buddhismo giapponese - Università degli Studi di Padova

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BUDDHISMO GIAPPONESE
Il Buddhismo nella lingua giapponese viene denominato come 佛教 (bukkyō, insegnamento del
Buddha) e si compone di differenti Scuole (宗 shū, dottrina).
Scuola Ritsu (律宗
律宗,
律宗 Ritsu shū o Risshū).Lignaggi e dottrine sono quelle della Scuola cinese Lǜ,
fondata nel VII secolo da Dàoxuān (道安, 596-667). Si fonda sullo studio del Cāturvargīya-vinaya
(Quadruplici regole della disciplina , 四分律 pinyin: Shìfēnlǜ, giapp. Shibunritsu) della Scuola
Dharmaguptaka, tradotto in cinese nel 408 da Buddhayaśas (in cinese 佛陀耶舍 Fótuóyéshè, IV-V
secolo) e da Zhú Fóniàn (竺佛念, IV-V secolo). Fu introdotta in Giappone dal monaco cinese, di
Scuola Lǜ, Dàoxuán Lüshi (702-760, giapp. Dōsen Rishi) invitato alla Corte di Nara dall'imperatore
Shōmu (聖武天皇, regn.: 724-749) e giunto in Giappone nel 736. Fino a quel momento le comunità
buddhiste giapponesi non avevano alcun vinaya di riferimento: fu Dàoxuán Lüshi a introdurre per
primo le regole monastiche in Giappone. Impressionato dalla preparazione di Dàoxuán Lüshi e dalle
regole del vinaya Dharmaguptaka da lui osservate, Shōmu inviò due prelati giapponesi in Cina per
invitare un altro maestro di Scuola Lǜ, Jiànzhēn (鑑眞, 688-763; giapp. Ganjin), che giunse nel 754.
Il tempio di Scuola Kegon, il Tōdai-ji (東大寺) fu trasformato subito da Jiànzhēn nel primo luogo
di ordinazione monastica giapponese. La Scuola tutt'oggi risiede a Nara nel tempio Tōshodai-ji
(唐招提寺).
Scuola Kusha (倶舎宗
倶舎宗,
倶舎宗 Kusha shū). Origina dalla Scuola cinese, di ispirazione Hīnayāna, Jùshè, e
come questa si
fonda sull' Abhidharma-kośa-bhāsya
(Tesoro
dell'Abhidharma,
阿毘達磨倶舍論本頌, pinyin Āpídámójùshèlùn běnsòng, giapp. Abidatsumakusharon honshō)
composto nel V secolo dal sarvāstivāda (poi seguace sautrantika e infine patriarca cittamātra
Vasubandhu) e tradotto nel 651 da Xuánzàng. Nel 658 i monaci giapponesi di Scuola Hossō, Chitsū
(智通, VII secolo) e Chidatsu (智達, VII secolo), allievi di Xuánzàng, ne trasferirono gli
insegnamenti in Giappone fondando la Scuola Kusha. L'appartenenza dei suoi fondatori ad un'altra
Scuola di chiara estrazione Mahāyāna (cittamātra), come d'altronde lo stesso loro maestro
Xuánzàng, indica come questa piccola Scuola sia legata alla tradizione Hossō e, tuttavia, dedicata
allo studio dell' Abhidharma-kośa-bhāsya.
三論宗, Sanron shū). Fa riferimento, per dottrine e lignaggi, alla Scuola cinese
Scuola Sanron (三論宗
三論宗
Sānlùn. Come la Sānlùn, si concentra sullo studio dei tre trattati (sanron) ad impronta Mādhyamika.
Si ritiene, tuttavia, che questi tre trattati fossero noti già un secolo prima, trasferiti in Giappone da
monaci coreani. Fu però l'arrivo del monaco coreano Hyegwan (coreano
, giapp. 慧灌 Ekan,
date sconosciute), discepolo diretto del settimo patriarca cinese Sānlùn Jízàng (吉藏, giapp.
Kichizō, 549-623) - che giunse in Giappone nel 625 divenendo l'abate del tempio Gangō-ji
(元興寺) ad Asuka (飛鳥) - a fondare, di fatto, la Scuola Sanron. Nel corso dei secoli successivi la
Scuola Sanron venne assorbita dalle Scuole Tendai, Hossō e Kegon.
Scuola Jōjitsu (成実宗
成実宗,
成実宗 Jōjitsu shū). Origina dagli insegnamenti della Scuola cinese, di impronta
mādhyamika e simile alla Sānlùn, Chéngshí. Le sue dottrine furono trasferite in Giappone, nel 625,
dal monaco coreano Hyegwan, lo stesso che trasferì le dottrine Sānlùn fondando la Scuola Sanron.
La sua particolarità è che era centrata sullo studio del Tattvasiddhi-śāstra (成實論 pinyin: Chéngshí
lùn, giapp. Jōjitsuron) di Harivarman, da cui prende il nome. Come la Scuola Sanron fu assorbita
nel corso degli anni dalle Scuole Hossō, Kegon e Tendai. Fu comunque sempre considerata, in
Giappone, un ramo secondario della Scuola Sanron.
Scuola Kegon (華厳宗
華厳宗,
華厳宗 Kegon shū). Deriva dalla Scuola cinese Huāyán e come queste venera l'
Avataṃsakasūtra (華嚴經, pinyin Huāyánjīng, giapp. Kegon kyō, Sutra della ghirlanda fiorita di
Buddha), sutra considerato il più importante e completo da questa Scuola. Particolare riguardo è
riservato all'ultimo capitolo, il Gaṇḍavyūhasūtra (入法界品 pinyin: Rù fǎjiè pǐn, giapp. Nyū hokkai
bon, Capitolo sull'ingresso dentro il Regno della Realtà). La dottrina di questa Scuola verte su una
lettura olistica di tutta la Realtà. Il primo ingresso in Giappone dell' Avataṃsakasūtra è datato 736,
quando il fondatore della Scuola Ritsu, il monaco cinese Dàoxuān Lüshi, ne portò una copia dal suo
paese. Nel 740 il monaco coreano Simsang (
, cin. 審祥 Shěnxiáng, giapp. Shinshō o Shinjō, ?742), allievo del patriarca cinese Fǎzàng (法藏, 643-712), insegnò l' Avataṃsakasūtra e le dottrine
della Scuola Huāyán alla corte imperiale di Nara, fondando di fatto la Scuola giapponese Kegon.
