La fattoria molecolare - Attualità - D - la Repubblica 21/01/16 12:32 d.repubblica.it SALUTE SENO • RICETTE ENG ATTUALITÀ HOME D · ATTUALITÀ ATTUALITÀ 0 ◆ · MODA BEAUTY LIFESTYLE CUCINA BLOG ESPERTI VIDEO FOTO LA FATTORIA MOLECOLARE Tweet Pinterest 0 Consiglia 25 Tumblr Email SCIENZA La fattoria molecolare I plantibody, proteine create da piante modificate per combattere virus e batteri, promettono nuove cure ◆ Facebook D - la Repubblica 394.923 "Mi piace" DI PAOLA EMILIA CICERONE Mi piace questa Pagina Iscriviti Di' che ti piace prima di tutti i tuoi amici REPORT DONNE E TECNOLOGIA: UNA PRESENZA REALE Un robot al lavoro in un laboratorio di Molecolar Farming I farmaci del futuro nasceranno in serra: se piante e salute sono un binomio antico, la novità è che potremmo usare le prime per produrre “plantibody” (anticorpi vegetali), le sostanze proteiche che servono ad aggredire virus o batteri. Oggi se ne parla molto a causa di Ebola e dello ZMapp, combinazione di anticorpi mai sperimentata sugli esseri umani e già somministrata, pare con successo, a molti pazienti di varie nazionalità compreso il medico italiano Fabrizio Pulvirenti. Eppure la tecnica utilizzata dalla Mapp Biopharmaceuticals, la piccola azienda californiana che ha fornito il trattamento, non è del tutto una novità. «Già dagli anni Novanta noi ricercatori lavoriamo alla produzione di anticorpi vegetali», spiega Eugenio Benvenuto, responsabile del Laboratorio biotecnologie dell’Enea. L’idea iniziale era di mettere le piante in grado di difendersi dai parassiti che le aggrediscono, poi è nato il Molecular Farming, il filone di ricerca cui appartengono i plantibody, che usa le piante per produrre anticorpi, enzimi e altri principi attivi destinati all’uomo. «In questo modo si possono realizzare anticorpi in modo semplice e a costi http://d.repubblica.it/attualita/2015/03/28/news/piante_modificate_cure_virus_e_batteri-2538259/?refresh_ce CONTENUTO SPONSORIZZATO Fotogalleria Page 1 of 3 La fattoria molecolare - Attualità - D - la Repubblica 21/01/16 12:32 accessibili», spiega Oscar Burrone, responsabile del laboratorio di immunologia molecolare dell’Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology). Uno strumento agile ed economico, insomma, per ottenere farmaci in grado di rispondere in tempi brevi a un’epidemia o a un attacco di bioterrorismo. E il secondo aspetto ha inevitabilmente attirato l’attenzione del Darpa, il dipartimento di ricerca del ministero della Difesa americano, da cui arrivano i finanziamenti per molte delle ricerche realizzate, incluse quelle della Mapp Biopharmaceuticals. I plantibody permetterebbero la cosiddetta immunoterapia passiva: «Non si tratta di indurre l’organismo a produrre anticorpi come farebbe un vaccino, ma di fornirglieli in aggiunta, per un certo periodo», precisa Benvenuto. La procedura è abbastanza semplice: «Identificato il gene che codifica per l’anticorpo desiderato, si utilizza un virus o un batterio innocuo come “postino genetico” per consegnare alla cellula vegetale l’informazione genetica relativa alla sintesi della molecola», spiega il ricercatore. «Poi basta aspettare qualche giorno, raccogliere le piante ed estrarre gli anticorpi». Lo ZMapp è stato realizzato usando la pianta del tabacco e il virus del mosaico del tabacco, due organismi noti e molto studiati. Ma le potenzialità del metodo sono più ampie. «Pensiamo al costo di alcuni anticorpi adoperati in medicina, come gli anticorpi monoclonali utilizzati per trattare alcuni tumori», osserva Benvenuto. Eppure la sperimentazione sul molecular farming va a rilento. L’unico farmaco di questo tipo in commercio è Elelyso, che non è esattamente un anticorpo, ma un