Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 118 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 119 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.1 INTRODUZIONE Nel corso di questo capitolo si intendono analizzare alcuni esempi eclatanti di strategie territoriali di successo. In primo luogo desideriamo approfondire il caso dell’Irlanda, che in poco più di un decennio - tra i primi anni novanta ed il duemila - è riuscita a trasformarsi dal Paese più arretrato a livello europeo a quello più sviluppato, competitivo ed attrattivo (dopo il Lussemburgo), perseguendo una strategia fatta non solo di incentivi fiscali, ma anche di una straordinaria visione del futuro, che ha saputo mettere al centro istruzione, ricerca e innovazione, e di un’economia di mercato, libera ed aperta. Affrontiamo l’esperienza irlandese consapevoli delle enormi differenze esistenti tra un Paese di dimensioni così rilevanti e la “piccola” realtà di San Marino. Ciò nondimeno riteniamo che vi sia molto da apprendere da quanto coraggiosamente posto in essere dalla cosiddetta “Tigre Celtica”: se i contenuti di ciascun progetto di sviluppo sono necessariamente specifici a ciascuna realtà territoriale e risentono inevitabilmente della diversa scala dimensionale, gli aspetti di metodo e le scelte di fondo possono costituire al contrario utili elementi di verifica ed ispirazione. In particolare, il caso dell’Irlanda evidenzia come una strategia territoriale di successo, se vuole realmente far leva sui propri asset, le proprie vocazioni e peculiarità, deve reinterpretare questi elementi in chiave innovativa, ponendo in essere le condizioni necessarie alla costituzione di vantaggi competitivi sostenibili nelle aree ritenute critiche per lo sviluppo futuro. Oltre a quello irlandese, si è ritenuto di grande interesse anche l’approfondimento dei casi di alcuni piccoli Paesi, accomunati non solo dalle dimensioni, ma anche da caratteristiche intrinseche quali la presenza del segreto bancario e di sistemi fiscali molto favorevoli e dall’aver ottenuto, in tempi più o meno rapidi, elevati livelli di benessere e di crescita economica e sviluppo sociale, attraverso strategie territoriali ambiziose e di successo. 6 In generale, il loro successo può essere fatto risalire a: - la capacità di sfruttare al meglio la propria identità e le proprie peculiarità, fino a trasformarle nelle basi di vantaggi competitivi difendibili; - l’abilità nel definire una visione del futuro ambiziosa, realistica e di perseguire strategie vincenti in alcuni ambiti/settori ben identificati. Nel panorama internazionale sono stati scelti come benchmark per San Marino i casi di 5 Stati di piccole dimensioni e per ciascuno di essi è stato realizzato un breve approfondimento che identifica e descrive il driver di crescita principale del Paese e le strategie di sviluppo ad esso associate, che ne hanno decretato il successo (figura 75). 119 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 120 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 75. I casi di successo (benchmark) identificati e analizzati – Fonte: The European House - Ambrosetti 6 Figura 76. Piccoli Stati a confronto, valori riferiti al 2006 o all’ultimo anno disponibile – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007” e uffici statistici nazionali In questo modo è stato possibile identificare le strategie di maggior successo adottate a livello internazionale riguardo particolari settori/ambiti, che risultano di estremo interesse anche per San Marino, dai quali eventualmente trarre indicazioni per definire il suo percorso di sviluppo futuro. 120 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 121 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.2 L’IRLANDA, LA “TIGRE CELTICA” 6.2.1 Introduzione Ancora alla fine degli anni ’80, l’Irlanda era un Paese relativamente povero se paragonato alla media Europea. L’istruzione era scarsa, la crescita economica quasi nulla, la disoccupazione altissima, gli investimenti quasi assenti. In poco più di dieci anni, tra i primi anni ’90 e il 2001, anno di rallentamento dell’intera economia globale, l’Irlanda ha sperimentato uno sviluppo economico e sociale senza precedenti, come dimostrano i tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo irlandese, l’aumento del benessere della popolazione, l’inversione delle dinamiche demografiche ed occupazionali ed una crescita record degli Investimenti Diretti Esteri, diventando una delle economie di maggior successo al mondo. Le dinamiche descritte in seguito hanno fatto guadagnare all’Irlanda il soprannome di “Tigre Celtica”, in un parallelo con le quattro Tigri Asiatiche (Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan). 6.2.2 I numeri del successo Osservando il tasso di crescita reale del Prodotto Interno Lordo, la performance ottenuta dall’Irlanda negli ultimi 20 anni è risultata stabilmente superiore a quella degli Stati Uniti e dell’Unione Europea a 15 Paesi (figura 77). Nel quinquennio tra il 1996 ed il 2000, in particolare, il PIL è cresciuto ad un tasso medio annuo del 9,8%, più di tre volte rispetto all’UE e più del doppio rispetto agli Stati Uniti. 