16 Lunedì 31 ottobre 2011 L’INTERVISTA DEL LUNEDÌ di GINO DATO Ci vediamo stasera Fliacico, vasi e teatro che sanno di Puglia sul piccolo schermo L’INCONTRO LE PARODIE SCENICHE DIPINTE SULLA CERAMICA APULA Lo studioso J. Richard Green è a Bari Parla Vanni Codeluppi, autore di «Stanno uccidendo la tv» di GIACOMO ANNIBALDIS Green, noto studioso del teatro greco e di iconografia antica, terrà a Bari il 3 novembre (il tema è infatti: «Regiocavano nella nostra memonal Theatre in the Fourth Century»). ria le artificiose protuberanRichard Green, professore emerito ze inguinali dei ragazzacci di Archeologia classica nell’Univerdi Arancia meccanica e i sità di Sydney, si è formato a Londra grossi falli penduli delle pièces teasotto la guida di T.B.L. Webster, noto trali di Tazdeus Kantor. E ci domanstudioso del teatro greco e pioniere diamo: che cosa ci ricordano? nell’indagine comparativa tra il maAlla ricerca di archetipi ilaro-trateriale filologico e quello archeologigici, non possono che venirci in menco riguardanti il teatro antico. Non è te le immagini dei «vasi fliacici», dunque un caso che l’attività, tra le quei vasi figurati prodotti soprattutto più fondamentali di Green, resti la nella Magna Grecia, e che rappresenprosecuzione dell’opera del maestro, tano scene comiche con figurine imi Monuments Illustrating Old and bottite nelle parti basse, i ventri e cuMiddle Comedy e i Monuments Illuli prominenti e i grossi membri apstrating New Comedy, tesa alla claspesi che fuoriescono dalle corte tusificazione della tipologia e della cronichette. nologia dei materiali che abbiano Non tutti sanno tuttavia che il teasoggetto comico. tro fliacico e le relative ceramiche diNaturalmente pinte sono un «geanche Green non nere» che attiene poteva sfuggire al soprattutto all’anfascino dei «vasi tica Puglia. Difatti fliacici» prodotti degli oltre 150 vasi in Italia Meridiofigurati esistenti, Giovedì 3 novembre a nale e in Sicilia quasi un centiBari, Palazzo Ateneo, Aula tra la fine del V e naio sono di origiMagna (ore 11), J. Richard Green, professore emerito il IV secolo avanti ne apula. E, inoldell’Università di Sydney Cristo: a questo tre, era di Taranto parlerà sul tema: «Regional particolare grupil drammaturgo Theatre in the Fourth Cenpo vascolare lo Rintone (che fiorì tury. The Evidence of Costudioso austraverso il 285 avanti mic Figurines of Boeotia, liano si sta tuttoCristo), che elevò Corinth and Cyprus». ra dedicando in il genere comico Lo studioso è invitato dal vista dell’immisenza dubbio fino Dipartimento di scienza nente pubblicaad allora spontadell’Antichità dell’Universizione della terza neo e non codifità. edizione del foncato - a vera e prodamentale reperpria espressione torio sui Phlyax letteraria. Vases di A. D. La commedia Trendall (editi fliacica (la sua denel 1959 e riediti nominazione è innel 1967). certa, forse da È probabile che Phlyax, un persoproprio questo naggio satiresco aggiornamento del corteo dioniabbia condotto in siaco) corrisponPuglia Richard deva, in qualche Green, il quale inmisura, alle notende visitare i stre parodie cinenostri musei e le matografiche (del nostre collezioni tipo Franchi & In(gli sarà consentigrassia), che mettevano in scena la DALLA PUGLIA Due vasi «fliacici» to - a quanto si dice - visionare ancaricatura di film che i reperti del museo archeologico più nobili e di successo. In modo di Bari, notoriamente invisibile da istrionesco e, si presume, osceno. anni alla cittadinanza per colpevole Nell’antichità, il teatro fliacico era, in noncuranza delle istituzioni locali). sintesi, la parodia di miti greci, delle Benvenuto allora dalla lontana Auperipezie di eroi ed eroine, o scenette stralia uno specialista così interessavolgari su temi della «commedia nuoto al nostro patrimonio, capace di va» che rappresentavano personaggi dargli quel lustro che noi non siamo veramente esistiti (su un cratere apucapaci di assicurare. Benvenuto uno lo è raffigurato in stile fliacico l’instudioso che coltiva nei confronti contro tra i poeti Alceo e Saffo). dell’archeologia dell’Italia meridioSi presume che le rappresentazioni nale, e della Puglia in particolare, un fliaciche fossero improvvisate su interesse ammirevole. piattaforme di legno o su carri (inNon è