p r ev e n z i o n e
notiziario di legatumori senese
6
n.
novembre-dicembre 2008
PREVENZIONE - Anno III n. 4 - Bimestrale - Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 673 del 22/3/1999 - Sped. in A.P. art. 2 comma 20 B - Legge 662/96 - Filiale di Siena
La campagna di Legatumori Senese “Fai un tagliando in Massetana” ha preso il via
LA PREVENZIONE FA BENE ALLA SALUTE
Il cancro colpisce una persona su tre, ma anche se oggi
ci si ammala di più, tuttavia si muore di meno, soprattutto grazie al diffondersi della prevenzione, sia come educazione sanitaria che come diagnosi precoce.
Perciò un numero crescente di persone ci chiedono,
pur non accusando sintomi preoccupanti, di fare un controllo oncologico generale, con la speranza di scoprirsi
ancora in buona salute o almeno di sorprendere la malattia al suo primo insorgere, quando è ancora curabile e
sicuramente guaribile
Come ogni tot chilometri facciamo una revisione
generale alla nostra auto (il cosiddetto tagliando) anche se
non c’è alcun guasto, così ogni tanto dobbiamo fare un
tagliando al nostro organismo anche se non
avvertiamo particolari
disturbi.
Insomma, la prevenzione aiuta i sani a star
bene. Perciò Legatumori
Senese sta lanciando una
campagna per sottoporre
annualmente a controllo
sia gli uomini che le
donne con una serie di
esami nel suo Centro di
Strada Massetana Romana, 44.
Per ambedue i sessi il
controllo comprende una
visita oncologica, le ecografie di tiroide fegato, pancreas,
reni e vescica, una visita dermatologica e la ricerca del
sangue occulto nelle feci, con
un’eventuale coloscopia per i casi
positivi. Per le donne si aggiungono
la mammografia e il Pap-test e per gli
uomini un’ecografia alla prostata.
È sufficiente presentarsi digiuni
da almeno otto ore con un campione di feci nell’apposito contenitore
ritirato in farmacia.
I referti consegnati subito verranno conservati in un’apposita
tasca della cartella personalizzata; gli altri
1
saranno spediti a domicilio per poter essere
mostrati al proprio
Medico curante insieme ad eventuali esami
eseguiti in precedenza, per un
confronto.
È prevista una modesta oblazione per il semplice rimborso spese e si prega di disdire anche
telefonicamente l’appuntamento in caso di
impedimenti, per non allungare la lista d’attesa.
Il telefono per le prenotazioni è:
0577 247 259
Vi aspettiamo a fare un tagliando in Massetana
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3
1. Ecocolordoppler
2. Mammografo
digitale
3. Endoscopia
digestiva
SEZIONE PROVINCIALE DI SIENA
p r ev e n z i o n e
notiziario di legatumori senese
Direttore responsabile
Franco Nobile
Segretaria
Daniela Pilli
Grafica ed impaginazione
Bernard & Co. - Siena
Stampa
Industria Grafica Pistolesi - Monteriggioni SI
Distribuzione gratuita
ai Soci di legatumori senese
ISCRIZIONE AL REGISTRO DEI PERIODICI
Presso il Tribunale di Siena
n. 673 del 22/3/1999
IL CONSIGLIO DI
legatumori senese
FRANCO NOBILE (presidente)
oncologo
GAIA TANCREDI (vicepresidente)
giornalista
STEFANIA DAL RIO
quadro aziendale
GIORDANA DELLEVA
ricercatrice
SUSANNA FRATIGLIONI
funzionaria comunale
NICOLA MARINI
magistrato
FLAVIO MOCENNI
gruppo MPS
GLAUCO MINERVINI
maggiore Brigata “Folgore”
GIORGIA ROMEO
naturalista
ANTONELLA ROSI
infermiera professionale
SINDACI REVISORI
PALMIERO MAI
ALESSANDRO FRUSCHELLI
legatumori senese
Via Massetana Romana 44
53100 - SIENA
Tel. 0577.285147
Fax 0577.44104
e-mail: [email protected]
www.legatumori.siena.it
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PERCHÈ PARLIAMO
DI VACCINI?
Come avevamo preannunciato nel numero scorso oggi parleremo di vaccini . Perché
una ONLUS come Legatumori senese se ne
occupa?
Perché nel corso delle nostre ricerche sui
ventilati rischi per la salute dei parà a causa
dell’Uranio Impoverito impiegato a scopi bellici, abbiamo riscontrato che un numero significativo di militari presentavano una diminuzione dei loro poteri immunitari di difesa.
Alla ricerca di una spiegazione a tale deficit, una volta scartato senza ombra di dubbi
l’Uranio Impoverito, abbiamo cominciato ad
indagare su quelle circostanze in cui viene
chiamato in causa il sistema immunitario:
prima fra tutte le vaccinazioni.
Diciamo subito che non siamo contrari ai
vaccini in quanto tali. Anzi sono la nostra speranza per la cura del cancro, come fra l’altro
testimonia la nostra azione promozionale al
vaccino anti melanoma del valente immunologo Michele Maio del nostro Policlinico.
Però vorremmo più attenzione e responsabilità nel somministrarli, specie ai militari; e
vorremmo anche un maggiore impegno nel
riconoscerne gli effetti avversi, che possono
provocare conseguenze anche gravi, dalle
malattie autoimmuni (e sono tante) fino al
cancro: la cui prevenzione è per l’appunto
l’asse portante della Lega Italiana per la lotta
contro i tumori.
Per riportare la letteratura scientifica
mondiale sui rapporti tra reazioni alle vaccinazioni e insorgenza dei tumori occorrerebbe
un Notiziario di centinaia, se non di migliaia
di pagine. Le stesse aziende produttrici
dichiarano sui foglietti illustrativi (i cosiddetti “bugiardini”) come non abbiano provveduto a testare per la cancerogenicità i
vaccini stessi, neppure
sugli animali. Non
avrebbero cioè effettuato ricerche di controllo
per sapere se i vaccini,
che fra l’altro oggi sono
sempre di più prodotti
modificati geneticamente,
possono provocare mutazioni genetiche e tumori.
Solo a titolo esemplificativo
la dicitura “Non è stato valutato per questo vaccino il
potenziale
carcinogeno,
mutageno e di danni alla ferti-
lità” si legge sulle schede di Attenuvax (morbillo – Merck), Cornovax (antiemofilo B –
Merck), M-M-R – II ( morbillo, parotite, rosolia Merck), M-M- -Vax (morbillo e parotite –
Merck) Proquad (morbillo, parotite, rosolia,
varicella, Merck), Boostrix (difterite, tetano,
pertosse – Glaxo) Engerix B (epatite B – G SK)
Fluarix (influenza – GSK)), Menactra (meningite, Aventis Pasteur) Flumis (influenza –
Medimune vaccines).
