Aspetti epidemiologici Infezioni da Hpv nel mondo L`infezione da

Focus in Infettivologia … e non solo
Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio
14 Marzo 2015
ANDAMENTO DELLA
COPERTURA VACCINALE
ANTIHPV IN LOMBARDIA E
NELL’ASL VARESE
Franca Sambo, Marcella Nieri
UOC Prevenzione e Promozione della salute nelle
Dipartimento di Prevenzione Medico Comunità
Direzione Sanitaria
ASL Varese
Il Virus del Papilloma Umano
• Piccolo virus con DNA a
doppia elica della famiglia
Papovaviridae
• Esistono oltre 100 tipi di
HPV
• Oltre 30 tipi infettano l’area
genitale e di essi circa 13
sono definiti ad alto rischio
oncogeno
• Nelle casistiche italiane, il
tipo di virus più frequente è
il 16, pari al 30% circa di
tutte le infezioni
Come si trasmette HPV
• L’infezione di questo virus è molto frequente e sia uomini sia
donne si possono infettare più volte nel corso della vita. E’ la più
comune delle infezioni a trasmissione sessuale
• Il 50-80% dei soggetti sessualmente attivi si infetta nel corso della
vita con un virus HPV e fino al 50% si infetta con un tipo
oncogeno
• La trasmissione del virus avviene per via sessuale e per contatto
• Il virus è dotato di un’elevata trasmissibilità con un picco di
incidenza subito dopo l’inizio dell’attività sessuale
• Nel 90% dei casi le infezioni da HPV regrediscono senza lasciare
conseguenze; nella restante porzione di casi evolve verso la genesi
di lesioni precancerose e cancerose
Il carcinoma è un esito raro di una
infezione comune
Per ogni milione di donne infettate con un qualunque
tipo di HPV:
•100.000 svilupperanno un’anomalia citologica
cervicale
•8.000 svilupperanno un CIN III (ca in situ)
•1.600 svilupperanno un carcinoma della cervice
Come può evolvere un’infezione da HPV?
STORIA NATURALE E ASPETTI BIOLOGICI DEL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
• L’infezione virale presenta un picco intorno ai 20 anni, in
coincidenza con l’inizio dell’attività sessuale. Il picco delle
lesioni preinvasive si manifesta prevalentemente 10 anni
più tardi e quello del carcinoma invasivo tra i 40 e i 50
anni
Cuzick,99
HPV e neoplasie
È riconosciuto che il papillomavirus causa
•99% dei tumori della cervice uterina
• 90% dei tumori anali
• 40% dei tumori dei genitali essterni (vulva, vagina e pene),
• 3% dei tumori del cavo orale
Nei paesi in via di sviluppo
Il cancro della cervice uterina rappresenta la
prima causa di morte per tumore
Nei paesi industrializzati
Il cancro della cervice uterina rappresenta la
seconda causa di morte per tumore
HPV e neoplasie
patologie
tassi di incidenza
% attribuibile all’HPV
―――――――――――――――――――――――――――――――――――――――――
Ca. cervice
10/100.000
100%
(70% HPV 16,18)
Ca. pene
<1/100.000
40%
(63% HPV 16,18)
Ca. vulva
0,5-1,5/100.000
40%
(80% HPV 16,18)
Ca. vagina
0,3-0,7/100.000
40%
(80% HPV 16,18)
Ca. ano
<1/100.000
90%
(92% HPV 16,18)
Ca. bocca
10/100.000
3%
(95% HPV 16,18)
Ca. oro-faringe
10/100.000
12%
(89% HPV 16,18)
Condilomi ano-genitali
100%
(100% HPV 6,11)
Papillomatosi respiratoria
giovanile ricorrente
100%
(100% HPV 6,11)
Il carcinoma della cervice uterina in Italia
•
•
•
•
Nei Paesi industrializzati, il carcinoma della cervice è la seconda forma
tumorale più diffusa tra le donne al di sotto dei 50 anni
In Italia, il cervico carcinoma presenta un’incidenza di circa 3000 - 3500 nuovi
casi l’anno, al quinto posto come causa di tumore nella donna
Tasso di incidenza : 11,6/100.000 donne
Mortalità: 1000 - 1200 decessi l’anno
– I valori di mortalità italiani sono poco chiari, per il fatto che le
statistiche di mortalità ufficiali non permettono di distinguere fra
tumore del collo e del corpo dell’utero
