Dott. Francesco Borghini psichiatra, docente di psicobiofisica medica (PBFM) nel Corso di Specializzazione in psicoterapia, "Scuola di Formazione Psicosomatica", Ospedale "CRISTO RE" Roma. [email protected] LEZIONI di PBFM 1 lez. IV° anno A.A. 2011-2012 Approcci categoriale e dimensionale • La questione riguardante se i costrutti psicopatologici debbano essere studiati in una prospettiva dimensionale o categoriale è ancora al centro di numerose polemiche nell ambito della psicopatologia e non solo. • la scuola ippocratica concepiva un continuo tra salute e malattie lungo determinate dimensioni • Per la rivale scuola platonica, invece, le malattie potevano essere classificate in tipi ideali e distinti l uno dall altro. • le malattie mentali si possono suddividere in categorie diagnostiche secondo la tradizione della medicina e della psichiatria kraepeliana e neokraepeliana. • Utilizzare dimensioni, invece, significa distribuire le malattie secondo variazioni quantitative distribuite in un continuo che va dalla patologia fino alla normalità. • Tuttavia entrambi gli approcci presentano vantaggi e svantaggi: • L approccio categoriale presenta da un lato i vantaggi di essere in accordo con il modello medico generale; esso riordina, classificando in entità discrete (malattie), l universo dei segni e sintomi morbosi, rendendo possibile la diagnosi e la messa in atto di terapie specifiche. Esso permette di formulare ipotesi associate a ogni sindrome e di validarle (o falsificarle) empiricamente, rappresentando uno strumento valido per la comunicazione tra gli psichiatri a livello clinico e scientifico. • D altro canto presenta diversi svantaggi, dovuti al fatto che, nella clinica, molti casi siano difficilmente inquadrabili con precisione in uno schema categoriale predefinito e che sia usuale l evenienza di quadri clinici complessi dove è necessario fare riferimento a diagnosi multiple introducendo il concetto di comorbilità , con la necessità di dover utilizzare categorie ibride e la perdita di pazienti che sono al di sotto della soglia stabilita per poter fare diagnosi. • Migone P. : Il ruolo terapeutico. 1995, 70:28-31. In www.Psychomedia.it (Telematic Review). • Le varie edizioni del Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders (stilato dall American Psychiatric Association) hanno preferito l approccio categoriale. • Il DSM-IV, dunque, fornisce una diagnosi di tipo descrittivo-nosografico e si fonda su un metodo multiassiale al fine di fornire una diagnosi completa che tiene in considerazione più aspetti: • ASSE I: Disturbi clinici, altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica. • ASSE II : Disturbi di Personalità, Ritardo Mentale. • ASSE III: Condizioni mediche generali. • ASSE IV: Problemi psicosociali e ambientali. • ASSE V: Valutazione globale del funzionamento-VFG. • L approccio categoriale ha lo svantaggio di ridurre la complessità della pratica clinica reale, con una reificazione delle categorie diagnostiche stesse. In un primo momento, nella ricerca, può essere conveniente, anzi forse fondamentale, utilizzare diagnosi di tipo categoriale per formulare delle ipotesi euristiche (che si affidano all'intuito e allo stato temporaneo delle circostanze) prestabilite di modo che, una volta acquisite conoscenze sufficienti, si possa formulare una diagnosi dimensionale. • In questi ultimi anni, infatti, l orientamento di numerosi studiosi si sta indirizzando più verso un approccio dimensionalistico. Si sta cercando sempre di più, di non considerare come entità reali le categorie diagnostiche (che in psichiatria sporadicamente si presentano nella loro ideale descrizione) orientandosi verso un approccio classificativo, che considera i vari sintomi in maniera autonoma, in un continuo tendenzialmente transnosografico. In questo modo una dimensione psicopatologica è definita come un area di funzionamento alterata che si esprime attraverso un insieme di sintomi che concorrono alla sua identificazione con un peso differenziale. • Le dimensioni psicopatologiche possono essere ipotizzate in base all osservazione clinica, ma sono comprovate con metodi statistici (analisi fattoriale) che in alcuni casi individuano nuove dimensioni non previste. L identificazione delle dimensioni nell ambito di un disturbo o di una categoria di disturbi si basa sulle scale di valutazione impiegate per misurare la sintomatologia di quel particolare disturbo. Si passa così da una descrizione clinica effettuata con una molteplicità di sintomi a una descrizione semplificata con un numero molto più ristretto di variabili essenziali che rappresentano l essenza psicopatologica del disturbo. • L uso dell approccio dimensionale presenta una maggiore complessità sia delle funzioni diagnostiche sia della loro comunicazione. • Acquista, quindi, maggior valenza l intensità piuttosto che la presenza dei sintomi, con una valutazione meno netta dei confini tra normalità e patologia e tra una caratteristica e l altra. Attraverso l uso dell approccio dimensionale si riduce il rischio di stigmatizzazione legato all uso di etichette diagnostiche, e facilita la classificazione di casi al confine tra differenti categorie, dei casi difficili e della comorbidità. • L approccio dimensionale è, per definizione, antinosologico poiché divide, nel contesto dei diversi disturbi, delle dimensioni autonome, indipendenti le une dalle altre, ciascuna delle quali può essere presente in entità nosologiche diverse. • Infine, i modelli dimensionali sono più flessibili: sempre convertibili a categorie attraverso l introduzione di punteggi soglia, mentre la conversione di categorie in dimensioni non è possibile. • Cassano et al. Trattato di psichiatria. Masson 1999. 60: Il problema dei disturbi di personalità. • Si deve, tuttavia, evidenziare come la controversia concernente i modelli categoriali e quelli dimensionali non riguardi solo la descrizione della personalità patologica, ma anche la misurazione delle caratteristiche di personalità normali. Per esempio, la conversione di dimensioni in categorie attraverso l utilizzo di punteggi di soglia è stata ampiamente criticata poiché la determinazione di tipi personologici non può essere fatta stabilendo arbitrariamente dei cut-off lungo una distribuzione di punteggi. • L uso dell approccio dimensionale consentirebbe la risoluzione dei cosiddetti dilemmi di classificazione consentendo un miglior inquadramento dei soggetti che presentano un numero di criteri appena inferiore alla soglia diagnostica richiesta. Il rischio che si corre tutt oggi è che un soggetto corrispondente a quattro criteri su cinque per il disturbo borderline di personalità potrebbe essere definito senza alcun disturbo di personalità per il modello categoriale, mentre un modello dimensionale consentirebbe di rilevare comunque la notevole elevazione dei punteggi relativamente a questo disturbo. • Pertanto avremmo maggior esaustività dell informazione e la conseguente riduzione del rischio di creare stereotipi diagnostici. …le attuali classificazioni Il DSM dal 1952 è la classificazione ufficiale (APA) utilizzata nella valutazione e diagnosi dei disturbi mentali. Sistema diagnostico, di facile utilizzo, permette di identificare in modo affidabile le diverse categorie diagnostiche ma, purtroppo, non fornisce una accurata descrizione dei pazienti . L ICD contiene due tipi di criteri diagnostici, due diversi manuali, per il clinico e per il ricercatore, è adottato dall OMS in quasi tutti i paesi del mondo secondo precisi accordi internazionali. PDM. Manuale diagnostico psicodinamico, propone un sistema diagnostico che caratterizza l intero range del funzionamento di un individuo, tenendo conto sia degli aspetti manifesti dei pattern emotivi, cognitivi e sociali, sia di quelli più profondi. Paradigmi a confronto Storia Culturale della Nutrizione = (CHN: Cultural History of Nutrition)vs> Storia Naturale della Nutrizione = (NHN: Natural History of Nutrition) . 1) ereditarietà epigenetica vs> separazione tra genetico e ambientale 2) causalità contestuale della CHN vs> causalità deterministica della NHN e del paradigma salute/malattia. 