e al o on zi za an Na en Mil us id 4 2 nl es 15 X: 55 . o Pr 0 FA 06 .S la ; 2 05 .O el 1 it 6 d D a, e. 02 al N. de er A. Se hi on c zi es : na aP us NO Vi 2 nl FO 55 so LE 06 do TE 805 an @ 02 fo in NEWSLETTER 31 gennaio 2011 Edizione n°21 www.andosonlusnazionale.it Associazione Nazionale Donne Operate al Seno Sommario: COMITATI RACCONTANO Comitato di Oglio Po Pagina 2 LE NOVITA’ - RICERCA Mettere in rete l'eccellenze contro il cancro Pagina 3 Identificato un nuovo bersaglio per ... Pagina 4 Dalla soia rimedi contro il tumore al seno e... Pagina 4 Un potenziale nuovo farmaco contro il cancro Pagina 5 Le vampate di calore in menopausa... Pagina 6 Genoma cancro, al via progetto internazionale. Pagina 7 Curare le donne incinte come le altre Pagina 7 Una rivincita contro i tumori Pagina 9 DIEP, La nuova metodica per la ricostruzione Pagina 10 “MISZ MASZ” - UN PO’ DI TUTTO In farmacia per servizi assistenza domiciliare Una nuova normativa sulle cure mediche I farmaci innovativi dovranno essere .. Lotta al tumore al seno - 17/02/2011 Pagina 11 Pagina 11 Pagina 12 “La mia vita è solo un insieme di note musicali che il tuo cuore trasforma in melodia.Vorrei che fossimo sempre capaci di vivere tutto ciò che di sacro vi è in ogni istante” Lettere d’amore del Profeta - Kahlil Gibran a cura di Paulo Coelho Pagina 14 INFORMAZIONI UTILI Dopo l’intervento - parte 2 Pagina 17 ANGOLO DEL PIACERE Il tortino salato riso e carciofi Pagina 19 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] COMITATI NEWSLETTER! PAGINA 2 RACCONTANO Comitato A.N.D.O.S. onlus di Oglio Po Festa di Sant’Agata Le Volontarie del Comitato A.N.D.O.S. Oglio Po Onlus e il Presidente dott.Claudio Pagliaeri sono lieti di invitarla alla consueta “Festa di San’Agata” che quest’anno si terrà il giorno 5 febbraio 2011. Sarà celebrata una è Santa Messa al S a n t u a r i o d e l l a Fo n t a n a d i Casalmaggiore alle ore 18.30 al termine della quale la Signoria Vostra è invitata alla conviviale presso “ La Clochette” di Solarolo Rainerio (Cr), per trascorrere una serata insieme. E’ gradito un cenno di conferma al numero 0375 780393 della sede dalle 15.30 – 17.30. Pablo Picasso - The Dance 1925 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER 3 PAGINA LE NOVITA’ -RICERCA Mettere in rete l'eccellenze contro il cancro EUROCANPLATFORM è volto a ottimizzare la ricerca sul cancro in tutti i suoi aspetti (dalla ricerca di base, ai test preclinici e clinici) (MOLECULARLAB, Fonte: Cordis (27/01/2011) La messa in rete e la cooperazione transazionale sono già tra gli elementi più importanti della ricerca d'eccellenza europea. Sono pochi gli scienziati che devono essere incoraggiati a stringere nuove alleanze con i colleghi di altri paesi, mentre sono sempre più numerosi coloro che scelgono l'eccellenza per i propri partenariati, a prescindere dalle distanze geografiche. In Europa, un grande passo avanti sul piano della ricerca contro il cancro transazionale è rappresentato dal lancio del progetto EUROCANPLATFORM ("A European platform for translational cancer research"), finanziato dall'UE e volto a ottimizzare la ricerca in questo campo in tutti i suoi aspetti (dalla ricerca di base, ai test preclinici e clinici). EUROCANPLATFORM ha ricevuto 12 milioni di euro in riferimento alla tematica "Salute" del Settimo programma quadro dell'UE (7° PQ). Questa rete di eccellenza riunisce 28 degli istituti europei più attivi sul fronte della lotta contro i tumori. La ricerca contro queste patologie portata avanti negli istituti europei può portare a risultati davvero straordinari, potendo poggiare su una solida base biomedica e su ottime infrastrutture, che spaziano dai registri dei pazienti alla bioinformatica. La ricerca europea è stata però più volte tacciata di mancata coesione e di poca collaborazione. Il coordinatore del progetto, il professor Ulrik Ringborg del Karolinska Institutet (Svezia), ha commentato: "Si potrebbe dire che, in un certo senso, questa iniziativa rappresenta un cambiamento radicale nella ricerca sul cancro. Il progetto, che avrà una durata quinquennale, creerà all'interno dell'UE una struttura per la ricerca sul cancro basata sulla collaborazione. Nonostante gli importanti passi avanti compiuti in questo ambito, l'incidenza annua di queste patologie è in costante aumento, soprattutto a causa dell'invecchiamento della popolazione. Ma l'aumento dei casi di tumore non è del tutto imputabile a questo fenomeno. Il cancro è una malattia complessa causata dall'interazione di fattori diversi come età, stile di vita e predisposizione genetica. Negli ultimi anni, sono stati fatti progressi davvero rivoluzionari per quanto concerne la comprensione dei meccanismi molecolari che fanno sì che una cellula diventi una cellula tumorale. Le nostre conoscenze, tuttavia, sono lontane dall'essere complete. Vi è un numero ancora alto di domande ancora aperte per quanto riguarda la diagnosi dei tumori e le cure più adeguate. Inoltre ci mancano ancora gli strumenti che ci consentono di implementare in tempi rapidi a livello clinico le nostre scoperte. Una delle parti fondamentali del progetto è dedicata alla necessità di individuare la terapia giusta per il paziente giusto al momento giusto", ha affermato Ringborg. Attraverso gli studi avanzati già condotti sulle alterazioni del DNA (acido desossiribonucleico) e le espressioni di RNA (acido ribonucleico) e proteine sui tessuti sani e tumorali, il progetto EUROCANPLATFORM dovrebbe essere in grado di individuare nuove possibilità per la verifica delle reazioni dei tumori ai farmaci sviluppati. Il professor Ringborg conclude: "Prima di poterlo fare, dobbiamo tuttavia condurre ancora moltissime ricerche. Il numero di tumori e cure possibili, infatti, è molto elevato. Non esiste centro di ricerca che possa disporre di tutte le risorse. Pertanto dobbiamo essere certi di coordinare e sfruttare al meglio quelle che abbiamo. A beneficiarne saranno i pazienti, i cittadini e i servizi sanitari. A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Identificato un nuovo bersaglio per l’immunoterapia del cancro (SanitàNews, 25/01/2011) Uno studio italiano