Idem per altri vaccini, con qualche variazione lessicale, ma con lo stesso significato:
“Studi a lungo termine non sono stati condotti per valutare il potenziale cancerogeno,
mutageno e di danni alla fertilità”. Come per il
Pentacel e l’Acel della Pasteur, per il Vivotif
della Berna e così via. Anche se non si può a
priori escludere ciò che non è stato neppure
indagato, tuttavia esistono studi su una diretta
correlazione tra vaccinazioni e tumori. Come
ad esempio, le ricerche dell’Università di S.
Francisco (USA) su 1595 malati di linfoma
indicanti la vaccinazione antipolio ricevuta
sotto i dieci anni come fattore di rischio cancerogeno (Journal Acquire Immune defic. Sindrome Hum Retrovirol – luglio 1997). Alle
medesime conclusioni sono giunti anche i
ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano
(European Journal of cancer prevention febb.
2000). Altra letteratura scientifica riporta casistiche tumorali rapportate alle vaccinazioni
antitubercolare, antivaiolosa e antipolio orale.
Archives of Dermatology (Vol. 98) ha pubblicato lo studio “Tumori maligni come complicanza tardiva delle vaccinazioni”. Una
ricerca finlandese (Risk indicators in childood malignancies – giugno 1975) ha attestato che il vaccino antipolio comporta un accresciuto rischio di
leucemia, e su “Acta Med. Scand”
del 1976 Vol. 199 pag. 523 si
documenta la trasformazione di
una linfadenite postvaccinale in
linfoma di HodgKin.
Ci fermiamo qui, perché
l’ulteriore documentazione è
imponente. Infatti ci sembra
sufficiente a giustificare il
nostro impegno statutario
per cercare di prevenire
l’insorgenza di tumori
come conseguenza di vaccinazioni. E non solo nei
militari.
Siena per legatumori
Anche nel nostro Paese aumentano
sempre più le persone che esprimono
dubbi e perplessità sulla pratica delle
vaccinazioni e sull’innocuità delle stesse componenti dei vaccini. Negli ultimi
anni pure in Italia sono nate diverse
associazioni (come CONDAV, PROMISELAND, COMILVA, CORVELVA,
VACCINET WORK, ecc consultabili su
Internet) accomunate dalla denuncia
degli effetti avversi causati alla nostra
salute dalle vaccinazioni e dalla necessità di abolirne l’obbligatorietà: come
anche in Italia (buoni ultimi nel
mondo) hanno cominciato a fare Bolzano, il Veneto e il Piemonte.
Fra l’altro ricordiamo che la legge n.
210 del 1992 rende obbligatoria per i
medici di base la denuncia alle ASL dei
danni da vaccini. Il loro risarcimento
da parte dello Stato è previsto dalla
legge n 229 del 2005: “indennizzi a
favore di soggetti danneggiati a causa
di vaccinazioni obbligatorie”.
È stato ormai inconfutabilmente
accertato che le vaccinazioni possono
provocare turbamenti dei nostri poteri
immunitari di difesa che, a seconda della
sensibilità individuale, possono andare
dalla loro diminuzione fino alla loro più
o meno temporanea soppressione, spalancando le porte del nostro organismo
all’attacco di diverse patologie.
Ci preme tuttavia sottolineare subito
e con forza gli innegabili ed enormi
progressi compiuti contro le malattie
infettive dopo la scoperta delle vaccinazioni, il cui fine ultimo è
l’eradicazione di malattie devastanti
legatumori per Siena
VACCINARSI: SI O NO ?
come il vaiolo e la polio, mentre quello intermedio è la loro prevenzione,
individuale e/o di intere popolazioni. E
non si può non ricordare che proprio
grazie ai vaccini dell’ultima generazione, quelli cosiddetti personalizzati si
vanno profilando successi insperati
nella terapia mirata di tumori molto
pericolosi, come il melanoma.
Però diciamo subito che, come per
qualsiasi altro farmaco, occorre distinguere tra i vaccini come tali dalle modalità con cui vengono somministrati.
Vediamo prima il vaccino come farmaco. Dall’epoca delle scoperte di Jenner e di Pasteur ad oggi il dibattito pro
e contro la profilassi vaccinale ha
assunto dimensioni oceaniche, anzi
interplanetarie e non riteniamo che in
questa sede sia il caso di addentrarvisi.
Pertanto consentiteci di dare
per scontata l’innocuità dei
vaccini, anche se, in verità,
non lo sono con assoluta certezza. Basti ricordare, per
esempio, i sospetti avanzati
ricorrentemente sui vari componenti elencati nel foglietto
di accompagnamento e che
variano secondo le aziende:
dagli antigeni vivi, attenuati o
uccisi, agli agenti coniuganti,
dai conservanti e stabilizzanti,
agli adiuvanti: per i quali per
farli “adiuvare” di più e prolungare l’effetto si ricorre a
metalli pesanti come il mercurio (solo l’Italia non l’ha ancora vietato) e l’alluminio, pericolosi perché si accumulano
in ossa, fegato, rene, sistema
nervoso e grasso, alterando il
metabolismo e gli scambi
energetici fino a provocare
malattie autoimmuni e malattie cronico-degenerative come
i tumori, l’autismo, la sclerosi multipla,
il Parkinson, l’Alzheimer.
È necessario inoltre che le prescrizioni circa le dosi di vaccino, le loro
modalità e il loro calendario di somministrazione siano osservate rigorosamente perché si raggiunga un effetto
valido. Tali prescrizioni risultano determinanti per il successo della vaccinazione o per il suo insuccesso, con relativi danni alla salute come risulta dalla
vastissima casistica mondiale in proposito. Ad esempio perché in USA le
compagnie non assicurano più i danni
da vaccini? Le aziende produttrici effettuano indagini a medio e a lungo termine per sapere se i vaccini, che oggi
sempre più spesso vengono prodotti
geneticamente modificati, possono
rappresentare una concausa per
l’insorgenza di talune patologie?