6 Figura 77. Tasso di crescita annuo del PIL reale di Irlanda, media UE-15 e Stati Uniti, anni 1986-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006 121 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 122 BENCHMARK INTERNAZIONALI Durante gli anni ’90 il benessere della popolazione, che può essere misurato in prima approssimazione dal PIL pro capite, è aumentato molto rapidamente. Dal confronto con i valori del Regno Unito, dell’UE e degli Stati Uniti (figura 78), si nota che nel 1989 il PIL pro capite dell’Irlanda misurato a parità di potere di acquisto era soltanto il 67% di quello del Regno Unito e il 71% della media UE-15. Nel 2000 ammontava a 30.532 $, maggiore sia della media europea (25.110 $) che del Regno Unito (26.332 $), e nel 2002 aveva raggiunto quello degli Stati Uniti. Oggi55 l’Irlanda può vantare il secondo PIL pro capite dell’Unione Europea (dopo il Lussemburgo), maggiore di un terzo circa rispetto alla media dei 27 Paesi europei. Figura 78. Andamento del PIL pro capite, misurato a parità di potere di acquisto, di Irlanda, Regno Unito, media UE-15 e Stati Uniti, anni 1975-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006 Uno dei più grandi successi dell’economia irlandese nel periodo della Tigre Celtica riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro e la conseguente riduzione della disoccupazione. 6 Dal 1990 al 2005 i posti di lavoro totali sono saliti da 1,1 milioni a 1,9 milioni, con un notevole incremento degli occupati nel settore dei servizi (figura 79). L’Irlanda oggi56 ha il terzo più basso tasso di disoccupazione tra i Paesi dell’Unione Europea (4,4%, dopo Danimarca e Paesi Bassi che fanno registrare il 3,9%). Se dal 1845 al 1950 ben 6 milioni circa di Irlandesi cercarono fortuna all’estero, oggi è l’Irlanda ad essere divenuta meta d’immigrazione, grazie all’aumento del benessere ed all’estrema flessibilità ed apertura del mercato del lavoro (l’Irlanda è stata uno dei pochi Paesi Europei che hanno aperto le proprie frontiere senza limite alcuno ai 10 nuovi membri dell’UE del 2004). Dal 1990 al 2005, la popolazione è aumentata 122 55 - Fonte: Eurostat, 2007. 56 - Fonte: Eurostat, 2007. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 123 BENCHMARK INTERNAZIONALI del 18% e il trend migratorio si è invertito, facendo registrare nel 2005 un saldo attivo di 194 mila unità (figura 80). Figura 79. Andamento del numero di posti di lavoro per settore, anni 1980-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati International Labour Organization (ILO), 2006 6 Figura 80. Popolazione e trend migratorio (miglia di persone), anni 1960-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati World Bank, 2006 123 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 124 BENCHMARK INTERNAZIONALI L'Irlanda applica da tempo una riuscita strategia di apertura che consiste nel creare un clima imprenditoriale favorevole all’attrattività di investimenti provenienti dall'estero. La figura successiva mostra i risultati di tale strategia: i flussi finanziari provenienti dall’estero, che nel 1996 erano pari appena al 3,6% del PIL, nel 2000 hanno raggiunto il 26,9% del PIL, crescendo di 7 volte. Figura 81. Flussi di IDE (in milioni di $ e in percentuale rispetto al PIL), anni 1985-2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati UNCTAD, 2006 6 Figura 82. Flussi di IDE (in percentuale rispetto al PIL) nei Paesi dell’UE, media anni 2002-2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati UNCTAD, 2006 124 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 125 BENCHMARK INTERNAZIONALI La media dei flussi di IDE negli ultimi tre anni disponibili (2002-2004), mostra che l’Irlanda ha il secondo più alto tasso di incidenza sul PIL tra i Paesi europei (dopo il Lussemburgo), tre volte maggiore della media europea (figura 82). 6.2.3 I fattori che spiegano il successo La crescita record dell'economia irlandese viene solitamente spiegata ricorrendo a due fattori principali: i fondi strutturali europei ed una fiscalità leggera, chiaramente orientata al mondo dell’impresa. Di seguito dimostreremo che si tratta di una lettura se non errata, quantomeno un po’ superficiale. L’Irlanda è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 1973 e ne ha tratto grandi benefici, a partire anzitutto dai trasferimenti di fondi da Bruxelles, impiegati con profitto per interventi sulle infrastrutture e per il miglioramento del sistema dell’istruzione, ottenendo significativi incrementi della produttività e dell’attrattività del Paese. Inoltre, far parte del mercato comune europeo ha significato per l’Irlanda la possibilità di diversificare le proprie esportazioni (in precedenza destinate prevalentemente al Regno Unito) e, fatto non meno importante, innalzare il proprio status a partner di pari livello dei grandi Paesi europei. Tuttavia i fondi strutturali europei hanno cominciato ad incidere sui conti di Dublino a partire dal 197457, senza però sollecitare in maniera efficace l'economia almeno fino alla fine degli anni '80, dunque per ben 15 anni. Inoltre, l’ammontare dei fondi assegnati da Bruxelles non ha mai ecceduto in media il 3% del PIL irlandese, non più di quanto abbiano ricevuto, ad esempio, il Mezzogiorno d’Italia o l'economia spagnola o greca nel medesimo periodo; Paesi - questi ultimi - che non hanno certo sperimentato i livelli di crescita e sviluppo dell’Irlanda. Pertanto, i fondi strutturali non sembrano poter giustificare da soli il brillante percorso di crescita realizzato dall'economia irlandese. Il sistema fiscale rappresenta certamente uno dei fattori più importanti che spiegano il successo dell’Irlanda, ma deve necessariamente essere posto in relazione con altri fondamentali elementi, che, messi a sistema, forniscono un quadro completo circa gli elementi che hanno reso possibile il periodo della Celtic Tiger (figura 83). 