N. 78 13 marzo 2000 FINASTERIDE: UNA SPERANZA PER I CALVI? I capelli, come i peli, non svolgono funzioni vitali né hanno alcuna relazione con la salute. Da tempo immemorabile, però, l’uomo attribuisce alla capigliatura un grande valore sociale e psicologico. Pur avendo solo conseguenze estetiche, la perdita dei capelli viene talora vissuta come una vera e propria malattia con rilevanti ripercussioni psicologiche. L’alopecia androgenica, la comune calvizie, affligge una elevata percentuale di uomini, anche in giovane età (30% sino ai 30 anni). La commercializzazione della finasteride (Propecia 1mg cpr) destinata al trattamento dell’alopecia androgenica ha destato molte aspettative, amplificate dalla notevole campagna promozionale che l’ha preceduta e accompagnata. Quanto sono fondate le speranze che molti uomini destinati alla calvizie ripongono in questo farmaco? La finasteride è un inibitore specifico della 5α-reduttasi (l’enzima che catalizza la conversione del testosterone in diidrotestosterone), da tempo disponibile in compresse da 5 mg per il trattamento dell’ipertrofia prostatica. La scoperta della potenziale utilità nel trattamento della calvizie è stata casuale, in base all’osservazione di un aumento dei capelli nei pazienti che assumevano il farmaco per problemi di prostata. L’alopecia androgenica sarebbe indotta da una eccessiva attività dei recettori intrafollicolari per gli androgeni, dovuta o a fattori locali (es. un aumento dei recettori o della produzione locale di testosterone) o a fattori sistemici (es. un incremento degli androgeni circolanti). Le aree più colpite dalla caduta dei capelli sono quelle associate ad una maggiore densità di recettori per gli androgeni, in particolare per il diidrotestosterone che per questi recettori ha un’affinità 5 volte superiore al testosterone. Bloccando la produzione di diidrotestosterone, la finasteride non solo arresta la caduta dei capelli, ma ne stimola anche la ricrescita (ovviamente a condizione che il bulbo pilifero sia ancora vitale). Negli studi condotti, quasi la metà degli uomini trattati ha considerato soddisfacente la propria capigliatura dopo un anno di trattamento. La prosecuzione del trattamento per un secondo anno ha mantenuto stabile il numero dei capelli, mentre l’assunzione di placebo ha corrisposto ad una ripresa della caduta dei capelli, a dimostrazione del fatto che il farmaco deve essere assunto indefinitamente. L’efficacia, complessivamente modesta, talora visibile non prima di 4 mesi, è stata dimostrata solo nell’alopecia lievemoderata e in soggetti giovani (18-41 anni) che hanno ottenuto un leggero aumento del numero dei capelli al vertice. Il dosaggio utilizzato negli studi è stato di 1 mg al giorno per via orale e non vi sono prove che un aumento del dosaggio aumenti l’efficacia del farmaco. La finasteride non è risultata attiva dopo applicazione topica, per cui è del tutto improbabile che possa essere commercializzata una formulazione in lozione (come riportato da qualche giornale). L’incidenza degli effetti indesiderati è risultata simile al placebo tranne che per gli effetti sulla sfera sessuale; diminuzione della libido, difficoltà nell’erezione, diminuzione del volume dell’eiaculato sono stati infatti più frequenti nei soggetti trattati con finasteride rispetto al placebo. Gli effetti sono scomparsi alla sospensione del farmaco. Non si conoscono al momento gli effetti a lungo termine. La finasteride è teratogena negli animali (anomalie genitourinarie nella progenie maschile). E’ pertanto controindicata nelle donne, e le donne gravide o in età fertile non dovrebbero neppure maneggiare compresse rotte o sminuzzate. Per chi non si rassegna all’incipiente calvizie e non vuole ricorrere al trapianto o alla parrucca, la finasteride può rappresentare un’alternativa al minoxidil topico. L’assunzione orale rende il trattamento più comodo rispetto al minoxidil che deve essere applicato topicamente. Sulla base delle percentuali di risposta relativa (circa 48% contro 15%), pur in mancanza di confronti diretti, si può ritenere che la finasteride sia più efficace del minoxidil. Nell’uno e nell’altro caso, si deve essere ben consapevoli che i risultati sono modesti e permangono solo a patto di assumere il farmaco per tutta la vita, con costi non indifferenti (oltre 100.000 lire al mese per la finasteride e 30-60.000 lire per il minoxidil). Nel caso della finasteride va inoltre messa in conto la possibile comparsa di effetti indesiderati sulla sfera sessuale e l’incognita relativa alla sicurezza a lungo termine. Bibliografia. Finasteride et alopecia: pas de miracle annoncer. La Rev Prescr 1999; 19:340 - McClellan KJ et al. Finasteride: a review of its use in male pattern hair loss. Drugs 1999; 57: 111 - Sinclair R. Male pattern androgenic alopecia. Br Med J 1998; 317: 865 - Finasteride e minoxidil per l’alopecia. Med Lett 1998; 9: 45. INTESA – 36050 Bolzano Vicentino – Via Volta, 2 – Tel. 0444/350566 VERRUCHE: TOPICO E’ MEGLIO Le verruche sono lesioni molto contagiose di origine virale, dall’aspetto caratteristico, che coinvolgono lo strato più superficiale della cute (l’epidermide). Hanno l’incidenza massima nei bambini e nei giovani adulti (4-20% dei soggetti in età scolare). Nonostante siano di natura benigna, possono essere motivo di preoccupazione e chi ne è affetto spesso si rivolge al farmacista. Causa delle verruche sono dei papillomavirus (HPV). L’elevata resistenza di questi virus nell’ambiente esterno spiega la facilità del contagio indiretto. La frequentazione di palestre o piscine comporta un aumentato rischio di contrarre l’infezione: in questi ambienti caldo-umidi la concentrazione degli HPV è spesso elevata e il contagio viene favorito dalla macerazione della cute e dai microtraumi. Il periodo di incubazione è molto lungo, in media 3-4 mesi, e le sedi corporee maggiormente colpite sono quelle più esposte al contatto (anche traumatico) con oggetti e superfici, ad esempio mani, piedi, gomiti, ginocchia. Il meccanismo attraverso cui i virus inducono la proliferazione epidermica non è ben noto. La maggiore o minore “vulnerabilità” individuale sembra essere legata anche a fattori immunologici. La scomparsa delle verruche, che talora si verifica spontaneamente o a seguito dell’uso di curiose pratiche popolari, conferma l’importanza dei meccanismi immunologici, modulati anche da fattori psicologici. Le più frequenti sono le verruche volgari o comuni e le verruche plantari. Le prime, più spesso localizzate alle dita o al dorso delle mani, meno ai gomiti, alle ginocchia, sono di dimensioni variabili (1-2 mm/1cm) e in genere asintomatiche. Le seconde si presentano come un’area ipercheratosica giallastra, rotondeggiante appena rilevata (tendono infatti ad accrescersi in profondità, per la pressione cui sono sottoposte), variamente dolorabili alla pressione; a volte assumono un caratteristico aspetto a mosaico. Le verruche piane sono piccole (1-4 mm), localizzate al viso o al dorso delle mani (spesso lungo le linee di grattamento) e interessano quasi esclusivamente i bambini e le giovani donne. Le verruche filiformi infine, sono molto sottili, lunghe talora diversi millimetri, localizzate più spesso al volto e nella regione della barba, a volte multiple per fenomeni di autoinoculazione legati alla rasatura. Lesioni proliferative da HPV in sede mucosa prendono il nome di papillomi virali e condilomi. Pur se della stessa natura delle verruche cutanee, presentano peculiarità sia cliniche che terapeutiche. Trattamento Se il paziente frequenta piscine o palestre, per prima cosa è necessario raccomandargli di coprire le verruche (ad es. con un cerotto resistente all’acqua), per prevenire la diffusione del virus. Dopodiché andrà tranquillizzato: la maggior parte delle verruche tende a scomparire spontaneamente nell’arco di 1-2 anni, senza lasciare cicatrici. Di trattamento si può parlare solo quando le lesioni sono dolorose, provocano imbarazzo nelle relazioni sociali o infastidiscano nell’esecuzione di alcuni movimenti. L’atteggiamento aggressivo del passato -la maggior parte delle lesioni veniva asportata chirurgicamente o sottoposta a radioterapia- è stato oggi sostituito da un approccio meno invasivo. Considerata la mancanza di farmaci antivirali specifici contro il papillomavirus umano, il trattamento consiste nel distruggere o nel rimuovere le cellule che lo ospitano. Per quasi tutti i tipi di verruche volgari e plantari, il trattamento elettivo è quello cheratolitico. La scarificazione dell’epitelio superficiale corneificato, soprattutto in sede plantare, prima dell’applicazione del preparato topico, ne può aumentare l’efficacia. Come cheratolici trovano largo impiego le formulazioni galeniche a base di acido salicilico, acido lattico e collodio [es. collodio all’acido salicilico (FN)]. I cheratolitici possono irritare la cute perilesionale che va perciò adeguatamente protetta, ad esempio, con vaselina o utilizzando un cerotto adesivo con un foro al centro. Preparazioni a base di acido salicilico oggi sono disponibili anche come presidi medico-chirurgici (all’11-15% in veicolo colloidale o in gel, es. Duofilm, Verel, Verunec). Questi prodotti si rivelano efficaci in una alta percentuale di casi purché vengano impiegati correttamente. Essenziale è la continuità nel trattamento: l’applicazione deve essere giornaliera e deve proseguire almeno un mese (spesso sono richiesti anche 3 mesi). Nei casi refrattari e nelle forme plantari più impegnative (es. verruche a mosaico) sarà necessario inviare il paziente dal medico. Bibliografia. Verbov J. How to manage warts. Arch Dis Child 1999; 80:97 – Il trattamento delle verruche delle mani e dei piedi. DTB 1998; 7:22. A cura della Dott.ssa Zanfi D., Farmacie Comunali Riunite, Reggio Emilia. INTESA – 36050 Bolzano Vicentino – Via Volta, 2 – Tel. 0444/350566