Ebola: Risposte alle domande più frequenti

Dipartimento federale dell'interno DFI
Ufficio federale della sanità pubblica UFSP
Divisione malattie trasmissibili
Ebola: Risposte alle domande più frequenti
(Stato: maggio 2015)
Indice
Malattia...................................................................................................................... 2
1. Come ci si può infettare con Ebola? ...................................................................................... 2
2. Quali sono i sintomi dell’Ebola? Qual è il suo decorso? ........................................................ 2
Rischi ........................................................................................................................ 2
3. Qual è il rischio di un caso di Ebola in Svizzera? .................................................................. 2
4. Al supermercato, sul bus o al ristorante ho notato una persona dall’aspetto febbricitante:
devo temere un’infezione da Ebola? ...................................................................................... 3
5. È meglio rinunciare ai viaggi all’estero? ................................................................................. 3
6. Come mai non si cancellano tutti i voli verso le regioni epidemiche e non si chiudono le
frontiere di quei Paesi? Così si arresterebbe la diffusione del virus. ..................................... 3
7. Un conoscente è appena rientrato dalla regione epidemica dell’Ebola nell’Africa
occidentale. Devo evitare il contatto con questa persona? ................................................... 3
8. Nella classe di mio figlio ci sono bambini di origine africana. Posso mandarlo
tranquillamente a scuola? ...................................................................................................... 4
9. Non sarebbe meglio prendere misure speciali di sicurezza nelle scuole o in altre strutture
pubbliche (p. es. edifici amministrativi) e distribuire fogli informativi? ................................... 4
10. Non si potrebbero installare telecamere termiche in luoghi pubblici, edifici amministrativi e
centri commerciali per riconoscere le persone infette?.......................................................... 4
11. Che rischio corro se una persona malata di Ebola ha toccato un oggetto? .......................... 4
12. Ci si può infettare con il virus Ebola tramite il cibo o altre mercanzie provenienti
dall’Africa? .............................................................................................................................. 4
13. Bisogna comprare tute protettive come quelle che si vedono alla televisione nei servizi
sull’Ebola? .............................................................................................................................. 5
Preparativi ................................................................................................................ 5
14. La Svizzera è preparata per l’Ebola? ..................................................................................... 5
15. I malati di Ebola potrebbero essere curati negli ospedali svizzeri? ....................................... 5
16. È previsto di accogliere in Svizzera persone (potenzialmente) malate in provenienza
dall’estero ai fini di un accertamento medico del loro stato o di un trattamento in
Svizzera? ................................................................................................................................ 5
17. Cosa succede negli aeroporti?............................................................................................... 6
18. Non sono necessari controlli all’entrata più rigidi? ................................................................. 6
Asilo / stranieri ......................................................................................................... 6
19. I richiedenti l’asilo che entrano in Svizzera comportano un aumento del rischio
d’infezione? ............................................................................................................................ 6
20. Cosa fa la Svizzera con i richiedenti l’asilo provenienti dalle regioni dell’Africa occidentale
colpite dall’Ebola’?.................................................................................................................. 7
21. Non bisognerebbe chiudere le frontiere ai rifugiati? .............................................................. 7
22. Bisogna preoccuparsi delle persone originarie della Guinea e della Sierra Leone che
vivono già da tempo in Svizzera? .......................................................................................... 7
Informazioni di base................................................................................................. 8
23. Cos’è l’Ebola? ........................................................................................................................ 8
24. Dove sono diffusi gli agenti patogeni dell’Ebola? ................................................................... 8
25. Come avviene la trasmissione del virus Ebola? .................................................................... 8
26. Quali sono i sintomi dell’Ebola? ............................................................................................. 8
27. Come viene diagnosticata l’Ebola? ........................................................................................ 9
28. Quali possibilità terapeutiche esistono? ................................................................................. 9
29. Come può essere neutralizzato il virus Ebola? ...................................................................... 9
Malattia
1. Come ci si può infettare con Ebola?
Per prima cosa, la trasmissione da uomo a uomo è possibile solo all’apparizione dei
sintomi del virus nella persona malata. In secondo luogo, l’infezione può avvenire solo
attraverso fluidi corporei, ossia: sangue, vomito, feci, saliva, urina, sudore, sperma.
