CAPITOLO 6 WHEN IT’S TIME FOR AN OPERATION IL MOMENTO DELL’OPERAZIONE Quando arriva il momento dell’operazione, è meglio essere il più preparati possibile, per essere a propria volta d’aiuto al bambino. Potrà esservi capitato di aver visto il reparto e di averlo trovato spaventoso, con tutte quelle macchine a lucine intermittenti con allarmi che ogni tanto si mettono a suonare, infermieri e dottori dall’aria molto occupata e sempre di fretta, bambini collegati dappertutto a strane apparecchiature, tubicini e cavetti, e neonati che quasi scompaiono in mezzo a tutto quel groviglio! Questa è esattamente l’impressione dei profani! A questo punto, avrete già scoperto cosa non va nel cuore di vostro figlio e cosa implica l’operazione. Se ciò non è stato possibile e il dottore, a casa, non ha saputo essere d’aiuto (non tutti i medici generici possono essere aggiornati sui recenti progressi della cardiochirurgia, campo estremamente specialistico), non esitate a contattare i medici dell’ospedale, che saranno ben lieti di spiegarvi la situazione e descrivere in dettaglio l’operazione che verrà eseguita. Anche un locale Gruppo di Sostegno per Genitori potrà essere d’aiuto, permettendovi di conoscere altri genitori i cui bambini hanno subito interventi cardiochirurgici. Confrontare il Capitolo 17 per sapere dove trovare maggiori informazioni. Dare il proprio assenso Giving your consent Non è insolito avere dubbi sul fatto di dare il proprio assenso per un’operazione di tale portata a cui il proprio figlio deve essere sottoposto. Se il difetto di cuore comporta per lui considerevoli limitazioni, sarà probabilmente più facile acconsentire rispetto a quando il bambino, sotto tutti i punti di vista, conduce una vita normale e attiva. D’altra parte, se i medici hanno spiegato che l’operazione è necessaria, probabilmente il difetto del bambino, se non viene corretto prima che sia troppo grande, provocherà danni considerevoli al muscolo del cuore o ai polmoni. Purtroppo, alcuni difetti non possono ancora essere completamente corretti. Può darsi che lo Dare il proprio assenso all’intervento implica una totale comprensione dell’operazione proposta. Il bambino, se è grande abbastanza per capire cosa sta per succedere, va coinvolto nella decisione. pagina 51 scopo dell’operazione sia di migliorare, ma non di correggere, con una procedura detta “palliativa”. I medici non consiglieranno un’operazione a meno che loro e i loro colleghi non ritengano che possa aiutare il bambino a condurre una vita più facile e più felice. Se il bambino è già grande, è importante che anche lui capisca cosa è stato pianificato e sia d’accordo. Quando l’operazione viene pianificata, il processo di assenso si prolunga per varie settimane o mesi, spesi fra un consulto e l’altro nel reparto pazienti esterni. Se però l’operazione è urgente, questo processo è naturalmente più breve. È estremamente importante chiedere ai medici di spiegare, in modo semplice ma dettagliato, i problemi e i possibili rischi e complicazioni eventualmente implicati nel trattamento, sia che si tratti di un’operazione, sia che si tratti di una procedura di cateterismo. Negli ultimi anni, la chirurgia cardiaca ha compiuto enormi progressi, al punto che non soltanto gli interventi sono molto più sicuri di prima, ma anche che le malformazioni un tempo troppo complicate per essere operate, possono essere oggi corrette. Purtroppo, talvolta, possono ancora sopraggiungere problemi nei tentativi dei medici di migliorare le condizioni del bambino. Per avere maggiori ragguagli su come trattare queste anormalità e per continuare a sviluppare determinate tecniche, il fatto di effettuare ricerche nel corso di interventi di routine o di cateterismi può contribuire, talvolta, a far progredire le attuali conoscenze. Potrà quindi capitare che vi venga chiesto se siete d’accordo nel prendere parte a tali ricerche: è importante, in questo caso, che le procedure proposte vi vengano spiegate a fondo, sebbene siano già state esaminate e approvate tramite una procedura di accettazione da parte del comitato etico dell’ospedale. È grazie a ricerche di questo tipo che sono stati fatti così tanti progressi da