Per tutti questi ed altri motivi, ci
sembrerebbe sensato e razionale applicare anche alle vaccinazioni, il cosiddetto “principio di precauzione” come
nel caso di altri agenti a sospetto
rischio, ad esempio le onde elettromagnetiche. Invece, anche se segnalazioni del genere si susseguono da parecchi
decenni ancora non
vengono correlate
fra loro, e non solo
non vengono svolti,
ma neppure richiesti
studi più approfonditi. Anzi, a partire
dagli anni ’90 questo
genere di pubblicazioni sembrerebbe
in
diminuzione
come se nessuno
volesse assumersi la
responsabilità di
porre un così tremendo interrogativo
sulla consolidata (e
remunerativa) pratica delle vaccinazioni di massa (civili e militari) dell’ordine
di diversi miliardi di dosi. Esprimiamo
voti che anche la Regione Toscana,
sempre così sensibile alla democratica
e responsabile difesa della salute,
revochi l’obbligatorietà delle vaccinazioni, come accade in tutti i Paesi più
evoluti, USA compresi.
p rev e n z i o n e
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L’IMMUNIZZAZIONE ATTIVA CON
I VACCINI: ISTRUZIONI PER L’USO
A cura dell’Agenzia Italiana del Farmaco
I vaccini possono essere costituiti da:
• una forma viva attenuata di un virus
(per esempio il vaccino per morbillo,
parotite o rosolia) o di un batterio (per
esempio il vaccino antitbc BCG);
• una preparazione inattivata di un
virus (per esempio vaccino per l’influenza) o di un batterio;
• estratti di tossine o tossine inattivate prodotte da un microrganismo (per
esempio il vaccino per il tetano).
Questi prodotti (chiamati antigeni)
iniettati nell’organismo stimolano la produzione di anticorpi e di altri componenti
della risposta immunitaria. Nel caso dei
vaccini vivi attenuati, l’immunizzazione
viene in genere garantita dopo una somministrazione singola. L’immunità indotta dai vaccini vivi attenuati è in genere
duratura, ma non quanto quella garantita
dalla infezione naturale. Quando è necessaria la somministrazione di due vaccini
Un laboratorio
della Novartis
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vivi attenuati (se non sono disponibili in
preparazione combinata) possono essere
inoculati nello stesso momento ma in
punti diversi del corpo oppure con un
intervallo di almeno 3 settimane.
I vaccini inattivati possono richiedere
una prima serie di somministrazioni per
indurre una risposta anticorpale adeguata e in molti casi sono indispensabili dosi
di richiamo; la durata dell’immunità
varia da qualche mese a molti anni. Al
fine di aumentare la risposta anticorpale
alcuni vaccini inattivati vengono adsorbiti su un agente adiuvante (come
l’alluminio), non troppo salutare perché
è un metallo pesante potenzialmente
cancerogeno.
Molti vaccini, come quello per la
poliomielite, provocano effetti indesiderati modesti, mentre altri (per esempio
quelli per morbillo o rosolia) possono
determinare una forma sfumata della
malattia. Alcuni possono provocare
disturbi nella sede di iniezione, con febbricola e malessere. Talvolta si possono
verificare effetti indesiderati più gravi,
che devono sempre essere segnalati alle
autorità competenti. Reazioni anafilattiche, seppur rare, possono essere fatali.
Molti vaccini hanno alcune controindicazioni all’uso per cui la scheda tecnica del prodotto va sempre consultata. In
generale, una vaccinazione dovrebbe
essere posticipata in presenza di una
malattia acuta. Non vi è controindicazione nel caso invece di una malattia infettiva minore, senza febbre o sintomi sistemici. Una reazione anafilattica a una
somministrazione precedente dello stesso vaccino (o a un componente del vaccino) è una chiara controindicazione a
ulteriori somministrazioni.
I vaccini vivi non dovrebbero essere
somministrati in gravidanza perché possono danneggiare il feto, ma in caso di
rischio reale di esposizione (per esempio
a febbre gialla) la necessità di una vaccinazione supera di solito i possibili rischi
teratogeni.
I vaccini vivi non dovrebbero essere
somministrati senza il parere di uno specialista a soggetti immunodepressi, sia
per malattie concomitanti (come l’AIDS),
sia perché sottoposti a trattamento con
alte dosi di corticosteroidi o altri immunosoppressori. Per lo stesso motivo si
dovrebbe evitare la vaccinazione dei soggetti sottoposti a chemioterapia o radioterapia generalizzata. Vaccini vivi possono
essere somministrati non prima di 3 mesi
dalla sospensione di una terapia corticosteroidea o con immunosoppressori; di 6
mesi dalla sospensione di chemioterapia o
di radioterapia generalizzata e di almeno
12 mesi dopo la sospensione della terapia
immunosoppressiva in seguito a trapianto di midollo osseo.
Uno stato di immunizzazione immediata nei confronti di determinati
microrganismi può essere ottenuto con
la somministrazione di plasma di soggetti già immuni che hanno sviluppato un
adeguato livello anticorpale nei confronti dell’agente infettivo in causa. Questo
tipo di immunizzazione passiva persiste
per alcune settimane e in caso di necessità può essere ripetuta.
Gli anticorpi di origine umana vengono definiti immunoglobuline. Il termine
antisiero si applica invece per le preparazioni di origine animale. Data la comparsa frequente di malattia da siero o altre
reazioni di tipo allergico successive alla
somministrazione di antisieri da animali, questo tipo di terapia va sostituita, se
possibile, con la somministrazione di
immunoglobuline.
Va prestata molta attenzione alla conservazione di tutti i vaccini seguendo le
raccomandazioni della scheda tecnica,
altrimenti il prodotto può perdere efficacia. In genere si conservano in frigorifero; molti vaccini e le immunoglobuline
devono essere mantenuti a una temperatura compresa tra 2 e 8°C, non devono
essere congelati e devono essere protetti
dall’esposizione alla luce. I vaccini ricostituiti e la dose di vaccino non utilizzata
presente in fiale multidose devono essere utilizzati entro l’intervallo raccomandato dalla scheda tecnica. I vaccini non
impiegati devono essere distrutti per
incenerimento e registrati.
Si deve prestare particolare attenzione anche alle istruzioni sull’uso dei
diluenti. I vaccini in forma di sospensione liquida oppure quelli ricostituiti
prima dell’uso vanno agitati bene per
garantire che la soluzione da iniettare sia
uniforme.
(Ridotto da http:guidausofarmaci.it/pag1874.htm
l’Agenzia Italiana del Farmaco che si ringrazia)
Siena per legatumori
A cinque anni dal suo arrivo al policlinico senese ha creato un Centro di
riferimento capace di calamitare e
coordinare studiosi da molti Paesi
europei, nonché dagli Stati Uniti e
persino dall’Australia, ma soprattutto
ha creato nuove concrete speranze
per la cura del tumore e persino della
sua ricomparsa sotto forma di metastasi. Michele Maio, direttore dell’Unità operativa complessa di Immunoterapia Oncologica del Santa Maria
delle Scotte è in grado di fornire i
risultati dei primi importanti studi
nell’applicazione sui pazienti della
vaccinoterapia: gli esiti in alcuni casi
sono sorprendenti.
