La comunicazione interculturale prof. Bruno Mazzara Presupposti • La motivazione umana; bisogni di base vs bisogni “superiori”; bisogni biologici vs cognitivi • Processi psico-sociali fondamentali: – – – – – – formazione impressioni e percezione interpersonale processi cognitivi; schemi; categorizzazione; stereotipi tratti di personalità e capacità individuali; intelligenza relazionale influenza sociale e persuasione il sé e l’autostima identità sociale e relazioni intergruppi • L’interazione comunicativa come luogo di costruzione collettiva della conoscenza • Il modello relazionale; la pragmatica della comunicazione; il ruolo della CNV. 1 La dimensione culturale • • • La natura socio-culturale della mente; la natura discorsivo-narrativa delle interazioni sociali; dei processi psicologici fondamentali Quale definizione di cultura; quale ampiezza del contesto di riferimento; la cultura come contesto di significazione; l’insieme delle presupposizioni implicite Alcune dimensioni operative: – – – – • individualismo/colletti vismo la gestione dello spazio e del tempo asimmetria, potere e dinamica up/down nuovi contesti di interazioni in rete Alcuni ambiti applicativi – – – – – il lavoro e le organizzazioni la scuola e i processi formativi salute, malattia e processi di cura relazioni intergruppi; processi di immigrazione psicologia economica, marketing, turismo Modello informazionale emittente codifica canale decodifica ricevente • informazioni sullo stato del mondo • con un inizio e una fine • alla fine del processo il ricevente possiede la stessa quantità di informazioni; o una quantità proporzionale all’efficacia del canale; e dei processi di codifica/decodifica • alla fine del processo i ruoli si invertono; l’emittente diventa ricevente e viceversa; il feedback • prevalenza del codice verbale; il non-verbale come supporto. 2 Modello relazionale emittente codifica canale decodifica ricevente • informazioni sullo stato del mondo + informazioni sull’identità e sulla relazione • permanente: “non si può non comunicare” • con feedback costantemente reciproco • con prevalenza della comunicazione non verbale • con costante dinamica di posizione; asimmetria up/down; contesa di potere; di sguardo sul mondo La prospettiva pragmatico-relazionale • la teoria degli atti linguistici • il contratto di comunicazione; presupposti, finalità e gestione dello scambio comunicativo • affermare se stessi; la comunicazione come contesa sociale; dialettica up/down • affermare il proprio punto di vista; la contesa per il significato; interpretare il mondo insieme agli altri • la cultura come sedimento di costruzione condivisa del mondo. 3 La “performance” • prospettiva pragmatica; etnometodologica; Goffman: la vita quotidiana come rappresentazione • la ritualità dell’agire quotidiano; le aspettative degli altri; l’assunzione di ruolo • presentazione di una prospettiva; assunzione di un punto di vista; dichiarazione di responsabilità (propria o di altri) • dichiarazione di appartenenza; di scopi condivisi con un in-group; di posizione nei confronti dell’out-group • capacità di interpretazione del ruolo; uso degli artifici retorici; della lingua; il senso estetico nell’uso del linguaggio • la capacità narrativa; la capacità di controllo del flusso delle interazioni • giudizio degli altri vs auto-giudizio personale; autoriflessione; ricostruzione della propria storia. La “indessicalità” • il significato dipende dal contesto; le convenzioni culturali e subculturali • per molti termini ed espressioni verbali la definizione del contesto (anche linguistico) è pressocché totale; es. i pronomi (personali, dimostrativi, possessivi) • una ‘scala’ di livelli successivi di indessicalità (Silverstein 1967); la quantità di contesto cui si ha necessità di accedere per definire il significato • l’accento come indice di appartenenza; di atteggiamento nei confronti di una comunità di parlanti. 