Malattia da virus Ebola
La malattia da virus Ebola (acronimo inglese EVD),
precedentemente conosciuta come febbre emorragica
Ebola (acronimo inglese EHF)[1] è una malattia degli
esseri umani e di altri primati causata dal virus Ebola. I
sintomi della malattia iniziano da due giorni a tre settimane dopo aver contratto il virus, con febbre, faringodinia
(mal di gola), dolori muscolari e cefalea (mal di testa).
A questi primi sintomi fanno in genere seguito nausea,
vomito, e diarrea, unitamente a segni di alterazione della
funzionalità epatica e renale. In questa fase della malattia,
alcune persone possono cominciare a presentare emorragie che si possono manifestare verso l'esterno (emorragie
esterne) oppure interessare alcune cavità corporee (emorragie interne). Il rischio di morte tra le persone infette è
estremamente alto.[2]
avvenuta a partire dai primi mesi del 2014 ed è tuttora in
corso in Africa Occidentale, interessante in particolare la
Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria.[7][8] Ad agosto
2014 sono stati riportati circa 2000 casi sospetti.[9] Sono
attualmente in atto tentativi per la ricerca di un vaccino
efficace.
1 Storia ed epidemiologia
Il virus può essere acquisito entrando a contatto con sangue o fluidi corporei di un animale infetto (comunemente
le scimmie o pipistrelli della frutta).[2] Ad oggi non pare
possibile che possa esistere un contagio tra animali ed uomo attraverso l'aria, in un ambiente naturale.[3] Le volpi
volanti sono ritenute in grado di trasportare e diffondere
il virus senza esserne colpite, ovvero senza sviluppare la
malattia.[2]
Una volta che si sia verificata l'infezione umana, la malattia può diffondersi attraverso gli esseri umani. Coloro
che sopravvivono alla malattia possono essere in grado
di trasmettere il virus attraverso lo sperma per quasi due
mesi.[2] la diagnosi richiede l'esclusione di altre malattie
caratterizzate da sintomi simili, come la malaria, il colera,
e altre febbri emorragiche virali. Per confermare la dia- I principali focolai di ebola dal 1976 al 2014.
Focolai del 1976
gnosi, i campioni di sangue del caso sospetto vengono teFocolai dal 1977 al 2012
stati con la ricerca di anticorpi anti-virus, RNA virale, o
Focolai del 2014
[2]
del virus stesso.
Il 30 agosto 2007, 103 individui (100 adulti e 3 bambini) furono infettati da una sospetta febbre emorragica
nel villaggio di Kampungu, nella Repubblica Democratica del Congo. L'epidemia scoppiò dopo i funerali di due
capo-villaggio e 217 individui di 4 villaggi si ammalarono. L'OMS inviò un team per prelevare campioni ematici da analizzare e in seguito confermò che molti dei casi
erano il risultato di un contagio di ebolavirus.[10] La più
vasta epidemia congolese uccise 245 individui nel 1995
a Kikwit, ad appena 200 miglia dalla fonte epidemica
dell'agosto del 2007.[11] .
Non esiste una terapia specifica per la malattia. Il trattamento dei pazienti affetti è sostanzialmente un trattamento di supporto che comprende una adeguata reidratazione
orale (semplice acqua leggermente zuccherata e addizionata di una modica quantità di sale) o l'infusione di fluidi
per via endovenosa. La malattia ha un tasso di mortalità
molto elevato, e spesso va incontro a morte una percentuale compresa tra il 50% e il 70% delle persone infettate
dal virus.[2][4] La febbre emorragica da virus dell'Ebola
(EVD) è stata identificata per la prima volta in Sudan e
nella Repubblica Democratica del Congo. La malattia si
verifica in genere in focolai epidemici che interessano regioni tropicali dell'Africa sub-sahariana. Dal 1976 (data
nella quale è stato identificato per la prima volta).[5] fino a tutto il 2013, meno di 1.000 persone all'anno sono
state contagiate.[2][6] La più grande epidemia di Ebola è
Il 30 novembre 2007, il Ministro della Sanità ugandese
confermò un'epidemia di ebola nel distretto di Bundibugyo. A seguito della conferma sui campioni testati dai Laboratori Nazionali Statunitensi e dal Centro di Controllo
per le Malattie, l'OMS confermò la presenza di una nuova
1
2
2
EZIOLOGIA
specie di ebolavirus.[12] L'epidemia cessò ufficialmente il ne) è morto (pari a 672 persone, da marzo al 29 luglio
20 febbraio 2008. Finché durò, furono registrati 149 casi 2014).[21] Muore il 29 luglio 2014, a causa della malattia,
di questo nuovo ceppo, 37 dei quali morirono.
