MILANO NELL’OTTOCENTO FAI XIV GIORNATA DI PRIMAVERA 2006 SCHEDE DIDATTICHE PER GLI “ALLIEVI CICERONE” L’Impero austriaco prima della conquista francese Leopoldo II d’Asburgo (1747-1792), terzo- il patriziato nostalgico da un lato, ma an- genito di Maria Teresa d’Austria si trova a che coloro che avevano osteggiato l’asso- gestire la successione al trono austriaco. La lutismo giuseppino, ma non i suoi tenta- sua azione riformista da quando, nel tivi di riforma che, invece, Leopoldo II ri- 1765, era diventato granduca di Toscana dimensiona. con il nome di Leopoldo I, gli aveva valso I riformisti passano all’opposizione e ver- la fama di uomo illuminato, favorevole al- ranno bollati con il nome di “giacobini”, la libertà economica e civile, a una retta mentre il patriziato reazionario sembra amministrazione e a una giustizia penale trionfare davanti a un sovrano la cui azio- efficace e ispirata ai principi umanitari di ne di governo si era ispirata ai principi Cesare Beccaria, una disciplina ecclesiale dell’illuminismo, ma che ora è costretto a riformata e basata su una liturgia di stam- fare i conti con le conseguenze di questi po giansenistico. stessi principi: una Rivoluzione come quella francese che non lascia spazio alle riforme, ma che pretende, invece, la trasformazione integrale dello Stato e della Secondo Giansenio (1585-1638) il sacrificio di Cristo non vale per l’intera umanità, non tutti gli uomini possono salvarsi, ma solo quelli prescelti da Dio. Nel 1713, Clemente XI società. Una rivoluzione che è alle porte e contro la quale Leopoldo II decide di muovere guerra, cercando di creare una sorta di cintura sanitaria contro le pericolose idee rivoluzionarie trasmesse da agenti francesi venuti a Milano e dai libri “sediziosi” che vengono sequestrati. Fra le opere che, per editto, non poterono essere introdotte in Lombardia vi fu emana la bolla Unigenitus con la quale condanna le tesi gianseniste diffuse nell’opera dell’oratoriano Pasquier Quesnel. Più tardi, nella Vera idea della Santa Sede, il giansenista italiano Pietro Longhi sostiene che la piramide gerarchica della Chiesa, composta da vescovi, preti e diaconi non è voluta da Cristo una gazzetta “Eguaglianza e Libertà”, pubblicata a Parigi in lingua italiana. Leopoldo II muore improvvisamente nel 1792 e gli succede il figlio Francesco II Sono questi i principi che cerca di tradur- con il quale si chiude decisamente qual- re in pratica quando succede al fratello siasi fase riformistica e si inaugura la po- Giuseppe II, ma la sua opera di riforma litica di repressione aperta dello spirito ri- viene percepita dalla società civile milane- voluzionario, sia all’interno che all’ester- se come l’azione di un sovrano mite e ar- no dei confini dell’Impero austriaco che rendevole e finisce per scontentare tutti: diventa il capofila della reazione europea 3 contro la Francia rivoluzionaria, ormai en- Luigi XVI e di Maria Antonietta, di cui trata nel periodo più cruento, quello del Francesco II è nipote. Terrore giacobino, delle decapitazioni di Verso la conquista napoleonica I milanesi non sembrano rendersi conto speravano così di evitare più pesanti pre- della gravità del momento, cullati da un lievi fiscali. benessere che si può toccare con mano. Ma le sorti controverse della guerra, do- Sono, però, ben presto richiamati alla re- po le prime incerte vittorie degli austro- altà dall’imperatore che comincia a batter prussiani, suggeriscono ai milanesi atteg- cassa per sostenere la guerra austro-prus- giamenti più cauti che irritano l’imperato- siana-piemontese contro i francesi, che re che sollecita continui prestiti, aumenta hanno dichiarato guerra all’Austria il 20 la repressione contro la propaganda rivo- aprile 1792. Il 17 aprile 1793 in Duomo si luzionaria infiammata anche dalle rimo- intona un solenne “Te Deum” per invoca- stranze per gli eccessivi rincari di prezzi re la grazia divina sulle armi antifrancesi e che costringono la Congregazione gene- il 10 giugno la Congregazione dello Stato rale dello Stato a spedire a Vienna un me- consegna ben 1.000.000 di fiorini per le moriale dichiarando l’impossibilità di so- spese di guerra, “dono” dei milanesi che stenere «ulteriori straordinari pesi». La campagna d’Italia del generale Napoleone Bonaparte Al comando di una sparuta armata il ge- lascia prudentemente Milano affidando- nerale corso Napoleone Bonaparte, nel- ne l’amministrazione a una giunta di go- l’aprile 1796 inizia la sua discesa verso verno e di consiglio cittadino presieduto l’Italia, sconfiggendo a più riprese i pie- dal vicario di provvisione Francesco Nava. montesi fino a costringere Vittorio Il 12 maggio 1796 Lodi cade nelle mani Amedeo III di Savoia a sottoscrivere l’ar- dei francesi e i milanesi temono per le mistizio di Cherasco (28 aprile 1796) e la sorti della loro città, tanto che lo stesso successiva Pace di Parigi con la quale ce- Pietro Verri, dopo anni di austera solitudi- de alla Francia Nizza e la Savoia ed esce ne, cerca di organizzare un piano di tute- dalla coalizione antifrancese. Passato il Po la dei patrimoni pubblici. Da parte della a Piacenza, Bonaparte sconfigge gli au- giunta di governo, vengono inviati all’ac- striaci a Codogno. L’arciduca-governatore campamento francese due decurioni, 4 Francesco Resta e Francesco Melzi d’Eril, gna le chiavi della città e mentre parte del per presentare omaggi “devoti e disinte- popolo tripudia indossando coccarde tri- ressati” al generale. Dopo l’usuale sfuria- colore e inneggia “a una repubblica ita- ta, Napoleone fa promesse vaghe e fu- liana indipendente una e indivisibile”, mose di indipendenza senza convincere un’altra parte teme che si tratti di una gli ambasciatori milanesi. Infatti, il 14 semplice sostituzione di dominio da parte maggio, generale dei francesi agli austriaci che, ancora as- Massena, entra in città l’avanguardia serragliati nel castello, si arrenderanno francese alla quale Francesco Nava conse- qualche settimana più tardi. al comando del Bonaparte a Milano Ingresso di Bonaparte e delle truppe francesi da Porta Romana, 15 maggio 1796 In effetti, però, la novità della presenza ragliati a Mantova. Il passaggio dell’eser- francese vivacizza la parte ricca della cito francese è costellato di piccole insur- Milano nobile e borghese che organizza rezioni che non riescono a fermarne, pe- spettacoli