LIBRINFORMA MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it Rossella Brodetti, Graziella Conte SCUOLA FORMAZIONE DIDATTICA LAVORARE PER L’INTERCULTURA La ricerca azione della Scuola di Formazione interculturale del MCE Con CD Rom A cura di Maurizia Di Stefano Quaderni di Cooperazione Educativa Edizioni Junior N. 3 , aprile 2012 LE SCIENZE UMANE AREA GEO – STORICO – SOCIALE Libri e bibliografie A cura della Redazione di Venezia Via G. Ciardi, 41- 30174 Mestre t. 041.952362 – [email protected] Il testo propone il racconto dell'esperienza di ricerca-azione condotta a partire dal 1995 dal gruppo MCE denominato Scuola di Formazione lnterculturale. Un'esperienza maturata in un terreno delicato e centrale,quello della formazione adulta, oggi piuttosto battuto. Le persone che hanno condiviso questo percorso hanno scelto di mettersi in gioco nella relazione educativa, riflettendo sui bisogni che quotidianamente emergono per cercare le risposte possibili, per quanto parziali e mai definitive,a questi bisogni, in termini di proposta formativa. Nel testo si spiegano le motivazioni e le specificità della proposta e in che modo questa differisce da altre analoghe; si dà conto delle scelte operate, rispetto ai temi affrontati e alle metodologie adottate, in base ai riferimenti pedagogici e di antropologia culturale della tradizione MCE; si esplicita il percorso di autoformazione compiuto dal gruppo di ricerca, che ha permesso di maturare quelle scelte, in relazione al contesto sociale, politico e culturale della realtà italiana di questi anni; si cerca di far comprendere in che modo la formazione adulta può riversarsi nella quotidianità del lavoro didattico, evitando meccanicismi e banalizzazioni. L'idea di formazione che ne emerge è quella di proposte in grado di aprire spiragli di consapevolezza sul senso dell'educare tra le culture, e oltre le culture. Al centro di tale percorso c'è l'identità personale, come presupposto da indagare per prendere coscienza della propria identità professionale. Partire da sé e imparare a riconoscere l'apparente fissità delle proprie appartenenze identitarie e rendere esplicite le comici, i modelli culturali di riferimento, derivanti dal proprio percorso di vita, e quelli che stanno nello sfondo professionale nel quale si lavora, con i quali si interpretano e si valutano le situazioni, fare i conti con la potenza strutturante dell'implicito che c'è in ogni contesto dove si opera: il singolo gruppo classe, l'istituto, l'intero sistema educativoscolastico. Si tratta di una formazione che propone un approccio possibile per ri-conoscersi e individuare gli spazi d'apertura verso gli altri, le possibilità di mediazione. MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA INDICE Prefazione (Damiano Stufara) Introduzione (Diana Cesarin) Un impegno che viene da lontano . Mala tempora currunt L'immagine dell'immigrato come costrutto sociale e mediatico.. Oltre il pregiudizio: informarsi, decostruire gli stereotipi, comprendere Immigrazione ed Europa . L'incontro come potente stimolo al cambiamento Consapevolezza, mediazione, cura del contesto: il cuore della proposta formativa della SIF L'irriducibilità del corpo; L'incontro e la mediazione . La cura del contesto Capitolo 1 – II progetto Le premesse ; Le condizioni di partenza Lo spostamento del punto di vista . L'ascolto ; Personale e professionale Il valore educativo della relazione . Lo sfondo integratore ; La proposta Capitolo 2 -Strumenti e metodi Cooperazione e Intercultura Il laboratorio MCE ; Laboratorio e apprendimento "Apprendere" una mentalità interculturale . Il laboratorio nella pratica della SIF Cura della cornice: le ritualità . La corporeità, la narrazione, la riflessione sull'esperienza Osservazione e auto-osservazione Capitolo 3 -La trasferibilità nei contesti educativi Ricerca-azione Le condizioni del contesto scolastico, tra limiti e risorse Dal contesto alla relazione educativa Contenuti e metodi per un approccio interculturale I temi mediatori ; L'identità . Un lavoro sui punti di vista . Per concludere Capitolo 4 -Esperienze di formazione e auto-formazione: un po' di storia Lo sfondo Partire da sé: memoria, corpo, identità L'intercultura oltre la scuola: accoglienza, gestione dei conflitti, mediazione I linguaggi della mediazione interculturale . Dall' io al noi La narrazione: metodo e contenuto Da ospiti a cittadini: esc1usione/incIusione Da ospiti a cittadini: spaesamento/appaesamento Una riflessione al margine . Appendice Bibliografia Testi a carattere generale; materiali di educazione e mediazione interculturale nella scuola e nei servizi. Graziella Conte, insegnante elementare, insegna italiano agli stranieri nel CTP della scuola "Di Liegro" di Roma e fa parte dell'équipe della SIF dal 1994. Rossella Brodetti, insegna nella scuola secondaria di primo grado "L.L. Radice" di Roma, fa parte dell'équipe della SIF dal 1994e la coordina dal 2003. Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior www.mce-fimem.it Lando Landi LA STORIA DI HULA Un’avventura nella preistoria Quaderni di cooperazione educativa Edizioni Junior Al volume è allegato il Cd-rom contenente lo schedario operativo. Un bambino preistorico conduce il lettore a scoprire il suo mondo misterioso, insegnando le più elementari tecniche di sopravvivenza: come accendere il fuoco, costruire un coltello di pietra, una borsa di pelle, degli indumenti preistorici. Anche se il racconto che introduce e motiva lo schedario operativo (che costituisce la seconda parte del libro) è del tutto immaginario, l'autore ha cercato di dare credibilità scientifica alle avventure del protagonista muovendosi solo all'interno delle conoscenze attendibili che si posseggono attualmente sulla preistoria. Nella preparazione di questo libro, l'autore si è ampiamente giovato delle esperienze maturate durante la conduzione di numerosi laboratori e corsi di formazione per la didattica della storia e l'educazione ambientale e, soprattutto, delle competenze acquisite nel campo dell'archeologia sperimentale e delle osservazioni sul comportamento dell'orso e del lupo effettuate nel Parco Nazionale d'Abruzzo. Per il metodo di lavoro proposto e per la serietà della trattazione, il volume si colloca in quel filone di studi storico-antropologici che tanto ha occupato e occupa il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE). INDICE Quattro chiacchiere con insegnanti e genitori IL RACCONTO- La storia di Hula Sulla pista del bisonte . La valanga . Darka. Nel branco dei lupi . Una brutta avventura. Un nuovo nemico: il freddo . Fame! La caccia . Un inverno nella caverna . Il cerchio si chiude SCHEDE DI LAVORO Il mondo di Hula. La vita nel paleolitico superiore. Il protagonista. Che specie di uomo era Hula? . Disegna Hula L'ambiente. La diversità degli ambienti . Quali animali vivevano al tempo di Hula? Il paesaggio. Le piante dell' era glaciale . Gli animali dell'era glaciale. Il linguaggio dei lupi. Hula e Darka Le abitazioni dei cacciatori. Un accampamento preistorico. Costruiamo una tenda dei cacciatori nomadi L'abbigliamento. Una casacca come quella di Hula . Un paio di guanti per il grande freddo. Come costruire una borsa di pelle . Collane di steatite . La tecnologia. Gli strumenti dell'uomo preistorico . Come costruire un coltello di pietra . Come costruire un'accetta di pietra come quella di Hula . Come costruire un propulsore con la sua zagaglia . Come fabbricare una corda preistorica . Prova ad accendere il fuoco come faceva Hula L'economia. Una ricetta preistorica. L'arte. Piccole sculture di grandi artisti . Pitture preistoriche. La vita sociale. Vita quotidiana in un accampamento paleolitico . L'incontro . Un altro finale.. L'avventura di Hula. Un gioco da tavolo . SCHEDE DI CONTROLLO Il protagonista. Che tipo di uomo era Hula? L'ambiente. La diversità degli ambienti .Quali animali vivevano al tempo di Hula? Le piante dell' era glaciale . Gli animali dell' era glaciale La tecnologia. Gli strumenti dell'uomo preistorico. La vita sociale. Vita quotidiana in un accampamento paleolitico. Glossario Lando Landi insegna Didattica della Storia presso la facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Firenze. In passato ha insegnato come maestro presso la Scuola-Città Pestalozzi di Firenze. Ha collaborato alla preparazione di testi scolastici, guide didattiche, programmi televisivi per ragazzi e riviste specializzate in campo educativo. Conduce corsi di formazione per insegnanti e laboratori didattici nella scuola primaria relativi ad argomenti di storia e preistoria. Tra le molte pubblicazioni si segnala: Storia locale e didattica della storia (Franco Angeli); Metodi e tecniche per insegnare storia (Giunti e Lisciani Editori); Il bambino e la storia (Carocci Editore); Raccontare la preistoria (Carocci Editore); Insegnare la storia ai bambini (Carocci Editore). Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it Orietta Busatto, Roberta Sambo, Patrizia Scotto Lachianca IL MONDO E I FUTURI POSSIBILI giochi, attività, simulazioni Biblioteca di lavoro dell’insegnante Edizioni Junior Affrontare la realtà e i rapporti che caratterizzano la dimensione sociale non è mai un percorso individualistico e può essere realizzato solo nella dialettica “io-tu”. Per dirla con P. Freire “Nessuno educa nessuno, e neppure se stesso. Gli uomini si educano in comunione, attraverso la mediazione del mondo. A questa idea si ispirano le attività proposte in questo fascicolo. Genitori, educatori insieme a bambini e ragazzi vi troveranno giochi di cooperazione, di progettazione di mondi possibili e sui futuri probabili e auspicabili. Dalle situazioni di gioco si potranno sviluppare riflessioni critiche sui propri comportamenti e sul proprio modo di relazionarsi con gli altri e con il mondo circostante. I giochi di gruppo, infatti, sono ancora nella società contemporanea un luogo eccezionale di apprendimento dello stare insieme. Nel modello che proponiamo, il gioco non è solo nelle mani del bambino, o nelle attese del genitore, e nemmeno patrimonio esclusivo della fantasia dell’educatore, ma è dentro la relazione: ciò che è e ciò che potrebbe essere, ciò che ciascuno pensa e sente con e per l’altro, coesistono in questo spazio dell’immaginario, che si offre come mediazione per affrontare gli inevitabili conflitti, apprendere uguaglianze e differenze, praticare regole condivise, preludio alla costruzione di nuovi legami sociali. Il tempo del gioco è un tempo gratuito libero da incombenze ed ansietà; nasce dalla convinzione del suo valore e della potenzialità che ne scaturiscono. L’adulto assume uno sguardo ed un’attenzione diversi sull’infanzia riscoprendo