1. Banche centrali – La Banca del Giappone usa le maniere forti

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Maggio 2013
Ogni mese, con « 1 mese in 10 immagini » SYZ Asset Management propone una carrellata sull’attività
economica mondiale. E visto che un’immagine vale più di mille parole, ogni mese presentiamo 10 grafici che
illustrano i fatti determinanti dell’attualità economica e finanziaria dell’ultimo periodo, corredati da un breve
commento sulla loro interpretazione.
Pubblicazione curata dal team Global Macro & Fixed Income Strategies –
SYZ Asset Management – Tel. +41 (0)58 799 10 00 - [email protected]
Autori: Maurice Harari, Adrien Pichoud
Il documento si basa su grafici elaborati con i dati raccolti nel mese di aprile 2013.
Indice
1.
Banche centrali – La Banca del Giappone usa le maniere forti
2.
Sati Uniti – Inizia il risanamento dei conti pubblici
3.
Stati Uniti – Investimenti ancora deboli all’inizio del 2013
4.
Area euro – La rondine non ha fatto primavera…
5.
Area euro – Il quadro economico richiede un taglio dei tassi
6.
Regno Unito – Il PIL del primo trimestre 2013 in crescita
7.
Cina – Economia in transizione
8.
Brasile – Inizia un ciclo di contrazione monetaria
9.
Obbligazioni –Generalizzata discesa dei tassi di interesse in Europa
10.
Oro – La quotazione ritraccia
1. Banche centrali – La Banca del Giappone usa le maniere forti
•
•
•
Il 4 aprile la BoJ ha colto i mercati di sorpresa
con l’annuncio di un piano di quantitative
easing di proporzioni inedite. La BoJ intende
raddoppiare il portafoglio di titoli pubblici
entro la fine del 2014, una mossa che farà
lievitare il suo bilancio oltre il 60% del PIL.
Questo tentativo di uscire dalla deflazione
dimostra che la Boj questa volta è pronta a
fare sul serio. La conseguenza più diretta è
quella di prorogare l’afflusso nell’economia
mondiale di enormi masse di liquidità che dura
dal 2009. Negli USA, il dibattito alla FED
sull’uscita dalle strategie di QE è iniziato, ma il
recente indebolimento dei dati economici
suggerisce che per ora il ritmo sarà
mantenuto invariato.
In Europa, aspettando l’entrata in carica, ai
primi di luglio, del nuovo governatore
(M. Carney) la Banca d’Inghilterra resta in
stand- by. In definitiva, fra le principali
banche centrali, la BCE (per il momento) è
l’unica a seguire una strada diversa. Dalla
primavera 2012 non è più intervenuta e, dopo
il rimborso di una parte delle liquidità
distribuite all’inizio del 2012, le dimensioni del
suo bilancio sono addirittura lievemente
diminuite.
DIMENSIONE DEL BILANCIO DELLE BANCHE CENTRALI (IN % DEL PIL)
70%
60%
50%
40%
30%
20%
Projections
10%
0%
2007
FED
2009
EC B
2011
BoE
2013
2015
BoJ
So urce: SYZ A M , Fed, ECB , B o E, B o J, SNB , Datastream , B lo o m berg
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Maggio 2013
2. Stati Uniti – Il risanamento dei conti pubblici è iniziato
•
•
•
Nel 2009, a causa dell’impennata delle spese
a fronte della contrazione delle entrate in
seguito alla recessione, e per via delle misure
di sostegno all’economia, il disavanzo pubblico
è salito a livelli record (11.6% del PIL).
Con la ripresa della crescita, le entrate del
governo federale hanno ripreso ad aumentare
e di recente si sono riavvicinate al picco
dell’inizio del 2008 (anche se il PIL attuale in
dollari correnti è maggiore del 15%). Dal
canto loro, dal 2011, le spese si sono
stabilizzate e di recente hanno iniziato a
scendere. Alla luce dei tagli automatici al
bilancio, entrati in vigore in marzo 2013,
questa tendenza si manterrà.
