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INDICE
1. Comunicato stampa – Policlinico “A. Gemelli”: al via la Campagna
“Pronto a chiamare? Il Numero Verde dedicato al tumore del colon-retto”
pag. 3
2. Tumore del colon-retto: epidemiologia, fattori di rischio e diagnosi
precoce di un fenomeno in aumento
pag. 5
3. Chirurgia laparoscopica: un percorso di trattamento valido
per il tumore del colon-retto
pag. 7
4. L’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva del Policlinico Universitario
“A. Gemelli”: un primato italiano
pag. 9
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1. COMUNICATO STAMPA
POLICLINICO A. GEMELLI - AL VIA LA CAMPAGNA
“PRONTO A CHIAMARE? IL NUMERO VERDE DEDICATO
AL TUMORE DEL COLON-RETTO”
Chiamando il numero verde 800-101-151 sarà possibile sottoporsi a una visita con
uno specialista presso l’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva della struttura ospedaliera a
sole 48 ore dalla prenotazione telefonica
Roma, 14 giugno 2013 – Una visita specialistica presso l’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva del
Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma a sole 48 ore dalla prenotazione telefonica, chiamando il
numero verde 800-101-151. E’ questa l’opportunità che viene offerta ai cittadini, a partire da oggi, grazie
alla campagna “Pronto a chiamare? Il Numero Verde dedicato al tumore del colon-retto”, un
progetto promosso dalla struttura ospedaliera romana - con il contributo non condizionante di
Johnson&Johnson Medical S.p.A. - per arginare un’emergenza sanitaria sempre più diffusa nel nostro Paese:
il tumore del colon-retto.
Secondo i dati raccolti nel registro “I Numeri del Cancro in Italia 2012” – volume realizzato dall’ Associazione
Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM) e dall’ Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) – attualmente
in Italia vivono circa 300.000 persone alle quali è stato diagnosticato un tumore del colon-retto, patologia
che si attesta come il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana con quasi 52.000 individui
che si sono ammalati solo nel corso del 2012.
Uno scenario ancora più allarmante se analizzato alla luce del tasso di mortalità: ogni anno nel nostro Paese
sono circa 20.000 i pazienti che perdono la vita a causa della neoplasia che si colloca al secondo posto nella
mortalità per tumore.
Ad aggravare ulteriormente le prospettive future sono le previsioni formulate dagli esperti, secondo cui nei
prossimi anni si riscontrerà in Italia un netto aumento del numero di persone che contrarranno la patologia:
già a partire dal 2020, infatti, coloro che verranno colpiti dal tumore del colon-retto saranno più di 57.000
ogni anno, un significativo incremento dovuto principalmente all’aumento di alcuni fattori di rischio quali
l’invecchiamento della popolazione, le cattive abitudini alimentari e l’eccessivo consumo di alcool e tabacco.
Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e di informare la popolazione sull’importanza che
rivestono la diagnosi precoce e i percorsi terapeutici d’avanguardia, sarà possibile chiamare il numero
verde 800-101-151 per prenotare la propria visita con uno specialista dell’Unità Operativa di Chirurgia
Digestiva dell’ospedale romano, che risponderà a tutte le domande che ci si pone quando si vuole avere un
consulto specialistico di eccellenza nel caso in cui sia già stato diagnosticato il tumore del colon-retto.
“Questa campagna di prevenzione e diagnosi precoce di una grave e diffusa neoplasia bene esprime il
nostro costante impegno di essere vicini ai cittadini – afferma il Dott. Maurizio Guizzardi, Direttore del
Policlinico A. Gemelli -, dando risposte ai lori bisogni di salute e facilitando l’accesso all’ospedale che, è
giusto ricordarlo, è la più grande struttura sanitaria oncologica del Paese, con una leadership riconosciuta da
numerose rilevazioni”.
L’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva del Gemelli, con i suoi 25 posti letto che garantiscono 1.000
interventi all’anno, è un reparto specializzato in programmi di screening per individuare l’insorgere della
patologia e in percorsi terapeutici d’avanguardia per il trattamento del tumore del colon-retto.
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“Oggi, se diagnosticato in tempo, la percentuale di guarigione del tumore del colon-retto è alta”, commenta
il Prof. Sergio Alfieri, Responsabile UOS Laparoscopia in Chirurgia Digestiva Università Cattolica
del Sacro Cuore Policlinico Universitario A. Gemelli. “ Ecco il valore anche di educazione alla salute e
ai corretti stili di vita che con questa campagna - che ha una valenza anche informativa - vogliamo
raggiungere: grandi e importanti sono le novità sia nell’ambito della ricerca sia nel campo dei trattamenti per
la cura di questa neoplasia. In particolare la tecnica chirurgica, che rappresenta il trattamento di elezione, è
sempre più mini-invasiva e precisa, garantendo al paziente un minore stress operatorio e un più rapido
recupero”.