3) attenzione per la qualità della vita (QoL) personale e sociale vs> attenzione per la salute/malattia Rev Invest Clin. 2008 Nov-Dec;60(6):527-44. [ The cultural history of disease] modificato dall’autore Viniegra-Velázquez L. Unidad de Investigación Educativa, Centro Médico Nacional Siglo XXI, IMSS, México Dal cibo naturale all elaborato Dalla complessità all endofenotipo E N D O F E N O T I P O E N D O F E N O T I P O Dalle sensazioni alle emozioni-sentimenti Dal significante al significato Forma esterna Immagine mentale Dalle radici simboliche… symbolon ( ςυμβάλλέίν, mettere insieme, connettere, ridurre ad unità di significato ). Nel mondo antico il simbolo era un oggetto di argilla, di legno o di metallo, scomposto in due parti, una piccola immagine, un anello, un dado, un impronta di sigillo, che si doveva ricomporre affinché riacquistasse il suo significato originale IL SIMBOLISMO DEI SOGNI l incubo della carestia Genesi (37,2- 48,22) Stele della carestia Narciso si dissocia (atto deliroide ) per mancanza di fiducia primaria (autostima) e per paura di un confronto fallimentare. Il suo conflitto nasce dalla incapacità di tradire la propria immagine per realizzare il necessario contatto con l altro. Il simbolo dunque separa e riunisce, serve a riconoscere, attestare e garantire un rapporto che si è interrotto e va riallacciato, in primo luogo quello tra visibile ed invisibile, tra esplicito e implicito. Quindi il simbolo è DINAMICO e viene reso attivo attraverso espressioni, che gli danno efficacia, valore e forza. Spettro generale (GSM-V) • Dopo aver sviluppato interviste e questionari per la valutazione dell intero spettro sintomatologico del disturbo di panico-agorafobia, dei disturbi dell umore, della fobia sociale, del disturbo ossessivo-compulsivo e dei disturbi della condotta alimentare, è stato costruito un singolo, breve strumento che consentisse una rapida valutazione di queste cinque condizioni di spettro. Il General Spectrum Measure (GSM-V) consta di 54 domande raggruppate in sezioni che esplorano i cinque diversi spettri. Le domande sono state scelte attraverso una analisi statistica di regressione multipla sulla base dei dati raccolti dai quattro studi di validazione dei questionari condotti in Italia. I 54 item selezionati spiegano una percentuale significativa della varianza del punteggio totale del rispettivo strumento di spettro. • Ciascuna sessione ha una eccellente consistenza interna e una buona capacità discriminatoria. Il GSM-V sembra essere in grado di fornire una valida alternativa all uso delle cinque, più lunghe, interviste cliniche. Lo strumento potrebbe essere utile come metodo di screening per identificare la presenza di condizioni di spettro clinicamente significative in studi epidemiologici. In aggiunta potrebbe fornire una migliore caratterizzazione di pazienti con disturbi di Asse I conclamati che possono richiedere specifiche strategie di trattamento basate sulla presenza di concomitanti sintomi di spettro. • Il GSM-V è costituito da 54 domande che valutano la presenza/assenza delle caratteristiche di spettro per un periodo di almeno 3-5 giorni durante il corso della vita del paziente o nella settimana o nel mese precedenti la valutazione. Le domande sono organizzate in sei domini. • Rucci P, Frank E, Fagiolini A, Kupfer DJ, Shear MK, Dell'Osso L, Banti S, Mauri M, Grochocinski VJ, Maser JD, Endicott ogni item ha il punteggio di "0" (NO), "1"(SI). (1) panico agorafobia: sum of items 1-9 (2) umore depresso: sum of items 10-18 (3) umore ipomaniacale: sum of items 19-23 (4) ansia sociale: sum of items 24-32 (5) aspetti ossessivo-compulsivi e di ansia sociale: sum of items 33-43 (6) condotte alimentari: sum of items 44-54 Punteggio Totale (somma dei punteggi nei singoli domini): range 0 - 54 Soglia Clinica del punteggio totale per ciascun dominio: non ancora determinata. – GSM-V – General Spectrum Measure – Codice: _____________________ Data: __________________________ • Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO. • Nel corso della sua vita ( incluso quando era bambino )… 1. ...si è mai sentito confuso e stordito? NO SI 2. ...si è mai sentito disorientato, come se avesse perduto i punti di riferimento, sperso per strada? NO SI 3. ...si è mai sentito nervoso, a disagio, o come se stesse per soffocare, a causa dell aria calda, viziata o umida, o a causa di profumi od altri odori, anche se non intensi? NO SI 4. ...si è mai sentito come se qualcosa si fosse rotto nel cervello o nel corpo? NO SI 5. ...si è mai sentito come se avesse perso, per alcuni secondi, la vista o l udito? NO SI 6. ..si è mai preoccupato di poter avere un attacco di panico? o di avere palpitazioni, fiato corto sudorazione o altri sintomi fisici? Si è mai preoccupato di che cosa potesse significare aver avuto sintomi di panico per la sua salute fisica o mentale? NO SI 7. ..ha mai temuto che stesse per accadere qualcosa di terribile che non andava in lei, fisicamente, come se, per esempio, stesse per avere un attacco cardiaco, un ictus, o stesse per soffocare o morire? NO SI 8. ..si è mai sentito ansioso o a disagio o ha mai evitato di andare dal dentista perché si sentiva in trappola o soffocare nella poltrona?NO 9. ...si e mai sentito ansioso, a disagio o intrappolato in un posto affollato? NO SI Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO. t - Nel corso della sua via (incluso quando era bambino) ha mai avuto periodi della durata di almeno 35 giorni, in cui: 10. ...si sentiva rallentato , come se i suoi movimenti avvenissero al rallentatore? NO SI 11. ...si sentiva scarico, debole, stanco, come se il più piccolo compito (ad esempio lavarsi il viso o riempire una zuccheriera) richiedesse un grande sforzo ed una grande quantità di energia? NO SI 12. ...provava un forte senso di noia? NO SI 13. ...era profondamente infastidito da ogni cosa? NO SI 14. ...si sentiva senza uno scopo, come se ogni cosa avesse perduto il suo significato?NO 15. ...non si interessava più del suo aspetto fisico? NO SI 16. ...perdeva l interesse o il piacere per tutte o quasi tutte le cose che prima apprezzava? NO SI 17. ...non aveva alcuna stima di sé, si sentiva una persona inutile, priva di qualsiasi talento ed incapace di fare qualcosa di buono? NO SI 18. ...aveva difficoltà nel prendere anche le più semplici decisioni (per esempio quali abiti indossare, che cosa fare prima)? NO SI • Ha mai avuto periodi di alcuni giorni in cui… • 19. ...gli altri si sentivano attratti da lei a causa della sua spigliatezza, del suo entusiasmo e della sua energia? NO SI • 20. ...le sembrava di avere (o gli altri pensavano che lei avesse) una personalità artistica e creativa? NO SI • 21. ...le sue prestazioni nella scuola, nel lavoro, nello sport e negli hobby miglioravano rapidamente? NO SI • 22. ...si sentiva decisamente soddisfatto del suo aspetto fisico? NO SI • 23. ...si sentiva molto acuto, brillante ed intelligente? NO SI • Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO. • Nel corso della sua vita (incluso quando era bambino)… • 24. ...si è mai preoccupato eccessivamente di essere considerato dagli altri stupido, goffo o ridicolo? NO SI • 25. ...si è mai preoccupato eccessivamente della disapprovazione o dell ostilità degli altri? NO SI 26. ...si è spesso trovato particolarmente a disagio nel fare una nuova conoscenza? NO SI 27. ...ha spesso evitato, quando possibile, di esprimere il suo disaccordo o la sua disapprovazione nei confronti degli altri? NO SI • 28. Quando parla al telefono, le è capitato di essere imbarazzato a parlare di fronte ad altre persone? NO SI • 29. Quando lavora di fronte ad altre persone, si è spesso sentito impaurito di poter fare un errore che qualcuno potesse notare? NO SI • 30. Ha spesso evitato, quando possibile, prestazioni in pubblico o esami orali perchè si sentiva imbarazzato o a disagio, perche temeva di balbettare, o che la sua voce potesse tremare, o di avere un vuoto di memoria? NO SI • 31. Ha mai interrotto la sua carriera scolastica per queste ragioni? NO SI • 32. Quando incontra estranei o persone poco conosciute si sente spesso imbarazzato o preoccupato? NO SI • 33. Quando qualcuno l ha invitata ad una festa o ad una riunione di amici, aveva paura di essere giudicato? NO SI • 34. Si è sempre trovato in difficoltà nell invitare a casa sua qualcuno che le piaceva? NO SI • Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO. • 35. Da bambino o da adolescente, ricorda (o le è mai stato detto) che era sempre alla ricerca dell amico ideale ed era sempre insoddisfatto di quelli che aveva? NO SI • Nel corso della sua vita (incluso quando era bambino)… • 36. ...si è sentito spesso in difficoltà nello scegliere da solo qualcosa, senza farsi consigliare (ad esempio quale vestito indossare, cosa ordinare al ristorante, cosa scegliere quando deve fare un acquisto, o se accettare un invito ecc.)