inutile ricordare l’acribìa dicazioni desunte dagli stessi dipinti con la quale ha analizzato anche sui vasi). quella forma ceramica cosiddetta Rimangono vari quesiti da chiari«stile Gnathia» (da Egnazia, appunto, re su questo tipo di teatro: era figlio presso Fasano; vasi in nero, con sodi una «commedia» indigena dell’Itavraddipinture in bianco e in giallo): lia meridionale e siceliota? Che conGreen ne ha indagato forme, tipi e tatti aveva con la similare produzione peculiarità decorative, formulando ateniese? E potevano esistere teatri ipotesi sulla loro specifica funzione «regionali» in altri posti del Mediternella pratica del simposio: un contriraneo? buto divenuto ormai riferimento per Quesito quest’ultimo che sarà oggli studiosi del settore. getto della conferenza che J. Richard S A Palazzo Ateneo il 3 novembre I l focolare delle società ipermoderne, la televisione, non riscalda più? Da quello che fu un strumento di pedagogia sociale alla sua nascita, siamo approdati gradualmente a una «trans-televisione», dove la scatola magica appare una vetrina caleidoscopica dei messaggi che ci inondano, delle pulsioni e conflitti che ci assalgono, della incertezza e vacuità di senso. Il telecomando diventa perciò un’arma rivolta contro di noi se non siamo in grado di rivitalizzare l’ascolto, di riqualificare i programmi, senza demonizzare la tv. Un compito che tocca un po’ tutti i protagonisti della società dell’ «homo videns». Ne parliamo con Vanni Codeluppi, docente di Sociologia dei consumi e Comunicazione pubblicitaria all’Università di Modena e Reggio Emilia, autore del Si sta andando dalla tele-visione alla «tele-fissione». Qual è il futuro dell’elettrodomestico che ha cambiato la nostra vita nel ‘900 saggio Stanno uccidendo la tv (Bollati Boringhieri ed.). La tv è in crisi, lei scrive. Quali sono le cause di questa crisi? «La crisi che sta colpendo il sistema televisivo è in corso da diverso tempo. È determinata in parte dalla concorrenza esercitata da parte dei nuovi strumenti di comunicazione, a cominciare da In- ternet, che negli ultimi anni si sono fortemente sviluppati. Ma, a mio avviso, dietro questa crisi c’è soprattutto una cattiva gestione da parte di coloro che gestiscono i network televisivi, i quali non hanno una chiara visione di quello che potrebbe essere un futuro diverso della Tv». «Stanno uccidendo la tv», il titolo del suo libro, presuppone più «assassini». In primo luogo, mi sembra di capire, la politica. «La politica è un’altra delle cause alla base della crisi della televisione. Essendo questa un mezzo potente che possiede una notevole capacità d’influenzare le persone, il mondo della politica ha cercato di controllarla per poter creare consenso nella popolazione. Il controllo eccessivo ha generato però nel tempo la fine della competizione interna ai network televisivi e l’omogeneità dell’offerta. Tutto ciò ha indebolito il mezzo e fatto perdere interesse agli spettatori». Ma ci sono anche altri responsabili: il pubblico, la pubblicità, un modello culturale? «Credo che un altro responsabile della crisi della televisione sia il marketing aziendale, il quale ha determinato una perversa corsa all’audience. Infatti, nel sistema televisivo contemporaneo tutti ragionano in termini di Auditel, cioè quel campione di 5.000 famiglie italiane attraverso il quale viene misurata la quantità di spettatori raggiunta da ogni programma. Si ignora cioè di solito il reale livello di gradimento esistente verso il programma e lo si fa erroneamente corrispondere al numero di spettatori che si trovano davanti al video. Pertanto, l’imperativo diventa quello di mettere insieme la maggior quantità possibile di spettatori, spesso a scapito della qualità». Come può essere definito il rapporto attuale della tv con gli altri media? «Nonostante la forte concorrenza esercitata dai nuovi media, la televisione E adesso gli occhi ascoltano (e anche le orecchie vedono) Come il cervello si attiva davanti a un suono o a una fotografia di NICOLA SIMONETTI L a prima volta degli occhi che odono. Una ricerca, condotta dall’Università di Milano-Bicocca e dal Cnr, ha ricostruito, con immagini tridimensionali, l’ordine di attivazione delle diverse aree cerebrali, millisecondo per millisecondo, mentre