Dott. Francesco Borghini
psichiatra, docente di psicobiofisica medica (PBFM)
nel Corso di Specializzazione in psicoterapia,
"Scuola di Formazione Psicosomatica",
Ospedale "CRISTO RE" Roma.
[email protected]
LEZIONI
di PBFM
1 lez. IV° anno
A.A. 2011-2012
Approcci categoriale e
dimensionale
•  La questione riguardante se i costrutti
psicopatologici debbano essere studiati in una
prospettiva dimensionale o categoriale è
ancora al centro di numerose polemiche
nell ambito della psicopatologia e non solo.
•  la scuola ippocratica concepiva un continuo
tra salute e malattie lungo determinate
dimensioni
•  Per la rivale scuola platonica, invece, le
malattie potevano essere classificate in tipi
ideali e distinti l uno dall altro.
•  le malattie mentali si possono suddividere
in categorie diagnostiche secondo la
tradizione della medicina e della
psichiatria kraepeliana e neokraepeliana.
•  Utilizzare dimensioni, invece, significa
distribuire le malattie secondo variazioni
quantitative distribuite in un continuo che
va dalla patologia fino alla normalità.
•  Tuttavia entrambi gli approcci presentano
vantaggi e svantaggi:
•  L approccio categoriale presenta da un
lato i vantaggi di essere in accordo con il
modello medico generale; esso riordina,
classificando in entità discrete (malattie),
l universo dei segni e sintomi morbosi,
rendendo possibile la diagnosi e la messa
in atto di terapie specifiche. Esso permette
di formulare ipotesi associate a ogni
sindrome e di validarle (o falsificarle)
empiricamente, rappresentando uno
strumento valido per la comunicazione tra
gli psichiatri a livello clinico e scientifico.
•  D altro canto presenta diversi svantaggi,
dovuti al fatto che, nella clinica, molti casi
siano difficilmente inquadrabili con
precisione in uno schema categoriale
predefinito e che sia usuale l evenienza di
quadri clinici complessi dove è necessario
fare riferimento a diagnosi multiple
introducendo il concetto di comorbilità ,
con la necessità di dover utilizzare
categorie ibride e la perdita di pazienti
che sono al di sotto della soglia stabilita
per poter fare diagnosi.
•  Migone P. : Il ruolo terapeutico. 1995, 70:28-31. In
www.Psychomedia.it (Telematic Review).
•  Le varie edizioni del Diagnostic and Statistic Manual of
Mental Disorders (stilato dall American Psychiatric
Association) hanno preferito l approccio categoriale.
•  Il DSM-IV, dunque, fornisce una diagnosi di tipo
descrittivo-nosografico e si fonda su un metodo
multiassiale al fine di fornire una diagnosi completa
che tiene in considerazione più aspetti:
•  ASSE I: Disturbi clinici, altre condizioni che possono
essere oggetto di attenzione clinica.
•  ASSE II : Disturbi di Personalità, Ritardo Mentale.
•  ASSE III: Condizioni mediche generali.
•  ASSE IV: Problemi psicosociali e ambientali.
•  ASSE V: Valutazione globale del funzionamento-VFG.
•  L approccio categoriale ha lo svantaggio
di ridurre la complessità della pratica
clinica reale, con una reificazione delle
categorie diagnostiche stesse. In un primo
momento, nella ricerca, può essere
conveniente, anzi forse fondamentale,
utilizzare diagnosi di tipo categoriale per
formulare delle ipotesi euristiche (che si
affidano all'intuito e allo stato temporaneo
delle circostanze) prestabilite di modo che,
una volta acquisite conoscenze sufficienti,
si possa formulare una
diagnosi dimensionale.
•  In questi ultimi anni, infatti, l orientamento di
numerosi studiosi si sta indirizzando più verso
un approccio dimensionalistico. Si sta cercando
sempre di più, di non considerare come entità
reali le categorie diagnostiche (che in
psichiatria sporadicamente si presentano nella
loro ideale descrizione) orientandosi verso un
approccio classificativo, che considera i vari
sintomi in maniera autonoma, in un continuo
tendenzialmente transnosografico. In questo
modo una dimensione psicopatologica è
definita come un area di funzionamento
alterata che si esprime attraverso un insieme
di sintomi che concorrono alla sua
identificazione con un peso differenziale.
•  Le dimensioni psicopatologiche possono
essere ipotizzate in base all osservazione
clinica, ma sono comprovate con metodi
statistici (analisi fattoriale) che in alcuni casi
individuano nuove dimensioni non previste.
L identificazione delle dimensioni nell ambito
di un disturbo o di una categoria di disturbi si
basa sulle scale di valutazione impiegate per
misurare la sintomatologia di quel particolare
disturbo. Si passa così da una descrizione
clinica effettuata con una molteplicità di sintomi
a una descrizione semplificata con un numero
molto più ristretto di variabili essenziali che
rappresentano l essenza psicopatologica del
disturbo.
•  L uso dell approccio dimensionale presenta
una maggiore complessità sia delle funzioni
diagnostiche sia della loro comunicazione.
•  Acquista, quindi, maggior valenza l intensità
piuttosto che la presenza dei sintomi, con una
valutazione meno netta dei confini tra normalità
e patologia e tra una caratteristica e l altra.
Attraverso l uso dell approccio dimensionale si
riduce il rischio di stigmatizzazione legato
all uso di etichette diagnostiche, e facilita la
classificazione di casi al confine tra differenti
categorie, dei casi difficili e della comorbidità.
•  L approccio dimensionale è, per definizione,
antinosologico poiché divide, nel contesto dei
diversi disturbi, delle dimensioni autonome,
indipendenti le une dalle altre, ciascuna delle
quali può essere presente in entità nosologiche
diverse.
•  Infine, i modelli dimensionali sono più flessibili:
sempre convertibili a categorie attraverso
l introduzione di punteggi soglia, mentre la
conversione di categorie in dimensioni non è
possibile.
•  Cassano et al. Trattato di psichiatria. Masson
1999. 60: Il problema dei disturbi di
personalità.
•  Si deve, tuttavia, evidenziare come la
controversia concernente i modelli categoriali e
quelli dimensionali non riguardi solo la
descrizione della personalità patologica, ma
anche la misurazione delle caratteristiche di
personalità normali. Per esempio, la
conversione di dimensioni in categorie
attraverso l utilizzo di punteggi di soglia è stata
ampiamente criticata poiché la determinazione
di tipi personologici non può essere fatta
stabilendo arbitrariamente dei cut-off lungo una
distribuzione di punteggi.
•  L uso dell approccio dimensionale
consentirebbe la risoluzione dei cosiddetti
dilemmi di classificazione consentendo un
miglior inquadramento dei soggetti che
presentano un numero di criteri appena
inferiore alla soglia diagnostica richiesta. Il
rischio che si corre tutt oggi è che un soggetto
corrispondente a quattro criteri su cinque per il
disturbo borderline di personalità potrebbe
essere definito senza alcun disturbo di
personalità per il modello categoriale, mentre
un modello dimensionale consentirebbe di
rilevare comunque la notevole elevazione dei
punteggi relativamente a questo disturbo.
•  Pertanto avremmo
maggior esaustività
dell informazione e
la conseguente
riduzione del rischio
di creare stereotipi
diagnostici.
…le attuali classificazioni
Il DSM dal 1952 è la
classificazione ufficiale (APA)
utilizzata nella valutazione e
diagnosi dei disturbi mentali.
Sistema diagnostico, di facile
utilizzo, permette di
identificare in modo affidabile
le diverse categorie
diagnostiche ma, purtroppo,
non fornisce una accurata
descrizione dei pazienti .
L ICD contiene due tipi di criteri
diagnostici, due diversi manuali,
per il clinico e per il ricercatore, è
adottato dall OMS in quasi tutti i
paesi del mondo secondo precisi
accordi internazionali.
PDM. Manuale
diagnostico
psicodinamico,
propone un sistema
diagnostico che
caratterizza l intero
range del
funzionamento di
un individuo,
tenendo conto sia
degli aspetti
manifesti dei
pattern emotivi,
cognitivi e sociali,
sia di quelli più
profondi.
Paradigmi a confronto
Storia Culturale della Nutrizione =
(CHN: Cultural History of Nutrition)vs>
Storia Naturale della Nutrizione =
(NHN: Natural History of Nutrition) .
1) ereditarietà epigenetica vs>
separazione tra genetico e ambientale
2) causalità contestuale della CHN vs>
causalità deterministica della NHN
e del paradigma salute/malattia.
3) attenzione per la qualità della vita
(QoL) personale e sociale vs>
attenzione per la salute/malattia
Rev Invest Clin. 2008 Nov-Dec;60(6):527-44.
[ The cultural history of disease] modificato dall’autore
Viniegra-Velázquez L. Unidad de Investigación
Educativa, Centro Médico Nacional Siglo XXI, IMSS, México
Dal cibo naturale
all elaborato
Dalla complessità
all endofenotipo
E
N
D
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F
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O
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D
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F
E
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O
T
I
P
O
Dalle sensazioni
alle emozioni-sentimenti
Dal significante al significato
Forma esterna
Immagine mentale
Dalle radici simboliche…
symbolon ( ςυμβάλλέίν, mettere insieme,
connettere, ridurre ad unità di
significato ).
Nel mondo antico il simbolo
era un oggetto di argilla,
di legno o di metallo,
scomposto in due parti,
una piccola immagine,
un anello, un dado,
un impronta di sigillo,
che si doveva ricomporre affinché
riacquistasse il suo significato originale
IL SIMBOLISMO DEI SOGNI
l incubo della carestia
Genesi
(37,2- 48,22)
Stele della
carestia
Narciso si dissocia
(atto deliroide ) per
mancanza di fiducia
primaria (autostima)
e per paura di un
confronto fallimentare.
Il suo conflitto nasce dalla
incapacità di tradire la
propria immagine per
realizzare il necessario
contatto con l altro.
Il simbolo dunque separa e riunisce,
serve a riconoscere, attestare e garantire
un rapporto che si è interrotto e va riallacciato,
in primo luogo quello tra visibile ed invisibile,
tra esplicito e implicito.
Quindi il simbolo è
DINAMICO e viene
reso attivo attraverso
espressioni, che gli danno
efficacia, valore e forza.