Nello stesso luogo dell’ esposizione della dottrina del sutra, l'imperatore Shōmu fece erigere il
tempio Tōdai-ji dove poi pose, nel 752, l'enorme statua del Buddha Vairocana (吠嚧遮那, giapp.
Hairoshana), il Daibutsu (大佛). Durante il periodo di Nara fu la Scuola buddhista preferita dalla
Corte imperiale per la sua dottrina religiosa che poteva essere utile per una politica unificante lo
Stato. Il suo tempio, il Tōdai-ji fu per due secoli il tempio principale dove avvenivano le ordinazioni
monastiche. Fu poi eclissato dall' Enryaku-ji della Scuola Tendai che, tuttavia, operò solo
ordinazioni mahāyāna rifuggendo il Vinaya di origine hīnayāna (Dharmaguptaka), utilizzato anche
da questa Scuola.
Scuola Hossō (法相宗
法相宗 Hossō shū). È la versione giapponese della Scuola cinese Fǎxiāng (法相宗,
Fǎxiāng zōng) fondata da Xuánzàng nel 645 dopo il suo ritorno dal viaggio in India. Il pellegrino
giapponese Dōsho (道昭, 629-700) ne riportò in patria insegnamenti e lignaggi nel 653,
trasferendoli nel monastero Gangō-ji (元興寺, costruito nel 588 è considerato il primo tempio
buddhista fondato in Giappone) di Asuka. Nel 658 trasmise il lignaggio al suo discepolo Gyōgi
(行基, 667-748), denominata “Trasmissione del monastero del Sud” (南寺傳). Nel 716 il monaco
Genbō (玄昉, ?-746) si recò in pellegrinaggio in Cina dove studiò presso la Scuola Fǎxiāng sotto il
maestro Zhìzhōu (智周, 668-723). Tornato in Giappone nel 735 trasmise il lignaggio a Zenju (善珠,
727-797), inaugurando la “Trasmissione del monastero del Nord” così detta perché avvenne nel
tempio Kōbuku-ji a Nara dove a Scuola si era stabilita al seguito della Corte imperiale. Dopo un
periodo di splendore, la Scuola Hossō declinò progressivamente fino a scontrarsi con la Scuola
Tendai. Ancor oggi esistente, è considerata come una Scuola erudita che si fonda sullo studio del
Vijñaptimātratāsiddhi-śāstra (Trattato sulla realizzazione del niente altro che conoscenza,
成唯識論 pinyin: Chéngwéishìlùn, giapp. Jōyuishikiron) opera fondamentale di Dharmapāla
tradotta da Xuánzàng (T.D. 1585.31.1a-59a) che è un commentario al Triṃśikāvijñaptikārikā di
Vasubandhu.
Scuola Tendai (天台宗
天台宗,
天台宗 Tendai shū). È una delle Scuole più importanti del Buddhismo giapponese
ed è all'origine di molte Scuole ancora oggi esistenti come lo Zen Rinzai, lo Zen Sōtō, il Nichiren, il
Jōdo e il Jōdo Shin. Fu fondata nell'804 da Saichō, un monaco giapponese che aveva compiuto un
pellegrinaggio in Cina da dove aveva riportato dottrine, lignaggi e testi della Scuola cinese Tiāntái
(天台宗) fondata da Zhìyǐ (智顗) nel VI secolo, la quale, insieme alle Scuole Huāyán e Chán e
Zhēnyán aveva rappresentato l'aspetto più significativo del Buddhismo cinese. Questa Scuola fonda
i suoi insegnamenti sul Sutra del Loto (sanscrito Saddharmapundarīkasūtra, giapp. 妙法蓮華經
Myōhō renge kyō o Hokkekyō), sulla dottrina dell' Enyū santai (圓融三諦), sull' Ichinen sanzen
(一念三千) e sulle dottrine esoteriche (密教 mikkyō), che qui prendono la denominazione di
taimitsu (台密), derivate soprattutto dal Mahāvairocanāsūtra o Mahāvairocanābhisaṃbodhivikurvitādhiṣṭhāna-vaipulyasūtra (Il sutra di Mahavairocana, 大日經 cin. Dàrì jīng, giapp.
Dainichikyō). È una Scuola in cui l'aspetto dello studio delle dottrine va sempre accompagnato alla
pratica meditativa, denominata shikan (止觀) la quale si fonda sulle opere del Móhē Zhǐguān
(摩訶止觀, Grande trattato di calma e discernimento, giapp. Maka Shikan) e del Tóngméng Zhǐguān
(童蒙止觀, Trattato di calma e discernimento per principianti; in giapponese 小止観 Shō Shikan,
Piccolo trattato di calma e discernimento) di Zhìyǐ dove questa pratica meditativa viene descritta.
Dal punto di vista della disciplina monastica, la Scuola Tendai, come anche le Scuole Zen, segue
solo i 58 precetti mahāyāna indicati nel Brahmajālasūtra (梵網經 pinyin: Fànwǎng jīng, giapp.
Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma).
