Storia e geografia - CFP Lonati a.s. 2012/13
FASCISMO, NAZISMO E SECONDA GUERRA MONDIALE
Dispensa riassuntiva
1. FASCISMO E NAZISMO
Fascismo e nazismo furono i movimenti politici più importanti tra le due guerre mondiali e si svilupparono
rispettivamente in Italia e in Germania.
⇒ In Italia, Benito Mussolini, ex socialista espulso dal partito e che presto ne diventò oppositore, promosse vaghe
idee di un nuovo ordine sociale fondato su un forte senso di nazionalismo e sull’opposizione alla debolezza dei
governi liberali (ovvero Giolitti). Il timore di una rivoluzione guidata dal partito socialista (il cui maggiore
esponente era Filippo Turati) spinse i proprietari terrieri e gli industriali a finanziare il Movimento fascista creato
da Mussolini. Egli scatenò le sue squadre d’azione contro operai e contadini scontenti delle loro condizioni sociali,
riuscendo così a ottenere molti consensi dagli strati più ricchi della popolazione e quindi a fondare il Partito
nazionale fascista (1921). Nel ’22 organizzò la “marcia su Roma”, ottenendo dal re Vittorio Emanuele III
l’incarico di formare il nuovo governo.
Due anni dopo Mussolini vinse le elezioni con violenze e imbrogli, come dimostrò il deputato socialista Matteotti,
che per questo motivo fu rapito e assassinato. Per protesta l’opposizione abbandonò il Parlamento (Secessione
dell’Aventino) e Mussolini ne approfittò per varare le Leggi fascistissime, che sopprimevano tutte le libertà
politiche e sindacali, trasformando l’Italia in uno Stato totalitario.
⇒ In Germania la crisi del ’29 (la cosiddetta “Grande depressione”) aveva provocato un crollo dell’economia e
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una disoccupazione senza precedenti. Ne approfittò Adolf Hitler che, dopo aver fondato il Partito nazista (di
ispirazione fascista), vinse le elezioni nel 1933 e divenne cancelliere. Giunto al potere, varò delle leggi che
trasformarono la Germania in uno Stato totalitario del quale egli fu il führer (duce, comandante). La Germania
hitleriana fu organizzata come uno stato di polizia dalle SS e dalla Gestapo, che avevano il compito di reprimere
ogni dissenso.
Il programma politico nazista (esposto da Hitler stesso nel suo libro Mein Kampf, “la mia battaglia”) si fondava su
quattro punti:
1. La presunta superiorità della razza “ariana”, identificata con i Tedeschi che avrebbero dominato il mondo
come la “razza padrona” e reso schiave le “razze inferiori” (Ebrei e Slavi);
2. La difesa della “purezza della razza” eliminando fisicamente chiunque avesse difetti fisici o mentali;
3. La dittatura assoluta del capo;
4. L’espansione della Germania.
Dopo aver eliminato ogni opposizione interna, Hitler emanò le Leggi di Norimberga (1935), con le quali gli Ebrei
furono considerati di razza inferiore e privati dei diritti civili e politici. Ma il progetto del führer era l’eliminazione
fisica di tutti gli Ebrei: la chiamarono “soluzione finale” e condusse ai campi di sterminio.
Parallelamente Hitler attuò una politica economica che in soli cinque anni trasformò il “Terzo Reich” (così venne
chiamato lo Stato nazista che veniva dopo l’Impero del kaiser e la Repubblica di Weimar) nella prima potenza
industriale dell’Europa continentale.
