CLINICAL CONSIDERATIONS OF BOVINE VIRAL DIARRHEA (BVD) FIORE F., CUBEDDU G.M., LAI M.G., CODA S., PINTORI G. Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica Veterinaria. Università di Sassari ABSTRACT Authors consider the implementation issues regarding current cattle-raising health regulations in the area of Ozieri (Sassari-Italy) and the serious economic repercussions caused by lack of health standards in an area in which upper end cattle-raising (Brune, Limousine, Charolaise) is of great zooeconomic importance. Authors have brought attention to a serious gastro-intestinal syndrome with symptoms such as lateral decubitis, ataxy, dulling of the senses, serious dehydration, adenopathy, interdigital lesions, profuse diarrhea in young calves, which may be attributed to BVD. This symptomology has occurred cyclically in young calves and the subjects examined were subjected to periodic clinical check-ups with the support of laboratory blood- and serological-testing, as well as parasitological stool examination. Lab tests confirmed the suspicion of BVD. In conclusion, authors propose some health measures consisting of indispensable periodic preventative treatments so as to optimize cattle-raising management. PAROLE CHIAVE: diarrea virale bovina, BVD, BVDV, clinica. INTRODUZIONE Le complessità epidemiologiche [1] e le diversità cliniche [2]che si riscontrano nel corso di infezioni di BVDV rendono difficile l’iter diagnostico classico. Mediante questo lavoro ci proponiamo di presentare un caso clinico di diarrea acuta bovina (BVD) seguendo un possibile comportamento da tenere in una azienda in cui si sospetta la presenza di BVDV. Il problema può essere affrontato attraverso 3 fasi: l’elaborazione di una diagnosi epidemiologica-clinica, la diagnosi sperimentale e la valutazione e controllo della diffusione del virus. MATERIALI E METODI L’approccio clinico ad una azienda con un problema di BVDV può essere articolato in 3 fasi: 1. diagnosi epidemiologica-clinica: durante questa fase avviene la raccolta anamnestica- epidemiologica e dei segni e sintomi riferibili ad una circolazione virale all’interno dell’allevamento; l’obiettivo di questa fase tende ad arrivare al “sospetto di circolazione di BVDV”; 2. diagnosi sperimentale: questa fase, di estrema importanza, ci permette di passare da una diagnosi di sospetto ad una certezza di BVDV. I molteplici aspetti, spesso subdoli dell’infezione di BVDV, limitano la capacità del clinico nel formulare una diagnosi senza l’ausilio degli esami di laboratorio. La diagnosi sperimentale costituisce un momento fondamentale per la realizzazione del programma di intervento e di controllo nell’allevamento infetto; 3. valutazione e controllo del BVDV in un allevamento infetto mediante l’applicazione di misure igienico-sanitarie e mediche. DIAGNOSI EPIDEMIOLOGICA E CLINICA Anamnesi Il proprietario riferisce di aver avuto negli anni precedenti altri casi di diarrea incoercibile con mortalità di circa il 16% dei soggetti nonostante i trattamenti antinfettivi e sintomatici. Viene segnalata la presenza di tre soggetti: • una vitella (n°1) charolaise di 18 mesi circa, con anoressia, decubito permanente e diarrea incoercibile comparsi da una decina di giorni; • una vitella (n°2) charolaise di circa 18 mesi, che si alimenta regolarmente, con scarso sviluppo, con diarrea da 2 giorni e segni di dimagrimento; • un vitello (n°3) di razza bruna di 15 mesi, con analoga sintomatologia. Fig. 1 Fig. 2 Esame clinico Il soggetto n°1, apatico ed anoressico, presenta un ritardo di crescita associato ad uno scadente stato di nutrizione se confrontato con vitelli dello stesso gruppo e con lo stesso regime alimentare. Ad una valutazione dello sviluppo scheletrico il soggetto presenta una testa sproporzionatamente lunga e a punta simile ad un prognatismo superiore. L’animale giace in decubito permanente in uno stato tendente allo stuporoso (Fig. 1). La temperatura rettale è nella norma. L’enoftalmia e la persistenza di pliche cutanee indicano un grave stato di disidratazione. Gli episodi diarroici si susseguono frequentemente con emissione di feci molto liquide. A livello dello spazio interdigitale dall’arto anteriore destro si constata la presenza di una soluzione di continuo a margini netti, asciutta, non edematosa, né dolorosa (Fig. 2). Il soggetto n°2 presenta anch’esso un ritardo di crescita associato a diarrea e ad uno stadio iniziale di dimagrimento. Si evidenzia un imbrattamento della coda e del perineo dovuta a frequenti emissioni di feci liquide (Fig. 3 e 4). Il soggetto n°3 non presenta segni clinici. Fig. 3 Fig. 4 Diagnosi differenziale Tra le diverse patologie responsabili di un quadro clinico simile a quello sopradescritto abbiamo considerato: - la diarrea di origine alimentare e l’ enteropatia infettiva, soprattutto la salmonellosi, coccidiosi, gastroenteriti parassitarie e la dissenteria invernale [3]. Va rilevato che in queste patologie non è frequente il riscontro delle alterazioni a livello degli spazi interdigitali; - la minore crescita e lo scarso sviluppo generale del