Scuola Shingon (真言宗
真言宗,
真言宗 Shingon shū). Scuola fondata dal monaco giapponese Kūkai che
nell'anno 804, durante il periodo Heian, si recò in Cina dove apprese le pratiche tantriche della
Scuola Vajrayāna cinese Zhēnyán; al suo ritorno portò con sé numerosi testi, deciso a importare la
Scuola nel suo Paese. Elaborò la propria sintesi delle pratiche e delle dottrine esoteriche, basate sul
culto del Buddha cosmico Vairocana, venerato nella Scuola come Mahāvairocana Tathāgata
(大日如来, giapp. Dainichi Nyorai). La dottrina della Scuola Shingon si basa su due testi
fondamentali: il Vajrasekhara Sūtra (金剛頂経, giapp. Kongochō yugakyō, Sutra della punta del
vajra) e il Mahāvairocanābhisaṃbodhi (大日経, Dainichi Kyō, Sutra della Bodhi di
Mahāvairocanā). Oltre a questi due testi fondamentali, nelle Scuole Shingon si attribuisce massima
importanza al Adhyardhasatika Prajnaparamitasutra (giapp. Rishukyō, 理趣経), al Kongōbu
Rōkaku Issai Yugayugi kyō (金剛峯楼閣一切瑜伽瑜祇経) e a molti altri compendi indiani quali il
Susiddhikara Sadhanopayikapatala (蘇悉地羯羅経, giapp. Soshitsujikara kyō). Molto importanti
sono anche le opere esegetiche e i trattati dello stesso Kūkai. Il Buddhismo Vajrayāna poggia le sue
fondamenta su rituali e pratiche meditative rivolte al raggiungimento dell' "illuminazione"; secondo
lo Shingon, l' "illuminazione" non è una realtà distante, tale da richiedere innumerevoli rinascite,
ma un obiettivo raggiungibile nella vita attuale, coltivando il potenziale spirituale (Natura di
Buddha) innato in ogni essere vivente. Con l'aiuto di un buon maestro e allenandosi a controllare il
corpo, le parole, e la mente, è possibile liberare questo potenziale per il beneficio proprio e altrui. L'
obiettivo della pratica di questa Scuola è perciò «diventare Buddha in questa vita, con questo
corpo» (giapp. sokushin jōbutsu gi, 即身成仏義).
Scuola Nichiren (日蓮宗
日蓮宗,
日蓮宗 Nichiren shū). Le Scuole del Buddhismo Nichiren sono l'insieme di
Scuole buddhiste giapponesi che fanno riferimento alla figura e agli insegnamenti di Nichiren
(日蓮, 1222-1282) un monaco giapponese di Scuola Tendai. Il loro lignaggio monastico è fatto
risalire direttamente al Buddha Śākyamuni e al Bodhisattva Bhaiṣajyarāja (藥王, cin. Yàowáng,
giapp. Yakuō, Re della medicina) e ripercorre il lignaggio della Scuola cinese Tiāntái (天台宗),
arrivando al fondatore della Scuola giapponese Tendai, Saichō (最澄, 767-822), e, infine, a
Nichiren ritenuto a sua volta la manifestazione del Bodhisattva Viśiṣṭacāritra (諸異行, cin.
Zhūyìxíng, giapp. Jogyō). Le dottrine di queste Scuole hanno in comune: 1)la venerazione e lo
studio del Sutra del Loto (sanscrito Saddharmapundarīkasūtra, giapp. 妙法蓮華經 Myōhō renge
kyō o Hokkekyō), considerato il più importante e completo insegnamento buddhista; 2) lo studio dei
relativi commentari da parte dei maestri cinesi di Scuola Tiāntái, Zhìyǐ (智顗, 538-597), Guàndǐng
(灌頂, 561-632), Zhànrán (湛然, 711-782),e dello stesso Saichō. Della Scuola Tendai, il
Buddhismo Nichiren rigetta: 1) la pratica meditativa dello shikan, in quanto ritenuta inadatta
nell'epoca attuale denominata mappō (末法); 2) le pratiche esoteriche (密教 mikkyō) del taimitsu
(台密), ritenute non conformi alle dottrine originali; 3) la pratica del nembutsu (念佛, recitazione
del nome di Buddha), sostituita dal daimoku (題目, letteralmente "titolo") ovvero dalla recitazione
del titolo giapponese del Sutra del Loto, Nam myōhō renge kyō. Ciò che differenzia, tra loro, le
Scuole del Buddhismo Nichiren è, nella suddivisone in due parti (本迹二門, giapp. honjaku nimon,
cin. běnjī èrmén) del Sutra del Loto, la considerazione della prevalenza o meno delle dottrine
esposte negli ultimi 14 capitoli (本門, giapp. honmon, cin. běnmén) rispetto ai primi 14 capitoli
(迹門, giapp. sakumon, cin. jī mén). Secondo la Nichiren shū tale prevalenza non esiste, a
differenza della Nichiren Shōshū per cui invece essa sussiste. Questa differenziazione dottrinale non
è di poco conto. Nei secondi 14 capitoli del Sutra del Loto viene esposta la dottrina del Buddha
eterno (giapp. 本佛 Honbutsu): se il Buddha è eterno e chiunque può divenire Buddha, allora il
Buddha dell'ultimo giorno della Legge (vedi mappō) deve essere colui che ha predicato la corretta
dottrina del Sutra del Loto ovvero Nichiren. Questa ultima posizione propria della Nichiren Shōshū
e della Soka Gakkai, non è condivisa dalla Nichiren shū che, come ad esempio la Risshō Kōsei Kai,
ritiene che il Buddha eterno si sia espresso nella forma del Buddha Śākyamuni a cui va offerta la
venerazione restando Nichiren ‘solo’ una manifestazione del bodhisattva Viśiṣṭacāritra. A parte gli
aspetti popolari che sconfinano in una pratica quasi ‘teistica’, dal punto di vista dottrinale la base di
tutte queste manifestazioni è sempre e solo la vacuità così come viene espressa nelle dottrine, di
matrice Tiāntái, denominate in giapponese enyū santai (圓融三諦) e ichinen sanzen (一念三千).
Con i loro 30 milioni di seguaci e i loro 6.500 templi, le Scuole del Buddhismo Nichiren
rappresentano oggi la forma di Buddhismo più diffusa in Giappone.
