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6.1 INTRODUZIONE
Nel corso di questo capitolo si intendono analizzare alcuni esempi eclatanti di strategie territoriali di
successo.
In primo luogo desideriamo approfondire il caso dell’Irlanda, che in poco più di un decennio - tra i primi
anni novanta ed il duemila - è riuscita a trasformarsi dal Paese più arretrato a livello europeo a quello più
sviluppato, competitivo ed attrattivo (dopo il Lussemburgo), perseguendo una strategia fatta non solo di
incentivi fiscali, ma anche di una straordinaria visione del futuro, che ha saputo mettere al centro
istruzione, ricerca e innovazione, e di un’economia di mercato, libera ed aperta.
Affrontiamo l’esperienza irlandese consapevoli delle enormi differenze esistenti tra un Paese di dimensioni
così rilevanti e la “piccola” realtà di San Marino. Ciò nondimeno riteniamo che vi sia molto da apprendere
da quanto coraggiosamente posto in essere dalla cosiddetta “Tigre Celtica”: se i contenuti di ciascun
progetto di sviluppo sono necessariamente specifici a ciascuna realtà territoriale e risentono
inevitabilmente della diversa scala dimensionale, gli aspetti di metodo e le scelte di fondo possono
costituire al contrario utili elementi di verifica ed ispirazione.
In particolare, il caso dell’Irlanda evidenzia come una strategia territoriale di successo, se vuole realmente
far leva sui propri asset, le proprie vocazioni e peculiarità, deve reinterpretare questi elementi in chiave
innovativa, ponendo in essere le condizioni necessarie alla costituzione di vantaggi competitivi sostenibili
nelle aree ritenute critiche per lo sviluppo futuro.
Oltre a quello irlandese, si è ritenuto di grande interesse anche l’approfondimento dei casi di alcuni piccoli Paesi,
accomunati non solo dalle dimensioni, ma anche da caratteristiche intrinseche quali la presenza del segreto
bancario e di sistemi fiscali molto favorevoli e dall’aver ottenuto, in tempi più o meno rapidi, elevati livelli di
benessere e di crescita economica e sviluppo sociale, attraverso strategie territoriali ambiziose e di successo.
6
In generale, il loro successo può essere fatto risalire a:
- la capacità di sfruttare al meglio la propria identità e le proprie peculiarità, fino a trasformarle nelle
basi di vantaggi competitivi difendibili;
- l’abilità nel definire una visione del futuro ambiziosa, realistica e di perseguire strategie vincenti in
alcuni ambiti/settori ben identificati.
Nel panorama internazionale sono stati scelti come benchmark per San Marino i casi di 5 Stati di piccole
dimensioni e per ciascuno di essi è stato realizzato un breve approfondimento che identifica e descrive il
driver di crescita principale del Paese e le strategie di sviluppo ad esso associate, che ne hanno decretato
il successo (figura 75).
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Figura 75. I casi di successo (benchmark) identificati e analizzati – Fonte: The European House - Ambrosetti
6
Figura 76. Piccoli Stati a confronto, valori riferiti al 2006 o all’ultimo anno disponibile – Fonti: rielaborazione The
European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007” e uffici statistici nazionali
In questo modo è stato possibile identificare le strategie di maggior successo adottate a livello
internazionale riguardo particolari settori/ambiti, che risultano di estremo interesse anche per San Marino,
dai quali eventualmente trarre indicazioni per definire il suo percorso di sviluppo futuro.
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6.2 L’IRLANDA, LA “TIGRE CELTICA”
6.2.1 Introduzione
Ancora alla fine degli anni ’80, l’Irlanda era un Paese relativamente povero se paragonato alla media
Europea. L’istruzione era scarsa, la crescita economica quasi nulla, la disoccupazione altissima, gli
investimenti quasi assenti.
In poco più di dieci anni, tra i primi anni ’90 e il 2001, anno di rallentamento dell’intera economia globale,
l’Irlanda ha sperimentato uno sviluppo economico e sociale senza precedenti, come dimostrano i tassi
di crescita del Prodotto Interno Lordo irlandese, l’aumento del benessere della popolazione, l’inversione
delle dinamiche demografiche ed occupazionali ed una crescita record degli Investimenti Diretti Esteri,
diventando una delle economie di maggior successo al mondo.
Le dinamiche descritte in seguito hanno fatto guadagnare all’Irlanda il soprannome di “Tigre Celtica”, in un
parallelo con le quattro Tigri Asiatiche (Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan).
6.2.2 I numeri del successo
Osservando il tasso di crescita reale del Prodotto Interno Lordo, la performance ottenuta dall’Irlanda negli
ultimi 20 anni è risultata stabilmente superiore a quella degli Stati Uniti e dell’Unione Europea a 15 Paesi
(figura 77). Nel quinquennio tra il 1996 ed il 2000, in particolare, il PIL è cresciuto ad un tasso medio annuo
del 9,8%, più di tre volte rispetto all’UE e più del doppio rispetto agli Stati Uniti.
6
Figura 77. Tasso di crescita annuo del PIL reale di Irlanda, media UE-15 e Stati Uniti, anni 1986-2005 – Fonte:
rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006
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Durante gli anni ’90 il benessere della popolazione, che può essere misurato in prima approssimazione dal
PIL pro capite, è aumentato molto rapidamente. Dal confronto con i valori del Regno Unito, dell’UE e degli
Stati Uniti (figura 78), si nota che nel 1989 il PIL pro capite dell’Irlanda misurato a parità di potere di acquisto
era soltanto il 67% di quello del Regno Unito e il 71% della media UE-15. Nel 2000 ammontava a 30.532
$, maggiore sia della media europea (25.110 $) che del Regno Unito (26.332 $), e nel 2002 aveva
raggiunto quello degli Stati Uniti.
Oggi55 l’Irlanda può vantare il secondo PIL pro capite dell’Unione Europea (dopo il Lussemburgo),
maggiore di un terzo circa rispetto alla media dei 27 Paesi europei.
Figura 78. Andamento del PIL pro capite, misurato a parità di potere di acquisto, di Irlanda, Regno Unito, media UE-15
e Stati Uniti, anni 1975-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006
Uno dei più grandi successi dell’economia irlandese nel periodo della Tigre Celtica riguarda la creazione
di nuovi posti di lavoro e la conseguente riduzione della disoccupazione.
6
Dal 1990 al 2005 i posti di lavoro totali sono saliti da 1,1 milioni a 1,9 milioni, con un notevole incremento
degli occupati nel settore dei servizi (figura 79).
L’Irlanda oggi56 ha il terzo più basso tasso di disoccupazione tra i Paesi dell’Unione Europea (4,4%, dopo
Danimarca e Paesi Bassi che fanno registrare il 3,9%).
Se dal 1845 al 1950 ben 6 milioni circa di Irlandesi cercarono fortuna all’estero, oggi è l’Irlanda ad essere
divenuta meta d’immigrazione, grazie all’aumento del benessere ed all’estrema flessibilità ed apertura del
mercato del lavoro (l’Irlanda è stata uno dei pochi Paesi Europei che hanno aperto le proprie frontiere
senza limite alcuno ai 10 nuovi membri dell’UE del 2004). Dal 1990 al 2005, la popolazione è aumentata
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55 - Fonte: Eurostat, 2007.
56 - Fonte: Eurostat, 2007.
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del 18% e il trend migratorio si è invertito, facendo registrare nel 2005 un saldo attivo di 194 mila unità
(figura 80).
Figura 79. Andamento del numero di posti di lavoro per settore, anni 1980-2005 – Fonte: rielaborazione The European
House - Ambrosetti su dati International Labour Organization (ILO), 2006
6
Figura 80. Popolazione e trend migratorio (miglia di persone), anni 1960-2005 – Fonte: rielaborazione The European
House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006
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L'Irlanda applica da tempo una riuscita strategia di apertura che consiste nel creare un clima
imprenditoriale favorevole all’attrattività di investimenti provenienti dall'estero. La figura successiva mostra
i risultati di tale strategia: i flussi finanziari provenienti dall’estero, che nel 1996 erano pari appena al 3,6%
del PIL, nel 2000 hanno raggiunto il 26,9% del PIL, crescendo di 7 volte.
Figura 81. Flussi di IDE (in milioni di $ e in percentuale rispetto al PIL), anni 1985-2004 – Fonte: rielaborazione The
European House - Ambrosetti su dati UNCTAD, 2006
6
Figura 82. Flussi di IDE (in percentuale rispetto al PIL) nei Paesi dell’UE, media anni 2002-2004 – Fonte: rielaborazione
The European House - Ambrosetti su dati UNCTAD, 2006
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La media dei flussi di IDE negli ultimi tre anni disponibili (2002-2004), mostra che l’Irlanda ha il secondo
più alto tasso di incidenza sul PIL tra i Paesi europei (dopo il Lussemburgo), tre volte maggiore della media
europea (figura 82).