cui oggi così tanti bambini traggono benefici. Se viene chiesto il vostro aiuto, pensateci bene e considerate che potreste aiutare altri bambini, oltre al vostro. Abituarsi all’ospedale. Cosa dico a mio figlio? Getting used to the hospital. What shall I say to my child? Se il bambino è abbastanza grande per parlare, allora parlate insieme del ricovero in ospedale. Più è grande, più ha bisogno di tempo per abituarsi all’idea. Probabilmente è già stato all’ospedale in precedenza, La Sala Gioco è un luogo ospitale dove i bambini possono rilassarsi e abituarsi al fatto di trovarsi in ospedale. pagina 52 perciò potrete ricordargli le cose “piacevoli” della sua degenza o quello che hanno fatto i dottori o le infermiere. Lasciatelo “giocare all’ospedale” con il suo orsacchiotto: per esempio, fasciate una gamba o il busto dell’orsacchiotto, o comprate uno stetoscopio giocattolo per fargli ascoltare il suo torace. Playmobile ha una serie di giocattoli e strumenti a tema ospedaliero o di sala operatoria, molto utili per far sì che l’imminente periodo in ospedale diventi per il bambino motivo di gioco. Se è abbastanza grande per capire che il suo cuore non è normale, allora potrete dirgli che il suo cuore verrà cambiato in meglio, per permettergli, per esempio, di non rimanere senza fiato. Ditegli tutto quello che può capire dell’operazione e rispondete alle sue domande con sincerità. Non provate a cambiare discorso per evitargli certi sentimenti: è molto meglio per lui parlare delle sue paure che tenersele chiuse dentro. Magari potrete dirgli che la maggior parte dei bambini sembrano dimenticarsi di quello che succede in questo periodo e che voi sarete sempre vicino a lui, all’ospedale, per assicurarvi che stia bene. Il giorno prima dell’operazione The Day before the Operation Il bambino sarà ricoverato il giorno prima dell’operazione, dato che molti degli esami necessari saranno già stati eseguiti nelle settimane precedenti. Il giorno del ricovero è spesso molto pieno, ed è perciò utile aver dato già prima, se possibile, un’occhiata all’unità e al reparto, quando avete fatto visita come pazienti esterni. Il giorno prima del ricovero, fategli preparare una borsa speciale con alcuni dei suoi giochi preferiti e assicuratevi di includere alcuni “consolatori”, coperte, bicchieri o bottiglie speciali, ecc. Al vostro arrivo sarete condotti al reparto, che potrebbe non essere necessariamente quello della degenza post-operatoria, dove conoscerete tutto il personale e avrete la possibilità di rivolgere tutte le domande che vi stanno a cuore (cfr. Cap.8 Chi è chi in ospedale, pag. 72). Un dottore esaminerà il bambino e ripercorrerà la sua storia medica. Gli esami pre-operatori sono importanti, perché forniranno ai medici le informazioni su cui basarsi per il Uso di tecniche di gioco per superare le paure. pagina 53 solo, verrà posto un sacchetto in corrispondenza dei suoi genitali per trattenere l’urina. trattamento postoperatorio. Saranno: 1. Esame del sangue – verrà prelevato sangue da una vena del braccio per stabilire che tipo di sangue dovrà essere usato per l’operazione. Se il bambino è cianotico, il prelievo potrebbe creare delle difficoltà e andrà ripetuto a causa della tendenza del sangue a coagularsi molto rapidamente. 2. Radiografia del torace 3. Elettrocardiogramma (ECG) 4. Ecocardiogramma 5. Tampone – un batuffolo di cotone sterilizzato è introdotto in bocca fin nella gola e analizzato in laboratorio per assicurarsi che non ci siano infezioni. 6. Un campione di urina potrebbe essere esaminato per eliminare qualsiasi eventualità di infezione. Se il bambino non sa ancora andare in bagno da Conoscerete il chirurgo dell’équipe che svolgerà l’operazione, che vi spiegherà dettagliatamente, servendosi di figure se necessario, come ha pianificato l’intervento, e vi chiederà di firmare un documento che attesta il vostro consenso. Qualche volta, nelle settimane precedenti vengono effettuate visite di prericovero, sempre che la distanza lo permetta, e in tal caso il bambino potrebbe venire ricoverato il giorno stesso dell’operazione. Quel giorno, vi verrà anche mostrata l’Unità di Terapia Intensiva (UTI)- cfr. Foto sotto e a