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1.1. Fascismo e Nazismo a confronto
Nelle loro linee generali, le cause che condussero alla costruzione della Germania nazista e le leggi che la
regolamentarono furono simili a quelle dell’Italia fascista. Tuttavia esistevano alcune importanti differenze:
a) Mentre l’elemento su cui si fondava il totalitarismo fascista era lo Stato (cioè un concetto ideologico),
quello del totalitarismo nazista era la razza (cioè un concetto biologico). Anche l’Italia conobbe la
vergogna della discriminazione razziale e tutti gli Israeliti, tranne quelli che avevano servito fedelmente il
regime, persero i diritti civili e politici. Tuttavia i “provvedimenti per la difesa della razza italiana” ‒
emanati nel 1938 per rafforzare l’alleanza del 1936 tra Hitler e Mussolini ‒ non inclusero mai
l’eliminazione fisica degli Ebrei. Inoltre, diversamente dai Tedeschi, la maggioranza degli Italiani guardò
con scetticismo alla propaganda razzista del regime che, tra l’altro, provocò una frattura fra il fascismo e la
chiesa cattolica.
b) Diversamente dal nazismo ‒ nel quale Hitler ebbe poteri eccezionali senza incontrare ostacoli nelle chiese
tedesche ‒ il fascismo non riuscì mai a costruire un sistema totalitario perfetto, perché trovò il proprio
limite nell’autorità della Chiesa e della Monarchia.
c) Il nazismo ottenne un consenso popolare ben più ampio e solido di quello di organizzato in Italia da
Mussolini, non solo per la sapiente propaganda di regime affidata a Göbbels ma anche per i successi in
politica economica ed estera ben più consistenti di quelli ottenuti da Mussolini.
2. LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Espansione massima del Terzo Reich (1942)
Dopo essere salito al
potere Hitler condusse
una politica estera che
andava
contro
gli
accordi di Versailles (il
trattato di pace che aveva
posto ufficialmente fine
alla
Prima
guerra
mondiale e che aveva
penalizzato la Germania),
ottenendo intorno a se un
grande consenso. Inoltre
iniziò il riarmo, sempre
contro
le
disposizioni
degli Accordi di Versailles, che ponevano grosse limitazioni alle forze armate tedesche (non avrebbero
potuto superare le 1000.000 unità).
Nel 1938 la Germania invase l’Austria, annettendola al territorio tedesco (“Anschluss”); l’anno
successivo occupò anche la Boemia e la Moravia. Nel frattempo Hitler stipulò con l’Urss un “Patto di
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non aggressione” (che conteneva una clausola segreta sulla spartizione della Polonia) e con Mussolini il
“Patto d’acciaio”, un’alleanza militare che obbligava ciascuna delle due potenze militari a soccorrere
l’altra qualora, per qualsiasi motivo, fosse entrata in guerra.
Il primo settembre 1939 Hitler e Stalin invasero la Polonia. Due giorni dopo Francia e Gran Bretagna
dichiarano guerra alla Germania. Iniziava la Seconda guerra mondiale.
La strategia tedesca si basò inizialmente sulla guerra-lampo, ottenendo dei successi travolgenti: dopo
aver occupato la Polonia, la Danimarca e la Norvegia, nel 1940 anche la Francia veniva conquistata.
Dopo aver ottenuto il controllo dell’Europa centrale, la Germania preparò un attacco aereo per occupare
Londra, ma gli inglesi lottarono con tenacia e Hitler si trovò costretto ad abbandonare il suo obiettivo.
I travolgenti successi di Hitler indussero Mussolini a entrare in guerra nel 1940 al fianco della Germania,
anche se l’esercito italiano non era adeguatamente attrezzato: le azioni belliche portate avanti dall’Italia si
dimostrano tutte fallimentari.
Hitler decise di attaccare l’Urss (“Operazione Barbarossa”), ma il rigido inverno russo bloccò l’avanzata
tedesca e la battaglia di Stalingrado segnò la sconfitta dei tedeschi e la loro ritirata dalla Russia. Mentre
l’esercito tedesco combatteva, le SS imponevano all’Europa il “Nuovo Ordine” nazista: un programma
di sfruttamento delle risorse e delle popolazioni europee a beneficio della “razza superiore” tedesca (in
questo programma è contenuto anche il folle progetto dei campi di sterminio, che iniziarono a realizzare il
genocidio degli ebrei).