fastosi alla Scala. rò, l’avanzata: in pochi giorni cadono i Bonaparte forma una municipalità in cui ducati di Parma e di Modena, le repubbli- conservatori, giacobini e moderati si an- che di Genova e di Lucca, il Granducato nullano a vicenda e in cui, in seguito, en- di Toscana, fino a lambire lo Stato trerà anche Giuseppe Parini, per rimaner- Pontificio. Modena e Reggio insorgono vi per soli 40 giorni. dando vita alla Repubblica cispadana In quel periodo Milano è il maggior cen- (27 novembre 1796 - 9 gennaio 1796) tro del patriottismo italiano. che adotta il tricolore. Il 23 maggio, Bonaparte lascia Milano per Sancita la sconfitta degli Austriaci con proseguire la guerra agli Austriaci asser- l’armistizio di Leoben del 18 aprile 1797, 5 il 5 maggio Bonaparte rientra a Milano le forze democratiche cittadine prendes- che si avvia a diventare la capitale morale sero il sopravvento rivendicando l’indi- d’Italia, nel progetto della Repubblica ci- pendenza per l’intera Italia settentrionale salpina, ufficialmente inaugurata al lazza- che, invece, nei piani del generale, avreb- retto il 9 luglio 1797- sulla base di una be dovuto rimanere saldamente nelle ma- costituzione del tutto simile a quella fran- ni francesi con l’appoggio di una forte cese del 1795 dell’anno III - che compren- borghesia conservatrice. Ma ben presto è derà, oltre alla Lombardia, anche i territo- richiamato alle armi dalla campagna ri veneziani fra Adda e Mincio, la d’Egitto e lascia il comando dell’armata Valtellina, che era dei Grigioni, e i territo- d’Italia al generale Berthier. ri della Repubblica cispadana. I primi atti Nel frattempo, nella primavera del 1799, di governo della cisalpina sono importan- dilaga nella pianura padana un potente ti: viene istituito il matrimonio civile, abo- esercito austro-russo, comandato dal ge- lite le primogeniture, vietato fare testa- nerale Suvaroff, che fa crollare le repub- mento a favore delle manimorte (chiesa e bliche francesi, prima fra tutte la cisalpi- congregazioni religiose), parificate le na. Gli Austriaci sono accolti a Milano co- femmine ai maschi nelle successioni, fis- me liberatori, ma vengono nuovamente sata la maggiore età a vent’anni. Alle ri- scalzati dal Bonaparte, che questa volta forme innovative, cui plaudono i sosteni- ha abbandonato la maschera repubblica- tori delle idee democratiche e liberali, fa na e il 2 dicembre 1804 si è fatto incoro- da contrappeso la difficile situazione del- nare imperatore a Notre Dame. Il 7 giu- le finanze pubbliche: il primo anno re- gno 1805 Napoleone inaugura il Regno pubblicano si chiuderà con un disavanzo d’Italia, nel quale Milano occupa un po- di 35.000.000 di franchi che avevano sto centrale, ma soprattutto come area di preso la strada delle casse francesi. Inoltre prelievo fiscale e di espansione per l’indu- la presenza del corpo d’occupazione stria francese. francese non è lieve, ed anche le opere La parabola di Napoleone termina con d’arte vengono spedite in Francia a im- l’abdicazione del 6 aprile 1814 a seguito pinguare i musei d’Oltrarpe. dell’entrata delle truppe della coalizione Il 17 ottobre 1797 Bonaparte conclude la antifrancese a Parigi il 31 marzo 1814. guerra contro l’Austria, siglando la pace Il Regno d’Italia gli sopravvive di poco: il di Campoformio che consente agli 12 giugno 1814 il generale austriaco Austriaci di impadronirsi i buona parte del Bellegarde annuncia ai Milanesi il “felice territorio della repubblica veneta, Venezia destino” della Lombardia: l’aggregazione compresa. all’Impero d’Austria. Dalla villa Crivelli di Mombello, scelta a sua sede, Napoleone controlla direttamente l’evolvere della nuova e fragile istituzione, forse per la preoccupazione che 6 La moda nell’Ottocento A partire dalla fine del XVIII secolo, una nuova tendenza prese corpo in seno alla moda europea. Le conquiste di Napoleone, e la sua volontà imperialistica, avevano unificato l'Italia in un solo regno, che aveva a capo un francese. L'influenza d'oltralpe era quindi chiaramente molto forte, ed aveva portato in tutta l'Italia una corrente stilistica nuova, detta Neoclassicismo, che suggestionò tutti i campi dell'arte, compresa la moda. Donna con vestito stile 'Impero' Se nella scultura si vide il ritorno di pose classiche ispirate alle statue greche, e nella letteratura comparirono continui richia- mi vestiti si arricchirono leggermente di mi alle mitologie latine, nell'abbigliamento pizzi e stoffe pregiate. Per la sera veniva emerse il cosiddetto stile Impero, ispirato indossato anche una sorta di 'grembiule', all'abbigliamento degli antichi Romani. di pizzo o della stessa stoffa del vestito, che era arricchito da ricchi intarsi d'oro o d'argento. L'abbigliamento femminile La sera poteva essere indossata anche I colori scomparvero dagli abiti femminili, una tunica, ossia un altro vestito, portato quasi a dare alle donne l'aspetto marmo- sopra al primo, di solito più corto ed reo delle antiche statue, in modo che le si- aperto sul davanti, che era chiuso solo in gnore potessero muoversi in armonia con vita, in modo da lasciare ben visibile l'abi- le sobrie abitazioni d'inizio secolo. to interno. L'indumento principale, un vestito lungo Con il passare degli anni, lo stile Impero si fino alle caviglie, dritto e leggiadro, era se- modificò lentamente, progredendo verso gnato da una cintura, o una sciarpa, posta lo stile romantico. Le scollature si restrin- sotto il seno, e doveva fluttuare ad ogni sero un poco, divenendo da quadrate a passo della dama. punta, e ben presto scomparirono, coper- Le braccia erano solitamente nude, la sola te dalle chemisettes, camicette a collo al- parte coperta era la spalla, chiusa in una to, di tessuto leggero o mussola, che ve- corta manica a palloncino; le scollature, nivano portate sotto i vestiti. quadrate, erano molto ampie. A partire dal 1805, data in cui Napoleone Dal 1815 in poi, spalle, collo e petto do- fu incoronato re d'Italia, questi semplicissi- vevano essere rigorosamente coperti, in 7 Questo continuo cambiamento dipese dal fatto che l'800 fu un secolo marcato da grandi sconvolgimenti politici, in Italia, come nel resto del mondo, ed ogni mutamento sociale, come è facile intuire, influenzò e portò trasformazioni nell'abbigliamento. Intorno al 1820, infatti, le maniche furono nuovamente e drasticamente accorciate. Prima che la tunica