La capacità di parlare una o più lingue porta con sé dei vantaggi e degli
svantaggi. Infatti dagli ultimi studi si è visto che:
• la conoscenza di più lingue non costituisce un fattore di rischio per lo
sviluppo linguistico. Molte ricerche, infatti, hanno dimostrato che lo
sviluppo linguistico dei bambini mono - o pluri -lingue segue le stesse
tappe e gli stessi tempi, con la differenza che i bimbi che parlano più lingue imparano a
distinguere e ad utilizzare i suoni delle due lingue nei diversi contesti molto precocemente
(Paradis, Genesee e Crago, 2011). È, inoltre, stato osservato che le persone che conoscono più
lingue hanno migliori capacità attentive (Costa, Hernàndez e Sebastiàn-Gallés, 2008);
• sembra, però, che le persone che apprendono l’italiano in un secondo momento abbiamo delle
competenze inferiori rispetto ai monolingui, come ad esempio un vocabolario potrà essere meno
ampio;
• inoltre maggiori saranno le difficoltà se la lingua madre si discosta molto da quella che devo
apprendere. Per esempio, un madrelingua arabo che deve imparare l’italiano incontrerà maggiori
difficoltà rispetto ad un madrelingua spagnolo, perché le due lingue sono più lontane e
condividono meno regole e meno vocaboli.
E’ a scuola che il bambino straniero potrebbe incontrare le maggiori difficoltà in quanto è costretto ad
un continuo confronto tra le caratteristiche della sua lingua madre e le caratteristiche della lingua
italiana, non solo nel linguaggio parlato ma anche in quello scritto e letto.
Qui di seguito sono state raccolte alcune delle principali criticità tra le più comuni lingue straniere
parlate in Italia e l’Italiano: buona lettura!
Giornata Europea della Logopedia,6 Marzo 2014 Per tutte le lingue del mondo”
MULTILINGUISMO: QUANDO IMPARARE L’ITALIANO E’ DIFFICILE
Documento a cura di: Bianchi A.M., Ramella B.
CON IL PATROCINIO:
CINESE VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Haiyan Liu
Per i cinesi che si apprestano ad imparare l’italiano le difficoltà sono tante per la profonda differenza
tra queste due lingue. La scrittura, la pronuncia e la grammatica sono completamente differenti.
Il cinese è una lingua agglutinante nella quale si uniscono elementi invariabili come le radici dei verbi e
degli aggettivi, dei sostantivi, degli avverbi e dei suffissi, variabili e non. Questi suffissi si uniscono agli
elementi invariabili senza modificarsi, assumendo una funzione grammaticale alla volta. Non ci sono
preposizioni e la lingua è costruita grazie ad un sistema di suffissi che vengono messi dopo gli
altri elementi, determinandone la funzione e il valore grammaticale; questo sistema di suffissi permette
di rappresentare e gestire il sistema di rapporti tra i vari elementi della frase.
La pronuncia e la costruzione della frase sembrano costituire il maggior ostacolo… Infatti, ad esempio
nella lingua cinese:
- non esistono gli articoli, per cui per i cinesi che imparano l'italiano, i risultati saranno del tipo: ho
comprato, latte, burro;
- non esistono i generi (maschile e femminile) e non esiste il numero (singolare e plurale);
- in cinese esistono solo il futuro semplice e il passato semplice e quindi possono incontrare
difficoltà nella coniugazione dei verbi e l'utilizzo di modi e tempi come il congiuntivo ed il
condizionale;
- alcuni suoni dell'italiano, nella lingua cinese non esistono ed escono pronunce davvero particolari:
ad esempio, per dire trattoria, ne esce una parola del tipo torattoria.
RUMENO VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Ioana Rosca
Simona
Il Rumeno è, come l’Italiano, una lingua Romanza.
I Romeni incontrano meno difficoltà ad imparare l’italiano, dato che deriva dal latino, proprio come la
nostra lingua ed è simile a tutte le altre lingue romanze come il francese e lo spagnolo.
Il Rumeno utilizza l'alfabeto Latino, la struttura frastica è simile a quella italiana.
Le difficoltà più importanti vengono riscontrate nella lingua scritta in quanto, in rumeno, non esistono le
doppie, tranne in particolari casi che riguardano le vocali, e questo rende loro difficile la percezione di
questa particolare combinazione di suoni.
CROATO VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Luketic Berna
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MULTILINGUISMO: QUANDO IMPARARE L’ITALIANO E’ DIFFICILE
Documento a cura di: Bianchi A.M., Ramella B.
CON IL PATROCINIO:
Il croato, a differenza dell’italiano è una lingua slava.
L’alfabeto croato è composto da 31 lettere e non vi è la distinzione tra suoni “duri” e suoni “dolci”.
La struttura frastica e i tempi verbali sono simili ai nostri.
Le difficoltà più importanti si riscontrano nell’uso delle doppie e degli articoli che non esistono in lingua
croata.
SPAGOLO VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Montagna Dora
Tutte le lingue derivate dal latino condividono parole e strutture similari, ma la parentela tra l’italiano e
lo spagnolo è una delle più strette. La percezione di familiarità si deve alla somiglianza dei suoni, o fonemi
della lingua, alla quasi identica costruzione frastica e al lessico che sembra molto simile: questo può
inizialmente facilitare l’apprendimento anche se il sistema fonetico spagnolo e quello italiano hanno alcune
differenze che, forse proprio perché difficili da percepire, sono spesso fonte di errore, come ad
esempio le doppie, assenti nella lingua spagnola.