Spettro generale (GSM-V)
•  Dopo aver sviluppato interviste e questionari per la
valutazione dell intero spettro sintomatologico del
disturbo di panico-agorafobia, dei disturbi
dell umore, della fobia sociale, del disturbo
ossessivo-compulsivo e dei disturbi della condotta
alimentare, è stato costruito un singolo, breve
strumento che consentisse una rapida valutazione di
queste cinque condizioni di spettro. Il General
Spectrum Measure (GSM-V) consta di 54
domande raggruppate in sezioni che esplorano i
cinque diversi spettri. Le domande sono state scelte
attraverso una analisi statistica di regressione
multipla sulla base dei dati raccolti dai quattro studi
di validazione dei questionari condotti in Italia. I 54
item selezionati spiegano una percentuale
significativa della varianza del punteggio totale
del rispettivo strumento di spettro.
•  Ciascuna sessione ha una eccellente consistenza
interna e una buona capacità discriminatoria. Il
GSM-V sembra essere in grado di fornire una valida
alternativa all uso delle cinque, più lunghe,
interviste cliniche. Lo strumento potrebbe essere
utile come metodo di screening per identificare la
presenza di condizioni di spettro clinicamente
significative in studi epidemiologici. In aggiunta
potrebbe fornire una migliore caratterizzazione di
pazienti con disturbi di Asse I conclamati che
possono richiedere specifiche strategie di
trattamento basate sulla presenza di concomitanti
sintomi di spettro.
•  Il GSM-V è costituito da 54 domande che valutano
la presenza/assenza delle caratteristiche di spettro
per un periodo di almeno 3-5 giorni durante il
corso della vita del paziente o nella settimana o nel
mese precedenti la valutazione.
Le domande sono organizzate in sei domini.
•  Rucci P, Frank E, Fagiolini A, Kupfer DJ, Shear
MK, Dell'Osso L, Banti S, Mauri M, Grochocinski
VJ, Maser JD, Endicott
ogni item ha il punteggio di "0" (NO), "1"(SI).
(1)  panico agorafobia: sum of items 1-9
(2) umore depresso: sum of items 10-18
(3) umore ipomaniacale: sum of items 19-23
(4) ansia sociale: sum of items 24-32
(5) aspetti ossessivo-compulsivi e di ansia sociale:
sum of items 33-43
(6) condotte alimentari: sum of items 44-54
Punteggio Totale (somma dei punteggi nei singoli
domini): range 0 - 54
Soglia Clinica del punteggio totale per ciascun
dominio: non ancora determinata.
– GSM-V
– General Spectrum Measure
– Codice: _____________________ Data:
__________________________
•  Le domande che seguono si riferiscono a
situazioni che possono esserle accadute in
passato o che possono interessarla
attualmente. Risponda a ciascuna
domanda segnando SI o NO.
•  Nel corso della sua vita ( incluso quando era bambino )…
1. ...si è mai sentito confuso e stordito?
NO
SI
2. ...si è mai sentito disorientato, come se avesse perduto i punti di
riferimento, sperso per strada? NO SI
3. ...si è mai sentito nervoso, a disagio, o come se stesse per soffocare, a
causa dell aria calda, viziata o umida, o a causa di profumi od altri
odori, anche se non intensi?
NO
SI
4. ...si è mai sentito come se qualcosa si fosse rotto nel cervello o nel
corpo?
NO
SI
5. ...si è mai sentito come se avesse perso, per alcuni secondi, la vista o
l udito? NO
SI
6. ..si è mai preoccupato di poter avere un attacco di panico? o di avere
palpitazioni, fiato corto sudorazione o altri sintomi fisici? Si è mai
preoccupato di che cosa potesse significare aver avuto sintomi di
panico per la sua salute fisica o mentale? NO
SI
7. ..ha mai temuto che stesse per accadere qualcosa di terribile che non
andava in lei, fisicamente, come se, per esempio, stesse per avere un
attacco cardiaco, un ictus, o stesse per soffocare o morire? NO SI
8. ..si è mai sentito ansioso o a disagio o ha mai evitato di andare dal
dentista perché si sentiva in trappola o soffocare nella poltrona?NO
9. ...si e mai sentito ansioso, a disagio o intrappolato in un posto
affollato? NO
SI
Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono esserle
accadute in passato o che possono interessarla attualmente. Risponda
a ciascuna domanda segnando SI o NO.
t - Nel corso della sua via (incluso quando era bambino) ha mai avuto
periodi della durata di almeno 35 giorni, in cui:
10. ...si sentiva rallentato , come se i suoi movimenti avvenissero al
rallentatore? NO SI
11. ...si sentiva scarico, debole, stanco, come se il più piccolo compito
(ad esempio lavarsi il viso o riempire una zuccheriera) richiedesse un
grande sforzo ed una grande quantità di energia? NO
SI
12. ...provava un forte senso di noia?
NO
SI
13. ...era profondamente infastidito da ogni cosa? NO
SI
14. ...si sentiva senza uno scopo, come se ogni cosa avesse perduto il suo
significato?NO
15. ...non si interessava più del suo aspetto fisico? NO
SI
16. ...perdeva l interesse o il piacere per tutte o quasi tutte le cose che
prima apprezzava? NO
SI
17. ...non aveva alcuna stima di sé, si sentiva una persona inutile, priva di
qualsiasi talento ed incapace di fare qualcosa di buono? NO
SI
18. ...aveva difficoltà nel prendere anche le più semplici decisioni (per
esempio quali abiti indossare, che cosa fare prima)?
NO
SI
•  Ha mai avuto periodi di alcuni giorni in cui…
•  19. ...gli altri si sentivano attratti da lei a causa della sua spigliatezza,
del suo entusiasmo e della sua energia? NO
SI
•  20. ...le sembrava di avere (o gli altri pensavano che lei avesse) una
personalità artistica e creativa?
NO
SI
•  21. ...le sue prestazioni nella scuola, nel lavoro, nello sport e negli
hobby miglioravano rapidamente? NO SI
•  22. ...si sentiva decisamente soddisfatto del suo aspetto fisico? NO
SI
•  23. ...si sentiva molto acuto, brillante ed intelligente?
NO
SI
•  Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono
esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente.
Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO.
•  Nel corso della sua vita (incluso quando era bambino)…
•  24. ...si è mai preoccupato eccessivamente di essere considerato dagli
altri stupido, goffo o ridicolo?
NO
SI
•  25. ...si è mai preoccupato eccessivamente della disapprovazione o
dell ostilità degli altri?
NO
SI
26. ...si è spesso trovato particolarmente a disagio nel fare una nuova
conoscenza?
NO
SI
27. ...ha spesso evitato, quando
possibile, di esprimere il suo disaccordo o la sua disapprovazione nei
confronti degli altri?
NO
SI
•  28. Quando parla al telefono, le è capitato di essere imbarazzato a
parlare di fronte ad altre persone? NO
SI
•  29. Quando lavora di fronte ad altre persone, si è spesso sentito
impaurito di poter fare un errore che qualcuno potesse notare? NO
SI
•  30. Ha spesso evitato, quando possibile, prestazioni in pubblico o
esami orali perchè si sentiva imbarazzato o a disagio, perche temeva
di balbettare, o che la sua voce potesse tremare, o di avere un vuoto di
memoria? NO
SI
•  31. Ha mai interrotto la sua carriera scolastica per queste ragioni?
NO
SI
•  32. Quando incontra estranei o persone poco conosciute si sente
spesso imbarazzato o preoccupato?
NO
SI
•  33. Quando qualcuno l ha invitata ad una festa o ad una riunione di
amici, aveva paura di essere giudicato? NO
SI
•  34. Si è sempre trovato in difficoltà nell invitare a casa sua qualcuno
che le piaceva? NO
SI
•  Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono
esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente.
Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO.
•  35. Da bambino o da adolescente, ricorda (o le è mai stato detto) che
era sempre alla ricerca dell amico ideale ed era sempre insoddisfatto
di quelli che aveva? NO SI
•  Nel corso della sua vita (incluso quando era bambino)…
•  36. ...si è sentito spesso in difficoltà nello scegliere da solo qualcosa,
senza farsi consigliare (ad esempio quale vestito indossare, cosa
ordinare al ristorante, cosa scegliere quando deve fare un acquisto, o
se accettare un invito ecc.)?
NO
SI
•  37. ...e stato spesso riluttante ad apportare cambiamenti nella sua
routine quotidiana? NO SI
•  38. ...e stato spesso riluttante a fare qualcosa perché pensava che ci
fosse la possibilità di un risultato sfavorevole? NO
SI
•  39. ...si è mai sentito obbligato a controllare ripetutamente di aver
chiuso le portiere dell auto, il gas, le porte o le luci di casa, ecc.?
NO
SI
•  40. ..e mai stato uno che (o qualcuno le ha mai detto che) perde
tempo ed energie in particolari insignificanti, dando loro maggior
importanza di quanto meriterebbero?
NO
SI
•  41. ...si e mai considerato una persona con scarsa capacità sintetica
nel lavoro o nello studio, perché tende a perdersi nei dettagli?NO
SI
•  42. ...si è mai sentito costretto a ripetere qualcosa, fino a quando non
e convinto che e realizzata nel modo giusto (ad esempio, aprire e
chiudere una porta, accendere e spegnere la luce, entrare ed uscire da
un parcheggio con l auto)?
NO
SI
•  43. ...e mai stato assillato da pensieri riguardanti l idea del tempo
che passa inesorabilmente, negandoci la possibilità di rivivere i
secondi, i minuti, le ore? NO
SI
•  Le domande che seguono si riferiscono a situazioni che possono
esserle accadute in passato o che possono interessarla attualmente.
Risponda a ciascuna domanda segnando SI o NO.
•  Ha mai avuto lunghi periodi di tempo in cui…
•  44. ....si sentiva angosciato, debole o colpevole se non era capace di
seguire una dieta? NO SI
•  45. ....qualsiasi commento sul suo aspetto fisico la faceva sentire a
disagio, infastidito o in pena?
NO
SI
•  46. ....si sentiva in sovrappeso anche se le altre persone non erano
d accordo? NO
SI
•  47. ....si sentiva costretto a confrontare il suo corpo a quello degli
altri?
NO
SI
•  48. ....temeva di diventare grasso anche quando il suo peso era
normale o inferiore alla norma? NO
SI
•  49. ....sentiva un senso insopportabile di gonfiore allo stomaco dopo
aver mangiato?
