cin-1 CINETICA CHIMICA Una generica reazione chimica reagenti prodotti a A b B .... e E f F ..... 1 M1 2 M 2 ..... 3 M 3 4 M 4 ..... si può scrivere, stechiometricamente, come M i i esimo composto M M 0 i i i ni numero di molecole dello i - esimo composto M ni i coefficiente stechiometrico i grado di avanzamento; costante indip. da i La velocità a cui ogni reagente si consuma è proporzionale al proprio coefficiente stechiometrico e si definisce una velocità di conversione J: 1 dn A 1 dnB 1 dnE 1 dnF J a dt b dt e dt f dt La velocità così definita dipende dalle dimensioni del sistema e si preferisce usare le concentrazioni definendo la Velocità di reazione r J V r 1 i dci (t ) 1 ci dt i concentrazioni r dipende da temperatura ci occuperemo soltanto di questi parametri pressione presenza di catalizzatori Prof. Guido Gigli cin-2 in generale ogni reazione procede in entrambi i versi ed è reversibile se si può trascurare uno dei versi per es. - con conc. dei prodotti trascurabili - se i prodotti vengono rimossi reazioni irreversibili due casi ► Irreversibili con equazioni cinetiche semplici r k c1m1 c2m 2 k i cimi mi ordine della reazione rispetto al componente i mi ordine globale della reazione i k costante di velocità; costante cinetica indipendente dalle concentrazioni dipende da T, P, presenza di catalizzatori sia l’ordine rispetto ad un componente che quello globale non sono necessariamente numeri interi e possono anche essere negativi ► Irreversibili con equazioni cinetiche complesse non sono governate da una equazione del tipo di quella precedente Prof. Guido Gigli cin-3 qualche esempio di quanto stiamo vedendo ► reazioni con equazioni cinetiche semplici H 2 I 2 2 HI 2 N 2O5 4 NO2 O2 r k cH 2 cI 2 k H 2 I 2 r k cN 2O5 CH3CHO CH 4 CO r k c3 2 2 NO O2 2 NO2 2 r k cNO cO CH 3CHO 2 NO 2SO2 O2 2 SO3 2 r k cO2 cNO ► reazioni con equazioni cinetiche complesse k1 cH 2 c1Br2 2 H 2 Br2 2 HBr r 1 k2 cHBr cBr2 H 2O2 I 2 H 2 H 2O I 2 r k1 cH 2O2 c I k2 cH 2O2 c c I H le reazioni, anche quelle con eq. cinetiche semplici possono procedere attraverso vari stadi (“steps”) ciascuno dei quali è una reazione elementare il numero di molecole che partecipano ad una reazione elementare è chiamata molecolarità il meccanismo, la sequenza di stadi o reazioni elementari è, spesso, complicato; due esempi: N 2O5 NO2 NO3 NO2 NO3 NO O2 NO2 NO NO3 2 NO2 2 NO O2 2 NO2 SO2 NO2 SO3 NO NO agisce da catalizzatore le velocità di reazione r devono essere misurate sperimentalmente Prof. Guido Gigli cin-4 Cenni sui metodi di misura delle velocità di reazione per misurare r si segue la concentrazione di un reagente o di un prodotto in funzione del tempo una procedura tipica metodo statico: a b c e d blocco termostatico ► a, b, ..e sistemi con identica composizione iniziale che vengono rimossi ed analizzati ai tempi ta, tb.. te ► per rallentare il progresso della reazione prima della analisi: ▬ si raffredda ▬ si rimuove il catalizzatore ▬ si diluisce molto la miscela ▬ si aggiunge un’altra specie che si combina con uno dei reagenti ► si analizza con metodi chimici o fisici tipicamente si ottengono dei dati che in grafico si possono presentare così: ci ta tb.. tc td te dci la tangente in ogni punto ci fornisce r 1 i dt Prof. Guido Gigli cin-5 alternativamente nel bagno si pongono vari campioni del medesimo sistema con diverse concentrazioni iniziali e si opera in modo da valutare le pendenze delle curve osservate estrapolate al tempo t= 0: ci t metodi a flusso ► continuo Reagente 2 Mescolamento dei reagenti 1 e 2 Rivelazione dei reagenti o prodotti Reagente 1 velocità v Iniettore mobile Distanza x Prof. Guido Gigli cin-6 ► “stopped – flow” Reagente 1 rivelazione di reagenti o prodotti camera di mescolamento fine corsa Reagente 2 metodo della “flash photolysis” lampada flash rivelatore luce acquisizione Camera di reazione “trigger” ► la miscela viene irradiata con un lampo di luce ► per fotolisi si genera la conc. iniziale di uno dei reagenti ► si segue la reazione spettroscopicamente ► usando lasers ed acquisizione veloce si possono seguire reazioni in tempi dell’ordine dei ns Prof. Guido Gigli cin-7 la interpretazione dei risultati è semplificata ► mantenendo costante la concentrazione di uno dei reagenti metodo dell’isolamento ► mantenendo una delle concentrazioni a valori molto piu’ elevati di quelli del componente che viene misurato si accede alle leggi di pseudo-ordine p.e. C12 H 22O11 H 2O Glucosio Fruttosio r k cC12 H 22O11 perché la conc. dell’acqua è costante in pratica il problema cinetico è un problema analitico con la complicazione della dimensione tempo ogni metodo di analisi/rivelazione può essere usato purchè fornisca il risultato in tempi sufficientemente minori di quelli nei quali decorre la reazione sono usati pressochè tutti i metodi di analisi/rivelazione Prof. Guido Gigli cin-8 Obiettivi della cinetica chimica 1. determinare le equazioni cinetiche (leggi empiriche) ► utile di per sé e per impostare la progettazione del processo chimico 2. determinare il meccanismo ► importante per conoscere quali siano gli stadi della reazione ► e su quali intervenire per modificarla (si pensi, ad esempio, agli additivi per regolare la combustione od all’effetto degli inquinanti nell’alta atmosfera) ► anche i problemi di “scale-up” nel trasferimento dal laboratorio agli impianti sono spesso correlati al meccanismo 3. predire teoricamente la velocità di reazione nel seguito ci occuperemo dei fondamenti dei punti 1 e 3 mentre faremo