pubblicato su Cancer Research dimostra, su di una cavia, che per i linfomi è possibile ottenere una cura disattivando un gene chiamato ERAP1. La manipolazione di questo gene consente di attivare un potente meccanismo di rigetto da parte del sistema immunitario. La ricerca, che apre a nuovi sviluppi per possibili terapie anche nell’uomo, è stata condotta da due équipe di ricercatori del Dipartimento di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu e dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Per la prima volta i ricercatori sono riusciti ad ottenere un’efficace interazione fra i due tipi di cellule del sistema immune deputate all’attività antitumorale, i linfociti T citotossici e le cellule Natural Killer e questo è stato possibile inibendo le cellule tumorali dell'espressione di un gene chiamato ERAP1. Fisiologicamente, il compito dei linfociti T e delle cellule Natural Killer è di eliminare le cellule alterate del nostro organismo, ma molti tumori riescono, purtroppo, a ingannare sia gli uni che le altre, evadendo così la sorveglianza immune. Invece inattivando ERAP1 sono riusciti per la prima volta a innescare una cascata di eventi virtuosi che permette ad entrambe queste cellule con funzione immunitarie (linfociti T e cellule Natural Killer) di aggredire e combattere il tumore su più fronti. Benché questo studio sia stato finora condotto nel topo, ci sono già elementi che inducono a pensare che sia possibile applicare la scoperta anche a linfomi umani. Inoltre, secondo gli studiosi, inibendo ERAP1 anche altri tumori, sia pediatrici sia dell’adulto, potrebbero diventare ottimi bersagli per il sistema immunitario, aumentandone la curabilità. PAGINA 4 Dalla soia rimedi contro il tumore al seno e alla prostata (SanitàNews, 20/01/2011) La soia potrebbe anche aiutarci nella battaglia contro due tipi di tumore: quello al seno e quello alla prostata. A rilevarlo sono stati due studi riportati dal quotidiano britannico Daily Mail. Il primo e' stato condotto da un gruppo di ricercatori della Northwestern University di Chicago. Dai risultati e' emerso che una pillola al giorno di 'genisteina', il principale isoflavone che si trova nella soia, e' in grado di rallentare o fermare la diffusione del cancro alla prostata. Anche se lo studio ha coinvolto un piccolo campione di 38 uomini, gli scienziati sono convinti che questi risultati potrebbero portare al primo trattamento non tossico che impedisce il movimento delle cellule tumorali. "Il primo passo - ha detto Raymond Bergan, che ha coordinato lo studio - e' stato quello di vedere se il farmaco ha l'effetto desiderato sulle cellule e sulla prostata, e la risposta e' stata positiva. Se questo farmaco puo' effettivamente evitare che il cancro alla prostata si diffonda nel corpo, teoricamente una terapia simile potrebbe avere lo stesso effetto sulle cellule di altri tipi di cancro". Il secondo studio 'pro-soia' e' stato condotto dall'Universita' di Buffalo (New York) e ha coinvolto quasi 1.300 donne. Dai risultati e' emerso che gli isoflavoni della soia possono ridurre il rischio di sviluppare il cancro al seno. I ricercatori hanno scoperto che le donne che hanno consumato piu' isoflavoni avevano un 30% di possibilita' in meno di essere colpite da un cancro al seno invasivo e il 60% di probabilita' in meno di sviluppare un cancro 'di basso grado'. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno confrontato i dati di 683 donne affette da tumore al seno con 611 donne sane. "Abbiamo sicuramente visto - ha concluso Anne Weaver, che ha coordinato lo studio - una riduzione (del rischio) che merita ulteriori indagini". A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Un potenziale nuovo farmaco contro il cancro e metastasi La HRG migliora la rete dei vasi sanguigni attorno al tumore riducendo il rischio in metastasi, favorisce il targeting dei farmaci e converte i macrofagi TAM in M1 efficaci contro il cancro(Molecularlab,Fonte: Cordis (25/01/2011) Scienziati hanno svelato i dettagli del funzionamento di una proteina che rallenta la diffusione del cancro e aumenta l'efficacia della chemioterapia. La molecola, chiamata glicoproteina ricca in istidina (HRG), potrebbe quindi rivelarsi utile per gli sforzi dei ricercatori di sviluppare farmaci anti-cancro. Lo studio, in parte finanziato dall'UE, è pubblicato nella rivista Cancer Cell. L'UE ha sostenuto la ricerca attraverso il progetto TIE2+MONOCYTES ("Tie2expressing monocytes: Role in tumor angiogenesis and therapeutic targeting"), una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (CER) da 1,31 milioni di euro assegnato a uno degli autori dello studio, Michele De Palma dell'Istituto scientifico San Raffaele in Italia. La HRG funziona migliorando la qualità della rete di vasi sanguigni che forniscono ossigeno e nutrienti al tumore. Anche se può sembrare strano, questo in realtà abbassa il rischio di metastasi (quando il cancro si diffonde ad altre parti del corpo) e aumenta la capacità dei farmaci di attaccare il tumore. Come tutti i tessuti, anche i tumori maligni dipendono da ossigeno e nutrienti per la loro crescita e mantenimento, e spesso impiegano una serie di molecole chiamate fattori di crescita dei vasi sanguigni per crearsi la propria fornitura di sangue. Per molti anni i ricercatori si erano quindi concentrati sullo sviluppo di farmaci anti-cancro che bloccassero la fornitura di sangue del tumore, arrestando l'attività dei fattori di crescita dei vasi sanguigni. Tuttavia, questo metodo può aumentare il rischio di metastasi. PAGINA 5 Studi hanno mostrato che, poiché i tumori crescono così velocemente, le reti dei loro vasi sanguigni sono costruite male e spesso non riescono a fornire sufficiente ossigeno al tumore. Ed è questa mancanza di ossigeno che spinge alcune cellule tumorali ad abbandonare il sito del tumore e a stabilirsi in altre parti del corpo. Aggravando la mancanza di ossigeno nel tumore, i farmaci che bloccano il rifornimento di sangue al cancro spesso hanno accresciuto la probabilità di metastasi. Gli ultimi anni hanno quindi visto un crescente interesse verso quei farmaci che possono migliorare la