lati di sé rimossi. INDICE PREMESSA di Giancarlo Cavinato PARTE PRIMA . GIOCHI DI RISCALDAMENTO PARTE SECONDA. GIOCHI SULL’INFORMAZIONE, SULLA COMUNICAZIONE, SUL MONDO L’INFORMAZIONE. LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE FRA IL Sé E L’ALTRO . IL MONDO GIOCHI SUL POTERE . CONFLITTO, NEGOZIAZIONE, COOPERAZIONE . NEGOZIAZIONE . CONTRASTO ALL’ETNOCENTRISMO E ALLA FORMAZIONE DI STEREOTIPI PARTE TERZA . ESPLORARE I FUTURI ALTERNATIVI GIOCHI DI IMMAGINAZIONE E PROIEZIONE NEL FUTURO GIOCHI DI SIMULAZIONE . ATTIVITà DI PROGETTAZIONE . BIBLIOGRAFIA MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it Giovanna Scopetani DALLE STORIE ALLA STORIA Un percorso di storia costruito tra metodologie e linguaggi trasversali Quaderni di Cooperazione Educativa Edizioni Junior Il testo racconta un'esperienza di ricerca storica. L'analisi di testimonianze, fotografie, cartoline, lettere, e dei relativi testi, permette di ricostruire storie personali, familiari e generazionali ma anche la grande tragedia collettiva: microstorie e macrostoria. Gli strumenti utilizzati hanno carattere multidisciplinare e plurilinguistico. Dalla prefazione di Paola Falteri Le attività sulla storia personale nel primo ciclo, sulle origini del mondo o i miti, sul proprio albero genealogico o la "storia dei nonni" nel secondo ciclo, non sono intese semplicemente come propedeutiche o predisciplinari, ma come essenziali per la maturazione progressiva di una visione storica delle cose. Vale la pena forse rilevare che queste direzioni di lavoro rischiano talvolta di essere considerate adatte solo ai più piccoli e quindi miniaturizzate, a misura di bambino. In realtà sono tutt'altro che semplici e banalizzabili. Tante volte abbiamo avuto occasione di sostenere che la storia personale, ormai parte integrante delle attività del primo ciclo, dovrebbe essere ripresa in altre età - certo con altri modi - e che l'autobiografia è uno spazio essenziale per la riflessività. E lo stesso potremmo dire per i grandi interrogativi connessi alle origini del mondo e della propria esistenza. Ma in particolare vorrei rimarcare l'importanza di ciò che si indica sinteticamente come storia dei nonni. I mutamenti intervenuti nella forma di vita lungo gli ultimi decenni, sono stati così radicali che i soggetti stessi che li hanno vissuti stentano ad elaborarli e quelli che non li hanno conosciuti direttamente hanno una comprensibile difficoltà a configurarseli. Chi, come me, è nato nell'immediato Dopoguerra, ha trascorso la sua infanzia senza televisione, né telefono, né frigorifero, né auto privata, né tanto meno computer. E accanto alle trasformazioni della cultura materiale, nominiamo almeno, tra tutti gli altri ambiti di esperienza, le differenze di genere e di età, che nella mia generazione hanno modulato in modo assai diverso la costruzione dell'identità sessuata, il rapporto con gli adulti, le fasi di passaggio che scandiscono l'esistenza. Queste mutazioni hanno aperto per le scienze umane interrogativi inediti sugli esiti attuali del cambiamento, soprattutto per quanto riguarda i contesti in gran parte o del tutto nuovi in cui le ultime generazioni si trovano a crescere. In fondo non sappiamo ancora bene come, ad esempio, la massiccia prevalenza delle esperienze indirette (mediate dalla comunicazione) e delle esperienze formali (predisposte dagli adulti e dagli apparati come i media e la scuola stessa) rispetto a quelle vissute in prima persona e in modo informale, incidano sulla costruzione del sé e sugli apprendimenti. Tuttavia sappiamo, quanto meno, che i ritmi accelerati dei tempi attuali e l'urgenza della contemporaneità non deve distrarre dall'esigenza di acquistare una qualche coscienza del mutamento, pena di sminuire la nostra capacità di orientarci, di partecipare attivamente e di intervenire. È quindi essenziale che questa comprensione sia attivata a partire dalle elementari ed altrettanto importante sarebbe che gli ordini successivi di scuola raccogliessero lo stesso impegno e gli dessero seguito, senza considerarlo esaurito con l'infanzia: quando i ragazzi sono più grandi, possono capire meglio le forme e le ragioni del cambiamento, ma solo se ne hanno interiozzato il riconoscimento. Il lavoro che qui presentiamo, si caratterizza inoltre per la scelta di prendere ad oggetto della ricerca didattica le due guerre mondiali ed il fascismo: la timidezza o la reticenza che talvolta la scuola ha mostrato nell'affrontare le vicende del Novecento, ha deprivato gli allievi di un'opportunità necessaria di conoscenza, adducendo a giustificazione la difficoltà che si incontra a trattare del passato recente, come se la correttezza educativa e metodologica dell'approccio fosse garantita solo dalla distanza che ci separa dai fatti e come se la loro complessità diminuisse automaticamente con il passare del tempo. INDICE CARI RAGAZZI PRESENTAZIONE DEL MINISTRO LUIGI BERLINGUER PREFAZIONE di Paola Falteri Perché UN LIBRO? QUALE CURRICOLO? RINGRAZIAMENTI PRIMA PARTE: LA PRIMA GUERRA MONDIALE MEMORIE FAMILIARI . PERCORSI FARE SCUOLA CON IL CINEMA FRA VECCHIE CARTOLINE E FOTO PAROLE CHIAVE . IL LAVORO DELLO STORICO INCONTRARE UN POETA. SCRIVERE POESIE SECONDA PARTE: FASCISMO E SECONDA GUERRA MONDIALE TEMPESTA DI PAROLE . INTERVISTE AI NONNI LA VISITA ALL’ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA AL LAVORO SUI DOCUMENTI . GUERRA A FIRENZE IL PASSAGGIO DEL FRONTE. I RICORDI DEI NONNI ESSERE PARTIGIANI .BRUNDIBAR O DELLE DOMANDE MANCATE UN PERCORSO DENTRO I FILM APPENDICE CONCLUSIONI Giovanna Scopetani, insegnante elementare a 'Scuola città Pestalozzi' di Firenze, Giovanna é attiva nel gruppo fiorentino MCE e ha fatto parte della redazione dei Quaderni di cooperazione educativa. E' maestra che ben ha presente l'importanza di un radicamento della scuola nella vita del quartiere, di un dialogo fra associazioni, enti, famiglie, amministrazione, scuola. Particolarmente interessata alla ofrmazione storica di base. Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it Marinella Badino, Marina Martignone, Maria Angela Trucco, Concita Tudor Manciagli TUTTI GLI SPAZI DEL MONDO Un approccio antropologico alle scienze Quaderni di Cooperazione Educativa Edizioni Junior Il filo conduttore del libro è un'indagine operativa sugli aspetti cognitivi ed emotivi, sulla poesia e sulla logica, sulle acquisizioni della scienza moderna e sulle persistenze di concezioni più antiche, sulle valenze simboliche e sul linguaggio audiovisivo. Sul piano generale i nuovi contributi esplicitano le intuizioni, frutto di una pratica quotidiana fondata sulla ricerca, già presenti nella precedente edizione, alla luce delle nuove acquuisizioni nel campo dell'ecologia e delle scienze cognitive. Sul piano didattico si propongono diverse letture dello spazio che partendo dall'esplorazione sul campo attivano strategie di osservazione e linguaggi inusuali; anche il complesso rapporto fra realtà e rappresentazione viene indagato attraverso immagini del mondo codificate dalla cartografia IL CORPO, LO SPAZIO, I TERRITORI E LE MAPPE. Presentazione di Giancarlo Cavinato Questo è l'ambito di intervento della proposta che una commissione di ricerca del gruppo nazionale antropologia culturale del M.C.E. ha elaborato partendo da una riflessione sulle forme storiche di conoscenza e su come queste si siano influenzate reciprocamente. Il gruppo ha cioè storicizzato, e quindi relativizzato, le categorie di base del modo di conoscere occidentale: tempo, spazio, causalità, logica,…, ampliandole e accostandovi altri strumenti conoscitivi: le immagini profonde, la metafora, il principio di indeterminazione, le geometrie non euclidee, l'immaginario, la bi-logica,… Il che consente una rivisitazione delle conoscenze attraverso una trama inter, pluri e trans disciplinare, che attraversa i domini più svariati consentendo ai ragazzi di cogliere le interrelazioni profonde, le analogie , le differenze fra l'arte, la geografia, la geografia, la fisica, l'astronomia, l'urbanistica, l'archeologia, la psicologia della percezione,… Storicizzare le forme di conoscenza vuol dire riconoscere le radici del nostro pensiero e apprendere a leggere come condizioni contestuali concrete, come varianti, non come dati assoluti, le categorie di base del ragionamento. Vuol dire anche capire che le rappresentazioni ( di spazi, tempi, corpi,…) non sono le cose ma loro immagini convenzionali. Perché è necessario un 'approccio antropologico alle scienze'? Per una formazione dei ragazzi al passo con i grandi cambiamenti concettuali e scientifici che da oltre un secolo hanno sconvolto paradigmi e modelli interpretativi plurisecolari, è necessario mettere in discussione la tradizionale classificazione delle discipline e delle scienze così come la filosofia, la cultura, la scuola l'hanno codificata. Ciò che separa e ciò che avvicina forme di pensiero ed elaborazioni di esperienze non è definito una volta per tutte e ha dei confini soggetti a continue, profonde ridefinizioni. Ad esempio lo steccato che separava fisica e chimica, o chimica e biologia, è stato soggetto a spostamenti continui, e così per molte altre scienze- alcune delle quali nel tempo perdono la loro funzione ( si pensi ad es. alla trigonometria) in base a nuove soluzioni e nuove strumentazioni che rendono necessari ampliamenti di campo o focalizzazioni su aspetti prima non evidenti. L'atteggiamento da formare sarà pertanto quello della duttilità di pensiero e della creatività scientifica (assieme a quella espressiva), in sostanza della disponibilità al cambiamento. Nel gruppo di antropologia, oltre ad una critica all'etnocentrismo ed all'eurocentrismo che hanno segnato gran parte della nostra tradizione di insegnamento storico-geografico, contribuendo a costituire un pensiero rigido e scarsamente aperto alla conoscenza e al confronto con la diversità, si è lavorato sulla principale separazione di campi disciplinari: quella che contrappone, in base al permanere di una divisione ottocentesca, scienze della natura e fisiche da un lato, scienze umane e discipline umanistiche dall'altro. La scommessa del gruppo è stata di mescolare gli ambiti, di farli interagire e contaminare in percorsi di apprendimento aperti ed evolutivi, in cui è difficile determinare quanto di poetico e metaforico e quanto di logico e 'scientifico' ci sia in rappresentazioni che da soggettive si fanno condivise sul cielo, sull'orientamento nello spazio urbano, sulla determinazione di posizioni relative nello spazio cartesiano, sull'arte contemporanea, sulla percezione visiva,… Da ultimo, il libro, corrispondentemente a quanto la fisica moderna ha evidenziato, non mantiene la