? NO SI • 37. ...e stato spesso riluttante ad apportare cambiamenti nella sua routine quotidiana? NO SI • 38. ...e stato spesso riluttante a fare qualcosa perché pensava che ci fosse la possibilità di un risultato sfavorevole? NO SI • 39. ...si è mai sentito obbligato a controllare ripetutamente di aver chiuso le portiere dell auto, il gas, le porte o le luci di casa, ecc.? NO SI • 40. ..e mai stato uno che (o qualcuno le ha mai detto che) perde tempo ed energie in particolari insignificanti, dando loro maggior importanza di quanto meriterebbero? NO SI • 41. ...si e mai considerato una persona con scarsa capacità sintetica nel lavoro o nello studio, perché tende a perdersi nei dettagli?NO SI • 42. ...si è mai sentito costretto a ripetere qualcosa, fino a quando non e convinto che e realizzata nel modo giusto (ad esempio, aprire e chiudere una porta, accendere e spegnere la luce, entrare ed uscire da un parcheggio con l auto)? NO SI • 43. ...e mai stato assillato da pensieri riguardanti l idea del tempo che passa inesorabilmente, negandoci la possibilità di rivivere i secondi, i minuti, le ore? NO SI • Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO. • Ha mai avuto lunghi periodi di tempo in cui… • 44. ....si sentiva angosciato, debole o colpevole se non era capace di seguire una dieta? NO SI • 45. ....qualsiasi commento sul suo aspetto fisico la faceva sentire a disagio, infastidito o in pena? NO SI • 46. ....si sentiva in sovrappeso anche se le altre persone non erano d accordo? NO SI • 47. ....si sentiva costretto a confrontare il suo corpo a quello degli altri? NO SI • 48. ....temeva di diventare grasso anche quando il suo peso era normale o inferiore alla norma? NO SI • 49. ....sentiva un senso insopportabile di gonfiore allo stomaco dopo aver mangiato? NO SI • 50. ....si sentiva molto a disagio a (o evitava di) indossare vestiti attillati, perché non era soddisfatto del proprio corpo? NO SI • 51. ....aveva la necessità di controllare le dimensioni del suo corpo da quanto i vestiti le stavano attillati? NO SI • 52. ....mangiava con una sensazione di perdita di controllo? NO SI • 53. ....mangiava grandi quantità di cibo anche senza sentire fame? NO SI • 54. ....mangiava e si sentiva poi disgustato da se stesso, depresso, o molto in colpa, subito dopo aver mangiato troppo? NO SI • Clin Psychol Rev. 2009 Mar;29(2):154-62. Epub 2008 Dec 25. • Integrating a developmental perspective in dimensional models of personality disorders. • De Clercq B, De Fruyt F, Widiger TA.Department of Developmental, Personality and Social Psychology, Ghent University, Belgium. [email protected] • Abst.There is growing evidence that manifestations of personality pathology are traceable in early years of life. Nevertheless, the existing diagnostic nomenclature contains little recognition of childhood antecedents of adult personality disorders (PD). The current paper suggests that these childhood antecedents are more readily recognized to the extent that the personality disorders are themselves understood as configurations of extreme Five-Factor Model personality traits. From this dimensional perspective, we propose the Dimensional Personality Symptom Itempool (DIPSI), an age-specific model for describing child and adolescent trait pathology. We suggest that the DIPSI represents a comprehensive conceptualization of childhood PD antecedents and may contribute to the understanding of the developmental course of personality disorders. • Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci. 2010 Jul 30. • Combining the categorical and the dimensional perspective in a diagnostic map of psychotic disorders.Läge D, Egli S, Riedel M, Strauss A, Möller HJ.Institute of Psychology, Applied Cognitive Psychology, University of Zurich, Binzmühlestrasse 14/28, 8050, Zurich, Switzerland, We introduce a diagnostic map that was calculated by robust non-metric multidimensional scaling based on AMDP symptom profiles of patients with schizophrenic and affective disorders to demonstrate a possibility to combine the categorical and the dimensional perspective at the same time. In the diagnostic map, a manic, a depressive, and a nonaffective cluster clearly emerged. At the same time, the mania dimension (r = 0.82), the depression dimension (r = 0.68), and the apathy dimension (r = 0.74) showed high multiple regression values in the map. We found substantial overlaps of the diagnostic groups with regard to the affective spectrum but irrespective of the ICD-10 classification. Within this sample, we found the association and quality of mood symptoms to be a structuring principle in a diagnostic map. We demonstrate that this approach represents a promising way of combining the categorical and the dimensional perspective. As a practical implementation of these findings, a multidimensional diagnostic map could serve as an automated diagnostic tool based on psychopathological symptom profiles. • Psychol Med. 2009 Dec;39(12):1943-55. Epub 2009 Jul 23. • Combining dimensional and categorical representation of psychosis: the way forward for DSM-V and ICD-11? • Demjaha A, Morgan K, Morgan C, Landau S, Dean K, Reichenberg A, Sham P, Fearon P, Hutchinson G, Jones PB, Murray RM, Dazzan P. • Division of Psychological Medicine, Institute of Psychiatry, King's College, London, UK. BACKGROUND: • • There is good evidence that psychotic symptoms segregate into symptom dimensions. However, it is still unclear how these dimensions are associated with risk indicators and other clinical variables, and whether they have advantages over categorical diagnosis in clinical practice. We investigated symptom dimensions in a first-onset psychosis sample and examined their associations with risk indicators and clinical variables. We then examined the relationship of categorical diagnoses to the same variables. METHOD: We recruited 536 patients as part of a population-based, incidence study of psychosis. Psychopathology was assessed using the Schedules for Clinical Assessment in Neuropsychiatry (SCAN). A principal axis factor analysis was performed on symptom scores. The relationship of dimension scores with risk indicators and with clinical variables was then examined employing regression analyses. Finally, regression models were compared to assess the contribution of dimensions versus diagnosis in explaining these variables. RESULTS: Factor analysis gave rise to a five-factor solution of manic, reality distortion, negative, depressive and disorganization symptom dimensions. The scores of identified dimensions were differentially associated with specific variables. The manic dimension had the highest number of significant associations; strong correlations were observed with shorter duration of untreated psychosis, acute mode of onset and compulsory admission. Adding dimensional scores to diagnostic categories significantly increased the amount of variability explained in predicting these variables; the reverse was also true but to a lesser extent. • CONCLUSIONS: Categorical and dimensional representations of psychosis are complementary. Using both appears to be a promising strategy in conceptualising psychotic illnesses. La PBFM nella PSICOPATOLOGIA di SPETTRO L Endofenotipo: soluzione riduzionistica alla complessità delle malattie multifattoriali. Complessità → Riduzionismo → Olismo (Maxwell-Boltzmann) ↓ psicopatologia ↓ complessità categoriale complessità genetica pleiotropica, epistatica, poligenica Dimensioni Polimorfismi SNP Fattori Inserz-Delezioni (variabili di tratto)Tratti ENDOFENOTIPO TERAPIA Idro Training Dimensionale TERAPIA Epigenetica Ingegneria Genetica DCA Complessità Fenotipica Schema riassuntivo caratteristiche dei DCA (Dalle Grave R.) Abbuffate Mezzi di compenso Dieta Sopra ferrea peso Sotto peso AN 1/3 1/3 si no si BN si 2/3 si no no DAI si no no maggior parte no Fatt. N eurob iologi ci DCA ENDO O P I T O N FE ss es Stre ogen i Familiarità nei DCA AN e BN mostrano più concordanza nei gemelli monozigoti vs. dizigoti. Tra parenti di 1° grado rischio dieci volte maggiore. ^^^^^^^^ depressione alcool OBESITA Familiarità nell 80%. FATTORI BIOLOGICI di VULNERABILITA • Predisponenti: (genetici, morfologici, neuro-biologici) • Scatenanti: (stress: biotici-abiotici, psichici-ambientali). • Perpetuanti: (patoplasticità) ca. 35.000 geni codificano oltre 100.000 tipi diversi di proteine influenzando per circa il 50% la vulnerabilità ai DCA. complessità genetica: Poligenicità (più geni) Epistasi (interagenti) Pleiotropismo (un gene x tante manifestazioni fenotipiche) e Fenocopie (mimi) Relazione gene-fenotipo: Mendeliana-deterministica Complessa-probabilistica Endo fenotipo marker interno: neuroanatomico, biochimico, psicologico, cognitivo, percettivo…Tratto fisico non visibile ma misurabile di un disturbo complesso; intermedio tra il genotipo predisponente e i segni e sintomi manifesti (fenotipo) EFT E associato maggiormente ad una data patologia, con un forte substrato biologico e un ereditabilità maggiore della malattia stessa. • E più elevato nei familiari sani del malato che nella popolazione generale. All interno delle famiglie è primariamente statoindipendente e co-segregato* con la malattia (Gottesmann & Gould 2003) Meccanismi di Controllo dell appetito EFT neuroanatomobiochimici PREFRONTAL CORTEX BDNF PFC COMT 5HT Dopamina Estrogeni Eßr DA BDNF COMT 5HT D a l l e Categorie A l l a Psico Patologia S p e t t r o verso un EFT di PSICOLOGICO Personalità: l'insieme delle caratteristiche psico-comportamentali che definiscono le differenze individuali. Essa è caratterizza in maniera trasversale dall'interazione di fattori costituzionali innati con fattori educativi ed ambientali. Clusters SCHI ZOIDE ISTRIONICO NARCISISTICO SCHIZOTIPICO PARANOIDE ANTISOCIALE BORDERLINE DIPENDENTE ANSIOSO EVITANTE patologici ANANCASTICO definizione categoriale DSM-IV DSM-IV: Il DP... un modello abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell individuo. Tale modello determina un disagio clinicamente significativo e compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti SCHI ZOIDE ISTRIONICO NARCISISTICO SCHIZOTIPICO PARANOIDE DIPENDENTE ANSIOSO EVITANTE ANTISOCIALE BORDERLINE ANANCASTICO PERSONALITA NON PSICOPATOLOGICHE (A-B-C-D) • In the 1950s when Friedman and Rosenman discovered that behavioural factors influenced serum cholesterol levels independent of diet. Their observations led to the derivation of the Types A and B of Personality (TABP) or Type A as it is often referred to. • TABP is a construct defined as competitive achievement orientation, a sense of urgency, and hostility; subcomponents of TABP (e.g. hostility) rather than global TABP were formally recognised as risk factors of CVD on par with traditional biomedical risk factors. • Type B typifies individuals with the absence of TABP. • Type C personality, or the cancer-prone personality, are persons cooperative, unassertive, and who suppress negative emotions. • TABP avoids any association with general and stable features of personality wich led to the general exclusion of personality factors in CVD. MINERVA PSICHIATRICA Marzo 2006 • BMC Res Notes. 