il disegno che
prevede l’edificazione di edifici pubblici
(terme, dogana, teatro, borsa) e privati
non viene realizzato. Per la prima volta si
vuole sdoppiare il centro di Milano: all’interno della cerchia storica, per la prima
volta nella storia urbana di Milano si vuole
contrapporre al centro religioso, circoscritto dal Duomo, un centro civile.
Henri Beyle
Stendhal
Illustre romanziere
francese
dell’Ottocento, al
secolo, Henri Beyle,
ama moltissimo
Milano, al punto da
desiderare che alla
sua morte figuri
sulla tomba la scritta
“Enrico Beyle,
milanese” e di essa,
durante il suo
soggiorno, dal 1814
al 1821, non manca
di narrare nei suoi
scritti gli aspetti per
lui più suggestivi.
Nella città meneghina
ha modo di conoscere
Vincenzo Monti,
Silvio Pellico
e Manzoni e
di frequentare i
salotti alla moda
che si aprono nelle
dimore dell’élite
cittadina e diventano,
durante la
Restaurazione e il
Risorgimento,
luoghi ad ampia
connotazione politica e centri di accesi
dibattiti in merito a
notizie di solito
censurate dal
governo. Sono,
infatti, alcuni dei salotti milanesi della
prima metà
dell’Ottocento a
mantenere vivo quel
sentimento
patriottico che
esplode nelle guerre
del 1848 e del 1859
e che da vita al
“Conciliatore”, il
“foglio azzurro” dei
patrioti, soppresso
poco tempo dopo la
fondazione per i
suoi contenuti
liberali e progressisti.
Regata nell’Arena,
alla presenza di
Napoleone e del Vicerè,
17 dicembre 1807
12
Carlo Porta,
(1775-1821)
celebre poeta
dialettale milanese e
cantore del mondo
proletario, ritrae con
arguta finezza e
feroce sarcasmo le
prepotenze e i
soprusi degli invasori,
dall’ingresso dei
francesi al ritorno
degli austriaci. Nel
1815 pubblica la
Prineide, poemetto
satirico contro il
ministro Prina e da
quella data tiene
segreta la sua
produzione in versi,
limitandosi a leggerla
agli amici più intimi.
Partecipe agli ideali
del Romanticismo, si
accosta agli ambienti
legati alla massoneria
e frequenta i circoli
culturali milanesi.
Il suo contributo sta
nell’aver innalzato il
dialetto a dignità di
lingua, presentando
la società del suo
tempo con incisiva
espressività sarcastica.
Corsa delle bighe. Tavola che illustra i manifesti
dell’Arena, pubblicati tra il 1825/35
Arco del Sempione, circa 1850
A testimonianza dell’epoca restano l’Arena
comprende una porta principale ed una
di Luigi Canonica, costruita nel 1806 utiliz-
sussidiaria. Le strade sono classificate in
zando il materiale prelevato dalle fortificazio-
Corsi, o vie di tredici metri, Contrade2 tra-
ni spagnole e l’Arco di Luigi Cagnola, inizia-
verse, o vie di nove metri, Contrade divi-
to nel 1807, per celebrare le vittorie napoleo-
sionali o vie di sei metri, e Vicoli.
niche e terminato solo dopo il ritorno degli
All’interno delle strade cittadine prospera-
austriaci in omaggio alla Pace.
no le attività commerciali e i servizi artigia-
I lavori che richiedono ingenti somme di de-
nali qualificati (vetrerie, cristallerie, tipo-
naro per la costruzione di strade ampie e
grafie e oreficerie) mentre in periferia si
dritte denominate “rettifili” continuano a
delineano i primi consistenti insediamenti
non trovare finanziamenti, nonostante ciò si
industriali lungo i corsi d’acqua utilizzati
rifilano alcune vie, per aumentare e unifor-
sia come vie di comunicazione che come
mare la loro larghezza e omogeneizzare le
fonte di approvvigionamento di energia.
loro scenografie, si cambiano i nomi a quelle
L’agricoltura e la proprietà fondiaria resta-
principali (come Monte di Santa Teresa nel-
no, in ogni caso, le principali fonti di red-
l’attuale via Montenapoleone), si convertono
dito della borghesia che investe capitali in
ad usi civili gli edifici religiosi, mentre i bastio-
immobili e, anche se in misura inferiore, in
ni spagnoli da cinta difensiva si trasformano
iniziative industriali. Tra il 1828 – 1838, a
in circonvallazione alberata.