Prof. Maio, nei giorni scorsi durante
una presentazione alla Legatumori lei ha parlato di ottimi risultati
nell’applicazione del vaccino , qui
alle Scotte, nelle forme di melanoma metastatico. È vero che in
alcuni pazienti le metastasi sono
scomparse?
“Sì è vero. I riscontri sulla somministrazione di questo agente terapeutico sono davvero incoraggianti.
Noi diciamo che in questo studio,
condotto su oltre cento pazienti
affetti da melanoma e con metastasi,
la sopravvivenza a un anno è raddoppiata rispetto a tutti gli altri trattamenti. In pratica abbiamo riscontrato che in alcuni di questi pazienti
le metastasi, dopo mesi di trattamento non ci sono più. La nostra
speranza è che il riscontro a lungo
termine dia risultati altrettanto
positivi ovvero che la malattia
ricompaia il più tardi possibile o non
ricompaia affatto”.
Ci sono alcuni pazienti senesi
affetti da melanoma che stanno
beneficiando di questo trattamento?
Si ci sono e alcuni di loro hanno
avuto risultati ottimi. Sono circa
una ventina dei cento pazienti in
sperimentazione in questo studio
globale che coinvolge anche Europa
e Stati Uniti. Alcuni di loro non presentano più metastasi. La verità è
che in alcuni pazienti la malattia è
proprio scomparsa, siamo riusciti a
stimolare il sistema immunitario in
modo da aggredire il tumore e
annientarlo”.
IL VACCINO
CONTRO
IL MELANOMA
Intervista al Prof. Michele Maio
di Gaia Tancredi, Vice Presidente di Legatumori
metastasi del tumore che colpisce
altri organi?
“È proprio quello che stiamo sperimentando con altri studi globali.
Abbiamo iniziato tre mesi fa uno studio sul tumore del polmone con recidive; ha interessato ottocento pazienti, fra un anno avremo i risultati e
sapremo se funziona allo stesso
modo. Uno studio più piccolo su trenta pazienti riguarda il mesotelioma
pleurico, partirà fra dieci giorni, ci
sono già due malati senesi che si sottoporranno alla sperimentazione. Poi
partiremo con lo studio internazionale che riguarda 300 pazienti con
tumore alla prostata. Infine siamo
pronti per avviare un altro grosso studio, con 900 pazienti questa volta
mirato alla prevenzione: interessa
casi di melanoma che non presentano metastasi, vogliamo vedere se
l’agente terapeutico del vaccino possa
evitare qualsiasi recidiva”.
Lei è convinto che sia questa la strada che ci porterà ad aver ragione
del cancro nei prossimi anni?
“Ne sono certo. Chirurgia, chemioterapia e radioterapia sono metodiche valide, ma il tumore in genere
tende a ricomparire. Con l’immunoterapia invece la malattia tende a
scomparire perché si insegna al sistema immunitario a reagire contro le
cellule cancerogene: la malattia spesso viene vinta. O comunque siamo in
grado di garantire una più ampia
aspettativa di vita”.
Gaia Tancredi
e Michele Maio
Lo stesso agente terapeutico che voi
state sperimentando può essere
utile per combattere il cancro su
p rev e n z i o n e
legatumori per Siena
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COME PREVENIRE
GLI EVENTUALI DANNI DA VACCINI
Quando i genitori chiedono quali
effetti collaterali un certo vaccino
potrebbe provocare sul proprio
figlio, solitamente i medici che eseguono le vaccinazioni rispondono
che, in generale, quel vaccino è ben
tollerato e che i rischi della vaccinazione sono inferiori ai rischi della
malattia per cui si vaccina.
Ma questa non è la risposta a
quanto chiedono i genitori: i genitori non chiedono quali sono i rischi
ed i benefici delle vaccinazioni in
generale, bensì chiedono qual è il
rischio di quella vaccinazione per il
LORO FIGLIO.
Per le vaccinazioni succede sempre questo: i medici non rispondono
alle domande dei genitori per quanto riguarda il rischio dei vaccini nel
caso specifico del loro figlio. Invece
i medici avrebbero il dovere di
conoscere le prevedibili reazioni dei
vaccini (come di ogni farmaco) in
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singolo caso. Ha scritto Aldo Pagni,
presidente degli Ordini dei Medici
“il medico è tenuto ad una adeguata
conoscenza della natura e degli
effetti dei farmaci, delle loro indicazioni, controindicazioni e prevedibili reazioni individuali“.
Come è possibile valutare le prevedibili reazioni di un individuo ad
un farmaco ?
Anche se è vero che ogni individuo è un caso a sè, e che vi sono
sempre reazioni non prevedibili, il
numero e la gravità degli effetti collaterali da farmaci può essere enormemente ridotto se si applicano le
regole della buona pratica clinica, e
cioè se:
1. il medico ha una conoscenza
approfondita dell’individuo a cui
prescrive un farmaco;
2. il medico ha una conoscenza
approfondita dei farmaci che prescrive;
3. il medico effettua un monitoraggio attento e scrupoloso dell’azione del farmaco dopo la sua
somministrazione (farmacovigilanza attiva) anche a medio e a
lungo termine;
4. se il medico segnala i presunti
effetti collaterali da vaccinazioni
(farmacovigilanza passiva): in tal
modo, gli altri medici possono
essere allertati ed evitare le vaccinazioni in situazioni analoghe.
Inoltre occorre che il medico interroghi accuratamente i genitori per
sapere se nella famiglia del bambino
ricorrono delle patologie particolari.
Il medico deve poi annotare questi
dati (denominati anamnesi familiare)
sulla scheda clinica del bambino.
Il medico, prima di OGNI vaccinazione, deve visitare accuratamente il bambino e scrivere i risultati della visita.
Per quanto riguarda poi la conoscenza approfondita dei farmaci che
prescrive, il medico deve conoscere
non solo quanto è scritto sul foglietto illustrativo dei vaccini, ma deve
anche conoscere le schede tecniche
approvate dal ministero della sanità
italiano, che si trovano in una pubblicazione denominata REFI (Repertorio Farmaceutico Italiano)
Se gli uffici vaccinazioni non
hanno questa pubblicazione, è piuttosto grave, in quanto significa che
gli operatori sanitari che vi lavorano
non consultano i dati ufficiali del
Ministero della Salute. Spesso gli
operatori sanitari non informano i
genitori neppure degli effetti collaterali elencati nel REFI.
Sarebbe opportuno che il medico
consultasse su internet la letteratura
scientifica internazionale sugli effetti collaterali dei vaccini.
Tuttavia questa letteratura è
enorme ed è impossibile per un singolo medico conoscerla tutta. La
conoscenza della letteratura scientifica più aggiornata è però indispensabile quando vi siano problematiche particolari.
Siena per legatumori
Come effettuare il monitoraggio
degli effetti dei vaccini somministrati?