tergo. È qui che il bambino ritornerà subito dopo l’operazione. Vi sarà probabilmente possibile vedere un altro bambino in questa unità, collegato a tutto il “macchinario”. All’uscita dalla sala operatoria il bambino verrà collegato ad una serie di strumenti, che non gli causeranno troppi disagi, pur impedendogli di muoversi liberamente. Il bambino ritornerà all’Unità di Terapia Intensiva immediatamente dopo l’operazione. pagina 54 bagneranno con una spugna immersa nell’acqua per dargli sollievo. L’Unità di Terapia Intensiva (UTI) The Intensive Care Unit (ICU) La prima visita all’Unità di Terapia Intensiva, con tutto quell’assortimento di attrezzature di alta tecnologia, può incutere una specie di soggezione e molto probabilmente non riuscirete ad assimilare tutto. Ciononostante, non abbiate paura di chiedere qualsiasi cosa che non vi è chiara. Se il bambino è abbastanza grande e vuole vedere l’Unità di Terapia Intensiva, può certamente farlo prima dell’operazione, ma non insistete perché lo faccia. Ditegli solo che starà in una stanza speciale, dove dottori e infermiere lo aiuteranno a fare tutto, persino a respirare, con dei macchinari particolari. Non potrà parlare, ma sentirà gli altri che parleranno e gli basterà accennare le parole con la bocca che le infermiere lo capiranno. Un’altra cosa che dovrebbe sapere è che per il primo giorno non potrà bere niente e la sua bocca sarà molto asciutta, ma le infermiere gliela Le attrezzature di recupero postoperatorio – a cosa servono - la Sala UTI Equipment that helps recovery - what it all does the ICU Room Se il bambino deve essere “ventilato”, cioè se è necessario farlo respirare artificialmente mediante una macchina della Ventilatore (cosa abbastanza comune dopo interventi chirurgici di inserimento di by-pass e in altre operazioni), avrà un tubicino che, attraverso naso e bocca, arriva fino alla trachea, permettendo la trasmissione di aria e ossigeno dal ventilatore dentro e fuori i polmoni. Per evitare che esca di posto, il tubicino del Nell’Unità di Terapia Intensiva pagina 55 Le pressioni, assieme ad altre informazioni tecniche di capitale importanza, vengono misurate costantemente mediante i vari cavi a cui il bambino è collegato e i loro valori appaiono costantemente su un monitor. ventilatore viene di solito fissato con una striscia adesiva alla fronte del bambino. Questo tubicino è collegato ad un altro tubo più lungo, a sua volta collegato al ventilatore, una piccola macchina a fianco del letto. Se il bambino può respirare del tutto autonomamente, sarà solo assistito con una mascherina ad ossigeno, o un reaspiratore attorno alla testa se è piccolo. All’ossigeno viene aggiunta umidità, per aumentarne la densità e permettere che le secrezioni toraciche siano più sciolte e facili da espellere. Un altro tubicino sarà fatto scendere dal naso del bambino fino al suo stomaco, permettendo l’eliminazione delle secrezioni, evitando che stia male. Potrà avere una “flebo” in una vena su un lato del collo, per nutrirlo attraverso le vene per almeno le prime 24 ore. Entrambe le braccia sono immobilizzate per impedire movimenti. Ci saranno altri tubicini collegati alle sue vene e ad un’arteria, per eventuali trasfusioni di sangue o altri liquidi, per il controllo della pressione e la somministrazione di farmaci se necessario. Il tubicino collegato all’arteria è presente per due motivi: a) Campioni di sangue arterioso (rosso) possono essere facilmente prelevati, data la necessità di controllare frequentemente il contenuto gassoso e chimico del sangue, per accertare il corretto funzionamento di tutti i sistemi corporei. In questo modo si evitano al bambino frequenti prelievi via ago. b) E’ possibile una costante misurazione della pressione, senza che il bambino venga disturbato di frequente da manicotti per la misurazione della pressione attorno a braccia o gambe. La cicatrice dell’operazione sarà nella parte centrale del torace o sotto al braccio. All’uscita dal reparto la cicatrice sarà coperta. Talvolta, i tagli praticati sullo sterno dei bambini piccoli possono essere lasciati aperti dato che il cuore, su cui si è lavorato per varie ore, è un po’ gonfio e potrebbe