fornitura di sangue (e ossigeno) al tumore, incoraggiando in tal modo le cellule cancerogene a rimanere ferme. Inoltre, poiché i farmaci spesso raggiungono il tumore attraverso il sangue, il miglioramento del flusso sanguigno verso le cellule cancerogene fornisce anche alla chemioterapia maggiore accesso a queste cellule. In questo studio, scienziati con sede in Belgio, Italia e Svezia rivelano che la proteina HRG è in grado di "normalizzare" i vasi sanguigni di rifornimento di un tumore influenzando i livelli di due diversi tipi di cellule immunitarie. Secondo i ricercatori, quasi tutti i tipi di cancro portano a un'infiammazione che coinvolge delle cellule chiamate macrofagi associati al tumore (TAM). Ci sono due tipi di TAM; i macrofagi M2 promuovono la crescita dei vasi sanguigni e diminuiscono le difese immunitarie del corpo, mentre i macrofagi M1 attivano le cellule immunitarie che attaccano i tumori maligni. Cosa fondamentale, i macrofagi M1 non sono in grado di aumentare lo sviluppo dei vasi sanguigni. La nuova ricerca mostra che la HRG è in grado di inibire una proteina chiamata fattore di crescita placentare (PlGF). Questo a sua volta innesca la trasformazione dei macrofagi M2 (che promuovono la crescita del tumore) in macrofagi M1 (che lanciano un attacco del sistema immunitario al cancro e ne riducono quindi la dimensione). Continua a pagina 6 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Poiché esso non promuove attivamente la crescita di vasi sanguigni, l'M1 porta allo sviluppo di una rete sanguigna più convenzionale nel tumore. Questo a sua volta aumenta la fornitura di sangue (e ossigeno) al tumore, riducendo il rischio di metastasi e accrescendo gli effetti dei farmaci chemioterapici, che hanno migliore accesso al tumore."Il nostro studio mostra che il controllo dell'infiammazione associata al tumore può essere utilizzata per trattare il cancro e che ci sono grandi possibilità di sviluppare la HRG come farmaco per la cura del cancro," ha commentato la professoressa Lena Claesson-Welsh del dipartimento di Immunologia, genetica e patologia dell'Università di Uppsala in Svezia. "Il prossimo passo sarà quello di trovare i recettori per la HRG sui macrofagi, in modo da poterli usare nello sviluppo dei farmaci. Noi stiamo anche esaminando come i livelli della HRG nel sangue cambiano nel cancro." Articolo: Rolny, C., et al. (2011) HRG inhibits tumor growth and metastasis by inducing macrophage polarization and vessel normalization through downregulation of PlGF. Cancer Cell 19: 1-4. DOI: 10.1016/j.ccr.2010.11.009. PAGINA 6 Tumore al seno: le vampate di calore in menopausa dimezzano il rischio (SanitàNews, 19/01/2011) Le vampate di calore durante la menopausa dimezzano il rischio di sviluppare il tumore al seno. E' quanto emerge da uno studio dell'Universita' di Washington e del Fred Hutchinson Cancer Research Centre di Seattle, pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention. In pratica, le donne che 'soffrono' per via dei cambiamenti che provoca la menopausa possono trovare conforto nel sapere che hanno una maggiore protezione contro uno dei tumori più diffusi. La carenza dell'ormone che causa le vampate abbassa quindi anche il rischio di sviluppare le forme più comuni di cancro al seno. Si stima che le donne che soffrono di vampate di calore abbiano il 40% in meno di estradiolo, un tipo di estrogeno. E' noto da tempo che gli estrogeni hanno un ruolo chiave nello sviluppo di alcuni tipi di tumore al seno. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno coinvolto nello studio circa mille donne con un'eta' compresa tra i 55 ei 74 anni, a cui e' stato diagnosticato un tumore al seno. Alle donne e' stato chiesto di elencare i sintomi di cui hanno risentito una volta entrate in menopausa e questi sono stati confrontati con quelli risentiti da un altro gruppo di donne che non ha mai avuto un tumore al seno. Dall'analisi dei dati e' emerso che le donne che hanno riportato gravi vampate di calore, sudorazione notturna, depressione e insonnia avevano anche il 50 per cento di probabilita' in meno di sviluppare sia un carcinoma lobulare invasivo e sia un carcinoma duttale invasivo, le due forme piu' comuni di tumore al seno. "Questo e' il primo studio - hanno detto i ricercatori - che dimostra che le donne che avvertono i sintomi della menopausa hanno una significativa riduzione del rischio di sviluppare il cancro al seno e che la gravita' delle vampate di calore e' anche inversamente associata al rischio. Una spiegazione plausibile - hanno concluso - e' che i sintomi della menopausa sono indice di cambiamenti ormonali rilevanti per lo sviluppo del tumore al seno" . (Sn) A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Genoma cancro, al via progetto internazionale. Verona capofila per l'Italia (Sic, Sanità in cifre, 26/01/2011) E’ stato infatti presentato ieri il progetto internazionale “Genoma del Cancro“, ideato dal Consorzio inter nazionale Icgc (www.icgc.org) allo scopo di creare una mappatura delle mutazioni del Dna dei diversi tipi di tumore conosciuti. Verona, che rappresenta l’Italia, avrà il compito specifico di sequenziare il Dna dei tumori endocrini ed esocrini rari del pancreas e collaborerà con il gruppo finanziato dal governo australiano per i tumori del pancreas più frequenti. Sono ben 14 i Paesi coinvolti, fra cui Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Messico, Spagna, Stati Uniti. Il progetto è sostenuto dal nostro ministero dell’Istruzione con otto milioni di euro: responsabile scientifico è l’anatomopatologo Aldo Scarpa di Verona, direttore del centro “Arc-Net – Alleati per la ricerca sul cancro”, affiancato da Rita Lawlor, project manager di Arc-Net, Claudio Bassi, chirurgo che gestisce la parte clinica del progetto sui tumori esocrini del pancreas, Massimo Falconi, esperto mondiale dei tumori endocrini che gestisce la parte clinica sui tumori endocrini e Giovanni Butturini, responsabile della gestione operativa clinica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. “Siamo orgogliosi di rappresentare l’Italia in questo progetto destinato a segnare una pietra miliare