Milano, si registra un notevole fervore nel-
Milano, durante il periodo napoleonico
l’attività edilizia privata che è direttamente
viene divisa in sestieri, ciascuno dei quali
proporzionale alla dimensione della cresci-
1
1
Con il decreto vicereale del 9 gennaio 1807 si impone al comune di Milano il miglioramento simmetrico dei fabbricati fronteggianti le
strade e l’allargamento rettifilo delle medesime. Lo stesso anno la Commissione di Pubblico Ornato progetta, in soli sette mesi, il primo
piano regolatore di Milano conosciuto come Piano Napoleonico o Piano dei Rettifili .
2
Fino all’Unità d’Italia, a Milano le vie erano denominate contrade, mentre “ borghi” venivano detti, ancora nel secolo scorso, i gruppi di
case disposti lungo le Corsie tra la cerchia dei Navigli e quella dei Bastioni fatta erigere da Don Ferrante Gonzaga.
13
ta demografica e si concentra sul territorio
compreso tra i Navigli e i bastioni saturando il tessuto preesistente.
Carlo Cattaneo, testimone di tale fermento urbanistico ricorda di <non vedersi
una contrada dove non si rifacesse almeno
una casa>.
La scelta stilistica dominante resta il neoclassico che meglio si adatta agli edifici
ristrutturati, a questa seguono l’eclettismo e il revival3 che portano, però, gli architetti ad allontanarsi dalle reali necessità urbanistiche.
In quegli anni, gli unici interventi che assu-
Olmi e gli edifici scolastici prendono il po-
mono una significante rilevanza sono i pro-
sto di enti religiosi soppressi in età teresia-
getti non attuati per la sistemazione del
na o napoleonica.
Duomo e della zona circostante e la costru-
In città le aggregazioni sociali vengono di-
zione della chiesa di San Carlo Borromeo sul
stinte dalle diverse architetture degli edifici.
lato sinistro della corsia dei Servi.
Le residenze dei nobili e dei borghesi be-
Nel 1861 il comune di Milano vuole rinno-
nestanti vengono costruite in zone privile-
vare la complessa organizzazione urbana,
giate, mentre l’espansione edilizia delle
adattandola alle nuove esigenze dettate
classi meno abbienti si dispiega nelle zone
dal cambiamento di ruolo della città e dal-
periferiche. Gli edifici, in genere, con al-
lo sviluppo delle attività produttive , com-
loggi ad una o due camere presentano al
merciali e terziarie. La borghesia, al contrario della nobiltà che soddisfa privatamente
i propri bisogni, richiede spazi e luoghi alla città per svolgervi le attività commerciali e produttive. Nell’arco di vent’anni, la fascia dei broli, tra il limite dell’abitato e i bastioni, si dota di una serie di servizi pubblici che non ha mi avuto eguali. Numerosi
interventi migliorano le reti dell’acqua potabile, l’illuminazione, i mercati; viene edificato un nuovo carcere giudiziario eretto
sul sito del precedente ricavato nell’ex monastero cappuccino di San Vittore agli
3
Esterno della bottega di Carlo Antonelli, Milano, circa 1860.
Nel 1840 , Carlo Cattaneo definisce il revival come < un pensiero deliberato di rimettere in onore l’immagine di un tempo, che non potevasi evocare in cose di maggior momento>, cioè < una dimostrazione d’ordine politico, come lo era stato poc’anzi l’assoluta e violenta invasione delle forme romane
14
Carlo Cattaneo
(1801-1869)
Uomo politico e
scrittore, è allievo
del giurista
Romagnosi da cui
eredita la teoria
della perfettibilità e
dell’incivilimento
come continuo
progresso umano e
l’interesse illuministico
alla realtà fattuale e
sociale, lontana da
speculazioni astratte.
Nel periodo
prerivoluzionario,
Cattaneo diviene
portavoce di un
razionalismo
innovatore
saldamente legato
alle vicende
geografico – naturali,
storiche e,
soprattutto, civili.