•
•
Tasso di mortalità: 4,2/100.000 donne
L’ incremento del ricorso al Pap-test come esame di screening ha permesso,
negli ultimi anni, una notevole diminuzione della mortalità da carcinoma del
collo dell’utero
Infezione da HPV e carcinoma della cervice uterina
Cofattori nella carcinogenesi cervicale:
• fumo di sigaretta ( >2 volte),
• uso prolungato di contraccettivi orali (>2 volte),
• familiarità (madre o sorella) (>2-3 volte),
• gravidanze multiple,
• immunodepressione (HIV),
• infezione da Clamydia,
• donne la cui madre assunse dietilstilbestrolo per
prevenire l’aborto
ETA’
2005
2006
2007
2008
20-24
0
0
0
0
25-29
0
0
0
0
30-34
0
0
0
0
35-39
0
0
0
0
40-44
0
1
1
1
45-49
1
1
0
1
50-54
0
0
0
0
55-59
0
0
0
0
60-64
1
0
4
0
65-69
0
0
1
0
70-74
0
1
0
0
75-79
1
0
0
0
80-84
0
1
0
0
85-89
0
1
1
2
> 90
0
0
0
0
3
5
7
4
Totale
Mortalità per
carcinoma della
cervice uterina nella
popolazione dell’ASL
della Provincia di
Varese
Anni 2005-06-07-08
Numero decessi
(ICD9 180)
Tumore collo
utero
Dati forniti dal Servizio
Osservatorio Epidemiologico
Quali sono i tipi di HPV più frequentemente coinvolti
nel carcinoma
Possiamo prevenire l’infezione?
Vaccino quadrivalente attivo contro
HPV 18
HPV 16
HPV 11
HPV 6
Vaccino bivalente attivo contro
HPV 18
HPV 16
Entrambi i vaccini garantiscono:
• Un’efficacia del 90-96% nel prevenire le lesioni precancerose date da HPV 16-18
• Una protezione che dura almeno 6 anni dal completamento del ciclo vaccinale
• Una potenziale copertura crociata nei confronti di altri ceppi
I vaccini a nostra disposizione
• I vaccini anti-HPV non hanno effetto terapeutico, né modificano in
alcun modo la storia naturale di una infezione pre-esistente
• La presenza di infezione da HPV non modifica la frequenza di eventi
avversi a vaccino
• Né il pap-test, né il test per la ricerca del HPV DNA sono pre-requisiti
per l’esecuzione della vaccinazione
• Non vi sono dati circa l’impiego in soggetti con una risposta
immunitaria ridotta
• Il pap-test deve essere regolarmente eseguito
Ma i vaccini sono sicuri?
• Entrambi i vaccini si sono dimostrati sicuri e ben tollerati
• Sono stati evidenziati disturbi in sede di iniezione
dolore
arrossamento locale
gonfiore locale
• Gli effetti sistemici verificatisi durante le fasi di studio
non presentano differenze tra gruppo vaccino e gruppo
placebo
• I vaccini non sono indicati in gravidanza anche se non
sono state osservate differenze nei gruppi
placebo/vaccino
Organizzazione offerta vaccinale alle 12enni
offerta attiva e gratuita, a partire dalla coorte nate dal 1.1.1997 al
31.12.1997, con chiamata nel corso dell’anno solare 2008; nel 2009 è
stata invitata la coorte 1998, nel 2010 la coorte 1999, ecc. Nel 2014
abbiamo invitato la coorte 2003.
organizzazione: presso gli ambulatori territoriali per garantire la
presenza di personale (AS, IP, Ostetriche) formato per il counselling pree post vaccinale;
formazione, a cura della Regione Lombardia rivolta a operatori delle
ASL, delle strutture ospedaliere e medici di assistenza primaria
materiale informativo uniforme sul territorio regionale
Organizzazione offerta vaccinale alle 12enni
nell’ottica di una strategia complessiva

sostenere l’adesione della madre al Pap test;

evidenziare che anche in caso di vaccinazione, è
necessario sottoporsi alla screening per il carcinoma della cervice
uterina una volta raggiunti i 25 aa

valorizzare la risorsa offerta dalla rete consultoriale, in
particolare per raggiungere le categorie sociali che con difficoltà si
accostano ai servizi di prevenzione

intraprendere azioni a favore dell’adesione ai test di
screening dei tumori femminili – Pap test e mammografia.