Per contrarre il virus è quindi necessario un contatto fisico diretto.
Importante: l’Ebola non si trasmette trasmette tanto facilmente quanto un raffreddore
o l’influenza. Per giunta, tosse e starnuti non sono sintomi tipici della malattia. Secondo le conoscenze attuali il contagio non avviene attraverso l’aria.
2. Quali sono i sintomi dell’Ebola? Qual è il suo decorso?
Da 2 a 21 giorni dopo il contagio, le persone colpite in genere sviluppano febbre improvvisa, mal di testa e dolori muscolari, si sentono deboli e soffrono di mal di gola.
Successivamente si aggiungono diarrea, vomito e un’eruzione cutanea; possono
comparire sanguinamenti delle mucose gastrointestinali e degli organi genitali. Nel
decorso della malattia subentra spesso un’insufficienza epatica e renale. Molti pazienti muoiono a causa del non funzionamento degli organi interni o di un collasso
cardiocircolatorio.
La percentuale di casi con esito letale varia: nell’epidemia attuale in Africa occidentale
si aggira intorno al 50 per cento.
Rischi
3. Qual è il rischio di un caso di Ebola in Svizzera?
In base alle stime attuali il rischio rimane basso, soprattutto per quel che riguarda una
diffusione della malattia nella popolazione. Attualmente l’evenienza più ipotizzabile è
che un collaboratore di un’organizzazione umanitaria malato sia rimpatriato in Svizzera per essere curato. Il suo trattamento sarà eseguito in un ospedale dotato della
necessaria infrastruttura (camera di isolamento) da parte di personale appositamente
istruito, quindi in condizioni di isolamento dal mondo esterno.
Naturalmente non si può del tutto escludere che il virus Ebola entri in Svizzera attraverso altre vie. Se malgrado tutte le misure precauzionali dovesse manifestarsi un
caso sospetto o persino accertato di malattia nella popolazione, la Svizzera, grazie al
suo sistema sanitario avanzato e capillare, sarebbe in grado di contrastare in modo
mirato la diffusione della malattia.
4. Al supermercato, sul bus o al ristorante ho notato una persona
dall’aspetto febbricitante: devo temere un’infezione da Ebola?
No. La probabilità che questa persona sia effettivamente infetta dal virus Ebola è
estremamente bassa. Dovrebbe aver soggiornato in uno dei Paesi colpiti ed essere
entrata in contatto con persone malate di Ebola.
Inoltre, la trasmissione avviene soltanto mediante fluidi corporei, ossia: sangue, vomito, feci, saliva, urina, sudore, sperma. È pertanto necessario un contatto fisico diretto. L’Ebola non si trasmette tanto facilmente quanto un raffreddore o l’influenza.
Allo stato attuale delle conoscenze non è possibile un contagio attraverso l’aria.
5. È meglio rinunciare ai viaggi all’estero?
No. Ad eccezione dei due Paesi principalmente colpiti dall’epidemia attuale – Guinea
e Sierra Leone – non sono state emesse particolari raccomandazioni di viaggio collegate al rischio di contagio da Ebola. Nella sua pagina Internet, il Dipartimento federale
degli affari esteri (DFAE) fornisce consigli sui viaggi in tutti i Paesi. Lo stesso servizio
è offerto dal Comitato svizzero di esperti per la medicina di viaggio nel sito www.safetravel.ch.
Riguardo a un eventuale soggiorno di privati in Guinea e Sierra Leone: si raccomanda
di non entrare in contatto con persone malate o morte, con animali che potrebbero
essere portatori del virus, nonché con i loro escreti corporei: in particolare pipistrelli
(p. es. pteropi), scimmie (p. es. cercopitechi) e alcune specie di antilopi (p. es. cefalofi).
6. Come mai non si cancellano tutti i voli verso le regioni epidemiche e non
si chiudono le frontiere di quei Paesi? Così si arresterebbe la diffusione
del virus.