non entrare con sufficiente facilità nella cavità toracica per permettere la chiusura dello sterno. In questo caso, comunque, la ferita sarà coperta e verrà richiusa dopo un giorno o due. Ci saranno uno o due tubicini che escono dal torace, per far defluire qualsiasi liquido rimasto nella cavità circostante il cuore. Tale quantità viene misurata, poiché una quantità simile di sangue o altro liquido deve essere reimmessa nel corpo del bambino. I bambini che hanno subito un’operazione di installazione di by-pass, hanno i due cavi del pacemaker che escono dal torace, di solito arrotolati e fissati al torace, inutilizzati. Vengono inseriti abitualmente alla fine dell’operazione, nel caso in cui il meccanismo naturale di “determinazione del ritmo” del cuore sia temporaneamente compromesso dall’operazione. Il cuore potrebbe avere bisogno di un pacemaker alimentato da una batteria contenuta in una scatolina appesa ai piedi del letto, a cui i cavi possono essere facilmente collegati. Infine, i pazienti che provengono da un intervento di installazione di bypass hanno un tubicino di scolo dell’urina dalla vescica. pagina 56 La ECMO The ECMO machine Talvolta, ma molto di rado, un bambino con serie insufficienze cardiorespiratorie, potrà essere collegato ad una speciale macchina detta ECMO (Ossigenazione Extracorporea di Membrana), che, come le macchine by-pass cuore/polmone usate per la chirurgia a cuore aperto, svolge il lavoro del cuore e dei polmoni del bambino. Dopo l’intervento, due cannule (tubi) sono inserite nella vena e nell’arteria del collo o della parte sinistra del torace. Il sangue fluirà all’interno della macchina dalla parte venosa del cuore, passerà attraverso un polmone a membrana artificiale dove riceve ossigeno per essere infine pompato nell’aorta (l’arteria principale del corpo). Tale procedura può durare vari giorni, almeno finché cuore e polmoni non si riprendono. Si può ricorrere a questa tecnica anche nel caso di neonati con problemi respiratori, come l’ipertensione polmonare persistente primaria, la sindrome da aspirazione di meconio, la bronchiolite e l’ernia diaframmatica congenita, o anche nel caso di bambini più grandi con polmoniti gravi, traumi o shock settici o che hanno subito interventi cardiaci. Dispositivi di assistenza ventricolare Ventricular assist devices Questi dispositivi implicano l’inserimento di una piccola pompa in uno o in entrambi i ventricoli, collegata ad un compressore che funge da alimentatore. Sono spesso indicati come L-VAD, R-VAD, Bi-VAD (dispositivo di assistenza ventricolo sinistro, destro o biventricolare). Come il nome stesso suggerisce, aiutano il ventricolo a pompare sangue nel corpo. Pompa a palloncino intraaortica Aortic balloon pump Si tratta di un tubicino con un palloncino gonfiabile inserito nell’aorta attraverso l’arteria femorale nell’inguine, collegato ad una macchina che aiuta il cuore a fornire un’adeguata circolazione al corpo. La ECMO svolge il lavoro del cuore e dei polmoni del bambino. Tutti questi strumenti vengono usati quando il trattamento convenzionale non pagina 57 ha avuto successo e ovviamente comportano certi rischi. Se sono necessari, i medici e gli infermieri vi forniranno tutte le informazioni del caso. Protossido d’azoto Nitric Oxide È un gas che, se aggiunto all’aria che respiriamo, può favorire la dilatazione delle arterie polmonari e il ricambio di gas nei polmoni. Alcuni bambini con polmoni non maturi, o con difetti di cuore che hanno provocato un flusso eccessivo di sangue ai polmoni, possono avere qualche miglioramento con l’aggiunta di una piccola quantità di protossido d’azoto al gas del ventilatore. Un’altra macchina delle Unità di Terapia Intensiva è una macchina portatile per le radiografie, che permette di effettuare radiografie al torace mentre i bambini sono stesi sulla schiena. Le ore prima dell’operazione The hours before the operation La sera prima dell’operazione il bambino farà uno speciale “bagno di schiuma” in una soluzione antisettica sciolta in acqua per far sì che la sua pelle sia realmente pulita. Prima di prepararlo per il letto, potrà essergli somministrato un sedativo per aiutarlo a fare un bel sonno. Nelle