2011 Apr 5;4:105. • The association between Type D personality and the metabolic syndrome: a cross-sectional study in a University-based outpatient lipid clinic. • • Tziallas D, Kostapanos MS, Skapinakis P, Milionis HJ, Athanasiou T, S Elisaf M, Mavreas V. Source Department of Psychiatry, University of Ioannina School of Medicine, Ioannina, Greece. [email protected] • BMC Research Notes 2011, 4:105. • Type D personality is associated with increased metabolic syndrome prevalence and an unhealthy lifestyle in a cross-sectional Dutch community sample • • Paula MC Mommersteeg,#1 Nina Kupper,#1 and Johan Denollet#11CoRPS – source Center of Research on Psychology in Somatic diseases, Dept. of Medical Psychology, Tilburg University, The Netherlands Type D (Distressed) personality has been associated with an increased risk of adverse cardiac events in patients with a cardiovascular condition. Both behavioral (e.g. poor consultation behavior) and biological (e.g. cortisol hyperactivity, cardiovascular hyper-reactivity, immune factors: i.e. metabolic syndrome) mechanisms have been suggested. Individuals with a Type D personality have the tendency to experience increased negative emotions and inhibit these emotions in social situations, because of fear of rejection or disapproval. Type D personality is a stable and heritable character trait rather than a consequence of cardiac disease, thus a pre-existing vulnerability profile may be present in persons with Type D personality. • Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 11:7-18 (2005) • Personalità di Tipo D, un costrutto rilevante in cardiologia. Studio preliminare di validazione del questionario italiano. • Gremigni P, Sommaruga M. • Psychosomatic Medicine 67:89-97 (2005) DS14: Standard Assessment of Negative Affectivity, Social Inhibition, and Type D Personality • Johan Denollet, PhD • From Medical Psychology, Department of Psychology and Health, Tilburg University, The Netherlands. Dalla sindrome al DP il DCA → AN → cluster C → disturbo Evitante di personalità. il DCA → BN → cluster B → disturbo Borderline di personalità. Il DCA → DAI → cluster C → disturbo Dipendente di personalità. In ogni disturbo i singoli sintomi, secondo il modello di spettro, sono distribuiti lungo un continuum. In alternativa a quella categoriale nasce la diagnosi dimensionale. L approccio dimensionale antinosologico, isola alcune dimensioni autonome nella nosografia dei diversi disturbi. L intensità dei sintomi prevale sull identificazione diagnostica determinata dalla loro semplice presenza, sfumando i confini tra i singoli disturbi e tra normalità e patologia. Modelli generali di personalità a (3-5-7) fattori Nevroticismo, Estroversione, Psicoticismo subdim.ne impulsività (3 fattori: Eysenk 1985) BIG FIVE (5 fattori: Goldberg 1981-93, John1990) Nevroticismo, Estroversione, Amicalità, Coscienziosità (subdim.ne perfezionismo), Apertura all esperienza Modello psicobiologico di Zuckerman a 5 fattori (Imp-USS impulsività senza senso sociale). Temperament Character Inventory (7 fattori= 4 gen.+ 3 ambient.: Cloninger et al. 1994) T 1) novelty seeking (DA) ↑ BN ↓ AN E 2) harm avoidance (5HT) ↑ BN ↑ AN M 3) reward dependence ↑ BN ↓ AN P 4) persistence (glutammato)↓ BN ↑ AN C 5) self-directedness ↓ BN ↓ AN A 6) cooperativeness ↑ BN ↓ AN R 7) self trascendence ↓ BN ↑ AN essi contengono tratti di personalità: affetti, cognizioni, comportamenti; riuniti in un insieme unico e specifico (appr. idiografico) o in una tassonomia universale (appr. nomotetico) riducibili a variabili di tratto: costrutti decontestualizzati, tendenze comportamentali abituali.(L.Goldberg) • La personalità di Tipo D è una combinazione di 2 dimensioni: affettività negativa (NA), intesa come tendenza a esperire emozioni negative nel tempo e in diverse situazioni, e inibizione sociale (SI), intesa come tendenza a inibire emozioni e comportamenti nelle interazioni sociali. Questi due tratti, relativamente stabili nel tempo e fonte di stress cronico, sono valutabili con la scala psicometrica DS14, costituita da 14 item, già validata e standardizzata per l Italia nel 2005. La personalità di Tipo D è stata associata a spossatezza cronica, insoddisfacente qualità della vita connessa alla salute e ad aumentato rischio di morbilità e mortalità in soggetti affetti da cardiopatia coronarica e arteriopatie periferiche. Tale costrutto risulta associato anche alle diagnosi di sindrome metabolica, di aumentata infiammazione e di ipercortisolismo da stress; tre fattori riconosciuti responsabili di aumentato rischio cardiovascolare, indipendentemente dalla frequente comorbilità ansiosodepressiva. SCALE DIAGNOSTICHE SVARAD (Scala per la Valutazione Rapida Dimensionale) 5 punti 10 items valuta le principali dimensioni psicopatologiche Personality Research Form valuta i tratti derivati dal sistema dei bisogni di Murray Misure self-report (veridicità e sincerità?) : BIS 11 Barrat Impulsivity Scale 4 punti 30 items EIQ Eysenk Impulsivity Questionnaire Misure di laboratorio (lungo termine ?) e PEV Perfezionismo other oriented self-oriented socially prescribed. Perfezionismo nei DCA Il perfezionismo in AN e BN si esprime nel dominio del controllo del cibo, del peso e delle forme corporee. La valutazione di sé in funzione dei propri sforzi per soddisfare standard esigenti di controllo sull alimentazione, sul peso e sulla forma corporea. Impulsività Disposizione ad una reazione rapida e non pianificata ad uno stimolo interno o esterno, con ridotte considerazioni sulle possibili conseguenze. Presente nei DP del cluster B, nello spettro ossessivo-compulsivo, nei DCA e nella Doppia Diagnosi, fino allo Spettro Bipolare. Come tratto-motorio associato ad una misura biologica stabile; come stato-cognitivo , può aumentare in funzione della gravità dei sintomi fino al suicidio Endofenotipo suicidario Hungary and Finland, two populations with a common genetic origin but with divergent cultural and political trajectories, have an high suicide rate. Adoptees resemble their biological parents more than the adoptive family Strutture e funzioni cerebrali coinvolte Il sistema DA corticostriato-mesolimbico, inibisce il comportamento, varia l impulsività in delay discounting perspective (DDP). Le funzioni cognitive esecutive integrate nella regione mediale e dorsolaterale del lobo prefrontale e modulate dalle afferenze dopaminergiche mesocorticali. Nell impulsività compromessa la corteccia orbito frontale che modula il comportamento appetitivo ed emozionale regolata da afferenze serotoninergiche, mentre resta conservata capacità cognitiva di elaborare il contesto ↓attivazione del loop corteccia - formazione reticolare attivante (Eysenk 85 IVE Questionario Impulsività). Tratto meso-corticale dall'area mesencefalica A10 proietta alla neocortex frontale-DLPFC. Controlla funzioni cognitive, la motivazione, l organizzazione temporale, l attenzione, il comportamento sociale e la sintomatologia negativa nucleare (AN). Tratto mesolimbico dall'area A10, (VTA) ventrotegmentale del mesencefalo proietta alle aree corticali (frontale, anteriore del cingolo ed entorinale) e limbiche (nucleo accumbens, parte dell'amigdala e dell'ippocampo). Sistema dopaminergico Neuromelanina per polimerizzazione della DA (nera) (A9) Tratto tuberoInfundi bolareCollega i corpi cellulari ipotalamici all'ipofisi. Inibizione tonica della PRL. (A10) (A10) Via nigro-striatale dalla zona compatta (area A9) della sostanza nera proietta principalmente ai gangli della base: putamen e n. caudato (corpo striato) con funzioni di controllo motorio. Sistema serotoninergico Serotonin containing neurons have their cell bodies in the midline raphe nuclei of the brain stem and project to portions of the hypothalamus, the limbic system, the neocortex and the spinal cord. After release from serotoninergic neurons, most of the 5HT is recaptured by an active reuptake mechanism, inhibited by SSRIs (PROTOPINA), thereby, resulting in prolonged 5HT presence in the synaptic cleft. Nuclei del rafe Le complesse comorbilità dei DCA ridotte a pattern unici 1) Pz. Perfezionistici: bambine perfette ↑funzionamento sociale, ↓comorbidità (↑ doc); DCA per gestire ansia, senso di colpa, competitività e bassa autostima. 