Omar Khan, il medico che dirigeva il centro clinico per
Un caso registrato di ebola è stato comunicato ufficial- le cure contro la malattia, a Kenema nella Sierra Leone,
la Gran Bretagna dichiara “Ebola minaccia per il
mente dal Ministero della Salute Ugandese il 28 luglio mentre [22]
paese”.
Nei quattro giorni successivi ci sono state al2012. Colpite 20 persone di cui 14 decedute (alla data 31
tre
nuove
57
vittime: il 1 agosto si contano 726 vittime su
luglio). Si è sviluppato a Kibaale. Nove dei deceduti erano
1323
contagiati.
I dati forniti dall'OMS, aggiornati al 27
familiari entrati in contatto diretto con i malati durante la
luglio:
malattia (inizialmente non identificata come ebola) o durante la sepoltura. Gli altri colpiti sono stati il personale Il 6 agosto 2014 si registra il primo caso di cittadino eurosanitario e pochi altri poi monitorati.
peo infetto da ebolavirus, si tratta del padre missionario
Nel settembre 2012, il portavoce dell'Organizzazione spagnolo Miguel Pajares che viveva in Liberia da 50 anni.
immediato
mondiale della sanità a Kinshasa, Eugene Kabambi, uf- Il governo spagnolo ne ha deciso il rimpatrio [23]
e
il
ricovero
all'ospedale
Carlo
III
di
Madrid.
Morirà
ficializza la notizia di un'epidemia fuori controllo nella
[24]
il
12
agosto.
La
Guinea,
da
cui
è
partita
l'epidemia,
Repubblica Democratica del Congo. Nel giorno 13 del
conta 460 casi e 339 morti, la Liberia (dove sono state
mese, i morti sono già 31.[13]
chiuse le scuole) 329 casi e 156 morti e la Sierra Leone
533 casi e 233 morti.[25]
1.1
Epidemia del 2014
L'8 agosto la Liberia dichiara lo stato d'emergenza, mentre l'Oms parla di 932 morti e 1711 casi dichiarando che
il virus è una «emergenza di salute pubblica di livello
internazionale».[26]
Il 12 agosto si contano 1013 morti, dopo che altre 52
persone sono morte nell'arco di soli tre giorni, dal 7 al
9 agosto.[27] Il comitato di esperti di etica medica riunito dall'Organizzazione mondiale della sanità si è detto
favorevole al ricorso di trattamenti non ancora omologati
contro l'epidemia di Ebola. Intanto la società farmaceutica americana produttrice del farmaco ZMapp per la cura
del virus Ebola, ancora allo stadio sperimentale, ha fatto
sapere di avere spedito tutte le dosi disponibili in Africa
occidentale.[28]
Situazione dell'epidemia, aggiornata al 14 agosto 2014.
L'epidemia di Ebola continua a mietere vittime, con 128
nuovi casi e 56 morti registrati tra il 10 e l'11 agosto. Lo
afferma in un comunicato l'Oms, secondo cui il computo
totale è di 1975 casi e 1069 morti.[29]
Il 22 marzo 2014 è confermata la notizia di una epidemia
di ebola in Guinea[14] , che ha in brevissimo tempo rag- 2 Eziologia
giunto la capitale Conakry[15] ; la gravità e l'estensione del
contagio ha indotto l'Europa prima (che ha inviato anche
un team di specialisti dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma.[16] )[17] e poi gli Stati Uniti (che
hanno inviato un team di specialisti dell'Istituto malattie infettive di Atlanta-Georgia) a intervenire per arginare l'infezione. Medici senza frontiere parla di “epidemia
senza precedenti”, tale da suscitare timori di possibile diffusione al di fuori dell'Africa.[18] L'analisi genetica del virus indica che è più strettamente correlato (98% match)
al virus Ebola (specie Zaire ebolavirus) ultimo registrato
nel 2009 nella Repubblica Democratica del Congo.
Virus Ebola al microscopio elettronico.
A causa di questa epidemia, diffusasi anche in Sierra Leo- La febbre emorragica da Ebola (EVD) è causata da quatne e Liberia, sono morte oltre 330 persone su 500 casi tro dei cinque virus classificati nel genere Ebolavirus,
registrati[19][20] .
famiglia Filoviridae,[30] ordine Mononegavirales. I quatAlla fine di luglio del 2014, il 50% dei 1.200 contagia- tro virus che causano malattie sono il virus Bundibugyo
ti nei Paesi più colpiti (Guinea, Liberia e Sierra Leo- (BDBV), il virus Sudan (SUDV), il virus Taï Forest (TA-
3.1
Trasmissione
3
FV ), ed infine un virus chiamato semplicemente, virus
Ebola (il virus EBOV, ex Zaire Ebola). Il virus Ebola è
l'unico membro della specie ebolavirus Zaire, ed è anche il più pericoloso nel causare la nota malattia da virus
Ebola, oltre ad essere responsabile del maggior numero di focolai epidemici.[31] Il quinto virus, virus Reston
(RESTV), si ritiene non possa causare malattia nell'essere
umano. I cinque virus Ebola sono strettamente correlati
ai virus Marburg.
