CHRONIC FATIGUE SYNDROME (CFS): UNA PATOLOGIA A PREVALENZA FEMMINILE Enrica Capelli Dipartimento di Genetica e Microbiologia Università di Pavia [email protected] La Sindrome da Fatica Cronica (CFS) anche definita encefalite mialgia (ME) è una patologia che secondo una stima fatta da gruppi di studio americani e inglesi ha una frequenza che varia nelle diverse popolazioni tra lo 0.4 e l’1% . È stato calcolata la presenza di 240.000 affetti in Gran Bretagna e di 800.000 negli Stati Uniti. La sindrome colpisce prevalentemente le donne con un rapporto F/M di 6/1 secondo i dati del Report del “CFS/ME Working Group del UK Department of Health; January 2002”. (<http://www.doh.gov.uk/cmo/cfsmereport/>). Secondo alcuni studi, ancora preliminari, la patologia è più frequente nei caucasici. Per quanto riguarda l’Italia e per la maggioranza dei paesi europei l’incidenza della patologia non è nota in quanto non è ancora stato effettuato uno studio organizzato e sistematico. Da diverse indagini, per ora ancora limitate, viene comunque confermata una maggiore frequenza della patologia nel sesso femminile. Numerose associazioni di pazienti e loro familiari si sono di recente costituiti per agire come forze di sensibilizzazione e di pressione per spingere le autorità sanitarie ad incentivare ricerche finalizzate alla individuazione di indici diagnostici di laboratorio e per formare medici capaci di differenziare la CFS da altre patologie con cui può essere confusa. La diagnosi è basata su criteri clinici e studi patofsiologici mettono in evidenza diversi fattori caratterizzanti [4, 7, 11]. Questa patologia è caratterizzata da una stanchezza invalidante che persiste per almeno sei mesi senza che possano essere individuate evidenti disfunzioni organiche. La diagnosi è di tipo differenziale e si basa su diversi parametri: stanchezza prostrante che non si risolve con il riposo, alterazione della memoria e della concentrazione, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi ascellari e cervicali, dolori muscolari e articolari, mal di testa, disturbi del sonno. L’osservazione che la patologia è spesso proceduta da malattia di natura virale o simil-influenzale ha portato a supporre che vi sia un coinvolgimento del sistema immunitario [8, 10]. È stata osservata una attivazione delle cellule T citotossiche, una deficienza funzionale delle cellule NK, un profilo citochinico di tipo Th2, una diminuzione della sintesi di TGF-beta, una diminuzione della sintesi delle sottoclassi IgG 1,3,4 delle immunoglobuline. L’analisi dei livelli di cortisolo nei pazienti suggerisce anche una implicazione dell’asse ipotalamico ipofisario nella patologia. L’ipotesi di una infezione esistente o comunque di danno tissutale persistente dovuta ad una causa non ancora identificata è suggerita dal frequente riscontro di autoanticorpi nei soggetti con CFS. Tra i virus sotto inchiesta come possibili agenti scatenanti la patologia vi sono il virus di EpteinBarr, gli Herpes virus 6 [3]. Bisogna anche considerare che le infezioni possono dare una sintomatologia esacerbata in soggetti che si trovano in una condizione di stress emozionale e che questa condizione è una componente costante del quadro clinico dei pazienti con CFS. Altri virus sotto inchiesta sono gli enterovirus: uno studio recente ha messo in evidenza la presenza di sequenze virali di enterovirus in biopsie muscolari di pazienti con CFS (20%) [9]. È noto che gli enterovirus sono responsabili di mialgie epidemiche e quindi l’associazione con la CFS viene spontanea anche se deve essere ancora dimostrata. Altri virus sono incriminati (parvovirus B19, citomegalovirus, Herpes virus 7, HTLV II, spumavirus, HCV). Non è noto se è necessaria la persistenza virale o se è sufficiente il contatto con il virus (hit and run). I sostenitori