soltanto qualche esempio di meccanismo senza affrontare il problema della sua determinazione notiamo comunque che l’obiettivo 2 è molto ambizioso e non facile da raggiungere. Prof. Guido Gigli cin-9 Integrazione delle cinetiche semplici (irreversibili) reazioni con cinetiche dipendenti dalla concentrazione di una unica specie chimica k aA prodotti sempre esprimibile come k 1 A prodotti k M A prodotti r d c A t k c nAA ( t ) dt Ordine zero d c A t k dt separando le variabili ed integrando r d c A t k d t c A t c A 0 k t c A c 0A k t quando c A t 1 c A 0 2 t tempo di dimezzamento c 0A 2k Prof. Guido Gigli cin-10 sia c A ( t ) che ( c 0A ) hanno dipendenza lineare: C (t) A C 0 A tempo C 0 A Primo Ordine r d c A t k c A t dt d c A t k dt c A t ln (c A t ) ln (c A 0 ) k t ln cA c 0A kt c A c 0A exp k t ln 2 0.693 f (t ) k k Prof. Guido Gigli cin-11 C (t) A ln (C (t)) A tempo tempo C 0 A ln ln ( c A ) f ( t ) ha dipendenza lineare con pendenza pari alla costante cinetica k ( c 0A ) è costante da notare che, in questo caso, non è necessario conoscere il valore assoluto della concentrazione un esempio tipico ne è il decadimento radioattivo Secondo Ordine r d c A t k c 2A t dt d c A t c 2A t k dt 1 1 kt cA c0 A Prof. Guido Gigli cin-12 t1 2 1 1 k c 0A k c 0A C (t) A 1/C (t)) A C tempo tempo 1 /( c A ) f ( t ) e 1 (c 0A ) hanno dipendenza lineare con pendenza pari alla costante cinetica k nei grafici precedenti l’andamento di c A vs t per le reazioni di I e II ordine è mostrato per costanti cinetiche di ugual valore k I k II peraltro se si considerano, viceversa, velocità iniziali uguali rI0 rII0 k I c 0A k II c 0A 2 k I k II c 0A si nota dal confronto dei tempi di dimezzamento ln 2 1 I < II che la c A diminuisce piu’ 0 kI k II c A velocemente per la reazione di primo ordine Ordine “n” l’integrazione del caso precedente si generalizza alle equazioni che seguono valide per n ≠ 1 c An1 c 0A n1 n 1 k t e t1 2 2n 1 1 n 1 k c 0A n 1 Prof. Guido Gigli 0 A cin-13 per casi più complessi l’integrazione dell’equazione cinetica diviene rapidamente più laboriosa Cinetiche che dipendono da più reagenti 1 M 1 2 M 2 prodotti 1 M 1 2 M 2 prodotti per semplicità M 1 M 2 prodotti A B prodotti se del primo ordine rispetto ad A e B d c A t k c t c t A B dt ► abbiamo 3 variabili cA, cB, t ► dobbiamo ridurle a 2 notiamo che quanto si consuma di B è pari a quanto si consuma di A c 0 cB c 0 c A B A cB c 0 ( c 0 c A ) c A ( c 0 c 0 ) B A B A ed allora si può eliminare la variabile cB e l’eq. cin. diviene Prof. Guido Gigli cin-14 d cA k cA cA ( c0 c0 ) B A dt d cA k dt 0 0 c A [c A (c c ) ] B A d cA k dt cA [ cA ] dx a b x le tavole degli integrali porgono: 1 ln x a b x a x escludendo il caso di 0 e cioè cB0 c 0A si ha t donde: 1 cA ln c k t 0 A 0 cA c 0A 1 ln ln cA c 0A ricordando che kt cB c A cB c B0 cB cA 1 1 ln 0 ln ln 0 ln 0 k t cA cA cB cA cB c B0 ln ln 0 c B0 c 0A k t cA cA ln (CB/C A cB0 c0A k tempo Prof. Guido Gigli cin-15 come si vede dal grafico precedente per accedere alla costante cinetica k è necessario misurare le concentrazioni iniziali c B0 e c 0A Alternativamente se si opera con largo eccesso di uno dei reagenti si ha il caso, già introdotto, della riduzione della cinetica allo pseudo primo ordine d c A t k c t c 0B k c 0B c t k ' c t A A A dt misurando la c A t per vari valori di cB0 si ricava ln (C A(t)) l’andamento k' (cB0 ) ed infine secondo ordine k cB0 in aumento tempo la costante del -k' k c 0 B Prof. Guido Gigli cin-16 Determinazione dell’ordine di reazione tutti i grafici visti indicano che un modo possibile è quello di provare quale sia l’andamento che meglio rappresenta i dati sperimentali raccolti in particolare, per i casi visti, si potrebbe vedere se siano lineari gli andamenti nel tempo di c A t n 0 oppure ln c A t n 1 oppure ancora 1 n 2 c A t in realtà questa possibile procedura “per tentativi” è rischiosa perchè ► spesso non è ovvio quale dei grafici ottenuti sia piu’ lineare ► la reazione deve essere seguita a lungo ► se l’ordine di reazione vero non è intero è facile cadere nell’errore ed attribuirgli un valore intero Si ricorre quindi a vari metodi di cui vediamo qui soltanto i piu’ semplici Prof. Guido Gigli cin-17 1) metodo del tempo di dimezzamento Si applica quando la equazione cinetica è del tipo r k c nA ■ Se n 1 come si è già visto il tempo di dimezzamento non dipende dalla concentrazione iniziale f c 0A ■ Se n 1 usando l’espressione generale del tempo di dimezzamento si ottiene 2n 1 1 log 10 log 10 n 1 log 10 c 0A n 1 k n 1si ricava dalla pendenza della regressione lineare log 10 vs log 10 c 0A Prof. Guido Gigli cin-18 2) metodo delle velocità iniziali Si applica quando la equazione cinetica è del tipo r k c nA c Bm ..... c E 0 0 ► a turno si ricavano le velocità iniziali r c A per varie concentrazioni iniziali di uno solo dei reagenti ► poiché log 10 r n log 10 c 0A m log 10 cB0 ..... log 10 cE0 log 10 c 0A costante ► gli ordini di reazione si ottengono dalle pendenze di regressioni lineari di log 10 r vs log 10 c 0A con c B0 .cC0 c E0 costanti 3) metodo dell’isolamento usando concentrazioni elevate di tutti i reagenti eccetto uno la equazione cinetica generale del tipo r k c nA c Bm ..... c E diviene, per esempio, r k c nA costante precedenti e si può usare uno dei metodi Prof. Guido Gigli cin-19 Determinazione della costante di velocità k ottenuto l’ordine di reazione la costante cinetica k può essere ricavata dalla pendenza di uno dei grafici visti in precedenza nei vari casi per