separazione netta soggetto osservatore-oggetto osservato a cui la fisica seicentesca e in genere l'epistemologia scientifica moderna ci avevano abituato quale presupposto stesso della ricerca scientifica. Come descrive F. Capra ne 'Il tao della fisica', tale separazione e contrapposizione non regge ad una conoscenza globale della realtà in cui fra emozioni e ricezioni interne e fenomeni esterni non vi è soluzione di continuità e ciascuno costruisce la realtà in interazione con gli altri. Auguriamo agli insegnanti della scuola dell'obbligo che leggeranno il testo di utilizzare le esperienze, le proposte di lavoro, la metodologia suggerita, per impostare un piano di scienze che rispecchi la profondità del pensiero 'ingenuo' (apparentemente) dei ragazzi e consenta loro di affrontare con strumenti conoscitivi adeguati l'esplorazione e la costruzione, appunto, della realtà attorno a loro. INDICE PREFAZIONE INTRODUZIONE VENT’ANNI DOPO INTRODUZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE UN LABORATORIO DI SCIENZE UMANE. METODO E CREATIVITà IL CIELO è… IMMENSO… CHIARO… SCURO… SE IL CENTRO è NEL MEZZO, ALLORA TUTTO DEVE ESSERE ROTONDO COME LA TERRA UN ANGOLO GIRO è UN ANGOLO GRANDE COME UN CERCHIO …NESSUNO è STATO DATO PER DISPERSO… TURISTI PER GIOCO POESIA E TERRITORIO LA MEMORIA, IL TEMPO E LO SPAZIO MAPPE E TERRITORIO CONCLUSIONI Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it G. Cavinato, M. Marconi, N. Vretenar ATTREAVERSARE I CONFLITTI EDUCARE ALLA PACE Antologia da Cooperazione Educativa Edizioni Junior Il fascicolo che proponiamo - una raccolta di articoli e materiali prodotti dal MCE in questi anni vuole essere un contributo a docenti, studenti e genitori sul significato e sul valore dell' educazione alla pace e sulla riflessione pedagogica sui conflitti in un "viaggio" che attraversa, nella quotidianità del fare/essere a scuola, passato, presente, desiderio e attesa di futuro. Sono contributi prodotti in tempi e in base a emergenze educative e sociali diverse, tutti comunque ispirati alla necessità, per la nostra cultura, il nostro "modello di vita" occidentale, di una revisione profonda del modo di essere, di consumare, di vivere, di educare. Un "viaggio", quindi, che consenta di definire, percorrendo tali situazioni e le conseguenze che determinano negli individui, negli ambienti, nel mondo, cosa voglia dire e come sia possibile una scuola di pace. Un modo, cioè, di far scuola basato sull'accettazione profonda dell'altro, sulla cooperazione, sulle potenzialità di ognuno/a. La classe cooperativa è fin dall'inizio della storia del nostro movimento la sede "naturale" di presa in carico e risoluzione dei conflitti, consapevoli che un'educazione alla pace fatta soltanto di parole non è tale, e non produce cambiamenti profondi nel modo di essere, di relazionarsi, di stare al mondo. Il diritto di parola assegnato a bambini/e, ragazzi/e, non può essere limitato alla discussione di eventi anche tragici lasciando immodificato il contesto di apprendimento, non traducendosi in precise istituzioni e luoghi di presa di parola e di ascolto nell'ambito della classe e della scuola. E, certo, importante, ma non sufficiente, per capire l'idea di pace che c'è nei soggetti e nell'ambiente, ma deve trovare concretezza in attività di esperienza di gestione, di soluzione di conflitti, di impegno in un progetto condiviso, di cura. È solo l'attraversamento dei conflitti, la sperimentazione concreta e quotidiana del vivere insieme, dell'affrontare disagi, imprevisti, difficoltà, ricercando percorsi risolutivi, provando la fatica della mediazione e della rinuncia a facili scorciatoie di fuga, di rinuncia, di aggressione, che può aiutare ragazzi e adulti a guardare eventi - e le loro rappresentazioni attraverso i media - con consapevolezza critica, in un'ottica di contesto e di complessità. Troppo facile è, altrimenti, leggere gli eventi solo dalla parte dei più forti, schierarsi con i vincitori. Anche l'angoscia e la paura provocate dalle immagini, dalle parole, devono trovare nella scuola un luogo di elaborazione e di rielaborazione, uno spazio non giudicante dove emozioni e sentimenti possano essere espressi e compresi in una relazione educativa di accompagnamento, di aiuto, per non restarne soffocati e impotenti; per mantenere, invece, sempre aperta la porta al cambiamento, alla speranza di una pace giusta e solidale. La scuola, allora, ha un grande impegno e una grande responsabilità, e può fare molto e in molti modi diversi per l'affermarsi di una cultura e una mentalità di pace. Abbiamo visto in questi giorni le poche immagini, rubate da alcuni giornalisti coraggiosi, delle scuole clandestine in Afghanistan organizzate da gruppi di donne per bambine che, altrimenti, resterebbero segregate in una condizione di sudditanza e di violenta emarginazione, chiuse e prigioniere in un'identità negata. La scuola, per loro, è luogo e condizione di visibilità, di diritti riconosciuti e non negati, di cultura che apre alla pace perché si accompagna alla giustizia, al rispetto, alla valorizzazione delle differenze. Quelle bambine, significativamente provenienti da zone di miseria e violenza, ci mandano un messaggio forte sul loro bisogno di scuola e sul valore che vi attribuiscono, come unica speranza di un futuro possibile. Perché la scuola unisce ciò che