Nel 1939 dirige il
“Politecnico”
repertorio di saggi
applicati alla cultura
e al benessere
sociale. La filosofia
che traspare da
questi scritti è
pragmatica positiva,
lontana da ogni
metafisica e si
propone di trasformare la natura e la
società mediante il
metodo sperimentale
delle scienze.
L’interesse per il
rafforzamento delle
vie di comunicazione,
la costruzione di
strade ferrate, la
celebrazione della
città come fulcro
degli antichi principi
municipali, rivela un
progressivo
rafforzamento del
sentimento nazionale
che trova un’esplicita
rivendicazione a
partire dalla prima
guerra
d’indipendenza.
tiere e di spazi verdi.
A questo impeto edilizio viene però a
mancare una legislazione urbanistica tanto
da indurre la città ad espandersi per fenomeni spontanei che frammentano qualsiasi progetto di costruzione inserita in una
logica unitaria.
Lo stesso vale per la dislocazione degli opifici, delle fabbriche e industrie nel territorio milanese non soggetti ad alcun regola-
Esterno delle
botteghe di
Avignone e Duroni,
Milano, circa 1835
mento sanitario, ma alla sola volontà dei
proprietari che ne scelgono l’area di edifipiano terreno spazi adibiti a botteghe o
cazione.
magazzini.
All’unificazione, il continuum urbano ha il
Tra il 1872 e il 1883 un’intensa attività di
suo punto focale nei vecchi Borghi, sedi
ristrutturazione trasforma i vecchi tessuti
decentrate di attività artigianali e di servi-
edilizi e gli edifici a più piani, che caratte-
zio oltre che di nascenti attività industriali
rizzavano la città, vengono sopralzati o so-
che si consolidano in coincidenza del-
stituiti da nuovi a maggiore densità.
l’apertura del traforo del San Gottardo
L’opera di allargamento delle strade sacri-
(1882), grazie al quale Milano diviene cen-
fica le corti e i giardini a favore di una nuo-
tro industriale , commerciale e finanziario
va distribuzione di servizi collettivi di quar-
a livello nazionale.
La dominazione austriaca
Divenuto a tutti gli effetti possedimento
ca a Milano consente anche alla città di
della casa d’Austria, il Regno Lombardo-
conoscere una crescita economica senza
Veneto non gode nemmeno della parven-
pari, soprattutto grazie a produzioni come
za di un ordinamento autonomo e il terri-
quelle tessile, metallurgica, meccanica, di
torio è presidiato da un imponente corpo
mobili, di prodotti chimici, che traggono
di occupazione composto da soldati au-
vantaggio dall’impiego del vapore come
striaci e croati, mentre i coscritti italiani,
forza motrice. Si sviluppano anche le infra-
obbligati a una ferma di ben otto anni,
strutture per trasportare merci e passegge-
prestano servizio fuori del regno. Ai demo-
ri: nel 1840 si inaugura i tredici chilometri
cratici e ai liberali che avevano sperato non
della ferrovia Milano-Monza e l’anno suc-
resta che la cospirazione contro l’Austria,
cessivo compaiono i primi omnibus. Nel
che ingrossa sempre più le sue fila di nuo-
1845 Milano gode della prima illuminazio-
vi adepti. Tuttavia, la dominazione austria-
ne a gas. L’accumulazione del capitale è
15
favorita anche dalla nascita delle Casse di
Risparmio, che intendono infondere nel popolo l’abitudine al risparmio. Gli studi statistici, economici, geografici vengono sostenuti
dal governo che non osteggia la nascita di
giornali riviste, mensili che fanno della città il
primo centro librario italiano e un centro culturale di rispetto per l’Europa intera.
Frontespizio per un almanacco dell’anno 1829
La Galleria De Cristoforis, 1832
Che si tratti di un momento felice per la città è testimoniato anche dal vigoroso rinnovamento urbanistico che essa vive, con l’apertura di nuove e importanti strade (corsia dei
Servi, via Manzoni, via Montenapoleone) e la
costruzione di palazzi sobri e sontuosi a un
tempo, e della Galleria De Cristoforis, con 70
esercizi commerciali
Almanacchi e Calendari
All’ inizio del XIX secolo i vecchi almanacchi milanesi del
Settecento continuano, regolarmente, ad essere pubblicati, così come i lunari che conservano le loro forme popolaresche
La stampa periodica
illustrata è nata
in Italia alla fine
dell’Ottocento,
sull’esempio inglese.