esempio nel caso di una cinetica del primo ordine ln c A in funzione di t è lineare con pendenza k Poiché si usano regressioni con il metodo dei minimi quadrati si deve porre particolare attenzione ad un trattamento statistico adeguato In pratica, poiché si usano delle linearizzazioni di dipendenze fra dati che non lo sono in origine si deve tenere conto dei “pesi” dei singoli punti sperimentali anziché impiegare una regressione non pesata è preferibile far uso di funzioni del tipo “risolvi” (“solve”) tipiche dei fogli di calcolo per trovare il miglior valore della costante di velocità k che minimizzi gli scarti tra i valori calcolati e quelli sperimentali di c A t il problema è delicato e quanto detto qui è piu’ che altro un caveat Reazioni consecutive anche in questo caso la analisi delle equazioni cinetiche è laboriosa Prof. Guido Gigli cin-20 k k 1 2 A B C c A k1 c A c B k1 c A k 2 c B 3 equazioni differenziali accoppiate cC k 2 c B dalla prima c A c 0A exp k1 t sostituendo nella seconda cB k1 c 0A exp k1 t k2 cB la cui integrazione (con la sostituzione y cB exp k2 t , tenendo conto di concentrazioni iniziali di B e C fornisce k1 c 0A cB exp k1 t exp k2 t cB0 exp k2 t k2 k1 cC si ricava imponendo la conservazione della materia nel corso della reazione: c 0A c A cB cC k2 k cC c 0A 1 exp k1 t 1 exp k 2 t cC0 k 2 k1 k 2 k1 se le concentrazioni iniziali dei prodotti B e C sono nulle le equazioni si semplificano un poco perché sono nulli i termini finali l’andamento delle concentrazioni dipende valore relativo delle costanti cinetiche: k2 = 6 k 1 dal k2 = 1/6 k1 cA cA cC cB cC cB Prof. Guido Gigli cin-21 si nota che (per c B0 e cC0 nulle) ► c A decresce esponenzialmente ► cC cresce ( all’inizio con pendenza nulla cC k2 cB k2 cB0 k 0 0 ) ► cC raggiunge un asintoto, cC t c A 0 ► c B cresce, all’inizio con velocità pari al decremento di c A c B t 0 k1 c 0A k 2 c B0 k1 c 0A k 2 0 k1 c 0A c A t 0 k1 c 0A ► c B raggiunge poi un valore massimo k1 c 0A exp k1 t k1 k2 exp k2 k1 t cB 0 k2 k1 k2 exp k2 k1 tmax ln k1 k2 tmax k1 k2 k1 l’osservazione che la concentrazione dell’intermedio B presenti un massimo in funzione del tempo, e quindi una derivata nulla, suggerisce di adottare la approssimazione dello stato stazionario: nel punto di massimo la velocità con la quale si forma l’intermedio è uguale a quella con la quale viene rimosso Prof. Guido Gigli cin-22 Approssimazione dello stato stazionario con concentrazioni iniziali nulle dei prodotti: k1 c 0A c B t esatto exp k1 t exp k 2 t c B t k 2 k1 per il solo punto di massimo di c B t c B k1 c A k 2 c B 0 cB k1 k c A 1 c 0A exp k1 t k2 k2 se l’eq. fosse semprevalida c B t approssimato c B t k1 0 c exp k1 t k2 A confrontando le due espressioni esatta ed appross. c B t esatto ≈ 1) exp k 2 t 0 c B t approssimato SE 2) k 2 >> k1 1) è valida per t >> 1 k 2 cioè non all’inizio ma soltanto dopo un periodo di induzione t 1 k 2 2) è valida purchè c A >> c B il che è garantito da k 2 >> k1 perché B si consuma non appena viene prodotto da A; in altri termini B non si accumula in questa approssimazione si ha anche k cC k2 cB k2 1 c A k1 c A c A r k2 in pratica la velocità di formazione di C è uguale e contraria a quella con cui si consuma A Prof. Guido Gigli cin-23 inoltre assumere che la concentrazione dell’intermedio non varia nel tempo, c B 0 , equivale ad assumere che la velocità con cui l’intermedio si forma è uguale a quella con la quale si consuma si tratta di una approssimazione che consente di semplificare l’analisi delle cinetiche di reazioni con meccanismi complessi per esempio si è già detto che 2 2 NO O2 2 NO2 r k c NO cO c NO2 2 secondo una delle ipotesi di meccanismo la reazione procede attraverso 3 stadi 2 NO NO N 2 O2 c N 2O2 k1 c NO N 2 O2 NO NO c N 2O2 k 1 c N 2O2 N 2 O2 O2 NO2 NO2 c N 2O2 k 2 c N 2O2 cO2 la velocità complessiva con cui si forma NO2 è governata dalla terza reazione in cui 2 molecole di NO2 sono prodotte c NO2 2 k 2 c N2O2 cO2 in questo caso l’approssimazione dello stato stazionario viene usata per eliminare dalle equazioni cinetiche la concentrazione dell’intermedio N2O2 ponendo pari a zero la sua variazione nel tempo 2 c N 2O2 0 k1 c NO k 1 c N 2O2 k 2 c N 2O2 cO2 0 c N 2O2 sostituendo c NO2 2 k1 c NO k 1 k 2 cO2 2 k1 c NO 2 k2 cO k 1 k 2 cO2 2 Prof. Guido Gigli cin-24 inoltre si osserva sperimentalmente che k 1 >> k 2 k 2 cO2 e quindi c NO2 2 k 2 1 c NO cO2 che è la k 1 forma analitica della legge cinetica osservata peraltro è stato meccanismo NO O2 NO3 NO3 NO O2 proposto anche un altro c NO3 k1 c NO cO2 c NO3 k 1 c NO3 NO3 NO NO2 NO2 1 c NO2 k 2 c NO3 c NO 2 si suppone che, essendo veloci i primi due stadi, si stabilisca l’equilibrio e, quindi, valga che c NO3 k1 K eq ,c donde c NO3 K eq ,c c NO cO2 k 1 c NO cO2 sostituendo nella equazione cinetica dell’ultimo stadio si ha 1 c NO2 k 2 K eq ,c c NO cO2 c NO 2 2 c NO2 2 k 2 K eq ,c c NO cO2 anche questo meccanismo, quindi, spiega la equazione cinetica osservata questo esempio illustra come non sia sufficiente riprodurre la equazione cinetica sperimentale per poter affermare di aver determinato il meccanismo; sono necessarie altre prove come, per esempio, la individuazione degli intermedi ipotizzati Prof. Guido Gigli cin-25 tutto ciò ci consente anche di introdurre il concetto di stadio lento di una cinetica Stadio lento (Stadio determinante la cinetica) considerando sempre il caso precedente delle reazioni consecutive per il quale cC k2 cB k1 c 0A cB k k exp k1 t exp k2 t 2 1 