divenisse un vero e proprio soprabito, più pesante e un po' più lungo, le dame per ripararsi dal freddo, potevano (o volevano) usare solo degli contrasto con le nudità del decennio pre- scialle. Nel 1815, però, comparve una cedente. Le scollature vennero accettate giacca corta, che non oltrepassava la vita, solo negli abiti da sera. detta spencer. Questo giacchetto, a mani- Nel frattempo, in Francia, sotto i vestiti si che lunghe, poteva essere di velluto, d'in- resero visibili ampi mutandoni, detti panta- verno, e di stoffe leggere, d'estate. lon, che si stringevano alla caviglia e finiva- Divenuto sempre più ricco di abbellimenti, no con una balza di pizzo o merletti. venne decorato anche con fogge militari, Poiché i vestiti erano ancora lunghi e a vi- prendendo il nome di spencer all'ussara o ta alta, l'effetto del pantalon non fu ag- all'ungherese. graziato, finché le gonne non si ampliaro- Ma la minaccia di epidemie di influenza no di nuovo, qualche decennio più tardi. aveva portato le dame a coprirsi anche con In Italia, la moda della biancheria in vista le cosiddette dogliette, soprabiti imbottiti, non fu mai accolta, ma le maniche allun- che venivano chiusi davanti, con un incro- gate furono arricchite da diversi accorgi- cio. Nel 1815, comparve anche la witz- menti. In generale, però, queste erano choura, una specie di cappuccio foderato strette dalla spalla al polso, con un polsino di pelliccia. rivoltato, e quando non erano attaccate al vestito, facevano parte della camicetta che Dopo il Congresso di Vienna (1814-15), spuntava da sotto. l'Europa fu scossa da un nuovo impeto Possiamo dire che la moda dell'800 fu un culturale, ed il Neoclassicismo fu spazzato alternarsi di flussi. Da un decennio all'altro via dal Romanticismo. I modelli di riferi- si videro maniche corte, poi lunghe e poi di mento non furono più gli ideali ispirati alle nuovo corte; gonne strette, ampie e poi antichità greche e romane, ma tre nuovi strette con il sellino, lo stesso per le scolla- grandi temi: Patria, Amore e Morte. ture, prima ampie, poi inesistenti e poi di nuovo ampie. 8 La moda risentì fortemente anche di que- Retro di un vestito da donna del 1805 sto fresco moto intellettuale, e voltò le Il pallore, la figura emaciata ed eterea di- spalle allo stile Impero. L'attenzione delle vennero doti fondamentali delle dame ele- dame italiane à la page si spostò dalla ganti, sempre pronte a versare qualche la- Francia all'Inghilterra, in special modo ai crima in candidi e trasparenti fazzoletti di romanzi inglesi contemporanei. I vestiti stoffa delicata. dovevano armonizzare con il carattere lu- Tra il 1822 e il 1840, le gonne lunghe e stret- gubre dei cimiteri, dei salici piangenti, dei te vennero dimenticate e risorsero sottane piovosi paesaggi inglesi, andando contro larghe e corte, ampliate da sostegni nascosti. la luminosità e lo splendore dei giardini al- Le maniche si gonfiano a dismisura e le don- l'italiana, ricchi di ninfee e statue. ne misero nuovamente il corsetto. Vite sottilissime, strette nel busto, contrastavano con l'ampiezza delle scollature da spalla a spalla. Le dame di coprirono con la redingote, cappotto a tre quarti allacciato sul davanti, o con ampi e rotondi mantelli. Gli spencer, quasi scomparirono e le scollature si arricchirono di fazzoletti posti ai lati del petto. Comparve inoltre la pellegrina, una corta mantella che copriva la dama fino al gomito, lasciando visibile l'esilità della vita. Questo capo, in tutte le sue varianti di pelliccia o di raso pregiato, era molto alla Dama inglese del 1868, in tenuta da equitazionee moda e distingueva le dame più eleganti. Fu in questo periodo che comparve per la Abito 9 prima volta il boa, una lunga sciarpa tubo- che nel 1827, per un periodo divennero lare, di pelliccia o di piume di struzzo, d'in- 'gilets giraffa', ossia gialli con le macchie verno, o di tulle o di garza, d'estate. marroni, ispirati alla nuova giraffa esposta Dal 1830, comparvero anche i manicotti, al Jardin des Plantes, di Parigi. Se non era- caldi scalda-mani di pelliccia, e il cachemire, no 'giraffati', però, i gilets potevano esse- venne fortemente richiesto. I mutandoni, re ricamati o di tessuti ispirati all'antichità. oramai di uso diffuso, non erano più visibili, e la biancheria intima divenne di dominio pubblico. Sottane e busti furono capi importanti, tanto che delle prime, d'inverno, ne venivano portate anche più di una alla volta, per dare volume alle gonne. Dal 1845 in poi, la moda subì però un altro mutamento. Questo nuovo moto, nato circa nel 1836, cambiò nuovamente la sua fonte di ispirazione. L'attenzione dell'Italia si concentrò sull'Austria, che promosse un modo di vestire che servisse da stimolo alle Uomo con frac e bastone idee liberali e patriottiche. Il risultato fu lo stile Borghese, a cui, fino la fine del secolo, seguirono lo stile Aulico e lo stile Riforma. I calzoni a taglio tubolare un po' corto, detti 'americani', erano considerati più eleganti di quelli, ereditati dal Settecento, che L'abbigliamento maschile vedevano i pantaloni restringersi sulla caviglia grazie quattro o cinque bottoncini. Gli abiti maschili dell'800 erano costituiti Questo capo aveva sempre colori sobri, dal frac, la redingote, i gilet ed i calzoni. tendenti al marrone. Il frac, giacca molto aderente in vita, aveva il petto convesso e le maniche gonfie in alto, con le falde corte, in armonia con la moda femminile del vitino evidenziato e del petto in fuori. I bottoni, molto piccoli, erano solitamente dorati. Il collo all'inglese, rimasto in questo tipo di abito in voga fino ad oggi, era tagliato a 'zig zag', ed aveva la forma di una 'M' orizzontale, sostituendo il collo quadrato del passato. Il colore: nero o blu scuro. La fantasia si liberava attraverso i gilets, 10 Uomo con pantaloni detti 'americani' Uomini con pantaloni alla tirolese Verso il 1830, divennero di moda i panta- Le camicie di lino finissimo erano ornate, loni 'alla tirolese', con le innovative tasche come nel Settecento, dallo jabot, pizzo sui fianchi, i pantaloni 'a gamba d'elefan- che dal collo abbelliva tutto il petto, arric- te', lunghi e scampanati, e per le corse a chito da piccolissime pieghe e pieghette 'a cavallo, i pantaloni 'a carta di musica', os- carta da musica'. sia caratterizzati da gruppi di cinque righe Con la progressiva scomparsa dello