2) Pz. Ipercontrollati: disforici o depressi cronici, schizoidi, evitanti; DCA per controllare senso di vuoto emozioni, pulsioni e piacere non gestibili 3) Pz. Impulsivi e disregolati : (BL) non tollerano lo stress e non raggiungono la gratificazione, ansia, DM, DAS; DCA per regolare l affettività come autocura fallimentare.(Westen, Hamden-Fischer 2001) EFT cognitivi per AN – Deficit nella coerenza globale (dettagli > globale) – Deficit emotivi (sistema pauraricompensa, riconoscimento dei sentimenti altrui) - ↓SET-SHIFTING EFT cognitivi per BN – Deficit dell attenzione – Deficit delle funzioni esecutive – Tratti di disinibizione ed evitamento C. BUSINARO1, C. LAPUCCI1, G. BORGHINI2, F. BORGHINI3 1 3 Geneticlab srl, Diagnostic & Research, Noventa Vicentina (Vi) 2 A.I.Nu.C., Roma Ospedale “Cristo Re”, Roma; Università “G.d’Annunzio”, Chieti Nonostante il progresso effettuato nell’identificazione dei geni di rischio per numerose malattie complesse, per quanto riguarda i disturbi psichiatrici mancano ancora robuste associazioni genetiche. Hanno contribuito al ritardo nell’identificazione dei geni candidati un sistema di classificazione ancora in evoluzione, l’assenza di markers diagnostici patognomici e di un processo eziologico definito. L’approccio finora utilizzato tentava di correlare ad ogni disturbo specifici polimorfismi genetici, senza tuttavia arrivare mai a replicare i dati di associazione a causa della variabilità introdotta dai fattori ambientali e primi fra tutti gli eventi stressanti (fattori di rischio per gran parte dei disturbi mentali) (1). La capacità individuale di adattamento allo stress sembra essere in gran parte determinata da fattori genetici. E’ dimostrato infatti come polimorfismi a livello delle regioni promotrici dei geni SLC6A4 e SLC6A2 codificanti rispettivamente il trasportatore per il re-uptake della serotonina (5-HT) e della norepinefrina (NE) contribuiscano in associazione con eventi stressanti ad aumentare la suscettibilità individuale a psicopatologie quali ansia e depressione (2, 3). Un altro polimorfismo a livello del gene codificante l’enzima Catecol-O-metil-transferasi (COMT) che metabolizza i principali neurotrasmettitori epinefrina (EPI), norepinefrina (NE) e dopamina (DA) sembra interagire con i primi ed avere effetti pleiotropici sul comportamento e su varie funzioni mentali (4). Inoltre il gene BDNF (brain-derived neurotrophic factor) è stato proposto come regolatore della risposta dell’asse ipotalamo-pituitario-surrenale allo stress sociale in quanto la presenza del polimorfismo Val66Met (rs6265) è stata recentemente associata a tratti della personalità come ansia e depressione, sia in modelli animali che nell’uomo (5). Partendo da questi presupposti in questo lavoro preliminare ci siamo proposti di trovare delle correlazioni tra background genetico, dato dalla presenza/assenza di 4 polimorfismi nei geni SLC6A4, SLC6A2, BDNF e COMT tutti implicati nella risposta allo stress e profili diagnostici individuati attraverso test psicometrici di spettro e di personalità. Lo scopo prefissato era di poter utilizzare tali test genetici nella pratica clinica come orientamento a livello di diagnosi e in futuro nell’utilizzo di protocolli modulati nella terapia farmacologica abbinata al disturbo. SLC6A4 (SERT) BDNF SLC6A2 (NET) COMT Pazienti S SL L P-value (χ2 test) A (Met) AG G(Val) P-value (χ2 test) Pazienti CC CT TT P-value (χ2 test) A (Met) AG G(Val) Totale 11 (0.30) 15 (0.40) 11 (0.30) P< 0.2 1 (0.03) 12 (0.32) 24 (0.65) P< 0.7 Totale 2 (0.05) 20 (0.54) 15 (0.41) P< 0.3 9 (0.25) 16 (0.43) 12 (0.32) Femmine 6 (0.32) 7 (0.36) 6 (0.32) P< 0.2 1 (0.05) 7 (0.37) 11 (0.58) P< 0.3 Femmine 1 (0.05) 6 (0.32) 12 (0.63) P< 0.2 5 (0.26) 9 (0.48) 5 (0.26) P< 0.7 Maschi 5 (0.28) 8 (0.44) 5 (0.28) P< 0.7 0 5 (0.28) 13 (0.72) P< 0.5 Maschi 1 (0.05) 14 (0.78) 3 (0.17) P<0.005 4 (0.22) 7 (0.39) 7 (0.39) P< 0.05 P-value (χ2 test) P< 0.2 Tabella 1. Sono qui sopra riportate le frequenze genotipiche per le varianti L e S della zona promotrice del gene SLC6A4 (SERT) e per i polimorfismi BDNF G196A Val66Met, SLC6A2 (NET) -182 T/C e COMT G472A Val158Met, ricavate dal campione preso in esame. L'HWE E' stato verificato mediante calcolo del P-value utilizzando come riferimento le frequenze genotipiche di una popolazione generale Europea fornite da NCBI e rappresentate in Tabella 2. Si può notare come nei maschi del campione sia sovrarappresentata la variante SLC6A2 (NET) -182 C e come tale variazione sia significativa presentando un P-value < 0.005 (il cut-off scelto è 0.02). Solo nei maschi si osserva una statisticamente significativa (P<0.005) prevalenza (77,8%) del genotipo eterozigote CT del polimorfismo SLC6A2 (NET) 182 T/C mentre per il campione femminile si osserva la totale coincidenza delle medie delle frequenze genotipiche rispetto a quelle della popolazione europea generale di riferimento. GSMV DAP Dep Ipom Ansia Soc. DOC SLC6A4 (SERT) S LS L 1/2 1/2 0 (0.50) (0.50) 3/3 0 0 (1) 13/4 1/4 0 (0.75) (0.25) 2/4 1/4 1/4 (0.50) (0.25) (0.25) 2/3 1/3 0 (0.66) (0.33) 0 0 0 0 0 0 Popolazione SLC6A2 (NET) COMT C TC T A GA G 1/2 1/2 1/2 1/2 0 0 (0.50) (0.50) (0.50) (0.50) 2/3 1/3 1/3 1/3 1/3 0 (0.66) (0.33) (0.33) (0.33) (0.33) 24/4 3/4 1/4 0 0 0 (1) (0.75) (0.25) 2/4 2/4 2/4 2/4 0 0 (0.50) (0.50) (0.50) (0.50) 3/3 3/3 0 0 0 0 (1) (1) G 1/2 (0.50) 2/3 (0.66) 1/4 (0.25) 2/4 (0.50) 3/3 (1) Europea DAP Dep Classe A Classe B Classe C Ipom Ansia Soc DOC 3/4 (0.75) 2/4 (0.5) 3/3 (1) 2/3 (0.67) 2/2 (1) 1/4 (0.25) SLC6A2 (NET) COMT S LS L A AG G C CT T A GA G 0.53 0.28 0.03 0.28 0.68 0.03 0.46 0.50 0.25 0.53 0.21 Tabella 3. La tabella 5 sono riportate le frequenze genotipiche nei raggruppamenti diagnostici GSM-V per i soli pazienti che sono risultati al test PDQ-4 avere tratti di un disturbo della personalità. Sono evidenziati i campi relativi alle frequenze che si discostano significativamente dalle frequenze attese concentrate nel gruppo diagnostico Ipomaniacale che è anche quello più rappresentato nel campione in esame. 1* Ipom SERT: P-value < 0.025; 2* Ipom NET: P-value <0.01. Quindi nei pazienti definibili sopra la soglia in base al test PDQ-4, e quindi di maggiore complessità clinica, si conferma la piena correlazione tra lo spettro ipomaniacale e la variante eterozigote TC del NET. Tabella 4. Nella tabella a fianco confrontiamo le due classificazioni diagnostiche date dai test GSM-V e PDQ4. Nelle colonne sono riportati i 5 domini in cui il test GSM-V raggruppa i sintomi del disturbo psichico: Panico Agorafobia (DAP), Disturbo depressivo (Dep), Umore Ipomaniacale (Ipom), Ansia Sociale (Ansia Soc.), Aspetti Ossessivo-Compulsivi (DOC). Le righe invece rappresentano le quattro classificazioni del test PDQ-4 : Classe A (paranoide, schizoide, schizotipico), Classe B (antisociale, borderline, istrionico, narcisistico), Classe C (evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo) e Depressivo. 1/4 (0.25) 1/3 (0.33) BDNF SLC6A4 (SERT) 0.14 Tabella 2. Frequenze genotipiche nella popolazione generale di riferimento (Fonte: NCBI). GSM-V TEST Tabella 4 PDQ-4 TEST BDNF AG 1/2 (0.50) 1/3 (0.33) 3/4 (0.75) 2/4 (0.50) A 1/4 (0.25) Per il confronto tra i due test sono stati esclusi i pazienti che al test PDQ-4 riportavano un punteggio inferiore a 20, la soglia superiore per una personalità normale. Il rimanente campione preso in esame presentava per lo più punteggi compresi tra 21 e 50, corrispondenti a tratti patologici, mentre solo 2 pazienti presentavano punteggi > 50 che segnalano un disturbo della personalità. Si può notare come ci sia congruità clinica nelle associazioni risultate significative tra sintomi di spettro e cluster di personalità solo per DAP/clC e Ipom/clA mentre per gli altri profili la corrispondenza non è totale. E’ stato comunque possibile identificare per ogni dominio GSM-V una classe di personalità più rappresentata (celle grigie). Test PDQ-4 Test GSM-V Classe C DAP Classe B DEP Ipom Classe A Ansia Soc DOC Sesso SLC6A4 (SERT) BDNF S LS L 4F 1/4 (0.25) 2/4 (0.50) 1/4 (0.25) 4M 1/4 (0.25) 1/4 (0.25) A AG SLC6A2 (NET) COMT G C TC T A GA G (0.25) 2/4 (0.50) 1/4 (0.25) 0 1/4 (0.25) 3/4 (0.75) 1/4 (0.25) 2/4 (0.50) 1/4 (0.25) 2/4 (0.50) 0 2/4 (0.50) 2/4 (0.50) (0.25) 2/4 (0.50) 1/4 (0.25) 2/4 (0.50) 1/4 (0.25) 1/4 (0.25) 31/4 41/4 2F 0 2/2 (1) 0 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 0 0 2/2 (1) 0 0 2M 0 2/2 (1) 0 0 0 2/2 (1) 0 2/2 (1) 0 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 8F 2/8 (0.25) 1/8 (0.13) 15/8 (0.62) 0 4/8 (0.50) 4/8 (0.50) 1/8 (0.13) 3/8 (0.37) 4/8 (0.50) 1/8 (0.13) 4/8 (0.50) 3/8 (0.37) 6M 3/6 (0.50) 2/6 (0.33) 2F 22/2 2M 0 62/2 (1) 1/6 (0.17) 0 2/6 (0.33) 4/6 (0.67) 0 56/6 (1) 0 1/6 (0.17) 3/6 (0.50) 2/6 (0.33) 0 0 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 0 2/2 (1) 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 0 2/2 (1) 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50)) (1) 0 2F 0 2/2 (1) 0 0 0 2/2 (1) 0 2/2 (1) 0 0 1/2 (0.50) 1/2 (0.50) 3M 1/3 (0.33) 1/3 (0.33) 1/3 (0.33) 0 0 3/3 (1) 0 2/3 (0.67) 1/3 (0.33) 0 2/3 (0.66) 1/3 (0.33) Tabella 5. Nella tabella soprastante sono riportate le frequenze genotipiche dei 4 polimorfismi analizzati suddivise in base ai raggruppamenti diagnostici dei Test GSM-V e PDQ-4 e in funzione del sesso. Da una prima analisi effettuata sul campione totale non risultavano significative variazioni delle frequenze genotipiche rispetto all’HWE, siamo quindi andati ad indagare i singoli raggruppamenti suddividendo i maschi dalle femmine e trovando così delle variazioni significative (campi evidenziati) delle frequenze di specifici polimorfismi genetici in specifici raggruppamenti diagnostici. 