www.asl.varese.it
PREVENZIONE DEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO
Il papilloma virus umano (HPV) è il virus responsabile del tumore del collo dell’utero
Conosciamo piu’ di cento tipi di H.P.V. Possono provocare lesioni
alla cute o alle mucose. I tipi responsabili delle infezioni genitali
si distinguono in virus a basso rischio e virus ad alto rischio.
I virus ad alto rischio oncogeno sono di 13 tipi e sono responsabili
del tumore del collo dell’utero. L’infezione è frequente soprattutto
nelle donne giovani in quanto l’80% della popolazione sessualmente
attiva contrae il virus HPV almeno una volta nella vita.
La grande maggioranza delle infezioni scompare spontaneamente
entro 2 anni (80% dei casi), senza causare alcuna alterazione.
In una minoranza di casi provoca delle lesioni a livello del collo
dell’utero. La maggior parte delle lesioni guariscono spontaneamente
ma alcune, se non curate, progrediscono lentamente verso forme tumorali.
Non esiste una cura per l’infezione virale; si possono invece asportare le lesioni, generalmente in
anestesia locale ambulatoriamente.
LE STRATEGIE PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO SONO:
1) LA VACCINAZIONE CONTRO PAPILLOMA VIRUS UMANO (HPV)
Protegge dall’infezione dei tipi virali ad alto rischio (tipi 16 e 18) responsabili del 70% dei tumori del
collo dell’utero.
Il vaccino può previene ma non curare il tumore.
Il pap-test deve essere comunque eseguito secondo i programmi di screening ogni 3 anni a partire
dai 25 anni d’età.
2) IL PAP-TEST
Che cos’è il Pap-test?
Il Pap-test è un test di screening utilizzato per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori del
collo dell’utero. Con questo
test si possono identificare sia i tumori, sia le lesioni benigne del collo dell’utero che nel tempo
possono trasformarsi in un
tumore maligno. La cura delle lesioni elimina il problema ancor prima che si sviluppi.
Come si fa il pap-test?
L’Ostetrica o il Ginecologo si prelevano alcune cellule dalla superficie esterna del collo dell’utero.
Le cellule vengono successivamente analizzate in laboratorio. L’esame è innocuo e indolore.
Chi deve fare il Pap-test?
Il Pap-test è consigliato a tutte le donne a partire dai 25 anni di età e comunque a tutte coloro che
hanno iniziato un’attività sessuale, indipendentemente dall’età.
Quando si deve fare?
E’ opportuno eseguire il test almeno ogni 3 anni, anche in assenza di sintomi.
Norme per l’esecuzione del Pap-test
Il Pap-test va eseguito in assenza di perdite e/o processi infiammatori che potrebbero alterarne il
risultato; è necessario che nelle 48 ore che precedono l’esame non si faccia uso di ovuli o
candelette, né si pratichino lavande vaginali interne; è inoltre consigliabile astenersi da rapporti
sessuali.
Dove si può effettuare il Pap-test?
Il Pap-test può essere effettuato presso i Consultori Familiari in forma gratuita ogni 3 anni dai 25 ai
64 anni.
L’esito del Pap-test
Se il Pap-test risulta normale (assenza di lesioni pre-tumorali), non si deve fare ulteriore
accertamento e la donna dovrà ripeterlo dopo tre anni. Se il Pap-test risulta positivo perché si
evidenziano delle anomalie cellulari è necessario eseguire ulteriori approfondimenti diagnostici.
Si può guarire dal tumore del collo dell’utero?
La diagnosi precoce di un tumore effettuata con il Pap-test consente, con interventi poco invasivi (il
più delle volte ambulatoriali), di ottenere nella maggior parte dei casi la guarigione completa.