nella lotta contro i tumori - ha commentato il rettore dell’Università di Verona Alessandro Mazzucco – identificare le mutazioni che causano il cancro è un obiettivo di altissimo valore per il futuro della scienza e della medicina e porterà alla possibilità di cure personalizzate per i pazienti”. PAGINA 7 I leader dell’Icgc presenteranno i dati relativi ai progressi nei rispettivi progetti durante le diverse sessioni della conferenza annuale dell’ American Association for Cancer Research, che si terrà a Washington dal 17 al 21 aprile. L’inaugurazione del progetto veronese sarà seguita da una giornata di studio, alla quale saranno presenti anche i collaboratori internazionali che hanno aderito al progetto italiano “riconoscendone – si legge in una nota – l’alta valenza scientifica”. Fra questi: Thomas Gress dell’Università di Marburg in Germania, David Klimstra del Memorial Sloan Kettering di New York e Peter Metrakos della McGill University di Montreal in Canada. Il progetto “Genoma del cancro” era stato già anticipato sulla prestigiosa rivista ”Nature” in un articolo firmato da più di 200 autori coinvolti nel grande sforzo di sequenziare il genoma di 25.000 campioni di tumore. Curare le donne incinte come le altre La più vasta casistica finora disponibile suggerisce, per chi scopre il cancro al seno durante la gravidanza, di seguire le normali terapie. Senza rischi per il feto (Sportello Cancro, Vera Martinella (Fondazione Veronesi), 21/01/2011 SAN ANTONIO - Non è necessario ritardare le cure per un carcinoma mammario soltanto perché una donna è incinta. È la conclusione a cui è giunto uno studio tedesco presentato durante il Breast Cancer Symposium di San Antonio (Texas, Stati Uniti) dopo aver attentamente valutato le conseguenze di diversi trattamenti sui neonati. Continua a pagina 8 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Sebbene le pazienti che scoprono di avere un tumore del seno durante la gravidanza siano relativamente poche (circa una maternità ogni tremila si complica con una diagnosi di cancro), gli studiosi credono che la casistica potrebbe aumentare per due motivi: da un lato le mamme tendono a essere sempre più "vecchie" (e l’incidenza della malattia cresce con l’aumentare dell’età), dall’altro con la prevenzione sale il numero di casi di cancro individuati in donne giovani. «Nel nostro Paese 1.500 donne sotto i 40 anni vengono colpite ogni anno da un carcinoma alla mammella, il quattro per cento di tutti i casi e proprio questa neoplasia è la più frequentemente diagnosticata durante la gestazione» precisa Lucia Del Mastro, primario di oncologia all’Istituto tumori di Genova. LO STUDIO - Il trattamento del carcinoma mammario durante gravidanza pone molte problematiche cliniche e psicologiche per la paziente, i familiari e gli operatori sanitari. Le decisioni terapeutiche sono state basate finora su dati provenienti da piccole casistiche, con una conseguente relativa incertezza sui possibili esiti dei trattamenti sulla madre e sul bambino. «Quando abbiamo iniziato la nostra indagine nel 2003 - sottolinea Sibylle Loibl, membro del German Breast Group - le informazioni a disposizione su questo tema erano scarse, ma il bisogno di saperne di più era ed è assai diffuso». Così dall’aprile 2003 a giugno 2010 i ricercatori tedeschi hanno raccolto i dati relativi a 313 donne fra i 23 e i 47 anni con differenti tipi e stadi di cancro al seno e tutte hanno scoperto la malattia durante la gravidanza (il 23 per cento durante il primo trimestre, il 42 per cento nel secondo, il 36 per cento nel terzo). Quasi la metà delle pazienti (il 45 per cento) ha rinviato l’inizio della chemioterapia a dopo il parto, nonostante la maggior parte di loro avesse un tumore con caratteristiche biologiche che indicavano di sottoporsi al trattamento. In questo gruppo si è verificato il 33 per cento di PAGINA 8 parti prematuri (prima della 35esima settimana di gestazione, in gran parte decisi per poter iniziare le cure sulla madre) rispetto al 17 per cento osservato fra le donne si erano sottoposte a chemio durante la gravidanza. L’incidenza di malformazioni congenite è stata simile a quella che si riscontra nella popolazione generale e non sono emerse differenze tra i bambini esposti a chemioterapia durante la vita uterina rispetto agli altri. Allo stesso modo l’efficacia delle cure e i risultati terapeutici raggiunti sono risultati simili fra i due gruppi di mamme (sebbene studi precedenti indicassero una prognosi peggiore per le donne che ritardavano l’inizio dei trattamenti). TEAM SPECIALIZZATO - «Questa è la casistica maggiore mai riportata sino a oggi e le conclusioni dello studio sono rassicuranti commenta Del Mastro -. È stato confermato che le pazienti con diagnosi di carcinoma mammario durante la gravidanza devono essere trattate quanto più strettamente possibile come le altre pazienti. La chirurgia può essere eseguita fino alla dodicesima settimana di gestazione e bisogna cercare di rimandare il parto sino al raggiungimento della 35-37esima settimana per evitare i rischi fetali dovuti al parto prematuro». Nonostante gli esiti confortanti circa l’uso della chemio in donne incinte tutti gli esperti concordano poi su un punto: è necessario che questi siano trattati in centri specializzati dove opera un team multidisciplinare che comprende oncologo medico, chirurgo oncologo e specialisti della medicina materno-fetale. «Il lavoro del gruppo tedesco indica, infine, la necessità di dotarsi anche in Italia di un registro nazionale di tumori in gravidanza per meglio rispondere alle esigenze delle donne in questa delicata situazione», conclude Del Mastro. A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! PAT-ChIP Una rivincita contro i tumori Una nuova procedura sperimentale svelerà le caratteristiche molecolari del cancro (Sportello Cancro, Lisa Trisciuoglio, 18/01/2011) MILANO - È tutta italiana e si chiama PATChIP la nuova arma nella lotta contro i tumori. I ricercatori dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, in stretta collaborazione con altri centri di ricerca oncologici milanesi, hanno messo a punto una tecnologia