della causa virale scatenante hanno proposto l’uso di farmaci antivirali che hanno dati risultati positivi in alcuni trials sperimentali [2]. Studi recenti hanno messo in relazione aspetti genetici della risposta immunitaria con la condizione patologica [1, 5] e studi di espressione genica hanno identificato l’espressione differenziale di geni fondamentali per il metabolismo degli organofosfati e per l’attivazione della risposta immunitaria [6]. Secondo alcuni ricercatori le alterazioni immunitarie che si riscontrano nei pazienti sarebbero da mettere in relazione ad una esposizione ad insulti tossici ambientali avvenuti durante le fasi di sviluppo del sistema immunitario, in età fetale, come avviene per altre patologie con disturbi di tipo cognitivo [2]. Allo stato attuale delle conoscenze è verosimile ritenere che la CFS costituisca una condizione patologica di tipo multifattoriale con una base genetica che determina una maggiore suscettibilità a insulti dovuti a fattori ambientali non ancora identificati. Gli indicatori diagnostici strumentali pur non definendo un quadro tipico della CFS delineano una situazione di attivazione cronica del sistema immunitario che però non si traduce in azioni efficaci. In Italia esistono attualmente due centri diagnostici accreditati per la diagnosi della Sindrome da Fatica Cronica: il Centro di Aviano diretto dal Prof. Umberto Tirelli ed il Centro di Chieti diretto dal Prof. Eligio Pizzigallo. Stanno inoltre nascendo altri gruppi di studio di biologi, ricercatori e clinici presso le Università (Pavia, Siena,....) e si stanno avviando iniziative per il coinvolgimento dei medici di base attraverso incontri di formazione e gruppi di lavoro per indagini epidemiologiche basate su parametri fissati dai CDC di Atlanta e sulle linee guida dei medici australiani. Bibliografia 1. Carlo-Stella N, Badulli C, De Silvestri A et al.. A first study of cytokine genomic polymorfisms in CFS: Positive association of TNF-857 and IFN 874 rare alleles. Clinical and Experimental Rheumatology 2006; 24:179-182. 2. Dieter R, Dietert M, Possible role for early-life immune insult including developmental immunotoxicity in chronic fatigue syndrome (CFS) or myalgic encephalomyelitis (ME). Toxicology 2008; 247: 61-72. 3. Devanur L.D., Kerr J.R. Chronic Fatigue Syndrome. Journal of Clinical Virology 2006; 37: 139–150. 4. Hickie I, Davenport T, Wakefield D, Vollmer-Conna U, Cameron B, Vernon SD, Reeves WC, Lloyd A. Prospective cohort study precipitated by viral and non-viral pathogens:Postinfective and chronic fatigue syndromes 2006: BMJ, doi:10.1136/bmj.38933.585764 5. Kaiser J. Biomedicine: Genes and Chronic Fatigue How Strong Is the Evidence?. Science 2006; 312:669–671. 6. Kaushik N, Fear D, Richards S C M, McDermott C R, Nuwaysir E F, Kellam P, Harrison T J, Wilkinson R J, Tyrrell D A J, Holgate S T and Kerr J R. Gene expression in peripheral blood mononuclear cells from patients with chronic fatigue syndrome. Journal of Clinical Pathology 2005; 58:826-832. 7. King C, Jason LA. Improving the diagnostic criteria and procedures for chronic fatigue syndrome. Biol Psychol 2005; 68: 87–106 8. Klimas NG, Salvato FR, Morgan R, Fletcher MA. Immunologic abnormalities in chronic fatigue syndrome. J Clin Microbiol 1990; 28:1403–1410. 9. Lane RJM, Soteriou BA, Zhang H, et al. enterovirus related metabolic myopathy: a postviral fatigue syndrome. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2003;74:1382–6. 10. Maes M, Mihaylova I, Leunis JC. Chronic fatigue syndrome is accompanied by an IgMrelated immune response directed against neopitopes formed by oxidative or nitrasative damage to lipids and proteins. Neuro Endocrino Lett., 2006; 27: 615-21. 11. Prins JB, van der Meer JWM, Bleijenberg G. Chronic fatigue syndrome Lancet 2006; 367: 346–55.