L’Ebola rappresenta un problema prioritario in Africa occidentale, perciò sono necessari i voli verso i due Paesi più colpiti per aiutare sul posto le persone malate. Ovviamente queste missioni umanitarie, mediche o che forniscono altri tipi di sostegno costituiscono anche un rischio per gli operatori coinvolti. Si deve fare tutto il possibile
per minimizzare questo rischio, ma è necessario correrlo poiché se il problema in
questa zona dell’Africa non viene risolto, è destinato a crescere nel lungo termine e
diventare un pericolo per il resto del mondo.
Lo stesso vale per i voli di ritorno: senza questa possibilità sarebbe impossibile trovare nuovi volontari disposti ad aiutare le persone in Guinea e Sierra Leone. Gli operatori umanitari si aspettano legittimamente di tornare in patria dopo il loro intervento
e, in caso di bisogno, di poter ricorrere all’assistenza diagnostica o, se del caso, terapeutica nel loro Paese d’origine.
Se si chiudessero le frontiere, i viaggiatori dall’Africa occidentale potrebbero scegliere
tragitti clandestini attraverso i Paesi confinanti, e propagare l’Ebola nel continente africano. Arginare l’epidemia diventerebbe molto più difficile. Inoltre, non è concepibile
proibire il rientro al proprio domicilio alle persone che si recano in visita nell’Africa occidentale.
7. Un conoscente è appena rientrato dalla regione epidemica dell’Ebola
nell’Africa occidentale. Devo evitare il contatto con questa persona?
No. Finché una persona non mostra segni della malattia da virus Ebola non c’è pericolo di contagio e quindi nemmeno motivo di evitare il contatto. Tuttavia, se dovessero comparire sintomi tipici dell’Ebola, la persona colpita dovrebbe chiamare immediatamente un medico in modo da avviare gli accertamenti necessari. Finora non
sono mai stati registrati casi di Ebola in Svizzera, e il rischio che si verifichino è
basso.
8. Nella classe di mio figlio ci sono bambini di origine africana. Posso mandarlo tranquillamente a scuola?
Sì. Il virus Ebola rimane concentrato in due Paesi dell’Africa occidentale. I pochi casi
extra-africani hanno riguardato soltanto persone che avevano a che fare con la cura
di pazienti, in ambiente ospedaliero. Finora non sono mai stati registrati casi di Ebola
in Svizzera, e il rischio che si verifichino è basso. Non c’è motivo di sospettare genericamente determinati gruppi di persone o stigmatizzarli come possibili portatori di
Ebola.
9. Non sarebbe meglio prendere misure speciali di sicurezza nelle scuole o
in altre strutture pubbliche (p. es. edifici amministrativi) e distribuire fogli
informativi?
No, attualmente non se ne vede la necessità. Finora non sono mai stati registrati casi
di Ebola in Svizzera, e il rischio che si verifichino è basso. La Svizzera si è preparata
per accogliere e trattare i malati di Ebola nonché per proteggere la popolazione. Ovviamente, tutte le misure prese finora, anche in materia di comunicazione, sono costantemente riesaminate e all’occorrenza aggiornate.
10. Non si potrebbero installare telecamere termiche in luoghi pubblici, edifici amministrativi e centri commerciali per riconoscere le persone infette?
No. Chi è infetto ma non ha sintomi non viene riconosciuto dalle telecamere termiche,
perché non ha la febbre. Gli scanner termici riconoscerebbero solo di rado una persona infetta dal virus Ebola, identificando piuttosto persone che presentano una temperatura più alta o hanno la febbre per altri motivi. Inoltre, chi ha l’Ebola ai primi sintomi potrebbe assumere medicamenti che abbassino la febbre. Quindi le telecamere
termiche non un sistema efficace.
11. Che rischio corro se una persona malata di Ebola ha toccato un oggetto?
Finché una persona infetta dal virus Ebola non mostra sintomi non può trasmettere la
malattia. Questo implica che gli oggetti non possono essere vettori del virus perché
non ne sono stati contaminati.
Se invece la persona manifesta sintomi dell’Ebola non si può escludere del tutto una
trasmissione, poiché i virus sono in grado di sopravvivere per qualche tempo fuori dal
corpo umano. Per quanto tempo? Dipende: se i virus sono racchiusi in una gocciolina
di fluido corporeo possono sopravvivere per qualche giorno secondo l’Istituto Robert
Koch di Berlino, mentre l’autorità sanitaria statunitense CDC informa che in ambiente
secco resistono poche ore.