6 I principali fattori che spiegano il successo dell’Irlanda possono essere infatti identificati nei seguenti tre: - il sistema fiscale; - l’orientamento all’istruzione ed all’innovazione; - l’apertura economica. A questi si aggiungono indubbiamente anche altri aspetti, quali la predisposizione del settore pubblico e privato alla cooperazione, i già discussi effetti derivanti dall’ingresso nell’Unione Europea ed una serie di aspetti e caratteristiche propri della popolazione irlandese58. 57 - Nel 1973 l’Irlanda ha ricevuto dall’UE oltre 17 miliardi di Euro. 58 - Per la natura stessa del proprio territorio, gli irlandesi sono propensi ad adattarsi facilmente e a fornire in tempi brevi una risposta a qualsiasi esigenza del mercato. L’Irlanda, inoltre, ha potuto contare su un vantaggio demografico rispetto ai competitor europei, disponendo di una società relativamente giovane, e sfruttare il fatto di essere un Paese anglofono, fatto quest’ultimo che facilita enormemente i rapporti con le imprese americane. 125 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 126 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 83. Il sistema dei fattori che spiega il successo dell’Irlanda – Fonte: The European House - Ambrosetti Il sistema fiscale Il modello fiscale irlandese risulta sicuramente molto appetibile rispetto a quello vigente nella maggioranza dei Paesi dell’UE, specie con riferimento alle imposte gravanti sulle società. Come mostra la figura 84, l’Irlanda ha intrapreso fin dai primi anni ’90 la strada della riduzione del carico fiscale per le imprese, riducendo di 27,5 punti percentuali in 10 anni l’aliquota sui redditi di impresa: dal 40% nel 1994 al 12,5% nel 2003. Questo valore risulta essere il più basso tra tutti Paesi OCSE ed il secondo più basso dell’Unione Europea, dopo Cipro (10%). 6 L’Irlanda ha tradizionalmente fatto un uso innovativo - solo parzialmente attenuato dall’ingresso nell’UE, che ha comportato la necessità di adeguarsi ad alcuni standard più rigidi - della leva fiscale, per attrarre imprese internazionali. Inoltre, una caratteristica fondamentale delle politiche irlandesi, fiscali e non, è quella della stabilità e della certezza delle norme, caratteristiche molto apprezzate dai potenziali investitori esteri. A titolo di esempio, il regime di tassazione speciale del 10% sugli utili aziendali applicato a partire dal 1980 ad alcune categorie di imprese e per la localizzazione in determinate aree geografiche del Paese59, una volta eliminato a seguito delle richieste europee nel 1993, rimarrà comunque valido per le imprese che ne hanno beneficiato prima di quella data, fino al 201160. 126 59 - Ad esempio il Dublin’s International Financial Services Centre o l’area duty-free di Shannon. 60 - Fonte: Benjamin Powell, “Economic Freedom and Growth: The Case of the Celtic Tiger”, Cato Institute, Vol. 22, No 03, 2003. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 127 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 84. Trend dell’aliquota fiscale sui redditi di impresa, 1993-2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Bank, 2006 Istruzione e innovazione Già a partire dalla fine degli anni '80, i governi irlandesi hanno investito ingenti risorse nel potenziamento del sistema scolastico nazionale, in particolare verso l’istruzione superiore e la specializzazione tecnica all’interno dei Regional Technical Colleges, poi trasformati in Institutes of Technology. Il sistema formativo irlandese privilegia gli studi tecnici, scientifici ed informatici all’interno degli istituti superiori ed i corsi scientifici, di ingegneria ed economia nelle Università. Quest’impegno si è concretizzato in un netto aumento della partecipazione scolastica ed universitaria61 ed ha offerto alle multinazionali un ampio bacino di lavoratori ben qualificati. 6 Ad esempio, l’Irlanda può vantare la maggior concentrazione europea di laureati in materie tecniche e scientifiche tra i propri abitanti (figura 85). A partire dagli anni novanta il governo ha posto una forte enfasi sul mondo scientifico e della ricerca, istituendo la Science Foundation Ireland, organizzazione responsabile di attrarre i migliori ricercatori al mondo nei settori delle biotecnologie e delle ICT, identificati come settori chiave di sviluppo futuro, e di realizzare il Piano Nazionale di Sviluppo (National Development Plan) irlandese, orientato a mantenere un vantaggio competitivo nei settori scientifico-tecnologici. 