sostituendo k2 k1 c 0A exp k1 t exp k2 t cC k2 k1 se k1 << k 2 se k1 >> k 2 k2 k1 c 0A cC exp k1 t k1c 0A exp k1 t k2 cC k2 c 0A exp k2 t cioè la velocità di formazione del prodotto C è determinata dalla cinetica della reazione piu’ lenta per esempio nel caso precedente si è osservato che k 1 >> k 2 cO2 cioè che la velocità di reazione di N2O2 con O2 è assai piu’ piccola di quella della decomposizione dello N2O2: la reazione di N2O2 con O2 è lo stadio lento “il rate determining step” viceversa se cO2 è abbastanza grande la cinetica diviene del secondo ordine cNO2 2 k1 c NO 2 2 k2 cO2 2 k1 c NO k2 cO2 Prof. Guido Gigli cin-26 Reazioni reversibili A B k1 1 A B k A c A k1 c A k 1 c B la presenza di tre variabili non consente di integrare separando le variabili: cerchiamo di ridurre le variabili per la conservazione della massa: c A c B c 0A c B0 c A cB e poichè K c ,eq c B c A c A c B c 0A c B0 c A c B c A 1 K c ,eq inoltre all’equilibrio t c A 0 ; c A 0 k1 c A k 1 c B e quindi k1 c A k 1 c B c B c A k1 k 1 K c ,eq questa relazione fra costanti cinetiche e costante di equilibrio è generale e valida per tutte le reazioni elementari si nota anche che c A t c A c B t c B Prof. Guido Gigli cin-27 quindi c B c B cA c A c B t c B cA c A ed analogamente cB c B c A c A sostituendo in c A k1 c A k 1 c B c A k1 c A c B c B k 1 c B c A c A k1c A k 1 c B k1 c B c B k 1 c A c A c A k1 c A c A k 1 c A c A k1 k 1 c A c A al primo membro dell’ultima equazione aggiungere un termine pari a zero c A 0 c A c A k1 k 1 c A c A può d cA c A k1 k 1 c A c A dt si si osserva che ► è una legge del primo ordine ► c A tende a c A seguendo la legge del primo ordine con costante cinetica k1 k 1 ► se è nota la costante termodinamica di equilibrio, K eq ,c , si possono determinare entrambi le costanti cinetiche della reazione diretta k1 ed inversa k 1 Prof. Guido Gigli cin-28 tornando alla relazione che collega cinetica termodinamica c B c A K c ,eq k1 k 1 e che è stata derivata per una reazione elementare che, all’equilibrio, deve avere la medesima velocità in entrambe le direzioni per reazioni complesse si può dimostrare che l’equilibrio si può stabilire soltanto se tutte le reazioni elementari coinvolte hanno la medesima velocità nelle due direzioni questo è il principio del bilancio dettagliato che è una conseguenza del più generale principio della reversibilità microscopica il principio del bilancio dettagliato è un ausilio nell’ipotizzare meccanismi di reazione sono infatti impossibili i meccanismi che lo violano Prof. Guido Gigli cin-29 Reazioni parallele (concorrenti) del primo ordine k 1 A B k 2 A C k1 k 2 t c A k1 c A k 2 c A c A t c 0A exp k1 c B t t d cB k2 c A d cB k1 c A k1 c 0A exp k1 k 2 t dt integrando k1 c 0A 0 t exp k1 k 2 t dt 0 t k1 c 0A 1 exp k k t 1 2 k k 0 1 2 1 1 k1 c 0A exp k1 k 2 t k1 k 2 k1 k 2 k1 c 0A 1 exp k1 k 2 t c B t k1 k 2 analogamen te k 2 c 0A 1 exp k1 k 2 t cC t k1 k 2 dividendo tra loro queste relazioni si vede che in ogni istante t cB k 1 cC k 2 cB k si ottiene 1 ► misurando il rapporto cC k2 ► le quantità relative di B e di C dipendono dalle velocità relative delle due reazioni parallele Prof. Guido Gigli cin-30 Reazioni parallele e reversibili del primo ordine 1 1 A B A k k 2 2 A A C k in questo caso a k t il rapporto c B rapporto fra le costanti K c, eq 1 cB c A e K c , eq 2 cC c A cB cC è definito dal cC di equilibrio K c, eq 1 K c, eq 2 il sistema è sotto controllo termodinamico è favorito il prodotto con il G piu’ negativo all’inizio della reazione il progredire delle reazioni inverse può essere trascurato e, quindi: cB t c k B 1 k2 cC t cC il sistema è sotto controllo cinetico anche quando la reazione è progredita in misura tale da aver consumato A quasi del tutto se k 1 << k1 e k 2 << k 2 il sistema è sotto controllo cinetico infine accade anche che, per esempio: k1 k 2 >> 1 e K eq ,c 1 K eq ,c 2 << 1 B è favorito cineticamente e C è favorito termodinamicamente B e C si formano in quantità relative correlate a quanto il sistema è sotto controllo cinetico o termodinamico Prof. Guido Gigli cin-31 Legge di Arrhenius Sperimentalmente si osserva che la velocità della stragrande maggioranza delle reazioni aumenta molto con la temperatura tipicamente di 2-3 volte per un aumento di 10 K Arrhenius, usando per le reazioni elementari la scomposizione di una delle forme dell’equazione termodinamica di Van’t Hoff d ln K c,eq U k ; K c,eq 1 d 1 T R k 1 d ln k1 E a,1 d ln k 1 E a, 1 d 1 T R d 1 T R ha proposto la espressione empirica generale denominata legge di Arrhenius: k T A e Ea RT Ea Energia di attivazione (decine – centinaia di kJ/mol) A Fattore pre-esponenziale (fattore di frequenza; 108 – 105 s-1) questa forma funzionale, da considerarsi empirica, rappresenta abbastanza bene i dati sperimentali (una E forma migliore è del tipo k T A T m exp a ) RT Prof. Guido Gigli cin-32 La energia di attivazione, Ea, viene interpretata come quella energia che i reagenti (o i prodotti) devono acquisire per procedere verso i prodotti (o i reagenti) lungo la coordinata di reazione C’è una barriera energetica fra reagenti e prodotti stato di transizione E Ea ,1 Ea ,1 reagenti prodotti energia coordinata di reazione è il complesso delle modifiche delle distanze fra gli atomi nell’andare dai reagenti ai prodotti per esempio: Prof. Guido Gigli cin-33 dell’andamento, esponenziale con la temperatura, delle costanti di velocità si può dare una spiegazione qualitativa e relativamente semplice usando la teoria cinetica