jabot, plissettate molto marcate e distanziate co- le camicie erano chiuse dalla cravatta, ed i me quelle del pentagramma. polsini dovevano sporgere dalla giacca, in La redingote, portata la mattina, al posto modo da rendere visibili i preziosi bottoni, del frac, aveva la falde larghissime ed era di solito cinque tutti di pietre preziose di- disponibile di vari colori, sia chiari, come il verse. La cravatta, in Italia quasi solo bian- verde inglese, che di colori più scuri dai no- ca, era inoltre fissata da uno o due spilloni mi fantasiosi, come color 'Diavolo zoppo'. dalla capocchia preziosa. I soprabiti, in questo secolo, acquistarono Gli uomini eleganti portavano anche un una grande importanza, e gli ampi mantel- anello, tenuto al mignolo della mano sini- li si adattavano, più di ogni altra giacca, al stra, e l'orologio, un po' più grande di crescente clima romantico. quello femminile. Le scarpe per la sera erano di vernice, e ve- Un accessorio reputato di grande eleganza nivano indossate sopra le 'calzette' di seta era anche il 'bastone', detto anche 'can- nera; quelle per il giorno, invece, di cuoio na'. Generalmente di legno preziosissimo, marrone, erano portate con le calze bian- il bastone aveva il pomello d'oro o d'ar- che. Tutti i modelli avevano la punta qua- gento cesellato, in cui si poteva tenere il drata. necessario per fumare. 11 Le trasformazioni urbanistiche a Milano nell’Ottocento Durante questo periodo, ricordato da Dal 1800, le fortificazioni a stella che cir- Stendhal (Henri Beyle) in molti suoi scritti, condano il castello, adibito ancora a caser- Milano diviene oggetto di rivoluzionari ma, vengono smantellate e, al posto di progetti architettonici e urbanistici, realiz- queste, Giovanni Antolini progetta un’ im- zati, solo in parte, negli anni successivi, a mensa piazza circolare, orientata a nord causa delle ingenti cifre richieste per la ovest, verso Parigi, destinata a divenire il realizzazione dei lavori. nuovo centro amministrativo, politico ed economico della capitale. A questa, l’architetto aggiunge la nuova strada del Sempione che inizia con l’omonimo corso cittadino tutt’ora esistente. Il disegno che prevede l’edificazione di edifici pubblici (terme, dogana, teatro, borsa) e privati non viene realizzato. Per la prima volta si vuole sdoppiare il centro di Milano: all’interno della cerchia storica, per la prima volta nella storia urbana di Milano si vuole contrapporre al centro religioso, circoscritto dal Duomo, un centro civile. Henri Beyle Stendhal Illustre romanziere francese dell’Ottocento, al secolo, Henri Beyle, ama moltissimo Milano, al punto da desiderare che alla sua morte figuri sulla tomba la scritta “Enrico Beyle, milanese” e di essa, durante il suo soggiorno, dal 1814 al 1821, non manca di narrare nei suoi scritti gli aspetti per lui più suggestivi. Nella città meneghina ha modo di conoscere Vincenzo Monti, Silvio Pellico e Manzoni e di frequentare i salotti alla moda che si aprono nelle dimore dell’élite cittadina e diventano, durante la Restaurazione e il Risorgimento, luoghi ad ampia connotazione politica e centri di accesi dibattiti in merito a notizie di solito censurate dal governo. Sono, infatti, alcuni dei salotti milanesi della prima metà dell’Ottocento a mantenere vivo quel sentimento patriottico che esplode nelle guerre del 1848 e del 1859 e che da vita al “Conciliatore”, il “foglio azzurro” dei patrioti, soppresso poco tempo dopo la fondazione per i suoi contenuti liberali e progressisti. Regata nell’Arena, alla presenza di Napoleone e del Vicerè, 17 dicembre 1807 12 Carlo Porta, (1775-1821) celebre poeta dialettale milanese e cantore del mondo proletario, ritrae con arguta finezza e feroce sarcasmo le prepotenze e i soprusi degli invasori, dall’ingresso dei francesi al ritorno degli austriaci. Nel 1815 pubblica la Prineide, poemetto satirico contro il ministro Prina e da quella data tiene segreta la sua produzione in versi, limitandosi a leggerla agli amici più intimi. Partecipe agli ideali del Romanticismo, si accosta agli ambienti legati alla massoneria e frequenta i circoli culturali milanesi. Il suo contributo sta nell’aver innalzato il dialetto a dignità di lingua, presentando la società del suo tempo con incisiva espressività sarcastica. Corsa delle bighe. Tavola che illustra i manifesti dell’Arena, pubblicati tra il 1825/35 Arco del Sempione, circa 1850 A testimonianza dell’epoca restano l’Arena comprende una porta principale ed una di Luigi Canonica, costruita nel 1806 utiliz- sussidiaria. Le strade sono classificate in zando il materiale prelevato dalle fortificazio- Corsi, o vie di tredici metri, Contrade2 tra- ni spagnole e l’Arco di Luigi Cagnola, inizia- verse, o vie di nove metri, Contrade divi- to nel 1807, per celebrare le vittorie napoleo- sionali o vie di sei metri, e Vicoli. niche e terminato solo dopo il ritorno degli All’interno delle strade cittadine prospera- austriaci in omaggio alla Pace. no le attività commerciali e i servizi artigia- I lavori che richiedono ingenti somme di de- nali qualificati (vetrerie, cristallerie, tipo- naro per la costruzione di strade ampie e grafie e oreficerie) mentre in periferia si dritte denominate “rettifili” continuano a delineano i primi consistenti insediamenti non trovare finanziamenti, nonostante ciò si industriali lungo i corsi d’acqua utilizzati rifilano alcune vie, per aumentare e unifor- sia come vie di comunicazione che come mare la loro larghezza e omogeneizzare le fonte di approvvigionamento di energia. loro scenografie, si cambiano i nomi a quelle L’agricoltura e la proprietà fondiaria resta- principali (come Monte di Santa Teresa nel- no, in ogni caso, le principali fonti di red- l’attuale via Montenapoleone), si convertono dito della borghesia che investe capitali in ad usi civili gli edifici religiosi, mentre i bastio- immobili e, anche se in misura inferiore, in ni spagnoli da cinta difensiva si trasformano iniziative industriali. Tra il 1828 – 1838, a in circonvallazione alberata. Milano, si registra un notevole fervore nel- Milano, durante il periodo napoleonico l’attività edilizia privata che è direttamente viene divisa in sestieri, ciascuno dei quali proporzionale alla dimensione della cresci- 1 1 Con il decreto vicereale del 9 gennaio 1807 si impone al comune di Milano il miglioramento simmetrico dei fabbricati fronteggianti le strade e l’allargamento rettifilo delle medesime. Lo stesso anno la Commissione di Pubblico Ornato progetta, in soli sette mesi, il primo piano regolatore di Milano conosciuto come Piano Napoleonico o Piano dei Rettifili . 