61 - Dal 1992 gli studi universitari a carattere tecnico scientifico hanno registrato un incremento del 32%. Fonte: IDA, Industrial Development Authority. 127 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 128 BENCHMARK INTERNAZIONALI Istruzione, ricerca, innovazione e sviluppo sono oggi, insieme al fisco, le leve che orientano le scelte strategiche di Dublino sul terreno dell'economia e che hanno permesso in un decennio di incrementare la forza lavoro tanto in valore assoluto, quanto in termini di qualità e competenze. Figura 85. Numero di laureati in materie tecniche e scientifiche per mille abitanti, compresi nella fascia di età 20-29 anni, 2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2006 L'IDA, ovvero l'Industrial Development Authority, può competere oggi con le maggiori agenzie del mondo nell'attrarre capitali e progetti sul mercato irlandese proprio grazie a questa rivoluzione del lavoro e della formazione realizzata dai governi che si sono succeduti durante tutti gli anni novanta. Apertura economica A partire dagli anni settanta il governo irlandese iniziò ad abbandonare gradualmente le politiche protezionistiche per perseguire una strategia di crescita trainata dalle esportazioni (export-led). Il processo di liberalizzazione è proseguito anche negli anni ’80 e soprattutto ’90, incrementando la dipendenza dal commercio internazionale e rendendo l’Irlanda una delle economie più aperte d'Europa. 6 Dalla successiva figura si può notare il notevole incremento del tasso di incidenza di importazioni ed esportazioni di beni e servizi rispetto al PIL, in coincidenza col il periodo della Tigre Celtica. La politica economica irlandese è quindi decisamente orientata verso l'esportazione, e il Paese ha costantemente registrato forti saldi attivi nella bilancia commerciale di questi ultimi anni. Negli ultimi due decenni, inoltre, più di mille imprese straniere, principalmente nei settori dell'elettronica, del software62, dei prodotti farmaceutici63, degli apparecchi medicali e della biotecnologia, si sono aggregate 128 62 - Ad esempio, in Irlanda sono presenti tutte le imprese leader mondiali nel settore delle ICT (Intel, IBM, Hewlett-Packard, Dell e altre) ed impiegano ognuna tra i 4 e i 5 mila lavoratori. Intel ha recentemente investito oltre 6 milioni di dollari in impianti produttivi per realizzare i propri microprocessori più avanzati. 63 - 9 delle 10 maggiori compagnie farmaceutiche al mondo e 12 delle 15 società più importanti che producono apparecchi medicali operano in Irlanda per servire il mercato globale (ad esempio Abbot Laboratories, Johnson & Johnson, Pfizer, ecc.). Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 129 BENCHMARK INTERNAZIONALI al forte nucleo di imprese locali che intrattengono relazioni commerciali non solo con l'Europa, ma con il mondo intero. Figura 86. Incidenza di importazioni ed esportazioni di beni e servizi rispetto al PIL, 1970-2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati OECD Factbook 2006 Tale successo è dovuto in gran parte all'approccio costantemente positivo del governo irlandese allo sviluppo degli affari. Quest'approccio assicura servizi di sostegno a livello internazionale: bancari, commerciali, logistici e i più sofisticati servizi di telecomunicazioni, oltre alla stabilità e alla certezze delle “regole del gioco”. Inoltre, come testimoniano i dati raccolti dall’OCSE64, l’Irlanda può vantare un basso livello di controllo diretto ed ingerenza da parte del Governo in materia economica. L’impegno delle politiche irlandesi ad incrementare la libertà economica del Paese è testimoniato dalla performance registrata con riferimenti a due indici realizzati annualmente dagli istituti The Fraser Institute (“Economic Freedom of the World”, figura 87) ed Heritage Foundation (“Index of Economic Freedom”, figura 88): l’Irlanda ha ottenuto risultati eccellenti, in miglioramento, durante gli ultimi anni, attestandosi tra i Paesi con la maggiore libertà economica al mondo. 6 64 - Fonte: “Product Market Regulation in OECD Countries, 1998 to 2003”, OECD Economics Department Working Paper, No 419, 2005. 129 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:49 Pagina 130 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 87. Economic Freedom of the World Index, 1985-2004 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati The Fraser institute, “Economic Freedom of the World: 2006 Annual Report” 6 Figura 88. Index of Economic Freedom, 1995-2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Heritage Foundation, “2006 Index of Economic Freedom” 130 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 131 BENCHMARK INTERNAZIONALI Dunque una struttura economico - finanziaria stabile, una società aperta, un’economia di mercato capace di individuare e intercettare le sfide del futuro e, soprattutto, sufficientemente coraggiosa per investire sul proprio capitale umano: tutti questi elementi hanno costituito il bacino di coltura ideale all'interno del quale il fisco e i fondi europei hanno potuto dare il loro apporto positivo, agendo da moltiplicatori. Sebbene il tasso di crescita dell’economia si sia oggi assestato su livelli più moderati, l'Irlanda continua ad investire somme ragguardevoli nell'istruzione e nella ricerca, preparando la propria economia ad un futuro basato sulla conoscenza. Il sistema di innovazione è costantemente rivisto, e anche se sussiste l'obiettivo di attirare nuova industria manifatturiera straniera, esso è focalizzato prevalentemente ad incoraggiare sia le imprese straniere che quelle irlandesi nell’investire in attività ad elevato grado di ricerca e innovazione. 