PetriPaselli – Scimmia meccanica Il 31 di dicembre a Bologna

PetriPaselli – Scimmia meccanica
Il 31 di dicembre a Bologna brucia un Vecchione veramente unico nel suo genere:
un’enorme “Scimmia Meccanica”, fedelissima riproduzione di uno delle migliaia di
giocattoli della collezione PetriPaselli, collezione che è tema, origine e base della
poetica di questi due straordinari artisti che a Bologna nascono (in provincia),
vivono (in periferia) e lavorano (un po’ dappertutto).
Raccontare il lavoro di PetriPaselli non è facile. Bisognerebbe partire dalla loro
infanzia e dalle case di allora, passare alle loro case di oggi, guardare le migliaia di
oggetti che circondano la loro vita, leggere i loro testi, vederli giocare con i loro
figli, parlare con loro almeno un pomeriggio intero; allora, solo allora, si può
cominciare vagamente a capire l’incredibile percorso della loro arte fatta di ricordi,
di memoria, di ironia, di gioco, di ripetizioni e ossessioni, di uguaglianze e
differenze.
Cominciamo lasciando la parola agli artisti stessi per raccontarci questo
particolarissimo, gigantesco, un po’ inquietante ma sicuramente ironico e divertente
Vecchione 2012-2013:
“Scimmia meccanica è la riproduzione fuori scala del classico giochino a molla della
scimmietta ammaestrata da caricare e lasciare correre sul tappeto. Punto di
partenza è stato un vecchio giochino a carica, quello rappresentato, appartenente
alla collezione PetriPaselli, tassello della nostra formazione e della nostra memoria
d’infanzia. La scimmia PetriPaselli ha esaurito la sua carica in piazza Maggiore. Con
l’enorme chiavetta immobile dietro alla schiena, rimane in attesa sul bordo del
“tappeto” di Bologna, il “crescentone”. Nella sua immobilità e grandezza diventa
simbolo di un’era fortemente automatizzata e robotizzata. La scimmia da circo
ammaestrata rappresenta l'uomo vittima delle sue convenzioni, incapace di
azionarsi autonomamente. Con lei, simbolo demoniaco e oscuro secondo i bestiari
medievali, bruciano gli automatismi, l'abitudine a dare tutto per scontato, ad essere
caricati dall'esterno e manipolati".
“Scimmia Meccanica” fa parte di quella lunga linea di ricerca artistica e personale
che percorre orizzontalmente tutta la carriera di PetriPaselli e che risponde al nome
– e soprattutto al concetto – di Amici d’Infanzia; un vero e proprio progetto di
catalogazione per tipologie sia omogenee che eterogenee che raccoglie i giocattoli
collezionati dai due artisti nel corso della loro vita, rendendoli ogni volta “nuovi”
attraverso il loro ricordo e la loro “reinterpretazione”. Così, “PetriPaselli cambiano il
destino di questi giochi; non li buttano, non li chiudono in mansarda, non li
dimenticano ma li glorificano, come gli eroi di un tempo che oggi meritano un
riconoscimento. Li immortalano e, prendendone distanza, li celebrano” (testo dal
sito www.petripaselli.com).
PetriPaselli, con Amici d’Infanzia hanno vinto il Premio iceberg nel 2007; con
Amici d’Infanzia hanno allestito due personali; con Amici d’Infanzia hanno
ispirato la regista Ida Strizzi a creare un breve spettacolo-performance già più volte
rappresentato in musei, gallerie e teatri; con Amici d’Infanzia reiterano e
rinnovano continuamente la loro fraterna amicizia che coinvolge i loro familiari fino
alla 5° generazione, il pubblico che visita le loro mostre e finanche i loro curatori;
con Amici d’Infanzia PetriPaselli fanno Arte.
Da tutto ciò nasce la “Scimmia meccanica” che porta addosso la responsabilità di
rappresentare le migliaia di Amici d’Infanzia di PetriPaselli, e le migliaia di ricordi
che si portano dietro.
E sono proprio loro che ci inquietano e allo stesso tempo ci attraggono, i ricordi, che
sono esattamente come un fuoco che ci arde dentro: a volte brucia a volte riscalda.
PetriPaselli per la prima volta sono disposti a bruciare un ricordo, cosa che non
farebbero mai, ma nel contempo quel ricordo lo donano a noi che assistiamo al
Vecchione che brucia in Piazza, e che ci riscalderemo a ripensarlo negli anni. Loro,
PetriPaselli, il loro ricordo, tanto, non distruggeranno mai, fuoco o non fuoco; è già
stato recuperato, rigenerato, ricollocato e ricomparirà dove meno ci aspettiamo.
Simona Pinelli
Simona Pinalli, fondatrice e titolare di ComunicaMente, piccola società attiva nella
promozione della cultura dal 2006, è curatrice indipendente, fin dagli anni ’90, di
mostre sul territorio del bolognese oltre a promuovere artisti emergenti del
territorio. Tra le mostre che ha curato si segnalano le personali Queen di
barbarauccelli, Io so chi sono di Nino Bandiera, Amici d’Infanzia (in doppia curatela)
di PetriPaselli, Urban Legend di Grelo, le performance Post.it e Postal Bejing di
barbarauccelli. Ha collaborato alle mostre collettive Unicef ChiAma Arte per Unicef,
Arte generosa per AIRC e Do ut do per la Fondazione Hospice Seragnoli e ai premi
Opera per l’Opera (BolognaFiere e Teatro Comunale ) e Premio Samp. Ha promosso
e promuove artisti tra cui Giovanni Bellavia, i Dummies, Orazio Galloni, Roberta
Dallara, Daniele Duranti, barbarauccelli e, naturalmente, PetriPaselli. Collabora con
musei, gallerie d’arte e collezioni private, è autrice di numerosi testi per cataloghi,
saggi e articoli sul panorama dell’arte contemporanea a Bologna, e si occupa con
passione anche di didattica dell’arte, materia in cui si è laureata all’Università.
Canta con il gruppo funky-rock Groovecafè con il quale gira tra Emilia, Toscana e
Veneto.