CONSULTORI FAMILIARI
Attività di consulenza e assistenza con psicologo, assistente sociale,
ginecologo, ostetrica, assistente sanitaria, infermiere.
Consulenze e visite per:
•Contraccezione e sessualità:
• educazione sessuale
• visita ginecologica
• informazioni per la scelta del metodo contraccettivo
• consulenza per problematiche legate alla
sfera sessuale
•Gravidanza e puerperio:
• controllo ostetrico ginecologico periodico
• corsi di preparazione alla nascita
• assistenza al puerperio
• sostegno all’allattamento al seno
• gruppi dopo parto per mamme e bebè
• consulenza neonatale e svezzamento
• accoglienza e consulenza psicologica e sociale per mamme in
difficoltà
•Sterilità:
• informazione, consulenza, invio a centri specialistici
•Interruzione volontaria di gravidanza:
• visita ginecologica e certificazione
• sostegno psico-sociale pre e post i.v.g.
• controllo medico post i.v.g.
• procedure sanitarie e psico-sociali per le ragazze di età inferiore a
18 anni
•Consultorio adolescenti:
•spazio dedicato a ragazze e ragazzi dai 14 ai 21 anni sugli aspetti
relativi a sessualità, affettività, contraccezione, relazioni
interpersonali: consulenze, informazioni, visite (vedi locandina sotto
“Riesci a sentirmi”)
•Consulenza psicologica e/o sociale per il benessere
dell’individuo:
•colloqui individuali, familiari e di coppia
•psicoterapie brevi individuali, familiari e di coppia
•Prevenzione e diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero:
•pap-test
•Menopausa:
•informazioni, consulenza, visita ginecologica
•incontri di gruppo informativi e/o di sostegno
•Diritto di famiglia:
•consulenza e sostegno psico-sociale in merito a:
•diritto di famiglia
•separazione e divorzio
•Adozione:
•consulenza sulla legislazione vigente e sull’iter adottivo
•formazione alle coppie/famiglie disponibili all’adozione
•indagine psico-sociale e sostegno alle coppie
•sostegno psico-sociale nell’anno di affido pre-adottivo e ad
adozione avvenuta
•Affido:
•Informazioni, valutazione delle famiglie interessate all’affido
CENTRO MTS (prevenzione delle Malattie a Trasmissione Sessuale)
Il Centro MTS si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie trasmissibili sessualmente. E’ inserito fra i Servizi di Counselling
Telefonico Re.Te. AIDS del Ministero della Salute.
Presso l’ambulatorio del Centro MTS è possibile effettuare colloquio e visita medica con il Medico specialista Infettivologo, si eseguono i prelievi per il
test HIV e la diagnosi delle MTS e si forniscono indicazioni circa la terapia specifica da assumere.
L’ambulatorio del Centro MTS, sito in Via O. Rossi 9 – Varese è aperto:
Lunedì 14.00 - 17.00
Martedì 9.00 - 11.00
Giovedì 14.00 - 17.00
Si accede solo su appuntamento, chiamando il
Numero verde 800.012.080
Attivo da lunedì a venerdì 09.00 - 12.00
Non è necessaria la prescrizione medica; le prestazioni del Centro MTS sono gratuite ed in anonimato.
La confidenzialità e la riservatezza delle informazioni raccolte e degli esami svolti sono assolutamente garantite.
E’ possibile effettuare visite e test HIV anche presso:
Clinica Malattie Infettive e Tropicali
Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi
di Varese
Viale Borri, 57 a Varese - Tel. 0332 393084
Apertura ambulatorio: venerdì dalle ore 14.00 alle ore 16.00, si
riceve su appuntamento. Con prescrizione medica o a pagamento
(senza prescrizione medica)
Le sedi del Ser.T (Servizio Tossicodipendenze) dell’ASL di Varese:
ARCISATE
Via Matteotti, 20/22
tel. 0332/476339
BUSTO ARSIZIO
Via Novara, 48
tel. 0331/353759
CITTIGLIO
Via Marconi, 40
tel. 0332/604675
GALLARATE
Via Cavallotti, 21
tel. 0331/777895
SARONNO
Via Varese, 196
tel. 02/9626478-445
TRADATE
Via M.Nevoso, snc
tel. 0331/811524
VARESE
Via O. Rossi, 9
tel. 0332/277410
Gli orari di accesso coincidono con l’orario di apertura dei diversi Ser.T.