Scuola Nichiren Shō (日蓮正宗
日蓮正宗,
日蓮正宗 Nichiren Shōshū). La prima divisione all'interno delle Scuole del
Buddhismo Nichiren nasce pochi anni dopo la morte del fondatore. Prima di morire, Nichiren affidò
a sei suoi discepoli il compito di organizzare la diffusione della sua dottrina e quello di curare il
monastero Kuon-ji (久遠寺) da lui fondato sul monte Minobu nella provincia di Kai. Le turbolenze
politiche e militari del Giappone alla fine del XIII secolo non consentivano la presenza costante e
contemporanea nel monastero Kuon-ji da parte di sei discepoli: Nikkō (日興, 1246-1333), Nikō
(日向1253-1314), Nichirō (日朗, 1245-1320), Nisshō (日昭, 1221-1323), Nichiji (日持, 1250-?) e
Nitchō (日頂, 1252-1317). Perso nel 1289 il controllo del monastero Kuon-ji, Nikkō si trasferì in un
altro monastero, il Taiseki-ji (大石寺), situato alle pendici del monte Fuji portando con sé il Dai
Gohonzon (禦 本尊), una tavola lignea su cui, il 12 ottobre del 1279, Nichiren aveva inciso un
mandala rappresentante il Dharma, l'universo e la vita in esso contenuta. Su questa separazione
dottrinale vertono i due principali rami scolastici Nichiren: il Nichiren Shū che fa riferimento a
Nikō e il Nichiren Shōshū che invece fa riferimento a Nikkō. La polemica in questione non è di
poco conto: il ruolo assegnato alla figura di Nichiren dalla Nichiren Shōshū è quello di Buddha
dell'ultimo giorno della Legge, come previsto nel capitolo Juryō (壽量品 Durata della vita del
Buddha) XVI capitolo del Sutra del Loto, e quindi di fatto viene venerato al posto del Buddha
Śākyamuni. L'atteggiamento nei confronti delle altre fedi religiose e delle altre confessioni
buddhiste è più rigido rispetto alla Nichiren-shū. Proprio il rapporto con le altre Scuole buddhiste e
il ruolo da assegnare al proprio fondatore Nichiren costituiscono i motivi di tutte le successive
separazioni scolastiche all'interno del Buddhismo Nichiren.
Le associazioni laiche originate dal Buddhismo Nichiren
Kokuchūkai (国柱会
国柱会)."Associazione
per il sostegno della nazione" fondata nel 1879 da Tanaka
国柱会
Chigaku (田中智學, 1861-1939), un monaco della Scuola Nichiren che, ŚŚfondarla rinunciò ai voti.
Tanaka era convinto che al Buddhismo Nichiren, in grave crisi verso la fine del XIX secolo, fosse
necessaria una spinta dall'esterno delle istituzioni monastiche e decise di rivolgersi ai laici,
ottenendo un grande consenso che tuttavia declinò verso il 1918.
Reiyūkai (霊友会
霊友会)."Associazione
degli amici spirituali" fondata nel 1925 da Kotani Kimi
霊友会
(小谷喜美, 1901–1971) una devota laica del Buddhismo Nichiren con poteri sciamanici e da suo
cognato Kubo Kakutarō (久保角太郎, 1890-1944). La Reiyūkai pratica il daimoku ma afferma di
venerare solo il Gohonzon. Celebra il culto degli antenati, riti di divinazione e pratiche di
guarigione.
Risshō Kōsei Kai (立正佼成会
立正佼成会).
立正佼成会 Importante organizzazione laica fondata nel 1938 da Niwano
Nikkyō (庭野日敬, 1906-1999) e dalla sua discepola Naganuma Myokō (長沼妙佼, 1889-1957). È
il movimento di maggior successo nato da una separazione dalla Reiyūkai. Sostiene che l'unico
soggetto di venerazione deve essere il Buddha Shakyamuni mentre il Gohonzon va riverito ma non
venerato. Combina lo studio dei sutra con pratiche di edificazione morale dei suoi membri, riuniti in
sessione di crescita personale (法座, giapp. hōza, cin. fǎzuò, dal sanscrito dharmâsana, luogo dove
si discute del Dharma). Con i suoi circa sei milioni di seguaci e i 239 luoghi di pratica in Giappone,
Risshō Kōsei Kai si pone come la seconda associazione laica dopo la Sōka Gakkai. Fuori del
Giappone presenta sette centri di pratica ed è in rapporti di collaborazione con la Chiesa cattolica,
condividendo importanti iniziative comuni con il Movimento dei focolarini fondato da Chiara
Lubich. La Risshō Kōsei Kai è attivamente impegnata nel dialogo interreligioso e il suo precedente
presidente, Nikkyō Niwano (庭野日敬, 1906 - 1999), è stato tra i fondatori della World Conference
Religions for Peace (WCRP).
Sōka Gakkai (創価学会
創価学会).
創価学会 È la più diffusa e discussa associazione laica buddhista di Scuola
Nichiren. Fu fondata nel 1930 da Makiguchi Tsunesaburō (牧口常三郎,1871-1944) e da Josei Tōda
(戸田城聖, 1900-1958) con il nome Sōka kyōiku gakkai (創価教育学会, Associazione pedagogica
per la creazione di valore). Makiguchi Tsunesaburō svolgeva l'attività di educatore e il suo scopo
iniziale era la promozione di nuovi modelli pedagogici fondati sulla responsabilità individuale e sul
pragmatismo, allo scopo di realizzare le proprie potenzialità sia in ambito spirituale che materiale.
Divenne presto un seguace della Scuola Nichiren shōshū e ritenne di poter applicare le sue
convinzioni pedagogiche alle dottrine religiose propugnate da questa Scuola. Ostile al militarismo
giapponese, allo Shintoismo e al culto dell'imperatore, Makiguchi fu arrestato nel 1943 per essersi
rifiutato di rispettare una legge che obbligava i cittadini giapponesi a conservare nelle loro
abitazioni dei simboli scintoisti di buon augurio per la nazione. Morì in prigione nel 1944. Dopo la
morte di Makiguchi, nel 1950diventò presidente Tōda che rilanciò l'associazione cambiandole il
nome in Sōka gakkai (創価学会, Associazione per lo sviluppo dei valori). Dopo la morte di Tōda,
divenne presidente, nel 1960, Daisaku Ikeda il quale, nel 1975, fondò la Sōka Gakkai internazionale
al fine di svolgere un'attività missionaria in tutto il mondo. Nel novembre 1991, preoccupata per il
crescente modernismo e occidentalismo della Sōka Gakkai, la Nichiren shōshū ha condannato
apertamente l'associazione, scomunicandone tutti i suoi membri. Dal punto di vista dottrinale,
tuttavia, la Sōka Gakkai si discosta ben poco dalle dottrine diffuse dalla Nichiren shōshū. Nella
pratica religiosa di questa associazione Nichiren ha sostituito il Buddha Śākyamuni. La Sōka
Gakkai venera il Gohonzon e pratica la recitazione e la venerazione del titolo del Sutra del Loto
(daimoku).
