Corso di pesca Il lancetto A gennaio e febbraio fa ancora freddo per uscire con la barca, meglio restarsene vicino a casa in posti dove potersi scaldare e ristorare ogni tanto, come le banchine dei paesi che danno su spiagge miste a ciottoli, rocce e posidonie. Non pescheremo grandi pesci, ma almeno ne prederemo un bel po’… Tutti buoni per una bella zuppa! Nella pesca da riva non sempre il galleggiante è protagonista costringendoci a restare sempre molto concentrati. E il carniere si riempie facilmente. Scogliere naturali e artificiali Con il lancetto si pesca dalle scogliere, soprattutto naturali, dove il fondale digrada lentamente e il ciottolame del sottoriva lascia progressivamente spazio alla posidonia e alle rocce. Non sono comunque da escludere le scogliere artificiali, purché il fondo sia simile a quello descritto. In questi posti troveremo pesci della famiglia dei Labridi, donzelle, sciarrani e saraghi di tutti i tipi, come il fasciato e lo sparlo. Senza contare che di tanto in tanto potrebbero capitare una spigolotta, un’ora- Basti pensare al surf casting o alla pesca a fondo, compreso il beach legering. E, pur essendo un derivato della pesca dagli arenili, il nostro “lancetto” segue una linea propria sia per quanto riguarda l’attrezzatura sia per terminali e accessori in genere. Le prede, poi, non sono proprio le più ricercate, perché spesso la pesca a lancetto ha come obiettivo la quantità e la cattura da record rappresenta un’evenienza rara. Questo aspetto è legato alla tipologia del fondale, abitato da numerose specie che non raggiungono quasi mai dimensioni notevoli. In queste situazioni, però, le abboccate arrivano Il lancetto è una pesca di non eccessive “zuppa” non manca mai una dietro l’altra, pretese ma si presta bene a questo periodo invernale… e la gennaio-aprile 2015 75 Corso di pesca trezzo lungo intorno ai 5 metri, misura adatta ai lanci lunghi e, allo stesso tempo, a recuperare il terminale anche su fondali accidentati con minori rischi d’incaglio. L’importante è che la punta sia molto sensibile, meglio se del tipo “riportato” in fibra di vetro. Inoltre, l’azione della canna deve permetterci di lanciare lontano senza rischiare che si romperla ma, allo stesso tempo, l’attrezzo deve risultare leggero per non stancare il polso, dato che si pesca sempre tenendo la canna in mano. Un aiuto ce lo può dare anche il portamulinello, che deve essere posizionato in modo tale da bilanciare il peso della canna e permetterci di lanciare comodamente facendo leva con le due mani. Per lanciare a 60-80 metri da riva bastano canne leggere e robuste dalla vetta intercambiabile con potenza fino a 100 grammi. Lenze trecciate sul mulinello Nella pesca con il lancetto anche il mulinello ha la sua importanDi taglia e combattività leggermente superiori a quella della donzella, lo sciarrano è za: deve essere grosso, con un l’altra preda principe della pesca con il lancetto buon rapporto di recupero, potente e dotato di bobina conica tella o un denticiotto che non hanno resistito al per un’ottima uscita del filo che si traduce in lanci pescetto o al verme di mare infilzato sull’amo. più lunghi. Va caricato con nylon dello 0,30-0,35 oppure con multifili trecciati dallo 0,12 allo 0,14 Canne robuste ma leggere di diametro. Il multifibra è più usato perché rigido, quindi più sensibile alle tocche dei pesci. I tere sensibili minali sono a braccioli: se ne montano due, di Il lancetto può essere praticato con diversi tipi di lunghezza variabile secondo le prede e in diametri canne: da quelle per il surfcasting leggero ad altre dallo 0,15 allo 0,22, collegati ad un trave dello dedicate alla pesca dalla barca. L’ideale è un at- 76 gennaio-aprile 2015 0,25 lungo 60-90 centimetri. Per pesci leggeri come donzelle e piccoli sciarrani bastano terminali da 15 centimetri dello 0,15-0,19 mentre per i labridi aumentano a 20 centimetri dello 0,17-0,22 e per saraghi e sparidi si sale a 30 centimetri di nylon dello 0,17-0,19. Ami, accessori ed esche Gli ami adatti per il lancetto sono i nichelati e i bronzati, purché a gambo lungo, per facilitare l’innesco e la slamatura delle prede, di misura 10-14. Per garantire una perfetta rotazione degli spezzoni che reggono gli ami e ridurre i rischi di accavallamento sul trave, Pescando a non molta distanza da riva, su fondali che degradano progressivamente su rocce e posidonia, la sorpresa più gradita è forse l’incontro con un grosso tordo possiamo collegare i braccioli utilizzando Come accennato, durante l’azione di pesca la candelle perline a doppio foro. Il sistema diventa na va sempre tenuta in mano, lanci e recuperi si quasi obbligatorio pescando le donzelle, che roripetono di continuo e il retino si colma in fretta. teano in fase di recupero e finiscono per ingarbuAnche questa tecnica prevede trucchi e malizie gliare i braccioli se questi non sono collegati attrapiù o meno catturanti ma ciò che è davvero imverso gli snodi. La piombatura finale va da 40 a portante è l’esatta stima della profondità, così che 120 grammi in base alla distanza di lancio e alla le mangiate arrivino subito. Nel caso di abboccata profondità. immediata, conviene sistemare una clip sulla boLe esche più usate per questa pesca sono i vermi bina del mulinello per fermare il filo in uscita di mare, con il coreano in testa: economico e di sempre alla stessa lunghezza: in questo modo i buona resa, attira tutte le specie che abitano i fonlanci successivi andranno tutti sull’obiettivo e sadali di roccia e posidonia. Un’ottima alternativa è remo sicuri di fare una divertente pescata. il filetto di calamaro, tagliato a piccole strisce e Riccardo Zago “cucito” sull’amo più volte. gennaio-aprile 2015 77