6.2.3 I fattori che spiegano il successo
La crescita record dell'economia irlandese viene solitamente spiegata ricorrendo a due fattori principali: i
fondi strutturali europei ed una fiscalità leggera, chiaramente orientata al mondo dell’impresa. Di seguito
dimostreremo che si tratta di una lettura se non errata, quantomeno un po’ superficiale.
L’Irlanda è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 1973 e ne ha tratto grandi benefici, a partire anzitutto
dai trasferimenti di fondi da Bruxelles, impiegati con profitto per interventi sulle infrastrutture e per il
miglioramento del sistema dell’istruzione, ottenendo significativi incrementi della produttività e
dell’attrattività del Paese.
Inoltre, far parte del mercato comune europeo ha significato per l’Irlanda la possibilità di diversificare le
proprie esportazioni (in precedenza destinate prevalentemente al Regno Unito) e, fatto non meno
importante, innalzare il proprio status a partner di pari livello dei grandi Paesi europei.
Tuttavia i fondi strutturali europei hanno cominciato ad incidere sui conti di Dublino a partire dal 197457, senza
però sollecitare in maniera efficace l'economia almeno fino alla fine degli anni '80, dunque per ben 15 anni.
Inoltre, l’ammontare dei fondi assegnati da Bruxelles non ha mai ecceduto in media il 3% del PIL irlandese,
non più di quanto abbiano ricevuto, ad esempio, il Mezzogiorno d’Italia o l'economia spagnola o greca
nel medesimo periodo; Paesi - questi ultimi - che non hanno certo sperimentato i livelli di crescita e sviluppo
dell’Irlanda.
Pertanto, i fondi strutturali non sembrano poter giustificare da soli il brillante percorso di crescita
realizzato dall'economia irlandese.
Il sistema fiscale rappresenta certamente uno dei fattori più importanti che spiegano il successo dell’Irlanda,
ma deve necessariamente essere posto in relazione con altri fondamentali elementi, che, messi a sistema,
forniscono un quadro completo circa gli elementi che hanno reso possibile il periodo della Celtic Tiger
(figura 83).
6
I principali fattori che spiegano il successo dell’Irlanda possono essere infatti identificati nei seguenti tre:
- il sistema fiscale;
- l’orientamento all’istruzione ed all’innovazione;
- l’apertura economica.
A questi si aggiungono indubbiamente anche altri aspetti, quali la predisposizione del settore pubblico e
privato alla cooperazione, i già discussi effetti derivanti dall’ingresso nell’Unione Europea ed una serie di
aspetti e caratteristiche propri della popolazione irlandese58.
57 - Nel 1973 l’Irlanda ha ricevuto dall’UE oltre 17 miliardi di Euro.
58 - Per la natura stessa del proprio territorio, gli irlandesi sono propensi ad adattarsi facilmente e a fornire in tempi brevi una risposta a qualsiasi esigenza del mercato. L’Irlanda,
inoltre, ha potuto contare su un vantaggio demografico rispetto ai competitor europei, disponendo di una società relativamente giovane, e sfruttare il fatto di essere un Paese
anglofono, fatto quest’ultimo che facilita enormemente i rapporti con le imprese americane.
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Figura 83. Il sistema dei fattori che spiega il successo dell’Irlanda – Fonte: The European House - Ambrosetti
Il sistema fiscale
Il modello fiscale irlandese risulta sicuramente molto appetibile rispetto a quello vigente nella maggioranza
dei Paesi dell’UE, specie con riferimento alle imposte gravanti sulle società.
Come mostra la figura 84, l’Irlanda ha intrapreso fin dai primi anni ’90 la strada della riduzione del carico
fiscale per le imprese, riducendo di 27,5 punti percentuali in 10 anni l’aliquota sui redditi di impresa: dal
40% nel 1994 al 12,5% nel 2003. Questo valore risulta essere il più basso tra tutti Paesi OCSE ed il
secondo più basso dell’Unione Europea, dopo Cipro (10%).
6
L’Irlanda ha tradizionalmente fatto un uso innovativo - solo parzialmente attenuato dall’ingresso nell’UE, che
ha comportato la necessità di adeguarsi ad alcuni standard più rigidi - della leva fiscale, per attrarre
imprese internazionali. Inoltre, una caratteristica fondamentale delle politiche irlandesi, fiscali e non, è
quella della stabilità e della certezza delle norme, caratteristiche molto apprezzate dai potenziali investitori
esteri. A titolo di esempio, il regime di tassazione speciale del 10% sugli utili aziendali applicato a partire
dal 1980 ad alcune categorie di imprese e per la localizzazione in determinate aree geografiche del
Paese59, una volta eliminato a seguito delle richieste europee nel 1993, rimarrà comunque valido per le
imprese che ne hanno beneficiato prima di quella data, fino al 201160.
126
59 - Ad esempio il Dublin’s International Financial Services Centre o l’area duty-free di Shannon.
60 - Fonte: Benjamin Powell, “Economic Freedom and Growth: The Case of the Celtic Tiger”, Cato Institute, Vol. 22, No 03, 2003.
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Figura 84. Trend dell’aliquota fiscale sui redditi di impresa, 1993-2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Bank, 2006
Istruzione e innovazione
Già a partire dalla fine degli anni '80, i governi irlandesi hanno investito ingenti risorse nel potenziamento
del sistema scolastico nazionale, in particolare verso l’istruzione superiore e la specializzazione tecnica
all’interno dei Regional Technical Colleges, poi trasformati in Institutes of Technology.
Il sistema formativo irlandese privilegia gli studi tecnici, scientifici ed informatici all’interno degli istituti
superiori ed i corsi scientifici, di ingegneria ed economia nelle Università. Quest’impegno si è concretizzato
in un netto aumento della partecipazione scolastica ed universitaria61 ed ha offerto alle multinazionali un
ampio bacino di lavoratori ben qualificati.
6
Ad esempio, l’Irlanda può vantare la maggior concentrazione europea di laureati in materie tecniche e
scientifiche tra i propri abitanti (figura 85).
A partire dagli anni novanta il governo ha posto una forte enfasi sul mondo scientifico e della ricerca,
istituendo la Science Foundation Ireland, organizzazione responsabile di attrarre i migliori ricercatori al
mondo nei settori delle biotecnologie e delle ICT, identificati come settori chiave di sviluppo futuro, e di
realizzare il Piano Nazionale di Sviluppo (National Development Plan) irlandese, orientato a mantenere un
vantaggio competitivo nei settori scientifico-tecnologici.
61 - Dal 1992 gli studi universitari a carattere tecnico scientifico hanno registrato un incremento del 32%. Fonte: IDA, Industrial Development Authority.
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Istruzione, ricerca, innovazione e sviluppo sono oggi, insieme al fisco, le leve che orientano le scelte
strategiche di Dublino sul terreno dell'economia e che hanno permesso in un decennio di incrementare la
forza lavoro tanto in valore assoluto, quanto in termini di qualità e competenze.
Figura 85. Numero di laureati in materie tecniche e scientifiche per mille abitanti, compresi nella fascia di età 20-29
anni, 2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2006
L'IDA, ovvero l'Industrial Development Authority, può competere oggi con le maggiori agenzie del mondo
nell'attrarre capitali e progetti sul mercato irlandese proprio grazie a questa rivoluzione del lavoro e della
formazione realizzata dai governi che si sono succeduti durante tutti gli anni novanta.
Apertura economica
A partire dagli anni settanta il governo irlandese iniziò ad abbandonare gradualmente le politiche
protezionistiche per perseguire una strategia di crescita trainata dalle esportazioni (export-led). Il processo
di liberalizzazione è proseguito anche negli anni ’80 e soprattutto ’90, incrementando la dipendenza dal
commercio internazionale e rendendo l’Irlanda una delle economie più aperte d'Europa.
6
Dalla successiva figura si può notare il notevole incremento del tasso di incidenza di importazioni ed
esportazioni di beni e servizi rispetto al PIL, in coincidenza col il periodo della Tigre Celtica.
La politica economica irlandese è quindi decisamente orientata verso l'esportazione, e il Paese ha
costantemente registrato forti saldi attivi nella bilancia commerciale di questi ultimi anni.
Negli ultimi due decenni, inoltre, più di mille imprese straniere, principalmente nei settori dell'elettronica, del
software62, dei prodotti farmaceutici63, degli apparecchi medicali e della biotecnologia, si sono aggregate
128
62 - Ad esempio, in Irlanda sono presenti tutte le imprese leader mondiali nel settore delle ICT (Intel, IBM, Hewlett-Packard, Dell e altre) ed impiegano ognuna tra i 4 e i 5 mila
lavoratori. Intel ha recentemente investito oltre 6 milioni di dollari in impianti produttivi per realizzare i propri microprocessori più avanzati.
63 - 9 delle 10 maggiori compagnie farmaceutiche al mondo e 12 delle 15 società più importanti che producono apparecchi medicali operano in Irlanda per servire il mercato
globale (ad esempio Abbot Laboratories, Johnson & Johnson, Pfizer, ecc.).
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al forte nucleo di imprese locali che intrattengono relazioni commerciali non solo con l'Europa, ma con il
mondo intero.