altrove è separato. Sergio Neri, in un incontro nel primo periodo della guerra contro !'Iraq, disse che guerra e educazione sono inconciliabili. La guerra è il periodo della fretta distruttrice. I:educazione ha bisogno di tempo, lentezza, calma, non sopporta accelerazioni e sbalzi improvvisi. La guerra per prima cosa fa saltare i ponti per interrompere le possibilità di comunicazione fra territori, culture, lingue, gruppi umani, bisogni e progetti. Così anche le didattiche chiuse in schemi disciplinari rigidi separano e non consentono la comunicazione e lo scambio. La "vera" educazione è scambio, mescolanza, contaminazione, circolazione. Oggi più che mai è necessaria una didattica che consenta di costruire ponti fra i bambini, fra i popoli, fra le culture. INDICE PARTE PRIMA: L'ATTRAVERSAMENTO DELLA PACE Educazione alla pace. Qualche dubbio in più I conflitti. II conflitto nella pratica educativa I confini . TI territorio, il confine, il nemico. Insegnare in una regione di frontiera Il '900 - La memoria. Ho fiducia in te - Intervista a TIna Anselmi L'Olocausto - La Shoah . Caro professore. Le mani in alto. I bambini di Terezin I futuri. Ci sarà un cielo nel mio futuro? Educazione interculturale. L’attesa dell'altro e lo scarto dell'incontro PARTE SECONDA: GLOBALIZZAZIONE E CONFLITTI La globalizzazione . Gli esiti non sono scontati Documento FIMEM per il Forum mondiale sull'educazione di Porto Alegre Carta di PAlegre per un'educazione pubblica per tutte/i Il conflitto arabo-israeliano . La nostra pace - Intervista a Z. Sharoni-Toubi e N. Samour Il Brasile è un aquilone . Sul filo dei meridiani La guerra del Golfo. A scuola La guerra è finita. La guerra e l'arte della manutenzione del pensiero I conflitti nella ex Jugoslavia . "Bambini di guerra" Di questo ho paura - Intervista a Melita Richter Mondo non occidentale e libri di testo. Noi e gli altri POSTFAZIONE: DOPO LE TORRI, QUALE FUTURO. Lettera del Premio Nobel Rigoberta Menchù al Presidente George W. Bush Una scuola per la pace Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA www.mce-fimem.it Gruppo KORE a cura di Annalisa Busato Sartor ABITARE IL MONDO AL FEMMINILE Educazione alla consapevolezza di genere: esperienze e prospettive Quaderni di Cooperazione Educativa Edizioni Junior Cosa cambia, nel linguaggio e nel pensiero, se a condurre l’aula c’è una donna? Cosa succede quando a pensare il nuovo, l’impensato, sono le donne? Nei luoghi del sapere Il linguaggio è rimasto neutro, e, negando l’importanza del genere, in realtà si nega la presenza femminile (si parla di un /maestro unico/, quando si sa che per il 93% sarà una /maestra unica). In ogni settore delle scienze da decenni si ribadisce che le caratteristiche dell’osservatore condizionano quanto viene osservato. Come mai a scuola non se ne tiene conto? L’insegnante, maschio o femmina, con il suo specifico stile di insegnamento non condiziona l’apprendimento dei suoi alunni, maschi e femmine? Si preferisce ignorare o negare ogni differenza, perché sembra costituire una complicazione e non una risorsa. Per trasformare i problemi in occasioni di miglioramento occorrerà mettere in atto un lavoro di ridefinizione e ristrutturazione del pensiero. Non è facile ma è indispensabile farlo, e molte donne se ne stanno facendo carico. Cosa cambia quando le donne si fanno protagoniste? Quando capita che una donna arrivi a un posto di rilievo, di dirigenza (solo 2% di donne manager, in Italia), la negazione non può essere messa in atto, ma allora scattano altri particolari atteggiamenti di cui è necessario diventare tutti più consapevoli. Cosa cambia quando a “fare pensiero” sono le donne? Nella loro ricerca le /maestre-allieve/ di Kore trovano una prima risposta: quando il pensiero è “il pensiero di una donna”, esso porta con sé, indissolubile, il legame con il corpo e con la vita emotiva. Oggi le donne vogliono una nuova lettura della realtà che passa attraverso il sentire soggettivo, che può essere autonomo rispetto all’appiattimento voluto dal pensiero dominante, ed è produttore di nuovo senso. Il taglio della differenza è ricerca di autonomia e di libertà, crea nuovo linguaggio perché recupera significati negati: se ne vedono gli effetti, in positivo e in negativo. Il sapere che passa attraverso l’autorità di una donna è un sapere incarnato. Il sapere che passa attraverso le donne è un sapere sottovalutato. INDICE Il filo di Kore PARTE PRIMA. Corpo ed emozioni per educare alla differenza 1. Differenza di genere e pratiche scolastiche 2. Corpo presente, corpo educante 3. Il corpo e la voce, la voce del corpo 4. La grammatica delle emozioni PARTE SECONDA . Generi, regole sociali, cittadinanze 1. Abitare il mondo al femminile e al maschile 2. Riti di passaggio: il viaggio della sposa 3. “Pane e coraggio, siamo tutti migranti” PARTE TERZA. Storia, antropologia e archeologia 1. In cammino con Kore 2. Sulle tracce della dea 3. Kore nelle terre del fuoco 4. Le favisse di Kore APPENDICE Percorsi di educazione corporea: pedagogia della corporeità e differenza di genere Auto-presentazione del gruppo Kore. Note biografiche delle autrici BIBLIOGRAFIA Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] www.spaggiari.eu/edizionijunior INDICE MOVIMENTO di COOPERAZIONE EDUCATIVA PREFAZIONE Di Diana Cesarin PRESENTAZIONE ALCUNE COORDINATE LA DIALETTICA