una persona, immobile, osserva delle fotografie. La corteccia uditiva si attiva anche con la vista. Vedere fotografie associate a un suono, per esempio un trombettista con le guance gonfie che soffia nello strumento, attiva in soli 110 millisecondi, il giro temporale superiore (BA38), cioè la regione cerebrale associata alla percezione uditiva, implicata anche nelle allucinazioni uditive. Cosa che non si verifica se l’immagine è priva di riferimenti sonori. E, per i sordomuti, la parole diven- Una ricerca fatta sull’uomo nell’Università di Milano-Bicocca tano immagini, i suoni figure in una collaborazione di sensi, ben evocata dal film di Elisabetta Sgarbi Sono rimasto senza parole nel quale parole e gesti si confondono per farsi comprendere. Il cervello, nella ricerca milanese, si è mostrato in grado di estrarre informazioni associate ai suoni, normalmente udibili nelle condizioni dell’esperimento, un decimo di secondo dopo la presentazione dell’immagine, attivando la corteccia temporale superiore, il giro temporale inferiore e medio e, poco dopo, anche la corteccia uditiva primaria (BA41), allo stesso modo dei suoni percepiti realmente o delle allucinazioni uditive. Vedere immagini normalmente associate a un suono attiva la corteccia uditiva temporale superiore in undecimo di secondo. Questo spiega, tra l’altro, perché la vista del labiale favorisca la comprensione del linguaggio e perché il fuori sincrono sia così alterante. «L’esistenza di fenomeni di integrazione audiovisiva nella regione del cervello interessata spiega perché - MOVIMENTI E SUONI Un rumore fa vedere anche gli occhi dice Alice Mado Proverbio - la vista del labiale favorisca la comprensione dei suoni linguistici, cosa che non avviene per esempio al telefono, mentre un labiale incongruente con l’ascolto altera la percezione uditiva. Questo è il primo studio nell’uomo che offre dati neurofisiologici diretti sull’esistenza dei neuroni specchio audiovisivi già identificati nella scimmia». È la dimostrazione scientifica di quello che, nel film, partorito dall’esperienza di un sordomuto (Antonio Stagnoli, pittore) e di un figlio di sordomuti (Pino Roveredo, scrittore), si declina scena dopo scena. La stretta associazione delle informazioni visive con quelle uditive cui sono più frequentemente abbinate, già nota ai cineasti dell’epoca del muto, è stata scoperta dal gruppo di ricerca di Alice Mado Proverbio docente di Psicobiologia dell’Università di 17 Lunedì 31 ottobre 2011 CULTURA&SPETTACOLI DA SPETTATORI AD ATTORI Uno dei cambiamenti più vistosi (e ormai in atto da anni) è quello dell’invasione nel piccolo schermo degli spettatori, la gente comune: come in trasmissioni del tipo «Grande Fratello» (nella foto a sinistra) IL THRILLER UNA SETTA CON ACCOLITI PERVERSI E UN COMMISSARIO TRISTE L’assassino è noto già dall’inizio «Persuasori di morte» un romanzo di Roberta Borsani di ANACLETO LUPO N . televisione, teorizzate qualche anno fa da Umberto Eco, oggi stiamo cominciando a entrare nell’epoca della Transtelevisione, cioè di una televisione “aperta” e caratterizzata dalla mancanza di precisi confini. Una vera e propria “tele fissione”, nella quale crollano gli steccati interni tra i diversi generi e ogni forma di distacco rispetto alle persone che guardano, mentre è il pubblico a diventare il vero protagonista del flusso comunicativo. I reality show in programmazione da diversi anni hanno spesso stancato gli spettatori, ma è il loro modello comunicativo a rappresentare comunque il punto di riferimento verso cui si sta muovendo la televisione contemporanea». Come può uscire la tv dalla sua crisi? «È possibile pensare a un modello differente di televisione, dove a prevalere sia principalmente la natura di strumento di acculturazione e di emancipazione di tale mezzo, nel solco dei molti esempi che sono stati forniti in passato dalle televisioni pubbliche di vari Paesi, a cominciare dalla RAI 3 diretta da Angelo Guglielmi. Ma coloro che gestiscono le televisioni devono cercare di sviluppare anche dei linguaggi innovativi». Per esempio? non ha terminato il suo ciclo di vita e ha ancora delle notevoli possibilità. Va considerato, ad esempio, che oggi Internet sfrutta spesso i contenuti creati dalla televisione (non a