1* Ipom fem SERT: P-value < 0.01; 2* Ansia Soc. fem SERT: P-value < 0.01; 3* DAP fem BDNF: P-value < 0.01; 4* DAP maschi NET: P-value < 0.025; 5* Ipom maschi NET: P-value < 0.01; *6 Dep fem COMT: P-value < 0.025. Congruità clinica e correlazione significativa tra sintomi di spettro e cluster di personalità (DAP/clC e Ipom/clA) coincidono solo nei i maschi eterozigoti TC per il NET (vv. Tabella 1). CONCLUSIONI ØGruppi di pazienti accomunati dallo stesso profilo di psicodiagnosi presentano variazioni significative nelle frequenze di specifici polimorfismi a livello dei geni SLC6A4, BDNF, SLC6A2 e COMT ØTali variazioni sembrano essere sesso-specifiche ØIn particolare i maschi Ipom presentano congruenza clinica con i valori soprasoglia del PDQ4 per la Classe A e totale correlazione con la variante eterozigote TC del polimorfismo SCL6A2 (NET) -182 T/C ØLa ridotta dimensione del campione non ci permette di stabilire associazioni statisticamente sostenibili ØCi proponiamo di estendere la ricerca vagliando altri geni implicati nella risposta allo stress per ricavare delle linee guida in diagnostica e nell’utilizzo di protocolli modulati RECLUTAMENTO E PSICODIAGNOSI E’ stato analizzato un campione ad randum di 37 pazienti, di cui 18 maschi e 19 femmine, tutti afferenti all’ambulatorio psichiatrico. Per la valutazione degli spettri di patologia sottosoglia a ciascun paziente è stata somministrata la General 5-Spectrum Measure (GSM-V), un’intervista in autosomministrazione che comprende in maniera riassuntiva i cinque domini relativi a ciascuno spettro di patologia (MOOD-SR, PAS-SR, ABS-SR, OBS-SR, SHY-SR), per un totale di 54 domande. Parallelamente è stato somministrato The Personality Diagnostic Questionnaire-4th Edition (PDQ-4), un questionario in autosomministrazione di 100 domande da cui può essere ricavata una diagnosi della personalità consistente con i criteri del DSM-IV per i disturbi del secondo asse. Ciascun paziente è stato correttamente informato dello scopo della ricerca ed ha liberamente deciso di parteciparvi firmando un consenso informato. Il DNA totale è stato estratto da tampone buccale mediante NucleoSpin® Tissue (Macherey-Nagel). GENOTIPIZZAZIONE I polimorfismi BDNF Val66Met (rs6265) e SLC6A2 (NET) -182 T/C (rs2242446) sono stati analizzati mediante metodica Real Time PCR su sistema CFX96™ (BIORAD) utilizzando il software Bio-Rad CFX Manager V1.5. La reazione PCR è stata condotta in un volume di 25 ul con 90 ng totali di DNA, TaqMan ® Universal PCR Master Mix 2X (Applied Biosystem), 0.2 uM di ciascun primer, 0.14 uM di ciascuna sonda coniugate al fluorocromo FAM o HEX. Il ciclo utilizzato prevedeva 95°C x 10’, 50 cicli a 92°C x 15” e 60°C x 1’. Sonde e primer sono state progettate mediante l ’utilizzo di Beacon Designer 7.6 . La variante lunga (L) o corta (S) della zona promotrice del gene SLC6A4 (SERT) è stata analizzata mediante Real Time PCR su sistema CFX96™ (BIORAD) e curva di melting. La reazione PCR è stata condotta con SYBR® Green PCR Master Mix (Applied Biosystem) seguendo le condizioni precedentemente descritte (6). I risultati ottenuti sono stati confermati analizzando lo stesso polimorfismo mediante reazione PCR come precedentemente descritto (7). Il polimorfismo COMT Val158Met (rs4680) è stato infine analizzato utilizzando la metodica standard PCR su macchina TECHNE TC-512 seguita da analisi RFLP come precendentemente descritto (8). ANALISI STATISTICA DEI DATI In questo studio preliminare le deviazione dal HWE sono state analizzate comparando le frequenze genotipiche osservate e quelle attese attraverso il test del χ2 con df pari a uno e permutazione del Pvalue. Il cut off scelto, dati i limiti della campionatura, è stato di 0,02. Reference: (1)N. Rish et al.,JAMA.2009;301(23):2462-2471; (2)Luddington et al., Prim Care Companio J Clin Psychiatry 2009;11 (3):93-102; (3) Min et al., Psychopharmacology 2008, DOI 10.1007/s00213-009-1550-3; (4) Tadic et al., 2009, Am J Med Genet Part B 150B:487-495; (5) Shalev et al., Psychoneuroendocrinology (2009) 34, 382-388; (6)Covault et al., Biol Psychiatry (2006) 3, 20:30; (7)Sundaramurthy et al., Am J Med Gen (neuropsychiatric Genetics) 96:53-55 (2000); (8) Herrmann et al., Cognitive, Affective, &Behavioral Neuroscience 2009, 9 (2), 168-172. XII congresso Società Italiana di Genetica Umana • Determinanti genetiche nei disturbi dimensionali di C. BUSINARO1, C. LAPUCCI1, G. BORGHINI2, F. personalità BORGHINI3 • 1 Geneticlab srl, Diagnostic & Research, Noventa Vicentina (Vi) • 2 A.I.Nu.C., Roma • 3 Ospedale Cristo Re , Roma; Università G.d Annunzio , Chieti Nonostante il progresso effettuato nell identificazione dei geni di rischio per numerose malattie complesse, per quanto riguarda i disturbi psichiatrici mancano ancora robuste associazioni genetiche. Hanno contribuito al ritardo nell identificazione dei geni candidati: a) un sistema di classificazione ancora in evoluzione, b) l assenza di markers diagnostici patognomici e di un processo eziologico definito. L approccio finora utilizzato tentava di correlare ad ogni disturbo specifici polimorfismi genetici, senza tuttavia arrivare mai a replicare i dati di associazione a causa della variabilità introdotta dai fattori ambientali e primi fra tutti gli eventi stressanti (fattori di rischio per gran parte dei disturbi mentali) (1). La capacità individuale di adattamento allo stress sembra essere in gran parte determinata da fattori genetici. E dimostrato infatti come polimorfismi a livello delle regioni promotrici dei geni SLC6A4 e SLC6A2 codificanti rispettivamente il trasportatore per il reuptake della serotonina (5-HT) e della norepinefrina (NE) contribuiscano in associazione con eventi stressanti ad aumentare la suscettibilità individuale a psicopatologie quali ansia e depressione (2, 3). Un altro polimorfismo a livello del gene codificante l enzima Catecol-O-metiltransferasi (COMT) che metabolizza i principali neurotrasmettitori epinefrina (EPI), norepinefrina (NE) e dopamina (DA) sembra interagire con i primi ed avere effetti pleiotropici sul comportamento e su varie funzioni mentali (4). Inoltre il gene BDNF (brain-derived neurotrophic factor) è stato proposto come regolatore della risposta dell asse ipotalamo-pituitariosurrenale allo stress sociale in quanto la presenza del polimorfismo Val66Met (rs6265) è stata recentemente associata a tratti della personalità come ansia e depressione, sia in modelli animali che nell uomo (5). Partendo da questi presupposti in questo lavoro preliminare ci siamo proposti di trovare delle correlazioni tra background genetico, dato dalla presenza/assenza di 4 polimorfismi nei geni SLC6A4, SLC6A2, BDNF e COMT tutti implicati nella risposta allo stress e profili diagnostici individuati attraverso test psicometrici di spettro e di personalità. • RECLUTAMENTO E PSICODIAGNOSI E stato analizzato un campione ad randum di 37 pazienti, di cui 18 maschi e 19 femmine, tutti afferenti all ambulatorio psichiatrico. A tutti è stata somministrata la General 5-Spectrum Measure (GSM-V), un intervista in autosomministrazione per un totale di 54 domande, e The Personality Diagnostic Questionnaire-4th Edition (PDQ-4), un questionario in autosomministrazione di 100 domande da cui può essere ricavata una diagnosi della personalità. Ciascun paziente ha firmato un consenso informato. • Il DNA totale è stato estratto da tampone buccale mediante NucleoSpin® Tissue (Macherey-Nagel). ESTRAZIONE DEL DNA PURIFICAZIONE DEL DNA PCR REAL TIME SELEZIONE DEI FILAMENTI Provette per AMPLIFICAZIONE con PCR Mappatura del DNA CONCLUSIONI • Gruppi di pazienti accomunati dallo stesso profilo di psicodiagnosi presentano variazioni significative nelle frequenze di specifici polimorfismi a livello dei geni SLC6A4, BDNF, SLC6A2 e COMT • Tali variazioni sembrano essere sessospecifiche • In particolare i maschi Ipom presentano congruenza clinica con i valori soprasoglia del PDQ4 per la Classe A e totale correlazione con la variante eterozigote TC del polimorfismo SCL6A2 (NET) -182 T/C • La ridotta dimensione del campione non ci permette di stabilire associazioni statisticamente sostenibili • Ci proponiamo di estendere la ricerca vagliando altri geni implicati nella risposta allo stress per ricavare delle linee guida in diagnostica e nell utilizzo di protocolli modulati Reference: (1)N. Rish et al.,JAMA.2009;301(23):2462-2471; (2)Luddington et al., Prim Care Companio J Clin Psychiatry 2009;11 (3):93-102; (3) Min et al., Psychopharmacology 2008, DOI 10.1007/ s00213-009-1550-3; (4) Tadic et al., 2009, Am J Med Genet Part B 150B:487-495; (5) Shalev et al., Psychoneuroendocrinology (2009) 34, 382-388; (6)Covault et al., Biol Psychiatry (2006) 3, 20:30; (7)Sundaramurthy et al., Am J Med Gen (neuropsychiatric Genetics) 96:53-55 (2000); (8) Herrmann et al., Cognitive, Affective, &Behavioral Neuroscience 2009, 9 (2), 168-172. DETERMINANTI GENETICHE NELLO SVILUPPO DELLA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO allo STRESS (G.A.S.) LIVELLO DI ATTIVAZIONE soglia FASE DI ALLARME NET FASE DI RESISTENZA SERT- COMT- CORTISOLO – BDNF → FASE DI ESAURIMENTO Nella fase di allarme della G.A.S. domina la reazione noradrenergica modulata dal trasportatore della norepinefrina (NET), polimorfismo T-182C SLC6A2. La NMT, sintetizzata in loco, metila il DNA silenziando epigeneticamente il NET. Human sympathetic nerve biology: parallel influences of stress and J Neural Transm. 