Figura 86. Incidenza di importazioni ed esportazioni di beni e servizi rispetto al PIL, 1970-2004 – Fonte: rielaborazione
The European House - Ambrosetti su dati OECD Factbook 2006
Tale successo è dovuto in gran parte all'approccio costantemente positivo del governo irlandese allo
sviluppo degli affari. Quest'approccio assicura servizi di sostegno a livello internazionale: bancari,
commerciali, logistici e i più sofisticati servizi di telecomunicazioni, oltre alla stabilità e alla certezze delle
“regole del gioco”. Inoltre, come testimoniano i dati raccolti dall’OCSE64, l’Irlanda può vantare un basso
livello di controllo diretto ed ingerenza da parte del Governo in materia economica.
L’impegno delle politiche irlandesi ad incrementare la libertà economica del Paese è testimoniato dalla
performance registrata con riferimenti a due indici realizzati annualmente dagli istituti The Fraser Institute
(“Economic Freedom of the World”, figura 87) ed Heritage Foundation (“Index of Economic Freedom”, figura
88): l’Irlanda ha ottenuto risultati eccellenti, in miglioramento, durante gli ultimi anni, attestandosi tra i Paesi
con la maggiore libertà economica al mondo.
6
64 - Fonte: “Product Market Regulation in OECD Countries, 1998 to 2003”, OECD Economics Department Working Paper, No 419, 2005.
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Figura 87. Economic Freedom of the World Index, 1985-2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti
su dati The Fraser institute, “Economic Freedom of the World: 2006 Annual Report”
6
Figura 88. Index of Economic Freedom, 1995-2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati
Heritage Foundation, “2006 Index of Economic Freedom”
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Dunque una struttura economico - finanziaria stabile, una società aperta, un’economia di mercato capace
di individuare e intercettare le sfide del futuro e, soprattutto, sufficientemente coraggiosa per investire sul
proprio capitale umano: tutti questi elementi hanno costituito il bacino di coltura ideale all'interno del quale
il fisco e i fondi europei hanno potuto dare il loro apporto positivo, agendo da moltiplicatori.
Sebbene il tasso di crescita dell’economia si sia oggi assestato su livelli più moderati, l'Irlanda continua ad
investire somme ragguardevoli nell'istruzione e nella ricerca, preparando la propria economia ad un futuro
basato sulla conoscenza.
Il sistema di innovazione è costantemente rivisto, e anche se sussiste l'obiettivo di attirare nuova industria
manifatturiera straniera, esso è focalizzato prevalentemente ad incoraggiare sia le imprese straniere che
quelle irlandesi nell’investire in attività ad elevato grado di ricerca e innovazione.
6.3 IL PRINCIPATO DI MONACO
6.3.1 Le cifre dell’economia
Il territorio attuale del Principato di Monaco si estende su una superficie di 195 ettari (1,95 km2)65, 31 dei
quali sono stati interamente strappati al mare66. I residenti nel Principato sono 32.543, dei quali oltre l’80% sono
stranieri (i francesi rappresentano circa il 32% della popolazione totale). I monegaschi sono circa 7 mila.
6
Figura 89. Il Principato di Monaco, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati CIA,
”CIA, The World Factbook 2007”; "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la
Direction de l'Expansion Economique, 2007
65 - Si tratta del secondo Stato indipendente più piccolo al mondo, dopo la Città del Vaticano.
66 - Esiste già un nuovo progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma off-shore ancorata alla costa, simile alle isole artificiali realizzate recentemente a Dubai, che
ospiterà case, uffici e spazi verdi per 12 ettari. Fonte: Corriere della Sera, 8 luglio 2006.
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Negli ultimi 10 anni il giro d’affari67 del Principato di Monaco è raddoppiato (figura 90).
I settori che contribuiscono maggiormente alla realizzazione di tale volume di attività economica sono il
turismo (25% circa) e il settore bancario (15% circa).
Figura 90. Evoluzione del volume d’affari del Principato di Monaco, 1996-2005 – Fonte: rielaborazione The European
House - Ambrosetti su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction
de l'Expansion Economique
Più precisamente, l’economia del Principato appare imperniata su quattro grandi poli:
- l’attività turistica, che si pone oggi nel cuore della vita economica del Paese, grazie alla posizione
privilegiata del Principato. È a quest’ultima inoltre che il Principato deve il suo slancio, dalla creazione
del Casinò68 nel 1866;
- le attività del terziario, che hanno conosciuto un forte sviluppo nel corso degli ultimi anni, in
particolare nel campo delle attività finanziarie e bancarie. Le principali banche e istituti finanziari
stranieri sono rappresentati nel Principato;
- l’attività industriale: si tratta di un’industria leggera, non inquinante, a forte valore aggiunto,
rappresentata da un centinaio di aziende impegnate in attività alquanto diversificate e in settori di
nicchia (chimica, cosmesi, trasformazione delle materie plastiche, biotecnologie, ecc.);
- l’attività commerciale: molto dinamico, il commercio si è diversificato, associando alti livelli al
modernismo dei centri commerciali.
6
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67 - Per Monaco non esistono serie storiche relative al Prodotto Interno Lordo. Solo da quest’anno (2007), infatti, il Governo monegasco ha fornito una valutazione del PIL del
Principato per l’anno 2006: 3.441.690.829 Euro.
68 - Intorno alla metà del 1800 il principe Carlo III Ranieri di Monaco decise di aprire un Casinò per ravvivare le casse del principato, affidandone la realizzazione all'esperto
Francois Blanc, che fondò la Societè des Bains de Mer ed ottenne la gestione del Casinò per 50 anni. Lo sperone roccioso degli "Spelugues" dove Blanc fece costruire il
nuovo Casinò venne ribattezato "Monte Carlo" in onore del principe Carlo III di Monaco. Contrariamente ad un’idea largamente diffusa all’estero, oggi però il Principato di
Monaco “non vive sul gioco”, poiché le entrate provenienti dalla concessione di questo monopolio rappresentano solo il 4,8% delle entrate totali dello Stato.
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6.3.2 Il turismo
Il turismo rappresenta attualmente l’attività economica più dinamica del principato.
Dopo una certa flessione sperimentata tra il 2001 e il 2003, si sono registrati elevati tassi di crescita sia
nel numero degli arrivi - tasso di crescita medio del triennio del 9,4% - che nel totale delle notti spese in
albergo - tasso di crescita medio del triennio del 7,4% - (figura 91). Tra il 2005 e il 2006, in particolare, il
numero di notti in hotel è cresciuto del 14% (oltre 900 mila in totale, per circa 310 mila turisti ospitati),
risultato che rafforza ulteriormente il trend di crescita degli ultimi anni.
Figura 91. Arrivi e numero di notti spese in hotel, 2001-2006 – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti
su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction de l'Expansion
Economique; Michel Bouquier, Monaco Government Tourist and Convention Authority, 2006
Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, ha indicato nei seguenti i 4
principali target del turismo monegasco:
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- turismo di svago di alta qualità ospitato negli hotel (oltre 200 mila turisti, il 70% del totale);
- turismo d’affari – MICE69 Participants - ospitato negli hotel (circa 100 mila turisti, ovvero il 30% del totale);
- croceristi e passeggeri degli yacht (circa 200 mila);
- visitatori in giornata (oltre 5 milioni).
Turismo di svago
Gli ultimi dati70 riguardanti il turismo di svago mostrano un incremento annuo del 12% (245 mila arrivi nel
2006 rispetto ai 219 mila del 2005).
69 - MICE: acronimo inglese formato dalle prime lettere delle seguenti parole: Meetings (riunioni); Incentive travel (programmi d’integrazione); Conferences & Congresses
(conferenze e convegni); Events (Eventi).
70 - Fonte: “An increase in the tourist industry in Monaco in 2006”, Portail officiel du Gouvernement Princier, www.gouv.mc, 13/02/2007.
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Questo segmento appare orientato in particolare al turismo del lusso: nel 2005 oltre il 47% degli arrivi e
il 53% delle notti ha riguardato hotel di categoria equivalente agli alberghi 5 stelle italiani (denominati 4
stelle lusso in Francia e Monaco, la classificazione massima). Considerando anche gli hotel 4 stelle, questi
valori raggiungono rispettivamente il 74% e il 79%.
La domanda di sistemazioni alberghiere di alto livello trova naturalmente riscontro nell’offerta ricettiva
monegasca. Al fine di assicurare il massimo diletto dei visitatori, il Principato si è dotato di una struttura
alberghiera moderna e particolarmente confortevole. Come mostra la figura 92, a Monaco il numero di
letti disponibili in hotel di lusso è pari al 52% del totale (2.041 su 3.920). Sommando anche gli alberghi a
4 stelle si ottiene una percentuale superiore all’80%71.
Figura 92. Strutture alberghiere monegasche: numero di posti letti e numero di hotel per categoria, 2005 – Fonte:
rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes
Economiques de la Direction de l'Expansion Economique
In qualità di destinazione per “il turismo del lusso”, Monaco offre un pacchetto di prodotti e servizi turistici
coerentemente orientato alla massima qualità e all’eccellenza.