Un gruppo di ricercatori del Broad Institute e della
Harvard University, in collaborazione con il ministero
della Sanità della Sierra Leone, ha identificato, dopo una
approfondita analisi di 99 genomi raccolti da 78 pazienti
africani colpiti dalla recente epidemia, più di 300 varianti
genetiche che differenziano l'attuale virus da quello degli
anni passati. Questo studio ipotizza le modalità con cui
è iniziata l'attuale epidemia e come questa si sia diffusa
partendo da due distinti cluster virali che hanno diffuso l'infezione partendo dalla circostanza di un funerale di
un guaritore tradizionale che aveva trattato pazienti colpiti dal virus in Guinea, e come poi questi virus abbiano
continuato a divergere.[32]
3
Patogenesi
I pazienti affetti da febbre emorragica da Ebola possono essere stati esposti al virus a seguito di un'esposizione
primaria (evento che tipicamente coinvolge i residenti in
un'area endemica, oppure coloro che vi si recano per motivi di lavoro o di turismo) oppure a seguito di esposizione
secondaria. In quest'ultimo caso il contagio è spesso di
tipo inter-umano e coinvolge gli operatori sanitari (medici,infermieri, assistenti familiari) oppure gli operatori
addetti alla preparazione dei cadaveri per la sepoltura. È
anche possibile un contagio umano direttamente ad opera
dei primati affetti dal virus nei veterinari e negli addetti alla assistenza agli animali stessi, così come in coloro
che manipolano e preparano carni destinate al consumo
umano.
Ciclo vitale dell'Ebolavirus.
In coloro che sopravvivono alla malattia lo sperma rimane contagioso fino a 50 giorni dalla guarigione clinica.
La trasmissione attraverso l'esposizione orale e attraverso
l'esposizione tramite la congiuntiva è molto probabile[35]
ed è stata confermata in alcuni primati non umani.[36]
Si ritiene che il rischio di infezioni diffuse e sviluppo di
malattia da virus Ebola sia potenzialmente basso, in quanto la malattia si sviluppa solo attraverso il contatto diretto
con le secrezioni di un soggetto che presenta già evidenti segni di infezione.[34] La rapida insorgenza dei sintomi
rende più facile l'identificazione delle persone malate e
limita la capacità di una persona di diffondere la malattia ad altri soggetti stazionando in luoghi pubblici oppure
viaggiando. Poiché i cadaveri sono ancora infettivi, alcuni medici propongono che i loro corpi vengano smaltiti in
modo sicuro, nonostante i tradizionali rituali di sepoltura
locali.[37]
Gli operatori sanitari che non indossano adeguati indumenti protettivi possono contrarre la malattia. In passato questo tipo di trasmissione nosocomiale si è verificata negli ospedali africani a causa del riutilizzo di
aghi e la mancanza di alcune elementari precauzioni
igieniche.[38][39]
La trasmissione per via aerea non è mai stata documentata durante le epidemie di febbre emorragica da Ebola.
Tuttavia è stato dimostrato che le goccioline generate in
laboratorio di diametro compreso tra 0.8 e 1.2-micron
sono potenzialmente infettive se respirate.[40] Il virus ha
3.1 Trasmissione
dimostrato di poter essere trasmesso senza contatto stretto da suini a primati non umani, anche se il medesimo
[33]
Non è del tutto chiaro come si diffonda il virus Ebola.
a realizzare la trasmissione in modo
Si ritiene che la febbre emorragica da Ebola (EVD) possa studio non è riuscito[41]
simile
tra
i
primati.