NO
SI
•  50. ....si sentiva molto a disagio a (o evitava di) indossare vestiti
attillati, perché non era soddisfatto del proprio corpo? NO
SI
•  51. ....aveva la necessità di controllare le dimensioni del suo corpo da
quanto i vestiti le stavano attillati? NO
SI
•  52. ....mangiava con una sensazione di perdita di controllo? NO SI
•  53. ....mangiava grandi quantità di cibo anche senza sentire fame?
NO
SI
•  54. ....mangiava e si sentiva poi disgustato da se stesso, depresso, o
molto in colpa, subito dopo aver mangiato troppo?
NO
SI
•  Clin Psychol Rev. 2009 Mar;29(2):154-62. Epub 2008 Dec 25.
•  Integrating a developmental perspective in
dimensional models of personality disorders.
• 
De Clercq B, De Fruyt F, Widiger TA.Department of Developmental, Personality and
Social Psychology, Ghent University, Belgium. [email protected]
•  Abst.There is growing evidence that manifestations of
personality pathology are traceable in early years of life.
Nevertheless, the existing diagnostic nomenclature contains
little recognition of childhood antecedents of adult personality
disorders (PD). The current paper suggests that these
childhood antecedents are more readily recognized to the
extent that the personality disorders are themselves understood
as configurations of extreme Five-Factor Model personality
traits. From this dimensional perspective, we propose the
Dimensional Personality Symptom Itempool (DIPSI), an
age-specific model for describing child and adolescent trait
pathology. We suggest that the DIPSI represents a
comprehensive conceptualization of childhood PD
antecedents and may contribute to the understanding of the
developmental course of personality disorders.
• 
Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci. 2010 Jul 30.
•  Combining the categorical and the dimensional
perspective
in a diagnostic map of psychotic disorders.Läge D,
Egli S, Riedel M, Strauss A, Möller HJ.Institute of Psychology, Applied Cognitive Psychology, University of Zurich, Binzmühlestrasse 14/28, 8050, Zurich,
Switzerland, We introduce a diagnostic map that was calculated by
robust non-metric multidimensional scaling based on AMDP
symptom profiles of patients with schizophrenic and affective
disorders to demonstrate a possibility to combine the
categorical and the dimensional perspective at the same time.
In the diagnostic map, a manic, a depressive, and a nonaffective cluster clearly emerged. At the same time, the mania
dimension (r = 0.82), the depression dimension (r = 0.68), and
the apathy dimension (r = 0.74) showed high multiple
regression values in the map. We found substantial overlaps of
the diagnostic groups with regard to the affective spectrum but
irrespective of the ICD-10 classification. Within this sample, we
found the association and quality of mood symptoms to be a
structuring principle in a diagnostic map. We demonstrate that
this approach represents a promising way of combining the
categorical and the dimensional perspective. As a practical
implementation of these findings, a multidimensional
diagnostic map could serve as an automated diagnostic
tool based on psychopathological symptom profiles.
• 
Psychol Med. 2009 Dec;39(12):1943-55. Epub 2009 Jul 23.
•  Combining dimensional and categorical representation of
psychosis: the way forward for DSM-V and ICD-11?
• 
Demjaha A, Morgan K, Morgan C, Landau S, Dean K, Reichenberg A, Sham P, Fearon P, Hutchinson G, Jones PB,
Murray RM, Dazzan P.
• 
Division of Psychological Medicine, Institute of Psychiatry, King's College, London, UK. BACKGROUND:
• 
• 
There is good evidence that psychotic symptoms segregate into symptom dimensions.
However, it is still unclear how these dimensions are associated with risk indicators and other
clinical variables, and whether they have advantages over categorical diagnosis in clinical
practice. We investigated symptom dimensions in a first-onset psychosis sample and examined
their associations with risk indicators and clinical variables. We then examined the relationship
of categorical diagnoses to the same variables.
METHOD: We recruited 536 patients as part of a population-based, incidence study of
psychosis. Psychopathology was assessed using the Schedules for Clinical Assessment in
Neuropsychiatry (SCAN). A principal axis factor analysis was performed on symptom scores.
The relationship of dimension scores with risk indicators and with clinical variables was then
examined employing regression analyses. Finally, regression models were compared to assess
the contribution of dimensions versus diagnosis in explaining these variables.
RESULTS: Factor analysis gave rise to a five-factor solution of manic, reality distortion,
negative, depressive and disorganization symptom dimensions. The scores of identified
dimensions were differentially associated with specific variables. The manic dimension had the
highest number of significant associations; strong correlations were observed with shorter
duration of untreated psychosis, acute mode of onset and compulsory admission. Adding
dimensional scores to diagnostic categories significantly increased the amount of variability
explained in predicting these variables; the reverse was also true but to a lesser extent.
•  CONCLUSIONS: Categorical and dimensional
representations of psychosis are complementary. Using
both appears to be a promising strategy in conceptualising
psychotic illnesses.
La PBFM
nella
PSICOPATOLOGIA
di
SPETTRO
L Endofenotipo:
soluzione riduzionistica
alla complessità delle
malattie multifattoriali.
Complessità → Riduzionismo → Olismo
(Maxwell-Boltzmann)
↓ psicopatologia ↓
complessità categoriale
complessità genetica
pleiotropica, epistatica, poligenica
Dimensioni
Polimorfismi
SNP
Fattori
Inserz-Delezioni
(variabili di tratto)Tratti
ENDOFENOTIPO
TERAPIA
Idro Training
Dimensionale
TERAPIA
Epigenetica
Ingegneria Genetica
DCA
Complessità
Fenotipica
Schema riassuntivo caratteristiche
dei DCA (Dalle Grave R.)
Abbuffate Mezzi di
compenso
Dieta Sopra
ferrea peso
Sotto
peso
AN
1/3
1/3
si
no
si
BN
si
2/3
si
no
no
DAI
si
no
no
maggior
parte
no
Fatt.
N
eurob
iologi
ci
DCA
ENDO
O
P
I
T
O
N
FE
ss es
Stre
ogen
i
Familiarità nei DCA
AN e BN mostrano più
concordanza nei gemelli
monozigoti vs. dizigoti.
Tra parenti di 1° grado
rischio dieci volte maggiore.
^^^^^^^^
depressione
alcool OBESITA
Familiarità
nell 80%.
FATTORI BIOLOGICI di
VULNERABILITA
•  Predisponenti:
(genetici, morfologici,
neuro-biologici)
•  Scatenanti:
(stress: biotici-abiotici,
psichici-ambientali).
•  Perpetuanti:
(patoplasticità)
ca. 35.000 geni codificano oltre 100.000 tipi
diversi di proteine influenzando per
circa il 50% la vulnerabilità ai DCA.
complessità
genetica:
Poligenicità (più geni)
Epistasi (interagenti)
Pleiotropismo (un gene x
tante manifestazioni fenotipiche)
e Fenocopie (mimi)
Relazione gene-fenotipo:
Mendeliana-deterministica
Complessa-probabilistica
Endo
fenotipo
marker interno:
neuroanatomico,
biochimico, psicologico, cognitivo,
percettivo…Tratto fisico non visibile ma
misurabile di un disturbo complesso;
intermedio tra il genotipo predisponente
e i segni e sintomi manifesti (fenotipo)
EFT
E associato maggiormente ad una data
patologia, con un forte substrato biologico e
un ereditabilità maggiore della malattia stessa.
•  E più elevato nei familiari sani del malato
che nella popolazione generale. All interno
delle famiglie è primariamente statoindipendente e co-segregato* con la malattia
(Gottesmann
& Gould 2003)
Meccanismi di Controllo dell appetito
EFT neuroanatomobiochimici
PREFRONTAL
CORTEX
BDNF
PFC
COMT
5HT
Dopamina
Estrogeni
Eßr
DA
BDNF
COMT 5HT
D
a l l e
Categorie
A
l l a
Psico
Patologia
S p e t t r o
verso un
EFT
di
PSICOLOGICO
Personalità: l'insieme delle
caratteristiche psico-comportamentali che
definiscono le differenze individuali.
Essa è caratterizza in maniera trasversale
dall'interazione di fattori costituzionali
innati con fattori educativi ed ambientali.
Clusters
SCHI
ZOIDE
ISTRIONICO
NARCISISTICO
SCHIZOTIPICO
PARANOIDE
ANTISOCIALE
BORDERLINE
DIPENDENTE
ANSIOSO
EVITANTE
patologici
ANANCASTICO
definizione
categoriale
DSM-IV
DSM-IV: Il DP... un modello abituale di
esperienza interiore e di comportamento che devia
marcatamente rispetto alle aspettative
della
cultura dell individuo.
Tale modello determina un disagio clinicamente
significativo e compromissione del funzionamento
sociale, lavorativo e di altre aree importanti
SCHI
ZOIDE
ISTRIONICO
NARCISISTICO
SCHIZOTIPICO
PARANOIDE
DIPENDENTE
ANSIOSO
EVITANTE
ANTISOCIALE
BORDERLINE
ANANCASTICO
PERSONALITA NON
PSICOPATOLOGICHE (A-B-C-D)
•  In the 1950s when Friedman and Rosenman discovered that
behavioural factors influenced serum cholesterol levels
independent of diet. Their observations led to the derivation of
the Types A and B of Personality (TABP) or Type A as it is
often referred to.
•  TABP is a construct defined as competitive achievement
orientation, a sense of urgency, and hostility;
subcomponents of TABP (e.g. hostility) rather than global TABP
were formally recognised as risk factors of CVD on par with
traditional biomedical risk factors.
•  Type B typifies individuals with the absence of TABP.
•  Type C personality, or the cancer-prone personality, are
persons cooperative, unassertive, and who suppress
negative emotions.
•  TABP avoids any association with general and stable features
of personality wich led to the general exclusion of personality
factors in CVD.
MINERVA PSICHIATRICA Marzo 2006
•  BMC Res Notes. 2011 Apr 5;4:105.
•  The association between Type D personality and
the metabolic syndrome: a cross-sectional study
in a University-based outpatient lipid clinic.
• 
• 
Tziallas D, Kostapanos MS, Skapinakis P, Milionis HJ, Athanasiou T, S Elisaf M,
Mavreas V.
Source Department of Psychiatry, University of Ioannina School of Medicine,
Ioannina, Greece. [email protected]
•  BMC Research Notes 2011, 4:105.