L’intervento chirurgico costituisce spesso il primo, fondamentale, passo terapeutico per la cura del tumore
del colon-retto. In particolare la chirurgia laparoscopica, per alcune forme tumorali agli stadi iniziali,
rappresenta oggi una valida opzione terapeutica in grado di garantire i principi di radicalità oncologica e di
permettere al paziente una riabilitazione più agevole che si traduce, nei centri dedicati, in minori
complicanze post-operatorie e in costi sanitari ridotti. Non ultimo i pazienti sono maggiormente soddisfatti
per le ridotte dimensioni delle cicatrici.
“Come riconosciuto anche da Sportellocancro.it, il nostro centro è quello con la maggiore casistica nazionale
e con uno dei più alti indici di complessità dei casi trattati”, conclude il Prof. Giovan Battista Doglietto,
Direttore U.O.C. Chirurgia Digestiva Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico
Universitario A. Gemelli. “La fiducia con cui i cittadini di Roma, del Lazio e di tutto il Centro Sud si
affidano alle nostre cure trova le sua ragione nella qualità globale dell’assistenza offerta dal nostro centro,
che può contare su un approccio multidisciplinare alla cura del tumore del colon retto, che integra al
massimo livello chirurgia, radioterapia e oncologia medica (chemioterapia)”.
Il programma di visite organizzato dal Policlinico Universitario “A. Gemelli” rafforza ulteriormente il ruolo
della struttura non solo nella Città di Roma, ma anche all’interno di tutto il territorio nazionale, offrendo un
valido supporto clinico a tutti gli italiani che necessitano di assistenza specifica ed efficace per il trattamento
della patologia colo-rettale.
Oltre alle ovvie prescrizioni di tipo medico, il numero verde ha anche l’obiettivo di rispondere ad una sempre
maggiore richiesta di informazioni da parte dei pazienti per un patologia, quella colo-rettale, che necessita
sempre di più di un apparato multidisciplinare complesso che vede interessati oltre il chirurgo, l’oncologo
medico, il radioterapista e l’anatomopatologo. Il numero verde ha l’obiettivo di informare, di facilitare
l’incontro del cittadino con lo specialista, di rispondere alle esigenze del paziente che ha bisogno di
riferimenti certi e competenti.
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2. Tumore del colon-retto: epidemiologia, fattori di rischio e diagnosi
precoce di un fenomeno in aumento
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Fattori di rischio
Circa l’80% dei carcinomi del colon-retto insorge a partire da lesioni precancerose – i polipi (adenomi con
componente displastica via via crescente). Gli stili di vita e la familiarità sono da tempo chiamati in causa
quali fattori di aumento del rischio di incidenza di queste lesioni. Tra i primi spiccano fattori dietetici quali il
consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati, il sovrappeso e la ridotta attività fisica, il
fumo e l’eccesso di alcol. Circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiarità
ascrivibile a suscettibilità ereditarie.
Incidenza
Il carcinoma del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza (incidenza) nella popolazione
italiana, con quasi 52.000 diagnosi stimate per il 2012: tra gli uomini si trova al terzo posto, preceduto da
quello alla prostata e da quello al polmone (14% di tutti i nuovi tumori), mentre nelle donne occupa il
secondo posto, preceduto da quello alla mammella, con il 14%. La diffusione dei fattori di rischio,
l’anticipazione diagnostica e l’aumento dell’età media della popolazione sono alla base della progressiva
crescita dell’incidenza di questo tumore negli ultimi decenni. Al netto dell’effetto età, questo tumore
conferma il trend in crescita nei maschi (solo però nelle localizzazioni coliche), mentre nelle donne appaiono
stabili sia le forme coliche che quelle rettali. L’andamento temporale per gli uomini è passato da un
+2,1%/anno degli anni ‘80-90 a +0,7%/anno dell’ultimo decennio in studio, mentre nelle donne l’aumento
(+0,7%/anno) appare omogeneo per tutto il ventennio esaminato.
Mortalità
Secondo dati recenti, nel 2012 si sono registrati quasi 20.000 decessi per carcinoma del colon-retto (di cui il
55% fra gli uomini), neoplasia al secondo posto nella mortalità per tumore (11% nei maschi, 12% nelle
femmine) e tra il secondo e terzo posto nelle varie età della vita.