Non è necessaria la prescrizione medica, sono garantiti anonimato e gratuità.
CONSULTORI FAMILIARI
Arcisate - via Matteotti, n. 20
Tel.0332 476337
Busto Arsizio – v.le Stelvio n.3
Tel. 0331 684362
Cardano a.C. - via De Amicis n° 7
Tel. 0331 258136
Cassano M. - via Buttafava n° 15
Tel. 0331 718311
Comerio - via Stazione n° 6
Tel. 0332 745687
Fagnano O. - p.zza Gramsci 1
Tel. 0331 611094
La ROSOLIA, se contratta in gravidanza, può provocare danni irreparabili al
feto. Se non sei già protetta, la vaccinazione preventiva è il mezzo più
efficace per salvare una vita futura.
Unità Operativa Malattie Infettive
Ospedale di Circolo di Busto Arsizio
P. le Solaro, 3 a Busto Arsizio - Tel. 0331 699269
Apertura ambulatorio: mercoledì dalle ore 14.00
alle ore 16.00, si
riceve senza appuntamento.
Non è necessaria la prescrizione medica, vengono garantiti gratuità e
anonimato
Gallarate - via Volta n. 19
Tel. 0331 718311
Gazzada - via Roma n. 18
Tel. 0332 877023
Laveno M. - via Ceretti n. 8
Tel. 0332 625329
Lonate P. - via Cavour n° 21
Tel. 0331 300024
Luino - via XXV Aprile n. 31
Tel. 0332 277850
Malnate – p.zza Libertà n. 1
Tel. 0332 277840
Saronno - via Tommaseo n.14
Tel. 02 9620326
Sesto C. - via Montrucco 10
Tel. 0331 923619
Somma L. - via Cavour n° 2
Tel. 0331 258136
Tradate - via Gradisca n. 16
Tel. 0331 815142
Varese - via O. Rossi n° 9
Tel. 0332 277 493
Vaccinazione al di fuori dell’età target:
coerenza tra obiettivi e strumenti
La vaccinazione anti-HPV fuori target :
•
Può essere acquistata in farmacia e somministrata dal medico di fiducia
•
Secondo la DGR n.10804 del 16/12/2009”DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLA
GESTIONE DEL SERVIZIO SOCIO SANITARIO REGIONALE PER L'ESERCIZIO
2010” a partire dal 1° gennaio 2010 può essere effettuata presso le
strutture sanitarie accreditate e a contratto per prestazioni di assistenza
specialistica ambulatoriale, con oneri a carico del richiedente, nei
confronti di persone di sesso femminile dai 13aa e sino ai limiti di età
previsti dalla registrazione EMEA, a condizione che :
- si tratti di persone iscritte al SSR ed in possesso della CRS-SISS
- venga effettuata valutazione anamnestica, con particolare riguardo ad
eventuali pregresse infezioni (nel qual caso il vaccino risulta di efficacia
notevolmente ridotta) o controindicazioni;
- sia condotto un adeguato counselling per la raccolta del consenso
informato;
- siano registrate le somministrazioni tramite SISS ovvero data
comunicazione alla ASL di residenza, delle date delle somministrazioni e
del lotto del vaccino
E’ comunque necessario approfondire la conoscenza epidemiologica
sulla circolazione nelle popolazioni a maggior rischio :
• La DGR 6683/08 prevede che sia condotto un “…approfondimento
dei dati sulla circolazione dell’infezione da HPV…con l’assegnazione
all’AO Sacco del coordinamento di un progetto di ricerca specifico che
coinvolga la Fondazione Policlinico, Mangiagalli …l’AO di Brescia e la
Sezione di Virologia dell’Università di Milano…” per evidenziare
eventuale “rimpiazzo”
• il Programma deliberato prevede che si utilizzi l’HPV-test “definendo
protocolli specifici e relativi ambiti……in collaborazione con l’ONS di
Firenze”
• Per l’anno 2015: attivazione, secondo le indicazioni regionali,
del percorso per lo screening della cervice uterina mediante
test HPV DNA per le donne 30-64.