che permetterà di identificare, lavorando per la prima volta direttamente sulle biopsie dei pazienti oncologici, quelle modificazioni del Dna e delle proteine a esso associate note per avere un ruolo importante nello sviluppo tumorale. Il nuovo protocollo sperimentale, pubblicato su Pnas, potrà quindi essere di grande utilità a fini sia diagnostici, per l’identificazione di nuovi marcatori, sia prognostici, per prevedere l’esito dei trattamenti e definire nuove strategie curative. NON SOLO GENI - Che il cancro sia causato da errori nella sequenza del Dna, che siano essi ereditari, casuali o dovuti ad agenti esterni come il fumo di sigaretta, è ormai cosa nota. Ma negli ultimi anni si è raggiunta la consapevolezza che a influire sullo sviluppo e sulla prognosi delle neoplasie non siano solo i geni, ma anche alcune modificazioni chimiche a carico della cromatina, ovvero quella struttura che il Dna forma avvolgendosi intorno a proteine chiamate istoni. Non si può quindi parlare più solo di genetica dei tumori, ma anche di epigenetica (dal greco "sopra i geni"), ovvero di tutte quelle alterazioni che, modificando non la sequenza del Dna ma la struttura della cromatina, hanno un profondo impatto sulla normale espressione dei geni, attivandone alcuni e reprimendone altri, e causando così in alcuni casi quella crescita cellulare incontrollata tipica dei tumori. E, mentre le mutazioni genetiche sono irreversibili, lo stesso non si può dire per le alterazioni epigenetiche, che possono essere invece PAGINA 9 facilmente corrette grazie a trattamenti farmacologici pensati ad hoc, e già testati con successo su numerosi pazienti. Per contro, però, i ricercatori impegnati nello studio dell’epigenetica dei tumori si sono dovuti finora imbattere in un grande limite, ovvero quello di poter isolare la cromatina e analizzarne le alterazioni (tramite una procedura denomita ChIP, dall’inglese chromatin immuniprecipitation) solo lavorando con cellule coltivate in laboratorio, e non potendo invece utilizzare per problemi di natura sperimentale le biopsie di pazienti. Con la messa a punto di una variante di questa tecnica, denominata appunto PATChIP (pathology tissue–ChIP), gli studiosi marchigiani, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto europeo di oncologia di Milano e della Fondazione Istituto FIRC di oncologia molecolare, guidati da Pier Giuseppe Pelicci e Saverio Minucci, sono stati in grado di abbattere questo ostacolo tecnico, aprendo nuove strade alla ricerca epigenetica. UNA RIVINCITA - Esistono in Italia numerosi archivi ospedalieri contenenti tutti quei campioni di tessuto prelevati dai pazienti oncologici per la diagnosi tumorale e il cui destino sarà, nella maggior parte dei casi, di essere prima o poi eliminati. Grazie alla messa a punto della PAT-ChIP, ora quei reperti acquistano un nuovo valore dal momento che potranno essere utilizzati dai ricercatori per studiare le caratteristiche epigenetiche dei singoli pazienti, anche a distanza di molti anni dalla biopsia. In questo modo sarà possibile ricostruire la loro storia clinica, scoprendo retrospettivamente le caratteristiche molecolari della malattia e mettendole in relazione con le terapie seguite e i risultati ottenuti.«Ci piace considerarla come un’opportunità di rivincita che stiamo dando a tutti coloro che hanno purtroppo perso la loro battaglia contro il cancro - racconta Mirco Fanelli, autore della ricerca -. Ma non solo. Continua a pagina 10 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER RICERCA! Vorremmo offrire questa chance anche a tutti i pazienti che si trovano, e si troveranno, a dover combattere la malattia - continua il ricercatore, responsabile del laboratorio di patologia e oncologia molecolare "PaoLa", a Urbino -. Prendiamo il caso di uno dei tumori maggior mente studiati, il cancro della mammella. Dal punto di vista epigenetico, sono noti due tipi di carcinoma mammario, che rispondono in maniera totalmente diversa alle terapie. Sapere in anticipo, grazie all’analisi della cromatina di questi pazienti, contro quale dei due tipi di carcinoma dobbiamo combattere, ci permetterà di indirizzare il paziente verso il trattamento più efficace, senza inutili, e a volte anche fatali, perdite di tempo» conclude Fanelli. D I E P, L a nu ov a m e t o d i c a p e r l a ricostruzione del seno (SanitàNews, 14/01/2011) (Sn) - Roma, 14 gen. - Grazie a una nuova tecnica operatoria, nel corso dell'asportazione del tumore al seno, è possibile ricostruire la mammella con tessuti autologhi e senza protesi. La metodica si chiama ricostruzione con lembo Diep (Deep Inferior Epigastric Perforator) e in Italia il centro che ha la maggiore esperienza è quello guidato da Fabio Santanelli, titolare della cattedra di Chirurgia plastica della II Facoltà di Medicina e chirurgia dell'università di Roma La Sapienza, e responsabile dell'Uod di Chirurgia plastica all'ospedale Sant'Andrea nella Capitale. "Semplificando molto - ha spiegato l'esperto - si tratta di una addominoplastica funzionale alla ricostruzione del seno: le tecniche chirurgiche oggi sono in grado di avvalersi di veri e propri autotrapianti di tessuto, per restituire a una donna un seno il più possibile simile a quello che ha perso a causa di un tumore. Tra queste tecniche rientra la ricostruzione con il lembo Diep, in cui si ricorre all'uso di una ellisse di cute e grasso addominale al di sotto dell'ombelico, PAGINA 10 che viene trapiantata dove è avvenuta l'asportazione mammaria. L'operazione si può eseguire sul 30% delle pazienti sottoposte a mastectomia, poiché è necessario che abbiano una discreta quantità di grasso addominale. Il risultato è molto più naturale di quello che si ottiene con le protesi, addirittura ingrassa e dimagrisce con la paziente". Santanelli e il suo team hanno eseguito dal 2004 a oggi quasi 800 ricostruzioni mammarie, di cui 250 con lembo Diep. L'intervento è lungo, in media dura cinque ore, "ma le complicanze sono molto limitate: nel 3% dei casi compare una necrosi parziale, piccoli noduli innocui su cui si può intervenire successivamente in maniera non invasiva". Altro problema, "il fatto