verificarsi dopo che un virus Ebola si trasmette ad un soggetto umano venuto a contatto con i fluidi corporei di un I pipistrelli della frutta si nutrono e mangiano parzialmenanimale infetto. La trasmissione da uomo a uomo sembra te alcuni frutti. Successivamente determinati mammiferi
possa avvenire per contatto diretto con il sangue oppure terrestri come i gorilla e i duiker si nutrono di questi frutaltri fluidi corporei di una persona infetta (compresa la ti caduti. Questa catena di eventi costituisce un possibile
pratica di imbalsamazione di una persona infetta defun- mezzo indiretto di trasmissione dal bacino naturale ad alta) o per contatto con presidi medici contaminati, in par- cune popolazioni di animali, che ha portato alla ricerca
ticolare gli aghi e le siringhe.[34] Anche il contatto per via delle modalità di diffusione del virus nella saliva dei piepidermica o tramite le membrane mucose sembra una pistrelli. L'entità della produzione di frutta, il comportapossibile via di trasmissione.
mento animale, e altri fattori variabili nel tempo possono
4
5 DIAGNOSI
scatenare epidemie tra le popolazioni animali.[42]
3.2
Serbatoio
I pipistrelli sono considerati il serbatoio naturale più probabile del virus Ebola.[43] In passato sono state prese in
considerazione anche piante, artropodi e uccelli. I pipistrelli erano noti occupanti della fabbrica di cotone in cui
sono stati riscontrati i primi casi nei focolai epidemici del
1976 e 1979, e sono stati anche implicati nelle infezioni
da virus Marburg nel 1975 e nel 1980.[44] Delle 24 specie di piante e delle 19 specie di vertebrati inoculati sperimentalmente con il virus Ebola, solo i pipistrelli si sono infettati.[45] L'assenza di segni clinici in questi animali
depone a favore del fatto che essi siano la specie serbatoio
del virus. In uno studio del 2002-2003 effettuato su 1030
animali, tra cui 679 pipistrelli dal Gabon e dalla Repubblica del Congo, sono stati identificati 13 pipistrelli della
frutta che contenevano nell'organismo frammenti di RNA
del virus Ebola.[46] A partire dal 2005, tre tipi di pipistrelli della frutta (Hypsignathus monstrosus, Epomops franqueti, e Myonycteris torquata) sono stati identificati come
specie strettamente in contatto con il virus Ebola.[47][48]
Gli anticorpi contro i virus Ebola Zaire e Reston sono
stati trovati nei pipistrelli della frutta in Bangladesh: questa scoperta ha permesso di identificare ospiti potenziali
del virus e la presenza inequivocabile di questi filovirus
in Asia.[49] Tra il 1976 e il 1998, in 30.000 mammiferi,
uccelli, rettili, anfibi e artropodi presi a campione nelle regioni affette da focolai epidemici, non è stato identificato alcun ebolavirus a parte alcune tracce genetiche
riscontrate in sei roditori (Mus setulosus e Praomys) e
un toporagno (Sylvisorex ollula) catturati nella Repubblica Centrafricana.[44][50] Tracce di virus Ebola sono state
rilevate nelle carcasse di gorilla e scimpanzé durante le
epidemie del 2001 e del 2003, che in seguito sono divenute la fonte di infezioni umane. Tuttavia, l'elevata letalità dall'infezione in queste specie li rende molto improbabili come serbatoio naturale.[44] La trasmissione tra il
serbatoio naturale e gli esseri umani è rara, e i focolai
epidemici sono di solito riconducibili a un singolo caso
in cui un individuo ha manipolato le carcasse di gorilla, scimpanzé o cefalofini.[51] Le volpi volanti sono anche
utilizzate come cibo in alcune parti dell'Africa occidentale e mangiate affumicate, alla griglia o cotte a dare una
caratteristica zuppa piccante.[48][52]
4
Fisopatologia
L'emorragia interna è causata da una reazione tra il virus e
le piastrine che dà luogo a varie rotture nelle pareti dei vasi capillari. Occasionalmente si presentano sanguinamenti interni o emorragie esterne orali e nasali. La replicazione dei filovirus è favorita da un'ampia tipologia di organi
e strutture cellulari quali gli epatociti, le cellule epiteliali,
i fibroblasti, le cellule reticolari e le cellule adrenocortica-
li.[30] In particolare la sensibilità delle cellule endoteliali è
verosimilmente la causa di sintomi tardivi dell'infezione
come l'emorragia e lo shock ipovolemico.[30]
Nelle prime fasi l'ebola sembra non essere estremamente
contagioso. Il contatto in fase precoce con individui colpiti sembra non causare la malattia. Come la malattia progredisce, i fluidi corporei presenti nella diarrea, nel vomito e nel sangue rappresentano un rischio biologico estremo. A causa della carenza di strumentario appropriato e
di protocolli igienico-sanitari, le epidemie su vasta scala
scoppiano con più facilità nelle aree più povere ed isolate prive di ospedali moderni e di personale addestrato.
Molte delle aree dove persistono le riserve virali hanno
queste caratteristiche.