•  Type D personality is associated with increased
metabolic syndrome prevalence and an unhealthy
lifestyle in a cross-sectional Dutch community
sample
• 
• 
Paula MC Mommersteeg,#1 Nina Kupper,#1 and Johan Denollet#11CoRPS –
source Center of Research on Psychology in Somatic diseases, Dept. of Medical
Psychology, Tilburg University, The Netherlands
Type D (Distressed) personality has been
associated with an increased risk of adverse cardiac
events in patients with a cardiovascular condition.
Both behavioral (e.g. poor consultation behavior) and
biological (e.g. cortisol hyperactivity, cardiovascular
hyper-reactivity, immune factors: i.e. metabolic
syndrome) mechanisms have been suggested.
Individuals with a Type D personality have the
tendency to experience increased negative emotions
and inhibit these emotions in social situations,
because of fear of rejection or disapproval. Type D
personality is a stable and heritable character trait
rather than a consequence of cardiac disease, thus a
pre-existing vulnerability profile may be present in
persons with Type D personality.
•  Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 11:7-18 (2005)
•  Personalità di Tipo D, un costrutto rilevante
in cardiologia. Studio preliminare di
validazione del questionario italiano.
•  Gremigni P, Sommaruga M.
•  Psychosomatic Medicine 67:89-97 (2005)
DS14: Standard Assessment of
Negative Affectivity, Social Inhibition,
and Type D Personality
•  Johan Denollet, PhD
•  From Medical Psychology, Department of Psychology and Health, Tilburg
University, The Netherlands.
Dalla sindrome al DP
il DCA → AN → cluster C →
disturbo Evitante di personalità.
il DCA → BN → cluster B →
disturbo Borderline di personalità.
Il DCA → DAI → cluster C →
disturbo Dipendente di personalità.
In ogni disturbo i singoli sintomi,
secondo il modello di spettro, sono
distribuiti lungo un continuum.
In alternativa a quella categoriale
nasce la diagnosi dimensionale.
L approccio dimensionale
antinosologico,
isola alcune dimensioni autonome
nella nosografia dei diversi disturbi.
L intensità dei sintomi
prevale sull identificazione
diagnostica determinata dalla loro
semplice presenza, sfumando i
confini tra i singoli disturbi e
tra normalità e patologia.
Modelli generali di
personalità a (3-5-7) fattori
Nevroticismo, Estroversione, Psicoticismo
subdim.ne impulsività (3 fattori: Eysenk 1985)
BIG FIVE (5 fattori: Goldberg 1981-93, John1990)
Nevroticismo, Estroversione, Amicalità,
Coscienziosità (subdim.ne perfezionismo),
Apertura all esperienza
Modello psicobiologico di Zuckerman a 5 fattori
(Imp-USS impulsività senza senso sociale).
Temperament Character Inventory
(7 fattori= 4 gen.+ 3 ambient.: Cloninger et al. 1994)
T 1) novelty seeking (DA) ↑ BN ↓ AN
E 2) harm avoidance (5HT) ↑ BN ↑ AN
M 3) reward dependence
↑ BN ↓ AN
P 4) persistence (glutammato)↓ BN ↑ AN
C 5) self-directedness
↓ BN ↓ AN
A 6) cooperativeness
↑ BN ↓ AN
R 7) self trascendence ↓ BN ↑ AN
essi contengono
tratti di personalità:
affetti, cognizioni, comportamenti;
riuniti in un insieme unico e specifico
(appr. idiografico) o in una tassonomia
universale (appr. nomotetico)
riducibili a
variabili di tratto:
costrutti decontestualizzati,
tendenze comportamentali abituali.(L.Goldberg)
•  La personalità di Tipo D è una combinazione di 2 dimensioni:
affettività negativa (NA), intesa come tendenza a esperire
emozioni negative nel tempo e in diverse situazioni, e
inibizione sociale (SI), intesa come tendenza a inibire
emozioni e comportamenti nelle interazioni sociali.
Questi due tratti, relativamente stabili nel tempo e fonte di
stress cronico, sono valutabili con la scala psicometrica DS14,
costituita da 14 item, già validata e standardizzata per l Italia
nel 2005. La personalità di Tipo D è stata associata a
spossatezza cronica, insoddisfacente qualità della vita
connessa alla salute e ad aumentato rischio di morbilità e
mortalità in soggetti affetti da cardiopatia coronarica e
arteriopatie periferiche. Tale costrutto risulta associato anche
alle diagnosi di sindrome metabolica, di aumentata
infiammazione e di ipercortisolismo da stress; tre fattori
riconosciuti responsabili di aumentato rischio cardiovascolare,
indipendentemente dalla frequente comorbilità ansiosodepressiva.
SCALE DIAGNOSTICHE
SVARAD (Scala per la Valutazione Rapida
Dimensionale) 5 punti 10 items valuta le principali
dimensioni psicopatologiche
Personality Research Form valuta i tratti derivati dal
sistema dei bisogni di Murray
Misure self-report (veridicità e sincerità?) :
BIS 11 Barrat Impulsivity Scale 4 punti 30 items
EIQ Eysenk Impulsivity Questionnaire
Misure di laboratorio (lungo termine ?) e PEV
Perfezionismo
other oriented
self-oriented
socially prescribed.
Perfezionismo nei DCA
Il perfezionismo in AN e BN si esprime
nel dominio del controllo del cibo,
del peso e delle forme corporee.
La valutazione di sé in funzione dei
propri sforzi per soddisfare standard
esigenti di controllo sull alimentazione,
sul peso e sulla forma corporea.
Impulsività
Disposizione ad una
reazione rapida e non
pianificata ad uno
stimolo interno o
esterno, con ridotte
considerazioni sulle
possibili conseguenze.
Presente nei DP del cluster B, nello
spettro ossessivo-compulsivo,
nei DCA e nella Doppia Diagnosi,
fino allo Spettro Bipolare.
Come tratto-motorio associato
ad una misura biologica stabile;
come stato-cognitivo ,
può aumentare in funzione della
gravità dei sintomi fino al suicidio
Endofenotipo
suicidario
Hungary and
Finland, two
populations
with a
common
genetic origin
but with
divergent
cultural and
political
trajectories,
have an high
suicide rate.
Adoptees resemble their biological
parents more than the adoptive family
Strutture e funzioni
cerebrali coinvolte
Il sistema DA corticostriato-mesolimbico, inibisce il
comportamento, varia l impulsività in delay discounting
perspective (DDP).
Le funzioni cognitive esecutive integrate nella regione
mediale e dorsolaterale del lobo prefrontale e modulate
dalle afferenze dopaminergiche mesocorticali.
Nell impulsività compromessa la corteccia orbito frontale
che modula il comportamento appetitivo ed emozionale
regolata da afferenze serotoninergiche, mentre resta
conservata capacità cognitiva di elaborare il contesto
↓attivazione del loop corteccia - formazione reticolare
attivante (Eysenk 85 IVE Questionario Impulsività).
Tratto meso-corticale dall'area
mesencefalica A10 proietta alla
neocortex frontale-DLPFC.
Controlla funzioni cognitive, la
motivazione, l organizzazione
temporale,
l attenzione, il
comportamento
sociale e la
sintomatologia
negativa
nucleare (AN).
Tratto mesolimbico dall'area
A10, (VTA)
ventrotegmentale del
mesencefalo
proietta alle aree
corticali (frontale,
anteriore del
cingolo ed
entorinale) e
limbiche
(nucleo
accumbens,
parte
dell'amigdala e
dell'ippocampo).
Sistema dopaminergico
Neuromelanina
per
polimerizzazione
della DA (nera)
(A9)
Tratto
tuberoInfundi
bolareCollega
i corpi
cellulari
ipotalamici
all'ipofisi.
Inibizione
tonica
della PRL.
(A10)
(A10)
Via nigro-striatale dalla zona compatta (area A9) della sostanza nera proietta
principalmente ai gangli della base: putamen e n. caudato (corpo striato)
con funzioni di controllo motorio.
Sistema serotoninergico
Serotonin containing
neurons have their
cell bodies in the
midline raphe nuclei
of the brain stem and
project to portions of
the hypothalamus,
the limbic system,
the neocortex and
the spinal cord.
After release from
serotoninergic
neurons, most of the
5HT is recaptured by
an active reuptake
mechanism, inhibited
by SSRIs (PROTOPINA),
thereby, resulting in
prolonged 5HT
presence in the
synaptic cleft.
Nuclei del rafe
Le complesse comorbilità dei DCA
ridotte a pattern unici
1)  Pz. Perfezionistici: bambine perfette
↑funzionamento sociale, ↓comorbidità (↑ doc);
DCA per gestire ansia, senso di colpa, competitività e
bassa autostima.
2) Pz. Ipercontrollati: disforici o depressi cronici,
schizoidi, evitanti; DCA per controllare senso di vuoto
emozioni, pulsioni e piacere non gestibili
3) Pz. Impulsivi
e disregolati : (BL) non
tollerano lo stress e non raggiungono la gratificazione,
ansia, DM, DAS; DCA per regolare l affettività come
autocura fallimentare.(Westen, Hamden-Fischer 2001)
EFT cognitivi per AN
– Deficit nella coerenza globale
(dettagli > globale)
– Deficit emotivi (sistema pauraricompensa, riconoscimento dei
sentimenti altrui) - ↓SET-SHIFTING
EFT cognitivi per BN
– Deficit dell attenzione
– Deficit delle funzioni esecutive
– Tratti di disinibizione ed evitamento
C. BUSINARO1, C. LAPUCCI1, G. BORGHINI2, F. BORGHINI3
1
3
Geneticlab srl, Diagnostic & Research, Noventa Vicentina (Vi)
2 A.I.Nu.C., Roma
Ospedale “Cristo Re”, Roma; Università “G.d’Annunzio”, Chieti
Nonostante il progresso effettuato nell’identificazione dei geni di rischio per numerose malattie complesse, per quanto riguarda i disturbi psichiatrici mancano ancora robuste
associazioni genetiche. Hanno contribuito al ritardo nell’identificazione dei geni candidati un sistema di classificazione ancora in evoluzione, l’assenza di markers diagnostici
patognomici e di un processo eziologico definito. L’approccio finora utilizzato tentava di correlare ad ogni disturbo specifici polimorfismi genetici, senza tuttavia arrivare mai a
replicare i dati di associazione a causa della variabilità introdotta dai fattori ambientali e primi fra tutti gli eventi stressanti (fattori di rischio per gran parte dei disturbi mentali) (1).