Il deficit pubblico sembra ormai saldamente in
via di riduzione. Nel 2013 dovrebbe attestarsi
al 4.6% del PIL (nel 2012 era al 6.4%). La
contrazione della politica di bilancio spiega
l’assenza di accelerazione della crescita di
quest’anno, a dispetto della ripresa del settore
privato.
SPESA E ENTRATE PUBBLICHE DEL GOVERNO FEDERALE E DISAVANZO (IN
MLD DI USD)
000'S
000'S
400
3800
200
3600
3400
0
3200
-200
3000
-400
2800
-600
2600
-800
2400
-1000
2200
-1200
2000
-1400
1800
-1600
1600
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
US - F EDERAL PUBLI C DEF I CI T (SUM 12M, USD BN)
US - PUBLI C REVENUES (SUM 12M, USD BN)(R. H. SCALE)
US - PUBLI C SPENDI NG (SUM 12M, USD BN)(R. H. SCALE) Source: T homson Reut ers Dat ast ream
3. Stati Uniti – Investimenti ancora deboli all’inizio del 2013
•
•
•
Se nel 1 trimestre 2013 la crescita del PIL è
rimbalzata del +2.5% in ritmo annuo, lo si
deve in larga parte alla buona tenuta dei
consumi delle famiglie (+3.2%), mentre
l’investimento delle aziende ha mostrato come
nell’ultimo anno una certa debolezza (+2.1%
nel primo trimestre, +4.1% in 12 mesi).
Dal recente andamento degli ordinativi di beni
durevoli non si possono trarre spunti per
anticipare
cambiamenti
nell’immediato:
escludendo il settore della difesa, gli ordini in
marzo hanno subito un calo del 10%.
Un rallentamento delle spese delle aziende,
entro certi limiti, è logico in questa fase del
ciclo, a tre anni dalla ripresa della crescita.
L’investimento, infatti, è il primo motore della
ripresa economica, ma in seguito viene
sostituito dai consumi finali. Questa mancanza
di dinamismo è indubbiamente dovuta anche
alla relativa debolezza delle prospettive di
crescita dopo la stretta della politica di
bilancio.
ORDINATIVI DI BENI STRUMENTALI (SETTORE DELLA DIFESA ESCLUSO) E
SPESE DI INVESTIMENTO IN PROPORZIONE AL PIL (VARIAZIONE ANNUA)
50
25
40
20
30
15
20
10
10
5
0
0
-10
-5
-20
-10
-30
-15
-40
-20
-50
-25
96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
US - Nondef ense capit al goods orders YoY% - 3M avg
US - I nvestm ent in Equipment & Sof tware YoY%(R. H. SCALE)
07
08
09
10
11
12
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
4. Area euro – La rondine non ha fatto primavera …
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•
•
Il rimbalzo degli indicatori intravisto alla fine
dell’anno scorso nei paesi al nord dell’Europa
ha avuto vita breve. Ci ha fatto sperare in una
ripresa dell’attività in Germania che avrebbe
permesso all’Unione monetaria di riagganciarsi
alla crescita nel secondo semestre 2013. Le
recenti statistiche hanno però deluso questa
speranza.
La delusione non è venuta dai paesi del sud,
dove l’assenza di miglioramento era attesa, né
dalla Francia, dove il deterioramento era
percepibile da diversi mesi. E’ venuta invece
dalla Germania, dove dal mese di aprile gli
indicatori stanno nettamente perdendo quota.
Per la prima economia europea, le prospettive
2013 sono più vicine alla stagnazione che alla
ripresa (seppure modesta). E per l’area euro,
se manca l’impulso del suo principale motore,
si prepara un secondo anno di recessione.
CLIMA DI FIDUCIA E PIL (VARIAZIONE ANNUA)
120
6
4
110
2
100
0
90
-2
80
-4
70
65
96
97
98
99
00
01
02
03
ECO NO MI C SENT I MENT I NDEX
EURO AREA - G DP YoY %(R. H. SCALE)
-6
04
05
06
07
08
09
10
11
12
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Maggio 2013
5. Area euro – Il quadro economico rende opportuno un taglio dei tassi
•
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•
All’inizio dell’anno, la BCE poteva essere
soddisfatta del ritorno a una certa « normalità
dal punto di vista finanziario » e delle
prospettive economiche leggermente migliori
per la seconda metà del 2013. Inoltre, dopo
un 2012 molto intenso, l’inflazione ferma al
2% giustificava da parte sua una certa
passività.