5 Diagnosi
La storia del paziente, in particolare un racconto di frequenti viaggi o attività di lavoro che hanno comportato
l'esposizione ad animali selvatici, sono importanti per sospettare la diagnosi di febbre emorragica da Ebola. La
diagnosi è confermata dall'isolamento del virus, dal rilevare il suo RNA o specifiche proteine, o dal riscontro
di elevazione del titolo anticorpale diretto contro il virus nel sangue di un paziente. L'isolamento del virus da
coltura cellulare, il riscontro di RNA virale mediante la
procedura di reazione a catena della polimerasi (PCR)
e le proteine tramite test ELISA (Enzyme Linked Immunosorbent Assay) sono procedure efficaci in una fase
precoce di malattia. Al contrario il riscontro di anticorpi contro il virus è efficace solo in una fase più tardiva
della malattia e in coloro che la superano e gradualmente
recuperano (convalescenti).[53] Nel corso di un focolaio
epidemico, l'isolamento del virus spesso non è fattibile. I
metodi diagnostici più comuni sono dunque l'esecuzione
della PCR e la rilevazione delle proteine virali tramite
test ELISA: questi esami possono essere eseguiti anche
sul campo oppure in ospedali mobili.[54] I virioni propri
dei Filovirus possono essere visti ed identificati in coltura
cellulare eseguendo una microscopia elettronica a causa
delle loro forme filamentose uniche e facilmente riconoscibili. Sfortunatamente la microscopia elettronica non è
minimamente utile nel mettere in evidenza le differenze tra le varie specie di filovirus, nonostante alcuni autori
abbiano sottolineato alcune differenze di lunghezza.[55]
5.1 Diagnosi differenziale
I sintomi precoci della condizione possono essere confusi facilmente con le manifestazioni di malattia da virus
Marburg,[56] setticemia da gram-negativi, della malaria
da falciparum, della febbre tifoide, della dissenteria e shigellosi, dell'influenza, della febbre dengue, del colera, della borreliosi o di altre febbri tropicali. Altre malattie infettive che dovrebbero essere incluse nella diagnosi dif-
6.2
Esami strumentali e di laboratorio
5
ferenziale sono la leptospirosi, la peste, la febbre Q, la
candidosi, l'istoplasmosi, la tripanosomiasi, la leishmaniosi viscerale, il vaiolo emorragico, il morbillo e l'epatite
virale fulminante.[57] Malattie non infettive che possono essere confuse con la febbre emorragica da Ebola sono la leucemia acuta promielocitica, la sindrome uremica emolitica, la carenza di fattori della coagulazione o la
presenza di disordini piastrinici, la porpora trombotica
trombocitopenica, la teleangectasia emorragica ereditaria, la malattia di Kawasaki ed anche l'avvelenamento da
warfarin.[58][59][54][60]
6
Clinica
6.1
Segni e sintomi
Sintomi della
febbre emorragica da Ebola
Emicrania
Occhi rossi
Sistemici
- Febbre
- Perdita dell'appetito
- Emorragia interna
Faringe e polmoni
- Singhiozzo
- Mal di gola
- Dispnea
- Difficoltà nel deglutire
Muscoli
- Dolori
- Debolezza
Articolazioni
- Dolori
Intestino
- Diarrea
Dolore toracico
Stomaco
- Dolore
- Vomito
Pelle
- Rash
- Emorragia
Sintomi della febbre emorragica da Ebola.[61]
Dopo un periodo di incubazione variabile tra 2-8 giorni
(che in alcuni pazienti può prolungarsi fino a 21 giorni), la
malattia si viene a manifestare improvvisamente, in genere con uno stadio simil-influenzale.[62][63] In una fase precoce il quadro clinico è caratterizzato da affaticamento,
febbre (anche elevata, 38,5°C e oltre), cefalea, faringite,
dolori articolari, muscolari e dolori addominali, cui possono associarsi nausea, vomito, diarrea e perdita di appetito. Alcuni soggetti possono presentare sintomi meno comuni che includono dolore toracico, singhiozzo, difficoltà
respiratoria e difficoltà alla deglutizione di solidi e liquidi
(disfagia).[64]
In circa il 50% dei casi si possono evidenziare alcune manifestazioni cutanee. Tra queste la più tipica è la comparsa di un rash maculopapulare. I primi sintomi della malattia possono essere confusi con quelli di esordio della
malaria, della febbre tifoide, della dissenteria, della febbre dengue, o altre febbri tropicali, prima che la malattia
progredisca fino alla fase finale di sanguinamento.