ore che precedono l’operazione, non potrà né mangiare ne bere e, circa un’ora prima dell’intervento, gli verrà fatta una preanestesia, probabilmente sottoforma di farmaci liquidi o di pastiglie, che gli causerà sonnolenza. Generalmente, i genitori possono accompagnare il bambino fino alla sala di anestetizzazione, assieme ad una delle infermiere (NB. In Ecco una macchina Bypass polmonare. Questa eccezionale macchina rende possibile la chirurgia a cuore aperto. Viene usata in molte operazioni. pagina 58 alcuni ospedali potrebbero esserci procedure diverse a questo proposito). Dite al bambino che vi rivedrete appena l’operazione è finita e cercate di fargli un grosso, coraggioso sorriso pieno di fiducia, nonostante i vostri probabili sentimenti di paura e tensione emotiva. Il momento dell’operazione The operation has arrived In quel momento, le ore a venire vi sembreranno probabilmente le più lunghe della vostra vita. Se il tempo è bello, potrebbe essere una buona idea uscire a fare una passeggiata, o andare a fare spese, o visitare un museo. Qualsiasi cosa, in poche parole, per tenervi la mente occupata e far passare il tempo. Vi verrà comunicato un’ora approssimativa entro cui fare ritorno all’UTI. Un’operazione di installazione del by-pass può durare dalle 3 alle 6 ore, mentre le altre operazioni durano di solito dalle 2 alle 4 ore, ma spesso si verificano ritardi, per cui è bene non preoccuparsi troppo. Un ritardo non significa che qualcosa è andato storto. Il personale capisce il vostro stato d’animo e cercherà di darvi informazioni di tanto in tanto. Molti ospedali mettono a disposizione delle famiglie un cercapersone automatico per mantenere i contatti e calmare le preoccupazioni di quel momento. Dopo l’operazione After the operation Quando il bambino è pronto per lasciare la sala operatoria, viene portato un letto preparato appositamente per trasferire il bambino direttamente dal tavolo operatorio. Il letto, a rotelle, viene poi riportato in reparto e, nell’UTI, il bambino viene collegato a tutta l’attrezzatura di misurazione descritta sopra e gli viene fatta una radiografia al torace. Dopo tutto questo, ovvero circa una ventina di minuti, lo potrete vedere. Probabilmente starà dormendo, dato che vengono spesso somministrati sedativi per le prime 24 ore, ma anche se non fosse addormentato, non preoccupatevi, perché, se gli chiederete qualcosa più avanti, scoprirete che ricorda ben poco del primo giorno. In questo momento, un’infermiera e un dottore si occuperanno di vostro figlio senza mai lasciarlo. Potrete entrare a visitarlo quando volete, ma nessuno si aspetta che rimaniate per periodi lunghi. Il bambino sarà ben sedato e probabilmente si ricorderà pochissimo di questa esperienza in UTI. Molte UTI prevedono che ci si rivolga ad un membro del personale prima di entrare, data l’intensità di questi momenti che richiedono una concentrazione tutta particolare sulla cura del bambino da parte di dottori e infermieri. L’infermiera assisterà il bambino costantemente, controllando che tutto sia a posto almeno ogni quarto d’ora. Sebbene le macchine siano di grande aiuto a infermieri e medici, non possono svolgere l’assistenza vera e propria! Ben presto vi accorgerete che le macchine dell’UTI creano un incessante concerto di rumori intramezzato, di tanto in tanto, da qualche allarme, tanto per completare la scena e aumentare il vostro “stress”. È facile lasciarsi spaventare da tutto questo, o interpretare male le informazioni sui monitor se nonsi ha una preparazione medica. Nel dubbio, rivolgetevi a qualcuno: il personale fornirà volentieri spiegazioni, ma cercate di non essere d’intralcio e scegliete un momento in cui nessuno è troppo occupato! pagina 59 In certe occasioni, noterete che l’infermiera incoraggerà il bambino a tossire, aumentando l’aspirazione del tubo che entra nella trachea, dalle narici e dalla bocca, per impedire che si formino secrezioni nei polmoni e ridurre la possibilità di infezioni polmonari. Un fisioterapista praticherà regolarmente esercizi di fisioterapia al torace. L’assistenza dell’UTI continuerà tutta la notte. Si consiglia di approfittare dei letti appositamente sistemati