I primi giornali
corredati da
illustrazioni, che
iniziano a circolare
tra il 1830 e il 1840,
sono indirizzati ad un
pubblico popolare,
non alfabetizzato e,
comunque, con
difficoltà di lettura.
Lo scopo è la
diffusione
dell’istruzione
mediante immagini
che devono facilitare
l’acquisizione di
nozioni complesse
da parte di un
pubblico che non ha
familiarità con la
parola scritta.
Il prezzo dei giornali
è molto contenuto e
l’impostazione
enciclopedica con
ampie rassegne di
argomenti di vario
genere
(storia, geografia,
costumi, arte).
Le quattro stagioni, calendario per l’anno 1818
L’Illustrazione
Italiana
Fratelli Treves editori
16
Il patriottismo milanese
Ma lo sviluppo economico non pare suffi-
dipendenza e che anticipano la clamorosa
ciente per tutti coloro che vedono concul-
protesta del gennaio 1848: lo sciopero del
cata la libertà: negli anni Trenta le idee del-
fumo. Scoppiano tumulti fra i milanesi che
la “Giovane Italia” mazziniana penetrano
rinunciano a fumare e provocatori e agen-
in Lombardia e a Milano, raccogliendo en-
ti austriaci che scendono per le strade
tusiastiche adesioni fra teorici importanti
ostentando in bocca anche due sigari. Il 3
di questo stesso sviluppo a partire da Carlo
gennaio ci sono scontri che provocano 5
Cattaneo, fondatore de “Il Politecnico”,
morti e 54 feriti e i milanesi raccolgono
per arrivare a Cesare Cantù e Giulio
fondi per le famiglie delle vittime e diserta-
Carcano. Gli atti di ostilità nei confronti dei
no in massa la Scala in segno di protesta.
dominatori austriaci diventano sempre più
Così, mentre a Napoli Ferdinando II di
frequenti e non bastano le isolate amnistie
Borbone concede la costituzione (20 gen-
concesse dal governo per convincere i pa-
naio 1847), e Carlo Alberto fa lo stesso per
trioti che sognano l’insurrezione contro il
il
dispotismo austriaco.
Granducato di Toscana (17 febbraio),
L’elezione di Pio IX, uomo mite e avverso
Milano è costretta a sentire le deliranti
alla casa d’Austria, al soglio pontificio (16
minacce dell’ottantaduenne
giugno 1846) e la morte in Svizzera di un
Radetsky e il 22 febbraio pubblica la cosid-
perseguitato politico, capofila del patriotti-
detta “legge stataria” che altro non è che
smo milanese, Federico Confalonieri (10
lo stato d’assedio per la città, cui si accom-
dicembre 1846), rinsaldano un fermento
pagna la minacciosa costruzione di mura-
che si manifesta sui muri di Milano con
glie con feritoie davanti alle due porte del
scritte che inneggiano al pontefice e all’in-
castello.
Piemonte
(8
febbraio)
e
per
il
generale
Milano nel contesto delle grandi rivoluzione
europee del ’48: le cinque giornate
e la prima guerra d’Indipendenza
E’ ancora Parigi a dar fuoco alla rivolta
cacciata di Metternich (13 marzo). Il 18
contro il dispotismo costringendo il re alla
marzo insorgono Berlino e Milano, dando
fuga e instaurando un governo provvisorio
vita alle celebri “Cinque giornate”, guida-
della Repubblica francese (25 febbraio
te da Carlo Cattaneo che propone la guer-
1848), seguita, da Budapest che reclama
ra federale contro l’Austria. Malgrado le
l’autonomia da Vienna(3 marzo), e dalla
parole sprezzanti di poco tempo prima,
stessa Vienna, dove i liberali vogliono la
Radetzky sembra incapace di reggere l’ur-
17
to degli insorti e di prepara alla fuga inglo-
mani di Radetzki. I milanesi, che si sentono
riosa prelevando 1.325.000 lire dalla zec-
traditi essendosi dichiarati pronti a resiste-
ca. La situazione appare del tutto favore-
re, si affollano sotto palazzo Greppi. Carlo
vole all’insurrezione e all’ipotesi del
Alberto tentenna: promette di capeggiare
Cattaneo, tanto che il 23 marzo in città
la resistenza della città, ma nella notte fra
non è rimasto un solo soldato imperiale.