Nel 40-50% dei casi, il paziente è affetto da emorragie
nei siti di iniezione e da emorragie mucose: in particolare emorragie gastrointestinali (feci scure o sanguinolente, melena), emorragie dal naso (epistassi), dalla vagina
e dalle gengive. Questa è la tipica fase emorragica, che
inizia in genere da 5 a 7 giorni dopo l'esordio dei primi
sintomi. Alcuni pazienti possono presentare anche gravi emorragie interne e sottocutanee, che si manifestano
con vomito ematico e gravi emorragie congiuntivali.[65]
Il sanguinamento che interessa la cute può comportare
l'insorgenza di petecchie, porpora, ecchimosi e ematomi,
soprattutto in prossimità di eventuali siti di iniezione intramuscolare o endovenosa. Come visto i tipi di sanguinamento che si verificano in corso di malattia da virus
Ebola possono essere estremamente vari, ma i più frequenti includono il vomito sanguinolento, la tosse con
presenza di sangue (emoftoe) e la presenza di sangue nelle feci (ematochezia). Altri sintomi secondari includono ipotensione, ipovolemia, tachicardia, danni agli organi
(soprattutto a reni, milza e fegato) come risultato di una
necrosi sistemica disseminata e proteinuria.
Il verificarsi di un sanguinamento di importante entità è
raro e di solito è limitato al tratto gastrointestinale.[66][67]
In generale, lo sviluppo di sintomi emorragici indica spesso una prognosi peggiore. Non è raro che siano le perdite
ematiche a portare alla morte il paziente.
Tutte le persone infette presentano alcuni sintomi di coinvolgimento del sistema circolatorio, ed in particolare alterazioni della coagulazione del sangue.[66] Alcuni soggetti
possono presentare miocardite e edema polmonare. Se
il soggetto infetto non recupera molto spesso evolve sviluppando dispnea e tachipnea, tachicardia e ipotensione
arteriosa. Con l'evolvere della malattia si verificano danni a diversi organi, soprattutto ai reni (con conseguente
proteinuria e anuria) e a milza e fegato, come risultato di
una necrosi sistemica disseminata. Nelle fasi terminali il
paziente scivola in coma. L'intervallo tra l'insorgenza dei
sintomi e la morte è breve, generalmente compreso tra
1-2 settimane. A partire dalla seconda settimana di infezione si assiste ad una riduzione dell'iperpiressia ma la
morte si verifica a causa dell'instaurarsi di una sindrome
da disfunzione multiorgano (MODS).[68][65]
6.2 Esami strumentali e di laboratorio
L'infezione da ebola è diagnosticata tramite test ELISA
(Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay), che tuttavia
fornisce risultati ambigui durante le fasi non epidemiche.
Dopo il caso di Reston, il Dr. Carl Johnson del CDC analizzò gli indiani San Blas dell'America Centrale, i quali
non avevano nessuna storia di infezioni virali di ebola,
ma che mostrarono il 2% di positività.[69] Ulteriori ricerche effettuate sui nativi americani dell'Alaska mostrarono una percentuale di positivi analoga. Per contrastare i
falsi positivi un test più complesso basato sul sistema ELISA fu sviluppato da Tom Kzaisek negli USAMRIID, e fu
6
8
PREVENZIONE
in seguito migliorato con l'analisi mediante anticorpi in studio dove suggerisce l'uso dei farmaci: amiodarone,
immunofluorescenza.