Scuole Zen (禅
禅)
Le Scuole del Buddhismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente da quelle del
Buddhismo Chán fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Furono trasferite
in Giappone da monaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina o successivamente trasferite da
monaci cinesi missionari in Giappone. L'introduzione del Buddhismo Zen in Giappone ha avuto
difficoltà dovute al tentativo di renderlo autonomo rispetto alla Scuola Tendai. Saichō (最澄,767822), il fondatore del Buddhismo Tendai, introdusse nel IX secolo in Giappone anche gli
insegnamenti del Buddhismo Chán Beizōng (北宗, Scuola settentrionale) ricevendo, sempre in
Cina, anche il lignaggio della Scuola buddhista Chán denominata Niútóuchán (anche 牛頭宗,
Niútóu zōng), fondata da Fǎróng (法融, 594-657), che scomparirà dalla Cina pochi decenni dopo
ma che egli trasferirà in Giappone come Scuola Gozu (牛頭宗, Gozu shū). Le dottrine Chán erano
quindi regolarmente studiate e praticate sul Monte Hiei, sede della Scuola Tendai, fin dal IX secolo.
Nel XII secolo, il monaco tendai Eisai (栄西, 1141-1215) studiò il Chán durante il suo secondo
soggiorno in Cina, sotto la guida del maestro Xuan Huaichang (虛庵懷敞, giapp. Kian Esho, date
sconosciute), appartenente al ramo Huánglóng (黃龍, giapp. Ōryū) della denominazione Linji
(臨濟, giapp. Rinzai). Tornato in Giappone, ebbe difficoltà ad insegnare tali dottrine al di fuori del
contesto previsto dal principale monastero Tendai, l' Enryaku-ji (延暦寺), tanto che Eisai non uscirà
mai dalla Scuola Tendai. Un primo tentativo di una Scuola autonoma Zen fu compiuto da un altro
monaco tendai, Dainichi Nōnin (大日能忍, morto nel 1196?) che ottenne il lignaggio cinese dal
maestro Zhuan Deguang (1121–1203) a sua volta erede del Dharma del maestro di denominazione
Linji, Dahui Zonggao (大慧宗杲, 1089–1163) fondando la Daruma shū (達磨宗). Questo tentativo
finì male: nel 1194, un decreto imperiale proibì le sue dottrine e distrusse la Scuola con i suoi
monasteri. Dopo gli importanti tentativi di Eisai e di Dainichi Nōnin, ottenne miglior successo Enni
Ben'en (圓爾辯圓, anche Shōichi Kokushi, 1201-1280), altro importante monaco tendai che studiò
il Chán dapprima sul Montei Hiei, poi durante un pellegrinaggio in Cina da dove fu il primo a
trasferire il ramo Yōgi (楊岐, cin. Yángqí) della denominazione Linji, appreso sotto il maestro
cinese Wúzhǔn Shīfàn (無準師範, giapp. Bujun Shipan o Bushun Shihan, 1177–1249). Neanche
Enni Ben'en si distaccò dalla Scuola Tendai, ma ricoprì il ruolo di abate del prestigioso monastero
Tōfuku-ji (東福寺) a Kyoto. Ormai i tempi erano maturi perché alcuni maestri cinesi del Chán
potessero giungere in Giappone: Lánxī Dàolóng (溪道隆, giapp. Rankei Dōryū, 1213-1278 ),
fondatore, nel 1253, del monastero Kenchō-ji (建長寺) a Kamakura; Wùān Pǔníng (兀菴普寧,
giapp. Gottan Run’ei, 1197–1276), vissuto solo 4 anni in Giappone, dove ricoprì il ruolo di abate
del tempio Kennin-ji ((建仁寺), fondato da Eisai a Kyoto nel 1202; Dàxiū Zhèngniàn (大休正念,
giapp. Daikyū Shōnen, 1214–1289), che fondò il monastero Kinpōzan Jōchi-ji (金宝山浄智寺) a
Kamakura; infine Wúxué Zǔyuán (無學祖元, giapp. Mugaku Sogen, 1226–1286), che fu l'abate del
monastero Engaku-ji (円覚寺) a Kamakura. Nello stesso periodo, un altro monaco tendai nonché
discepolo di Eisai, Dōgen (道元, 1200-1253), anche lui di ritorno dalla Cina dove aveva studiato
sul Monte Tiantong (天童山 Tiantong shan) sotto la guida del maestro, di denominazione Caódòng,
(曹洞) Rujing (如淨, 1163-1228), ottenne il certificato di "illuminazione" e il lignaggio di
trasmissione (傳法, cin. chuánfǎ, giapp. denpō) della Scuola Chán Caódòng. Tornato in Giappone
nel 1225, Dōgen si trasferì nel 1230 nel tempio Anyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto, segnando
una frattura definitiva con la Scuola Tendai e fondando la Scuola giapponese Zen Soto. Le Scuole
del Buddhismo Zen, pur con delle differenze, conservano tutte la centralità della pratica meditativa
denominata zazen (座禅), una minore attenzione allo studio dei sutra e una cura particolare nei
confronti della trasmissione del "lignaggio" (戒脈, cin. jiè mài, giapp. kai myaku) che procede
mediante l' ishin denshin (以心傳心, cin. yǐxīn chuánxīn, trasmissione "da mente a mente"), cioè
ovvero da maestro a discepolo senza ricorrere a parole, ovvero per tramite di una intuizione
improvvisa che genera l'illuminazione profonda (悟, cin. wù, giapp. go o satori). Le Scuole Zen
Rinzai e Sōtō sono, assieme alla associazione laica di derivazione Nichiren Soka Gakkai, le Scuole
buddhiste giapponesi più diffuse oggi in Occidente.