INTERCULTURALE INIZIO ITALIANO PER ENTRARE L’APPROSSIMAZIONE LETTERE GEMELLAGGI SOLIDARIETà EDUCAZIONE E POLITICA IL CERCHIO SI CHIUDE www.mce-fimem.it Marina Spadaro IL BRASILE E’ UN AQUILONE Intercultura tra sogno e realtà: la storia di un’esperienza educativa Si può richiedere presso le sedi Mce [email protected], [email protected] [email protected] Quaderni di Cooperazione Educativa Edizioni Junior www.spaggiari.eu/edizionijunior Al volume è allegato il Cd-rom II Progetto Aquilone è un progetto di educazione interculturale tra l’Italia e il Brasile. In Italia è accolto e sostenuto dal MCE e coinvolge molte scuole di varie città; in Brasile ne sono partecipi le strutture educative promosse dal CEDEP nella periferia di Florianopolis, la capitale dello stato di Santa Catarina. Il Progetto mette in comunicazione mondi diversi e lontani: il nostro contesto NordOccidentale prevalentemente di media e di piccola borghesia ed il contesto della marginalità di un grande paese dell’America Latina; l’infanzia dei bambini “di strada” e “di comunità” si riconosce facendosi conoscere dalla nostra infanzia; i bambini italiani rivisitano se stessi e il loro mondo attraverso lo sguardo degli amici brasiliani. La nostra proposta educativa entra in relazione con quella della pedagogia popolare brasiliana. Negli anni si è consolidata una rete nazionale e internazionale che, grazie ad una progettualità concreta e condivisa, ha elaborato percorsi formativi in cui l’intercultura si coniuga con la solidarietà. In un contesto “alla pari” ciascuno mette quello che ha e la ricchezza dello scambio non consente giudizi di valore. La solidarietà è rivisitata come un “fare con” e non un “fare per”. Sono stati costruiti i gemellaggi, sostenuti dalla corrispondenza tra bambini e tra adulti, da telefonate intercontinentali periodiche, da viaggi e da scambi di visite tra educatori brasiliani e insegnanti italiani, fra i quali si è venuto a creare un rapporto di amicizia e di affetto che garantisce dall’anonimia e dalla genericità. Marina Spadaro, maestra, poi professoressa al liceo, Marina é stata innanzitutto assidua frequentatrice del gruppo romano MCE e del gruppo nazionale di antropologia culturale. Con Nora Giacobini ha lavorato sulla fiaba, sull'immaginario, sulla storia, sulla 'grande visione' di Alce Nero. Ha partecipato a diversi gruppi di ricerca nazionali, dall'educazione alla pace al progetto 'Salaam ragazzi dell'ulivo'. Dal 1998 si occupa di amicizia, conoscenza, solidarietà con la realtà delle favelas brasiliane, in particolare dei bambini senza casa, senza storia, senza scuola. BIBLIOGRAFIA . ANTROPOLOGIA, STORIA, INTERCULTURA Abitare la differenza. Costruire percorsi di integrazione interculturale, Seminario di formazione interculturale, Vergato, 7-9 settembre 1999, Materiali CD/LEI, Bologna,1999. Andata & ritorni. Percorsi formativi interculturali: pensare le differenze ed entrare in contatto con l'altro, a cura di Paola Falteri, MCE, Roma, 1995. Bonato C. et al., Organizzazione scolastica e interculturalità. Appunti per riflettere, Gruppo Territoriale MCE «Bepi Malfermoni», Vicenza, 2000. Il Brasile è un aquilone. La reinvenzione del sogno della cooperazione, a cura di Gabriele Bonfigli e Marina Spadaro, MCE, Pistoia, 1996. Diana Cesarin, Matilde Biagioli, Renzo Zuccherini, Le feste nell'educazione interculturale. Indicazioni di lavoro per itinerari didattici, Cidis, Perugia, 1994. Diana Cesarin, Matilde Biagioli, Renzo Zuccherini, Verso una società plurietnica. Percorsi di Educazione Interculturale, Cidis, Perugia, 1994. Le culture della scuola. L'interculturalità nel progetto educativo, a cura di Renzo Zuccherini, Gesp, Città di Castello, 1995. Paola Falteri, Ho visto i buoi fare il pane. L'immagine del mondo agricolo nei libri di testo della scuola primaria, Coldiretti, Roma, 2005. La festa, il cibo, l'incontro. Strumenti di lettura della Festa per un'educazione interculturale, a cura di Cinzia Conte, Arnaud-Cidis, Firenze, 1993. Fiorella Giacalone et al., L'identità sospesa: essere stranieri nella scuola elementare. Ricerca-azione sull'inserimento dei bambini stranieri nella scuola elementare, prefazione di Matilde Callari Galli, Arnaud, Firenze, 1994 (non posseduto dal Centro di Documentazione). La grande Dea-Madre. Alle origini del simbolico femminile, a cura di Lella Di Marco, Associazione Scholè Futuro E.R., Bologna, 2003. Interculturalismo e immagine del mondo non occidentale nei libri di testo della scuola dell'obbligo, a cura di Paola Falteri, Eurydice, Firenze, 1993. Intorno alla festa di San Giovanni. Tra fuochi e gocce di acqua odorosa: percorsi di educazione interculturale a confronto, Stage Nazionale Perugia, 27 giugno- 1° luglio1993, a cura di Rossella Brodetti, Diana Cesarin, Marina Spadaro, Movimento di Cooperazione Educativa, Roma, 1993. L'inserimento scolastico degli alunni, figli di migranti, profughi e nomadi nelle scuole dell'infanzia, primaria, secondaria di primo grado... : esperienze, competenze e ruoli. Rapporto di ricerca, Punto Arlecchino, Perugia, 2005. Kadija va a scuola. Percorsi di bambini stranieri nella scuola elementare, a cura di Renzo Zuccherini, Gesp, Città di Castello, 1999. Franco Lorenzoni, L'ospite bambino. L'educazione come viaggio tra le culture nel diario di un maestro, Theoria, Roma-Napoli, 1994. Nuovi compagni