dronedarone e verapamil come possibili bloccanti l'ingresso del virus nella cellula umana. Infatti,
l'amiodarone è un inibitore dei canali multi-ionici e
anche un antagonista adrenergico, mostrando per questo
7 Trattamento
di essere un potente inibitore dell'ingresso nella cellula
dei filovirus a concentrazioni che sono regolarmente raggiungibili nel siero umano durante la somministrazione
con farmaci antiaritmici. L'amiodarone agirebbe anche
sugli arenavirus come il virus Guanarito. Un meccanismo simile è stato ipotizzato anche per il verapamil e il
dronedarone.[80]
Un reparto di isolamento a Gulu, Uganda, durante l'epidemia
dell'ottobre 2000
In uno studio pubblicato su Nature il 17 aprile 2014, Warren et al. descrivono le proprietà antivirali di un nuovo analogo sintetico dell'adenosina, BCX4430, una piccola molecola sintetica farmaco-like che fornisce protezione dai virus di Ebola e di Marburg in diversi modelli
animali. L'attività antivirale di questa molecola, che agisce come inibitore della RNA polimerasi virale, si espleta contro numerosi virus, tra cui: buniavirus, arenavirus,
paramixovirus, coronavirus e flavivirus.[81]
Kent Brantly e Nancy Writebol sono due volontari statunitensi contagiati dal virus e trattati, per la prima volta
al mondo, con un cocktail sperimentale di tre anticorpi
monoclonali, cocktail mai somministrato prima su esseri umani. Ciò ha sollevato molti interrogativi nel mondo,
tanto che è stato coniato dai media il termine di “siero
segreto” per la formula chiamata ZMapp; essa contiene
anticorpi contro i tre EV epitopi della glicoproteina, prodotti dall'espressione del virus in piante di tabacco. Questo cocktail sembra agire anche se iniziato da 4 a 5 giorni dopo l'infezione, anche in presenza di febbre e con la
reazione a catena della polimerasi (PCR) positiva. Va ricordato che un terzo paziente è morto nonostante abbia
ricevuto il cocktail ZMapp; ciò rende prematura qualunque certezza scientifica circa la reale efficacia della terapia sperimentale a base di ZMapp.[82] Altre molecole in
studio sono piccoli RNA capaci di interferire con la PCR
del virus di Ebola:[82]
Al 2014 non esiste un protocollo standardizzato di
trattamento per la febbre emorragica da ebolavirus.[70]
La terapia primaria è unicamente di supporto e comprende procedure invasive ridotte al minimo: bilancio degli elettroliti, poiché i pazienti sono frequentemente disidratati, ripristino dei fattori di coagulazione per arrestare il sanguinamento, mantenimento dei
parametri ematici e di ossigenazione, trattamento delle complicanze rappresentate da sovrainfezioni batteriche o micotiche.[71][72][73] L'inizio precoce di un
trattamento sembra poter aumentare le possibilità di
sopravvivenza.[74] Attualmente sono allo studio un certo
numero di trattamenti sperimentali, tra cui in particolare
ZMapp (un medicinale prodotto dall'azienda di biotecnologie Mapp Biopharmaceutical Inc. ottenuto dalle piante
di tabacco, che sembra costituito da tre anticorpi monoclonali i quali, legandosi alle cellule infette, favorirebbe1. BCX-4430, un analogo dell'adenosina che è attivo
ro la reazione del sistema immunitario)[75] e un farmaco
contro il virus di Ebola in roditori e primati non
chiamato RNA interference “TKM-Ebola”.[76]
umani protetti dal virus Marburg (virus),
La ribavirina è inefficace e anche l'Interferone non pare dare risultati apprezzabili. Nelle scimmie, la sommi2. AVI-7537, che si rivolge la proteina VP24 virus di
nistrazione di un inibitore dell'emocoagulazione (rNAEbola attraverso una tecnologia di RNA interference.
Pc2) ha mostrato qualche beneficio, preservando il 33%
degli animali infettati da una infezione al 100% letale per le scimmie (sfortunatamente, questa terapia è Insieme ad altre terapie in fase iniziale viene studiato
[83]
inefficace sugli umani).[77] Agli inizi del 2006, studio- anche l'uso della clorochina e dell'imatinib.
si dell'USAMRIID (Istituto statunitense di ricerche mediche sulle malattie infettive dell'esercito) annunciarono il 75% delle guarigioni in scimmie rhesus infetta- 8 Prevenzione
te con ebolavirus a cui era stata somministrata terapia
antisenso.[78][79]
8.1 Controllo delle infezioni
Il 7 aprile 2014 un gruppo di ricerca dell'Istituto
di Biologia molecolare della Facoltà di Medicina I diversi tipi di virus Ebola sono contagiosi: la prevendell'Università di Hannover in Germania, pubblica uno zione comprende tutte le misure che favoriscono la ri-
7
duzione della diffusione della malattia dalle scimmie infette e dai maiali agli esseri umani. Le misure preventive comprendono pertanto un attento controllo di questi animali per la trasmissione di una possibile infezione, nonché la loro uccisione ed il corretto smaltimento
dei corpi in caso di positività per i test di malattia. Esistono anche altre forme di prevenzione che comportano
mutazioni di comportamenti da parte dei diversi operatori, l'utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuale (ad esempio l'indossare indumenti protettivi quando si maneggia la carne), la disinfezione e tutta una serie di tecniche volte ad evitare l'infezione impedendo agli
operatori di entrare in contatto con sangue infetto o secrezioni, anche di animali morti.[33] La corretta cottura