Ma nelle ultime settimane il quadro è
radicalmente cambiato: la forte discesa degli
indicatori di attività tedeschi, il nuovo record
della disoccupazione e soprattutto il brusco
calo dell’inflazione creano un contesto che
rende necessario l’allentamento della politica
monetaria.
Il problema viene dal fatto che il taglio del
tasso refi, la risposta più logica e semplice in
questo contesto, avrebbe un impatto minimo
se non nullo sul problema dell’area euro: il
« credit crunch », che soffoca il sud
dell’Unione monetaria. Il taglio del refi, oltre
ad essere pienamente giustificato nel contesto
economico attuale, ha anche il vantaggio di
dimostrare che la BCE resta vigile.
INFLAZIONE, TASSO REFI DELLA BCE E DISOCCUPAZIONE
7.00
5
7.50
4
8.00
8.50
3
9.00
9.50
2
10.00
10.50
1
11.00
11.50
0
12.00
12.50
-1
99
00
01
02
03
04
05
06
EMU - CPI YoY%
ECB REF I RATE
UNEMPLO YMENT RAT E (INVERT ED)(R.H.SCALE)
07
08
09
10
11
12
Source: T homson Reuters Dat astream
6. Regno Unito – Crescita del PIL nel 1 trimestre 2013
•
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•
Nel 1° trimestre 2013 l’economia britannica
ha registrato una crescita positiva (+0.3%), e
per di più superiore al previsto. Va però detto
che dalla fine del 2010 e l’arrivo dell’austerity,
le buone sorprese oltre Manica non sono state
all’ordine del giorno.
Questa crescita è da mettere sul conto della
domanda interna e dei servizi, che avanzano –
stentatamente - dalla fine del 2011.
Viceversa, nelle costruzioni e nell’industria
l’attività si contrae, penalizzata dalla domanda
interna poco dinamica mentre quella esterna è
depressa dalla recessione in Europa.
Eppure, per l’economia inglese, la prospettiva
di una leggera ripresa nel 2013 e di una lieve
accelerazione della crescita sembra oggi
possibile. Basterà per nutrire la speranza di
un vero ritorno della crescita nel 2014?
PIL REALE (LIVELLO E VARIAZIONE TRIMESTRALE)
000'S
375
1. 50
1. 00
370
0. 50
365
0
360
-0. 50
-1. 00
355
-1. 50
350
-2. 00
345
-2. 50
2007
2008
2009
UK G DP AT MARKET PRI CES (CVM) CO NA
UK - G DP, Q oQ %(R. H. SCALE)
2010
2011
2012
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
7. Cina – Economia in transizione
•
•
Dopo il miglioramento a fine 2012, nel primo
trimestre 2013 la Cina ha visto la crescita
stabilizzarsi (+7.7% su un anno). Ora si è
attestata su livelli leggermente inferiori a
quelli dell’ultimo trimestre 2012, (+7.9%) ma
che restano superiori all’obiettivo del +7.5%
fissato dal governo.
Sul piano economico, questa tendenza si è
confermata in aprile: il PMI manifatturiero da
50.9 è sceso a 50.6, ma rimane superiore a
50, quindi in territorio di espansione.
CINA : CRESCITA DEL PIL E INDICE PMI MANIFATTURIERO
13
65
12
60
10
55
8
50
6
45
•
L’economia cinese sembra quindi tuttora in
fase di atterraggio morbido, il che significa
però che il ribilanciamento a favore della
domanda interna darà luogo a una crescita
inferiore rispetto ai livelli ante-crisi.