Il sistema migliore per conoscere
quali sono stati gli effetti di un farmaco su quell’individuo (quindi per
sapere quali sono stati gli effetti
delle vaccinazioni su VOSTRO
FIGLIO) è quello di richiamare il
paziente e controllare il suo stato di
salute, dopo la somministrazione
del farmaco.
Normalmente i medici, dopo
aver prescritto un farmaco, si mettono d’accordo col paziente per
avere delle informazioni su quali
sono stati gli effetti del farmaco ( o
risentendolo per telefono, o visitandolo ecc.).
I medici che eseguono le vaccinazioni, invece, non adottano questa prassi razionale : non richiamano i genitori per avere informazioni,
e non visitano i bambini, dopo aver
somministrato i vaccini, ma si limitano semplicemente a rivisitare il
bambino appena prima della suc-
p rev e n z i o n e
legatumori per Siena
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cessiva vaccinazione. In questo
modo, i medici vaccinatori non possono tecnicamente conoscere quali
sono gli effetti dei vaccini sui bambini da loro vaccinati. In buona
sostanza conoscono gli effetti in
generale, ma non conoscono gli
effetti di quel vaccino su vostro
figlio. Questa procedura, non corretta NON viene applicata in nessun
altro campo della medicina (sarebbe
come se in ospedale il medico vi
prescrivesse delle cure e poi nessuno controllasse come state!!) .
È stato dimostrato che una corretta metodologia evidenzia un numero di effetti collaterali da 5 a 10 volte
superiore a quanto comunemente
noto con la semplice segnalazione
spontanea.
La segnalazione degli effetti collaterali delle vaccinazioni viene
definita come una farmacovigilanza
passiva.
Se i genitori notano effetti collaterali negativi potenzialmente attribuibili al vaccino, devono avvertire il
medico che ha compiuto la vaccinazione: la segnalazione dei possibili
effetti collaterali alla ASL è un dovere, per legge, da parte del medico!
Se poi, come può succedere, il
medico si rifiuta di effettuare la
segnalazione, si può segnalare
l’effetto collaterale autonomamente. Il modulo si trova sul sito Web di
Vaccinetwork, alla sezione Farmacovigilanza.
La non segnalazione da parte del
medico è un reato, punibile con una
pena pecuniaria e nei casi gravi con
l’arresto.
Conclusioni
Tutta la pratica vaccinale è nata
dall’esigenza di combattere epidemie di malattie potenzialmente mortali (per es. il vaiolo). Con questa
impostazione, l’attenzione riservata
agli effetti collaterali sul singolo
bambino, è quasi nulla.
Ma esiste oggi in occidente, il
rischio di epidemie potenzialmente
mortali prevenibili con le vaccinazioni?
Tutti i dati a disposizione concordano su un punto: questo rischio
non c’è, oppure vi è un rischio
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remoto, non di epidemia, ma di piccoli focolai di malattie infettive, prevenibili con i vaccini (per es. la difterite). Rimane il fatto che, con le
normali condizioni igieniche, sono
almeno 20 anni che , in occidente,
anche questi piccoli focolai NON si
verificano.
Con le odierne condizioni igieniche e di nutrizione, il rischio maggiore è piuttosto rappresentato dagli
effetti collaterali delle vaccinazioni.
La pratica vaccinale corrente non è
attrezzata per valutare gli effetti collaterali sui singoli individui e soprattutto a medio e a lungo termine.
Da un punto di vista medico,
etico e legale, i genitori hanno il
diritto di sapere quali sono i possibili rischi a cui può andare incontro il
loro figlio in seguito alle vaccinazioni. La valutazione di questo rischio
richiede però un cambiamento radicale nella cultura e nella pratica vaccinale corrente.
I genitori e le associazioni di
utenti invocano questo cambiamento: quanto prima sarà raggiunto,
tanto più i nostri bambini saranno
tutelati ed ogni genitore potrà effettuare finalmente una libera scelta
realmente consapevole. Inoltre, in
questo modo anche la conoscenza
degli effetti collaterali da vaccini
diventerà molto più precisa, ed
anche i medici potranno svolgere
meglio il loro lavoro. La situazione
attuale, in cui vi è una quasi totale
sottovalutazione dei danni da vaccino, porta ad una iper-prescrizione e
iper-somministrazione di vaccini,
anche in situazioni in cui sono formalmente contro-indicati: questo
modo generalizzato di procedere, fa
gli interessi delle ditte che producono i vaccini, e non dei pazienti o dei
bambini.
Estratto da
http://www.ilgiardinodeilibri.it/speciali/danni_da_vaccino.php
Siena per legatumori
PER CHI SUONA
UN’ALTRA CAMPANA?
Il Servizio delle Pubbliche Relazioni di una nota industria produttrice di vaccini ci ha cortesemente
inviato le pubblicazioni effettuate
ai primi del duemila, dagli americani A. Offit, J. Hackett e collaboratori che passano in rassegna i
dubbi avanzati dai genitori preoccupati per il possibile ruolo giocato dai vaccini nel distruggere o
indebolire il sistema immunitario
dei bambini, nel provocare malattie allergiche e autoimmuni nonché la sclerosi multipla e il diabete
di tipo 1. Infine i citati ricercatori
analizzano le preoccupazioni per i
rischi connessi all’impiego di additivi, conservanti e adiuvanti nella
preparazione dei vaccini stessi:
dalle proteine dell’uovo, allergizzanti al pari della gelatina, alla formaldeide, cancerogena al pari dei
metalli pesanti.
Ma le conclusioni dei pediatri
americani, forse orientate più a
tranquillizzare i genitori che a
interpretare una sempre più diffusa
e comprovata evidenza scientifica,
ci lasciano francamente perplessi.
Infatti, secondo i dati epidemiologici in loro possesso le reazioni
avverse dei vaccini non provocano
malattie croniche, come la sclerosi
e il diabete ma addirittura aiuterebbero a prevenire le malattie autoimmuni (sic!) e la depressione del
robusto sistema immunitario dei
bambini (ri-sic!) e che le modeste
dosi di mercurio, alluminio e formaldeide contenute nei vaccini
sono innocue (stra-sic).
(Un premio Nobel affermava
che una dose anche minima di
sostanze cancerogene per il nostro
organismo è sempre un’over-dose.)
Infine anche le gravi reazioni
anafilattiche sarebbero rare e poi il
bambino si può sempre desensibilizzare ai componenti del vaccino.
Quanto all’ipersensibilità agli antibiotici e alle proteine aggiunti ai
vaccini si tratterebbe solo di ipotesi
teoriche.