Vaccinazione anti-HPV: i motivi della non
vaccinazione in Italia
Indagine condotta nell’ambito del progetto Valore, (VAlutazione LOcale
e REgionale delle campagne di vaccinazione contro l’HPV) tra le
famiglie delle ragazze non vaccinate per comprendere i motivi di
mancata vaccinazione.
Ostacoli più frequenti alla vaccinazione anti-HPV:
1.
2.
3.
4.
la paura degli eventi avversi (riportato dall’80% delle famiglie),
la scarsa fiducia in questo vaccino, considerato “nuovo” rispetto
alle altre vaccinazioni del calendario (76%),
la discordanza tra le informazioni sulla vaccinazione contro l’HPV
ricevute da diversi professionisti sanitari consultati (65%),
la scarsa informazione relativa a questa vaccinazione (54%).
Inoltre i risultati di questo studio evidenziano che:
- solo il 35% delle famiglie si sente sufficientemente
informato su infezione da HPV e vaccinazione contro l’HPV;
- circa il 20% delle famiglie non si è rivolto ad alcun operatore
sanitario;
- tra chi si è rivolto ad operatori sanitari, soltanto il 31% ha
ricevuto un parere favorevole sulla vaccinazione;
- solo il 40% considera le informazioni ricevute dagli operatori
sanitari adeguate per prendere una decisione in merito alla
vaccinazione;
-solo il 34% delle famiglie rispondenti considera la propria
figlia a rischio di contrarre l’infezione da HPV.
Conclusioni dello Studio Valore:
La popolazione consultata sembra essere una popolazione confusa
e poco informata, che non si sente padrona di nozioni e
informazioni adeguate per poter prendere una decisione sulla
vaccinazione contro l’HPV. In una popolazione che considera gli
operatori sanitari tra le fonti più affidabili per ottenere informazioni
sulla vaccinazione contro l’HPV, è presumibile che il parere spesso
discordante degli operatori sanitari consultati abbia avuto un peso
importante sulla decisione di non aderire al programma vaccinale.
Per il ruolo fondamentale nel processo decisionale è importante
investire sulla formazione degli operatori sanitari, includendo gli
aspetti relativi alla comunicazione, affinché i genitori ricevano
informazioni esaustive, chiare, trasparenti e omogenee.
Le coperture vaccinali
in Italia, Lombardia e
ASL Varese
COORTE DI
NASCITA
% femmine vaccinate con almeno
una dose
ASL VARESE LOMBARDIA
ITALIA
% femmine vaccinate con
ciclo completo
ASL VARESE LOMBARDIA
ITALIA
coorte 1997
71,4%
68,1%
74,4%
69,5%
64,7%
70,6%
coorte 1998
73,9%
71,3%
74,8%
71,9%
67,5%
70,3%
coorte 1999
76,1%
76,0%
75,3%
74,4%
75,0%
71,2%
coorte 2000
77,8%
79,2%
74,7%
75,8%
74,5%
69,7%
coorte 2001
77,9%
79,6%
72,6%
75,9%
71,7%
64,7%
coorte 2002
78,3%
62,7%
61,5%
75,0%
19,9%
29,8%
coorte 2003
70,6%
ASL -dati aggiornati al 4/03/2015
Lombardia e Italia - dati aggiornati al 30/06/2014
Regole di esercizio ASL 2014:
Vaccinazione anti HPV:
Coorte 2003:> 80% alla 1a dose
Coorte 2002: ≥ 70% alla seconda dose
Femmine residenti nate da 01/01/2001 a 31/12/2001 che al 31/12/2014
hanno ricevuto N. 2 - 3 dosi di vaccino HPV. OBIETTIVO 70%
Distretto S. S.
Residenti
2° dose HPV %
3° dose HPV %
ARCISATE
250
74,8
74,0
AZZATE
235
88,1
87,2
BUSTO ARSIZIO
359
69,4
68,5
CASTELLANZA
295
80,0
77,6
CITTIGLIO
289
69,2
68,5
GALLARATE
538
78,8
76,8
LUINO
222
71,2
69,8
SARONNO
413
76,8
76,8
SESTO CALENDE
233
78,5
75,1
SOMMA LOMBARDO
325
75,1
72,3
TRADATE
236
81,8
81,4
VARESE
506
71,7
70,9
Totale ASL
3901
75,9
74,6
Femmine residenti nate da 01/01/2002 a 31/12/2002 che al
31/12/2014 hanno ricevuto N. 1 dose di vaccino HPV. OBIETTIVO 80%
Distretto S. S.