il 5 e il 6 agosto il re abbandona la città,
Ma i moderati, in particolare Gabrio
seguito dal grosso dell’esercito e da mi-
Casati, vogliono perseguire un’altra stra-
gliaia di milanesi e lombardi che scelgono
da: quella della fusione con il Piemonte, ti-
volontariamente l’esilio.
morosi che, se vincesse la rivoluzione de-
Il 6 agosto Radetzky riconquista una città
mocratica, avrebbero potuto perdere il po-
già sconfitta a deserta, sulla quale dichiara
tere sociale e politico. Mentre Milano con-
trionfalmente lo stato d’assedio e sotto il
ta i suoi seicento caduti, il dibattito politi-
nuovo governatore militare: Felice di
co diventa lotta senza quartiere fra indi-
Schwarsenberg.
pendentisti e fusionisti con il Piemonte,
Un ulteriore tentativo di Carlo Alberto di
senza, peraltro, che l’esercito sabaudo del-
riprendere le ostilità contro l’Austria (12
l’inetto re Carlo Alberto riesca ad approfit-
marzo 1849) viene sconfitto e il re abdica
tare del momento di sbandamento degli
a favore del figlio Vittorio Emanuele II che
austriaci per infliggere loro significative
firma l’armistizio con Radetzky a borgo di
sconfitte, almeno fino a Goito e a
Vignale (Novara, 24 marzo) e la pace a
Peschiera, per subire poi una sconfitta de-
Milano (6 agosto 1849). Un atto che sem-
cisiva nella battaglia di Custoza (25 luglio
bra segnare la vittoria delle forze reaziona-
1848) che segna la ritirata dell’esercito
rie sul più generale moto nazionale e an-
piemontese e la capitolazione di Carlo
tiaustriaco.
Alberto, insediato a palazzo Greppi, nelle
Milano verso l’Unità d’Italia.
Il 21 settembre 1851 entra in Milano il
per i patrioti antiaustriaci, con l’atteggia-
nuovo, giovane imperatore Francesco
mento fermo di Vittorio Emanuele e del
Giuseppe, accolto con freddezza, ma an-
suo fedele consigliere Camillo Benso di
che con curiosità dai milanesi. La repres-
Cavour.
sione continua, con la forca che lavora a
Il 15 gennaio 1857 l’imperatore austriaco
pieno ritmo per sopprimere i responsabili
torna di nuovo a Milano ed è accolto an-
delle Cinque giornate, mentre vengono
cora più freddamente dalla popolazione
posti sotto sequestro i beni dei profughi
che non sembra essere colpita dai suoi
lombardi, in gran parte esuli in Piemonte.
tentativi di farsi apprezzare con gesti quali
Ed è dal Piemonte che si apre uno spiraglio
il finanziamento del restauro del refettorio
18
delle Grazie dove si trova il Cenacolo, lo
sardo rinnovando a Vittorio Emanuele il
stanziamento di 25.000 fiorini per l’erezio-
desiderio dell’annessione della Lombardia
ne di un monumento a Leonardo da Vinci,
al Piemonte. L’8 giugno, lo stesso Vittorio
la donazione al comune di una preziosa
Emanuele, assieme a Napoleone III, entra
raccolta di oggetti di storia naturale e, so-
in Milano, accolto dai milanesi esultanti:
prattutto, l’esonero, dopo 72 anni di servi-
l’11 giugno la “Gazzetta di Milano” ripor-
zio, dell’odiato feldmaresciallo Radetzky
tava come, quando Napoleone III e Vittorio
dalle cariche di comandante dell’armata e
Emanuele comparvero dalla loggia della
di governatore generale del Lombardo
Scala «scoppiò quell’eruzione di evviva a
Veneto. Nemmeno la sostituzione al go-
cui si affida una gioia che non ha ritegno».