Scuola Zen Rinzai (臨濟宗
臨濟宗,
臨濟宗 Rinzai shū). La Scuola Rinzai deriva dalla denominazione Línjì
(臨済) del Buddhismo Chán. Il primo a trasferire dottrine e lignaggi di questa Scuola fu il monaco
giapponese di Scuola Tendai Eisai di ritorno dal suo secondo viaggio in Cina. Dopo essere stata a
lungo inglobata nella Scuola Tendai, lo Zen Rinzai divenne una Scuola autonoma a partire dal XIII
secolo. Questa separazione si realizzò proprio grazie ai maestri cinesi di Scuole chán línjì (臨済),
Lánxī Dàolóng, fondatore, nel 1253, del monastero Kenchō-ji a Kamakura; Wùān Pǔníng, abate del
tempio Kennin-ji a Kyoto; Dàxiū Zhèngniàn che fondò il monastero Kinpōzan Jōchi-ji a Kamakura;
infine Wúxué Zǔyuán che fu l'abate del monastero Engaku-ji a Kamakura. Questi maestri, che
furono per lo più invitati dalle autorità del governo giapponese, insegnarono lo Zen Rinzai con le
relative dottrine e pratiche esattamente come era impartito nella Cina del XIII secolo. Con gli
shogun Ashikaga lo Zen Rinzai ottenne ulteriori riconoscimenti e protezioni da parte del governo.
Dopo aver subìto influenza dalla Scuola Zen Obaku, fu riformata da Hakuin Ekaku (白隠慧鶴,
1686-1769) il quale eliminò le pratiche nenbutsu proprie della Scuola Obaku, centrando le dottrine
e le pratiche Rinzai sullo studio dei kōan e sullo zazen. Tutti i maestri Zen Rinzai conservano oggi
nel loro lignaggio il nome di Hakuin.
Scuola Zen Sōtō (曹洞宗
曹洞宗,
曹洞宗 Sōtō shū). Questa Scuola fu fondata dal monaco tendai Dōgen (道元,
1200-1253) quando nel 1230, trasferendosi nel tempio Anyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto,
avviò la separazione con la Scuola Tendai. La dottrina di questa Scuola è riportata nell'opera di
Dōgen, lo Shōbōgenzō (正法限蔵, La Custodia della Visione del Vero Dharma) e consiste nella
pratica dello zazen secondo la modalità denominata shikantaza (只管打坐, Solo sedersi). Oggi
questa è la Scuola Zen più importante del Giappone con circa quindicimila templi e trentuno
monasteri. Appartenente a questa Scuola fu Haku'un Yasutani (安谷白雲, 1885-1973), fondatore
della Sanbō-Kyōdan (三宝教団) una Scuola Zen che cerca di coniugare il Sōtō con il Rinzai e che
si è diffusa anche in Occidente.
Scuola Zen Fuke (普化宗
普化宗,
普化宗 Fuke shū). La Scuola Zen Fuke origina da un movimento di ex samurai
itineranti denominati komusō (虚无僧, lett. monaco della vacuità). I monaci komusō, già di
osservanza Rinzai, vivevano di elemosine, suonavano il flauto shakuhachi (尺八), indossavano un
cappello fatto di canne che gli oscurava buona parte del volto: questo costituiva la pratica
meditativa denominata suizen (吹禪). La Scuola Zen Fuke vantava le sue origini dal monaco cinese
di Scuola chán Pǔhuà (普化, giapp. Fuke) vissuto durante la Dinastia Tang da cui la Scuola prende
il nome. Pǔhuà, contemporaneo e stretto amico di Línjì Yìxuán (臨済義玄, giapp. Rinzai Gigen, ?–
866), fu un maestro dai comportamenti iconoclasti e gioiosi, uso a camminare cantando al suono di
una piccola campana. Secondo questa tradizione la Scuola Fuke fu portata in Giappone da Shinchi
Kakushin (心地覺心, 1207–1298); secondo alcuni studiosi tale Scuola nacque in Giappone durante
l'Era Tokugawa. Vietata dal Governo imperiale nel 1871, la Scuola scomparve. Testo storico di
questa Scuola fu il Kyotaku Denki (虚铎传记, Campana della vacuità) opera del XVIII secolo.
Scuola Zen Ōbaku (黃檗宗
黃檗宗,
黃檗宗 Ōbaku shū). La Scuola Zen Ōbaku è una delle tre Scuole Zen
esistenti oggi in Giappone. La sua nascita la si deve al monaco cinese chán di tradizione Línjì
(臨済), Yǐnyuán Lóngqí (隱元隆琦, giapp. Ingen Ryūki, 1592-1673) giunto in Giappone nel 1654.
Questa Scuola è molto simile allo Zen Rinzai conservando tuttavia alcune peculiarità cinesi proprie
del suo fondatore 1) maggiore attenzione ai sutra rispetto alla Scuola Rinzai versata principalmente
allo studio dei kōan; 2) pratica del nenbutsu tipica della Scuola della Terra Pura già inserita in Cina
nella Scuola Chán da Zhū Hóng (株宏, 1535-1615) nel XVI secolo; 3) osservanza dei precetti del
Cāturvargīya-vinaya (四分律 Shibunritsu) e non solo quelli del Brahmajālasūtra (梵網經 Bonmō
kyō) come è tradizione invece per le Scuole Zen Rinzai e Sōtō e per la Scuola Tendai. Influenzò
profondamente la Scuola Rinzai fino a quando la riforma attuata da Hakuin Ekaku (白隠慧鶴,
1686-1769) non eliminò dalla Scuola Rinzai la pratica del nenbutsu a favore del solo studio dei
kōan e della pratica dello zazen.
浄土宗,
Scuola Jōdo (浄土宗
浄土宗 Jōdo shū). Fu tra le prime Scuole del Buddhismo della Terra Pura ad essere
fondata, nel XII secolo, in Giappone. Tuttavia le prime scritture di questo approccio al Buddhismo
che ricalca la Scuola buddhista cinese Jìngtǔ (淨土宗, Jìngtǔ zōng), come l'Amitâbha-sūtra (Sutra
di Amitabha, 阿彌陀經 giapp. Amida kyō), erano già presenti in Giappone fin dal VII secolo. La
pratica del nenbutsu (念佛), ovvero l'invocazione del nome del Buddha Amitābha (giapp.