In aggiunta alla possibilità di giocare nei casinò, il Principato offre svariate occasioni di spesa per i turisti
più esigenti. Dispone ad esempio di numerosi ristoranti di lusso, tra cui un ristorante classificato 3 stelle dalla
Guida Michelin72 e 5 ristoranti classificati con una stella, e negozi di alto posizionamento in cui il turista può
dedicarsi ad uno shopping di alto livello.
6
Il Principato vuole essere anche una destinazione del “benessere”: si possono trovare strutture con
personale qualificato dedicate alla cura del corpo, che propongono metodi di relax e “remise en forme”
innovativi e prodotti di bellezza della più alta qualità.
Ma i poli di interesse sono molteplici a Monaco, e fra i numerosi “attrattori turistici” del Principato rientrano
musei, famose manifestazioni culturali e sportive, fiere, saloni, mostre, ecc..
134
71 - A titolo di confronto, si noti come a San Marino la percentuale dei posti letto in alberghi a 4 stelle (non esistono alberghi 5 stelle) è circa il 30%.
72 - Le Louis XV, Hôtel de Paris, chef Alain Ducasse.
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Turismo d’affari
Nell’ultimo anno (2006) anche il turismo d’affari mostra segnali di crescita, con un incremento del 4%
annuo degli arrivi e del 6% delle presenze in hotel73.
Il Principato di Monaco offre strutture ricettive di altissimo livello per la realizzazione di eventi business (primo
tra tutti il “Grimaldi Forum Monaco”), grazie alle quali è diventato una città di congressi di primo piano.
Nel 2005 sono stati realizzati 454 eventi, rispetto ai 389 del 2004. Monaco detiene circa il 30% della
quota di mercato nell’intera Costa Azzurra, e punta ad accrescere ulteriormente il proprio peso, anche
diffondendo la propria immagine di location per eventi business attraverso mirate campagne pubblicitarie
(si veda figura 93).
Figura 93. Principato di Monaco, campagna pubblicitaria – Fonte: Il Sole 24ore, ottobre 2006
Dotazione infrastrutturale
6
Affinché questo sistema di offerta turistica sia pienamente fruibile è necessario che i turisti possano
raggiungere il Principato facilmente e comodamente. Anche sotto questo punto di vista Monaco è
all’avanguardia, avendo sviluppato un moderno sistema di infrastrutture di trasporto.
Degno di nota è il servizio di elitrasporto. Una compagnia di elicotteri garantisce il collegamento tra
l’aeroporto di Nizza e l’eliporto del Principato di Monaco in solo 6 minuti di volo (sono previsti 70
collegamenti al giorno, sette giorni su sette, ad un costo inferiore ai 100 Euro per tratta di percorrenza).
Oltre ad essere facilmente raggiungibile per mezzo dell’autostrada, Monaco dispone anche di una
moderna stazione ferroviaria sotterranea in cui fanno tappa i treni delle principali linee che collegano le
maggiori città europee (ad esempio i TGV, treni ad alta velocità, provenienti e diretti a Parigi).
73 - Fonte: “An increase in the tourist industry in Monaco in 2006”, Portail officiel du Gouvernement Princier, www.gouv.mc, 13/02/2007.
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INTERNAZIONALI
Linee guida per il futuro
Il successo monegasco in campo turistico sarà perseguito con decisione anche nei prossimi anni, nei quali
Monaco cercherà di rafforzare ulteriormente la propria posizione. Le linee guida del piano strategico per
il turismo al 2015 sono state identificate nelle seguenti azioni74:
1. Posizionare Monaco come destinazione internazionale di svago per soggiorni di breve e lunga
durata ed aumentare la permanenza media dei turisti;
2. Favorire una crescita significativa degli eventi legati al turismo d’affari attraverso le azioni del
Monaco Convention Bureau;
3. Incrementare il numero di visitatori in giornata attraverso attività e attrazioni culturali;
4. Posizionare Monaco come principale porto turistico (navi da crociera e yacht) del Mediterraneo;
5. Diventare il punto di riferimento per la qualità e l’ospitalità offerta ai turisti.
6.3.3 I fattori chiave del successo del Principato di Monaco
Gli elementi sui quali il Principato di Monaco ha saputo costruire il proprio sviluppo, in particolare nel turismo,
ma anche in altri settori rilevanti come la finanza75, possono essere identificati nei seguenti:
- capacità di definire una chiara visione del futuro per il Paese e predisporre le azioni necessarie per
tradurla in realtà. Nel caso del turismo appare evidente come il Principato abbia compiuto una
precisa scelta di posizionamento nel segmento del turismo di alta qualità ed abbia agito
coerentemente per realizzare un sistema di prodotti e servizi turistici adeguati a tale scelta. Per il
principato di Monaco la visione è quella di diventare il marchio turistico numero uno a livello
mondiale per il turismo di lusso (T.W.1.L.B. - Tourism World’s n°1 Luxury Brand76);
- capacità di innovare e discontinuare. Se lo sviluppo del territorio è stato trainato inizialmente dalla casa da
gioco, successivamente il Paese ha saputo legare le proprie sorti ad altri driver di crescita, come il turismo
d’affari e la finanza, ed ha saputo legare il proprio nome ad elementi fortemente attraenti per l’immagine
internazionale del Principato come la solidarietà, la cultura, la ricerca scientifica e il rispetto dell’ambiente;
- garantire ai residenti, e soprattutto agli investitori, le migliori condizioni per vivere e fare business. Oltre alla
leva fiscale, Monaco ha individuato nella stabilità e nella sicurezza forti elementi di competitività
territoriale. La stabilità politica è una condizione necessaria per poter definire, e soprattutto perseguire
concretamente, la visione strategica di lungo periodo di un sistema-Paese e per poter offrire ad operatori
interni ed investitori esterni stabilità, certezza e trasparenze delle regole. A riguardo, il Principe Alberto di
Monaco ha recentemente sottolineato che “[..] Small states like Monaco offer stability, a long term vision
which enables the implementation of vital projects, an economic model which is both liberal and social,
direct circuits of decision, and most importantly optimal security for the people and their belongings. [..]
Monaco is a stable, sovereign and independent State. [..] Our constitutional monarchy allows the
implementation of long-term plans and strategies77”.
6
136
74 - “1. Position Monaco as a leisure international destination for short and long stays and extend the average length of stay; 2. Develop significant growth of business tourism events
through the Monaco Convention Bureau; 3. Grow the number of day visitors through cultural activities; 4. Position Monaco as the Mediterranean’s primary cruise port; 5.
Become a reference for the quality of the hospitality extended to visitors”. Fonte: Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, intervento all’Advisory
Board “Osservatorio Turismo”, The European House - Ambrosetti, 17 luglio 2006.
75 - Monaco è sede di circa 50 istituti di credito, comprese filiali di importanti banche francesi (come Credit Lyonnais e BNP Paribas) e primari istituti internazionali (ad esempio
American Express, ABN Amro, Barclays, Lloyds TSB e altri). Il totale dei depositi amministrati ammonta a circa 65 miliardi di dollari.
76 - Fonte: Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, intervento all’Advisory Board “Osservatorio Turismo”, The European House - Ambrosetti, 17 luglio 2006.
77 - Fonte: Intervento del Principe Alberto di Monaco al Forum The European House - Ambrosetti “Intelligence 2006: on the World, Europe and Italy”, Villa d’Este - Cernobbio, 1 settembre 2006.
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6.4 IL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN
6.4.1 Introduzione
Il caso del Liechtenstein rappresenta una storia di successo unica in Europa, anche se sostanzialmente
poco conosciuta.
Ottenuta la piena sovranità nazionale nel 1806, si presenta come uno Stato povero e principalmente rurale,
abitato da circa 8 mila persone. Tra la fine del diciannovesimo secolo e i primi anni del ‘900 il Liechtenstein deve
affrontare un’ondata di emigrazione, una devastante esondazione del Reno e la crisi economica degli anni venti.
A partire dagli anni quaranta avviene una progressiva trasformazione da Paese principalmente agricolo
ad uno dei Paesi più avanzati dell’Europa Continentale, fondato su un un’industria tecnologicamente
avanzata e ad alto valore aggiunto.
6.4.2 Le caratteristiche dell’economia e la situazione economica corrente
Il Liechtenstein è un Paese di circa 35 mila abitanti e si estende su un’area di 160 chilometri quadrati.
6
Figura 94. Il Principato del Liechtenstein, Scheda Paese – Fonti: rielaborazioni The European House - Ambrosetti su dati
CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs
Le cifre relative all’occupazione sono particolarmente elevate: a fronte di una popolazione di 34.905
abitanti, i posti di lavoro sono 30.170 (dati al 2005). Questo è possibile grazie al numero molto elevato di
lavoratori frontalieri (circa 15 mila, provenienti dall’Austria, dalla Svizzera e dalla Germania). Il tasso di
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disoccupazione nel Liechtenstein è tradizionalmente molto basso, aggirandosi intorno al 2%.