2 Fino all’Unità d’Italia, a Milano le vie erano denominate contrade, mentre “ borghi” venivano detti, ancora nel secolo scorso, i gruppi di case disposti lungo le Corsie tra la cerchia dei Navigli e quella dei Bastioni fatta erigere da Don Ferrante Gonzaga. 13 ta demografica e si concentra sul territorio compreso tra i Navigli e i bastioni saturando il tessuto preesistente. Carlo Cattaneo, testimone di tale fermento urbanistico ricorda di <non vedersi una contrada dove non si rifacesse almeno una casa>. La scelta stilistica dominante resta il neoclassico che meglio si adatta agli edifici ristrutturati, a questa seguono l’eclettismo e il revival3 che portano, però, gli architetti ad allontanarsi dalle reali necessità urbanistiche. In quegli anni, gli unici interventi che assu- Olmi e gli edifici scolastici prendono il po- mono una significante rilevanza sono i pro- sto di enti religiosi soppressi in età teresia- getti non attuati per la sistemazione del na o napoleonica. Duomo e della zona circostante e la costru- In città le aggregazioni sociali vengono di- zione della chiesa di San Carlo Borromeo sul stinte dalle diverse architetture degli edifici. lato sinistro della corsia dei Servi. Le residenze dei nobili e dei borghesi be- Nel 1861 il comune di Milano vuole rinno- nestanti vengono costruite in zone privile- vare la complessa organizzazione urbana, giate, mentre l’espansione edilizia delle adattandola alle nuove esigenze dettate classi meno abbienti si dispiega nelle zone dal cambiamento di ruolo della città e dal- periferiche. Gli edifici, in genere, con al- lo sviluppo delle attività produttive , com- loggi ad una o due camere presentano al merciali e terziarie. La borghesia, al contrario della nobiltà che soddisfa privatamente i propri bisogni, richiede spazi e luoghi alla città per svolgervi le attività commerciali e produttive. Nell’arco di vent’anni, la fascia dei broli, tra il limite dell’abitato e i bastioni, si dota di una serie di servizi pubblici che non ha mi avuto eguali. Numerosi interventi migliorano le reti dell’acqua potabile, l’illuminazione, i mercati; viene edificato un nuovo carcere giudiziario eretto sul sito del precedente ricavato nell’ex monastero cappuccino di San Vittore agli 3 Esterno della bottega di Carlo Antonelli, Milano, circa 1860. Nel 1840 , Carlo Cattaneo definisce il revival come < un pensiero deliberato di rimettere in onore l’immagine di un tempo, che non potevasi evocare in cose di maggior momento>, cioè < una dimostrazione d’ordine politico, come lo era stato poc’anzi l’assoluta e violenta invasione delle forme romane 14 Carlo Cattaneo (1801-1869) Uomo politico e scrittore, è allievo del giurista Romagnosi da cui eredita la teoria della perfettibilità e dell’incivilimento come continuo progresso umano e l’interesse illuministico alla realtà fattuale e sociale, lontana da speculazioni astratte. Nel periodo prerivoluzionario, Cattaneo diviene portavoce di un razionalismo innovatore saldamente legato alle vicende geografico – naturali, storiche e, soprattutto, civili. Nel 1939 dirige il “Politecnico” repertorio di saggi applicati alla cultura e al benessere sociale. La filosofia che traspare da questi scritti è pragmatica positiva, lontana da ogni metafisica e si propone di trasformare la natura e la società mediante il metodo sperimentale delle scienze. L’interesse per il rafforzamento delle vie di comunicazione, la costruzione di strade ferrate, la celebrazione della città come fulcro degli antichi principi municipali, rivela un progressivo rafforzamento del sentimento nazionale che trova un’esplicita rivendicazione a partire dalla prima guerra d’indipendenza. tiere e di spazi verdi. A questo impeto edilizio viene però a mancare una legislazione urbanistica tanto da indurre la città ad espandersi per fenomeni spontanei che frammentano qualsiasi progetto di costruzione inserita in una logica unitaria. Lo stesso vale per la dislocazione degli opifici, delle fabbriche e industrie nel territorio milanese non soggetti ad alcun regola- Esterno delle botteghe di Avignone e Duroni, Milano, circa 1835 mento sanitario, ma alla sola volontà dei proprietari che ne scelgono l’area di edifipiano terreno spazi adibiti a botteghe o cazione. magazzini. All’unificazione, il continuum urbano ha il Tra il 1872 e il 1883 un’intensa attività di suo punto focale nei vecchi Borghi, sedi ristrutturazione trasforma i vecchi tessuti decentrate di attività artigianali e di servi- edilizi e gli edifici a più piani, che caratte- zio oltre che di nascenti attività industriali rizzavano la città, vengono sopralzati o so- che si consolidano in coincidenza del- stituiti da nuovi a maggiore densità. l’apertura del traforo del San Gottardo L’opera di allargamento delle strade sacri- (1882), grazie al quale Milano diviene cen- fica le corti e i giardini a favore di una nuo- tro industriale , commerciale e finanziario va distribuzione di servizi collettivi di quar- a livello nazionale. La dominazione austriaca Divenuto a tutti gli effetti possedimento ca a Milano consente anche alla città di della casa d’Austria, il Regno Lombardo- conoscere una crescita economica senza Veneto non gode nemmeno della parven- pari, soprattutto grazie a produzioni come za di un ordinamento autonomo e il terri- quelle tessile, metallurgica, meccanica, di torio è presidiato da un imponente corpo mobili, di prodotti chimici, che traggono di occupazione composto da soldati au- vantaggio dall’impiego del vapore come striaci e croati, mentre i coscritti italiani, forza motrice. Si sviluppano anche le infra- obbligati a una ferma di ben otto anni, strutture per trasportare merci e passegge- prestano servizio fuori del regno. Ai demo- ri: nel 1840 si inaugura i tredici chilometri cratici e ai liberali che avevano sperato non della ferrovia Milano-Monza e l’anno suc- resta che la cospirazione contro l’Austria, cessivo compaiono i primi omnibus. Nel che ingrossa sempre più le sue fila di nuo- 1845 Milano gode della prima illuminazio- vi adepti. Tuttavia, la dominazione austria- ne a gas. L’accumulazione del capitale è 15 favorita