6.3 IL PRINCIPATO DI MONACO 6.3.1 Le cifre dell’economia Il territorio attuale del Principato di Monaco si estende su una superficie di 195 ettari (1,95 km2)65, 31 dei quali sono stati interamente strappati al mare66. I residenti nel Principato sono 32.543, dei quali oltre l’80% sono stranieri (i francesi rappresentano circa il 32% della popolazione totale). I monegaschi sono circa 7 mila. 6 Figura 89. Il Principato di Monaco, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction de l'Expansion Economique, 2007 65 - Si tratta del secondo Stato indipendente più piccolo al mondo, dopo la Città del Vaticano. 66 - Esiste già un nuovo progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma off-shore ancorata alla costa, simile alle isole artificiali realizzate recentemente a Dubai, che ospiterà case, uffici e spazi verdi per 12 ettari. Fonte: Corriere della Sera, 8 luglio 2006. 131 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 132 BENCHMARK INTERNAZIONALI Negli ultimi 10 anni il giro d’affari67 del Principato di Monaco è raddoppiato (figura 90). I settori che contribuiscono maggiormente alla realizzazione di tale volume di attività economica sono il turismo (25% circa) e il settore bancario (15% circa). Figura 90. Evoluzione del volume d’affari del Principato di Monaco, 1996-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction de l'Expansion Economique Più precisamente, l’economia del Principato appare imperniata su quattro grandi poli: - l’attività turistica, che si pone oggi nel cuore della vita economica del Paese, grazie alla posizione privilegiata del Principato. È a quest’ultima inoltre che il Principato deve il suo slancio, dalla creazione del Casinò68 nel 1866; - le attività del terziario, che hanno conosciuto un forte sviluppo nel corso degli ultimi anni, in particolare nel campo delle attività finanziarie e bancarie. Le principali banche e istituti finanziari stranieri sono rappresentati nel Principato; - l’attività industriale: si tratta di un’industria leggera, non inquinante, a forte valore aggiunto, rappresentata da un centinaio di aziende impegnate in attività alquanto diversificate e in settori di nicchia (chimica, cosmesi, trasformazione delle materie plastiche, biotecnologie, ecc.); - l’attività commerciale: molto dinamico, il commercio si è diversificato, associando alti livelli al modernismo dei centri commerciali. 6 132 67 - Per Monaco non esistono serie storiche relative al Prodotto Interno Lordo. Solo da quest’anno (2007), infatti, il Governo monegasco ha fornito una valutazione del PIL del Principato per l’anno 2006: 3.441.690.829 Euro. 68 - Intorno alla metà del 1800 il principe Carlo III Ranieri di Monaco decise di aprire un Casinò per ravvivare le casse del principato, affidandone la realizzazione all'esperto Francois Blanc, che fondò la Societè des Bains de Mer ed ottenne la gestione del Casinò per 50 anni. Lo sperone roccioso degli "Spelugues" dove Blanc fece costruire il nuovo Casinò venne ribattezato "Monte Carlo" in onore del principe Carlo III di Monaco. Contrariamente ad un’idea largamente diffusa all’estero, oggi però il Principato di Monaco “non vive sul gioco”, poiché le entrate provenienti dalla concessione di questo monopolio rappresentano solo il 4,8% delle entrate totali dello Stato. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 133 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.3.2 Il turismo Il turismo rappresenta attualmente l’attività economica più dinamica del principato. Dopo una certa flessione sperimentata tra il 2001 e il 2003, si sono registrati elevati tassi di crescita sia nel numero degli arrivi - tasso di crescita medio del triennio del 9,4% - che nel totale delle notti spese in albergo - tasso di crescita medio del triennio del 7,4% - (figura 91). Tra il 2005 e il 2006, in particolare, il numero di notti in hotel è cresciuto del 14% (oltre 900 mila in totale, per circa 310 mila turisti ospitati), risultato che rafforza ulteriormente il trend di crescita degli ultimi anni. Figura 91. Arrivi e numero di notti spese in hotel, 2001-2006 – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction de l'Expansion Economique; Michel Bouquier, Monaco Government Tourist and Convention Authority, 2006 Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, ha indicato nei seguenti i 4 principali target del turismo monegasco: 6 - turismo di svago di alta qualità ospitato negli hotel (oltre 200 mila turisti, il 70% del totale); - turismo d’affari – MICE69 Participants - ospitato negli hotel (circa 100 mila turisti, ovvero il 30% del totale); - croceristi e passeggeri degli yacht (circa 200 mila); - visitatori in giornata (oltre 5 milioni). Turismo di svago Gli ultimi dati70 riguardanti il turismo di svago mostrano un incremento annuo del 12% (245 mila arrivi nel 2006 rispetto ai 219 mila del 2005). 