dei gas ed immaginando le specie reagenti come sfere rigide Teoria delle collisioni nei gas perfetti, le distribuzioni, cioè il numero di molecole in un intervallo infinitesimo di energia cinetica e di velocità (in modulo) hanno questi andamenti Esoglia Ecinetica vsoglia v sintetizziamo qui gli elementi essenziali della teoria cinetica dei gas perfetti che porta agli andamenti visti dalla trattazione vista in termodinamica statistica si sa che la probabilità dell’esistenza di un determinato stato di moto è proporzionale in modo esponenziale all’energia del medesimo pj e j kT Prof. Guido Gigli cin-34 nel caso dei gas perfetti gli stati di moto costituiscono, di fatto, un continuo di energie ed 1 essendo E j mv2j 2 pv j e pv j dv j A e m v 2j 2k T m v 2j 2k T dv j con il tipico andamento delle gaussiane pv j vj “normalizzando” all’unità la probabilità sommatorie divengono integrali) m (qui le 1 2 pv j dv 1 A 2 k T Tra l’altro, nota questa distribuzione, si possono ricavare una serie di medie v 0 ; 1 2 2 k T v m ; v2 kT m Prof. Guido Gigli cin-35 tutto quello che abbiamo visto è in una dimensione passando alle tre dimensioni dello spazio si ha una situazione simile a quella vista per la funzione di distribuzione radiale della probabilità dell’elettrone 1s dell’atomo di Idrogeno; compare la competizione di due andamenti ■ una funzione decrescente con la velocità che è il fattore di Botzmann m v 2j e 2k T ■ una funzione crescente con la velocità che è il “volume” delle possibili velocità (in direzione e modulo): una corteccia sferica di espressione 4 v2 ■ il prodotto delle due funzioni della velocità genera l’andamento visto T1 < T2 tornando alla teoria delle collisioni per spiegare la cinetica delle reazioni chimiche: Prof. Guido Gigli cin-36 ci interessa la frazione delle collisioni che hanno energia maggiore di un valore dato, Esoglia; cioè il numero di molecole, nsoglia, con energia sufficiente che è fornito dal fattore di Boltzmann: nsoglia e E soglia RT inoltre il numero di collisioni fra due molecole A e B nell’unità di tempo (la frequenza delle collisioni) deve essere proporzionale alle rispettive concentrazioni: ncollisioni A B complessivamente la velocità della reazione è il prodotto della frequenza delle collisioni per la frazione efficace di queste: velocità A B exp Esoglia R T che confrontata con l’equazione cinetica velocità k A B ci indica che Esoglia k exp R T Esoglia k cost exp R T si è, quindi, ottenuta la forma funzionale della legge di Arrhenius dove ► Esoglia è correlata con la Ea di Arrhenius ► la costante “cost” è il fattore preesponenziale A di Arrhenius Prof. Guido Gigli cin-37 la teoria può essere sviluppata calcolando dettagliatamente il numero di collisioni fra sfere rigide l’idea base è quella del calcolo delle molecole di B (ferme) colpite dalla molecola A nel volume spazzato da quest’ultima nell’unità di tempo B B d= rA + rB A rA B rB B B non colpito si perviene (in modo non banale se il calcolo viene fatto in modo rigoroso) alle espressioni dei parametri di Arrhenius Ea ed A: Ea Esoglia 1 R T 2 A N A rA rB 2 8 R T 1 1 M MB A 12 e1 2 vi si vede che 1 ► Ea Esoglia RT 1.2 kJ / mol e, quindi, 2 ► A f (T ) trascurabile Prof. Guido Gigli cin-38 il tutto è molto qualitativo ► la E soglia non è comunque prevedibile con questa ipotesi delle sfere rigide ► si deve introdurre un parametro moltiplicativo empirico per cercare di tenere conto della natura complessa delle molecole interagenti, in sostanza del fatto che non sono sferiche, che hanno una struttura interna e che è necessaria una orientazione relativa efficace nel momento dell’incontro si tratta di un cosiddetto fattore sterico, p, sempre minore dell’unità ( p = 1 – 10-6); 10-2 – 10-3 sono valori tipici rimane comunque utile l’idea generale che vi debba essere una energia minima, di soglia, delle specie interagenti (la barriera energetica da superare) affinché l’avvicinamento sia efficace e che quindi soltanto una frazione (generalmente crescente con la temperatura) delle molecole possa dar luogo ai prodotti è utile accennare qui al fatto che la grande efficacia dei catalizzatori nel regolare la velocità delle reazioni è dovuta alla loro azione nel diminuire la energia di attivazione dei processi Prof. Guido Gigli cin-39 Reazioni complesse Meccanismi di reazione Nelle reazioni elementari un processo di avvicinamento (collisione) di due molecole porta alla formazione dei prodotti 2 molecole → reazioni bimolecolari la velocità è proporzionale al semplice prodotto delle concentrazioni alcune reazioni elementari coinvolgono una unica specie chimica 1 molecola → reazioni monomolecolari per esempio: reazioni di isomerizzazione decomposizione e nelle reazioni piu’ complesse vi è una serie di reazioni Prof. Guido Gigli di cin-40 Reazioni unimolecolari (monomolecolari) che vi siano reazioni bimolecolari è intuitivo due molecole (A e B) si avvicinano, interagiscono (collidono) e, se hanno energia sufficiente, forniscono i prodotti se la reazione è elementare è anche intuitivo sia del II ordine; cioè che dipenda sia dalla concentrazione di A che da quella di B perché, invece, vi sono le reazioni monomolecolari? Perché, cioè, una molecola si dissocia od isomerizza spontaneamente ? sembra ragionevole supporre che la molecola A possa acquisire abbastanza energia per collisione con un’altra molecola A questo, tuttavia, implicherebbe una cinetica di II ordine e non di I ordine come si osserva nelle reazioni di questo tipo. notiamo anche