Fin qui le conclusioni dei citati
pediatri americani. E le nostre? Chissà per chi suona la loro campana…
Bibliografia consultata
1) Paul A. Offit MD, Jessica Quarles, Michael
A. Gerber,MD§, Charles J. Hackett, PhD;
Edgar K. Marcuse, MD ; Tobias R. Kollman, MD; Bruce G. Gellin, MD, and
Sarah Landry. Addressing Parents’ Concerns: Do Multiple Vaccines Overwhelm
or Weaken the Infant’s Immune System?
PEDIATRICS Vol.109 N.1 Jannary 2002
pag.124-129
2) Paul a. Offit, MD, and Charles J. Hackett,
PhD. Addressing Parents’ Concerns: Do
Vaccines Cause Allergic or Autoimmune
Diseases? PEDIATRICS Vol.111 N.3
March 2003 pag. 653-659
3) Paul A. Offit, MD, and Rita K. Jew,
PharmD. Addressing Parents’ Concerns:
Do Vaccines Contain Harmful Preservatives, Adjuvants, Additives, or Residuale?
PEDIATRICS Vol.112 N.6 December
2003
p rev e n z i o n e
legatumori per Siena
9
Da tempo Legatumori Senese e Novartis collaborano per la prevenzione oncologica alle maestranze dell’azienda multinazionale. Ad esempio il nostro Servizio di Psiconcologia sta organizzando i corsi per smettere di fumare per i loro dipendenti. Inoltre in un recente incontro fra la dr.ssa
Anna Prugnola, responsabile delle pubbliche relazioni accompagnata dalla responsabile della
comunicazione dr.ssa Eleonora Vannuccini con la presidenza di Legatumori Senese è stata programmata, per l’inizio della prossima primavera, una campagna per la prevenzione dei tumori del
seno nelle dipendenti della Novartis. L’odierno contributo cortesemente inviatoci dal dr. Rino Rappuoli, responsabile della ricerca scientifica nonché medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica
(Quirinale 29-03-04) è l’ultima testimonianza di un’etica sociale nella conduzione aziendale che
rappresenta un illuminato esempio per tutti (F. N.)
DICHIARAZIONE
DEL RESPONSABILE RICERCA
SUI VACCINI DELLA NOVARTIS
Rino Rappuoli
Responsabile
Globale della
Ricerca Vaccini
di Novartis
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1. Molte malattie infettive stavano
già scomparendo prima dell’introduzione dei vaccini. Perché
quindi è importante vaccinarsi?
Il miglioramento delle generali
condizioni sociosanitarie (nutrizione, igiene, cure mediche, diminuzione delle nascite) hanno indirettamente avuto un impatto positivo
sull’incidenza della malattie infettive
e sulla loro trasmissione. Tuttavia,
analizzando la situazione attuale,
non vi sono dubbi sul diretto beneficio apportato dai vaccini, soprattutto
negli ultimi decenni. La poliomielite,
ad esempio, fino a vent’anni fa era
una delle malattie infettive più temute a livello mondiale, presente in 125
Paesi con oltre 1.000 bambini paralizzati ogni giorno. Questo scenario
ha cominciato modificarsi da quando
l’Organizzazione Mondiale della
Sanità ha lanciato un programma di
vaccinazione globale. Dopo un estensivo programma di vaccinazione su
scala mondiale si è osservata una drastica riduzione del numero di casi:
nel 2006 si sono registrati meno di
2.000 casi nel mondo e oggi il 98%
dei casi avvengono in aree (India,
Nigeria e Pachistan) dove le barriere
culturali e logistiche hanno reso difficile la vaccinazione.
Tutto questo non sarebbe avvenuto senza l’uso del vaccino.
Le malattie infettive possono riemergere se si interrompono le campagne vaccinali: un esempio di questo è dato dall’esperienza della Gran
Bretagna che nel 1974 decise di
sospendere la vaccinazione contro la
pertosse per paura degli effetti collaterali del vaccino: nel 1978 si trovò ad
affrontare una epidemia con oltre
100.000 casi di pertosse di cui 36
mortali. Esperienza analoga è capitata al Giappone e alla Svezia negli
stessi anni.
http://www.us.elsevierhealth.com/product.jsp?isbn=0
721696880
Anche per la difterite è accaduta
una cosa analoga: a metà degli anni
settanta in Russia si notificavano
meno di 200 casi l’anno di difterite,
mentre era in corso un programma
di vaccinazione statale. Nel 1993 si
osservò una seria epidemia di difterite con oltre 8.000 casi e centinaia di
decessi, causata dalla mancata vaccinazione a seguito delle profonde
modifiche del sistema sanitario dopo
il crollo dell’Unione Sovietica.
http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?sec=heal
th&res=9F0CE5DB173EF931A1575BC0A965958260
Un esempio recente è la scomparsa di meningite da meningococco C
nel Regno Unito. Fino al 2000 ogni
anno si registravano più di 1.500 casi
all’anno con oltre 150 decessi e circa
500 casi di danni permanenti. Quando, nel 2000, è stata introdotta la vaccinazione meningococcica, i casi
Siena per legatumori
sono scomparsi completamente nel
giro di un anno e oggi quella malattia
in Inghilterra non esiste più.
2. Somministrare più vaccinazioni
contro malattie diverse nella stessa seduta può aumentare il
rischio di eventi avversi e sovraccaricare il sistema immunitario
del bambino?
Il sistema immunitario dei bambini è esposto ogni giorno a diversi
tipi di antigeni: sia nel cibo che ingeriscono che nelle mucose nasali e
della bocca sono presenti batteri che
quotidianamente attaccano il loro
organismo. Una infezione batterica
da sola espone l’organismo a circa
2500 diversi antigeni. Uno studio
condotto in America dall’Accademia
Americana dei Pediatri (AAP) afferma
che è improbabile che gli antigeni
contenuti nei diversi vaccini somministrati in un’unica soluzione possano rappresentare un carico aggiuntivo sul sistema immunitario del
bambino e dimostra invece che una
vaccinazione simultanea contro
diverse infezioni, oltre a non incrementare il numero e la pericolosità
degli effetti avversi, ha la stessa efficacia delle vaccinazioni somministrate separatamente.