La capacità individuale di adattamento allo stress sembra essere in gran parte determinata da fattori genetici. E’ dimostrato infatti come polimorfismi a livello delle regioni
promotrici dei geni SLC6A4 e SLC6A2 codificanti rispettivamente il trasportatore per il re-uptake della serotonina (5-HT) e della norepinefrina (NE) contribuiscano in associazione
con eventi stressanti ad aumentare la suscettibilità individuale a psicopatologie quali ansia e depressione (2, 3). Un altro polimorfismo a livello del gene codificante l’enzima
Catecol-O-metil-transferasi (COMT) che metabolizza i principali neurotrasmettitori epinefrina (EPI), norepinefrina (NE) e dopamina (DA) sembra interagire con i primi ed avere
effetti pleiotropici sul comportamento e su varie funzioni mentali (4). Inoltre il gene BDNF (brain-derived neurotrophic factor) è stato proposto come regolatore della risposta
dell’asse ipotalamo-pituitario-surrenale allo stress sociale in quanto la presenza del polimorfismo Val66Met (rs6265) è stata recentemente associata a tratti della personalità come
ansia e depressione, sia in modelli animali che nell’uomo (5).
Partendo da questi presupposti in questo lavoro preliminare ci siamo proposti di trovare delle correlazioni tra background genetico, dato dalla presenza/assenza di 4
polimorfismi nei geni SLC6A4, SLC6A2, BDNF e COMT tutti implicati nella risposta allo stress e profili diagnostici individuati attraverso test psicometrici di spettro e
di personalità. Lo scopo prefissato era di poter utilizzare tali test genetici nella pratica clinica come orientamento a livello di diagnosi e in futuro nell’utilizzo di
protocolli modulati nella terapia farmacologica abbinata al disturbo.
SLC6A4 (SERT)
BDNF
SLC6A2 (NET)
COMT
Pazienti
S
SL
L
P-value
(χ2 test)
A (Met)
AG
G(Val)
P-value
(χ2 test)
Pazienti
CC
CT
TT
P-value
(χ2 test)
A (Met)
AG
G(Val)
Totale
11 (0.30)
15 (0.40)
11 (0.30)
P< 0.2
1 (0.03)
12 (0.32)
24 (0.65)
P< 0.7
Totale
2 (0.05)
20 (0.54)
15 (0.41)
P< 0.3
9 (0.25)
16 (0.43)
12 (0.32)
Femmine
6 (0.32)
7 (0.36)
6 (0.32)
P< 0.2
1 (0.05)
7 (0.37)
11 (0.58)
P< 0.3
Femmine
1 (0.05)
6 (0.32)
12 (0.63)
P< 0.2
5 (0.26)
9 (0.48)
5 (0.26)
P< 0.7
Maschi
5 (0.28)
8 (0.44)
5 (0.28)
P< 0.7
0
5 (0.28)
13 (0.72)
P< 0.5
Maschi
1 (0.05)
14 (0.78)
3 (0.17)
P<0.005
4 (0.22)
7 (0.39)
7 (0.39)
P< 0.05
P-value
(χ2 test)
P< 0.2
Tabella 1. Sono qui sopra riportate le frequenze genotipiche per le varianti L e S della zona promotrice del gene SLC6A4 (SERT) e per i polimorfismi BDNF G196A Val66Met, SLC6A2 (NET) -182 T/C e COMT
G472A Val158Met, ricavate dal campione preso in esame. L'HWE E' stato verificato mediante calcolo del P-value utilizzando come riferimento le frequenze genotipiche di una popolazione generale Europea fornite da
NCBI e rappresentate in Tabella 2. Si può notare come nei maschi del campione sia sovrarappresentata la variante SLC6A2 (NET) -182 C e come tale variazione sia significativa presentando un P-value < 0.005 (il
cut-off scelto è 0.02). Solo nei maschi si osserva una statisticamente significativa (P<0.005) prevalenza (77,8%) del genotipo eterozigote CT del polimorfismo SLC6A2 (NET) 182 T/C mentre per il campione
femminile si osserva la totale coincidenza delle medie delle frequenze genotipiche rispetto a quelle della popolazione europea generale di riferimento.
GSMV
DAP
Dep
Ipom
Ansia
Soc.
DOC
SLC6A4 (SERT)
S
LS
L
1/2
1/2
0
(0.50) (0.50)
3/3
0
0
(1)
13/4
1/4
0
(0.75) (0.25)
2/4
1/4
1/4
(0.50) (0.25) (0.25)
2/3
1/3
0
(0.66) (0.33)
0
0
0
0
0
0
Popolazione
SLC6A2 (NET)
COMT
C
TC
T
A
GA
G
1/2
1/2
1/2
1/2
0
0
(0.50) (0.50)
(0.50) (0.50)
2/3
1/3
1/3
1/3
1/3
0
(0.66) (0.33) (0.33) (0.33) (0.33)
24/4
3/4
1/4
0
0
0
(1)
(0.75) (0.25)
2/4
2/4
2/4
2/4
0
0
(0.50) (0.50) (0.50) (0.50)
3/3
3/3
0
0
0
0
(1)
(1)
G
1/2
(0.50)
2/3
(0.66)
1/4
(0.25)
2/4
(0.50)
3/3
(1)
Europea
DAP
Dep
Classe A
Classe B
Classe C
Ipom
Ansia Soc
DOC
3/4 (0.75)
2/4 (0.5)
3/3 (1)
2/3 (0.67)
2/2 (1)
1/4 (0.25)
SLC6A2 (NET)
COMT
S
LS
L
A
AG
G
C
CT
T
A
GA
G
0.53
0.28
0.03
0.28
0.68
0.03
0.46
0.50
0.25
0.53
0.21
Tabella 3. La tabella 5 sono riportate le frequenze genotipiche nei raggruppamenti diagnostici GSM-V
per i soli pazienti che sono risultati al test PDQ-4 avere tratti di un disturbo della personalità. Sono
evidenziati i campi relativi alle frequenze che si discostano significativamente dalle frequenze attese
concentrate nel gruppo diagnostico Ipomaniacale che è anche quello più rappresentato nel campione in
esame. 1* Ipom SERT: P-value < 0.025; 2* Ipom NET: P-value <0.01.
Quindi nei pazienti definibili sopra la soglia in base al test PDQ-4, e quindi di maggiore
complessità clinica, si conferma la piena correlazione tra lo spettro ipomaniacale e la variante
eterozigote TC del NET.
Tabella 4. Nella tabella a fianco confrontiamo le due classificazioni diagnostiche date dai test GSM-V e
PDQ4. Nelle colonne sono riportati i 5 domini in cui il test GSM-V raggruppa i sintomi del disturbo
psichico: Panico Agorafobia (DAP), Disturbo depressivo (Dep), Umore Ipomaniacale (Ipom), Ansia
Sociale (Ansia Soc.), Aspetti Ossessivo-Compulsivi (DOC). Le righe invece rappresentano le quattro
classificazioni del test PDQ-4 : Classe A (paranoide, schizoide, schizotipico), Classe B (antisociale,
borderline, istrionico, narcisistico), Classe C (evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo) e Depressivo.
1/4 (0.25)
1/3 (0.33)
BDNF
SLC6A4 (SERT)
0.14
Tabella 2. Frequenze genotipiche nella popolazione generale di riferimento (Fonte: NCBI).
GSM-V TEST
Tabella 4
PDQ-4
TEST
BDNF
AG
1/2
(0.50)
1/3
(0.33)
3/4
(0.75)
2/4
(0.50)
A
1/4 (0.25)
Per il confronto tra i due test sono stati esclusi i pazienti che al test PDQ-4 riportavano un punteggio inferiore a 20, la soglia superiore per una personalità normale. Il rimanente campione preso in esame presentava
per lo più punteggi compresi tra 21 e 50, corrispondenti a tratti patologici, mentre solo 2 pazienti presentavano punteggi > 50 che segnalano un disturbo della personalità.
Si può notare come ci sia congruità clinica nelle associazioni risultate significative tra sintomi di spettro e cluster di personalità solo per DAP/clC e Ipom/clA mentre per gli altri profili la corrispondenza
non è totale. E’ stato comunque possibile identificare per ogni dominio GSM-V una classe di personalità più rappresentata (celle grigie).
Test
PDQ-4
Test
GSM-V
Classe C
DAP
Classe B
DEP
Ipom
Classe A
Ansia
Soc
DOC
Sesso
SLC6A4 (SERT)
BDNF
S
LS
L
4F
1/4 (0.25)
2/4 (0.50)
1/4 (0.25)
4M
1/4 (0.25)
1/4 (0.25)
A
AG
SLC6A2 (NET)
COMT
G
C
TC
T
A
GA
G
(0.25) 2/4 (0.50)
1/4 (0.25)
0
1/4 (0.25)
3/4 (0.75)
1/4 (0.25)
2/4 (0.50)
1/4 (0.25)
2/4 (0.50)
0
2/4 (0.50)
2/4 (0.50)
(0.25) 2/4 (0.50)
1/4 (0.25)
2/4 (0.50)
1/4 (0.25)
1/4 (0.25)
31/4
41/4
2F
0
2/2 (1)
0
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
0
0
2/2 (1)
0
0
2M
0
2/2 (1)
0
0
0
2/2 (1)
0
2/2 (1)
0
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
8F
2/8 (0.25)
1/8 (0.13)
15/8
(0.62)
0
4/8 (0.50)
4/8 (0.50)
1/8 (0.13)
3/8 (0.37)
4/8 (0.50)
1/8 (0.13)
4/8 (0.50)
3/8 (0.37)
6M
3/6 (0.50)
2/6 (0.33)
2F
22/2
2M
0
62/2
(1)
1/6 (0.17)
0
2/6 (0.33)
4/6 (0.67)
0
56/6
(1)
0
1/6 (0.17)
3/6 (0.50)
2/6 (0.33)
0
0
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
0
2/2 (1)
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
0
2/2 (1)
0
1/2 (0.50) 1/2 (0.50))
(1)
0
2F
0
2/2 (1)
0
0
0
2/2 (1)
0
2/2 (1)
0
0
1/2 (0.50)
1/2 (0.50)
3M
1/3 (0.33)
1/3 (0.33)
1/3 (0.33)
0
0
3/3 (1)
0
2/3 (0.67)
1/3 (0.33)
0
2/3 (0.66)
1/3 (0.33)
Tabella 5. Nella tabella soprastante sono riportate le frequenze genotipiche dei 4 polimorfismi analizzati suddivise in base ai raggruppamenti diagnostici dei Test GSM-V e PDQ-4 e in funzione del sesso. Da una
prima analisi effettuata sul campione totale non risultavano significative variazioni delle frequenze genotipiche rispetto all’HWE, siamo quindi andati ad indagare i singoli raggruppamenti suddividendo i maschi dalle
femmine e trovando così delle variazioni significative (campi evidenziati) delle frequenze di specifici polimorfismi genetici in specifici raggruppamenti diagnostici. 1* Ipom fem SERT: P-value < 0.01; 2* Ansia Soc. fem
SERT: P-value < 0.01; 3* DAP fem BDNF: P-value < 0.01; 4* DAP maschi NET: P-value < 0.025; 5* Ipom maschi NET: P-value < 0.01; *6 Dep fem COMT: P-value < 0.025.