che oggi evidenzia il chirurgo - il sistema di Drg di quasi tutte le Regioni non preveda l'intervento di ricostruzione mammaria immediata: nonostante sia eseguito da tempo e i suoi vantaggi anche in termini economici siano indiscussi, non viene remunerato adeguatamente. Addirittura interventi eseguiti con tecniche più vetuste vengono rimborsati di più. In questo senso è necessario un adeguamento", ha concluso. (Sn) Foto: Iza Moczrna -Piasek A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER 11 PAGINA “MISZ MASZ” - UN PO’ DI TUTTO In farmacia per servizi assistenza domiciliare Lombardia Notizie 7, n.258 del 26/01/2011 (Ln - Milano) Partecipazione delle farmacie all'Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.), con la costituzione di un "Centro funzionale e operativo" al servizio dei pazienti, che potranno ottenere informazioni e servizi. Sono queste le attività che saranno svolte direttamente dalle farmacie della Lombardia dopo l'accordo siglato dall'assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli e dalla presidente di Federfarma Lombardia (Unione Regionale delle Associazioni Provinciali dei Titolari di Farmacia), Annarosa Racca. Regione Lombardia è la prima in Italia a recepire quanto disposto dalla legge 69/2009 che disciplina i nuovi servizi delle farmacie. "La farmacia - ha commentato l'assessore Boscagli - è un presidio sul territorio del sistema socio-sanitario e il farmacista è un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini. La distribuzione capillare delle farmacie consente di poter offrire a tutti i cittadini servizi e prestazioni senza dover fare code ed evitando disagi negli spostamenti dalla propria abitazione". Entro tre mesi partiranno le prime esperienze pilota in alcune aree della Lombardia e, dopo il monitoraggio dei risultati ottenuti, sarà estesa a tutte le ASL e quindi a tutte le farmacie della regione. Per offrire un'ampia gamma di servizi di qualità ai cittadini ogni farmacia costituirà al suo interno un "Centro funzionale e operativo" che fornirà informazioni, riceverà le domande di assistenza, attiverà gli operatori integrandosi con i centri e le figure professionali già attive sul territorio, erogherà servizi cure a domicilio e di autoanalisi. Sono oltre 2.600 le farmacie presenti in Lombardia con circa 12.500 addetti e un totale di 15.000 famiglie che vivono direttamente o indirettamente nel "sistema farmacia". "E' un passo avanti nella concretizzazione del progetto che vede la farmacia come centro nevralgico nell'erogazione dell'assistenza sul territorio - ha detto Annarosa Racca, che è anche presidente di Federfarma Nazionale anche perché i cittadini si rivolgono quotidianamente alla farmacia e, dopo la sigla di questo importante accordo, possono trovare sempre più risposte alle loro esigenze". Dal Parlamento Europeo una nuova normativa sulle cure mediche all’estero (SanitàNews, 20/01/2011) Il Parlamento Europeo ha approvato una nuova normativa che regola il diritto dei pazienti alle cure mediche in un altro Paese dell'UE, chiarisce le modalità di rimborso e i casi che richiedono un'autorizzazione preventiva. Il cittadino europeo che decide di recarsi in un altro Paese dell'UE, per viaggio, lavoro o altro, non dovrà più avere preoccupazioni in materia sanitaria. Secondo le nuove norme i cittadini dell'UE possono essere rimborsati per l'assistenza medica che ricevono in un altro Stato membro, a condizione che il trattamento e i costi sarebbero stati normalmente coperti nel loro paese. Continua a pagina 12 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER MISZ MASZ! Le autorità possono esigere che i pazienti richiedano un'"autorizzazione preventiva" per i trattamenti che necessitano di un ricovero ospedaliero o di cure sanitarie specializzate. Ogni rifiuto dovrà essere giustificato secondo un elenco ristretto di motivi. Ogni Stato membro deve designare un "punto di contatto" per fornire informazioni ai pazienti interessati alla ricerca di cure all'estero e per fornire assistenza in caso di problemi. La ricerca di cure sanitarie all'estero potrebbe avvantaggiare soprattutto i pazienti inseriti in lunghe liste d'attesa, o quelli che non sono in grado di trovare cure specialistiche. Attualmente, l'1% dei bilanci sanitari degli Stati membri viene impiegato in cure sanitarie transfrontaliere. Le norme riguardano solo coloro i quali scelgono di farsi curare all'estero. La tessera europea di assicurazione malattia continuerà a restare valida per i cittadini che necessitano di trattamento urgente quando si recano in visita un altro paese dell'UE. I deputati hanno anche rafforzato le disposizioni per la cooperazione in materia di malattie rare. La relazione legislativa è stata preparata dalla d e p u t at a p o p o l a re f r a n c e s e Fr a n ç o i s e Grossetête, che ha commentato: "I pazienti non saranno più lasciati soli quando cercano cure sanitarie all'estero e l'ottenimento del loro rimborso. Questa direttiva, finalmente, farà luce sui diritti dei pazienti, fino ad ora molto aleatori". Il testo approvato è il risultato di un accordo raggiunto con il Consiglio, che deve ancora dare la sua approvazione formale; dopo di che, gli Stati membri avranno 30 mesi di tempo per apportare le necessarie modifiche alla loro legislazione nazionale. I farmaci innovativi dovranno essere disponibili in tutte le regioni italiane In base all'accordo Stato-Regioni queste ultime PAGINA 12 sono tenute a rendere disponibili e a rimborsare l'acquisto dei medicinali agli ospedali che ne facessero richiesta (Sportello Cancro, 23/11/2011) Ho letto che d’ora in poi i far maci chemioterapici innovativi, una volta approvati dall’Aifa, saranno disponibili rapidamente in tutte le regioni italiane e non " a macchia di leopardo" come è stato fino ad oggi. Quindi, non sarà più necessario per i malati peregrinare da una regione all’altra per trovare la più rapida (e la più generosa) nell’aggiornamento del proprio prontuario. Mi restano però alcuni dubbi: quali farmaci saranno inclusi nella lista di quelli innovativi e con quali criteri? E le Regioni non troveranno qualche nuovo sistema per tirarla per