I vantaggi della somministrazione
contemporanea sono di due tipi:
prima di tutto quella legata all’importanza di immunizzare prima possibile i bambini contro le principali
malattie infettive che potrebbero colpirli nei primi mesi di vita. Inoltre,
un’unica seduta vaccinale ha il vantaggio di risparmiare al bambino il
trauma di un’altra puntura.
http://www.cdc.gov/vaccines/pubs/default.htm
3. I vaccini fanno male perché presentano effetti collaterali. È vero?
Il concetto che i vaccini fanno male
appartiene al secolo scorso, quando i
vaccini erano realizzati con tecnologie
ancora primitive e spesso associati a
rari eventi dannosi. Un esempio è il
vaccino contro la poliomielite di Sabin
che, pur essendo uno dei vaccini più
efficaci mai sviluppati, in un caso su
circa tre milioni poteva causare la
malattia stessa. Oggi, con le tecnologie
del ventunesimo secolo, non vengono
più utilizzati i vaccini che possono far
male. Infatti anche il vaccino di Sabin
legatumori per Siena
è stato “mandato in pensione” e sostituito con un vaccino a virus ucciso a
cui non sono associati eventi avversi. I
vaccini di oggi possono provocare lievi
reazioni di tipo locale: indolenzimento, rossore o gonfiore nel punto dell’iniezione. Più raramente, a seconda
anche del tipo di vaccino, si presentano effetti collaterali cosiddetti sistemici, come febbre, sonnolenza o irritabilità. In genere tutti questi effetti
scompaiono da soli senza bisogno di
alcun trattamento. Questi inconvenienti possono seguire il vaccino di
poche ore o di qualche giorno.
4. Alcune vaccinazioni sono obbligatorie, altre solo raccomandate.
Che differenza c’è?
In passato sono state fatte delle
leggi per obbligare i genitori a vaccinare i propri figli, pena la perdita del
diritto alla frequenza scolastica e
temporaneamente della patria potestà. Questo era il modo migliore per
far capire alla popolazione italiana,
allora in gran parte analfabeta, che la
vaccinazione era importante. Oggi la
popolazione italiana è ben educata e
in teoria non dovrebbe aver bisogno
dei carabinieri per capire che la vaccinazione è importante. Pertanto oggi
la coercizione non è più praticata
nonostante le leggi sull’obbligo vac-
cinale siano ancora vigenti nella
maggioranza delle regioni italiane. Di
fatto perciò non c’è più una netta
distinzione tra vaccini obbligatori e
raccomandati. Chi vaccina i propri
figli li protegge e compie un gesto di
solidarietà contribuendo alla creazione di una barriera alle malattie infettive, tanto più forte quanto più è elevata l’immunità della popolazione.
5. Non tutti i bambini hanno diritto
alle stesse vaccinazioni in Italia.
Perché?
Purtroppo non tutti si rendono
conto della importanza delle vaccinazioni e può capitare che alcune
vaccinazioni, come quella contro il
meningococco C, che rende immuni
da una gravissima forma di meningite, o quella contro lo pneumococco,
che previene le polmoniti, siano
offerte gratuitamente in alcune
regioni e non in altre. Questo accade
perché ogni regione può decidere in
autonomia quali sono i vaccini da
includere nel calendario dell’infanzia. La Regione Toscana offre a tutti i
nuovi nati, oltre alle vaccinazioni
raccomandate a livello nazionale,
anche la vaccinazione per il meningococco C, per lo pneumococco e per
il papillomavirus.
p rev e n z i o n e
11
REGISTRO TUMORI:
LE DOMANDE DEI CITTADINI
Nel numero precedente del Notiziario siamo tornati a chiedere, con motivata insistenza, che anche la provincia
di Siena istituisca finalmente un Registro Tumori di Popolazione. Torniamo
ancora sull’argomento con una serie di
domande rivolteci dai cittadini.
Cosa si intende per registrazione dei
tumori?
Quando viene diagnosticato un
tumore, il medico curante o il personale dell’ospedale registra i dettagli più
importanti della malattia. Ciò viene
fatto per i pazienti di tutte le età, com-
12
presi i bambini. Tracce di queste informazioni si trovano nelle cartelle cliniche dei pazienti, nelle schede che vengono compilate al momento delle
dimissioni dall’ospedale , negli archivi
delle anatomie patologiche (dove vengono fatti gli esami per capire di che
tumore si tratta) e nelle schede di
morte. I medici curanti e gli ospedali
sono autorizzati dai servizi sanitari
regionali a passare queste informazioni
ai registri tumori locali.
Una volta raccolti i dati, il Registro
tumori ricostruisce la storia dei singoli
casi e la tiene aggiornata (per esempio
segue i pazienti anche se passano da un
ospedale all’altro, se hanno più di un
tumore, e anche se guariscono).
Perché è necessaria la registrazione?
La registrazione è l’unico modo per
sapere quante persone residenti in un
determinato territorio sono malate di
cancro e che tipo di tumore hanno.
Molti paesi nel mondo hanno una
rete di registri tumori.
Le informazioni registrate sono vitali per la ricerca sul cancro. Permettono
di studiare le cause di alcuni tumori, di
Siena per legatumori
valutare l’eventuale impatto di fattori
sociali o ambientali e di valutare
l’efficacia dei programmi di prevenzione e di screening.
Rilevando l’andamento delle malattie neoplastiche in Italia, i Registri forniscono uno strumento utile per il Servizio Sanitario Nazionale al fine di
migliorarne i servizi.
Che informazioni state raccogliendo su di me?
I registri tumori hanno bisogno di
conoscere alcuni dettagli sulle persone
registrate (il nome, l’indirizzo, l’età, il
sesso). Questi dettagli servono per una
maggior precisazione nelle registrazione dei dati clinici e soprattutto per attribuire con la massima precisione le
informazioni provenienti da fonti diverse alla stessa persona (senza gli estremi
anagrafici sarebbe impossibile riunire
tutti i dati del singolo paziente, si
rischierebbe quindi di duplicare i casi e
di contare molti più tumori di quanti ne
esistano in realtà). A ciò si aggiunge la
necessità di conoscere il tipo di tumore
e la condizione clinica in cui si trova il
paziente, i trattamenti che ha ricevuto
o sta ricevendo. Queste informazioni
servono per identificare le possibili
cause del tumore e per comprendere
quale possa essere la terapia migliore.
Chi custodisce queste informazioni?
I registri tumori trattano le informazioni con estrema riservatezza e seguono delle regole molto rigide sull’acquisizione dei dati e sulle persone che ne
faranno uso.
Tutto è mantenuto in modo strettamente confidenziale e l’accesso è permesso solo allo staff del Registro. I rapporti che vengono regolarmente
pubblicati dai Registri tumori non permettono di risalire al nome di una particolare persona.
Nessuno del registro tumori è autorizzato a contattare direttamente i
pazienti. A volte vengono rilasciate
informazioni a ricercatori che hanno
ottenuto dai Comitati etici o dei Servizi
sanitari regionali permessi speciali con
condizioni d’uso ben delimitate. Il
ricercatore autorizzato contatterà il
paziente solo con l’approvazione del
medico curante e/o, in alcuni casi, del
Comitato etico locale.
I registri forniscono dati nominativi?