69 - MICE: acronimo inglese formato dalle prime lettere delle seguenti parole: Meetings (riunioni); Incentive travel (programmi d’integrazione); Conferences & Congresses (conferenze e convegni); Events (Eventi). 70 - Fonte: “An increase in the tourist industry in Monaco in 2006”, Portail officiel du Gouvernement Princier, www.gouv.mc, 13/02/2007. 133 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 134 BENCHMARK INTERNAZIONALI Questo segmento appare orientato in particolare al turismo del lusso: nel 2005 oltre il 47% degli arrivi e il 53% delle notti ha riguardato hotel di categoria equivalente agli alberghi 5 stelle italiani (denominati 4 stelle lusso in Francia e Monaco, la classificazione massima). Considerando anche gli hotel 4 stelle, questi valori raggiungono rispettivamente il 74% e il 79%. La domanda di sistemazioni alberghiere di alto livello trova naturalmente riscontro nell’offerta ricettiva monegasca. Al fine di assicurare il massimo diletto dei visitatori, il Principato si è dotato di una struttura alberghiera moderna e particolarmente confortevole. Come mostra la figura 92, a Monaco il numero di letti disponibili in hotel di lusso è pari al 52% del totale (2.041 su 3.920). Sommando anche gli alberghi a 4 stelle si ottiene una percentuale superiore all’80%71. Figura 92. Strutture alberghiere monegasche: numero di posti letti e numero di hotel per categoria, 2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati "Monaco en Chiffres", Division des Statistiques et des Etudes Economiques de la Direction de l'Expansion Economique In qualità di destinazione per “il turismo del lusso”, Monaco offre un pacchetto di prodotti e servizi turistici coerentemente orientato alla massima qualità e all’eccellenza. In aggiunta alla possibilità di giocare nei casinò, il Principato offre svariate occasioni di spesa per i turisti più esigenti. Dispone ad esempio di numerosi ristoranti di lusso, tra cui un ristorante classificato 3 stelle dalla Guida Michelin72 e 5 ristoranti classificati con una stella, e negozi di alto posizionamento in cui il turista può dedicarsi ad uno shopping di alto livello. 6 Il Principato vuole essere anche una destinazione del “benessere”: si possono trovare strutture con personale qualificato dedicate alla cura del corpo, che propongono metodi di relax e “remise en forme” innovativi e prodotti di bellezza della più alta qualità. Ma i poli di interesse sono molteplici a Monaco, e fra i numerosi “attrattori turistici” del Principato rientrano musei, famose manifestazioni culturali e sportive, fiere, saloni, mostre, ecc.. 134 71 - A titolo di confronto, si noti come a San Marino la percentuale dei posti letto in alberghi a 4 stelle (non esistono alberghi 5 stelle) è circa il 30%. 72 - Le Louis XV, Hôtel de Paris, chef Alain Ducasse. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 135 BENCHMARK INTERNAZIONALI Turismo d’affari Nell’ultimo anno (2006) anche il turismo d’affari mostra segnali di crescita, con un incremento del 4% annuo degli arrivi e del 6% delle presenze in hotel73. Il Principato di Monaco offre strutture ricettive di altissimo livello per la realizzazione di eventi business (primo tra tutti il “Grimaldi Forum Monaco”), grazie alle quali è diventato una città di congressi di primo piano. Nel 2005 sono stati realizzati 454 eventi, rispetto ai 389 del 2004. Monaco detiene circa il 30% della quota di mercato nell’intera Costa Azzurra, e punta ad accrescere ulteriormente il proprio peso, anche diffondendo la propria immagine di location per eventi business attraverso mirate campagne pubblicitarie (si veda figura 93). Figura 93. Principato di Monaco, campagna pubblicitaria – Fonte: Il Sole 24ore, ottobre 2006 Dotazione infrastrutturale 6 Affinché questo sistema di offerta turistica sia pienamente fruibile è necessario che i turisti possano raggiungere il Principato facilmente e comodamente. Anche sotto questo punto di vista Monaco è all’avanguardia, avendo sviluppato un moderno sistema di infrastrutture di trasporto. Degno di nota è il servizio di elitrasporto. Una compagnia di elicotteri garantisce il collegamento tra l’aeroporto di Nizza e l’eliporto del Principato di Monaco in solo 6 minuti di volo (sono previsti 70 collegamenti al giorno, sette giorni su sette, ad un costo inferiore ai 100 Euro per tratta di percorrenza). Oltre ad essere facilmente raggiungibile per mezzo dell’autostrada, Monaco dispone anche di una moderna stazione ferroviaria sotterranea in cui fanno tappa i treni delle principali linee che collegano le maggiori città europee (ad esempio i TGV, treni ad alta velocità, provenienti e diretti a Parigi). 73 - Fonte: “An increase in the tourist industry in Monaco in 2006”, Portail officiel du Gouvernement Princier, www.gouv.mc, 13/02/2007. 