le lunghe? Risponde Paolo D. Siviero Coordinatore Area Strategia e Politiche del Farmaco dell'Aifa L'accordo Stato-Regioni sul diretto recepimento nei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali d e i f a r m a c i va l u t at i c o m e i n n ovat i v i dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), è fondamentale per garantire l'uniformità di accesso ai farmaci su tutto il territorio nazionale. L'accordo prevede che tutti i farmaci, non solo quelli oncologici, considerati innovativi dall'Aifa, siano immediatamente resi disponibili in tutte le Regioni. Questo prima e indipendentemente dal loro inserimento nei prontuari terapeutici regionali. Successivamente, le Regioni hanno 60 gior ni per concludere le procedure d’aggiornamento dei prontuari. Se una Regione non dovesse essere d'accordo con le decisioni dell'Aifa, può comunicare alla stessa gli elementi di disaccordo; l'Aifa convocherà un tavolo con le Regioni per valutare quanto emerso: la decisione così rivista sarà da considerarsi definitiva e avrà validità per tutte le Regioni. Anche nel caso dovessero emergere opinioni discordanti rispetto a quanto deciso dall'Aifa, i prodotti innovativi sono comunque resi disponibili ai pazienti. Continua a pagina 13 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER MISZ MASZ! PAGINA 13 Infatti, in base al nuovo accordo, immediatamente dopo la pubblicazione dell'Autorizzazione all'immissione in commercio assunta dall’Aifa, le Regioni sono tenute a rendere disponibili e a rimborsare l'acquisto dei farmaci innovativi agli ospedali che ne facessero richiesta. La decisione sull’innovatività di un farmaco spetta alla Commissione tecnico-scientifica dell'Aifa, che valuta la severità della patologia trattata, l'esistenza o meno di alternative terapeutiche e l'effetto atteso dalla nuova terapia. Attualmente vengono individuati due livelli di innovatività che permettono l’accesso diretto ai farmaci. Viene riconosciuta un’innovatività importante a tutti quei farmaci destinati a trattare patologie gravi per cui non esita una valida alternativa terapeutica e sia già stato provato il risultato positivo del trattamento. Nel caso in cui di un nuovo farmaco che rispetti i primi due punti descritti non si abbiano ancora risultati considerati pienamente risolutivi in termini di efficacia terapeutica, o nel caso in cui siano identificabili altri elementi di innovatività quali l'innovazione tecnologica o farmacologica legata al meccanismo di azione di un farmaco, viene definito un grado di innovatività potenziale, che ha bisogno di alcuni elementi di riprova. Infine, è istituito presso l'Aifa un Tavolo permanente di monitoraggio dei prontuari regionali (composto da rappresentanti dell'Agenzia, di tutte le Regioni e delle Province di Trento e Bolzano, del Ministero della salute): fornirà periodiche indicazioni per l'omogeneizzazione e l'aggiornamento dei Prontuari ospedalieri regionali. A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER ! PAGINA 14 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] ! ! Presidente: Prof. Aldo Vecchione Segreteria Organizzativa: Via Mariano Semmola - 80131 Napoli (NA) Tel: +39 0815903294 - +39 0815903230 ± Fax: 081590827 Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori Fondazione G. Pascale E-Mail: [email protected] ! ! ! "#$!%%&''! ͞WƌŽŐĞƚƚŽhŶĚĞƌϰϬ͟! !(#&!DĂƐƐŝŵŝůŝĂŶŽ͛ŝƵƚŽ! "#$%&%'(!)*+(,('(-!!.$/0%1$23*1(!4$!53*(,('$0!671$1&1(!809$(*0,3!! /3%!,(!51&4$(!3!,0!"&%0!43$!:&2(%$! ;(*409$(*3!<-!=07+0,3!4$!80/(,$! ! "#$!%%&)'! ͞ŵďƵůĂƚŽƌŝŽDŽďŝůĞƉĞƌƐƵƉƉŽƌƚŽĂŝƉƌŽŐĞƚƚŝƐĐŝĞŶƚŝĨŝĐŝƐƵůƚĞƌƌŝƚŽƌŝŽ͟! !(#&!(*+$,-.*!/#0,.$1.*!2-3$44-! =%37$43*13!>6>:!4$!?(,('*0! ! "#$!%%&5'! ͞/ůƉĞƌĐŚĠĚŝƵŶĞŶƚƌŽ^ĞŶŽůŽŐŝĐŽǀĂŶnjĂƚŽ͟! !(#&!6$#7-*!"#$8-.$! "#$%&%'(!53*(,('(-!"(*7&,3*13!<%&//(!@&20*$107!! ! 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PAGINA A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] Presidente: Prof. Aldo Vecchione Segreteria Organizzativa: Via Mariano Semmola - 80131 Napoli (NA) Tel: +39 0815903294 - +39 0815903230 ± Fax: 081590827 Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori Fondazione G. Pascale E-Mail: [email protected] ! 5,*&/678/! @$9/A3#,B/6<$!"A1/3/! ! 5,*&'/7//! C,7236! 9,":7&;12"&<*==>-"4*& 0/#$336#$!CD/$<3/E/D6!>A3/3236!F,B/6<,7$!1$#!76!C32./6!$!7,!+2#,!.$/!G2-6#/! 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Pascale E-Mail: [email protected] ŽŵŝƚĂƚŽ^ĐŝĞŶƚŝĨŝĐŽŽďŝ'ƌŽƵƉ͟! )"*+'$,-.*$/#0012*3#$ "#$%&&'$%!()#%*&#+#)'!,-&#&.&'!/01#'*02%!3%$!2'!(&.4#'!%!20!5.$0!4%#!6.7'$#! 8'*401#'*%!9:!;0-)02%!4#!/03'2#! ;$%-#4%*&%!4%2!5'7#&0&'!()#%*&#+#)'!"<=,!9$'.3! ! !"#$%4'5(! ͞ĞĨŝŶŝnjŝŽŶĞĚĞŝ$.'2#!4%#!5'73'*%*&#!4%2!5'7#&0&'!()#%ŶƚŝĨŝĐŽK/'ƌŽƵƉ͟! )"*+'$,-.*$/#0012*3#$ "#$%&&'$%!()#%*&#+#)'!,-&#&.&'!/01#'*02%!3%$!2'!(&.4#'!%!20!5.$0!4%#!6.7'$#! 8'*401#'*%!9:!;0-)02%!4#!/03'2#! ;$%-#4%*&%!4%2!5'7#&0&'!()#%*&#+#)'!"<=,!9$'.3! ! !"#$%6'7(! 5>#.-.$0!20?'$#! ! @'4%$0&'$%!!3'$829-2*$:01;2.<$ ! ! ! PAGINA Presidente: Prof. Aldo Vecchione Segreteria Organizzativa: Via Mariano Semmola - 80131 Napoli (NA) Tel: +39 0815903294 - +39 0815903230 ± Fax: 081590827 Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori Fondazione G. Pascale E-Mail: [email protected] ! ! ! !"#$%&'()! ͞WƌĞǀĞŶnjŝŽŶĞĚĞůƚƵŵŽƌĞĂůƐĞŶŽ͗ƵƚŝůŝnjnjŽĚŝϮŵĞƚŽĚŝĐŚĞŶŽŶŝŶǀĂƐŝǀĞ͟! $*"'++,$-./.,0,$12"3",$4,35,$6",77.0.$ "#$%&%'(!()*(+('(,!-./0()/12$+.!3%1$)$)'!4567!731+$1! ! ! !"#$%&'8)! $*"'!95/#+$:2.;.$ ! 83&9$(!:#;/$(/!9$!-(<.%.3(!/&++1!8.**#$1!=>5?!.!"()/&+.)3.!3%1$)$)'!4567!731+$1! $*"'!<,5/,73"#$=,>35.7,03$ "#$%&%'(!8.)(+('(,!".)3%(!:(+$9$1')(/3$*(!"$33@!9$!A$9.)B1!.!! :%./$9.)3.!CD458!A$9.)B1! ! !"#$%('%)! :1&/1!:%1)B(! ! !"#$%?'))! $*"'!*,0.#5#$:#0#",5.@$*"'++,!A,02#5,$A.5,0.! 