Congruità clinica e correlazione significativa tra sintomi di spettro e cluster di personalità (DAP/clC e Ipom/clA) coincidono solo nei i maschi eterozigoti TC per il NET (vv. Tabella 1).
CONCLUSIONI
ØGruppi di pazienti accomunati dallo stesso profilo di psicodiagnosi presentano variazioni significative
nelle frequenze di specifici polimorfismi a livello dei geni SLC6A4, BDNF, SLC6A2 e COMT
ØTali variazioni sembrano essere sesso-specifiche
ØIn particolare i maschi Ipom presentano congruenza clinica con i valori soprasoglia del PDQ4 per la
Classe A e totale correlazione con la variante eterozigote TC del polimorfismo SCL6A2 (NET) -182 T/C
ØLa ridotta dimensione del campione non ci permette di stabilire associazioni statisticamente
sostenibili
ØCi proponiamo di estendere la ricerca vagliando altri geni implicati nella risposta allo stress per
ricavare delle linee guida in diagnostica e nell’utilizzo di protocolli modulati
RECLUTAMENTO E PSICODIAGNOSI E’ stato analizzato un campione ad randum
di 37 pazienti, di cui 18 maschi e 19 femmine, tutti afferenti all’ambulatorio
psichiatrico. Per la valutazione degli spettri di patologia sottosoglia a ciascun paziente
è stata somministrata la General 5-Spectrum Measure (GSM-V), un’intervista in
autosomministrazione che comprende in maniera riassuntiva i cinque domini relativi a
ciascuno spettro di patologia (MOOD-SR, PAS-SR, ABS-SR, OBS-SR, SHY-SR), per
un totale di 54 domande. Parallelamente è stato somministrato The Personality
Diagnostic
Questionnaire-4th
Edition
(PDQ-4),
un
questionario
in
autosomministrazione di 100 domande da cui può essere ricavata una diagnosi della
personalità consistente con i criteri del DSM-IV per i disturbi del secondo asse.
Ciascun paziente è stato correttamente informato dello scopo della ricerca ed ha
liberamente deciso di parteciparvi firmando un consenso informato.
Il DNA totale è stato estratto da tampone buccale mediante NucleoSpin® Tissue
(Macherey-Nagel).
GENOTIPIZZAZIONE I polimorfismi BDNF Val66Met (rs6265) e SLC6A2 (NET) -182 T/C (rs2242446) sono stati analizzati mediante metodica Real Time PCR su sistema CFX96™ (BIORAD) utilizzando il software Bio-Rad CFX Manager
V1.5. La reazione PCR è stata condotta in un volume di 25 ul con 90 ng totali di DNA, TaqMan ® Universal PCR Master Mix 2X (Applied Biosystem), 0.2 uM di ciascun primer, 0.14 uM di ciascuna sonda coniugate al fluorocromo FAM o
HEX. Il ciclo utilizzato prevedeva 95°C x 10’, 50 cicli a 92°C x 15” e 60°C x 1’. Sonde e primer sono state progettate mediante l ’utilizzo di Beacon Designer 7.6 . La variante lunga (L) o corta (S) della zona promotrice del gene SLC6A4
(SERT) è stata analizzata mediante Real Time PCR su sistema CFX96™ (BIORAD) e curva di melting. La reazione PCR è stata condotta con SYBR® Green PCR Master Mix (Applied Biosystem) seguendo le condizioni precedentemente
descritte (6). I risultati ottenuti sono stati confermati analizzando lo stesso polimorfismo mediante reazione PCR come precedentemente descritto (7). Il polimorfismo COMT Val158Met (rs4680) è stato infine analizzato utilizzando la
metodica standard PCR su macchina TECHNE TC-512 seguita da analisi RFLP come precendentemente descritto (8).
ANALISI STATISTICA DEI DATI In questo studio preliminare le deviazione dal HWE sono state analizzate comparando le frequenze genotipiche osservate e quelle attese attraverso il test del χ2 con df pari a uno e permutazione del Pvalue. Il cut off scelto, dati i limiti della campionatura, è stato di 0,02.
Reference: (1)N. Rish et al.,JAMA.2009;301(23):2462-2471; (2)Luddington et al., Prim Care Companio J Clin Psychiatry 2009;11 (3):93-102; (3) Min et al., Psychopharmacology 2008, DOI 10.1007/s00213-009-1550-3; (4) Tadic et al., 2009, Am J Med Genet Part B
150B:487-495; (5) Shalev et al., Psychoneuroendocrinology (2009) 34, 382-388; (6)Covault et al., Biol Psychiatry (2006) 3, 20:30; (7)Sundaramurthy et al., Am J Med Gen (neuropsychiatric Genetics) 96:53-55 (2000); (8) Herrmann et al., Cognitive, Affective,
&Behavioral Neuroscience 2009, 9 (2), 168-172.
XII congresso Società Italiana
di Genetica Umana
• 
Determinanti genetiche
nei disturbi dimensionali di
C. BUSINARO1, C. LAPUCCI1,
G. BORGHINI2, F.
personalità
BORGHINI3
•  1 Geneticlab srl, Diagnostic & Research, Noventa
Vicentina (Vi)
•  2 A.I.Nu.C., Roma
•  3 Ospedale Cristo Re , Roma; Università
G.d Annunzio , Chieti
Nonostante il progresso effettuato
nell identificazione dei geni di rischio per
numerose malattie complesse, per quanto
riguarda i disturbi psichiatrici mancano
ancora robuste associazioni genetiche.
Hanno contribuito al ritardo
nell identificazione dei geni candidati:
a) un sistema di classificazione ancora in
evoluzione,
b) l assenza di markers diagnostici
patognomici e di un processo eziologico
definito.
L approccio finora utilizzato tentava
di correlare ad ogni disturbo
specifici polimorfismi genetici,
senza tuttavia arrivare mai a
replicare i dati di associazione a
causa della variabilità introdotta
dai fattori ambientali e primi fra
tutti gli eventi stressanti (fattori di
rischio per gran parte dei disturbi
mentali) (1).
La capacità individuale di adattamento
allo stress sembra essere in gran parte
determinata da fattori genetici. E
dimostrato infatti come polimorfismi a
livello delle regioni promotrici dei geni
SLC6A4 e SLC6A2 codificanti
rispettivamente il trasportatore per il reuptake della serotonina (5-HT) e della
norepinefrina (NE) contribuiscano in
associazione con eventi stressanti ad
aumentare la suscettibilità individuale a
psicopatologie quali ansia e depressione
(2, 3).
Un altro polimorfismo a livello del gene
codificante l enzima Catecol-O-metiltransferasi (COMT) che metabolizza i
principali neurotrasmettitori epinefrina
(EPI), norepinefrina (NE) e dopamina
(DA) sembra interagire con i primi ed
avere effetti pleiotropici sul
comportamento e su varie funzioni
mentali (4).
Inoltre il gene BDNF (brain-derived
neurotrophic factor) è stato proposto
come regolatore della risposta
dell asse ipotalamo-pituitariosurrenale allo stress sociale in quanto
la presenza del polimorfismo
Val66Met (rs6265) è stata
recentemente associata a tratti della
personalità come ansia e
depressione, sia in modelli animali
che nell uomo (5).
Partendo da questi presupposti in questo
lavoro preliminare ci siamo proposti di
trovare delle correlazioni tra
background genetico, dato dalla
presenza/assenza di 4 polimorfismi nei
geni SLC6A4, SLC6A2, BDNF e COMT
tutti implicati nella risposta allo stress e
profili diagnostici individuati attraverso
test psicometrici di spettro e di
personalità.
•  RECLUTAMENTO E PSICODIAGNOSI E
stato analizzato un campione ad randum di 37
pazienti, di cui 18 maschi e 19 femmine, tutti
afferenti all ambulatorio psichiatrico. A tutti è
stata somministrata la General 5-Spectrum
Measure (GSM-V), un intervista in
autosomministrazione per un totale di 54
domande, e The Personality Diagnostic
Questionnaire-4th Edition (PDQ-4), un
questionario in autosomministrazione di 100
domande da cui può essere ricavata una
diagnosi della personalità. Ciascun paziente ha
firmato un consenso informato.
•  Il DNA totale è stato
estratto da tampone
buccale mediante
NucleoSpin® Tissue
(Macherey-Nagel).