135 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 136 BENCHMARK INTERNAZIONALI Linee guida per il futuro Il successo monegasco in campo turistico sarà perseguito con decisione anche nei prossimi anni, nei quali Monaco cercherà di rafforzare ulteriormente la propria posizione. Le linee guida del piano strategico per il turismo al 2015 sono state identificate nelle seguenti azioni74: 1. Posizionare Monaco come destinazione internazionale di svago per soggiorni di breve e lunga durata ed aumentare la permanenza media dei turisti; 2. Favorire una crescita significativa degli eventi legati al turismo d’affari attraverso le azioni del Monaco Convention Bureau; 3. Incrementare il numero di visitatori in giornata attraverso attività e attrazioni culturali; 4. Posizionare Monaco come principale porto turistico (navi da crociera e yacht) del Mediterraneo; 5. Diventare il punto di riferimento per la qualità e l’ospitalità offerta ai turisti. 6.3.3 I fattori chiave del successo del Principato di Monaco Gli elementi sui quali il Principato di Monaco ha saputo costruire il proprio sviluppo, in particolare nel turismo, ma anche in altri settori rilevanti come la finanza75, possono essere identificati nei seguenti: - capacità di definire una chiara visione del futuro per il Paese e predisporre le azioni necessarie per tradurla in realtà. Nel caso del turismo appare evidente come il Principato abbia compiuto una precisa scelta di posizionamento nel segmento del turismo di alta qualità ed abbia agito coerentemente per realizzare un sistema di prodotti e servizi turistici adeguati a tale scelta. Per il principato di Monaco la visione è quella di diventare il marchio turistico numero uno a livello mondiale per il turismo di lusso (T.W.1.L.B. - Tourism World’s n°1 Luxury Brand76); - capacità di innovare e discontinuare. Se lo sviluppo del territorio è stato trainato inizialmente dalla casa da gioco, successivamente il Paese ha saputo legare le proprie sorti ad altri driver di crescita, come il turismo d’affari e la finanza, ed ha saputo legare il proprio nome ad elementi fortemente attraenti per l’immagine internazionale del Principato come la solidarietà, la cultura, la ricerca scientifica e il rispetto dell’ambiente; - garantire ai residenti, e soprattutto agli investitori, le migliori condizioni per vivere e fare business. Oltre alla leva fiscale, Monaco ha individuato nella stabilità e nella sicurezza forti elementi di competitività territoriale. La stabilità politica è una condizione necessaria per poter definire, e soprattutto perseguire concretamente, la visione strategica di lungo periodo di un sistema-Paese e per poter offrire ad operatori interni ed investitori esterni stabilità, certezza e trasparenze delle regole. A riguardo, il Principe Alberto di Monaco ha recentemente sottolineato che “[..] Small states like Monaco offer stability, a long term vision which enables the implementation of vital projects, an economic model which is both liberal and social, direct circuits of decision, and most importantly optimal security for the people and their belongings. [..] Monaco is a stable, sovereign and independent State. [..] Our constitutional monarchy allows the implementation of long-term plans and strategies77”. 6 136 74 - “1. Position Monaco as a leisure international destination for short and long stays and extend the average length of stay; 2. Develop significant growth of business tourism events through the Monaco Convention Bureau; 3. Grow the number of day visitors through cultural activities; 4. Position Monaco as the Mediterranean’s primary cruise port; 5. Become a reference for the quality of the hospitality extended to visitors”. Fonte: Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, intervento all’Advisory Board “Osservatorio Turismo”, The European House - Ambrosetti, 17 luglio 2006. 75 - Monaco è sede di circa 50 istituti di credito, comprese filiali di importanti banche francesi (come Credit Lyonnais e BNP Paribas) e primari istituti internazionali (ad esempio American Express, ABN Amro, Barclays, Lloyds TSB e altri). Il totale dei depositi amministrati ammonta a circa 65 miliardi di dollari. 76 - Fonte: Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo del Principato di Monaco, intervento all’Advisory Board “Osservatorio Turismo”, The European House - Ambrosetti, 17 luglio 2006. 77 - Fonte: Intervento del Principe Alberto di Monaco al Forum The European House - Ambrosetti “Intelligence 2006: on the World, Europe and Italy”, Villa d’Este - Cernobbio, 1 settembre 2006. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 137 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.4 IL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN 6.4.1 Introduzione Il caso del Liechtenstein rappresenta una storia di successo unica in Europa, anche se sostanzialmente poco conosciuta. Ottenuta la piena sovranità nazionale nel 1806, si presenta come uno Stato povero e principalmente rurale, abitato da circa 8 mila persone. Tra la fine del diciannovesimo secolo e i primi anni del ‘900 il Liechtenstein deve affrontare un’ondata di emigrazione, una devastante esondazione del Reno e la crisi economica degli anni venti. A partire dagli anni quaranta avviene una progressiva trasformazione da Paese principalmente agricolo ad uno dei Paesi più avanzati dell’Europa Continentale, fondato su un un’industria tecnologicamente avanzata e ad alto valore aggiunto. 