di banco. Bambine e bambini stranieri nella scuola elementare: dall'inserimento all'integrazione, a cura di Renzo Zuccherini, Gesp, Città di Castello, 1997. Pagine oltre i confini. Lo scaffale multiculturale tra educazione alla lettura e educazione interculturale, a cura di Renzo Zuccherini, Gesp, Città di Castello, 2000. Il palpitare delle sagome. Un'esperienza di laboratorio di donne che ripensano il loro corpo, Gruppo Territoriale MCE di Bologna, Bologna, 1997 (non posseduto dal Centro di Documentazione). Percorsi interculturali. Esperienze di mediazione culturale a Trieste, a cura di Melita Richter Malabotta, Associazione Interethnos, Trieste, 2006. Cooperazione educativa interculturale Brasile-Italia. Progetti e percorsi, dossier del seminario, 2 vol., a cura di Reinaldo Matias Fleuri, Bologna, 1996. Paola Pinelli, Maria Cristina Ranuzzi, Daniela Coppola, Lorenza Decarli,Interculturalità e integrazione nella scuola elementare: il punto di vista del bambino straniero. Ricerca esplorativa pilota, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo-Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, Roma, 2004. Ragazzi di Palestina, a cura del Gruppo Nazionale Educazione alla Pace MCE e Salaam Ragazzi dell'Olivo, seconda edizione rivista e aggiornata, La Piccola Editrice, Viterbo, 1995. La scuola fa la storia. Gli archivi scolastici per la ricerca e la didattica, a cura di Maria Teresa Sega, Nuova Dimensione, Portogruaro, 2002. Sul filo dei meridiani: per un'educazione interculturale e per un progetto di "Cooperazione educativa" tra adulti e bambini del Brasile e dell'Italia. Antologia di articoli apparsi su "CE" e di contributi vari, a cura di Patrizia Faudella e Marina Spadaro, MCE, Roma, 1992 Movimento di Cooperazione Educativa www.mce-fimem.it EDUCAZIONE INTERCULTURALE, CITTADINANZA E DINTORNI Riflessioni e interventi teorici , Esperienze educative e didattiche BIBLIOGRAFIA . Parola chiave: intercultura Rossella Brodetti, Graziella Conte. Lavorare per l’intercultura. La ricerca azione della Scuola di Formazione interculturale del Mce. Con CD Rom . Edizioni Junior 2011 Gruppo Mce Venezia. Il mantello di Arlecchino- Gioco per l’educazione interculturale- Prov. Ve 2008 AA. VV.. ( D. Cesarin, L. Dauki, G. Conte, C. Contri, M.C. Martin, C. Ubax A li Farah, L. De Torre) Punti di intercultura. Rivista Cooperazione Educativa n . 3/ 2007 Edizioni Erickson Paola Falteri (cura). Andate e ritorni. Percorsi formativi interculturali: pensare le differenze e entrare in contatto con l’altro. Ediz. Mce, Roma ‘95 AA. VV. (A. Canevaro, P, Falteri, V. Ongini, N. Vretenar, M. Spadaro, J. De Lourdes) Multietnico e Interculturale. Rivista Cooperazione educativa n. 1/95. La Nuova. Italia ed. Parola chiave: libri di testo intercultura Paola Falteri (cura). Interculturalismo e immagine del mondo non occidentale nei libri di testo della scuola dell’obbligo. Quaderni di Eurydice. Ministero Pubblica istruzione- Fi, 1993 Nerina Vretenar. Noi e gli altri. L’immagine del mondo non occidentale che emerge dai libri di testo della scuola dell’obbligo. Rivista Cooperazione educativa n. 1/95. La Nuova Italia ed. Giuseppe Molin, Paola Sartori Ricordare e raccontare le parole della storia. Minerva scuola, Juvenilia 1985 Parola chiave: Popoli, schede Mce, Gruppo Educazione alla Pace- Ragazzi di Palestina. Salaam ragazzi dell’Olivo, seconda edizione rivista e aggiornata, La Piccola Editrice, Viterbo, 1995. Mce, Gruppo antropologia culturale. Hoka Hey HeY. Materiali per una ricerca antropologica sul popolo Sioux. La linea ed. Mce, Gruppo antropologia culturale. I Dogon, una società di agricoltori . Emme edizioni Mce, Gruppo antropologia culturale. I Boscimani, una società di cacciatori. Emme edizioni Mce, Gruppo antropologia culturale.I Tasaday. Una società di raccoglitori. Emme edizioni Gioacchino Maviglia (cura) I Polinesiani. La linea Ed. 1977 - Parola chiave: solidarietà Marina Spadaro. Il Brasile è un aquilone. Intercultura tra sogno e realtà: la storia di un’esperienza educativa. Edizioni Junior, 2004 Parola chiave: educazione alla pace G. Cavinato, M. Marconi, N. Vretenar, Attraversare i conflitti. Educare alla Pace. Ediz. Junior 2001. Simon Fisher – David Hicks . World Studies. Educazione per un mondo nuovo. A cura del Movimento di cooperazione Educativa- Collettivo Educazione alla pace. Pg !985 G. Boccaccini, L, Pala, N. Scolaro, N. Vretenar (cura) Pace Scommessa utopia. La N. Italia 198 Parole chiave: Regole e Partecipazione Rivista Cooperazione Educativa. Le regole in gioco. Erickson 1/ 2006 P. Scotto Lachianca, G. Cavinato. Il consiglio dei ragazzi . in Coop. Educ. n. 1/2008 Parola chiave : cooperazione Anna Masala. Mario Lodi, maestro della Costituzione. Quaderni di Coop. Educativa. Ediz. Junior, 2007 - Parola chiave : cittadinanza, Movimento cooperazione educativa, Legambiente. Scuola e Formazione (a cura di M. Grieco e F. Zuccherini). Educare e’ difficile. I soggetti, le culture, la cittadinanza: fare scuola nel mondo della globalizzazione. Le Balze, 2004 M.C.E. (a cura di D. Cesarin, P. Cusinato, P. Flaborea, G. Romano). Materiali per la formazione interculturale e l’educazione alla cittadinanza. Cd. Rom – Mceroma Parola chiave: competenze Giancarlo Cavinato. L’impasto e la pizza, in Cooperazione educativa. A scuola fino a 16 anni. Erickson, n. 1/2008