della carne, la disinfezione, il lavarsi frequentemente le
mani quando si accudisce una persona malata sono ulteriori misure che si sono rivelate di grande utilità. La
messa in atto di queste misure comporta un elevato indice di sospetto e la possibilità di diagnosticare la malattia precocemente. Verso tutti i pazienti che si trovano
in un contesto sanitario (infermierie e ospedali da campo, reparti di isolamento eccetera) devono essere utilizzate precauzioni standard.[33] Le misure raccomandate a
coloro che si prendono cura degli infettati comprendono
l'isolamento, la sterilizzazione, l'utilizzo di adeguati indumenti di protezione e maschere, guanti, camici, e occhiali di protezione.[84] I campioni di fluidi corporei e tessuti
provenienti da persone affette dalla malattia devono essere trattati con particolare cautela.[2] . Come già ricordato il lavaggio delle mani è importante, ma può essere di
difficile attuazione in zone dove non c'è neppure abbastanza acqua potabile.[62] Nelle fasi iniziali dell'epidemia
di Ebola del 2014, in Africa occidentale, anche semplici
materiali di controllo delle infezioni, come il sapone, sono risultati di difficile reperimento.[85] Per questo motivo,
in queste circostanze eccezionali di difficile reperimento
del sapone in corso di un'emergenza, l'OMS ha promosso l'utilizzo di materiali sostitutivi come il frassino pulito
o la stessa sabbia.[86] Il virus Ebola può essere eliminato con il calore (tramite riscaldamento a 60° C per un
periodo di 30-60 minuti, oppure tramite ebollizione per
circa 5 minuti). Sulle superfici che si teme possano essere infette, possono essere utilizzati come disinfettanti
alcuni solventi lipidici, ad esempio alcuni prodotti a base di alcool, detergenti, ipoclorito di sodio (candeggina)
o ipoclorito di calcio (polvere decolorante), e altri idonei
disinfettanti alle concentrazioni appropriate.[87][88]
[10] Ebola Outbreak Confirmed in Congo in NewScientist.com,
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[18] Guinea faces Ebola epidemic on unprecedented scale,
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L'esperto: “Europa non rischia” - Repubblica.it
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Notizie
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[17] La missione dello European Mobile Laboratory gestirà
due laboratori di alta sicurezza per la diagnosi della malattia; del team, che è arrivato in Guinea il 27.03.2014,
faranno parte, oltre ai ricercatori italiani, anche personale del Bernhard-Nocht Institute di Amburgo e dell’Institut
Pasteur di Lione, a cui si aggiungeranno esperti britannici,
in collaborazione con le autorità locali e con l’organizzazione Medici Senza Frontiere, che ha circa 30 esperti nella
zona.
[19] Medici Senza Frontiere, Riprende l’epidemia di Ebola in
Africa Occidentale, 4 giugno 2014.
[20] Euronews, Africa Occidentale: epidemia di ebola “fuori
controllo” per MSF, 21 giugno 2014.
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frontiere Fonte: Corriere della Sera, del 29-7-2014.
8
[22] Virus Ebola, Londra: Virus è minaccia per il paese, fonte
ANSA del 28 luglio 2014.
[23] Ebola, il primo malato in EuropaLa Spagna rimpatria
prete contagiato Fonte: Corriere della Sera, del 6-8-2014.
[24] Redazione Salute Online, Ebola, oltre mille le vittime Morto il prete spagnolo rimpatriato in Corriere della Sera, 12
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• Febbre emorragica
• Ebola
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an International Colloquium on Ebola Virus Infection and Other Haemorrhagic Fevers held in
Antwerp, Belgium, 6-8 December, 1977
• Questions and Answers about Ebola Hemorrhagic
Fever - Center for Disease Control (CDC), retrieved
10 July 2006
• www.healthocrates.com - Articolo sulla febbre
emorragica dell'Ebola
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• Ebola outbreak in Congo, CBC News, 12 settembre
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• Filovirus Global Symposium - Filomeeting 2008
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13
13.1
Fonti per testo e immagini; autori; licenze
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Sesquipedale, EH101, Jacopo Werther, FrescoBot, Adert, Gambo7, Rupertsciamenna, OppidumNissenae, Atarubot, Botcrux, R5b e
Anonimo: 2
13.2
Immagini
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lores-Ebola-Zaire-CDC_Photo.jpg Licenza: Public domain Contributori: This media comes from the Centers for Disease Control
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http://www.cdc.gov/vhf/ebola/resources/virus-ecology.html Artista originale: CDC
• File:Ebola_1976-2014.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e1/Ebola_1976-2014.svg Licenza: CC-BY-SA-3.0
Contributori: Opera propria (base: File:BlankMap-Africa.svg). Reference: [1] Artista originale: Dario Crespi
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PHIL_1832_lores.jpg Licenza: Public domain Contributori: This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention's
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Artista originale: Daniel Bausch, Division of Viral and Rickettsial Diseases, National Center for Infectious Diseases, CDC
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