L’economia è piuttosto diversificata e oggi si basa principalmente sulla produzione industriale e
manifatturiera (42% del valore aggiunto del Paese e 44% degli occupati); i servizi generali assumono un
peso inferiore (a differenza, ad esempio, degli Stati europei confinanti78). I servizi finanziari tuttavia hanno
un peso rilevante (24% del valore aggiunto e 15% degli occupati). L’agricoltura mantiene invece un peso
modesto (7% del valore aggiunto totale) e impiega solo il 2,4% della forza lavoro totale.
Figura 95. Valore Aggiunto del Liechtenstein per settore, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs
6
Figura 96. Occupati in Liechtenstein per settore, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da
“Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs
Il Direttore dell’ufficio degli Affari Economici di Vaduz, Hubert Buchel, ha recentemente definito il proprio
Paese come “a high-tech, industrialised country with a strong financial services sector and a national budget
that is balanced in the normal way 79”.
138
78 - La percentuale di occupati nel settore industriale in Svizzera è del 23,7%, in Austria del 27,8% e in Germania del 29,9%, rispetto al 42% del Liechtenstein. D’altro canto gli
impiegati nei servizi in Svizzera sono il 72,5%, in Austria il 66,8% e in Germania il 67,8%, rispetto al 54% in Liechtenstein.
79 - Buchel Hubert, Director, Office of Economic Affairs, “Liechtenstein – An Example of Economic Freedom and a Free Market Economy”, Vaduz, 2003.
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Industria e manifattura
Il settore industriale è caratterizzato dalla presenza di imprese di dimensioni piccole e medie, altamente
specializzate e tecnologicamente avanzate.
Questo è dovuto ad alcuni particolari fattori, che hanno spinto le imprese a specializzarsi in particolari settori
ad elevato valore aggiunto e verso mercati di nicchia:
- l’assenza di materie prime disponibili sul territorio, la modesta superficie territoriale e la ridotta
disponibilità di forza lavoro, che hanno impedito lo sviluppo dell’industria pesante;
- il livello elevato del costo del lavoro, che non ha reso possibile l’istaurarsi di un’industria labour intensive;
- la decisione dei governi di non introdurre aiuti statali/sussidi a sostegno dell’attività economica del
Paese e delle sue esportazioni, che ha consentito la sopravvivenza delle sole imprese capaci di
affermarsi sui mercati internazionali per la qualità dei propri prodotti e servizi.
Questi elementi hanno così favorito lo sviluppo di una forte cultura imprenditoriale, tale da rendere le
aziende del Paese in grado di competere con successo a livello internazionale.
La dimensione ridotta del mercato interno ha spinto le aziende a ricercare il successo nei mercati esteri
(sia in Europa che oltreoceano, figura 97). Nell’ultimo decennio, le esportazioni del Liechtenstein sono
aumentate di circa l’80%, per un totale di circa 5,5 miliardi di franchi svizzeri (circa 3,7 miliardi di Euro).
6
Figura 97. Esportazioni delle imprese industriali per area geografica, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House
- Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs
L’industria del Liechtenstein si è focalizzata soprattutto su settori ad alto valore aggiunto, senza
pianificazione e sostegno da parte del governo. Si tratta, ad esempio del settore della meccanica
avanzata, dell’ingegneria edilizia, dell’elettronica, dell’automotive, delle tecnologie medico-dentistiche, degli
apparecchi di precisione e misurazione, ecc..). Sono numerosi i casi di eccellenza tra le imprese del
Liechtenstein, alcune delle quale sono leader mondiali in particolari settori di nicchia80.
80 - A titolo di esempio: Hilti, leader mondiale nelle tecnologie di ancoraggio nel settore edilizio, Hoval, tra i leader globali nel settore delle caldaie e dei sistemi di condizionamento,
Ivoclar Vivadent, specializzata in prodotti dentali. Tra le imprese multinazionali, l’austriaca Swarovsky ha scelto il Liechtenstein per basare il suo principale centro di produzione e
logistica.
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Tale tipologia di produzione richiede però una costante attività di ricerca e sviluppo: a titolo di esempio
si riporta che le imprese industriali della Camera per l’Industria ed il Commercio del Liechtenstein (LIHK)
hanno investito nel 2004 circa 307 milioni di franchi svizzeri in R&S (oltre 200 milioni di Euro).
Servizi finanziari
Il Liechtenstein dispone di un centro finanziario di primaria importanza, i cui attori sono 16 banche (alcune
delle quali sedi di istituti internazionali), 164 fondi di investimento locali e 239 fondi esteri, 31 fondi assicurativi,
41 fondi pensionistici e oltre 1300 intermediari finanziari di ogni tipo81.
In generale, a partire dagli anni ’90, lo sviluppo del settore è stato trainato dalla diversificazione dei prodotti
(specialmente fondi di investimento e assicurazioni) e dall’incremento del numero di partecipanti al
mercato. Anche a seguito di tali dinamiche, si è assistito al rafforzamento delle autorità statali di
regolamentazione e vigilanza del mercato e del sistema giudiziario.
Per quanto riguarda il sistema bancario, in particolare, a fine 2005 le banche del Liechtenstein
amministravano circa 78 miliardi di Euro di depositi clienti (a fronte di una somma di bilancio globale di
circa 21 miliardi di Euro), più del doppio rispetto a dieci anni prima. Esse si distinguono per la centralità dei
servizi di private banking e per la stretta collaborazione con asset manager altamente professionali.
Figura 98. Esportazioni Ammontare dei depositi, 1990-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti
da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affaires
Occorre infine rilevare che il segreto bancario del Principato del Liechtenstein è per legge assoluto: questo
Paese assegna alla sfera privata priorità assoluta, attribuendo ad essa un valore molto più elevato anche
rispetto alla vicina Svizzera. Rimane perciò l’ultimo vero bastione del segreto bancario in Europa. Per questa
ragione, la pressione che tutti gli organismi internazionali stanno esercitando su di esso è molto forte e
probabilmente porterà presto ad una attenuazione del grado di segretezza delle informazioni finanziarie.
6
81 - Fonte: sito web del Principato del Lussemburgo, www.liechtenstein.li/en.
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6.4.3 Gli elementi di una strategia vincente
I principali fattori che spiegano la formidabile evoluzione economica del Liechtenstein, soprattutto in
campo industriale, possono essere riassunti nei seguenti:
- ambiente di business favorevole all’impresa, caratterizzato tra l’altro da:
• un ordinamento legale, sociale ed economico stabile;
• una regolamentazione liberale che sostiene l’iniziativa imprenditoriale;
• la cooperazione delle parti sociali (in Liechtenstein non si è mai verificato uno sciopero);
• un sistema fiscale favorevole per imprese (in particolari holding e fondazioni) e residenti;
• la presenza del segreto bancario, che ha la finalità di salvaguardare la riservatezza degli investitori;
• L’unione doganale e monetaria con la Svizzera e l’appartenenza all’European Economic Area, EAA82.
- apertura ai mercati internazionali e alla forza lavoro frontaliera, altamente qualificata;
- orientamento all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni di qualità superiore per
eccellere nei mercati di riferimento;
- cultura imprenditoriale diffusa e attenzione all’istruzione e alla formazione del capitale umano83.
6.5 IL GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO
6.5.1 Caratteristiche generali e dell’economia
Il Granducato di Lussemburgo, ubicato nel cuore dell’Europa fra il Belgio, la Francia e la Germania, ha una
superficie di 2.586 km2.
6
Figura 99. Il Granducato di Lussemburgo, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su
dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Eurostat, 2007
82 - L’EEA è costituita dai 27 Paesi membri dell’Unione Europea, più Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Questi ultimi 3 Paesi, desiderando partecipare al Mercato Interno dell’UE, pur non intendendo
dare piena adesione all’Unione, si impegnano a promuovere il continuo ed equilibrato rafforzamento dei loro rapporti economici con i Paesi membri dell’UE a pari condizioni di competizione.
83 - A riguardo è stato creato il Competence Center for Small and Medium Sized Businesses, sotto la direzione della Liechtenstein University of Applied Sciences, per supportare e sviluppare un economia ad
elevato valore di conoscenza e competenza, supportare i giovani imprenditori e le nuove attività imprenditoriali e promuovere una sempre più stretta collaborazione tra ricerca e impresa.
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A riprova del suo carattere e della sua apertura internazionale, il 39% dei 275 mila abitanti sono stranieri,
per lo più cittadini di altri Stati membri dell’Unione Europea. Lussemburgo è inoltre la sede di varie importanti
istituzioni europee come la Banca Europea per gli Investimenti, la Corte di Giustizia e la Corte dei Conti.
Il benessere è molto elevato, tanto che il Prodotto Interno Lordo pro capite è di gran lunga il più alto tra i Paesi
membri dell’Unione Europea (più del doppio della media europea), degli Stati Uniti e del Giappone (figura 100).
