Il vostro spazio Frammenti di crisalide A mio fratello Tu che hai lottato nella sfera di vetro da quando i tuoi occhi s’aprirono al mondo, tra le mani del Dio ed il pianto materno in un muto vagito che la speranza trattenne. Sei cresciuto spartano come la pietra piú dura che hai saputo artefare ai fianchi dell’Arno ed hai sempre lottato, sofferto e taciuto, cercando un amico una carezza sincera, una gioia mondana che riempisse il tuo cuore, quel cuore che dava ed apriva la porta ad ogni passante, ad ogni sorriso, quel cuore gitano che crebbe veloce nel tuo petto stanco per una colpa antica. perduti in uno specchio un ideogramma sboccia in una pagina di neve dice d’altre vite spese per un raccolto .....Amore Massimo Vannini pronuncia la parola un nembo di rugiada dissolto in una vastità di cielo «Dodecaedro con piramidi» Il solido, realizzato in rame, presenta dodici facce, sulle quali sono state costruite dodici piramidi. risolto da ogni vincolo di terra in ogni seme che si spezza gravida luce Nella cosmologia di Platone, il dodecaedro simboleggiava l’intero universo. Le piramidi costruite sul dodecaedro sono la prosecu- sente approssimarsi la fertile potenza dell’aurora. zione creativa dell’uomo rispetto all’universo che il Divino gli pone come in sé concluso. Mario La Floresta Raffaele Sganga Non temere, mia vita, La conquista il tuo futuro, qualche dio mosso a compassione ti avvolgerà di celeste calore. Nuovi fiori da te sbocceranno e tutto ciò che nel tuo cuore è sacro il dio preserverà. Sii dunque lieta e nutri fiducia che per ognuno c’è misericordia. Rifuggi chi non crede nel domani, all’amore di Dio per la creatura. Volgi al cielo lo sguardo e in una stella ritroverai la forza di sperare. Alda Gallerano 10 Come massa informe nasci, che si attacca su ogni cosa. Un osso duro sei: per staccarti si usano lame d’acciaio, ma tu opponi sempre una valida resistenza a coloro che cercano di darti forma. Ribelle sei per natura. I fornai si svegliano la notte per poterti lavorare. Sei esistito da sempre e fatica si fa a conquistarti ogni giorno, bramato pane quotidiano. L’Archetipo – settembre 2007 Leonardo Riccioli Cara ultima luce, caro terroso respiro degli alberi, colonne erette al buio, che si posa! Caro volo d’uccelli, cari ultimi canti! Come l’anima insegue voi, come mi prende nostalgia del Cosmo! Lirica e dipinto di M. Letizia Mancino È il quoziente di differenza cromosomica che, secondo gli scienziati darwinisti, impedisce alla scimmia piú evoluta, il bonobo del Congo, di compiere il salto ontologico sovrannaturale per diventare creatura umana. Quella percentuale costituisce uno sbarramento genetico (o gerarchico?) affinché il processo di trasformazione non avvenga. E la scimmia, come ogni animale ligio al codice naturale, quel salto non può e non vuole compierlo. Ma l’uomo, al contrario, è sottratto a ogni limitazione biologica e morale. E da come si comporta ultimamente, pare che un bel salto all’indietro voglia proprio farlo. Mortale, naturalmente. Fine agosto Questa notte, fine agosto, qui, non lontano dal mare, l’aria è tiepida e dolce, ricca di aromi di fiori, profumo di Mediterraneo ondeggiante sul canto armonioso dei grilli, le fronde del salice piangente accarezzate appena dal vento, sogna la matura estate sotto la liquida luce della luna piena. Carla Riciputi Il bonobo africano, allegro e conciliante, è una scimmia alla mano: benché saldo e prestante rifugge dagli scontri, scarica le tensioni in amorosi incontri. Alieno da passioni, dotato di pazienza, potrebbe dar lezioni di rara convivenza ed eque soluzioni all’uomo bellicoso che risolve sparando qualunque contenzioso. Si va delineando uno scambio genetico: il primate sapiente e tuttavia bisbetico si conferma demente se rovina la Terra praticando la guerra. Prenda allora a modello il suo quasi-fratello! Egidio Salimbeni L’Archetipo – settembre 2007 11