caso rintracciabili in gran parte su YouTube). I due mezzi si stanno sempre più fondendo, ma i contenuti sembra che potranno rimanere in gran parte quelli televisivi. Inoltre, i più giovani si stanno spostando su social network come Facebook, ma spesso guardano la televisione e commentano simultaneamente in rete i programmi che stanno vedendo». Dalla televisione alla «tele-fissione», è questo il tragitto compiuto dalle tv? Che significa? «Dopo la Paleotelevisione e la Neo- «La fiction di qualità, l’informazione e i grandi eventi sono solo alcuni esempi delle aree tematiche verso cui può orientarsi la televisione. La Tv è in grado inoltre di aiutare chi guarda a comprendere meglio quello che accade ogni giorno. Può pertanto recuperare parte dello spirito pedagogico degli inizi, seppure comunicandolo attraverso un nuovo linguaggio». l «Persuasori di morte» di Roberta Borsani (O.G.E. - Opera Graphiaria Electa, pp. 168, euro 18,00). Vetrina PER CERTI VERSI È IN CORSO IN TOSCANA, CON VISITATORI ECCELLENTI di PASQUALE TEMPESTA «Lucca Comics», un festival non solo per fumetti ma anche per videogiochi n Cinquantamila persone nei primi due giorni di Lucca Comics e tra loro personaggi internazionali del mondo dei videogiochi, del cinema e del fumetto come l’attore James Phelps, attore che ha impersonato uno dei due gemelli Weasly del film Harry Potter; o come il premio Oscar per gli effetti speciali, Scott Farrar. Come lui, anche grandi artisti del fumetto come Taniguchi. Il Festival, che è dedicato anche al gioco intelligente oltreché al fumetto, prosegue fino a domani. Milano-Bicocca, composto da Roberta Adorni e Guido D’Aniello, in collaborazione con Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Ibfm-Cnr). Lo studio è stato pubblicato su «Scientific Reports», del gruppo «Nature». «Questo meccanismo - dice Alice Mado Proverbio - si basa sui neuroni specchio audiovisivi e consente al nostro cervello, per esempio, di ricavare l’immagine di un gatto ascoltando il suo miagolio o la voce di una persona guardando una sua foto. I neuroni audiovisivi sono responsabili anche di fenomeni quali le allucinazioni uditive, se sollecitati da stati emotivi particolari come la paura. Basti pensare a quando, condizionati dal buio, crediamo di avvertire rumori che temiamo scricchiolii, rumore di passi - nonostante il perfetto silenzio». el tramare il suo thriller Persuasori di morte, Roberta Borsani ha attinto a studi accurati, svolti da anni in modo approfondito alla psicologia, alla mitologia e a tematiche attinenti all’immaginario. Roberta Borsani è una delle voci femminili italiane emergenti nel panorama dei nuovi autori. Il suo libro presenta una prosa ricca di lievitante fantasia, d'insolita storia che affascina, di meditato studio e, a un tempo, di estrema semplicità di stile. Nulla, tuttavia, d'improvvisato. Prende distanza dai soliti inestricabili gialli, che prevedono un commissario, un colpevole che si cela nel mistero e un’intricata indagine. Subito vengono svelate le identità dei colpevoli dell’omicidio di una ragazza: la setta dei «Persuasori di morte». Il libro, che si divide in atti come la grande scenografia di una tragedia teatrale, è un vorticoso susseguirsi di stati d'animo, centrati sul giovane sacerdote don Gabrio, uomo giusto e incolpevole, incriminato dell’omicidio a causa del gioco perverso della setta e del suo capo chiamato «il Principe», che con i suoi accoliti ordisce efferati intrighi, tendenti a incriminare degli innocenti e spingerli sino al gesto disperato dell’autoannientamento. Si denota una società borghese annoiata, amorale, piena di vizi e di uomini vuoti. La psicologia deviata della setta è il risultato di un qualche trauma subito in precedenza, qualcosa che ha tolto ai suoi membri la fede, l’amore per il prossimo e la fiducia nella giustizia. Solo il capo dei «Persuasori di morte» ha un’intelligenza a tratti geniale, ed è l’unico personaggio di cui nel romanzo non è svelata l’identità, il solo che interpreta, il mandante del gioco mortale e perverso, e ha un pensiero «super partes» su ciò che è il bene e il male, e ciò che divide il giusto dall’ingiusto. Il protagonista del romanzo, Realis, è un commissario malinconico, riflessivo e acuto, con collaboratori pieni