Figura 100. PIL pro capite a parità di potere di acquisto (indice media EU-25 = 100) dei Paesi membri dell’UE, Stati
Uniti e Giappone, 2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2007
6
Figura 101. Evoluzione del PIL (Lussemburgo vs. UE-15), tasso di crescita del PIL reale, 1997-2006 –
rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2007
Fonte:
Come mostra la figura 101, l’economia del Lussemburgo è cresciuta per anni a ritmo di record, almeno fino
al 2001. A partire dal 2003, superata la grave crisi finanziaria internazionale, cui si è aggiunta l’instabilità
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a livello mondiale provocata dai tragici eventi dell’11 settembre, i tassi di crescita dell’economia del
Lussemburgo hanno ripreso ad aumentare. Si può notare inoltre che negli ultimi 10 anni il Lussemburgo è
cresciuto costantemente ad un tasso molto maggiore rispetto alla media dell’Unione Europea a 15 Paesi.
Sempre negli ultimi 10 anni, il PIL a valori nominali è raddoppiato, passando da 16,3 miliardi di Euro nel 1997
a 32,3 miliardi di Euro nel 2006, con un tasso di crescita medio annuo del 7% circa (figura 102).
Figura 102. Evoluzione del PIL, valori di mercato, 1997-2006. Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti
su dati Eurostat, 2007
Il Lussemburgo ha fondato il proprio sviluppo partendo dagli asset consegnatigli dalla storia (posizione
geografica strategica, sovranità e segreto bancario) e puntando con forza sull’apertura internazionale e
sull’attrazione di capitali, soprattutto in ambito finanziario.
L’economia lussemburghese è infatti fortemente connotata dai servizi (circa l’80% del PIL), ed in
particolare dall’attività finanziaria, che rappresenta il 30% del Prodotto Interno Lordo ed impiega circa 30
mila persone (circa il 14% della popolazione attiva).
In Lussemburgo non esistono ostacoli alla libera circolazione delle merci e vengono incoraggiati gli
investimenti stranieri. Nessuna restrizione è prevista in materia di transazioni di capitali, di trasferimenti
correnti, di acquisto di immobili o di accesso a valute estere.
6
6.5.2 La piazza finanziaria: attori, prodotti e servizi
Il Lussemburgo è una delle più importanti piazze finanziarie d’Europa, sede di società e holding
multinazionali, di grandi società di investimento e di intermediari finanziari.
La piazza finanziaria lussemburghese è in grado di offrire una gamma completa di servizi commerciali e
finanziari sia all’investitore privato che a quello istituzionale.
Nei vari segmenti del settore dei servizi finanziari il carattere multinazionale del Lussemburgo assume una
funzione di particolare rilievo.
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Nella capitale sono registrate oltre 150 banche universali. Alcune di esse operano anche sul mercato
interno, ma la maggior parte – filiali o succursali di grandi istituti bancari – concentra le proprie attività sui
mercati internazionali. Il maggiore gruppo di banche, con quasi 50 istituti, proviene dalla Germania;
seguono Belgio (circa 20), Francia (circa 20), Italia (15) e Svizzera (più di 10).
Il settore bancario del Lussemburgo, che soli 35 anni fa aveva dimensioni trascurabili, a partire dagli anni ‘80 è
cresciuto in modo esponenziale ed ha raggiunto rapidamente un elevato livello di competitività (figure 103 e 104).
Figura 103. Bilancio totale delle banche lussemburghesi, 1970-2005 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF)
6
Figura 104. Conti profitti e perdite delle banche lussemburghesi, 1980-2005 – Fonte: rielaborazione The European
House - Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF)
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Circa 23 mila dipendenti producono un risultato netto complessivo di oltre 3,5 miliardi di Euro, garantendo
allo stato lussemburghese, dal settore finanziario, un gettito fiscale di circa 800 milioni di Euro.
Alla Borsa valori di Lussemburgo sono attualmente quotati circa 37 mila titoli - in grandissima parte
eurobbligazioni84 - emessi da circa 4.100 istituti di più di 100 Paesi diversi.
Gli organismi d’investimento collettivo con sede nel Lussemburgo possono assumere la forma di fondi
comuni d’investimento, di società d’investimento a capitale variabile o di società d’investimento a capitale
fisso. Anche in questo caso la crescita negli ultimi anni è stata molto rilevante (figura 105).
Figura 105. Fondi di investimento lussemburghesi, attivo netto, 1980-2006 – Fonte: rielaborazione The European House
- Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF)
Il Lussemburgo è la prima piazza europea per i fondi di investimento (figura 106) e la seconda al mondo,
dopo gli Stati Uniti.
6
Figura 106. Attivi netti (in miliardi di Euro) degli organismi d’investimento colletivo (OIC) in Europa alla fine di dicembre
2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da “The State of the European Investment Fund Industry
at End 2006”, European Fund and Asset Management Association (EFAMA)
84 - La borsa lussemburghese è una delle principali sedi internazionali per la quotazione di obbligazioni. Circa il 70% delle obbligazioni internazionali quotate in Europa sono
quotate alla Borsa di Lussemburgo. Fonte: Federation of European Securities Exchanges (FESE).
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Infine, per quanto riguarda il settore assicurativo, in Lussemburgo sono basate 95 compagnie di
assicurazione e 273 compagnie di riassicurazione (dati alla fine del 2004). È possibile rilevare non solo
una crescente collaborazione tra le banche e le compagnie di assicurazione, ma anche una maggiore
integrazione tra le attività bancarie e quelle assicurative.
La visione del futuro per il Lussemburgo è quella di essere una piazza finanziaria innovativa e tale
tendenza si sta già evidenziando attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni finanziarie che includono le
strutture di Private Equity quali le SICAR (società di investimento a capitale a rischio), i fondi pensione, gli
Hedge Funds ed altri prodotti che si sviluppano grazie al know-how ed alle infrastrutture qualitative
dell'esistente settore finanziario.
6.5.3 La piazza finanziaria: i punti di forza e le ragioni del successo
Solidità, qualità, efficacia e diversità rappresentano i punti di forza della piazza finanziaria del
Lussemburgo. Gli elementi su cui si fondano questi punti di forza sono rappresentati in figura 107.
Figura 107. I punti di forza della piazza finanziaria del Lussemburgo – Fonte: The European House - Ambrosetti
6
Come si può notare, la discrezionalità e la confidenzialità (garantite in linea di massima dal segreto
bancario85) e la fiscalità vantaggiosa, pur essendo elementi di indubbia importanza, sono associati ad altri
numerosi fattori che concorrono a fare del Lussemburgo una primaria piazza finanziaria.
Per fare la differenza in questo settore sono infatti necessari una grande qualità e professionalità del
capitale umano, la presenza di istituti bancari internazionali di primaria importanza, una certa
diversificazione dei prodotti e servizi offerti, rapidità di reazione ai cambiamenti del mercato, una rete
distributiva efficiente ed un elevato grado di flessibilità da parte delle autorità, pur mantenendo rigorosi
standard di vigilanza su banche, fondi e assicurazioni.
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85 - Lo Stato intende certamente difendere e mantenere il segreto bancario. Tuttavia, secondo l’art. 41 della legge lussemburghese sul settore finanziario, che regola ampiamente
il segreto bancario, l’obbligo di segretezza delle banche e di altre istituzioni finanziarie non ha consistenza davanti alla giustizia penale od alle Autorità di sorveglianza. In caso
di indagine di diritto penale o di istanza di assistenza giudiziaria il segreto bancario viene abrogato e i conti sospetti vengono congelati. Per contro, nell’ambito di un processo
civile un impiegato di banca non può essere costretto alla rivelazione di dati relativi al cliente. Anche il Lussemburgo ha aderito al nuovo regolamento UE, che prevede la
tassazione degli interessi maturati sui depositi tutelati dal segreto bancario.
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6.6 SINGAPORE
6.6.1 Caratteristiche generali e dell’economia
Singapore si caratterizza per essere contemporaneamente isola, città e stato. La superficie totale della
Repubblica di Singapore, includendo le isole limitrofe alla principale, è di 704 Km2.
Nonostante la ridotta estensione territoriale, la crescita economica di Singapore è stata dirompente e la
forza del Paese è stata quella di riuscire a proporsi come fiorente centro commerciale e produttivo nel
cuore del sud-est asiatico.
Figura 108. Il Granducato di Lussemburgo, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su
dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Singapore Department of Statistics, 2007
6
Singapore infatti ha tratto indubbiamente beneficio dalla propria localizzazione geografica, essendo
situato in un’area strategica per i traffici commerciali, ricca di risorse minerali e naturali ed inserita in un
mercato regionale di oltre mezzo miliardo di persone.
Se la posizione geografica rappresenta una delle condizioni di base che hanno permesso lo sviluppo del
Paese, altrettanta importanza riveste il carattere della sua popolazione (quasi 4,5 milioni di persone) e la
sua composizione (in prevalenza cinesi, malesi e indiani): in assenza di risorse naturali, infatti, il principale
punto di forza di Singapore è costituito dalla laboriosità e dalla capacità di adattamento e di ripresa dei
propri abitanti. La forza lavoro ha raggiunto negli anni un’alta specializzazione, grazie al crescente
orientamento dell’industria singaporeana verso produzioni capital intensive piuttosto che labour intensive, ed
il governo favorisce l’istruzione e la formazione del capitale umano attraverso le proprie politiche.
