10 Domande - 10 Risposte
Risponde l’esperto
L’influenza aviaria:
cosa fare e come fare
A cura di Giovanni Pagliarulo *
Che relazione c’è tra il virus dell’Influenza
umana e quello dell’Influenza Aviaria?
Appartengono entrambi agli Orthomyxoviridae,
cioè alla famiglia di virus che raccoglie quelli
influenzali di tutte le specie, compreso l’uomo.
Però di solito il virus adattato ad una specie, uomo
o animale, è in grado di riconoscere solo i recettori
presenti sulle cellule di quella stessa specie o
specie affini, come ad esempio nel caso del virus
dell’Influenza Aviaria che può infettare numerose
specie di uccelli.
si ritrovano ad infettare le stesse cellule dello
stesso individuo), potrebbe dare origine ad un
ceppo virale che potrebbe mantenere l’alta
patogenicità già osservata nei confronti del pollame
e la capacità di attaccare con facilità l’uomo e di
trasmettersi nella nostra specie da individuo ad
individuo. In tale circostanza l’uomo sarebbe colpito
da un ceppo virale contro il quale non avrebbe
alcuna possibilità di difesa immunitaria naturale in
quanto di assoluto nuovo impatto per la specie; da
qui il timore di una pandemia, capace di diffondersi
tra la popolazione umana in tutto il mondo come
avvenne con la “spagnola” del 1918-19.
Esiste un rischio effettivo che si
possa contrarre l’infezione
da Influenza Aviaria?
È sicuro che questa possibilità
si realizzi?
Ad oggi ancora no,
perché il sottotipo H5N1,
responsabile dell’attuale
emergenza, ha dimostrato
di possedere alta
patogenicità solo verso le
specie avicole domestiche
(pollame e tacchini) ma si
è rivelato molto poco
aggressivo verso l’uomo,
infatti da dicembre 2003
sinora ha infettato meno di 120
casi umani certi.
Questa circostanza è
possibile ma non è detto che
si debba necessariamente
realizzare. L’obiettivo da
raggiungere in questo
momento è quello di ridurre
quanto più possibile le
occasioni di incontro dei due
virus nell’uomo.
Ed allora perché tanta preoccupazione?
Come è possibile che
l’infezione aviaria si diffonda
così rapidamente superando
barriere geografiche e confini di stati
diversi?
Perché il virus è molto variabile, muta molto
facilmente ed attraverso il fenomeno del
riassortimento genico tra virus influenzale umano
ed aviario (con formazione di un nuovo ceppo
virale frutto della ricombinazione dei geni di due
diversi virus influenzali che contemporaneamente
Il virus dell’Influenza Aviaria viene diffuso sulle
grandi distanze ad opera degli uccelli selvatici
migratori, particolarmente quelli acquatici come
le anatre, che contraggono l’infezione senza
solitamente sviluppare la malattia, comportandosi
quindi come portatori sani e serbatoi del virus.
pugliasalute
- quattordici -
novembre 2005
Quali sono le
strategie di
lotta alla
malattia nella
popolazione
avicola?
ad alta patogenicità e contagioso tra gli individui
della specie umana.
Occorre
impedire il contatto
ed il rischio di contagio
diretto tra gli uccelli
selvatici migratori e i volatili
d’allevamento, particolarmente quelli
dell’allevamento rurale perché più esposti.
È necessario identificare rapidamente ogni
caso di malattia per procedere all’isolamento ed
alla estinzione del focolaio nel più breve tempo
possibile ricorrendo all’abbattimento e distruzione
dei volatili infetti, sospetti infetti e sospetti di
contaminazione. Su questo piano sono mobilitati
i Servizi Veterinari delle A.UU.SS.LL. e gli Istituti
Zooprofilattici Sperimentali.
E quali sono le strategie per prevenire
l’insorgenza della pandemia nell’uomo?
Fondamentalmente bisogna impedire le occasioni
di contagio contemporaneo dei due virus nella
popolazione umana a rischio (allevatori, veterinari,
addetti alla macellazione e al
controllo del focolaio),
popolazione a rischio che
quindi deve essere
preventivamente
sottoposta a
vaccinazione
contro l’influenza
umana in attesa
che venga messo
a punto quello per
l’uomo contro il
virus dell’Influenza
Aviaria.
Diverse case farmaceutiche si stanno
preparando per affrontare la necessità di produrre
massicce quantità di dosi di un
vaccino efficace per proteggere
l’uomo dal rischio
d’infezione. Attualmente
però non è ancora
disponibile un virus
H5N1 che funga da
prototipo dell’infezione
sull’uomo e sulla base
del quale poter
allestite il vaccino
specifico.
La vaccinazione
contro l’influenza
umana tutela l’uomo contro
il rischio di contrarre l’Influenza Aviaria?
No, perché il virus influenzale umano è
completamente diverso dal punto di vista antigenico
rispetto a quello aviario quindi non è in grado di
dare alcuna forma di protezione da quest’ultimo
nell’uomo.
È importante assicurare una buona copertura
vaccinale di base nella popolazione umana a
rischio di contatto con pollame infetto per impedire
che nelle cellule di queste persone si realizzi il
fenomeno del riassortimento genico e quindi la
possibilità della nascita di un nuovo ceppo virale
pugliasalute
E il vaccino per l’uomo specifico contro
il virus dell’Influenza Aviaria?
Si può contrarre
l’Influenza Aviaria
consumando uova o
carni avicole?
L’ I t a l i a è a n c o r a i n d e n n e d a l v i r u s
dell’Influenza Aviaria H5N1 ed è completamente
autosufficiente nell’approvvigionamento di questi
prodotti che sono quindi interamente di
produzione nazionale.
Pertanto non essendoci ancora la malattia
in Italia attualmente uova e carni avicole sono
assolutamente sicure.
Anche nel caso di comparsa dell’Influenza
Aviaria nella popolazione avicola italiana, ipotesi
tutt’altro che remota, il consumatore
può e deve essere tranquillo in
quanto
il prodotto posto in
commercio è oggetto di
numerosi controlli da
parte dei Servizi
Veterinari delle
A.UU.SS.LL., che ne
garantiscono in forma
assoluta la qualità
igienica e sanitaria.
Ad ogni modo il virus
è molto sensibile
all’ambiente e muore
alle normali temperature
di cottura infatti è sensibile
alla temperatura di 70° C.
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* Medico Veterinario, Dirigente I livello,
Servizio Veterinario AUSL BA/5 - Putignano (BA)
novembre 2005