Sopravvivenza
Il carcinoma del colon-retto presenta una prognosi sostanzialmente favorevole: il 58% dei pazienti incidenti
nei primi anni del 2000 risulta in vita a 5 anni dalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento
rispetto ai quinquenni precedenti. La probabilità di sopravvivere per ulteriori 5 anni aumenta dopo la
diagnosi, essendo per i sopravviventi ad 1 e 5 anni rispettivamente 74% e 91% tra gli uomini e 74% e 92%
tra le donne.
Prevalenza (rapporto fra casi registrati e persone a rischio nell’arco di dieci anni)
Sono quasi 300.000 i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto in Italia (51% maschi), al
secondo posto tra tutti i tumori e pari al 13,2% di tutti i pazienti oncologici. Il 16% di questi si trova ad
ormai oltre 15 anni dalla diagnosi (e il 14% tra i 10 e i 15 anni), mentre la restante quota è equamente
distribuita entro i 2, tra i 2 e i 5 e i 5 e 10 anni (23-24% per ogni periodo). In considerazione della stabile
lieve tendenza al decremento della mortalità osservata da ormai lungo periodo, sono soprattutto l’incidenza
(con la sempre maggiore tendenza alla diagnosi precoce e alla diffusione dei programmi di screening di
questi ultimi anni) e la sostanziale buona sopravvivenza (tendente al miglioramento) a condizionare i
“numeri” delle persone che convivono con questo tipo di diagnosi e la loro distribuzione lungo la storia
clinica, con evidenti diverse esigenze assistenziali e di sostegno nel follow-up. La maggior parte di queste
persone si concentra nelle età più anziane, con una proporzione, oltre i 75 anni di età, di 2.722 casi ogni
100.000 abitanti, più che doppia rispetto alla fascia 60-74 anni e di 8,5 volte maggiore di quella 45-59.
Diagnosi Precoce
Il programma di screening del colon-retto è indirizzato a uomini e donne dai 50 ai 69 anni di età: è un
intervento di prevenzione attiva mediante il test di ricerca di sangue occulto nelle feci e successiva
colonscopia nei casi positivi, con ripetizione regolare ogni 2 anni. Lo screening può consentire il riscontro e la
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I Numeri del Cancro in Italia 2012 – AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) e AIOM (Associazione italiana
di oncologia medica).
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rimozione di precursori (adenomi) prima della trasformazione in carcinoma e la diagnosi di carcinomi in
stadio iniziale, con una conseguente riduzione della mortalità sia per riduzione dell’incidenza che per il
riscontro di carcinomi in stadi più iniziali e quindi suscettibili di guarigione dopo terapia.
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3. Chirurgia laparoscopica: un percorso di trattamento valido per il
tumore del colon-retto
Tra i vari trattamenti previsti per la cura del tumore al colon-retto, l’approccio chirurgico rappresenta spesso
il primo e più efficace intervento terapeutico. In alcuni casi il paziente affetto da questa neoplasia può essere
sottoposto ad un trattamento di radio-chemioterapia pre-operatoria (neoadiuvante) con l’obiettivo di ridurre
le dimensioni della neoplasia ed assicurare maggiori possibilità di guarigione.
Prima di optare per l’intervento chirurgico, al momento della diagnosi lo specialista dovrà valutare l’area e
l’estensione della neoplasia: in caso di una patologia ai primi stadi si può intervenire anche con tecniche di
resezione endoscopica (polipectomia), mentre gli stadi più avanzati dovranno essere affrontati con un
approccio multidisciplinare.
Tra le varie opzioni previste, la tecnica laparoscopica delle neoplasie del colon ha dimostrato di essere una
valida alternativa rispetto alla chirurgia tradizionale. Questo specifico intervento, infatti, si basa su una serie
di passaggi che consentono di effettuare in sicurezza l’asportazione della lesione tumorale con tecniche mini
invasive.
La chirurgia laparoscopia per il trattamento del tumore al colon-retto è in grado di garantire un netto
miglioramento della qualità della vita di coloro che si trovano ancora allo stadio iniziale della patologia.
I vantaggi più significativi di tale pratica mini-invasiva sono: minor dolore post-operatorio grazie all’assenza
di trazione operata con divaricatori e alla mancanza di grandi ferite laparotomiche cutanee e muscolari; una
riduzione dei traumi della zona intestinale e delle complicanze post-operazione; un miglior risultato estetico
dovuto all’assenza di grandi cicatrici e, infine, una netta riduzione della spesa sanitaria, grazie a una degenza
meno problematica e a una convalescenza più rapida e senza complicazioni.