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INTERNAZIONALI
Negli ultimi 10 anni Singapore ha sperimentato una crescita economica a tassi molto elevati, interrotta solo
nel 1998 e nel 2001, in concomitanza della difficile congiuntura del continente asiatico nel 1998 e degli
attacchi terroristici agli Stati Uniti nel 2001 (figura 109).
Figura 109. Evoluzione del PIL, tasso di crescita del PIL reale, 1997-2006 – Fonte: rielaborazione The European House
- Ambrosetti su dati Singapore Department of Statistics, 2007
Questo rapido sviluppo è stato reso possibile da alcune importanti caratteristiche dell’economia, che
possono essere individuate nelle seguenti:
- Singapore ha un sistema economico aperto e basato sulla libera economia di mercato (senza
restrizioni per gli investitori stranieri, alla proprietà e alla assunzione di esperti stranieri) e sulla libertà
di movimento di capitali e di utili (gli utili da capitale non sono tassati);
- si tratta di un sistema economico duttile e flessibile con un controllo burocratico minimo, capace di
essere tempestivo nel rispondere ai mutamenti esterni;
- il rapporto tra attività pubbliche e private è molto stretto.
6.6.2 Apertura internazionale
Il grado di apertura del Paese al commercio ed agli Investimenti Diretti Esteri (IDE) è massimo ed al
contempo permeato di pragmatismo.
6
Il valore totale del commercio di merci (esportazioni più importazioni) corrispondeva al 368% del PIL nel
2005, a differenza, per esempio, del 20% del Giappone86. Singapore fa parte dell’associazione dei Paesi
asiatici denominata ASEAN87 e ha costituito nel 1990 con Malesia ed Indonesia il “Triangolo di Crescita88”. Al
tempo stesso, la politica commerciale di Singapore si è rivolta ultimamente a tessere una fitta rete di Accordi
di Libero Scambio bilaterali con i principali partner economici per proseguire e rafforzare i processi di
liberalizzazione commerciale, finanziaria e dei servizi anche con gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea.
148
86 - Fonte: World Bank, 2007. Questo valore, tuttavia, include il volume degli scambi della riesportazione, vista la posizione strategica di Singapore e dei suoi eccellenti porti. Le
riesportazioni hanno rappresentato il 45,8% delle esportazioni totali nel 2005.
87 - Si tratta di un raggruppamento regionale di Paesi di cui fanno parte Brunei, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam, Laos e Myanmar, che si sono prefissi di
aumentare la propria soglia di competitività tramite la progressiva liberalizzazione dei commerci e degli investimenti intra-regionali, attraverso l’introduzione di tariffe comuni preferenziali.
88 - Si tratta di uno sforzo comune indirizzato a sviluppare la competitività della regione, per consentire l’arrivo di investitori decisi a sfruttare le enormi risorse presenti. Johor (una regione della
Malesia) e le Riau Islands (Indonesia) contribuiscono con le loro risorse naturali (terreni, gas e forza lavoro), mentre a Singapore è demandato il compito di fornire i manager con le
competenze idonee allo sviluppo dell’area. I tre partner, sebbene ad un differente grado di sviluppo economico, si completano così vicendevolmente, generando numerose
opportunità di investimento.
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Il recente sviluppo di Singapore è stato trainato in particolare dagli Investimenti Diretti Esteri, soprattutto nei
settori dell’ICT, dell’elettronica e dei servizi finanziari.
Nel 2005 i flussi di investimenti provenienti dall’estero hanno superato i 20 miliardi di $, contribuendo per
il 78,9% alla formazione del capitale fisso lordo. Come risulta dal grafico successivo, il tasso di crescita degli
IDE negli ultimi anni è stato molto elevato, con una media tra il 2002 e il 2005 pari al 28,6%.
Figura 110. Flussi di Investimenti Diretti Esteri a Singapore, 2002-2005 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Investment Report 2006, United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD)
I Paesi che hanno investito maggiormente a Singapore negli ultimi anni sono gli Stati Uniti (in particolare
attraverso le multinazionali del settore ICT come HP, IBM e Motorola), il Giappone e il Regno Unito (figura 111).
6
Figura 111. I maggiori investitori a Singapore: Paesi e società – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti
su dati LOCOmonitor, FDI by country, 2007
L’attrattività di Singapore è dovuta in generale alla grande trasparenza e snellezza burocratica garantita
dal governo ai potenziali investitori e ad un regime fiscale molto favorevole. Le leggi sugli investimenti
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esteri sono eque e chiare e pongono poche limitazioni ed incertezze agli investitori stranieri. Gli operatori
economici locali e stranieri sono soggetti alle stesse regole e quasi tutti i settori sono completamente
liberalizzati ed aperti alla proprietà estera e all’impiego di capitale umano specializzato straniero.
Singapore può offrire inoltre eccellenti infrastrutture ed è unanimemente riconosciuto come il centro di
telecomunicazioni più importante del sud-est asiatico.
Per tutti questi fattori, Singapore risulta essere il Paese con il migliore ambiente di business al mondo,
secondo quanto riportato anche da un’indagine annuale della Banca Mondiale (Doing Business 2007, how
to reform), figura 112.
Figura 112. Classifica internazionale dell’ambiente di business, 2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Bank, “Doing Business 2007, how to reform”
6.6.3 La piazza finanziaria
6
A partire dagli anni ’70 il governo identificò i servizi finanziari come uno dei settori chiave per lo sviluppo
futuro del Paese e approntò le misure necessarie per il loro sviluppo (incentivi fiscali, potenziamento delle
infrastrutture, ecc.) e per la loro successiva diversificazione e specializzazione.
Oggi, Singapore è un centro finanziario e valutario di primaria importanza, che ha indubbiamente
beneficiato della crescente apertura internazionale dell’economia e dei flussi di investimenti provenienti
dall’estero.
La città stato è sede di una borsa molto vivace, riconosciuta essere la più importante della regione per
strumenti finanziari a termine, del quarto mercato mondiale dei cambi in ordine di importanza ed ospita
più di 700 banche internazionali ed altri istituti finanziari.
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Al riguardo la Banca Centrale di Singapore (Monetary Authority of Singapore, MAS) ha messo in atto una
strategia ben definita volta ad attrarre nel Paese i migliori istituti bancari internazionali: “Since 1971, the
government of Singapore has sought to attract representation by a variety of foreign banks in terms of
countries and geographical regions”.
In primo luogo Singapore può contare su una posizione geografica e temporale (fuso orario) vantaggiosa
e su un efficiente sistema infrastrutturale (in primis telecomunicazioni) che permettono alle istituzione
finanziarie di commerciare con l’Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone nell’arco di tempo di una giornata
lavorativa. La presenza diffusa di manodopera altamente specializzata in ogni campo rappresenta un
ulteriore fattore che ha reso possibile il successo del Paese a livello finanziario. Inoltre, per incoraggiare una
continua innovazione dei prodotti e servizi offerti dalla piazza finanziaria, il MAS concede generosi incentivi
fiscali alle istituzioni finanziarie coinvolte in attività ad alto valore aggiunto.
6.6.4 Attrattività e meccanismi di attrazione
Non pago degli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni in termini di sviluppo economico e sociale, il governo
di Singapore sta mettendo in atto una serie di meccanismi di attrazione per incrementare ulteriormente la
propria competitività ed attrattività territoriale:
- concorrenza fiscale (nel 2007 è in programma un’ulteriore riduzione della tassa sui redditi di
impresa, portata al 18%, nonché l’adozione di varie misure volte a favorire l’attività delle piccole e
medie imprese);
- segreto bancario (Singapore vanta un regime del segreto bancario molto restrittivo e
recentemente, per rendere ancora più attrattiva la sua piazza finanziaria, ha reso più severe le pene
per chi viola l’obbligo di riservatezza);
- attrazione di istituzioni finanziarie (attraverso incentivi mirati, sono stati messi a punto package di
attrazione estremamente interessanti, tanto per le istituzioni quanto per i professionisti che vi
lavorano) ;
- investimenti in ricerca e sviluppo (è stato creato un fondo pubblico, il R&D Trust Fund, gestito dalla
National Research Foundation, alimentato ogni anno dal Governo di Singapore con 500 milioni di
$, destinati ad essere integralmente investiti in attività di ricerca);
- investimenti in capitale umano (dal 2007 il Governo triplicherà gli investimenti in capitale umano
– “lifelong learning”, portandoli a 500 milioni di $ all’anno);
- semplificazioni burocratiche (Singapore sta diventando uno dei luoghi al mondo più attrattivi per i
gestori di hedge funds per la velocità e la semplicità con la quale è possibile costituire nuovi fondi);
- politica della residenza (recentemente è stata creata una specifica politica della residenza a
beneficio delle persone interessate ad investire nel Paese, stabilmente, capitali superiori ai 15 milioni di $);
- attrazione di organizzazioni filantropiche (per dotare il Paese di una migliore immagine all’estero,
“The Government plan to make Singapore a hub for global philanthropic organisations89).