che le costanti di velocità delle reazioni di cui stiamo parlando, essendo frequentemente in fase gassosa, dipendono dalla pressione totale Prof. Guido Gigli cin-41 Teoria di Lindemann per spiegare questo tipo di reazioni J.P. Christiansen (1921) ed F.A. Lindemann (1922) hanno proposto il meccanismo che segue k 1 A M A* M 1 A M A * M k A * B C k2 M - un' altra specie molecolare (anche un prodotto) - un' altra molecola di A scrivendo la velocità di formazione del prodotto B ed applicando l’approssimazione di stato stazionario all’intermedio A* abbiamo d B r k 2 A * dt d A * 0 k1 AM k 1 A *M k 2 A * dt A * k1 AM k 1 M k 2 donde d B k1 AM k2 k1 M A r k2 dt k1 M k2 k1 M k2 r A * - molecola di A eccitata vibrazio nalmente per collisione con M d B kcin A dt si tratta, quindi, di una legge di pseudo I ordine con costante di velocità kcin proporzionale alla pressione totale ( M ) Prof. Guido Gigli cin-42 piu’ in dettaglio osserviamo che ci sono due casi limite per alte e basse pressioni ► k 1 M >> k 2 ► k 1 M << k 2 k2 k1 A k1 r k1 AM r alte pressioni: I ordine basse pressioni: II ordine ad alte pressioni ▬ la velocità della reazione di diseccitazione è molto maggiore della velocità del secondo stadio ▬ lo stadio monomolecolare è lo stadio lento ▬ ne risulta una cinetica del I ordine a basse pressioni ▬ la reazione monomolecolare di formazione dei prodotti è piu’ veloce di quella diseccitazione ▬ lo stadio lento è la reazione di eccitazione bimolecolare ▬ ne risulta una cinetica di II ordine “apparente” (pseudo I ordine) “apparente” perché M di fatto è la concentrazione di tutte le specie presenti e ▬ se si tratta di una reazione di isomerizzazione M rimane ovviamente costante ▬ se si tratta di una reazione di decomposizione si osserva sperimentalmente che k1 M è approssimativamente costante Prof. Guido Gigli cin-43 complessivamente il meccanismo proposto spiega perché le costanti di velocità osservate abbiano un andamento variabile con la pressione (o la concentrazione) log k sper log P per quanto riguarda le reazioni complesse vediamo l’esempio della Sintesi dello HBr H 2 Br2 2 HBr per questa reazione, apparentemente semplice, si osserva invece sperimentalmente la legge cinetica c HBr k c H 2 c1Br2 2 1 k' c HBr c Br2 il meccanismo proposto è costituito da vari processi ciascuno dei quali include anche varie reazioni Prof. Guido Gigli cin-44 ► Iniziazione k Iniz Br2 2 Br dissociazione unimolecolare di Br2 che produce i radicali liberi Br ► Propagazione k Pa Br H 2 HBr H k Pb H Br2 HBr Br le reazioni di propagazione convertono gli intermedi reattivi in altro reattivo intermedio in questo caso non c’è consumo complessivo di specie radicaliche se, viceversa, si verifica un aumento delle specie radicaliche questo tipo di reazioni sono di ramificazione ( branching) ► Inibizione k inib H HBr H 2 Br H ed HBr già formati, pur producendo un radicale (Br) forniscono un reagente e non un prodotto di conseguenza si riduce la velocità di formazione dei prodotti Prof. Guido Gigli cin-45 ► Terminazione k T Br Br Br 2 Br Br M k T Br M 2 terzo corpo necessario ad assorbire la energia in eccesso in questo stadio le specie radicaliche prodotte vengono consumate la velocità di formazione di HBr si considerando tutte le reazioni pertinenti: scrive c HBr k Pa c H 2 c Br k Pb c H c Br2 k Inib c H c HBr a tutta la serie di reazioni, ammettendo la elevata reattività delle specie radicaliche, si può applicare la approssimazione dello stato stazionario e, quindi, si considerano nulle le velocità di variazione delle concentrazioni di H e Br c H 0 k Pa c H 2 c Br k Pb c Br2 c H k Inib c H c HBr 2 cBr 0 2 k Iniz cBr2 k Pa cH 2 cBr k Pb cBr2 cH k Inib cH cHBr 2 kT cBr dalla prima si vede che 0 e quindi 2 c Br 0 2 k Iniz c Br2 2 kT c Br da cui ricaviamo c Br k Iniz c Br2 kT inoltre dalla prima ricaviamo c H nella quale possiamo sostituire c Br k Pa c H 2 c Br k Pb c Br2 k Inib c HBr ottenendo Prof. Guido Gigli cin-46 k iniz c Br2 k Pa c H 2 cH kT k Pb c Br2 k Inib c HBr k Pa k Iniz kT 1 2 c H 2 c1Br2 2 k Pb c Br2 k Inib c HBr ora si possono sostituire le concentrazioni ottenute di H e Br nella equazione cinetica di formazione dello HBr, (cioè nella relazione che ci fornisce c HBr ) arrivando alla equazione cinetica semplificata con l’approssimazione di stato stazionario c HBr k Pa c H 2 k Pa c H 2 k Iniz c Br2 k Iniz c Br2 kT kT c H k Pb c Br2 k Inib c HBr k Pa k Iniz kT 1 2 c H 2 c1Br2 k Pb c Br2 k Inib c HBr 2 k Pb c Br2 k Inib c HBr k Inib c HBr k Pb c Br2 k Pa k Iniz kT 1 2 c H 2 c1Br2 1 2 k c k c Pb Br2 Inib HBr 1 2 k Pb c Br2 k Inib c HBr k Pb c Br2 k Inib c HBr 12 k Pa k Iniz kT c H 2 c Br 2 k c k c Pb Br Inib HBr 2 2 k Pb c Br2 12 12 k Pa k Iniz kT c H 2 c Br 2 k Pb c Br2 k Inib c HBr in conclusione c HBr 2 k Pa k Iniz kT 1 2 c H 2 c1Br2 2 1 k Inib k Pb c HBr c Br2 abbiamo quindi ottenuto una equazione cinetica identica a quella osservata sperimentalmente: k c H 2 c1Br2 2 c HBr 1 k' c HBr c Br2 con le costanti cinetiche sperimentali k e k’ che si rivelano una combinazione non banale di quelle relative ai vari stadi elementari. Prof. Guido Gigli cin-47 si è affermato in precedenza che la determinazione del meccanismo di una reazione chimica è un obiettivo non facile da raggiungere si è anche visto nel caso della reazione 2 NO O2 2 NO2 come due meccanismi diversi rendessero conto della medesima forma analitica dell’equazione cinetica relativa è utile ora citare un altro caso famoso che deve indurre a considerare i meccanismi