2008 Dec;115(12):1681-6. The combined effect of norepinephrine epigenetics in essential hypertension and panic disorder. transporter gene and negative life events Ann N Y Acad Sci. 2008 Dec;1148:338-48. in major depression of Chinese Han Esler M et al.Baker Heart Research population. Institute, Melbourne, Australia. Sun N, Xu Y, Wang Y, Duan H, Wang S, Ren Y, Peng J, Du Q, Shen Y, Xu Q, Zhang K. Department of Psychiatry, First Hospital of Shanxi Medical University, 030001, Taiyuan, China. Termociclatore con sonde TaqMan Nella fase di resistenza della G.A.S. dominano le seguenti modulazioni geniche: a) del SERT, polimorfismo I/D 44bp SLC6A4, variante allelica S/L… Science. 2003 Jul 18;301(5631):291-3. Influence of life stress on depression: moderation by a polymorphism in the 5-HTT gene. Caspi A, Sugden K, Moffitt TE, Taylor A, Craig IW, Harrington H, McClay J, Mill J, Martin J, Braithwaite A, Poulton R. Prim Care Companion J Clin Psychiatry. 2009;11(3):93-102. Clinical implications of genetic variation JAMA. 2009;301(23):2462-2471) in the serotonin transporter promoter Interaction Between the Serotonin region: a MD review. Transporter Gene ( 5-HTTLPR), Luddington NS, Mandadapu A, Stressful Life Events, and Risk of Husk M, El-Mallakh RS.Department Depression : A Meta-analysis of Psychiatry and Behavioral Neil Risch; Richard Herrell; Thomas Sciences, University of Louisville Lehner; et al. School of Medicine, Kentucky. • Arch Gen Psychiatry. 2009 Nov;66(11):1201-9. • Interactive effect of stressful life events and the serotonin transporter 5-HTTLPR genotype on posttraumatic stress disorder diagnosis in 2 independent populations.Xie P, Kranzler HR, Poling J, Stein MB, Anton RF, Brady K, Weiss RD, Farrer L, Gelernter J. • • Department of Genetics, Yale University School of Medicine, New Haven, CT, USA. CONTEXT: The 5-HTTLPR polymorphism in the promoter region of the serotonin transporter gene (SLC6A4) has been found to moderate several categories of emotional response after stressful life events. Previous studies generally focused on its effect on depressive symptoms; little is known about its moderation of the development of posttraumatic stress disorder (PTSD). OBJECTIVE: To examine the effects of childhood adversity, adult traumatic events, 5-HTTLPR genotypes, and gene x environment interactions on the etiology of PTSD. DESIGN: A cross-sectional study in which participants in several studies investigating the genetics of substance dependence were also screened for lifetime PTSD. The triallelic system of 5-HTTLPR was genotyped. Logistic regression modeling was used in the analyses. SETTING: General community. PARTICIPANTS: Five hundred eighty-two European American and 670 African American individuals who reported experiences of childhood adversity, adult traumatic events, or both. Main Outcome Measure Diagnosis of PTSD, defined by DSM-IV diagnostic criteria and assessed through the Semi-Structured Assessment for Drug Dependence and Alcoholism interview. RESULTS: Childhood adversity and adult traumatic events both predicted PTSD. Although the 5-HTTLPR genotype alone did not predict the onset of PTSD, it interacted with adult traumatic events and childhood adversity to increase the risk for PTSD, especially for those with high rates of both types of trauma exposure (European American: odds ratio [OR], 2.86; 95% confidence interval [CI], 1.50-5.45; P = . 002; African American: OR, 1.88; 95% CI, 1.04-3.40; P = .04; pooled: OR, 2.31; 95% CI, 1.50-3.56; P < .001). CONCLUSIONS: Participants who had both childhood adversity and adult traumatic events were more likely to develop lifetime PTSD compared with those who experienced either type of adverse event. The risk was increased in individuals with 1 or 2 copies of the S' (S) allele compared with the L' (L) homozygotes. Our study provides additional direct evidence that PTSD is influenced by the interactive effect of environmental and genetic factors. Real Time + Melting il 5-HTTLPR è stato visualizzato con la metodica del SYBR Green 5HTTP S 5HTTP L-S 5HTTP L La frequenza della mutazione riportata in letteratura é del 39% con una eterozigosi del 52%.(Armin Heils et al. J. Neurochemistry vol 66 no 6, 1996): INSERZIONE-DELEZIONE b) del BDNF: polimorfismo funzionale G196A val66met … Learn Mem. 2007 Apr 6;14(4):268-76. Histone modifications around individual BDNF gene promoters in prefrontal cortex are associated with extinction of conditioned fear. , Bredy TW Wu H, Crego C, Zellhoefer J, Molecular Psychiatry (2009), 1–15 Interactions between BDNF G196A -Val66Met polymorphism and early life stress predict brain and arousal pathways to syndromal depression and anxiety JM Gatt1,2, CB Nemeroff3, C Dobson-Stone4,5,6, RH Paul7, RA Bryant1,8, PR Schofield4,5,6,E Gordon1,2,9, AH Kemp1,2 and LM Williams1,2 Sun YE, Barad M. Department of Psychiatry and Biobehavioral Sciences, Brain Research Institute, Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior, Los Angeles, California 90095, USA. Abnorm Psychol. 2008 Aug;117(3):699-704. The psychology of psychiatric genetics: evidence that positive emotions in females moderate genetic sensitivity to social stress associated with the BDNF Val-sup-6-sup-6Met polymorphism. Wichers M, Kenis G, Jacobs N, Myin-Germeys I, Schruers K, Mengelers R, Delespaul P, Derom C, Vlietinck R, van Os J. • Psychol Med. 2009 Sep;39(9):1425-32. Epub 2009 Feb 12. • Early adversity and 5-HTT/BDNF genes: new evidence of gene-environment interactions on depressive symptoms in a general population. • Aguilera M, Arias B, Wichers M, Barrantes-Vidal N, Moya J, Villa H, van Os J, Ibáñez MI, Ruipérez MA, Ortet G, Fañanás L. Unitat d'Antropologia, Departament Biologia Animal, Facultat de Biologia, Universitat de Barcelona and CIBER de Salud Mental, Instituto de Salud Carlos III, Spain. • BACKGROUND: Adverse childhood experiences have been described as one of the major environmental risk factors for depressive disorder. Similarly, the deleterious impact of early traumatic experiences on depression seems to be moderated by individual genetic variability. Serotonin transporter (5-HTT) and brain-derived neurotrophic factor (BDNF) modulate the effect of childhood adversity on adult depression, although inconsistencies across studies have been found. Moreover, the gene x environment (GxE) interaction concerning the different types of childhood adversity remains poorly understood. The aim of this study was to analyse the putative interaction between the 5-HTT gene (5-HTTLPR polymorphism), the BDNF gene (Val66Met polymorphism) and childhood adversity in accounting for adult depressive symptoms. METHOD: A sample of 534 healthy individuals filled in selfreport questionnaires of depressive symptomatology [the Symptom Check List 90 Revised (SCL-90-R)] and different types of childhood adversities [the Childhood Trauma Questionnaire (CTQ)]. The 5-HTTLPR polymorphism (5-HTT gene) and the Val66Met polymorphism (BDNF gene) were genotyped in the whole sample. RESULTS: Total childhood adversity (beta=0.27, p<0.001), childhood sexual abuse (CSA; beta=0.17, p<0.001), childhood emotional abuse (beta=0.27, p<0.001) and childhood emotional neglect (beta=0.22, p<0.001) had an impact on adult depressive symptoms. CSA had a greater impact on depressive symptoms in Met allele carriers of the BDNF gene than in the Val/Val group (F=5.87, p<0.0001), and in S carriers of the 5-HTTLPR polymorphism (5-HTT gene) (F=5.80, p<0.0001). CONCLUSIONS: Childhood adversity per se predicted higher levels of adult depressive symptoms. In addition, BDNF Val66Met and 5-HTTLPR polymorphisms seemed to moderate the effect of CSA on adult depressive symptoms. c) della COMT: polimorfismo funzionale (G472A, rs 4680G>A ) del suo gene (esone 4, codone 158, alleli High-G/Low-A): LL (met158met), HL (val158met) e HH (val158val) DIGESTIONE CON ENZIMA DI RESTRIZIONE (BsaAI) DEI PRODOTTI DELLA PCR DELLA COMT su gel di agarosio al 8% Am J Med Genet B Neuropsychiatr Genet. 