4 La teoria degli atti linguistici • Austin (1969): Fare cose con le parole • Atti locutori: il parlare in sé • Atti illocutori: l’effetto del parlare sul mondo • Atti perlocutori: l’effetto del parlare sulle credenze dell’interlocutore. Un esempio: i saluti • pratica universale; primo atto di riconoscimento dell’interlocutore • definizione del contesto vs riconoscimento e accettazione del contesto; stabiliscono un campo percettivo condiviso • all’inizio dell’interazione; ma non necessariamente come prima informazione • lo stato delle relazioni; significativo se mancano • l’occasione dell’interazione • strutturati in coppie adiacenti; predicibili e standardizzate. 5 Il principio di cooperazione (Grice 1967) “Dare il contributo al momento opportuno, così come richiesto dagli scopi e dall’orientamento della conversazione in cui si è impegnati” • massima della quantità: né troppa né poca • massima della qualità: contributo creduto vero; di cui si hanno prove • massima della rilevanza: pertinenza all’argomento • massima della maniera: chiarezza, non ambiguità, brevità, ordine. La gestione dell’interazione • il meccanismo del turno; interruzioni e sovrapposizioni; marcatori discorsivi • il mantenimento del tema; le sequenze laterali • carattere sconnesso del linguaggio parlato; riempire i vuoti di significato • inizio/fine dell'interazione; convenevoli; saluti; gestione della presentazione • prime fasi della conoscenza; formazione delle impressioni • pronomi di indirizzo • fratture comunicative e procedure di recupero. 6 I marcatori discorsivi • • • • • funzioni interattive vs metatestuali marcatori di turno, di presa, di cessione richiesta di feed-back, di accordo conoscenza condivisa, modulazione conferma di accordo, di ricezione, di attenzione; richiesta di spiegazione • rapporto fra parti del testo; focalizzatori; riformulatori L'uso della lingua • il tono della voce: alto vs basso; aggressivo vs dimesso; coinvolgimento vs irritazione; enfasi vs neutralità • velocità: collaborazione; autocontrollo • costruzione del periodo: imperativo e futuro; superlativi e comparativi; interrogativi e negativi • pronomi di indirizzo; appellativi • la struttura del testo: lineare, lineare con variazioni, a spirale. 7 Up and down: chi conduce e chi segue • Svolgimento regolare; situazione non conflittuale: – situazione asimmetrica e ruoli fissi – situazione paritetica e ruoli alternati • Svolgimento irregolare; escalation della conflittualità: – mancato riconoscimento dell'asimmetria – incomprensioni comunicative. CNV/1 • gesti simbolici espliciti, consapevoli vs impliciti, inconsapevoli • dinamiche culturali, contestuali, individuali • il volto; l'espressione delle emozioni; il valore culturale del controllo • gli occhi: sguardo diretto; franchezza vs sfida; regolazione fine delle interazioni • sorriso: ascolto vs assenso; sintonia affettiva vs imbarazzo • braccia, mani, gambe, piedi. 8 CNV/2 • la quantità di gesticolazione: espansività vs invadenza; comunicativa vs aggressione • odori, profumi, umori del corpo • toccarsi: se, quando, dove è lecito • la distanza interpersonale: personale, pubblica, sociale • la collocazione spaziale: di fronte, di lato, dietro • l'occupazione dello spazio: spazio aperto vs spazio chiuso; chi è padrone dello spazio. • Linguaggio in quanto strumento sociale Realizzare lo sguardo congiunto sul mondo; l'altro in quanto partner di conoscenza • Nelle parole la storia dello sguardo sul mondo di una comunità • Il fascino dell'etimologia; la forza della metafora • La "pragmatica" della comunicazione. 9 Funzioni della comunicazione • Trasmettere informazioni : assumere (o dare) notizie sullo stato del mondo; il fascino della scienza • Esprimere emozioni : cercare risonanza empatica; il fascino della poesia. • Compiere azioni : adeguare il mondo al nostro progetto; il fascino del potere. Individualismo/collettivismo • (cfr. Hofstede 80; Argyle et al. 86; Bond et al.85; Triandis 95) • nelle cultura vs nelle nazioni; vs nelle persone, nelle situazioni, nei gruppi, nella storia individuale • una lunga storia in filosofia; nelle scienze umane; la definizione del rapporto individuo-società • il legame con la lingua; con la comunicazione; orientarsi nel mondo con le lenti della cultura • il legame con i processi di globalizzazione; processi migratori; contatto intergruppi • la dimensione gerarchica: verticale vs orizzontale • gli aspetti metodologici. 