delle reazioni con una prudente dose di scetticismo scientifico si tratta del caso della reazione H 2 I 2 2 HI chimicamente assai simile a quella appena trattata sin dal 1890 si è ritenuto che questa reazione di secondo ordine complessivo procedesse in un unico stadio bimolecolare intorno al 1967 questa certezza è stata messa in dubbio dall’emergere di nuove evidenze sperimentali attualmente si è suggerito che il meccanismo sia del tipo I2 2I H 2 2 I 2 HI al quale ad alte temperature si aggiungerebbe il meccanismo I2 2I H 2 I HI H I 2 H HI I Prof. Guido Gigli cin-48 Un altro esempio di applicazione del metodo dello stato stazionario è relativo alla cinetica enzimatica: Cinetica Enzimatica: Equazione di Michaelis-Menten negli organismi viventi parecchie reazioni sono catalizzate da proteine che vengono denominate enzimi il meccanismo chiave-serratura dell’azione degli enzimi suppone che nella struttura dell’enzima E vi sia un sito stereochimicamente adatto a legarsi alla sola molecola di substrato S per dare il complesso enzima-substrato ES Substrato S Prodotto P Enzima E k1 k ES k 2 1 Enzima rilasciato che ritorna disponibile il complesso enzima-substrato ES fornisce il prodotto P oppure, di nuovo, la coppia enzima substrato (entrambe reazioni unimolecolari) l’enzima, che funge unicamente da catalizzatore, ritorna disponibile per un’altra reazione di formazione del complesso ES Prof. Guido Gigli cin-49 la velocità complessiva di formazione del prodotto P, è, alla Lindemann: c k2 cES la concentrazione del complesso ES si può ricavare imponendo: 1 - l’uguaglianza delle sue velocità di formazione e decomposizione (approssimazione di stato stazionario) 2 - la conservazione della quantità complessiva di enzima k1 cE cS k 1 cES k 2 cES cES k1 cE cS k 1 k 2 cE t 0 cE0 cE cES cES k1 cE0 cES cS k1 cE0 cS k1 cS cES k 1 k 2 k 1 k 2 k 1 k 2 cES k1 cS k1 cE0 cS 1 k k k 1 k 2 1 2 cES k 1 k1 cE0 cS k 2 k1 cS la velocità di formazione del prodotto, che nella cinetica enzimatica si è soliti indicare con , risulta quindi: k2 k1 cE0 cS k2 cE0 cS cP k2 cES k1 k 2 k1 cS k1 k 2 cS k1 k 2 cE0 cS K M cS legge di Michaelis-Menten e costante di Michaelis-Menten Prof. Guido Gigli cin-50 quando la concentrazione del substrato è grande, cS >> K M la velocità di reazione diviene di ordine zero rispetto al substrato S k2 cE0 in sostanza diviene indipendente dal substrato perché, in ogni istante, tutti i siti attivi dell’enzima sono già occupati ed aumentare la quantità di substrato non può avere alcun effetto in queste condizioni lo stadio lento (Stadio determinante la cinetica) è quello in cui il complesso fornisce i prodotti infine la legge di Michaelis-Menten è anche espressa in una forma analitica diversa usando i reciproci dei termini dell’equazione vista prima KM 1 1 k2 cE0 k2 cE0 cS Meccanismi complessi un’ultima notazione sull’analisi di meccanismi complessi: sta assumendo sempre piu’ rilevanza l’integrazione numerica per la risoluzione simultanea delle molte equazioni differenziali coinvolte ed allo scopo sono disponibili specifici pacchetti software dedicati alla simulazione di cinetiche chimiche. Prof. Guido Gigli cin-51 Teoria dello Stato di Transizione (del Complesso Attivat ) Si è già visto come il singolo atto elementare di una reazione chimica possa essere descritto con uno schema del tipo: cosa sia la “coordinata di reazione” non è ben definito può essere un parametro ovvio come in una reazione di dissociazione termica di una molecola biatomica Distanza internucleare in generale è un parametro, difficile da visualizzare, a più dimensioni e che deve rappresentare le lunghezze e gli angoli di legame associati al processo chimico In effetti la reazione elementare fra due molecole dovrebbe essere trattata dinamicamente (le molecole per interagire si devono avvicinare) ammettendo valida la approssimazione di Born Oppenheimer si può trattare il problema come quello del moto dei nuclei in una Superficie di Potenziale Prof. Guido Gigli cin-52 Per reazioni che coinvolgono molecole semplici ed in fase gassosa è possibile calcolare la superficie di energia potenziale o studiarla con esperienze di fasci molecolari per esempio per la reazione H2+H=H+H2 N.B. si dovrebbe usare un diagramma a 4 dimensioni ( rab, rbc, , E ) Prof. Guido Gigli cin-53 Un punto importante da tener presente è che la reazione ha luogo soltanto se i movimenti traslativi, vibrazionali (e rotazionali) sono compatibili con il superamento dela barriera (il “valico” fra le “valli” delle molecole) In effetti per reazioni meno simmetriche di quella con H2 + H la superficie di potenziale che descrive la interazione può favorire o meno il realizzarsi in modo efficace dell’avvicinamento delle specie molecolari. Prof. Guido Gigli cin-54 Si possono avere superfici Repulsive Attrattive La via per la determinazione della costante cinetica che abbiamo assai schematicamente indicato sino a qui presenta notevoli difficoltà E’ utile disporre di un metodo che non richieda la conoscenza dettagliata del problema dinamico della collisione e che possa far uso di quanto abbiamo visto della descrizione statistica dei sistemi chimici La Teoria dello Stato di Transizione soddisfa a questa necessità, trascurando gran parte della superficie di potenziale, focalizzando l’attenzione su quelle traiettorie che conducono il sistema al PUNTO di SELLA ( VALICO ) Prof. Guido Gigli cin-55 OPPURE ad una geometria di non ritorno (ogni traiettoria che la raggiunge conduce al completamento