2009 Jun 5;150B(4): 487-95. Interaction between gene variants of the 5-HTTLPR and COMT in borderline personality disorder. Tadić A et al. University of Mainz, Germany. Catechol- O -methyltransferase (COMT) degrades catecholamine neurotransmitters serotonin, dopamine and norepinephrine, and affects the metabolism of catecholestrogens in the human brain. The COMT gene’s functional polymorphisms (exon 4,codon 158,allele High/ Low), HL (val 158 met) and , LL (met 158 met) account for two- and fourfold variations, respectively, in enzyme activity in comparison to the H/H (val 158 val) genotype. These findings suggest that a turnover of cathecholamines connected with polymorphism of the COMT gene and a high activity of COMT enzyme increases the risk of ED, particularly of anorexia nervosa. The risk is even higher for women with an allele of higher activity. e infine d) degli steroidi gonadico-surrenalici. Tutte modulazioni geniche, in interazione epistasica tra di loro, fondamentali per l instaurarsi dell adattamento allo stress e per il suo esito finale (fase di esaurimento). Molecular Psychiatry (2008) 13, 709–716. Evidence of biologic epistasis between BDNF and SLC6A4 and implications for depression L Pezawas1,2,6, A MeyerLindenberg1,3,6, AL Goldman1, BA Verchinski1, G Chen4, BS Kolachana1, MF Egan1, VS Mattay1, AR Hariri5 and DR Weinberger1 verso un Endofenotipo biofisico Stagione DI Nascita La stagione di nascita preferita nella AN, soprattutto il tipo ad esordio precoce, è la primavera o l inizio estate. Il concepimento è quindi da collocare nei mesi della bella stagione attività solare Tempeste magnetiche HAARP Fluxgate Magnetometer The "H" component is positive northward The "D" component is positive eastward The "Z" component is positive downward Risonanze di Schumann ass orb ime nto riso na n te c ereb ULF -ELF rale 10-1 V/cm E E G ECG LEGAME IDROGENO Membrana cellulare Interazioni tra ioni, acqua e terminazioni aminoacidiche nel canale intramembranoso Cl - Neuro recettori (Christie et al.,02, J Neurosci.) Microvilli (95% 5HT) Calcoli informatici su modelli biomolecolari virtuali e prove di laboratorio ( progetto ISIS degli anni 80 in UK), hanno teorizzato prima e confermato sperimentalmente poi la presenza di molecole d acqua intorno e all interno dei complessi avvolgimenti della struttura del DNA. DNA ANTENNA BIOLOGIA DINAMICA biologia biologia molecolare coerente ELETTRODINAMICA COERENTE campo elettromagnetico campo di materia la realtà unico grande sistema (Henry Margenau) dall interno del quale possono essere estrapolati un infinità di altri sistemi minori; Anche l essere umano è inserito in un sistema più ampio, chiamato Organismo Uomo. Karl Pribram Vienna 25-2-1919 neurochirurgo-psichiatra-psicologo il paradigma principio di non località: parti lontane di uno stesso sistema interagiscono tra loro con una velocità di comunicazione continua ed istantanea. SINCRONICITA AVVENIMENTI APPARENTEMENTE NON LEGATI TRA DI LORO… IN REALTA LO SONO !!! Il campo elettromagnetico intrappolato ha con sé un compagno inseparabile, il "potenziale vettore" effetto Bohm-Aharonov 1959-1980 IL FENOMENO DI BOHM AHARONOV AVVIENE SENZA ESERCITARE ALCUNA FORZA SUL FASCIO DI ELETTRONI E QUINDI SENZA SCAMBIO DI ENERGIA. Tra i vari sistemi coerenti si apre perciò la possibilità di un DIALOGO SOTTILE", senza scambio di energia, esso coinvolge solo le fasi, sfugge ad ogni misura parcellare ed è percepito solo da chi si pone in AMBITO ONDULATORIO . OLOGRAMMA Paradigma olografico (Pribram e Bohm) la realtà comunemente percepita (realtà esplicita) è l ologramma di una realtà energetica, situata ad un livello più profondo (realtà implicita) che il cervello filtra ed interpreta costantemente per renderla razionalmente comprensibile. la luce proveniente da un laser viene divisa da uno specchio semitrasparente (beam-splitter), i due raggi risultanti vengono quindi espansi e convogliati mediante specchi uno ad illuminare il soggetto (fronte d'onda dell'oggetto) ed il secondo (fronte d'onda di riferimento) va ad illuminare uniformemente la lastra o pellicola sensibile : I due fronti d'onda interferiscono e … la registrazione delle frange d'interferenza sulla lastra fotografica è l'ologramma. secondo il modello olonomico di Pribram il cervello opera in modo simile a un ologramma, in conformità ai principi della matematica quantica e alle caratteristiche dei modelli delle onde d'interferenza. Durante l'esperimento ciascun fotone si dimostra in grado di correlare il suo angolo di polarizzazione con quello del suo "gemello" di coppia in maniera che parrebbe instantanea o comunque superiore alla velocità della luce. In un universo olografico dunque, poiché la struttura universale ultima sarebbe identica a quella della mente umana, cioè essendo entrambe di natura olografica, l'entità dei cambiamenti che si potrebbero apportare alla sostanza della realtà sarebbe illimitata. Richard Boylan Al Fermilab L'universo è un ologramma? Lo dirà un esperimento Lo strumento che verrà utilizzato sarà costituito da due sensibilissimi interferometri che dovrebbero fornire "la più sensibile misurazione dello spaziotempo mai eseguita" Le teorie che prevedono la presenza di dimensioni extra sono numerose: la possibilità che almeno ad alcune scale l'universo possieda solo due dimensioni sono invece più esotiche. Una di queste ipotizza appunto che alle dimensioni di Planck esso sia bidimensionale, essendo la terza dimensione intrinsecamente collegata a quella del tempo. Se così fosse, il nostro universo tridimensionale non sarebbe che un "ologramma" di un universo in due dimensioni. n L'idea non è nuovissima, ma i fisici del Fermilab hanno progettato un esperimento per sottoporre per la prima volta a controllo questa idea. Craig Hoigan e collaboratori hanno infatti costruito un interferometro olografico, o "olometro" nel tentativo di rivelare il "rumore" intrinseco dello spaziotempo, che potrebbe rivelare la presenza di una frequenza massima possibile imposta dalla natura. (Sfortunatamente, il nome con cui i ricercatori hanno battezzato la loro apparecchiatura - olometro appunto - coincide con quello di un altro strumento, usato per rilievi topografici e architettonici, descritto per la prima volta nel XVI secolo da Abel Foullon.) Ora è iniziata la costruzione dello strumento - di cui per il momento i ricercatori hanno testato un prototipo in scala della lunghezza di un metro - che una volta ultimato avrà una lunghezza di 40 metri e che dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno, fornendo "la più sensibile misurazione dello spaziotempo mai eseguita". L'interferometro olografico è costituito da due interferometri completamente separati posizionati uno sopra l'altro. In ogni interferometro, un fascio di luce viene separato in due parti che viaggiano lungo direzioni differenti, fino a raggiungere uno specchio che le rimanda indietro, dove viene misurata l'eventuale differenza di fase. Qualsiasi minuscola vibrazione che interferirà con la frequenza della luce nel corso del suo viaggio determinerà quindi un'uscita dallo stato di sincronizzazione dei due interferometri. Gli interferometri di questo "olometro" sono caratterizzati da una elevatissima precisione alle alte frequenza. I ricercatori dicono che sarà di sette ordini di grandezza più preciso di qualsiasi orologio atomico attualmente esistente su intervalli di tempo ultrabrevi. Disponendo di due interferometri, i ricercatori possono confrontare i risultati per confermare le misurazioni. Inoltre, possono assicurarsi che qualsiasi vibrazione rilevata non sia derivata dall'interferometro olografico stesso. Infine una serie di sensori all'esterno dell'apparecchiatura servirà per rilevare le normali vibrazioni presenti e "cancellarle facendo vibrare alla stessa frequenza gli specchi". Avendo preso tutte queste precauzioni, osservano i ricercatori, qualsiasi disturbo ad alta frequenza rilevato potrebbe essere una distorsione dello spaziotempo stesso, ossia un disturbo "olografico", osserva Aaron Chou, che partecipa alla ricerca. Se l'esperimento rilevasse effettivamente questo disturbo olografico, si tratterebbe del primo dato in grado di corroborare la teoria secondo cui alla scala di Planck l'universo sarebbe bidimensionale e che quella della tridimensionalità sarebbe in un certo qual modo un'illusione olografica. (gg) Telepresenza: con gli ologrammi dinamici, grazie a un nuovo polimero fotorifrattivo, è possibile la proiezione di un'immagine in 3D in movimento. Finora questo era possibile solo con immagini statiche (Nature nov 2010) ENDOFENOTIPO come ARCHETIPO CONDIVISO E una intuizione senza spazio né tempo entangled alle esperienze condivise nell inconscio collettivo. Essa si esprime attraverso i sogni; semplice e complessa, logica e razionale da un lato (comprensibile con l'emisfero dominante) e indefinita dall altro (comprensibile dall'emisfero non dominante) G.A.S. INTERAZIONI SOTTILI E=kT Effetto Bohm-Aharonov ipersensibilità affinità transfert bioritmi psicodinamica : Melatonina spazio-tempo-legami ciclotimia personalità meteoropatia r.Schumann