verno del territorio del mite arciduca
Le vicende successive, in particolare il “tra-
Massimiliano (6 settembre 1857) riesce a
dimento” di Napoleone III che preferisce
convincere i milanesi ad apprezzare gli
ritirarsi dal conflitto con l’Austria prima di
Austriaci. Tutt’al più favorisce nuove dimo-
arrivare a liberare Venezia (preliminari di
strazioni antiaustriache scatenate dalle no-
Villafranca 11 luglio 1959), non minano la
tizie che arrivano dal vicino Piemonte che
fiducia dei milanesi che confidano nella
aveva
con
volontà di Vittorio Emanuele e di Cavour
Napoleone III (Plombières 1858), imperato-
di portare a compimento l’opera dell’unifi-
re dei francesi dal 1852, per l’intervento
cazione dell’Italia. Ed infatti, nel novembre
accanto al Piemonte in caso di ultimatum
1860 l’Italia è ormai fatta ed è saldamente
austriaco, che arriva, puntuale e baldanzo-
nelle mani del partito moderato piemonte-
so, il 20 aprile 1859. La guerra scoppia e
se: il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II
Napoleone III scende nella pianura Padana
assume il titolo di re d’Italia. Non tutti i mi-
al comando di 100.000 soldati franco-pie-
lanesi esultano: il tenace propugnatore
montesi, conquistando in breve tempo
dell’unità d’Italia, Cesare Correnti, si lascia
Montebello, Palestro, Magenta e arrivando
scappare note di perplessità: «Quest’Italia
alle porte di Milano. Il 5 giugno 1859 gli
nuova Dio la benedica! Ma fin qui è un
Austriaci abbandonano disordinatamente
corpo che non ha ancora trovato un’ani-
Milano e una deputazione del corpo muni-
ma! E intanto l’anima della vecchia Milano
cipale milanese si reca al quartier generale
se ne va!».
siglato
accordi
segreti
Milano italiana
Milano è al centro di una provincia che, as-
convivenza di realtà sociali e storiche mol-
sieme al Piemonte, rappresenta un’ecce-
to differenti, addirittura al limite della in-
zione all’interno di un contesto non certo
comprensione reciproca.
brillante per il giovane Stato sia dal punto
Al momento dell’Unità Milano conta poco
di vista economico che da quello della
meno di 250.000 abitanti dei quali 48.000
19
non ancora inurbati, che vivono fuori della
carie per ristrutturare piazza Duomo.
cinta daziaria nei cosiddetti Corpi Santi,
Ma, intanto, la popolazione protesta per
dove sono dislocate le imprese industriali e
il caro-pane, assieme ai soldati che, orfa-
commerciali.
ni di guerre, non sanno più che fare e
La nuova e ambiziosa giunta municipale
chiedono a gran voce «o guerra o con-
sembra voler chiudere con un passato ri-
gedo».
sorgimentale, sia sequestrando il giornale
Le proteste popolari non fermano la
mazziniano “L’Unità Italiana”, ma anche e
smania di rinnovamento urbanistico del-
soprattutto dal punto di vista urbanistico,
la città ed è lo stesso re a porre la prima
eliminando quel retaggio di viuzze maleo-
pietra della galleria Vittorio Emanuele il
doranti e dimesse che attorniano il Duomo
7 marzo 1865.
dando ancora della città un’immagine
strapaesana. Si vuole confezionare una
nuova metropoli degna dell’ambizione di
divenire la guida economica del nuovo
Regno e per questo vengono fatti passi accelerati: gli uffici comunali vengono trasferiti a palazzo Marino, viene estesa l’illuminazione a gas lungo i Navigli, si autorizza
la costituzione di una “Società anonima
per gli omnibus” e si chiede un prestito di
10.000.000 di lire ad alcune società ban-
Tariffa dei servizi
privati fatti dalla
società anonima
degli Omnibus
nel 1873
Tramvay
Milano-Monza
inaugurato
il 10 agosto 1876
20
Lavori per l’apertura
della Galleria, dal
lato di Piazza del
Duomo
d’Italia. Intanto Milano continua a crescere
economicamente e demograficamente fino a raggiungere, nel 1873, i 300.000 abitanti e patrocina il progresso a tutti i livelli
con i primi esperimenti di illuminazione
elettrica di piazza del Duomo (18 marzo
1877), le prime prove di volo di Enrico
Forlanini, i primi esperimenti telefonici dei
fratelli Giacosa (30 dicembre 1877).