soggetto possono essere ricondotte anche a cause genetiche, insufficienza nutrizionale, errori alimentari e malattie croniche quali broncopolmonite ed endoparassiti [4]; - le malattie primarie a carico degli unghioni riconducibili ad una probabile dermatite interdigitale e digitale. RISULTATI Per confermare o confutare le patologie indicate sono stati effettuati una serie di esami complementari: ematologici, sierologici e parassitologici delle feci. Esami collaterali Le tabelle 1 e 2 mostrano il quadro ematico ed ematochimico dei tre soggetti. Soggetto N° 1 2 3 Tab. 1 Soggetto N° 1 2 3 Tab. 2 GB (4.0-15.0) 61.28 ↑ 7.84 16.98 ↑ GOT (0-80 U/L) 966 ↑ 77 136 ↑ GPT (0-50 U/L) 92 ↑ 25 61 ↑ GR (6.0-11.0) 11.01 7.81 7.71 LDH (0-2500 U/L) 2522 ↑ 1384 1420 Hb (8.0-15.0) 11.8 10.8 13.8 GGT (0-25 U/L) 39 ↑ 38 ↑ 25 Ht (25.0-50.0) 36.6 30.6 39.4 CPK (0-40 U/L) 6019 ↑ 179 ↑ 2628 ↑ CREA (0-1.5 mg/dL) 1.3 2.5 ↑ 0.9 Plt (100-800) 91 ↓ 212 214 UREA (20-30 mg/dL) 100 ↑ 86 ↑ 33 ↑ Soggetto N° Ca (9-12 mg/dL) 7.2 8.5 9.5 ↑ Fosforo (4-7 mg/dL) 9.9 ↑ 8.8 ↑ 8.6 ↑ Colest (50-150 mg/dL) 23 ↓ 61 93 Triglic (15-45 mg/dL) 3↓ 14 ↓ 9.9 ↓ Bilirub tot (0-0.5 mg/dL) 0.19 0.45 0.87 ↑ Prot tot (6-8 g/dL) 7.1 7.4 9.6 ↑ Gluc (40-70 mg/dL) 7 75 ↑ 59 1 2 3 Segue tab. 2 La presenza del virus è stata effettuata mediante ricerca del virus e degli anticorpi (Tab. 3). Ricerca Antigene Ricerca RNA Ricerca Anticorpi Soggetto N° mediante E.L.I.S.A. mediante Rt-PCR mediante E.L.I.S.A. 1 Positivo Positivo Negativo 2 Positivo Positivo Negativo 3 Negativo Negativo Positivo Tab. 3 L’esame parassitologico delle feci, mediante sedimentazione e flottazione, ha messo in evidenza alcune uova di strongili gastrointestinali e di paraphistomum Spp. La ricerca microscopica di bacilli acido-alcool resistenti e la ricerca di anticorpi su siero per la diagnosi di paratubercolosi sono risultate negative. L’esame anatomo-patologico ha evidenzato una modica ruminite associata ad una enterite catarrale a tratti emorragica. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Gli esami di laboratorio hanno confermato il sospetto diagnostico di BVDV. I risultati emersi dalla ricerca del virus e degli anticorpi nei soggetti n°1 e n°2 possono correlarsi a soggetti: • immunotolleranti persistentemente infetti (IPI) [5]; • infettati da breve tempo; • immunosoppressi [6] [7]. La morte dei soggetti non ha consentito l’identificazione di una delle tre condizioni indicate. Il rilievo di una sola positività sierologica nel soggetto n°3 indica solo il passaggio del virus, impossibile da datare e di origine variabile (anticorpi materni, vaccinazione con virus attenuato, presenza di soggetti immunotolleranti). Possiamo escludere che la positività sierologica del soggetto sia dovuta alla presenza di anticorpi materni considerato che il soggetto ha un’età di 15 mesi [8]. E’ stato accertato inoltre che tutti i soggetti dell’azienda, compresi i riproduttori, non risultavano vaccinati per la BVDV con virus attenuato. La BVDV è una malattia infettiva soggetta a denuncia presso gli organismi sanitari responsabili del benessere del patrimonio zootecnico del territorio. Gli A.A. sostengono la necessità di associare misure sanitarie ad un piano vaccinale come una delle strategie efficaci per il controllo dell’infezione. Il controllo va esteso ad un più ampio gruppo di soggetti presenti sia nell’azienda indagata che negli allevamenti limitrofi. Si identificheranno i soggetti con viremia transitoria e quelli immunotolleranti persistentemente infetti (IPI) e si procederà alla vaccinazione dei primi e all’eliminazione dei secondi. E’ noto che l’IPI costituisce il principale serbatoio del virus in allevamento. Interrompere il circolo dell’infezione a questo livello rappresenta un valido mezzo per la riduzione dell’incidenza dell’infezione da BVDV. La vaccinazione consente di proteggere dalle manifestazioni cliniche di una infezione dal BVDV. Lo stato attuale della ricerca non offre dati sufficienti e significativi relativi alla protezione crociata fra i diversi ceppi [6] . Anche recenti studi sulla protezione del feto, dopo un contatto con un ceppo “challenge” [9], non offrono prove attendibili sull’efficacia dei vaccini utilizzati che gli A.A. intendono valutare “in campo” in un successivo percorso di ricerca. BIBLIOGRAFIA Delaval J., Bind J. L., Scalzo S. et coll. Trasmissione del virus BVD a un allevamento caprino. Summa, 1996; vol 5: pp 83-85. Baker J. C., The clinical manifestations of bovine viral diarrhea infection. Vet. Clinic of North America: Food animal practice, 1995; vol 11: pp 425-445. Morisse JP, Cotte JP., Evaluation of some risks factors in bovine salmonellosis.Vet Res. 1994;25(2-3):185-91. Douart A., Simon A., Diagnosi e controllo dell’infezione da BVD. Summa 1998, vol 7: pp 51-60. Gaede W, Gehrmann B, Korber R. Elimination of persistently BVDV infect animals: efficient herd screening using RT-PCR and antigen ELISA in milk and serum samples. Berl Munch Tierarztl Wochenschr. 2003 May-Jun;116(5-6): pp 234-9. Potgieter L. N. 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