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NEWSLETTER 17 PAGINA INFORMAZIONI UTILI Dopo l’intervento - parte 2 Linfedema dell’arto superiore, ovvero il “braccio gonfio” In alcuni casi, l’asportazione dei linfonodi ascellari può compromettere il drenaggio della linfa dell’arto superiore e della mammella. Rimanendo accumulato nei tessuti, il liquido può causare il cosiddetto linfedema, che si forma gradualmente nell’arco di pochi giorni o anche di diversi anni dall’intervento. I più comuni sintomi del linfedema sono: il gonfiore, il senso di pienezza o pesantezza al braccio interessato, la difficoltà ad alzare l’arto, l’irrigidimento della pelle, la riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano o del polso, la difficoltà a infilare il braccio nella manica della giacca o della maglia, il senso di compressione dato da anelli, orologio o braccialetti. Possiamo distinguere tra: ◗ linfedema postoperatorio: dovuto al trauma chirurgico; ◗ linfedema secondario: dovuto a traumi o a processi di tipo infiammatorio, compare a distanza di mesi o anche anni dalla data dell’intervento. Inoltre, il linfedema può essere: ◗ transitorio: compare immediatamente dopo l’operazione, è dovuto all’interruzione linfatica e si risolve in poco tempo; ◗ cronico; ◗ evolutivo; ◗ acuto infiammatorio: causato da un’infezione. Il trattamento del linfedema Nel caso in cui il linfedema dovesse presentarsi, una serie di soluzioni da concordare con il proprio medico possono essere d’aiuto a risolvere il problema. In particolare: ◗ le terapie fisico-motorie (linfodrenaggio manuale e meccanico, ginnastica, nuoto, tecniche di rilassamento); ◗ la dieta ipocalorica, ipolipidica e ipoclorica; ◗ il trattamento farmacologico (fibrinolitici, diuretici per la diminuzione dei depositi interstiziali, antistaminici e antinfiammatori, antibiotici in caso di linfangite, antimicotici in caso di micosi); ◗ l’intervento chirurgico (anastomosi linfo-venosa). Continua a pagina 18 A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER INFORMAZIONI UTILI! PAGINA 18 Le posizioni di drenaggio In relazione alla gravità del linfedema, il medico valuterà la soluzione migliore o una combinazione tra le diverse terapie. In ogni caso, alcune accortezze possono essere utili per contribuire a risolvere la situazione. Per aiutare il drenaggio del liquido, infatti, è utile assumere regolarmente le cosiddette posizioni di drenaggio, in modo da sfruttare la forza di gravità per favorire lo scorrimento verso il collo. ◗ A letto: appoggia il braccio su un cuscino piegato, sistemato al lato del corpo, in modo che risulti in posizione declive rispetto al tronco. ◗ Da seduta: appoggia sempre il braccio o sul tavolo o sul bracciolo della poltrona, in modo che la mano sia più in alto della spalla. La prevenzione del linfedema L’infezione, o più specificatamente la risposta del corpo all’infezione, può indurre la formazione del linfedema. Alcuni semplici accorgimenti, che devono diventare vere e proprie abitudini quotidiane, possono però allontanare il rischio quasi del tutto. In particolare: 1. Applica regolarmente una crema idratante. 2. Pulisci con attenzione eventuali tagli o graffi e, se necessario, applica una crema antibiotica e copri la ferita. 3. Non fare il bagno con acqua eccessivamente calda ed evita bruschi sbalzi di temperatura. 4. Evita l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde e proteggiti da eventuali scottature utilizzando sempre la crema solare. 5. Cerca di evitare le punture degli insetti, proteggendoti con creme e spray repellenti. 6. Indossa un paio di guanti per le attività di giardinaggio o simili e non fare mai attività troppo pesanti. 7. Evita movimenti che comportino uno sforzo ripetuto da parte della muscolatura del braccio: cerca di non stirare, lavare i vetri o lavorare a maglia troppo a lungo e non praticare sport che affatichino il braccio. 8. Non indossare gioielli stretti e in generale elastici che comprimino il braccio. 9. Fai molta attenzione quando ti radi le ascelle, in modo da non provocarti piccoli tagli. 10. Non sollevare carichi pesanti con il braccio a rischio. 11. Quando viaggi in aereo indossa sempre una gomitiera compressiva (disponibile in un negozio di prodotti medici) per equilibrare gli sbalzi di pressione. 12. Evita prelievi di sangue dal braccio a rischio e fatti misurare la pressione dall’altro lato. A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER 19 PAGINA ANGOLO DEL PIACERE Gusto & Salute Ingredienti: 240 gr di riso basmati; 3 carciofi tagliati sottili; 80 gr olive nere liguri; 1/2 cespo di radicchio rosso; 1 spicchio d’ aglio; 2 cucchiai di olio d’ oliva, 1 cucchiai di aceto di riso 1 cucchiai di tamari (salsa di soia); sale marino quanto basta Il tortino salato Riso e carciofi per un gusto ricco Cottura: 40 min. Dose 6 persone Calorie 236 In una pentola a pressione, fate saltare l’ aglio tritato con un cucchiaio d’ olio. Aggiungete i carciofi e saltate qualche minuto. Unite il riso, aggiungete acqua (il doppio del volume del riso), sale e l’ aceto di riso. Portate in pressione, spostate su un fuoco piccolo e cuocete per 35 min. A fine cottura unite le olive, il tamari, mescolate, fate intiepidire. Unite il radicchio, servite con uno stampino. Ricette dello chef Giovanni Allegro A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected] NEWSLETTER! PAGINA 20 SOSTIENICI SENZA SPENDERE!!! Apponi la tua firma nell’apposito riquadro del modello fiscale (CUD/ 730/Unico) ed il 5 per mille della tua imposta verrà destinata all’A.N.D.O.S. onlus Nazionale. Per sceglierci dovrai indicare il codice fiscale della nostra associazione : 03387070968 - GRAZIE! Scelta del contribuente: cosa fare per destinare la quota (Agenzia delle Entrate) Il contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), firmando in uno dei cinque appositi riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione (Modello Unico PF, Modello 730, ovvero apposita scheda allegata al CUD per tutti coloro che sono dispensati dall’obbligo di presentare la dichiarazione). È consentita una sola scelta di destinazione. Oltre alla firma, il contribuente può indicare il codice fiscale del singolo soggetto cui intende destinare direttamente la quota del 5 per mille. I codici fiscali dei soggetti ammessi al beneficio sono consultabili negli elenchi pubblicati. Attenzione: la scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell'8 per mille (Legge 222/1985) non sono in alcun modo alternative fra loro. A.N.D.O.S. onlus Nazionale |Via Peschiera,1| 20154 Milano| | Tel./fax: 0280506552 | [email protected]