di humour che però risultano anche efficienti. Ma non avrei detto tutto se non segnalassi, all’inL’AUTRICE Roberta Borsani terno di una così semplice trama, l’infinità variegata delle scene, la molteplicità dei personaggi e delle situazioni, soprattutto lo spirito con cui il quadro è rappresentato al lettore, in una con l’alto livello umano, e lo stile raffinato, del romanzo. In conclusione Persuasori di morte è un libro dalla storia ben strutturata e che compenetra la distanza che esiste tra scrittura e lettura. ARTE, CHRISTHIE’S E SOTEBY’S SI SFIDANO Da domani in campo le grandi case d’aste con opere di Picasso, Degas e Matisse n Le due maggiori case d’asta newyorkesi si sfidano a colpi di capolavori milionari. Christie’s e Sotheby’s puntano infatti su Picasso, Matisse, Degas e altri grandi artisti per fare scintille durante le aste d’autunno. La prima a scendere in campo sarà Christie’s, che domani metterà sul piatto i suoi assi nella manica: due Picasso, «Femme endormie» e «Tête de femme au chapeau mauve», stimati tra i 12 e i 18 milioni di dollari. Si attende ricco bottino anche da Degas, la cui «Petite danseuse de quatorze ans» vale tra i 25 e i 35 milioni di dollari. Il 2 novembre anche Sotheby’s sfodera il suo Picasso, «L’Aubade», stimato tra i 18 e i 25 milioni di dollari. Non è da meno un bronzo di Matisse, «Nu de dos», valore tra i 20 e 30 milioni di dollari. L’incasso totale della giornata per Sotheby’s dovrebbe aggirarsi intorno ai 185 milioni di dollari. Per entrambe le case d’asta si prevedono incassi milionari anche dalle vendite di capolavori d’arte contemporanea. Cadono rime con la neve nel bosco dei poeti La silloge del «cenobio di frati erranti» e due libricini di Giuseppe Rosato A utunno. Accorato ritorno alla poesia. Cadono foglie ingiallite, preludio di candidi fiocchi di neve invernali. E sono appunto i colori tenui e soffusi della natura a suscitare sentimenti e fantasia nell’animo dei poeti. Con un fiorire di versi ammantati di malinconica nostalgia. l Ecco, fra le mani, un libricino che raccoglie i versi di dieci appassionati dell’arte poetica (cinque pugliesi, tre laziali, uno molisano e uno campano) i quali si riuniscono ogni anno nel bosco lucano di Santa Croce a San Fele in provincia di Potenza, per il semplice piacere di incontrarsi, di conoscersi meglio, e per leggere e confrontare i propri testi. Una specie - si definiscono - di «cenobio di frati erranti», che si raccolgono lontani dal frastuono del mondo per raccontare a se stessi, ma anche ad altri, teneri sogni d’amore, dolorose o dolci esperienze di vita, amare istanze sociali. Ad arricchire la loro minuscola antologia metrica che ha per titolo Il bosco dei poeti (Ellegrafica ed., pp. 77) sono Nicola Accettura, Pasqua Rossella Armenise, Gaetano Calabrese, Claudio Carbone, Luciano D’Agostino, Gilda Ferrari, Daniele Giancane, Angela Giannelli, Giuseppe Napoletano e Irene Vallone. l Accanto ai variegati, cangianti colori del bosco, l’uniforme delicato candore della neve accarezzato dai versi e dalla prosa di un collaudato maestro della poesia: Giuseppe Rosato. Due sue recenti opere hanno in comune questo tema così fascinoso. Eccone i titoli: Vedere la neve (Carabba ed., pp. 115, euro 13) e La nève, in vernacolo (stesso editore, pp. 45, euro 9). Il primo libro racconta, in ventisette capitoli, storie e stati d’animo legati al lento ma inesorabile trascorrere degli anni, delle stagioni, dei giorni; lo sfiorir di giovinezza lungo il sentiero che conduce alla vecchiaia; la forzata incomunicabilità della solitudine, la lancinante e allo stesso tempo lusinghevole carezza della memoria. Filo conduttore, anche se non unico, la neve. La stessa abbacinante coltre bianca che ammanta i versi in vernacolo del secondo libro. Che si apre col dolce ricordo della campana i cui rintocchi lenti e solenni invitano alla preghiera nei giorni di San Nicola e Santa Lucia, preludio all’ormai prossimo Natale. Mentre nell’ovattato paesaggio del piccolo borgo innevato si fondono, con quelle della natura, le policromie dell’albero e del presepe; ed i profumi di caldarroste, cartellate e calzoncelli. Trascorrono così, nei paesi arroccati sui monti, i lunghi inverni della neve. Fino all’invocata, lussureggiante primavera.