enzima che nasce dalle carote, approvato nel 2012 dall’FDA (ma non dall’Agenzia europea del farmaco) per trattare la malattia di Gaucher, rara patologia genetica. Non si sa ancora quando arriveranno in commercio anticorpi vegetali su cui la ricerca è in fase avanzata, tra cui un contraccettivo (vedi box) e un trattamento preventivo per la carie. Fuori dagli Usa, le cose vanno pure peggio. «Esaurito il progetto europeo Pharmaplanta, a cui hanno collaborato i laboratori Enea, oggi la ricerca continua con un progetto europeo più ristretto, affidato a due laboratori in Germania e Regno Unito, paesi che hanno garantito alle loro strutture un ottimo sostegno economico», spiega Benvenuto. Intanto l’Igceb ha lavorato con ricercatori inglesi e spagnoli a un plantibody contro un virus che colpisce i maiali. «Buoni risultati», commenta Burrone. «Ma non si è mai arrivati allo sviluppo di un farmaco: servono fondi e competenze imprenditoriali che in Europa non è facile ottenere. E in Italia praticamente impossibile». Considerando anche la necessità di controlli complessi: «Gli anticorpi vegetali non sono necessariamente identici a quelli prodotti da una cellula umana», spiega Burrone. «Le piante sono una delle possibilità, ma in certi casi funziona meglio produrli da cellule animali». Qualcosa però si muove: «L’Enea sta lavorando con l’Istituto superiore di sanità a un anticorpo vegetale per trattare le infezioni da candida, realizzato utilizzando un antenato del tabacco, la Nicotiana benthamiana», spiega Benvenuto. E tra le sostanze in studio c’è un’immunocitochina per il trattamento del linfoma non Hodgkin. Detto questo, le multinazionali del farmaco non sembrano particolarmente interessate a sfruttare un metodo di produzione che ridurrà sensibilmente i costi: «Da quando la Bayer ha comprato la Icon Genetics, un’azienda che portava avanti progetti interessanti sui plantibody, non se ne sente più parlare», osserva Benvenuto. Ora però il brevetto su alcuni anticorpi antitumorali sta per scadere. E forse produrli attraverso le piante permetterà di renderli disponibili anche a chi non può permettersi terapie a costi proibitivi. PILLOLA VERDE L’anticoncezionale del futuro potrebbe essere una pellicola trasparente grande quanto un francobollo, impregnata di anticorpi vegetali che aggrediscono la superficie dello spermatozoo, paralizzandolo. È uno dei progetti più avanzati nel settore dei plantibody, su cui punta la Mapp Biopharmaceuticals. Tecnicamente si tratta di uno spermicida di ultima generazione, «interessante perché avrebbe meno effetti sull’organismo rispetto ai contraccettivi ormonali», spiega Benvenuto. Ma anche perché, associato ad altre molecole, potrebbe proteggere la donna anche contro malattie sessualmente trasmissibili. Finora, solo i profilattici hanno funzionato al tempo stesso come contraccettivi e come barriera contro le malattie. Ma con il patch vegetale, il controllo tornerebbe in mano alle donne. ARGOMENTI FARMACI · SERRA · PIANTE · SALUTE · ANTICORPI · VIRUS · BELLE PERCHÉ VERE: LE DONNE SECONDO ANNIE LEIBOVITZ Dopo oltre 15 anni Annie Leibovitz torna con una mostra dedicata alle donne. E questa volta al fianco di astronaute e leader mondiali ci sono Adele, Taylor Swift, Caitlyn Jenner e Amy Schumer scelte perché essere donne vuol dire soprattutto essere se stesse Oroscopo Oroscopo di oggi ACQUARIO Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci Classifica del giorno Ascendente Sesso stellare Seduzione Tarocchi Il libro dei consigli Biscotti della fortuna Affinità di coppia La ricetta di oggi CANDIDA http://d.repubblica.it/attualita/2015/03/28/news/piante_modificate_cure_virus_e_batteri-2538259/?refresh_ce Page 2 of 3