Capitolo 1 – Introduzione 1.3.8.4 Calorimetro a scansione differenziale (DSC) La calorimetria a scansione differenziale (DSC) è un metodo termico nel quale viene misurata, in funzione della temperatura del campione, la differenza tra i flussi termici nella sostanza ed in un riferimento mentre entrambi sono sottoposti ad un programma controllato di temperatura (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. La strumentazione prevede l’utilizzo di DSC a compensazione di potenza oppure di un DSC a flusso di calore; entrambi forniscono la stessa informazione ovvero la velocità di flusso del calore in un intervallo di tempo t. Da un’analisi DSC i fenomeni che si osservano sono: • Fusione SOLIDO LIQUIDO (Endotermico) • Cristallizzazione LIQUIDO SOLIDO (Esotermico) • Evaporazione LIQUIDO GAS (Endotermico) • Condensazione GAS LIQUIDO (Esotermico) • Sublimazione SOLIDO GAS (Endotermico) • Brinazione GAS SOLIDO (Esotermico) • Transizione vetrosa • Reazioni Chimiche 111 Capitolo 1 – Introduzione 1.3.8.4.1 Fusione Oltre una certa temperatura l’agitazione molecolare è tale da vincere le forze di coesione nei cristallini (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. Questi si rompono (fondono) assorbendo calore (λ fusione). Si osserva un aumento del flusso di calore. Figura 67 - Aumento del flusso di calore 1.3.8.4.2 Cristallizzazione Se il polimero tende a formare delle strutture ordinate (cristalliti) si ha una cessione di calore da parte del materiale (λ cristallizzazione)che si evidenzia con una diminuzione del flusso di calore, come mostrato in figura (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. Figura 68 - Diminuizione del flusso di calore 112 Capitolo 1 – Introduzione 1.3.8.4.3 Transizione vetrosa Una variazione del grafico di questo tipo è dovuta alla variazione del Cp del polimero. Questa variazione avviene in occasione della temperatura di transizione vetrosa (Tg) (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. I polimeri hanno un Cp maggiore al di sopra della Tg. Figura 69 - Variazione del Calore specifico Cp Di seguito in Figura 70 è riportato un andamento generale della DSC di un polimero in cui sono presenti salti di temperatura: Figura 70 - Andamento della DSC di un polimero Dai tratti di curva si può osservare che l’area sottesa dalla curva in un generico tratto è nient’altro che una energia ceduta o assorbita durante la trasformazione. Se in ascissa è presente la temperatura e in ordinata è presente la variazione di calore ∆Q allora il rapporto tra i due ovvero: dQ J dt = s = [W ] 113 Capitolo 1 – Introduzione il rapporto tra un‘energia ed un tempo che dimensionalmente fornisce una potenza; Nel generico punto in cui si ha un innalzamento dell’andamento allora si parla di energia ceduta (endo) mentre nel caso in cui la curva presenta una convessità verso il basso allora fisicamente il processo sta assorbendo calore e quindi energia (eso). Figura 71 - Assorbimento e cessione del calore in funzione dei picchi a titolo di esempio è riportato in Figura 72 l’andamento del Polietilentereftalato-PET : Figura 72 – DSC del Polietilentereftalato PET 114 Capitolo 1 – Introduzione Nel diagramma si nota: • Tg (gradino da 79°C a 83°C) • Cristallizzazione esotermica (picco 158°C), calore di cristallizzazione 34.5 J/g • Fusione endotermica (inizio estrapolato a 240°C, picco a 256°C), calore di fusione 40.8 J/g 115 Capitolo 1 – Introduzione 1.3.8.4.4 DSC a compensazione di potenza Esso misura la potenza necessaria a compensare la differenza di temperatura tra campione e riferimento (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. Tale strumento come riportato in Figura 73 è costituito da due forni separati, da portacampioni in cui sono inseriti i termometri a resistenza di platino e tramite un circuito di controllo viene regolata la potenza di alimentazione dei due forni in modo da eguagliare le loro temperature. Figura 73 - Principio di funzionamento 1.3.8.4.5 DSC a flusso di calore Il calore fluisce nel campione e nel riferimento attraverso una piattaforma termoelettrica di costantana riscaldata