anche dalla nascita delle Casse di Risparmio, che intendono infondere nel popolo l’abitudine al risparmio. Gli studi statistici, economici, geografici vengono sostenuti dal governo che non osteggia la nascita di giornali riviste, mensili che fanno della città il primo centro librario italiano e un centro culturale di rispetto per l’Europa intera. Frontespizio per un almanacco dell’anno 1829 La Galleria De Cristoforis, 1832 Che si tratti di un momento felice per la città è testimoniato anche dal vigoroso rinnovamento urbanistico che essa vive, con l’apertura di nuove e importanti strade (corsia dei Servi, via Manzoni, via Montenapoleone) e la costruzione di palazzi sobri e sontuosi a un tempo, e della Galleria De Cristoforis, con 70 esercizi commerciali Almanacchi e Calendari All’ inizio del XIX secolo i vecchi almanacchi milanesi del Settecento continuano, regolarmente, ad essere pubblicati, così come i lunari che conservano le loro forme popolaresche La stampa periodica illustrata è nata in Italia alla fine dell’Ottocento, sull’esempio inglese. I primi giornali corredati da illustrazioni, che iniziano a circolare tra il 1830 e il 1840, sono indirizzati ad un pubblico popolare, non alfabetizzato e, comunque, con difficoltà di lettura. Lo scopo è la diffusione dell’istruzione mediante immagini che devono facilitare l’acquisizione di nozioni complesse da parte di un pubblico che non ha familiarità con la parola scritta. Il prezzo dei giornali è molto contenuto e l’impostazione enciclopedica con ampie rassegne di argomenti di vario genere (storia, geografia, costumi, arte). Le quattro stagioni, calendario per l’anno 1818 L’Illustrazione Italiana Fratelli Treves editori 16 Il patriottismo milanese Ma lo sviluppo economico non pare suffi- dipendenza e che anticipano la clamorosa ciente per tutti coloro che vedono concul- protesta del gennaio 1848: lo sciopero del cata la libertà: negli anni Trenta le idee del- fumo. Scoppiano tumulti fra i milanesi che la “Giovane Italia” mazziniana penetrano rinunciano a fumare e provocatori e agen- in Lombardia e a Milano, raccogliendo en- ti austriaci che scendono per le strade tusiastiche adesioni fra teorici importanti ostentando in bocca anche due sigari. Il 3 di questo stesso sviluppo a partire da Carlo gennaio ci sono scontri che provocano 5 Cattaneo, fondatore de “Il Politecnico”, morti e 54 feriti e i milanesi raccolgono per arrivare a Cesare Cantù e Giulio fondi per le famiglie delle vittime e diserta- Carcano. Gli atti di ostilità nei confronti dei no in massa la Scala in segno di protesta. dominatori austriaci diventano sempre più Così, mentre a Napoli Ferdinando II di frequenti e non bastano le isolate amnistie Borbone concede la costituzione (20 gen- concesse dal governo per convincere i pa- naio 1847), e Carlo Alberto fa lo stesso per trioti che sognano l’insurrezione contro il il dispotismo austriaco. Granducato di Toscana (17 febbraio), L’elezione di Pio IX, uomo mite e avverso Milano è costretta a sentire le deliranti alla casa d’Austria, al soglio pontificio (16 minacce dell’ottantaduenne giugno 1846) e la morte in Svizzera di un Radetsky e il 22 febbraio pubblica la cosid- perseguitato politico, capofila del patriotti- detta “legge stataria” che altro non è che smo milanese, Federico Confalonieri (10 lo stato d’assedio per la città, cui si accom- dicembre 1846), rinsaldano un fermento pagna la minacciosa costruzione di mura- che si manifesta sui muri di Milano con glie con feritoie davanti alle due porte del scritte che inneggiano al pontefice e all’in- castello. Piemonte (8 febbraio) e per il generale Milano nel contesto delle grandi rivoluzione europee del ’48: le cinque giornate e la prima guerra d’Indipendenza E’ ancora Parigi a dar fuoco alla rivolta cacciata di Metternich (13 marzo). Il 18 contro il dispotismo costringendo il re alla marzo insorgono Berlino e Milano, dando fuga e instaurando un governo provvisorio vita alle celebri “Cinque giornate”, guida- della Repubblica francese (25 febbraio te da Carlo Cattaneo che propone la guer- 1848), seguita, da Budapest che reclama ra federale contro l’Austria. Malgrado le l’autonomia da Vienna(3 marzo), e dalla parole sprezzanti di poco tempo prima, stessa Vienna, dove i liberali vogliono la Radetzky sembra incapace di reggere l’ur- 17 to degli insorti e di prepara alla fuga inglo- mani di Radetzki. I milanesi, che si sentono riosa prelevando 1.325.000 lire dalla zec- traditi essendosi dichiarati pronti a resiste- ca. La situazione appare del tutto favore- re, si affollano sotto palazzo Greppi. Carlo vole all’insurrezione e all’ipotesi del Alberto tentenna: promette di capeggiare Cattaneo, tanto che il 23 marzo in città la resistenza della città, ma nella notte fra non è rimasto un solo soldato imperiale. il 5 e il 6 agosto il re abbandona la città, Ma i moderati, in particolare Gabrio seguito dal grosso dell’esercito e da mi- Casati, vogliono perseguire un’altra stra- gliaia di milanesi e lombardi che scelgono da: quella della fusione con il Piemonte, ti- volontariamente l’esilio. morosi che, se vincesse la rivoluzione de- Il 6 agosto Radetzky riconquista una città mocratica, avrebbero potuto perdere il po- già sconfitta a deserta, sulla quale dichiara tere sociale e politico. Mentre Milano con- trionfalmente lo stato d’assedio e sotto il ta i suoi seicento caduti, il dibattito politi- nuovo governatore militare: Felice di co diventa lotta senza quartiere fra indi- Schwarsenberg. pendentisti e fusionisti con il Piemonte, Un ulteriore tentativo di Carlo Alberto di senza, peraltro, che l’esercito sabaudo del- riprendere le ostilità contro l’Austria (12 l’inetto re Carlo Alberto riesca ad approfit- marzo 1849) viene sconfitto e il re abdica tare del momento di sbandamento degli a favore del figlio Vittorio Emanuele II che austriaci per infliggere loro significative firma l’armistizio con Radetzky a borgo di sconfitte, almeno fino a Goito e a Vignale (Novara, 24 marzo) e la pace a Peschiera, per subire poi una sconfitta de- Milano (6 agosto 1849). Un atto che sem- cisiva nella battaglia di Custoza (25 luglio bra segnare la vittoria delle forze reaziona- 1848) che segna la ritirata dell’esercito rie sul più generale moto nazionale e an- piemontese e la capitolazione di Carlo tiaustriaco. Alberto, insediato a palazzo Greppi, nelle Milano verso l’Unità