6
89 - Tharman Shanmugaratnam, Minister of Finance, Singapore, 2007.
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6.7 LA REGIONE AD AMMINISTRAZIONE SPECIALE DI MACAO
6.7.1 Introduzione
La Regione ad Amministrazione Speciale di Macao è un piccolo territorio sulla costa meridionale della Cina
(28,2 Km2), ex colonia portoghese, ritornato di proprietà della Cina il 20 dicembre 1999. La Cina applica
a Macao, allo stesso modo di Hong Kong, il principio “un Paese, due sistemi”, per cui Macao gode di un
elevato livello di autonomia governativa90 ed ha mantenuto inalterati il sistema capitalistico e gli stili di vita
acquisiti durante il periodo di sovranità portoghese.
Figura 113. La Regione ad Amministrazione Speciale di Macao, Scheda Paese – Fonti: rielaborazioni The European
House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and
Census Service, 2007
6
L’economia di Macao sta attraversando una fase di sviluppo senza precedenti, favorita dal boom
economico e dalla diminuzione del tasso di criminalità: negli ultimi 5 anni il PIL è cresciuto a tassi anche
superiori al 20% annuo, raggiungendo l’equivalente di 10,5 miliardi di Euro (figura 114), ed il surplus del
bilancio ha consentito la riduzione delle tasse.
Caratterizzata da un alto grado di internazionalizzazione, Macao dipende fortemente dalle esportazioni,
nonostante la domanda interna sia stata un fattore importante nella crescita economica degli anni
novanta. A partire dagli anni ’80, Macao ha progressivamente abbandonato la produzione manifatturiera
a favore del terziario.
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90 - Macao gode di autonomia fiscale e finanziaria, è un territorio doganale autonomo e ha potere legislativo, esecutivo e giudiziario distinti da quelli cinesi. Solamente gli affari
esteri e la difesa sono di competenza di Pechino.
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Figura 114. PIL a prezzi correnti e tasso di crescita reale del PIL, 1997-2006 – Fonte: rielaborazione The European House
- Ambrosetti su dati Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and Census Service, 2007
Attualmente l’economia di Macao si basa prevalentemente sul turismo, che impiega circa il 40% della
manodopera, sul settore bancario e su quello edilizio. Il miracolo economico di Macao è frutto in
particolare dell'apertura del mercato cinese, il mercato potenzialmente più grande del mondo, e dei
massicci investimenti stranieri nel territorio.
6.7.2 Il turismo e l’industria del gioco d’azzardo
Il turismo, strettamente collegato alle attività del gioco d'azzardo, rappresenta la voce principale
dell’economia di Macao.
Nel 2006 i visitatori sono stati quasi 22 milioni, per la stragrande maggioranza provenienti dai Paesi asiatici,
tra cui la Cina in particolare, i cui visitatori appaiono in forte crescita (figura 115). Il tasso di crescita medio
composto annuo del turismo a Macao è stato del 13,3% negli ultimi 7 anni.
6
Grazie soprattutto alla crescita del numero di potenziali turisti cinesi, spinti dall’aumento del benessere, dal
desiderio di conoscere nuovi luoghi e dalla passione per il gioco d’azzardo, il turismo di Macao è destinato
a raddoppiare entro il 2010, superando i 40 milioni di visitatori all’anno (figura 116).
Il motore trainante dell’economia della penisola è senza dubbio l’industria del gioco d’azzardo: Macao è
stata definita la “Las Vegas” asiatica91 per le numerose case da gioco diffuse in tutto il territorio. Il gioco
d’azzardo, infatti, costituisce circa il 30% del PIL e contribuisce per il 70% alle entrate fiscali governative92.
91 - Nel 2006 Macao ha addirittura superato Las Vegas per fatturato delle case da gioco.
92 - La vendita delle concessioni governative per il gioco d'azzardo alle 3 compagnie aggiudicatarie (dopo la fine del monopolio nel 2001), ha fruttato allo stato 2,2 miliardi,
circa il 33% del PIL di quell’anno. Il bilancio, grazie a tale vendita, è tornato in positivo.
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Figura 115. Numero di visitatori per Paese di origine, 2000-2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and Census Service, 2007
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Figura 116. Numero di turisti a Macao e tasso di crescita annuo, 1994-2010 (proiezioni) – Fonte: “Chinese Tourists,
Coming, ready or not!”, DSEC, CLSA Asia-Pacific Markets, 2006
Nel settembre 2001, è stata adottata una nuova disciplina del gioco d'azzardo, che ha abolito il sistema
monopolista93 ed ha permesso il rilascio di tre nuove licenze, con l’obiettivo di sviluppare il turismo legato
al gioco e di creare nuovi posti di lavoro.
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93 - Il 31 marzo 2002 si è concluso il monopolio del casinò della Sociedade de Turismo e Diversoes de Macao (STDM), del magnate Stanley Ho’s, a cui era stata concessa la
licenza nel 1962.
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Dall’avvio del processo di liberalizzazione, a Macao sono stati aperti nuovi casinò gestiti da imprese
straniere, comprese quelle con forte presenza a Las Vegas, e si sono insediate le più importanti catene
alberghiere mondiali.
Attualmente a Macao ci sono 25 case da gioco, che producono un fatturato di circa 55 miliardi di Pataca,
equivalenti a poco più di 5 miliardi di Euro (figura 117).
Figura 117. Numero di casinò e fatturato realizzato, 2002-2007 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati Gaming Inspection and Coordination Bureau, 2007
Nei prossimi 5 anni verranno costruiti a Macao 20 nuovi casinò ed alberghi, per un investimento totale che
supera i 10 miliardi di $. Per completare l’offerta turistica ed orientarla verso i turisti più facoltosi, con elevata
capacità di spesa, si punta anche alla realizzazione di ristoranti di altissima qualità94, eventi culturali,
congressi, esposizioni. Inoltre, per garantire l’innalzamento degli standard qualitativi della ricettività
alberghiera, è stato creato un istituto d’élite per la formazione dei professionisti del turismo (Institute for
Tourism Studies - ITS).
6
Macao si avvia così a diventare la prima destinazione per i turisti cinesi, superando Hong Kong.
6.8 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’analisi dei casi svolta nei paragrafi precedenti permette di identificare tre principali elementi che
accomunano le storie di successo e sviluppo territoriale presentate:
1. l’apertura internazionale (liberalizzazione e attrattività di investitori esteri);
2. la focalizzazione su precisi settori/ambiti di intervento (definizione di una chiara visione del futuro);
94 - Ad esempio, il nuovo grande casinò realizzato dal magnate Stanley Ho Hung-sun, il Gran Lisboa, comprende anche un ristorante, Don Alfonso 1890, affidato ai grandi chef
italiani Alfonso ed Ernesto Iaccarino, ai quali non sono stati posti limiti di spesa, in modo che il ristorante si possa approvvigionare direttamente dall’Italia, mantenendo inalterati
gli altissimi standard culinari del Don Alfonso di Sant’Agata sui Due Golfi, in provincia di Napoli.
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3. la capacità di attivare un percorso di cambiamento efficace con una logica di sistema e di
squadra, con un forte coinvolgimento di tutti gli attori del “tripode” della strategia competitiva
territoriale”95: l’Amministrazione Pubblica (la politica), la Comunità Economica, la Società Civile
(dal mondo dell’università/formazione/cultura a quello dei media).
I Paesi di piccole dimensioni, caratterizzati per definizione da risorse interne limitate, per poter crescere e
svilupparsi devono infatti necessariamente poter contare anche sulle risorse messe a disposizione da altri
Paesi, siano esse capitale o forza lavoro.
Per far questo occorre mettere in atto delle strategie volte ad attrarre investimenti e capitale umano sul
proprio territorio (in particolare attraverso la realizzazione di un ambiente di business favorevole agli
investimenti diretti esteri, come a Singapore, in Lussemburgo, in Irlanda e richiamando sul proprio territorio
risorse umane altamente qualificate, come nel Liechtenstein) e garantire le migliori condizioni nei rapporti
con l’esterno (come nel caso di Singapore, impegnata a stringere accordi di libero scambio con i propri
principali partner economici internazionali).
Questo non significa perdere la propria identità o rinunciare alle proprie peculiarità e tradizioni, ma – al
contrario – far leva proprio sui punti di forza ed asset disponibili (il segreto bancario, soprattutto in
Liechtenstein, Lussemburgo e Singapore, la stabilità e la sicurezza a Monaco, le agevolazioni del sistema
fiscale in tutti i casi presentati) per costruire vantaggi competitivi sostenibili in particolari settori ed ambiti
di specializzazione, derivanti tanto dalla tradizione del territorio (il segmento turistico del lusso a Monaco,
la finanza in Lussemburgo) quanto da precise scelte strategiche (l’industria ad alto valore aggiunto nel
Liechtenstein, il segmento turistico del gioco a Macao, la ricerca e sviluppo e l’economia della conoscenza
in Irlanda).
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95 - Modello sviluppato da The European House - Ambrosetti (si veda il Capitolo 1).
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