ESTRAZIONE DEL DNA
PURIFICAZIONE DEL DNA
PCR
REAL
TIME
SELEZIONE
DEI FILAMENTI
Provette per
AMPLIFICAZIONE con PCR
Mappatura del DNA
CONCLUSIONI
•  Gruppi di pazienti accomunati dallo stesso
profilo di psicodiagnosi presentano
variazioni significative nelle frequenze di
specifici polimorfismi a livello dei geni
SLC6A4, BDNF, SLC6A2 e COMT
•  Tali variazioni sembrano essere sessospecifiche
•  In particolare i maschi Ipom presentano
congruenza clinica con i valori soprasoglia
del PDQ4 per la Classe A e totale
correlazione con la variante eterozigote TC
del polimorfismo SCL6A2 (NET) -182 T/C
•  La ridotta dimensione del campione
non ci permette di stabilire associazioni
statisticamente sostenibili
•  Ci proponiamo di estendere la ricerca
vagliando altri geni implicati nella
risposta allo stress per ricavare delle
linee guida in diagnostica e
nell utilizzo di protocolli modulati
Reference:
(1)N. Rish et al.,JAMA.2009;301(23):2462-2471;
(2)Luddington et al., Prim Care Companio J Clin
Psychiatry 2009;11 (3):93-102; (3) Min et al.,
Psychopharmacology 2008, DOI 10.1007/
s00213-009-1550-3; (4) Tadic et al., 2009, Am J
Med Genet Part B 150B:487-495; (5) Shalev et
al., Psychoneuroendocrinology (2009) 34,
382-388; (6)Covault et al., Biol Psychiatry (2006)
3, 20:30; (7)Sundaramurthy et al., Am J Med
Gen (neuropsychiatric Genetics) 96:53-55
(2000); (8) Herrmann et al., Cognitive, Affective,
&Behavioral Neuroscience 2009, 9 (2), 168-172.
DETERMINANTI GENETICHE NELLO
SVILUPPO DELLA
SINDROME GENERALE
DI ADATTAMENTO allo STRESS (G.A.S.)
LIVELLO DI
ATTIVAZIONE
soglia
FASE DI
ALLARME
NET
FASE DI RESISTENZA
SERT- COMT- CORTISOLO – BDNF
→
FASE DI
ESAURIMENTO
Nella fase di allarme della G.A.S. domina la
reazione noradrenergica modulata dal
trasportatore della norepinefrina (NET),
polimorfismo T-182C SLC6A2.
La NMT, sintetizzata in loco, metila il DNA
silenziando epigeneticamente il NET.
Human sympathetic nerve biology:
parallel influences of stress and
J Neural Transm. 2008 Dec;115(12):1681-6.
The combined effect of norepinephrine epigenetics in essential hypertension
and panic disorder.
transporter gene and negative life events
Ann N Y Acad Sci. 2008 Dec;1148:338-48.
in major depression of Chinese Han
Esler M et al.Baker Heart Research
population.
Institute, Melbourne, Australia.
Sun N, Xu Y, Wang Y, Duan H, Wang S,
Ren Y, Peng J, Du Q, Shen Y, Xu Q,
Zhang K. Department of Psychiatry, First
Hospital of Shanxi Medical University,
030001, Taiyuan, China.
Termociclatore con sonde TaqMan
Nella fase di resistenza della G.A.S.
dominano le seguenti modulazioni geniche:
a) del SERT, polimorfismo I/D 44bp SLC6A4,
variante allelica S/L…
Science. 2003 Jul 18;301(5631):291-3.
Influence of life stress on depression: moderation by a
polymorphism in the 5-HTT gene.
Caspi A, Sugden K, Moffitt TE, Taylor A, Craig IW,
Harrington H, McClay J, Mill J, Martin J, Braithwaite A,
Poulton R.
Prim Care Companion J Clin Psychiatry.
2009;11(3):93-102.
Clinical implications of genetic variation
JAMA. 2009;301(23):2462-2471)
in the serotonin transporter promoter
Interaction Between the Serotonin
region: a MD review.
Transporter Gene ( 5-HTTLPR),
Luddington NS, Mandadapu A,
Stressful Life Events, and Risk of
Husk M, El-Mallakh RS.Department
Depression : A Meta-analysis
of Psychiatry and Behavioral
Neil Risch; Richard Herrell; Thomas
Sciences, University of Louisville
Lehner; et al.
School of Medicine, Kentucky.
• 
Arch Gen Psychiatry. 2009 Nov;66(11):1201-9.
•  Interactive effect of stressful life events and the serotonin transporter
5-HTTLPR genotype on posttraumatic stress disorder diagnosis in 2
independent populations.Xie P, Kranzler HR, Poling J, Stein MB, Anton RF, Brady K,
Weiss RD, Farrer L, Gelernter J.
• 
• 
Department of Genetics, Yale University School of Medicine, New Haven, CT, USA.
CONTEXT: The 5-HTTLPR polymorphism in the promoter region of the serotonin
transporter gene (SLC6A4) has been found to moderate several categories of emotional
response after stressful life events. Previous studies generally focused on its effect on
depressive symptoms; little is known about its moderation of the development of
posttraumatic stress disorder (PTSD). OBJECTIVE: To examine the effects of childhood
adversity, adult traumatic events, 5-HTTLPR genotypes, and gene x environment
interactions on the etiology of PTSD. DESIGN: A cross-sectional study in which
participants in several studies investigating the genetics of substance dependence were
also screened for lifetime PTSD. The triallelic system of 5-HTTLPR was genotyped.
Logistic regression modeling was used in the analyses. SETTING: General community.
PARTICIPANTS: Five hundred eighty-two European American and 670 African American
individuals who reported experiences of childhood adversity, adult traumatic events, or
both. Main Outcome Measure Diagnosis of PTSD, defined by DSM-IV diagnostic criteria
and assessed through the Semi-Structured Assessment for Drug Dependence and
Alcoholism interview. RESULTS: Childhood adversity and adult traumatic events both
predicted PTSD. Although the 5-HTTLPR genotype alone did not predict the onset of
PTSD, it interacted with adult traumatic events and childhood adversity to increase the
risk for PTSD, especially for those with high rates of both types of trauma exposure
(European American: odds ratio [OR], 2.86; 95% confidence interval [CI], 1.50-5.45; P = .
002; African American: OR, 1.88; 95% CI, 1.04-3.40; P = .04; pooled: OR, 2.31; 95% CI,
1.50-3.56; P < .001). CONCLUSIONS: Participants who had both childhood
adversity and adult traumatic events were more likely to develop lifetime PTSD
compared with those who experienced either type of adverse event. The risk
was increased in individuals with 1 or 2 copies of the S' (S) allele compared
with the L' (L) homozygotes. Our study provides additional direct evidence that PTSD
is influenced by the interactive effect of environmental and genetic factors.
Real Time + Melting
il 5-HTTLPR è stato visualizzato con la metodica del SYBR Green
5HTTP S
5HTTP L-S
5HTTP L
La frequenza della mutazione riportata in letteratura é del
39% con una eterozigosi del 52%.(Armin Heils et al. J.
Neurochemistry vol 66 no 6, 1996):
INSERZIONE-DELEZIONE
b) del BDNF:
polimorfismo funzionale
G196A val66met …
Learn Mem. 2007 Apr 6;14(4):268-76.
Histone modifications around
individual BDNF gene promoters in
prefrontal cortex are associated with
extinction of conditioned fear.
,
Bredy TW Wu H, Crego C, Zellhoefer J,
Molecular Psychiatry (2009), 1–15
Interactions between BDNF
G196A -Val66Met polymorphism
and
early life stress predict brain and
arousal pathways to
syndromal depression and
anxiety
JM Gatt1,2, CB Nemeroff3, C
Dobson-Stone4,5,6, RH Paul7, RA
Bryant1,8, PR Schofield4,5,6,E
Gordon1,2,9, AH Kemp1,2 and LM
Williams1,2
Sun YE, Barad M.
Department of Psychiatry and
Biobehavioral Sciences, Brain Research
Institute, Semel Institute for Neuroscience
and Human Behavior, Los Angeles,
California 90095, USA.
Abnorm Psychol. 2008 Aug;117(3):699-704.
The psychology of psychiatric genetics: evidence that positive
emotions in females moderate genetic sensitivity to social stress
associated with the BDNF Val-sup-6-sup-6Met polymorphism.
Wichers M, Kenis G, Jacobs N, Myin-Germeys I, Schruers K,
Mengelers R, Delespaul P, Derom C, Vlietinck R, van Os J.
• 
Psychol Med. 2009 Sep;39(9):1425-32. Epub 2009 Feb 12.
•  Early adversity and 5-HTT/BDNF genes: new evidence of gene-environment
interactions on depressive symptoms in a general population.
• 
Aguilera M, Arias B, Wichers M, Barrantes-Vidal N, Moya J, Villa H, van Os J, Ibáñez MI, Ruipérez MA,
Ortet G, Fañanás L. Unitat d'Antropologia, Departament Biologia Animal, Facultat de Biologia, Universitat de
Barcelona and CIBER de Salud Mental, Instituto de Salud Carlos III, Spain.
• 
BACKGROUND: Adverse childhood experiences have been described as one of the
major environmental risk factors for depressive disorder. Similarly, the deleterious
impact of early traumatic experiences on depression seems to be moderated by
individual genetic variability. Serotonin transporter (5-HTT) and brain-derived
neurotrophic factor (BDNF) modulate the effect of childhood adversity on adult
depression, although inconsistencies across studies have been found. Moreover, the
gene x environment (GxE) interaction concerning the different types of childhood
adversity remains poorly understood. The aim of this study was to analyse the
putative interaction between the 5-HTT gene (5-HTTLPR polymorphism), the BDNF
gene (Val66Met polymorphism) and childhood adversity in accounting for adult
depressive symptoms. METHOD: A sample of 534 healthy individuals filled in selfreport questionnaires of depressive symptomatology [the Symptom Check List 90
Revised (SCL-90-R)] and different types of childhood adversities [the Childhood
Trauma Questionnaire (CTQ)]. The 5-HTTLPR polymorphism (5-HTT gene) and the
Val66Met polymorphism (BDNF gene) were genotyped in the whole sample.
RESULTS: Total childhood adversity (beta=0.27, p<0.001), childhood sexual abuse
(CSA; beta=0.17, p<0.001), childhood emotional abuse (beta=0.27, p<0.001) and
childhood emotional neglect (beta=0.22, p<0.001) had an impact on adult depressive
symptoms. CSA had a greater impact on depressive symptoms in Met allele
carriers of the BDNF gene than in the Val/Val group (F=5.87, p<0.0001), and in S
carriers of the 5-HTTLPR polymorphism (5-HTT gene) (F=5.80, p<0.0001).
CONCLUSIONS: Childhood adversity per se predicted higher levels of adult
depressive symptoms. In addition, BDNF Val66Met and 5-HTTLPR polymorphisms
seemed to moderate the effect of CSA on adult depressive symptoms.
c) della COMT: polimorfismo funzionale
(G472A, rs 4680G>A ) del suo gene (esone 4,
codone 158, alleli High-G/Low-A): LL
(met158met), HL (val158met) e HH (val158val)
DIGESTIONE CON ENZIMA DI
RESTRIZIONE (BsaAI)
DEI PRODOTTI DELLA PCR DELLA
COMT su gel di agarosio al 8%
Am J Med Genet B
Neuropsychiatr Genet.