12. Ci si può infettare con il virus Ebola tramite il cibo o altre mercanzie provenienti dall’Africa?
Non vi è in linea di principio alcun pericolo con il cibo e altri beni provenienti dall’Africa
occidentale ed importati legalmente in Svizzera. Il virus Ebola non sopravvive a lungo
sulle superfici del cibo o di altri oggetti. Inoltre, le importazioni in provenienza dalla
Guinea e Sierra Leone verso Svizzera sono quasi inesistenti.
13. Bisogna comprare tute protettive come quelle che si vedono alla televisione nei servizi sull’Ebola?
No, attualmente per i privati questo non ha senso. Inoltre, indossare e togliersi gli indumenti protettivi in modo non conforme alle prescrizioni può costituire un rischio d’infezione, come hanno dimostrato singoli casi di contagio del personale curante.
Finché una persona infetta non manifesta sintomi non è contagiosa e non costituisce
un rischio per il suo ambiente. Finora non sono mai stati registrati casi di Ebola in
Svizzera e il rischio che si verifichino è basso.
Preparativi
14. La Svizzera è preparata per l’Ebola?
Sì. Presso l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non solo esiste dall’inizio di
agosto 2014 una speciale task force per l’Ebola, ma da mesi vengono mantenuti
stretti contatti con tutte le cerchie interessate, in modo da essere preparati a ogni livello se dovessero presentarsi casi di Ebola. Sono coinvolti in particolare i Cantoni, i
medici cantonali, i grandi ospedali, i medici di famiglia, gli aeroporti internazionali in
Svizzera, il Corpo delle guardie di confine, l’armata, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM, tema Asilo), il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE, temi Consigli di viaggio, Valutazione della situazione ed evacuazione medica dalle regioni epidemiche dell’Africa occidentale verso la Svizzera), nonché esperti rinomati nel campo
delle malattie infettive e tropicali. Inoltre, l’UFSP intrattiene strette relazioni con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), con le organizzazioni internazionali con
sede a Ginevra, con la Missione svizzera presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite
(ONU) e con l’Unione europea (UE). Tutti i preparativi e gli accordi sono continuamente riesaminati e all’occorrenza adeguati in considerazione dell’evoluzione della
situazione in Africa occidentale e nel resto del mondo. Dall’agosto 2014, il sito web
dell’UFSP sull’Ebola è aggiornato e se necessario integrato con le novità salienti.
Tutte le nuove decisioni rilevanti per la popolazione sono divulgate attraverso questo
canale e naturalmente anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
15. I malati di Ebola potrebbero essere curati negli ospedali svizzeri?
In linea di principio i malati di Ebola potrebbero essere curati nei grandi ospedali svizzeri, che dispongono delle camere d’isolamento necessarie e di personale medico appositamente formato. Non sarebbe sensato, però, predisporre un numero prefissato
di camere disponibili, poiché nel caso concreto tutto dipenderebbe dalla quantità di
pazienti da ospedalizzare contemporaneamente in Svizzera e dalla loro localizzazione geografica. Inoltre, le camere di isolamento sono utilizzate anche per altre malattie gravi e pertanto potrebbero essere occupate da altri casi. Il coordinamento è
quindi molto importante. L’UFSP ha la facoltà, in accordo con i Cantoni, di assegnare
i pazienti agli ospedali appropriati e disponibili.
16. È previsto di accogliere in Svizzera persone (potenzialmente) malate in
provenienza dall’estero ai fini di un accertamento medico del loro stato o
di un trattamento in Svizzera?
È una soluzione ipotizzabile, ad esempio su richiesta di organizzazioni internazionali,
nel caso in cui dovessero ammalarsi operatori sanitari in loco o se questi ultimi dovessero trovarsi in una situazione critica. In tal caso, le persone colpite sarebbero ricoverate all’ospedale universitario di Ginevra. Il primo di tali trasporti ha avuto luogo il 22
settembre 2014. Alla fine di novembre dello stesso anno il primo paziente affetto da
Ebola, un medico cubano, è stato trasportato dalla Sierra Leone all'Ospedale universitario di Ginevra.