nelle vicinanze, perché la giornata è stata veramente molto stancante mentalmente. Se, per qualsiasi motivo, i dottori hanno delle preoccupazioni o riscontrano qualcosa che pensano dovreste sapere sulle condizioni del bambino, vi chiameranno. Viceversa, se vi svegliate di notte e desiderate sapere come sta il bambino, tutto quello che dovete fare è chiamare il numero interno del reparto per poter parlare all’infermiera incaricata. La mattina seguente, dopo vari esami, fra cui un esame del sangue, una radiografia e spesso un ecocardiogramma, sarà probabile che i tubicini nel torace e magari i cavi del pacemaker vengano rimossi. Il bambino sarà staccato dal ventilatore, se è stato usato, e, quando ha ricominciato a respirare da solo, anche il tubo della trachea verrà rimosso. Inizierà a bere a piccole dosi e, più tardi, ad assumere del cibo leggero. Il grado di miglioramento varia a seconda del bambino, a seconda della serietà del difetto di cuore e dal tipo di operazione effettuata. La rimozione di tutti i tubicini potrà durare fino ad una settimana o anche di più: non ci siano delusioni, quindi, se il bambino sembra metterci più tempo degli altri. Quando ricomincia a bere, la quantità di liquido assunto deve essere limitata per almeno le prime 48 ore, perché, se eccessivo, i reni potrebbero non svolgere bene il loro lavoro. Vi verrà chiesto, perciò, di misurare tutto il liquido che il bambino beve. Quando la maggior parte dei tubicini è stata rimossa, il bambino verrà trasferito dall’Unità di Terapia Intensiva ad un’altra stanza. Il terzo giorno dopo l’operazione potrebbe anche essere in grado di sedersi fuori dal letto o persino di fare qualche passo. Poco a poco, riprenderà le normali attività, ma, come noterete, si stancherà facilmente e sarà probabilmente piuttosto irritabile e depresso. È la reazione normale, conosciuta come “malumore postoperatorio”. Cercate di incoraggiare il bambino a riposare il più possibile e, poco a poco, lo vedrete tornare al suo umore normale. Dopo qualche giorno, verranno tolti i cavi del pacemaker (se non era stato ancora fatto) e i pochi punti del drenaggio. Se tutto è andato bene, il bambino potrà tornare a casa da 4 a 10 giorni dopo l’operazione, ma capita abbastanza spesso che alcuni pazienti debbano fermarsi per parecchie settimane. È molto difficile garantire la data effettiva della dimissione: è meglio stare semplicemente a vedere come va! Nel corso della guarigione, il bambino dovrà assumere parecchie medicine e molto probabilmente dovrà continuarne alcune anche a casa (cfr. Cap. 13, pag.96). L’ospedale ne fornirà una scorta da portare a casa. Le medicine andranno continuate finché il bambino ritorna per la sua visita di controllo come paziente esterno, di solito fissata circa quattro settimane dopo la dimissione. SE RIMANETE SENZA MEDICINE PRIMA DI ALLORA, IL DOTTORE, A CASA, POTRA’ PRESCRIVERNE ALTRE. NON DIMENTICATELO! pagina 60 aggiungere qualche altro punto di sutura al cuore o ai vasi sanguigni. Una quantità sufficiente di sangue è sempre a portata di mano per sostituire quello che ha perso il bambino. Di solito le perdite non costituiscono un grave problema. 2. ARITMIE Arrhythmias Qualche volta, in interventi di cardiochirurgia, i meccanismi naturali di regolazione del ritmo del cuore si gonfiano, rendendo il battito cardiaco irregolare o lento. Potrà essere necessario fornire assistenza temporanea artificiale, mediante un pacemaker esterno. In rare occasioni si dovrà ricorrere ad un pacemaker permanente. (Cfr. anche Cap. 5, pag. 45). La fisioterapia è una parte importante del recupero dopo un’operazione al cuore. Possibili complicazioni Possible complications Come per tutti gli interventi, ci potrebbero essere complicazioni. Alcune delle più comuni sono elencate qui sotto: (a) Dopo un Intervento Chirurgico (After Surgery) 1. PERDITE DI SANGUE Bleeding Subito dopo l’operazione, specie se non si tratta della prima, c’è la possibilità che il bambino perda troppo sangue nel punto dove ha subito l’intervento. Gli scoli collegati alla ferita devono essere tenuti liberi così che il sangue possa scorrere liberamente: il più delle volte, la perdita di sangue si interromperà spontaneamente. Se però continua, potrebbe essere necessario riportare il bambino in sala operatoria, per permettere al chirurgo di scoprire la causa della perdita e magari di Talvolta il battito cardiaco è molto veloce e vengono regolarmente somministrate medicine per rallentarlo. Un altro trattamento potrebbe implicare l’esposizione del bambino a temperature leggermente più basse del normale per farlo raffreddare, così da diminuire il lavoro del cuore. 