Residenti
HPV%
ARCISATE
219
66,7
AZZATE
217
78,8
BUSTO ARSIZIO
369
79,9
CASTELLANZA
308
83,4
CITTIGLIO
338
69,8
GALLARATE
569
80,3
LUINO
217
75,6
SARONNO
373
85,3
SESTO CALENDE
218
81,2
SOMMA LOMBARDO
323
82,0
TRADATE
248
81,5
VARESE
511
71,6
Totale ASL
3910
78,1
L’Hoya carnosa
Grazie per l’attenzione!
Alcune note per modifiche strategie vaccinali (da Regole ASL 2015):
Definizione di metodologie e strategie per l’introduzione di nuovi vaccini
Negli ultimi anni la comunità medico-scientifica nazionale e internazionale ha sviluppato
competenze e standard metodologici per la valutazione di un vaccino prima e dopo la sua
introduzione. Questo approccio è dettato da convenienze di molteplice natura, che
coprono, in maniera ecologica, il campo medico, economico, politico e sociale. La situazione
attuale, infatti, si caratterizza per il contrasto tra paucità di risorse finanziare disponibili e la
significativa offerta di nuovi vaccini. Ne consegue che qualsiasi processo decisionale deve
essere caratterizzato da elementi di trasparenza, onestà e assunzione di responsabilità.
In quest’ottica Regione Lombardia, nel Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012, ha
previsto tra i suoi obiettivi la “Definizione di un modello decisionale per l’adozione/modifica
delle strategie di offerta vaccinale” in quanto, soprattutto in relazione all’introduzione di
nuovi vaccini, si pone la necessità di definire, con il contributo di rappresentanti del mondo
dell’Università e delle Società Scientifiche, criteri e metodi (epidemiologia, sicurezza, prove
di efficacia, valutazione di impatto, ecc.) sui cui si fondano le scelte sanitarie. I criteri in
questo ambito sono sviluppati attraverso un processo di condivisione che coinvolga i
rappresentanti del mondodell’Università e delle Società scientifiche e a tal fine è stata
attivata (DGR IX/4031 del 12.09.2012) una Convenzione tra la Direzione Generale Sanità di
Regione Lombardia e il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università
degli Studi di Milano per “La realizzazione di un modello decisionale per
l’adozione/modifica dell’offerta vaccinale nella Regione Lombardia”
La necessità di utilizzare metodologie riconosciute dalla comunità medico-scientifica
internazionale alla base di strategie decisionali, spesso riconducibili sotto al cappello di
attività di Health Tecnology Asssessment (HTA), è sottolineata nel Piano Nazionale
Prevenzione Vaccinale 2012-2014 che a sua volta richiama i criteri della World Health
Organization: “(…) Le decisioni in ordine agli obiettivi generali di prevenzione nel nostro
Paese vengono adottate nell’ambito del Piano Nazionale di Prevenzione approvato con
atto di intesa tra lo Stato e le Regioni e PA e periodicamente aggiornato. La scelta, in
tale sede, deriva da considerazioni di priorità relativa tra i problemi di salute prevenibili
tra i quali rientrano, a pieno titolo, anche quelle malattie suscettibili di vaccinazione
per le quali esiste un vaccino che rispetta i criteri generali per la sua introduzione nelle
strategie di prevenzione. A tal fine gli organi tecnici incaricati dal Ministero della Salute
e dalle Regioni effettuano il reperimento e l’analisi delle informazioni necessarie a
completare le valutazioni indicate negli 8 punti del metodo operativo sopra descritto
verificando l’attendibilità e l’indipendenza delle fonti utilizzate. L’istruttoria si conclude
con la proposta di un giudizio finale che viene sottoposto all’esame del Coordinamento
Interregionale della prevenzione e del Ministero della Salute.”