17. Cosa succede negli aeroporti?
La Svizzera dispone di un sistema di allerta per reagire in caso di arrivo di persone
che presentano manifesti sintomi della malattia (dal virus Ebola o da altre malattie trasmissibili). Tale sistema è collegato al sistema di allerta dell’OMS. Si tratta di processi
standard. Attualmente non sono necessarie misure supplementari. Nel caso in cui la
situazione dovesse aggravarsi, ad esempio se il virus fosse trasmesso più facilmente
o si verificassero i primi casi di malattia in Europa, l’UFSP ha elaborato un piano
d’emergenza in collaborazione con gli aeroporti svizzeri.
I passeggeri in provenienza dai due Paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’Ebola
(Guinea e Sierra Leone) sono inoltre tenuti, come da istruzioni sugli schermi e manifesti affissi nell’area di riconsegna bagagli negli aeroporti, ad annunciarsi telefonicamente presso l’UFSP se si dovessero sentire male.
Inoltre, dal 3 novembre 2014, la Svizzera controlla in entrata tutti i passeggeri di voli
privati diretti provenienti dalla Guinea e dalla Sierra Leone.
18. Non sono necessari controlli all’entrata più rigidi?
La cosa più importante e corretta è che nei tre Paesi africani principalmente colpiti
vengano effettuati controlli sistematici ed efficaci ai punti d’uscita. Come ha evidenziato la discussione tra i ministri della Sanità dell’UE del 16 ottobre 2014, l’adozione di
controlli capillari nei punti d’entrata in Europa è controversa e attualmente respinta
dalla maggior parte degli Stati. Negli unici voli diretti dalla Guinea e dalla Sierra Leone
verso l’UE, negli aeroporti di Parigi e Bruxelles sono effettuati controlli all’entrata. Anche la Gran Bretagna ha introdotto tali controlli.
Anche la Svizzera rinuncia per ora a effettuare controlli all’entrata, poiché il loro beneficio è dubbio: chi ha l’Ebola ma non esibisce sintomi, o ha preso per esempio un medicamento contro la febbre, può non essere identificato come caso sospetto durante
tali controlli se omette di aver avuto contatti con persone malate o decedute a causa
del virus Ebola. Inoltre, chi non ha sintomi non può contagiare altre persone. Va pure
considerato che l’Ebola non si trasmette così facilmente come un raffreddore o l’influenza, ma necessita del contatto diretto con fluidi corporei (sangue, saliva, urina,
feci, vomito, sudore, sperma).
Dal 3 novembre 2014, tuttavia, la Svizzera controlla in entrata tutti i passeggeri di voli
privati diretti provenienti dalla Guinea e dalla Sierra Leone.
Asilo / stranieri
19. I richiedenti l’asilo che entrano in Svizzera comportano un aumento del
rischio d’infezione?
La grande maggioranza dei richiedenti l’asilo proviene da Paesi dove non c’è l’infezione da virus Ebola: attualmente soprattutto dall’Eritrea, dalla Siria e dallo Sri Lanka.
La percentuale di rifugiati provenienti dai Paesi africani occidentali colpiti dall’Ebola
(Guinea e Sierra Leone) è molto bassa, e questi Stati eseguono già da molto tempo
controlli in uscita a causa della malattia.
20. Cosa fa la Svizzera con i richiedenti l’asilo provenienti dalle regioni
dell’Africa occidentale colpite dall’Ebola’?
La percentuale di rifugiati provenienti dai Paesi africani occidentali colpiti dall’Ebola
(Guinea e Sierra Leone) è molto bassa, e questi Stati eseguono già da molto tempo
controlli in uscita a causa della malattia. Il rischio che richiedenti l’asilo provenienti da
questi Paesi trasportino il virus via terra fino in Europa è basso. Infatti, il viaggio via
terra/mare dall’Africa Occidentale è molto lungo, per cui è difficile che i richiedenti
l’asilo giungano in Svizzera prima della fine dell’incubazione massima di 21 giorni.