3. PARALISI DIAFRAMMATICA Paralysed Diaphragm Qualche volta, in operazioni complicate al torace, il nervo frenico può subire danni o gonfiarsi, compromettendo il movimento del diaframma destro o sinistro, con conseguenze, a sua volta, sulla respirazione del bambino. In bambini di meno di un anno di età ciò può creare difficoltà al momento di staccarli dal ventilatore e spesso è necessario “plicare”, ovvero fissare il diaframma per fermarne il movimento anormale, con un’altra piccola operazione. pagina 61 4. INFEZIONE Infection L’infezione è sempre un problema dopo tutte le operazioni e dato che il bambino, dopo interventi di cardiochirurgia, viene ventilato mediante vie respiratorie artificiali, sono le infezioni al torace le più pericolose e devono essere trattate con antibiotici adatti. Se l’infezione entra nel sangue (setticemia), allora gli antibiotici sono necessari per un periodo più lungo. Il taglio si infetta solo molto raramente, e anche in quel caso si ricorrerà agli antibiotici, ma, se l’infezione è in profondità, potrebbe essere necessario operare di nuovo il bambino per ripulire e risuturare l’area della ferita. 5. BLOCCO RENALE Renal failure Dopo una lunga operazione eseguita con l’assistenza di una macchina bypass cuore/polmone, i reni potrebbero non riuscire a espellere liquidi e secrezioni come dovrebbero. Dopo l’operazione, viene misurata la quantità di urina che viene rilasciata ogni ora. Se è troppo bassa, potrebbe essere Caterere per dialisi peritoneale nell’addome superiore. Sono anche visibili i cavi attorcigliati del pacemaker. A B Diaframma paralizzato: I raggi X mostrano il diaframma“A” in alto a sinistra e quello normale, “B”, a destra. eseguita una dialisi peritoneale, che consiste nell’inserire un tubicino nell’addome per ripulire la cavità peritoneale mediante un liquido che elimina le impurità presenti nel sangue. Una quantità misurata di liquido viene inserita e quindi fatta scorrere fuori ogni ora finché i reni riprendono il loro corretto funzionamento. 6. CHILOTORACE Chylothorax I sottili vasi sanguigni che trasportano liquido linfatico dall’addome alla grande vena nella parte alta del torace, potrebbero essere ammaccati dopo un’operazione, o potrebbero essere eccessivamente dilatati e allungati per effetto dell’alta pressione delle vene nelle quali sfociano. Queste piccole vene, con pareti sottili, trasportano liquido nella circolazione, in modo particolare grasso assorbito nell’intestino. La più grande è detta dotto toracico. Le perdite, se si verificano, sono localizzate (pleura) fra la parete del torace e il polmone. Potrebbe essere necessario ricorrere ad un tubicino di scolo e ad un cambiamento di dieta che preveda la sostituzione del grasso assunto fino a quel momento con uno che venga assorbito più pagina 62 Chilotorace 1 - le zone bianche a sinistra della figura indicano il liquido che provoca questa condizione. Chilotorace 2- la linea bianca a sinistra della figura è il tubo di scolo. Il liquido è ridotto. direttamente dalla circolazione senza passare per i questi vasi linfatici. Si verificherà con maggiori probabilità in neonati con problemi complessi. La dieta speciale viene spesso prolungata per quattro settimane e qualche volta l’intestino deve essere tenuto a riposo completo ricorrendo ad alimentazione intravenosa. Talvolta, i vasi danneggiati devono essere riparati con un’altra operazione. molto bassa, allora è possibile che, malgrado tutti i trattamenti forniti, la quantità di sangue che arriva al suo cervello non sia sufficiente, provocando al piccolo perdite di conoscenza e convulsioni. Questo di solito dura poco, e la maggior parte dei bambini si rimette completamente. Un’altra causa delle convulsioni potrebbe essere una chimica del sangue anormale, come livelli troppo bassi di zucchero o di calcio. Questi e altri livelli sanguigni sono controllati regolarmente e la situazione, se necessario, viene corretta. 