TEDESCO VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Auxilia
Francesca
Il tedesco è una lingua profondamente diversa dall’italiano in quanto non deriva da latino ma è di ceppo
germanico; sia la fonetica che il lessico sono diversi, ma la differenza principale si trova nella
strutturazione della frase, o meglio, nel modo in cui sono organizzati gli elementi all’interno della frase
stessa. Le declinazioni sono tantissime e le eccezioni anche. I tedeschi presentano tre generi per i nomi:
maschile, femminile e neutro; ciascun nome ha il suo genere e la categoria grammaticale non corrisponde
necessariamente al genere che verrebbe intuitivo assegnare (ad es. La ragazza per i tedeschi è di genere
neutro). È, pertanto, necessario memorizzare i nomi associati ai loro generi altrimenti c’è il rischio di
andare in confusione! Esistono, poi, i casi e le declinazioni che sono quattro e che influenzano l’articolo da
utilizzare. La costruzione frastica è decisamente diversa da quella italiana (il secondo verbo nel tedesco
viene messo a fine frase).
ARABO VS ITALIANO
La lingua araba è una lingua semitica, del gruppo centrale, fortemente imparentata con l'ebraico e
l'aramaico. La scrittura araba è alfabetica ma è assai diversa e più complessa della nostra. L'alfabeto
arabo consiste di 28 consonanti, più un grafema particolare (hamza) e alcuni simboli grafici particolari.
Nell’arabo classico esistono solo 3 vocali. La lingua araba ha la particolarità di essere molto ricca di
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MULTILINGUISMO: QUANDO IMPARARE L’ITALIANO E’ DIFFICILE
Documento a cura di: Bianchi A.M., Ramella B.
CON IL PATROCINIO:
consonanti e povera di vocali che vengono pronunciate in modo attenuato. Le differenze con l’italiano sono
numerose: gli arabi costruiscono le frasi mettendo il verbo prima di tutto il resto. Ci sono tre numeri
singolare, plurale, duale, quest'ultimo si usa se sono presenti due soggetti; pronomi personali complementi
si legano alla fine del verbo. Un madrelingua arabo dovrà imparare a usare l’articolo, cosa che nella loro
lingua non esiste. Inoltre, un parlatore arabo dovrà imparare che gli aggettivi e pronomi possessivi
accompagnano il nome e concordano in genere e numero, mentre in arabo si usano lettere che si attaccano
al nome oggetto di possessione e concordano col soggetto e non con l’oggetto. Nell'alfabeto arabo non
esistono lettere maiuscole. In arabo, inoltre, non esiste il tempo futuro. Generalmente gli arabofoni
hanno difficoltà con le consonanti sorde e sonore, in particolare [p/b] e [v/f] e con le vocali [o/u], [e/i]
oltre alle difficoltà con le doppie consonanti, infatti, in arabo mancano inizi di parola con doppia
consonante come ad esempio:ST, GL e ancor più con la GN che non esiste in arabo; le doppie, inoltre, sono
fonte di molti errori. È inutile insistere su qualcosa che verrà appresa via via con il tempo, ciò vale, ad
esempio, per la pronuncia delle vocali O e U. La punteggiatura, inoltre, in arabo è stata introdotta in
tempi recenti e quindi incontrano facilmente difficoltà nel loro utilizzo.
FRANCESE VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Peretti Valerie
Il Francese, come altre lingue analizzate in precedenza, è una lingua d’origine latina. Le maggiori
difficoltà i Francesi le incontrano nella scrittura: le doppie e gli accenti sono molto diversi. Risulta,
invece, più facile imparare a leggere e a parlare perché, il vocabolario, la fonetica e la costruzione
frastica sono simili all’italiano, anche se ci sono differenze nei tempi verbali.
POLACCO VS ITALIANO
Grazie alla collaborazione di Montagna Dora
Il polacco appartiene al gruppo delle lingue slave, per cui le differenze con l'italiano sono notevoli sul
piano lessico e grammaticale, ma dal punto di vista fonetico e della struttura della frase e del discorso
non vi sono difficoltà importanti per il nativo che si appresta a parlare la nostra lingua (diverso è per un
italiano che vuole parlare il polacco, la cui pronuncia è assai più dura per i nostri palati!). Nella lingua
polacca i suoni sono sostanzialmente analoghi a quelli italiani tranne il suono /gli/ ed alcune doppie. Il
primo grosso ostacolo è dunque nella fase iniziale, quando il parlante deve comprendere il significato
delle parole e di altre parti del discorso: uso degli articoli, in polacco assenti, e di alcune preposizioni,
che in polacco talvolta non sono necessarie perché le parole si declinano. Esistono, inoltre, alcune
differenze nei tempi dei verbi: ad esempio in polacco non esiste il congiuntivo, mentre, l’imperfetto e il
passato prossimo vengono resi attraverso l’uso di prefissi. In polacco tutte le parole sono piane ed è
probabilmente per questo che la prosodia del parlato è assai differente da quella italiana.
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MULTILINGUISMO: QUANDO IMPARARE L’ITALIANO E’ DIFFICILE
Documento a cura di: Bianchi A.M., Ramella B.
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