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) si è preparato tempestivamente in collaborazione con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) e i Cantoni per minimizzare il rischio di Ebola associato ai richiedenti l’asilo. In concreto, l’UFSP ha inviato ai centri di accoglienza e ai centri per i richiedenti l’asilo un documento sulle misure da adottare di fronte a un caso sospetto. All’arrivo in un centro d’accoglienza, i
richiedenti l’asilo devono indicare il loro Paese di origine. Se il richiedente menziona
uno dei due Paesi colpiti dall’Ebola, viene verificato quando ha lasciato il Paese. In
caso di partenza dal Paese di origine nei 21 giorni precedenti (periodo d’incubazione),
gli uffici cantonali competenti avviano accertamenti approfonditi. Se in più emerge che
la persona in questione è entrata in contatto con persone malate o morte di Ebola,
essa viene posta in quarantena in un luogo appropriato.
Ogni centro di accoglienza per richiedenti l’asilo dispone di persone di contatto e medici di riferimento. Di norma spetta al medico cantonale occuparsi dei rifugiati a rischio
di Ebola. In queste situazioni, decide come procedere con la persona in questione e
dove e come debba avvenire un eventuale trattamento.
L’unico caso sospetto* finora riscontrato in Svizzera ha dimostrato l’efficacia di queste
misure (*fine settembre 2014: si è trattato di un richiedente l’asilo a Vallorbe VD (’in
seguito risultato non infetto da Ebola)).
21. Non bisognerebbe chiudere le frontiere ai rifugiati?
Un divieto di entrata non consentirebbe più di individuare tempestivamente eventuali
persone infette dal virus Ebola e all’occorrenza di isolarle o ricoverarle in ospedale. Si
può infatti presumere che i rifugiati cercherebbero vie alternative per entrare in Svizzera. Non sarebbe pertanto più possibile, o solo quando è troppo tardi, indagare sul
loro stato di salute, accrescendo il rischio che la malattia si diffonda sul suolo svizzero.
22. Bisogna preoccuparsi delle persone originarie della Guinea e della Sierra
Leone che vivono già da tempo in Svizzera?
Le persone originarie dei due Paesi sopra menzionati e beneficiarie di un permesso di
soggiorno in Svizzera hanno ricevuto dall’UFSP una lettera personale in cui sono affrontati i temi seguenti:

rischio d’infezione durante un soggiorno nel Paese d’origine e come proteggersi

cosa fare se dovessero ricevere la visita, in Svizzera, di connazionali sospetti di
malattia.
Inoltre l’UFSP ha informato sull’Ebola gli africani che vivono in Svizzera attraverso
l’emittente Internet «African Mirror TV».
Informazioni di base
23. Cos’è l’Ebola?
L’Ebola è una malattia provocata dall’omonimo virus, imparentato con quello di Marburgo e appartenente alla medesima famiglia dei Filoviridae. All’inizio la malattia presenta spesso sintomi non specifici, simili a quelli influenzali, ma in seguito può evolvere con un decorso grave che, in determinati casi, è accompagnato da sanguinamenti (da cui il precedente nome di febbre emorragica).
Il virus è stato scoperto nel 1976 durante un’epidemia scoppiata nella Repubblica Democratica del Congo, nei pressi del fiume Ebola, e in Sudan. Attualmente sono noti
cinque ceppi di virus Ebola, quattro dei quali patogeni per l’uomo (Zaire, Sudan, Costa d’Avorio e Bundibugyo). Il quinto ceppo (Reston) è innocuo per l’uomo.
24. Dove sono diffusi gli agenti patogeni dell’Ebola?
Finora i virus Ebola patogeni per l’uomo sono stati isolati unicamente nell’Africa subsahariana, ossia in Costa d’Avorio, nel Gabon, nella Repubblica Democratica del
Congo, in Congo, in Sudan e in Uganda. Con l’epidemia del 2014 a questi Stati si
sono aggiunti la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone.
In precedenza, tre casi erano stati registrati negli USA, in Olanda (entrambi nel 2008)
e in Nigeria, Senegal, Mali, Spagna e di nuovo negli USA (2014): si trattava di persone provenienti dalle regioni colpite dal virus. Nel 2009 ad Amburgo una persona si
è ammalata in seguito a un incidente avvenuto in un laboratorio. In Svizzera la malattia finora è stata importata un’unica volta (nel 1995) e la persona colpita è sopravvissuta.