L’insieme dei benefici della chirurgia laparoscopica dipendono dalle esclusive proprietà tecniche tipiche di
questo approccio. Di seguito l’elenco delle sue principali caratteristiche:
- Eliminazione delle cicatrici estese
L’intervento non lascia al paziente segni visibili e grandi cicatrici. Quest’approccio prevede delle piccole
incisioni (da 5 o 10 millimetri) che consentono l’accesso e il posizionamento dei dispositivi, oltre un’altra
cicatrice di 5-6 cm per effettuare l’intervento di estrazione.
- Induzione del pneumoperitoneo
La laparoscopia permette di disporre dello spazio necessario per eseguire l'intervento all'interno della cavità
addominale, condizione che rende più agevole l’operazione
- Campo operatorio su monitor televisivo e magnificazione delle immagini
L’operazione viene eseguita proiettando il campo operatorio su di un monitor televisivo, attraverso una fonte
di luce ottica (una sorta di microtelecamera) introdotta attraverso uno dei dispositivi. La moderna tecnologia
permette di avere immagini ingrandite, in alta definizione (HD) e in tre dimensioni (3D)
- Tempi di procedura veloci, sicuri ed efficaci
La dissezione si avvale dell’utilizzo di strumentazioni tecnologicamente avanzate che, sfruttando l’azione
degli ultrasuoni o delle radiofrequenze, consentono manovre agevoli anche in vicinanza di zone delicate,
velocizzando così la procedura e garantendo al tempo stesso sicurezza ed efficacia.
Uno studio recente italiano ha dimostrato come, negli ultimi anni, il trattamento laparoscopico sia utilizzato
con più frequenza rispetto al passato. La diffusione di tale approccio terapeutico, oltre a offrire dei benefici
in termini di qualità della vita dei pazienti, ha registrato effetti positivi anche per quanto concerne il
miglioramento delle competenze tecniche dei chirurghi.
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Sulla scorta delle informazioni presenti nella letteratura scientifica, le controindicazioni che si possono
riscontrare in seguito al trattamento laparoscopico delle neoplasie del colon-retto appaiono estremamente
limitate.
Ciò nonostante, numerosi studi hanno dimostrato i significativi vantaggi clinici della chirurgia laparoscopica,
alcuni dei quali si rivelano significativi anche sotto il profilo economico.
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4. L’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva del Policlinico
Universitario A. Gemelli: un primato italiano
La divisione di Chirurgia Digestiva del Policlinico A. Gemelli dispone di 25 letti di degenza ed effettua
mediamente 90 ricoveri al mese e 1.000 interventi all'anno.
Le principali competenze, per quanto concerne la patologia neoplastica, riguardano il trattamento chirurgico
dei tumori gastrointestinali (pancreas, esofago, stomaco, intestino tenue, colon, retto, ano) e
retroperitoneali; in alcuni casi selezionati (tumori localmente avanzati, come ad esempio nel cancro del retto
o nelle carcinosi dello stomaco o primitive del peritoneo) il trattamento viene integrato da una radioterapia
pre-operatoria e intraoperatoria e da una chemioterapia intraoperatoria intraperitoneale in ipertermia.
Per quanto concerne le patologie funzionali, vengono svolti interventi di colecistectomia laparoscopica, di
ernioplastica in day hospital, interventi proctologici (emorroidi, fistole peri-anali, ragadi anali) in parte in day
hospital ed in parte in ricovero ordinario, interventi per l'incontinenza fecale (sfinteroplastica,
neuromodulazione sacrale, graciloplastica), interventi per le patologie infiammatorie intestinali (morbo di
Crohn e RCU).
La significativa esperienza maturata dalla struttura clinica nel trattamento chirurgico delle patologie
dell’apparato digerente è testimoniata dal grande numero di lavori scientifici pubblicati nel corso degli ultimi
anni su prestigiose riviste nazionali ed internazionali, oltre che per una serie di primati in Italia.
La Divisione di Chirurgia Digestiva, oltre che essere il reparto italiano caratterizzato dal maggior numero di
ricoveri in regime ordinario e in Day Hospital (rispettivamente 1.632 e 480 nel 2009) e dal più alto numero di
interventi chirurgici eseguiti (892 nel 2009), è la struttura caratterizzata dal valore più alto in Italia
dell’Indice Medicare, un sistema che tiene conto di un’ampia serie di fattori che descrivono l’impiego di
risorse necessarie per curare il paziente: attrezzatture, farmaci, personale medico e paramedico, ecc.
L’indice Medicare è stato elaborato dall’amministrazione pubblica statunitense come base di riferimento per i
rimborsi da parte delle compagnie assicurative ed è da interpretare come un indice di “costosità” relativa del
ricovero (peso maggiore equivale a costo maggiore). In via semplificata può essere interpretato anche come
un indice di complessità del caso clinico (peso maggiore, complessità maggiore).
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