d’Italia. Il 21 settembre 1851 entra in Milano il per i patrioti antiaustriaci, con l’atteggia- nuovo, giovane imperatore Francesco mento fermo di Vittorio Emanuele e del Giuseppe, accolto con freddezza, ma an- suo fedele consigliere Camillo Benso di che con curiosità dai milanesi. La repres- Cavour. sione continua, con la forca che lavora a Il 15 gennaio 1857 l’imperatore austriaco pieno ritmo per sopprimere i responsabili torna di nuovo a Milano ed è accolto an- delle Cinque giornate, mentre vengono cora più freddamente dalla popolazione posti sotto sequestro i beni dei profughi che non sembra essere colpita dai suoi lombardi, in gran parte esuli in Piemonte. tentativi di farsi apprezzare con gesti quali Ed è dal Piemonte che si apre uno spiraglio il finanziamento del restauro del refettorio 18 delle Grazie dove si trova il Cenacolo, lo sardo rinnovando a Vittorio Emanuele il stanziamento di 25.000 fiorini per l’erezio- desiderio dell’annessione della Lombardia ne di un monumento a Leonardo da Vinci, al Piemonte. L’8 giugno, lo stesso Vittorio la donazione al comune di una preziosa Emanuele, assieme a Napoleone III, entra raccolta di oggetti di storia naturale e, so- in Milano, accolto dai milanesi esultanti: prattutto, l’esonero, dopo 72 anni di servi- l’11 giugno la “Gazzetta di Milano” ripor- zio, dell’odiato feldmaresciallo Radetzky tava come, quando Napoleone III e Vittorio dalle cariche di comandante dell’armata e Emanuele comparvero dalla loggia della di governatore generale del Lombardo Scala «scoppiò quell’eruzione di evviva a Veneto. Nemmeno la sostituzione al go- cui si affida una gioia che non ha ritegno». verno del territorio del mite arciduca Le vicende successive, in particolare il “tra- Massimiliano (6 settembre 1857) riesce a dimento” di Napoleone III che preferisce convincere i milanesi ad apprezzare gli ritirarsi dal conflitto con l’Austria prima di Austriaci. Tutt’al più favorisce nuove dimo- arrivare a liberare Venezia (preliminari di strazioni antiaustriache scatenate dalle no- Villafranca 11 luglio 1959), non minano la tizie che arrivano dal vicino Piemonte che fiducia dei milanesi che confidano nella aveva con volontà di Vittorio Emanuele e di Cavour Napoleone III (Plombières 1858), imperato- di portare a compimento l’opera dell’unifi- re dei francesi dal 1852, per l’intervento cazione dell’Italia. Ed infatti, nel novembre accanto al Piemonte in caso di ultimatum 1860 l’Italia è ormai fatta ed è saldamente austriaco, che arriva, puntuale e baldanzo- nelle mani del partito moderato piemonte- so, il 20 aprile 1859. La guerra scoppia e se: il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II Napoleone III scende nella pianura Padana assume il titolo di re d’Italia. Non tutti i mi- al comando di 100.000 soldati franco-pie- lanesi esultano: il tenace propugnatore montesi, conquistando in breve tempo dell’unità d’Italia, Cesare Correnti, si lascia Montebello, Palestro, Magenta e arrivando scappare note di perplessità: «Quest’Italia alle porte di Milano. Il 5 giugno 1859 gli nuova Dio la benedica! Ma fin qui è un Austriaci abbandonano disordinatamente corpo che non ha ancora trovato un’ani- Milano e una deputazione del corpo muni- ma! E intanto l’anima della vecchia Milano cipale milanese si reca al quartier generale se ne va!». siglato accordi segreti Milano italiana Milano è al centro di una provincia che, as- convivenza di realtà sociali e storiche mol- sieme al Piemonte, rappresenta un’ecce- to differenti, addirittura al limite della in- zione all’interno di un contesto non certo comprensione reciproca. brillante per il giovane Stato sia dal punto Al momento dell’Unità Milano conta poco di vista economico che da quello della meno di 250.000 abitanti dei quali 48.000 19 non ancora inurbati, che vivono fuori della carie per ristrutturare piazza Duomo. cinta daziaria nei cosiddetti Corpi Santi, Ma, intanto, la popolazione protesta per dove sono dislocate le imprese industriali e il caro-pane, assieme ai soldati che, orfa- commerciali. ni di guerre, non sanno più che fare e La nuova e ambiziosa giunta municipale chiedono a gran voce «o guerra o con- sembra voler chiudere con un passato ri- gedo». sorgimentale, sia sequestrando il giornale Le proteste popolari non fermano la mazziniano “L’Unità Italiana”, ma anche e smania di rinnovamento urbanistico del- soprattutto dal punto di vista urbanistico, la città ed è lo stesso re a porre la prima eliminando quel retaggio di viuzze maleo- pietra della galleria Vittorio Emanuele il doranti e dimesse che attorniano il Duomo 7 marzo 1865. dando ancora della città un’immagine strapaesana. Si vuole confezionare una nuova metropoli degna dell’ambizione di divenire la guida economica del nuovo Regno e per questo vengono fatti passi accelerati: gli uffici comunali vengono trasferiti a palazzo Marino, viene estesa l’illuminazione a gas lungo i Navigli, si autorizza la costituzione di una “Società anonima per gli omnibus” e si chiede un prestito di 10.000.000 di lire ad alcune società ban- Tariffa dei servizi privati fatti dalla società anonima degli Omnibus nel 1873 Tramvay Milano-Monza inaugurato il 10 agosto 1876 20 Lavori per l’apertura della Galleria, dal lato di Piazza del Duomo d’Italia. Intanto Milano continua a crescere economicamente e demograficamente fino a raggiungere, nel 1873, i 300.000 abitanti e patrocina il progresso a tutti i livelli con i primi esperimenti di illuminazione elettrica di piazza del Duomo (18 marzo 1877), le prime prove di volo di Enrico Forlanini, i primi esperimenti telefonici dei fratelli Giacosa (30 dicembre 1877). Il 9 gennaio 1878 muore Vittorio Emanuele e il 7 febbraio Pio IX, due esponenti dell’epopea risorgimentale scompaiono in breve tempo, ma la città non sem- La Galleria Vittorio Emanuele II, aperta al pubblico il 15 settembre 1867 bra avere il tempo di piangerli troppo ed è pronta il 30 luglio 1878 ad accogliere il Sul fronte più generale, si torna a parlare nuovo sovrano, Umberto I°, al quale dimo- di guerra contro l’Austria per la risoluzione stra da subito un affetto che pare ricam- del problema del Veneto. Ma è noto come biato nell’augurio che il re rivolge ai il tentativo di Garibaldi si concluse con l’or- Milanesi in occasione della candidatura dine perentorio di interrompere la sua della città all’organizzazione di una gran- marcia