阿彌陀佛, Amida butsu) nel mantra Namu Amida Butsu (南無阿弥陀仏, Omaggio al Buddha della
Luce infinita), parte centrale degli insegnamenti e delle pratiche spirituali di questa Scuola, erano
anch'esse già presenti fin dalla fondazione nella Scuola Tendai nel IX secolo. Quando il monaco
tendai Hōnen (法然, 1133-1212) fondò nel 1175 la Scuola Jōdo scelse di praticare solo il nenbutsu
abbandonando le altre pratiche religiose e meditative proprie della Scuola Tendai. Tale scelta
Hōnen la prese in seguito allo studio dell'opera cinese Guānwúliáng shòufójīng shū
(觀無量壽佛經疏, giapp. Kammuryō jubutsukyō sho) di Shàndǎo (善導, 613-681) quinto patriarca
cinese della Scuola Jìngtǔ. La scelta di Hōnen fu seguita da molti suoi discepoli, tra cui Shinran
(親鸞, 1173-1262) i cui discepoli fonderanno la Scuola Jōdo Shin (浄土真宗, Jōdo shin-shū).
Esiliato nel 1207, Hōnen morirà pochi anni dopo lasciando come testamento la sua principale opera
Ichimai kishōmon (一枚起請文, Giuramento in una foglia).
Scuola Jōdo Shin (浄土真宗
浄土真宗,
浄土真宗 Jōdo shin-shū). Tradizionalmente fondata dal monaco tendai
Shinran (親鸞, 1173-1262), a sua volta allievo di Hōnen, la Scuola Jōdo Shin fu in realtà fondata
dai suoi discepoli e si distingue dalla Scuola Jōdo per una minore attenzione ai codici disciplinari
monastici, consentendo, ad esempio, ai suoi monaci di contrarre matrimonio oppure di mangiare
carne. Sempre rispetto alla Scuola Jōdo vi è una minore attenzione alla pratica del nenbutsu a favore
di una più semplice pratica della fede nel Buddha Amida.
Scuola Ji (時宗
時宗,
時宗 Ji shū). Fu fondata nel XIII secolo dal monaco tendai Ippen (一遍, 1239-1289).
Già seguace delle pratiche del nenbutsu (念佛), Ippen ebbe una rivelazione ricevuta dalle divinità
(giapp. 神 kami) di diffondere ovunque questa pratica religiosa. Così, abbandonato ogni legame,
con un gruppo di seguaci Ippen attraversò il paese cantando il nome del Buddha Amitābha (giapp.
阿彌陀佛, Amida butsu) per mezzo di una danza estatica denominata nenbutsu odori (念仏踊り).
Secondo le dottrine di questa Scuola tutte le pratiche buddhiste non posseggono altro scopo che
condurre a recitare il nenbutsu. Opere centrali di questa Scuola sono il Sutra del Loto (giapp. Myōhō
renge kyō o Hokkekyō), e l' Amitâbha-sūtra (Sutra di Amitabha, giapp. Amida kyō).
Scuola Yūzū Nenbutsu (融通念仏宗
融通念仏宗,
融通念仏宗 Yūzū nenbutsu shū). Fu fondata nel XII secolo dal monaco
di Scuola Tendai, Ryōnin (良忍, 1072-1132). Sutra fondamentali in questa Scuola sono: l'
Avataṃsakasūtra (giapp. Kegon kyō, Sutra della ghirlanda fiorita di Buddha) e il Sutra del Loto
(giapp. Myōhō renge kyō o Hokkekyō), insieme ai tre sutra fondamentali nel Buddhismo della Terra
Pura conservati nel Bǎojībù del Canone buddhista cinese, e che sono: 1) Amitāyurdhyānasūtra
(Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, 觀無量壽經, giapp. Kammuryōju kyō);
2) Amitâbha-sūtra (Sutra di Amitabha, 阿彌陀經 giapp. Amida kyō). 3) Sukhāvatī-vyūha-sūtra
(Sutra della vita infinita, 無量壽經, pinyin Wúliángshòu jīng, giapp. Muryōju kyō). Altro testo
fondante dello Yūzū Nenbutsu è il Sukhāvatīvyūhopadeśa (Trattato sulla Terra Pura, giapp. 淨土論
Jōdo ron) di Vasubandhu. Le dottrine di Ryōnin sottolineano la pratica del nenbutsu ma, quando
viene invocato il nome del Buddha Amitābha, secondo questa Scuola l'effetto permea tutto
l'universo. Così, invocando il nome di Amitāba viene salvato non solo colui che lo pronuncia, ma
anche gli tutti altri che esseri che non lo fanno. Queste dottrine risentono dell'olismo proprio dell'
Avataṃsakasūtra e del Sutra del Loto.
Il Buddhismo nel Giappone contemporaneo
Il Buddhismo nel Periodo Meiji
La modernità iniziò in Giappone nel 1868 con il Periodo Meiji che incise profondamente nella
cultura e nelle tradizioni di questo paese. Tale periodo fu avviato dalla minaccia militare
statunitense provocata dal commodoro Matthew Calbraith Perry (1794-1858) il quale si affacciò nel
1853 con quelle che venivano indicate come navi nere (黒船, kurofune) nella baia di Uraga
imponendo al Giappone la riapertura dei suoi porti ai commerci con l'Occidente. A seguito di
questo evento il Giappone abolì il bakufu (江戸幕府, Edo bakufu) riconsegnando il potere
direttamente nelle mani dell'Imperatore, cancellò la suddivisione in caste, ivi compresa quella dei
samurai, e aprì definitivamente all'Occidente e alla sua cultura. Anche le Scuole religiose
risentirono profondamente dei cambiamenti apportati da questa Era, ad incominciare proprio dal
Buddhismo che vide ridursi drasticamente l'attenzione dello Stato nei suoi confronti. Il Periodo
Meiji fu caratterizzato dalla mobilitazione della nazione giapponese sotto l'autorità dell' Imperatore
e quindi si fondò su una priorità nei confronti dell'antica fede nazionale scintoista che vedeva
proprio nell'Imperatore, oltre che il suo rappresentante, anche la manifestazione terrena della
divinità Amaterasu (天照, dea del Sole). Questo a discapito del Buddhismo. La proclamazione dello
Scintoismo come religione di Stato (Kokka Shintō, 国家神道) e la perdita dei favori governativi,
nonché la dichiarata separazione tra le due fedi religiose (shinbutsu bunri, 神仏分離) provocò un
generale disorientamento nelle Scuole buddhiste, anche se a livello della popolazione non distrusse
il sincretismo diffuso tra i giapponesi di accompagnare la fede scintoista con le credenze buddhiste.