Alla fine del ’41 arrivò la svolta del conflitto, che lo rese veramente mondiale: approfittando della guerra
in Europa, i generali giapponesi decisero di colpire a sorpresa le basi inglesi e americane di Pearl
Harbor, nelle Hawaii. Gli Stati Uniti, fino a quel momento estranei al conflitto, decisero allora di
scendere a fianco di Gran Bretagna e Urss, formando la coalizione delle Nazioni Unite: gli Alleati (Gran
Bretagna, Francia, Urss, USA). Da questo momento la guerra inizia ad prendere una direzione diversa.
Nel frattempo in Italia cresce la protesta antifascista: gli italiani erano stanchi della guerra, che aveva
prodotto solo lutti, sconfitte e distruzione. Per salvare l’Italia dalla catastrofe, i grandi industriali, i
generali e i gerarchi fascisti moderati decisero di sbarazzarsi di Mussolini: il 25 luglio ‘43 convinsero il re
Vittorio Emanuele III a convocare Mussolini invitandolo a rassegnare le dimissioni. Il maresciallo
Badoglio venne nominato capo del governo: arrestò Mussolini e lo condannò all’esilio sul Gran Sasso. Il
re stesso abdicò a favore del figlio Umberto II. Pochi giorni dopo, l’8 settembre 1943 Badoglio firmò
l’armistizio con gli Alleati, ma questo crea il caos più completo nel paese: l’esercito si ritrovò allo
sbando più totale perché non era facile capire chi fosse ora il nemico, e i tedeschi arrestano molti soldati
italiani (6000 di essi pagarono con la morte il rifiuto di consegnare le armi ai tedeschi). Quella stessa
notte il re, Badoglio e la corte fuggirono a Brindisi lasciando il Paese nel caos. Mussolini nel frattempo
venne liberato dai tedeschi che lo condussero a Salò, dove cercò di dar vita a un nuovo stato fascista: la
cosiddetta Repubblica di Salò.
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La Resistenza intanto si organizzava e iniziava a riarmarsi contro i tedeschi sulle montagne e nelle città.
La lotta armata fu condotta dai partigiani: operai, studenti, donne, ex-militari che volevano liberare
l’Italia del Centro-Nord dall’occupazione tedesca. A coordinarli c’era il Comitato di Liberazione
Nazionale, formato dai rappresentanti di tutti i partiti antifascisti. Per dare rifugio, viveri e informazioni
ai partigiani, tanti italiani e tante italiane rischiarono la vita.
L’Italia era ormai divisa in due:
•
Il Centro-nord occupato dai tedeschi e governato da Mussolini attraverso la Repubblica di Salò.
•
Il Meridione occupato dagli Alleati.
Gli Anglo-Americani liberarono Roma nel 1944; a liberare le città del Nord e a salvare dalle rappresaglie
naziste il suo apparato industriale furono però i partigiani: il 25 aprile 1945 il Cnl proclamò
l’insurrezione generale, liberando Milano, Torino e gli altri grandi centri. Mussolini cercò di scappare in
Svizzera, ma venne catturato, fucilato e impiccato per i piedi in piazza Loreto a Milano.
Il 30 aprile 1945 Hitler, ormai consapevole della sconfitta (la Francia era stata liberata dopo lo sbarco in
Normandia del 1944, gli Alleati erano ormai penetrati nel cuore del Reich), apprendendo la notizia
dell’arrivo delle truppe sovietiche a Berlino, si suicidò nel suo bunker, il rifugio corazzato sotterraneo in
cui aveva gestito le folli operazioni militari negli ultimi mesi.
La Germania, ormai in ginocchio, firmò la resa senza condizioni: la guerra in Europa era finita.
Gli americani però dovevano ancora raggiungere la resa dei conti con il Giappone: il 6 agosto 1945
lasciarono cadere la prima bomba nucleare su Hiroshima (la città venne rasa al suolo in pochi secondi, e
90.000 persone morirono sul colpo), e qualche giorno dopo su Nagasaki.
La Seconda guerra mondiale si era ormai conclusa. I popoli potevano contare i loro morti: 55.285.000.
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