2009 Jun 5;150B(4):
487-95.
Interaction
between gene
variants of the
5-HTTLPR and
COMT in
borderline
personality
disorder.
Tadić A et al.
University of
Mainz, Germany.
Catechol- O -methyltransferase (COMT)
degrades catecholamine neurotransmitters
serotonin, dopamine and norepinephrine, and
affects the metabolism of catecholestrogens in
the human brain. The COMT gene’s functional
polymorphisms (exon 4,codon 158,allele High/
Low), HL (val 158 met) and , LL (met 158 met)
account for two- and fourfold variations,
respectively, in enzyme activity in comparison
to the H/H (val 158 val) genotype.
These findings suggest that a turnover of cathecholamines
connected with polymorphism of the COMT
gene and a high activity of COMT enzyme increases the
risk of ED, particularly of anorexia nervosa. The risk is
even higher for women with an allele of higher activity.
e infine d) degli steroidi gonadico-surrenalici.
Tutte modulazioni geniche, in interazione
epistasica tra di loro, fondamentali per
l instaurarsi dell adattamento allo stress e
per il suo esito finale (fase di esaurimento).
Molecular Psychiatry (2008)
13, 709–716.
Evidence of biologic
epistasis between BDNF
and SLC6A4 and
implications for
depression
L Pezawas1,2,6, A MeyerLindenberg1,3,6, AL
Goldman1, BA Verchinski1,
G Chen4, BS Kolachana1,
MF Egan1, VS Mattay1, AR
Hariri5 and DR
Weinberger1
verso un
Endofenotipo
biofisico
Stagione DI Nascita
La stagione di nascita preferita nella AN,
soprattutto il tipo ad esordio precoce, è la
primavera o l inizio estate. Il concepimento è
quindi da
collocare
nei mesi
della
bella
stagione
attività solare
Tempeste magnetiche
HAARP Fluxgate Magnetometer
The "H" component is positive northward
The "D" component is positive eastward
The "Z" component is positive downward
Risonanze di Schumann
ass
orb
ime
nto
riso
na n
te c
ereb
ULF
-ELF
rale
10-1 V/cm
E
E
G
ECG
LEGAME
IDROGENO
Membrana
cellulare
Interazioni tra ioni, acqua e terminazioni
aminoacidiche nel canale intramembranoso
Cl
-
Neuro recettori
(Christie et al.,02, J Neurosci.)
Microvilli (95% 5HT)
Calcoli informatici su modelli biomolecolari
virtuali e prove di laboratorio ( progetto ISIS
degli anni 80 in UK), hanno teorizzato
prima e confermato sperimentalmente poi la
presenza di molecole d acqua intorno e
all interno dei complessi avvolgimenti della
struttura del DNA.
DNA
ANTENNA
BIOLOGIA DINAMICA
biologia
biologia
molecolare
coerente
ELETTRODINAMICA COERENTE
campo elettromagnetico
campo di materia
la realtà
unico grande sistema
(Henry Margenau)
dall interno del quale possono essere
estrapolati un infinità di altri sistemi
minori;
Anche l essere umano è inserito in un
sistema più ampio, chiamato
Organismo Uomo.
Karl Pribram
Vienna 25-2-1919
neurochirurgo-psichiatra-psicologo
il
paradigma
principio di non località:
parti lontane di uno stesso
sistema interagiscono tra loro
con una velocità di
comunicazione continua ed
istantanea.
SINCRONICITA
AVVENIMENTI
APPARENTEMENTE
NON LEGATI TRA DI
LORO…
IN REALTA LO SONO !!!
Il campo
elettromagnetico
intrappolato
ha con sé un compagno
inseparabile, il
"potenziale vettore"
effetto Bohm-Aharonov
1959-1980
IL FENOMENO DI
BOHM AHARONOV
AVVIENE SENZA
ESERCITARE ALCUNA
FORZA SUL FASCIO DI
ELETTRONI E QUINDI
SENZA SCAMBIO DI
ENERGIA.
Tra i vari sistemi
coerenti si apre
perciò la possibilità
di un DIALOGO
SOTTILE", senza
scambio di energia,
esso coinvolge solo le fasi, sfugge
ad ogni misura parcellare ed è
percepito
solo da chi si
pone in
AMBITO
ONDULATORIO .
OLOGRAMMA
Paradigma olografico
(Pribram e Bohm)
la realtà comunemente percepita
(realtà esplicita)
è l ologramma di una realtà
energetica, situata ad un livello
più profondo (realtà implicita)
che il cervello filtra ed interpreta
costantemente per renderla
razionalmente comprensibile.
la luce proveniente da un laser viene divisa da uno specchio
semitrasparente (beam-splitter), i due raggi risultanti vengono
quindi espansi e convogliati mediante specchi uno ad
illuminare il soggetto (fronte d'onda dell'oggetto) ed il secondo
(fronte d'onda di riferimento) va ad illuminare uniformemente
la lastra o pellicola sensibile :
I due fronti d'onda interferiscono e … la
registrazione delle frange
d'interferenza sulla lastra fotografica
è l'ologramma.
secondo il modello olonomico di Pribram
il cervello opera in modo simile a un
ologramma, in conformità ai principi della
matematica quantica e alle caratteristiche
dei modelli delle onde d'interferenza.
Durante l'esperimento ciascun fotone si
dimostra in grado di correlare il suo
angolo di polarizzazione con quello del
suo "gemello" di coppia in maniera che
parrebbe instantanea o comunque
superiore alla velocità della luce.
In un universo olografico dunque, poiché
la struttura universale ultima sarebbe
identica a quella della mente umana, cioè
essendo entrambe di natura olografica,
l'entità dei cambiamenti che si potrebbero
apportare alla sostanza della realtà sarebbe
illimitata. Richard Boylan
Al Fermilab
L'universo è un ologramma?
Lo dirà un esperimento
Lo strumento che verrà utilizzato
sarà costituito da due sensibilissimi
interferometri che dovrebbero
fornire "la più sensibile misurazione
dello spaziotempo mai eseguita"
Le teorie che prevedono la presenza di dimensioni extra
sono numerose: la possibilità che almeno ad alcune
scale l'universo possieda solo due dimensioni sono
invece più esotiche. Una di queste ipotizza appunto che
alle dimensioni di Planck esso sia bidimensionale,
essendo la terza dimensione intrinsecamente collegata
a quella del tempo. Se così fosse, il nostro universo
tridimensionale non sarebbe che un "ologramma" di un
universo in due dimensioni.
n 
L'idea non è nuovissima, ma i fisici del Fermilab hanno progettato un esperimento per
sottoporre per la prima volta a controllo questa idea. Craig Hoigan e collaboratori hanno infatti
costruito un interferometro olografico, o "olometro" nel tentativo di rivelare il "rumore"
intrinseco dello spaziotempo, che potrebbe rivelare la presenza di una frequenza massima
possibile imposta dalla natura. (Sfortunatamente, il nome con cui i ricercatori hanno battezzato
la loro apparecchiatura - olometro appunto - coincide con quello di un altro strumento, usato
per rilievi topografici e architettonici, descritto per la prima volta nel XVI secolo da Abel
Foullon.)
Ora è iniziata la costruzione dello strumento - di cui per il momento i ricercatori hanno testato
un prototipo in scala della lunghezza di un metro - che una volta ultimato avrà una lunghezza
di 40 metri e che dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno, fornendo "la più sensibile
misurazione dello spaziotempo mai eseguita".
L'interferometro olografico è costituito da due interferometri completamente separati
posizionati uno sopra l'altro. In ogni interferometro, un fascio di luce viene separato in due
parti che viaggiano lungo direzioni differenti, fino a raggiungere uno specchio che le rimanda
indietro, dove viene misurata l'eventuale differenza di fase. Qualsiasi minuscola vibrazione che
interferirà con la frequenza della luce nel corso del suo viaggio determinerà quindi un'uscita
dallo stato di sincronizzazione dei due interferometri.
Gli interferometri di questo "olometro" sono caratterizzati da una elevatissima precisione alle
alte frequenza. I ricercatori dicono che sarà di sette ordini di grandezza più preciso di qualsiasi
orologio atomico attualmente esistente su intervalli di tempo ultrabrevi. Disponendo di due
interferometri, i ricercatori possono confrontare i risultati per confermare le misurazioni.
Inoltre, possono assicurarsi che qualsiasi vibrazione rilevata non sia derivata dall'interferometro
olografico stesso. Infine una serie di sensori all'esterno dell'apparecchiatura servirà per rilevare
le normali vibrazioni presenti e "cancellarle facendo vibrare alla stessa frequenza gli specchi".
Avendo preso tutte queste precauzioni, osservano i ricercatori, qualsiasi disturbo ad alta
frequenza rilevato potrebbe essere una distorsione dello spaziotempo stesso, ossia un disturbo
"olografico", osserva Aaron Chou, che partecipa alla ricerca. Se l'esperimento rilevasse
effettivamente questo disturbo olografico, si tratterebbe del primo dato in grado di corroborare
la teoria secondo cui alla scala di Planck l'universo sarebbe bidimensionale e che quella della
tridimensionalità sarebbe in un certo qual modo un'illusione olografica. (gg)
Telepresenza:
con gli ologrammi
dinamici, grazie a
un nuovo polimero
fotorifrattivo, è
possibile la
proiezione di
un'immagine in 3D
in movimento.
Finora questo era
possibile solo con
immagini statiche
(Nature nov 2010)
ENDOFENOTIPO come
ARCHETIPO CONDIVISO
E una
intuizione senza spazio né
tempo entangled alle esperienze
condivise nell inconscio collettivo.
Essa si esprime attraverso i sogni;
semplice e complessa,
logica e razionale da un lato
(comprensibile con l'emisfero dominante)
e indefinita dall altro (comprensibile
dall'emisfero non dominante) G.A.S.
INTERAZIONI SOTTILI
E=kT
Effetto
Bohm-Aharonov
ipersensibilità
affinità
transfert
bioritmi
psicodinamica :
Melatonina spazio-tempo-legami
ciclotimia
personalità
meteoropatia
r.Schumann