4
40
2
2008
CHINA - GDP (YoY %)
CHINA - PMI(R.H.SCALE)
35
2009
2010
2011
2012
Source: Thomson Reuters Datastream
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Maggio 2013
8. Brasile – Inizia il ciclo di contrazione monetaria
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Il «Banco Central do Brasil » (BCB) deve
fronteggiare una situazione difficile dove una
crescita insolitamente debole è associata a
un’inflazione in costante aumento.
Questo mese, allo scopo di contrastare
l’inflazione che probabilmente supererà a fine
anno il limite di tolleranza del 6.5%, la BCB ha
rialzato il tasso di riferimento di 25 pb, a
7.50%. Tuttavia, c’è il rischio che l’economia
brasiliana continui per lungo tempo a crescere
a un ritmo debole (+0.9% nel 2012).
Ma le enormi masse di liquidità immesse dalla
Banca del Giappone potrebbero aumentare i
flussi verso i mercati emergenti, e in questo
modo aiutare la BCB. Infatti, l’apprezzamento
della moneta (BRL) avrebbe un effetto simile
a quello di un aumento dei tassi, limitando le
tensioni inflazionistiche.
TASSO DI RIFERIMENTO, INFLAZIONE E CAMBIO DELLA MONETA
BRASILIANA
14
1.00
13
1.20
12
1.40
11
1.60
10
1.80
9
2.00
8
2.20
7
2.40
6
2.60
5
2.80
3.00
4
2008
2009
USD/BRL (inverted)(R.H.SCALE)
Central Bank Rate (SELIC)
CPI (%YoY)
2010
2011
2012
Source: Thomson Reuters Datastream
9. Obbligazioni – Generalizzata discesa dei tassi di interesse in Europa
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Il recente andamento dei tassi d’interesse
sovrani europei suscita una domanda che
sarebbe parsa assurda fino a qualche mese
fa: i tassi sovrani dell’Europa periferica hanno
cessato di rappresentare per gli investitori un
rischio di credito, tornando ad essere quello
che erano prima della crisi, cioè un rischio di
tasso ?
In aprile, infatti, la discesa dei tassi ha
interessato allo stesso tempo gli emittenti
considerati « rischiosi » e quelli ritenuti un
« rifugio » (tasso italiano decennale sotto il
4%, decennale spagnolo a livelli simili,
decennale tedesco vicino al record dell’estate,
decennale francese ai minimi storici).
La garanzia di perennità della zona euro
riaffermata dalla BCE e i peggiori dati
sull’attività e sull’inflazione, infatti, creano un
contesto favorevole ai titoli di stato a lungo
termine. E, in questo contesto, il premio
offerto dalle economie periferiche diventa
molto appetibile.
TASSI DECENNALI SOVRANI DAL 2012
8
7
6
5
4
3
2
1
J
F
M
A
M
J
J
A
G ER
F RA
S
O
SPA
I RE
ITA
N
D
J
F
M
A
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
10. Oro – La quotazione ritraccia
•
•
•
Da due anni la tendenza rialzista del prezzo
dell’oro era stata praticamente ininterrotta.
Dall’estate 2011, il corso del metallo giallo
oscillava fra 1.550 e 1.800 USD/oncia. Fino al
12 aprile…
In tre sedute il prezzo dell’oro è sceso da USD
1.560 a USD 1.321, un calo del 15%. E senza
particolare motivo… Il prezzo dell’oncia è poi
lievemente risalito chiudendo il mese intorno a
USD 1.475.
E’ vero che l’attrattiva del metallo prezioso
scende con il consolidarsi della ripresa
economica USA e con la prospettiva (anche
lontana) di un rialzo dei tassi della Fed, ma
molti elementi che sostengono la quotazione
dell’oro restano tuttora validi e limitano il
rischio di nuovi ribassi a breve/medio termine
(moneta alternativa di riserva rispetto alla
carta moneta controllata dalle banche centrali,
protezione dei portafogli dai rischi estremi,
diversificazione, basso costo opportunità).
PREZZO DELL’ONCIA IN USD DAL 2006
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
2006
2007
G O LD - (USD/ O Z )
2008
2009
2010
2011
2012
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
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