Il 9 gennaio 1878 muore Vittorio
Emanuele e il 7 febbraio Pio IX, due esponenti dell’epopea risorgimentale scompaiono in breve tempo, ma la città non sem-
La Galleria Vittorio
Emanuele II,
aperta al pubblico il
15 settembre 1867
bra avere il tempo di piangerli troppo ed è
pronta il 30 luglio 1878 ad accogliere il
Sul fronte più generale, si torna a parlare
nuovo sovrano, Umberto I°, al quale dimo-
di guerra contro l’Austria per la risoluzione
stra da subito un affetto che pare ricam-
del problema del Veneto. Ma è noto come
biato nell’augurio che il re rivolge ai
il tentativo di Garibaldi si concluse con l’or-
Milanesi in occasione della candidatura
dine perentorio di interrompere la sua
della città all’organizzazione di una gran-
marcia trionfale verso Trento e con l’umi-
diosa Esposizione industriale: «Ho piena fi-
liante pace di Vienna (3 ottobre). Nella
ducia nell’esito: Milano riesce sempre». Ed
successiva guerra franco-prussiana (19 lu-
è questo che gli intraprendenti industria-
glio 1870), le truppe italiane assediano
li milanesi si vogliono sentir dire nella
Roma che si arrende e diventa la capitale
frenetica corsa al progresso che li illude
21
di poter competere persino con New
ampie piazze. Sconvolgimenti urbanistici
York con l’inaugurazione della prima
che
centrale elettrica europea in via S.
Lazzaretto, del viale alberato dello stra-
Redegonda, nel 1883.
done di Loreto, sostituito dall’attuale
L’anno successivo l’ing. Cesare Beruto è
Corso Buenos Aires. Persino il castello è
incaricato di mettere mano a quel piano
a rischio per la proposta del sindaco
regolatore che, pur con varianti e modi-
Belinzaghi di demolirlo per far posto a
fiche successive, è stato alla base di un
un
riordino viario e dell’ampliamento della
Fortunatamente la sua proposta non sa-
città di cui si vedono ancora oggi gli ef-
rà accettata e Luca Beltrami sarà incari-
fetti: le ultime vestigia della Milano ri-
cato di dirigere il restauro e l’integrazio-
sorgimentale cadono sotto i colpi del
ne del castello nella città, anche se i la-
piccone, sostituite da vie in rettifilo e
vori inizieranno solo nel 1893.
portano
quartiere
alla
di
distruzione
case
del
popolari.
La Milano operaia e i cannoni di Bava Beccaris
Ma, accanto alla Milano che cresce vertigi-
zione del prospetto di palazzo Marino ver-
nosamente, c’è anche quella che consente
so piazza della Scala.
con il suo lavoro, l’accumulazione della ric-
Il 30 agosto 1892 muore il sindaco
chezza. E’ quella classe operaia che soffre
Belinzaghi e viene sostituito dall’ing. Pippo
condizioni di vita e di lavoro pessime e che
Vigoni, che prosegue nell’opera di moder-
ha iniziato a organizzarsi nella “Lega dei fi-
nizzazione, ma anche di crescita culturale
gli del lavoro” fondata nel 1883 a Milano
della città.
che confluirà, nel 1885, nel Partito
Ma la città non può rimanere estranea alle
Operaio Italiano, fondato da Filippo Turati,
vicende di un’Italia che subisce l’infelice
astro nascente del socialismo italiano.
politica repressiva del secondo governo di
La Milano degli anni di fine secolo è perva-
Francesco Crispi (dicembre 1893-marzo
sa dal dibattito attorno alla necessità di su-
1896) che attacca le Camere del Lavoro e
perare le condizioni di arretratezza econo-
le organizzazioni sindacali e che vuole
mica e, soprattutto, politica in cui vive la
sciogliere il partito socialista. Per resistere
classe operaia, ma anche dalla cronaca cit-
contro il violento e ingiustificato attacco
tadina dei successi di Eleonora Duse con
repressivo, a Milano si fonda la “Lega del-
“La Signora delle Camelie” al teatro
la libertà” che riunisce socialisti, radicali e
Carcano e della prima dell’Otello di Verdi
liberali di sinistra. La dolorosa sconfitta di
alla Scala (5 febbraio 1887).