7. PARALISI DELLE CORDE VOCALI Vocal Cord Paralysis I nervi delle corde vocali scorrono dal collo fino al torace, attorno al dotto fra l’aorta e l’arteria polmonare, prima di ritornare nel collo e nella gola. Questi nervi possono rimanere contusi dopo complesse operazioni nella zona delle grandi arterie, causando voce debole e respirazione rumorosa e difficile. Col tempo, generalmente, la situazione migliora. 8. DANNI CEREBRALI Brain Damage E’ la complicazione per cui si hanno maggiori preoccupazioni, ma fortunatamente è rara. Se dopo un’operazione le condizioni del bambino non sono stabili e la pressione è Anche la febbre alta può causare convulsioni, specialmente nei bambini piccoli. Per questa ragione, se la temperatura del bambino sale, sarà fatto tutto il possibile per raffreddarlo. Se il bambino ha subito una di queste complicazioni, vengono eseguiti un elettroencefalogramma (un esame delle onde cerebrali) e, spesso, una radiografia cerebrale al fine di rilevare eventuali danni al cervello. Se ne vengono riscontrati, di solito sono di breve durata e il bambino si riprende bene. Purtroppo, ma molto raramente, possono esserci problemi permanenti. pagina 63 Device Embolisation (b) Dopo un Cateterismo Cardiaco (After Cardiac Catheterisation) 1. BLOCCO ARTERIOSO Arterial Blockage Le arterie, talvolta, dopo l’inserimento di cateteri, presentano spasmi e possono sviluppare coaguli, riducendo il flusso di sangue nell’arto. Si ricorre quindi a farmaci come Eparina, Streptokinase o TPA per sciogliere il coagulo. Molto raramente, l’arteria dovrà essere esplorata mediante intervento e il coagulo rimosso con uno speciale catetere a palloncino. 2. EMBOLO Embolus In rare occasioni, è possibile che piccoli coaguli sviluppatisi sulla punta del catetere, si propaghino nella circolazione bloccando i vasi sanguigni più piccoli. Le zone a rischio sono i vasi sanguigni che vanno al cervello. In rari casi si può verificare un collasso, con maggiori probabilità nelle procedure di cateterismo complesse svolte su bambini cianotici, il cui sangue è molto denso. 3. CIANOSI Bruising Dopo la rimozione del catetere, di solito la perdita di sangue di ferma spontaneamente, ma talvolta riprende, provocando rigonfiamenti sotto la pelle che possono essere abbastanza dolorosi. Con la regolazione della pressione, tutto questo andrà a posto, ma potranno rimanere una certa rigidezza nelle gambe per circa una settimana e cianosi per qualche settimana. Si consiglia generalmente di aspettare prima di riprendere attività sportive. 4. EMBOLIA DOVUTA A STRUMENTI Per bloccare vasi anormali o fori, si ricorre a filtri o sonde che talvolta si possono muovere, o nel corso dell’intervento, o nella notte successiva. Nel primo caso, possono essere risistemati mediante uno speciale catetere a “lazo”, per poi usare un tipo di filtro differente per bloccare il vaso. Nel secondo caso, invece, il bambino dovrà ritornare in laboratorio di cateterismo per risottoporsi a questa procedura. Talvolta, la rimozione di questi strumenti non è possibile, ma possono essere lasciati in tutta sicurezza a bloccare piccoli vasi sanguigni nei polmoni. Altre volte, può rendersi necessaria un’altra operazione di chiusura dei vasi anormali o del foro, che permette al tempo stesso la rimozione dello strumento. 5. IPERDILATAZIONE DEI VASI Overstretching of Vessels Un’arteria ristretta può essere dilatata mediante catetere a palloncino e magari tenuta aperta mediante un filtro metallico detto “stent”. Talvolta, nel corso di questa procedura, potrebbero verificarsi perdite attraverso le pareti dei vasi sanguigni e potrebbe essere necessaria un’altra operazione urgente per arrestarle. NB. NOTA IMPORTANTE PER I GENITORI: Vi preghiamo di tenere presente che il fatto di descrivere tutte queste complicazioni NON significa che capiteranno, ma semplicemente che potrebbero eventualmente capitare. Discutete dei vostri timori con il personale che si occupa del vostro bambino. pagina 64