I registri generalmente non forniscono dati nominativi. I registri forniscono,
su richiesta motivata di specifiche istituzioni o per pubblicazioni nazionali e
internazionali, dati aggregati e non
nominativi. Previa valutazione del
responsabile del Registro Tumori e
legatumori per Siena
approvazione del comitato etico competente, i registri possono fornire dati
identificativi del paziente a determinati
ricercatori per studi ad hoc, descritti dettagliatamente in un progetto che individui gli obiettivi specifici della ricerca.
Per quali scopi vengono usate le
informazioni raccolte dai Registri?
Le funzioni principali dei Registri
sono:
• monitorare i tassi di incidenza, prevalenza e sopravvivenza dei tumori
nel corso del tempo, nelle differenti
aree geografiche e tra le diverse classi sociali;
• valutare la qualità ed i risultati della
diagnosi e cura dei tumori fornendo
dati comparativi sui trattamenti e sui
risultati ottenuti;
• valutare l’impatto dei fattori ambientali e sociali sul rischio di tumore. Per
esempio, i dati sono usati per studiare i possibili rischi associati al fumo,
a una alimentazione errata, all’inquinamento ambientale (per esempio
alle linee elettriche, alle discariche,
ai telefoni cellulari eccetera);
• sostenere indagini sulle cause dei
tumori.
Ecco alcuni esempi delle informazioni derivanti dal lavoro dei Registri:
• l’incidenza dei tumori in Italia è in
crescita;
• la sopravvivenza è migliorata ma
esistono differenze Nord-Sud;
• a sopravvivenza nei bambini è fortemente migliorata negli ultimi anni;
• si osserva un miglioramento del trattamento dei tumori nelle aree
coperte da screening (per esempio
minor numero di interventi invasivi
nelle donne che si sono sottoposte a
screening);
• i tassi del melanoma della pelle
aumentano di anno in anno;
• il mesotelioma è causato dall’esposizione all’amianto;
Alcuni esempi delle informazioni
che non sarebbero più disponibili
senza il lavoro dei Registri:
• numero dei tumori incidenti per
anno e quali sono i più frequenti;
• andamento dei tassi di incidenza e
di sopravvivenza;
• confronto dei tassi di incidenza e di
sopravvivenza con quelli di altri
Paesi.
(a cura dell’AIRTUM) Associazione Italiana Registri Tumori.
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Fax e disfax Fax e disfax Fax e disfax
NASTRO ROSA
F. Schittulli
e P. Cappelli,
Direttore
Generale del
Monte dei
Passchi di Siena
nel 2002
CAMPAGNA PER
LA “PREVENZIONE”
DEL TUMORE DEL SENO
Il tumore della mammella è ancora oggi il
più comune tumore del sesso femminile.
Nonostante però l’aumento annuale di nuovi
casi, osserviamo una sia
pur lenta ma continua
diminuzione della mortalità. E questo grazie a una
corretta informazione e
una maggiore sensibilizzazione verso la diagnosi
precoce, che si è rivelata
strategicamente importante e determinante per il
successo di guaribilità. La
costante conoscenza della
problematica - che deve
coinvolgere medici di famiglia, ricercatori,
medici specialisti e le stesse donne – ha reso
questa malattia sempre più curabile e, quindi, guaribile. A fronte di 39.735 nuovi casi di
cancro della mammella, la disponibilità di
raffinate tecniche di diagnostica strumentale
e di terapie innovative, ha permesso di registrare, per la prima volta, un abbattimento
della mortalità al di sotto dei 10mila casi
l’anno (9.045), con un contestuale progressivo miglioramento della qualità di vita.
La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori testimonia il proprio impegno perché crede
nel ruolo della donna, forza insostituibile per
la crescita vitale della società civile.
Prof. Francesco Schittulli
Presidente Nazionale LILT
ETICA&SVILUPPO CON LEGATUMORI
L’Associazione Etica&sviluppo, presieduta da Alfredo Monaci, in visita al centro prevenzione della Legatumori in Massetana Romana. Una buona occasione per ribadire il sostegno della onlus di Monaci all’attività diagnostica portata avanti
con sempre maggiore efficacia dalla Legatumori.
Un sostegno tradotto anche nei fatti con la consegna di un primo contributo, frutto di una raccolta di fondi avvenuta in un recente conviviale. A
questo, come promesso dalla onlus, ne seguiranno
altri, con il preciso intento di contribuire alla crescita dell’offerta preventiva nel settore oncologico.
La Legatumori di Siena ha consegnato il diploma di
socio benemerito a Etica&sviluppo.
Nella foto il presidente di Legatumori Franco
Nobile con il presidente di Etica&sviluppo Alfredo
Monaci e altri componenti dell’associazione:
Roberto Dragoni, Vittorio Innocenti e Alfonso Innocenti.
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Siena per legatumori
Fax e disfax Fax e disfax Fax e disfax
L’AUTO ESAME DEL SENO
A SIENA
UN CONVEGNO SULLA
IMMUNO-BIOTERAPIA
DEI TUMORI
Dal 16 al 18 ottobre scorsi nella Sala
Bracci della Certosa di Pontignano si è
tenuto il VI° Meeting del Network Italiano per la Bioterapia deo Tumori. (NIBIT).
Nel pomeriggio del 17 ottobre si è
tenuta un’interessante tavola rotonda sul
tema: “Bioimmunoterapia del cancro:
un obiettivo strategico condiviso per la
competitività internazionale dell’Italia”
cui, tra gli altri hanno partecipato:
legatumori per Siena
C. Cursi, presidente commissione Industria e Commercio del Senato, G. Pizza,
Sottosegretario all’Istruzione, C. Cavezza, Vice-presidente Farmaindustria.
Prima della tavola rotonda, il prof.
Michele Maio, direttore della Terapia
Immunologia del nostro Policlinico
aveva parlato della missione strategica
del NIBIT.
VACCINO CONTRO
LA LEUCEMIA
L’U.D.C. di Ematologia e Trapianti,
diretta dal prof. Francesco Lauria orga-
nizza, insieme all’associazione senese
per la lotta alle leucemie e alla Novartis un incontro aperto alle istituzioni e
alla cittadinanza il prossimo 15 novembre presso l’auditorium del Policlinico.
Nell’ultimo decennio l’Unità di
Ematologia del S. Maria alle Scotte si è
dedicata alla diagnosi e cura delle
malattie ematologiche, con un particolare impegno nella ricerca e nello sviluppo di nuove terapie contro i tumori
del sangue, oggi curabili in un numero
crescente di casi. L’impegno è particolare nella sperimentazione clinica di un
vaccino nei pazienti affetti da leucemia
mieloide cronica.
DUBBI
Come
si possono
prevenire
i tumori
usando un
mammografo
immobile
ed un ecografo
mobile?
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Siena per legatumori