25. Come avviene la trasmissione del virus Ebola?
Il virus è trasmesso da animale a uomo oppure, una volta infiltratosi nella società
umana, anche da uomo a uomo. Nel primo caso il contagio avviene tramite il contatto
con pipistrelli, scimmie, antilopi vivi o morti o con i loro escreti corporei. Un’ulteriore
fonte d’infezione è data dal consumo della carne di questi animali. Si ammalano anche gli animali stessi (ad eccezione dei pipistrelli, sospettati di essere all’origine del
virus).
La trasmissione da uomo a uomo avviene mediante il contatto diretto con il sangue, il
vomito, le feci, l’urina, il sudore, la saliva o lo sperma di una persona malata. Una persona infetta rimane contagiosa anche dopo il decesso. Lo stesso vale per gli uomini
che hanno superato la malattia e hanno contatti sessuali nelle sette settimane successive alla guarigione (il virus circola ancora nello sperma). Nel periodo che precede
la comparsa dei sintomi il virus non è invece trasmissibile. Inoltre è importante sapere
che finora, a differenza ad esempio dell’influenza o del morbillo, non si è mai osservato un contagio attraverso l’aria.
Sono particolarmente esposti al pericolo di contagio il personale di cura e i parenti
che si occupano dei malati di Ebola. Per le persone che non hanno alcun contatto con
persone infette non vi è praticamente alcun rischio.
26. Quali sono i sintomi dell’Ebola?
Il periodo di incubazione dura da 2 a 21 giorni dopo il contagio (nella maggior parte
dei casi tra quattro e dieci giorni). La malattia si manifesta con febbre improvvisa, malessere, spossatezza pronunciata, mal di testa, dolori articolari e agli arti nonché larin-
gite. Altri sintomi tipici sono dolori muscolari, in particolare alla schiena. Seguono vomito, diarrea e dolori addominali.
Se nel corso della malattia insorgono gravi problemi di coagulazione, il paziente inizia
a sanguinare dalle gengive, nel tratto gastroenterico, dagli eventuali fori d’iniezione o
sotto la pelle. Dal quinto al settimo giorno di malattia può compare una caratteristica
eruzione cutanea con macchie e piccole bolle. In seguito può anche subentrare un’insufficienza epatica o renale. Da 7 a 16 giorni dopo il manifestarsi della malattia, emorragie gravi e collasso cardiaco possono condurre al decesso. La mortalità varia a dipendenza del ceppo di virus Ebola e delle cure prestate.
27. Come viene diagnosticata l’Ebola?
Spetta innanzitutto a un medico accertare la fondatezza di un sospetto d’infezione da
virus Ebola consultando la cartella clinica e appurando se il paziente ha soggiornato
in una delle regioni colpite dal virus. La conferma della diagnosi avviene esclusivamente in laboratorio. Sono pochissimi i laboratori specializzati aventi uno standard di
sicurezza sufficientemente elevato che sono in grado d’individuare il virus Ebola.
28. Quali possibilità terapeutiche esistono?
Attualmente non vi è alcun trattamento specifico contro il virus Ebola; possono essere
curati solo i sintomi della malattia. Tuttavia, prima si adottano provvedimenti medici e
con più professionalità sono erogate le cure, maggiore è la probabilità di sopravvivenza.
Nuovi metodi di cura sono in fase di sperimentazione o di valutazione, ma non saranno disponibili fintanto che non saranno omologati. La Svizzera partecipa ai test per
la ricerca di un vaccino adatto. Al termine della sperimentazione il vaccino deve essere provato nelle aree epidemiche dell’Africa occidentale.
29. Come può essere neutralizzato il virus Ebola?
Importante: tutte le misure elencate devono essere eseguite soltanto da personale
appositamente istruito. Le superfici nella camera del paziente e i suoi effetti personali
devono essere trattati con disinfettanti chimici. Gli indumenti sporchi di sangue o di
altri escreti corporei di una persona malata di Ebola devono essere sterilizzati mediante autoclave o bruciati. Nel sangue secco il virus rimane contagioso fino a cinque
giorni, per cui è necessario effettuare una disinfezione anche dopo diversi giorni. Per
la pulizia della pelle è sufficiente il lavaggio con acqua e sapone o l’utilizzo di disinfettanti a base di alcol.