Adua (1 marzo 1896) provoca la caduta di
Nello stesso tempo, fra il 1888 e il 1892
Crispi e il governo passa a Di Rudinì (mar-
l’architetto Beltrami prosegue l’opera di
zo 1896 maggio 1898) che si trova a do-
riordino urbanistico realizzando la sistema-
ver gestire una situazione di grande mal-
22
contento a livello sociale e politico che, a
sulla strada parecchi operai di Milano, la
Milano, si organizza e si mostra in tutta la
paura fece ammazzare un centinaio di per-
sua forza in occasione dei funerali del radi-
sone, e ferirne più o meno gravemente pa-
cale Felice Cavallotti, caduto nell’ultimo di
recchie centinaia; la paura ha fatto crede-
34 duelli sostenuti nella sua breve vita
re in tutta Italia che la nostra città fosse a
(aveva 44 anni), il 6 marzo 1898.
due dita dalla catastrofe; la paura ha fatto
Il 5 maggio 1898 scoppiano disordini in di-
sì che siamo fuor della legge, e che sia so-
verse città a causa della insostenibile situa-
spesa ogni libertà, ogni guarentigia costi-
zione alimentare. A Milano i socialisti dif-
tuzionale».
fondono un manifesto, scritto da Turati
I fatti milanesi portano alla caduta di Di
che inneggia alla rivolta contro il militari-
Rudinì a cui succede il generale Pelloux,
smo governativo. Il giorno successivo la
che si mantiene sulla linea di provvedimen-
forza pubblica assassina un giovane opera-
ti legislativi restrittivi delle libertà democra-
io, Muzio Mussi, a Pavia. La protesta dila-
tiche, in primo luogo quelle di stampa, di
ga in città e il 7 la parola d’ordine è lo scio-
riunione e di associazione.
pero generale. Una colonna di duemila di-
Umberto I°, dopo aver premiato il “macel-
mostranti viene affrontato da uno squa-
laio” Bava Beccaris, conferisce contraddit-
drone di cavalleria proveniente da via
toriamente la medaglia d’oro a Milano in
Senato. A mezzogiorno piazza Duomo è
occasione del cinquantenario dello Statuto
occupata militarmente dalle truppe del ge-
e delle Cinque giornate. Un gesto che
nerale Bava Beccaris, che ha assunto i pie-
molti milanesi percepiscono come un in-
ni poteri e che spara sulla folla. Dopo tre
sulto. Il 29 luglio 1900, mentre si allonta-
giorni di scontri sanguinosi e di arresti di
na in carrozza dopo aver assistito a una
massa (circa 800 manifestanti), il 10 mag-
manifestazione ginnica alla palestra Forti e
gio la città ritorna alla “Normalità” garan-
Liberi di Monza, il re viene colpito da 3 col-
tita dai soldati che ancora bivaccano e dai
pi di rivoltella sparati dall’anarchico
cannoni minacciosi che non sono stati ri-
Gaetano Bresci che vuol così vendicare i
mossi: alla fine si contano fra i dimostran-
martiri di Milano.
ti 83 morti (fra cui 13 donne) e un solo
Il secolo si chiude con la salita al trono di
morto fra le forze dell’ordine. I feriti non si
Vittorio Emanuele III che, lungi dall’indul-
contano nemmeno.
gere in espressioni bellicose nei confronti
Il Paese assiste indignato alla nomina da
della sinistra, si limita a dichiarare la neces-
parte di Umberto I° del generale Bava
sità di tutelare inscindibilmente la libertà e
Beccaris a prefetto di Milano e alla conces-
la difesa della Monarchia.
sione a lui di un’onorificenza militare per
come ha “liberato” la piazza di Milano.
Pochi giorni dopo il direttore del “Corriere
della Sera”, Torelli Viollier, commentava i
fatti con queste parole: «La paura gettò
23