trionfale verso Trento e con l’umi- diosa Esposizione industriale: «Ho piena fi- liante pace di Vienna (3 ottobre). Nella ducia nell’esito: Milano riesce sempre». Ed successiva guerra franco-prussiana (19 lu- è questo che gli intraprendenti industria- glio 1870), le truppe italiane assediano li milanesi si vogliono sentir dire nella Roma che si arrende e diventa la capitale frenetica corsa al progresso che li illude 21 di poter competere persino con New ampie piazze. Sconvolgimenti urbanistici York con l’inaugurazione della prima che centrale elettrica europea in via S. Lazzaretto, del viale alberato dello stra- Redegonda, nel 1883. done di Loreto, sostituito dall’attuale L’anno successivo l’ing. Cesare Beruto è Corso Buenos Aires. Persino il castello è incaricato di mettere mano a quel piano a rischio per la proposta del sindaco regolatore che, pur con varianti e modi- Belinzaghi di demolirlo per far posto a fiche successive, è stato alla base di un un riordino viario e dell’ampliamento della Fortunatamente la sua proposta non sa- città di cui si vedono ancora oggi gli ef- rà accettata e Luca Beltrami sarà incari- fetti: le ultime vestigia della Milano ri- cato di dirigere il restauro e l’integrazio- sorgimentale cadono sotto i colpi del ne del castello nella città, anche se i la- piccone, sostituite da vie in rettifilo e vori inizieranno solo nel 1893. portano quartiere alla di distruzione case del popolari. La Milano operaia e i cannoni di Bava Beccaris Ma, accanto alla Milano che cresce vertigi- zione del prospetto di palazzo Marino ver- nosamente, c’è anche quella che consente so piazza della Scala. con il suo lavoro, l’accumulazione della ric- Il 30 agosto 1892 muore il sindaco chezza. E’ quella classe operaia che soffre Belinzaghi e viene sostituito dall’ing. Pippo condizioni di vita e di lavoro pessime e che Vigoni, che prosegue nell’opera di moder- ha iniziato a organizzarsi nella “Lega dei fi- nizzazione, ma anche di crescita culturale gli del lavoro” fondata nel 1883 a Milano della città. che confluirà, nel 1885, nel Partito Ma la città non può rimanere estranea alle Operaio Italiano, fondato da Filippo Turati, vicende di un’Italia che subisce l’infelice astro nascente del socialismo italiano. politica repressiva del secondo governo di La Milano degli anni di fine secolo è perva- Francesco Crispi (dicembre 1893-marzo sa dal dibattito attorno alla necessità di su- 1896) che attacca le Camere del Lavoro e perare le condizioni di arretratezza econo- le organizzazioni sindacali e che vuole mica e, soprattutto, politica in cui vive la sciogliere il partito socialista. Per resistere classe operaia, ma anche dalla cronaca cit- contro il violento e ingiustificato attacco tadina dei successi di Eleonora Duse con repressivo, a Milano si fonda la “Lega del- “La Signora delle Camelie” al teatro la libertà” che riunisce socialisti, radicali e Carcano e della prima dell’Otello di Verdi liberali di sinistra. La dolorosa sconfitta di alla Scala (5 febbraio 1887). Adua (1 marzo 1896) provoca la caduta di Nello stesso tempo, fra il 1888 e il 1892 Crispi e il governo passa a Di Rudinì (mar- l’architetto Beltrami prosegue l’opera di zo 1896 maggio 1898) che si trova a do- riordino urbanistico realizzando la sistema- ver gestire una situazione di grande mal- 22 contento a livello sociale e politico che, a sulla strada parecchi operai di Milano, la Milano, si organizza e si mostra in tutta la paura fece ammazzare un centinaio di per- sua forza in occasione dei funerali del radi- sone, e ferirne più o meno gravemente pa- cale Felice Cavallotti, caduto nell’ultimo di recchie centinaia; la paura ha fatto crede- 34 duelli sostenuti nella sua breve vita re in tutta Italia che la nostra città fosse a (aveva 44 anni), il 6 marzo 1898. due dita dalla catastrofe; la paura ha fatto Il 5 maggio 1898 scoppiano disordini in di- sì che siamo fuor della legge, e che sia so- verse città a causa della insostenibile situa- spesa ogni libertà, ogni guarentigia costi- zione alimentare. A Milano i socialisti dif- tuzionale». fondono un manifesto, scritto da Turati I fatti milanesi portano alla caduta di Di che inneggia alla rivolta contro il militari- Rudinì a cui succede il generale Pelloux, smo governativo. Il giorno successivo la che si mantiene sulla linea di provvedimen- forza pubblica assassina un giovane opera- ti legislativi restrittivi delle libertà democra- io, Muzio Mussi, a Pavia. La protesta dila- tiche, in primo luogo quelle di stampa, di ga in città e il 7 la parola d’ordine è lo scio- riunione e di associazione. pero generale. Una colonna di duemila di- Umberto I°, dopo aver premiato il “macel- mostranti viene affrontato da uno squa- laio” Bava Beccaris, conferisce contraddit- drone di cavalleria proveniente da via toriamente la medaglia d’oro a Milano in Senato. A mezzogiorno piazza Duomo è occasione del cinquantenario dello Statuto occupata militarmente dalle truppe del ge- e delle Cinque giornate. Un gesto che nerale Bava Beccaris, che ha assunto i pie- molti milanesi percepiscono come un in- ni poteri e che spara sulla folla. Dopo tre sulto. Il 29 luglio 1900, mentre si allonta- giorni di scontri sanguinosi e di arresti di na in carrozza dopo aver assistito a una massa (circa 800 manifestanti), il 10 mag- manifestazione ginnica alla palestra Forti e gio la città ritorna alla “Normalità” garan- Liberi di Monza, il re viene colpito da 3 col- tita dai soldati che ancora bivaccano e dai pi di rivoltella sparati dall’anarchico cannoni minacciosi che non sono stati ri- Gaetano Bresci che vuol così vendicare i mossi: alla fine si contano fra i dimostran- martiri di Milano. ti 83 morti (fra cui 13 donne) e un solo Il secolo si chiude con la salita al trono di morto fra le forze dell’ordine. I feriti non si Vittorio Emanuele III che, lungi dall’indul- contano nemmeno. gere in espressioni bellicose nei confronti Il Paese assiste indignato alla nomina da della sinistra, si limita a dichiarare la neces- parte di Umberto I° del generale Bava sità di tutelare inscindibilmente la libertà e Beccaris a prefetto di Milano e alla conces- la difesa della Monarchia. sione a lui di un’onorificenza militare per come ha “liberato” la piazza di Milano. Pochi giorni dopo il direttore del “Corriere della Sera”, Torelli Viollier, commentava i fatti con queste parole: «La paura gettò 23