L`Archetipo - Settembre 2007

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Il vostro spazio
Frammenti di crisalide
A mio fratello
Tu che hai lottato
nella sfera di vetro
da quando i tuoi occhi
s’aprirono al mondo,
tra le mani del Dio
ed il pianto materno
in un muto vagito
che la speranza trattenne.
Sei cresciuto spartano
come la pietra piú dura
che hai saputo artefare
ai fianchi dell’Arno
ed hai sempre lottato,
sofferto e taciuto,
cercando un amico
una carezza sincera,
una gioia mondana
che riempisse il tuo cuore,
quel cuore che dava
ed apriva la porta
ad ogni passante,
ad ogni sorriso,
quel cuore gitano
che crebbe veloce
nel tuo petto stanco
per una colpa antica.
perduti
in uno specchio
un ideogramma
sboccia
in una pagina di neve
dice
d’altre vite spese
per un raccolto
.....Amore
Massimo Vannini
pronuncia
la parola
un nembo di rugiada
dissolto
in una vastità di cielo
«Dodecaedro con piramidi»
Il solido, realizzato in rame,
presenta dodici facce, sulle quali
sono state costruite dodici piramidi.
risolto
da ogni vincolo
di terra
in ogni seme che si spezza
gravida luce
Nella cosmologia di Platone, il
dodecaedro simboleggiava l’intero
universo. Le piramidi costruite
sul dodecaedro sono la prosecu-
sente approssimarsi
la fertile potenza
dell’aurora.
zione creativa dell’uomo rispetto
all’universo che il Divino gli pone
come in sé concluso.
Mario La Floresta
Raffaele Sganga
Non temere, mia vita,
La conquista
il tuo futuro,
qualche dio mosso a compassione
ti avvolgerà di celeste calore.
Nuovi fiori da te sbocceranno
e tutto ciò che nel tuo cuore è sacro
il dio preserverà.
Sii dunque lieta e nutri fiducia
che per ognuno c’è misericordia.
Rifuggi chi non crede nel domani,
all’amore di Dio per la creatura.
Volgi al cielo lo sguardo
e in una stella
ritroverai la forza di sperare.
Alda Gallerano
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Come massa informe
nasci,
che si attacca su ogni cosa.
Un osso duro sei:
per staccarti
si usano lame d’acciaio,
ma tu opponi sempre
una valida resistenza
a coloro che cercano
di darti forma.
Ribelle sei per natura.
I fornai
si svegliano la notte
per poterti lavorare.
Sei esistito da sempre
e fatica si fa
a conquistarti ogni giorno,
bramato
pane quotidiano.
L’Archetipo – settembre 2007
Leonardo Riccioli
Cara ultima luce,
caro terroso
respiro degli alberi,
colonne erette
al buio,
che si posa!
Caro volo
d’uccelli,
cari ultimi
canti!
Come l’anima
insegue voi, come mi prende
nostalgia
del Cosmo!
Lirica e dipinto di M. Letizia Mancino
È il quoziente di differenza cromosomica che,
secondo gli scienziati darwinisti, impedisce alla scimmia piú
evoluta, il bonobo del Congo, di compiere il salto ontologico
sovrannaturale per diventare creatura umana. Quella percentuale costituisce uno sbarramento genetico (o gerarchico?)
affinché il processo di trasformazione non avvenga. E la scimmia, come ogni animale ligio al codice naturale, quel salto
non può e non vuole compierlo. Ma l’uomo, al contrario, è
sottratto a ogni limitazione biologica e morale. E da come si
comporta ultimamente, pare che un bel salto all’indietro
voglia proprio farlo. Mortale, naturalmente.
Fine agosto
Questa notte, fine agosto,
qui, non lontano dal mare,
l’aria è tiepida e dolce,
ricca di aromi di fiori,
profumo di Mediterraneo
ondeggiante sul canto
armonioso dei grilli,
le fronde del salice piangente
accarezzate appena dal vento,
sogna la matura estate
sotto la liquida luce
della luna piena.
Carla Riciputi
Il bonobo africano,
allegro e conciliante,
è una scimmia alla mano:
benché saldo e prestante
rifugge dagli scontri,
scarica le tensioni
in amorosi incontri.
Alieno da passioni,
dotato di pazienza,
potrebbe dar lezioni
di rara convivenza
ed eque soluzioni
all’uomo bellicoso
che risolve sparando
qualunque contenzioso.
Si va delineando
uno scambio genetico:
il primate sapiente
e tuttavia bisbetico
si conferma demente
se rovina la Terra
praticando la guerra.
Prenda allora a modello
il suo quasi-fratello!
Egidio Salimbeni
L’Archetipo – settembre 2007
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