10 Individualismo… Sindrome socio-culturale nella quale gli individui: • sono scarsamente legati • vedono se stessi come indipendenti dai collettivi • sono motivati ad agire sulla base delle loro preferenze, bisogni, diritti e contratti che hanno stabilito con gli altri singoli • danno priorità agli scopi personali su quelli degli altri • enfatizzano l’analisi razionale dei vantaggi/svantaggi dell’associarsi agli altri. Collettivismo… Sindrome socio-culturale nella quale gli individui: • sono strettamente legati • vedono se stessi come parti di uno o più collettivi • sono motivati ad agire innanzitutto da norme e doveri imposti da questi collettivi • danno priorità agli scopi collettivi più che ai propri personali • enfatizzano la propria connessione agli altri membri del collettivo. 11 Dimensioni in gioco • la definizione del sé; indipendente vs interdipendente; caratteristiche che differenziano vs che uniscono; radici dell’ autostima • definizione degli scopi, obiettivi, motivazioni • l'espressione delle emozioni; mezzo di definizione individuale vs regolazione delle azioni sociali • le relazioni; mezzo vs fine; modalità di acquisizione e di rottura • la socializzazione; l’acquisizione dei valori fondamentali Valori in gioco • in-group; famiglia, discendenza • religione • competizione vs cooperazione; successo individuale vs armonia; il comportamento di aiuto • autonomia, giustizia, responsabilità • ..vs pazienza, compassione, sofferenza • valori materiali vs immateriali • verità oggettiva vs socialmente costruita • onore; il ‘salvare la faccia’; • innalzare vs abbassare se stessi rispetto agli altri • l'abilità vs lo sforzo. 12 Basso vs alto contesto • Il significato nella persona, nella mente, nelle parole... • ...vs nella situazione, nelle norme, nei ruoli • norme e valori assoluti vs relativi • comunicazione: – – – – – esplicita completa pubblica specifica diretta vs vs vs vs vs implicita incompleta privata generica mediata. Spazio e tempo come dimensioni nascoste E.T. Hall: Il linguaggio silenzioso, 1959; La dimensione nascosta, • • • • • 1966 antecedenti: antropologia relativistica; relativismo linguistico (Boas, Sapir, Whorf); evoluzionismo; la cultura come "estensione" dell'organismo territorio di intersezione tra psicologia, antropologia, semiotica, sociologia; prospettiva operativa; la riprogettazione dei sistemi urbanistici; delle pratiche di comunicazione interculturale; interpersonale e internazionale possibili problemi: ottimismo illuminista; radicalismo moralista la cultura come comunicazione. 13 Il tempo • (cfr. Hall 83; Levine 89) • • • • • • • lungo o corto; fisso o elastico; concezione monocronica vs policronica risorsa scarsa; tempo=denaro; ...vs mezzo di regolazione dell'armonia sociale; convenevoli strutturato: evitamento dell'incertezza; 'scaletta' e ordine del giorno disagio per il "tempo vuoto"; il valore comunicativo del silenzio passato e futuro: se, come e quando è lecito allontanarsi dal presente ... il tutto usabile in contesa up/down. La comunicazione "sessuata"/1 • Sesso vs genere; natura vs cultura • Gli aspetti socio-economico-politici; nominare e dominare; il maschile come norma; struttura e storia della lingua • Entità delle differenze; "bilinguismo" sociale e culturale; universi separati; incomprensioni • Fonte delle differenze: caratteristiche biopsicologiche vs sociali e culturali. 14 La comunicazione "sessuata"/2 Femmine Maschi • Insicurezza, frammentazione • Cortesia, gentilezza • Non espressione dissenso • Eufemismi e perifrasi • Risposta interrogativa • Sicurezza, linearità • Fermezza, formalità • Dissenso e sfida • Espressioni dirette • Interrogazione di comando In definitiva: Orientamento al legame Orientamento all'indipendenza Orientamento alla simmetria Orientamento alla gerarchia 15