della reazione) N.B. entrambe queste geometrie vengono identificate con il concetto di STATO di TRANSIZIONE COMPLESSO ATTIVATO La teoria procede con alcuni assunti 1. Ogni volta che i reagenti raggiungono lo stato di transizione essi forniscono i prodotti cCA c A cB ( f è la frequenza con la quale il complesso attivato “attraversa” lo stato di transizione ) cCA 2. Il rapporto viene valutato come se vi fosse c A cB CA un equilibrio A B RT 1 K c,eq K p K p p c v k cin c A c B f cCA K c,eq RT p Kp RT k cin f qCA NA p q A N A q B N A e Eo RT Prof. Guido Gigli cin-56 3) la qCA viene valutata trattandone uno dei gradi di libertà (Traslazionale o Vibrazionale) in modo assai peculiare I metodo – Traslazione trasl qCA qCA qCA relativa al solo moto traslazionale unidimensionale lungo la coordinata di reazione trasl qCA 2 mCA k T 1 2 h QUINDI k cin f CCA RT f K c,eq f K p C A CB p f RT p qCA N A q A N A q B e E0 RT NA 2 mCA k T 1 2 h f e non sono ben definite MA f può essere considerata come la velocità media di attraversamento della barriera uCA in una sola direzione (donde il fattore 1 2 ) che dalla Teoria Cinetica dei gas 12 uCA 1 2kT 2 mCA 12 kT 2 m CA Prof. Guido Gigli cin-57 COMPLESSIVAMENTE 12 k cin kT 2 m CA 2 mCA k T 1 2 h RT qCA N A p q A N A q B N B e E0 RT kT K h ■ notare che si tratta di una sorta di costante di equilibrio ma al complesso attivato manca un grado di libertà ■ notare anche che nell’espressione finale non compare e, quindi, la sua indeterminatezza non inficia il risultato ■Si può anche tener conto di un fattore di trasmissione K trasm < 1 empirico kT k cin Κ trasm K h II metodo – Vibrazione vib qCA qCA qCA qCA qCA KT h Si immagina che al complesso attivato competa una vibrazione particolare, lungo la coordinata di reazione, che per ogni oscillazione conduce ai prodotti ( molto piccola) questa frequenza è proprio quella che abbiamo chiamato f k cin qCA NA RT k T E0 f e p h q A N A q B N B kT k cin K h RT Prof. Guido Gigli cin-58 La costante di velocità k cin può quindi essere valutata con i metodi della termodinamica statistica calcolando K L’utilità della teoria dello stato di transizione, tuttavia si estende anche ai casi (la stragrande maggioranza) dove un calcolo termodinamico statistico delle funzioni di ripartizione, e quindi di K , non è accessibile si tratta di quella che viene chiamata la formulazione termodinamica della teoria del complesso attivato l’idea base è, partendo dalla relazione trovata per kT K , collegare la la costante di velocità k c i n h pseudo costante di equilibrio K con la variazione di energia libera fra reagenti e complesso attivato G p G R T ln K a RT ln K R T ln c K RT L’energia libera può poi essere separata nei contributi entalpici ed entropici G H T S Prof. Guido Gigli cin-59 Combinando le due equazioni kT k cin K R T ln c K H T S h si ottiene per la costante di velocità una relazione E a assai simile alla legge di Arrhenius k A e R T kcin k T S e h c R e H RT Questo consente di correlare la energia di attivazione di Arrhenius con la differenza di Energia interna e di entalpia fra complesso attivato e reagenti kT 2 d ln k cin 2 d 2 d ln K Ea RT RT ln K RT RT dT dT dT h ed usando una delle forme della eq. di Van’t Hoff d ln K U dT RT 2 Ea RT U che per reazioni in fase condensata essendo U H diviene Ea RT H per le reazioni fra gas ideali, essendo H U n RT , la relazione dipende dalla molecolarità e nel caso bimolecolare diviene Ea 2 RT H Prof. Guido Gigli cin-60 le ultime relazioni suggeriscono di osservare come il termine “energia di attivazione” sia talvolta usato in modo impreciso attribuendolo di volta in volta a varie e diverse grandezze l’unica definizione è quella vista della relazione di Arrhenius secondo la quale Ea è accessibile soltanto sperimentalmente dall’andamento con la temperatura della costante di velocità: Ea RT 2 d ln k d T le grandezze tremodinamiche H e U sono in generale diverse da E a anche se di poco (RT a temperatura ambiente è pari a circa 2.5 kJ/mol a fronte di valori di Ea dell’ordine di 10-100 kJ/mol) si dovrebbe anche evitare di confondere queste grandezze con: altezza della barriera → è l’altezza del picco della curva di energia potenziale lungo la coordinata di reazione energia di soglia → è la minima energia che deve essere fornita agli stati iniziali dati perché la reazione abbia luogo la Ea e le grandezze termodinamiche rappresentano, viceversa, delle medie delle energie di soglia Prof. Guido Gigli cin-61 Analogamente il fattore pre-esponenziale A della legge di Arrhenius viene messo in relazione con la entropia di attivazione e, per le reazioni in fase condensata per le quali Ea RT H , si ha: A e k T S e h c R questa formulazione termodinamica della teoria del complesso attivato non è tanto utile per la valutazione “a priori” delle costanti di velocità quanto come schema mentale per esempio per separare gli effetti di tipo entalpico ed entropico sulla barriera di reazione in questa formulazione si può vedere come la teoria incorpori informazioni sulla geometria dello stato di transizione che, nella teoria delle collisioni, venivano introdotte come ipotesi “ad hoc” con il fattore sterico in una reazione come quella di accoppiamento fra enzima e substrato, che richiede una precisa orientazione relativa, la entropia di attivazione risulta molto negativa (a causa della diminuzione di disordine dovuta alla formazione del complesso attivato) e ne consegue un valore piccolo del fattore pre-esponenziale Prof. Guido Gigli