Tuttavia i cittadini furono obbligati a registrarsi presso i templi locali scintoisti i cui sacerdoti erano
nominati dal Governo imperiale. Tutto ciò finì per provocare una vera e propria persecuzione del
Buddhismo (haibutsu kishaku, 廃仏毀釈, lett. “Cancellare il Buddhismo e distruggere
Shākyamuni”) da parte del Governo che provocò la chiusura di oltre quarantamila templi buddhisti,
la riduzione forzata allo stato laicale di migliaia di monaci e la cancellazione di qualsiasi presenza
buddhista all'interno dei santuari scintoisti. Questo fino al 1871 quando, dopo alcune sanguinose
ribellioni da parte della popolazione, soprattutto contadina, a difesa dei monaci buddhisti e dopo il
conseguente intervento dell'esercito imperiale, il Governo decise di trovare un accordo con la
comunità buddhista giapponese. Tale accordo fu all'origine anche della totale acquiescenza delle
Scuole buddhiste nei confronti del Governo durante i processi e le successive condanne a morte per
"Alto tradimento" che coinvolse alcuni monaci buddhisti anarco-socialisti, come Uchiyama Gudō,
nei primi anni del XX secolo. Superate queste gravi crisi, il Buddhismo giapponese dovette
confrontarsi con le missioni cristiane che si andavano diffondendo lungo il paese assieme ad una
generale occidentalizzazione.
Il Buddhismo secondo la Via imperiale (Kōdō Bukkyō, 行動仏教)
行動仏教
Con la Seconda guerra mondiale il governo imperiale sottomise tutte le religioni ad uno stretto
controllo per assicurarsi il loro appoggio nell'imminente conflitto. Durante il periodo dell'ultimo
conflitto l'appoggio delle Scuole buddhiste giapponesi nei confronti del Governo fu dunque
pressoché totale, tanto che fu varata una nuova forma di Buddhismo che si identificava totalmente
con la figura dell'imperatore: il Kōdō Bukkyō ( 行動仏教, Il Buddhismo secondo la Via imperiale).
Già l'esercito aveva apprezzato la formazione religiosa che alcuni alti ufficiali avevano ricevuto
all'interno delle Scuole Zen. Lo stesso generale Nogi Maresuke (乃木希典, 1849-1912),
considerato l'eroe della guerra russo-giapponese, aveva studiato lo Zen Rinzai sotto il maestro
Nakahara Nantembō (中原南天榛, 1839-1925) ottenendo il certificato dell'illuminazione.
Esemplificativo di questo atteggiamento di accondiscendenza alle tesi della guerra, fu la posizione
del famoso maestro Zen Sōtō Sawaki Kōdō (沢木興道, 1880-1965).
Il Buddhismo dal secondo dopoguerra ad oggi:
Scuole
n. denominazioni
n. templi
n. seguaci
Nichiren
37
6.500
30.000.000
Jōdo-shin
10
21.000
14.000.000
Shingon
48
12.000
12.000.000
Sōtō Zen
-
15.000
5.500.000
Jōdo
6
8.000
4.700.000
Tendai
20
4.000
4.500.000
Rinzai Zen
15
6.000
3.000.000
La Seconda guerra mondiale terminò per il Giappone il 15 agosto 1945 con la sua sconfitta da parte
degli USA. Tra le clausole del trattato di pace, i vincitori ottennero una radicale rivisitazione della
politica interna giapponese e un ridimensionamento delle dottrine shintoiste tra le quali la
divinizzazione dello stesso imperatore. Ciò rappresentò anche la fine dello stesso Kōdō Bukkyō e
dello stretto controllo statale sulle Scuole buddhiste. L'emergere di efferati crimini di guerra
commessi dall'esercito giapponese in Cina (cfr. lo Stupro di Nanchino), produsse un dibattito tra
posizioni negazioniste e posizioni volte ad una riconsiderazione critica. Le Scuole buddhiste
restarono a lungo in silenzio su questi temi. Furono alcuni intellettuali vicino a queste Scuole come
D.T. Suzuki (鈴木 大拙 Suzuki Daisetsu, 1870–1966) i primi ad aprire il dibattito circa la
'questione morale' del coinvolgimento religioso buddhista nella guerra. Suzuki, benché fosse stato
anch’egli un sostenitore dei valori bellici del Buddhismo giapponese, decise di fare un'analisi critica
dei fatti accaduti, in un articolo titolato Zenkai Sasshin (Rinnovamento dello Zen) scritto nel 1946
per il periodico Zengaku Kenkyu (禪學研究, Studi nel Buddhismo zen). Nonostante l'intervento di
intellettuali come Suzuki, le Scuole buddhiste giapponesi rimasero a lungo in silenzio su questi
temi. Ad oggi una presa di posizione ufficiale riguarda solo alcune di queste Scuole: la Scuola Jōdo
Shin (浄土真宗); la Scuola Zen Sōtō (曹洞宗); e un ramo della Scuola Tendai (天台宗).
Oggi, secondo gli studiosi statunitensi Richard H. Robinson e Willard L. Johnson i sondaggi di opinione indicherebbero
che molti giapponesi non si identificano più in una religione specifica. L'interesse per il Buddhismo riguarda
essenzialmente due differenti gruppi: il mondo rurale che per tradizione secolare si rivolge ai templi locali per i servizi
religiosi e la classe colta delle città che si rivolge al pensiero buddhista come "filosofia critica" o "tecnica meditativa" di
tipo psicoterapeutico o spirituale. Gli altri giapponesi si rivolgono alle Scuole buddhiste come "Buddhismo funerario"
per la funzione sociale a cui sono relegati molti dei monaci buddhisti, coinvolti al solo scopo di celebrare quel genere di
funzioni religiose.
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