elettricamente (www.chimicaindustriale.campusnet.unito.it)21. La differenza tra i flussi di calore del campione e del riferimento viene misurata dalle termocoppie poste sotto i campioni. Il flusso di calore differenziale è direttamente proporzionale alla differenza tra i segnali in uscita dalle termocoppie”. In Figura 74 è riportato il principio di funzionamento. Figura 74 - Principio di funzionamento 116 Capitolo 1 – Introduzione 1.4 Prestazioni attese 1.4.1 Introduzione In riferimento al capitolo precedente, le pavimentazioni stradali devono avere determinate proprietà al fine di un buon funzionamento strutturale. Le pavimentazioni stradali come citato precedentemente assolvono quindi le funzioni di sopportare i carichi di traffico, assicurare al deflusso veicolare una superficie di idonee caratteristiche di regolarità e di aderenza, salvaguardare gli strati della pavimentazione stessa ed il terreno sottostante (sottofondo) dalle azioni atmosferiche (dal gelo in particolare). Per garantire tutte queste condizioni, è necessario che tali pavimentazioni stradali abbiano determinate caratteristiche fisiche e chimiche. L’ottimo funzionamento, dipende quindi da tanti fattori che si sintetizzano in 5 concetti cardine che sono: 1. longevità; 2. interazione con le piogge acide; 3. resistenza meccanica; 4. resistenza chimica; 5. resistenza superficiale; 6. resistenza al fuoco. 117 Capitolo 1 – Introduzione 1.4.2 Longevità La longevità o vita utile, di una pavimentazione stradale è influenzata dal numero di passaggi di autocarri che la percorrono, dalle condizioni ambientali e geometriche della strada (Mario Chinni, Febbraio 2007)27 La vita utile di un'opera stradale, definita in fase di progetto, individua l'intervallo temporale durante il quale l'opera conserva la propria funzionalità. Oltre tale periodo di tempo la degradazione da essa subita ne rende necessario il rifacimento. Le possibili soluzioni di progetto di una pavimentazione sono molteplici: si passa da quelle che prevedono una vita utile praticamente illimitata, che ovviamente richiedono un impiego finanziario iniziale molto elevato, sia per l'entità degli spessori dei vari strati, sia per la qualità dei materiali impiegati, e che durante la vita non prevedono interventi di rinforzo, ma soltanto l'onere della manutenzione ordinaria, a quelle caratterizzate da una vita utile iniziale meno lunga, che comportano più bassi costi di realizzazione ma, parallelamente, più alte spese per una manutenzione programmata. La determinazione della vita utile di una pavimentazione stradale, è basata su un modello matematico razionale ed in particolare dalla risoluzione di una equazione differenziale del 4° grado del tipo (F.G.Praticò, 2006)28: ∇ 4Φ = 0 con Φ = funzione di tensione avente le dimensioni di una energia. Esplicitando l’equazione sopra si ha che: ∂2 1 ∂ ∂2 ∂2 1 ∂ ∂2 ∇ 4 = 2 + ⋅ + 2 ⋅ 2 + ⋅ + 2 r ∂r ∂z ∂r r ∂r ∂z ∂r tale relazione espressa in termini tensionali, permette di sapere qual è la tensione agente in un punto distante “r” e profondo “z” da un determinato punto in cui è presente un carico. 118 Capitolo 1 – Introduzione y y r Punto in cui si valutano le sollecitazioni Area di carico r x z x z Figura 75 - Schematizzazione del carico su una pavimentazione Figura 76 - Tensioni agenti ad una certa distanza (Enrico Sterpi)29 119 Capitolo 1 – Introduzione Le relazioni tensionali saranno delle relazioni in cui le tensioni agiranno in diverse direzioni; esse sono le seguenti: • Tensione lungo l’asse z ∂ ∂ 2φ 2 σ z = (2 − υ )∇ φ − 2 ∂z ∂z • Tensione lungo l’asse radiale σr = ∂ 2 ∂ 2φ υ φ ∇ − ∂z ∂r 2 • Tensione principale σt = 1 ∂φ ∂ 2 υ∇ φ − ∂z r ∂r • Tensione tangenziale τ rz = ∂ ∂ 2φ 2 υ φ ( 1 ) − ∇ − ∂r ∂r 2 • Spostamento verso il basso ω= 1+υ E ∂ 2φ 1 ∂φ 2 υ φ ( 1 − 2 ) ∇ + + ∂r 2 r ∂r • Spostamento radiale u= 1+υ E ∂ 2φ ∂r ⋅ ∂z Le tensioni lungo gli assi coordinati x e y mediante la sovrapposizione degli effetti sono le seguenti: σ x = σ r ⋅ cos 2 α + σ t ⋅ sen 2α σ y = σ r ⋅ sen 2α + σ t ⋅ cos 2 α τ xy = (σ r − σ t ) ⋅ senα ⋅ cos α τ yz = τ rz ⋅ senα τ xz = τ rz ⋅ cos α 120