6.4.2 Le caratteristiche dell’economia e la situazione economica corrente Il Liechtenstein è un Paese di circa 35 mila abitanti e si estende su un’area di 160 chilometri quadrati. 6 Figura 94. Il Principato del Liechtenstein, Scheda Paese – Fonti: rielaborazioni The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs Le cifre relative all’occupazione sono particolarmente elevate: a fronte di una popolazione di 34.905 abitanti, i posti di lavoro sono 30.170 (dati al 2005). Questo è possibile grazie al numero molto elevato di lavoratori frontalieri (circa 15 mila, provenienti dall’Austria, dalla Svizzera e dalla Germania). Il tasso di 137 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 138 BENCHMARK INTERNAZIONALI disoccupazione nel Liechtenstein è tradizionalmente molto basso, aggirandosi intorno al 2%. L’economia è piuttosto diversificata e oggi si basa principalmente sulla produzione industriale e manifatturiera (42% del valore aggiunto del Paese e 44% degli occupati); i servizi generali assumono un peso inferiore (a differenza, ad esempio, degli Stati europei confinanti78). I servizi finanziari tuttavia hanno un peso rilevante (24% del valore aggiunto e 15% degli occupati). L’agricoltura mantiene invece un peso modesto (7% del valore aggiunto totale) e impiega solo il 2,4% della forza lavoro totale. Figura 95. Valore Aggiunto del Liechtenstein per settore, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs 6 Figura 96. Occupati in Liechtenstein per settore, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs Il Direttore dell’ufficio degli Affari Economici di Vaduz, Hubert Buchel, ha recentemente definito il proprio Paese come “a high-tech, industrialised country with a strong financial services sector and a national budget that is balanced in the normal way 79”. 138 78 - La percentuale di occupati nel settore industriale in Svizzera è del 23,7%, in Austria del 27,8% e in Germania del 29,9%, rispetto al 42% del Liechtenstein. D’altro canto gli impiegati nei servizi in Svizzera sono il 72,5%, in Austria il 66,8% e in Germania il 67,8%, rispetto al 54% in Liechtenstein. 79 - Buchel Hubert, Director, Office of Economic Affairs, “Liechtenstein – An Example of Economic Freedom and a Free Market Economy”, Vaduz, 2003. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 139 BENCHMARK INTERNAZIONALI Industria e manifattura Il settore industriale è caratterizzato dalla presenza di imprese di dimensioni piccole e medie, altamente specializzate e tecnologicamente avanzate. Questo è dovuto ad alcuni particolari fattori, che hanno spinto le imprese a specializzarsi in particolari settori ad elevato valore aggiunto e verso mercati di nicchia: - l’assenza di materie prime disponibili sul territorio, la modesta superficie territoriale e la ridotta disponibilità di forza lavoro, che hanno impedito lo sviluppo dell’industria pesante; - il livello elevato del costo del lavoro, che non ha reso possibile l’istaurarsi di un’industria labour intensive; - la decisione dei governi di non introdurre aiuti statali/sussidi a sostegno dell’attività economica del Paese e delle sue esportazioni, che ha consentito la sopravvivenza delle sole imprese capaci di affermarsi sui mercati internazionali per la qualità dei propri prodotti e servizi. Questi elementi hanno così favorito lo sviluppo di una forte cultura imprenditoriale, tale da rendere le aziende del Paese in grado di competere con successo a livello internazionale. La dimensione ridotta del mercato interno ha spinto le aziende a ricercare il successo nei mercati esteri (sia in Europa che oltreoceano, figura 97). Nell’ultimo decennio, le esportazioni del Liechtenstein sono aumentate di circa l’80%, per un totale di circa 5,5 miliardi di franchi svizzeri (circa 3,7 miliardi di Euro). 6 Figura 97. Esportazioni delle imprese industriali per area geografica, 2003 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affairs L’industria del Liechtenstein si è focalizzata soprattutto su settori ad alto valore aggiunto, senza pianificazione e sostegno da parte del governo. Si tratta, ad esempio del settore della meccanica avanzata, dell’ingegneria edilizia, dell’elettronica, dell’automotive, delle tecnologie medico-dentistiche, degli apparecchi di precisione e misurazione, ecc..). Sono numerosi i casi di eccellenza tra le imprese del Liechtenstein, alcune delle quale sono leader mondiali in particolari settori di nicchia80. 80 - A titolo di esempio: Hilti, leader mondiale nelle tecnologie di ancoraggio nel settore edilizio, Hoval, tra i leader globali nel settore delle caldaie e dei sistemi di condizionamento, Ivoclar Vivadent, specializzata in prodotti dentali. Tra le imprese multinazionali, l’austriaca Swarovsky ha scelto il Liechtenstein per basare il suo principale centro di produzione e logistica. 139 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 140 BENCHMARK INTERNAZIONALI Tale tipologia di produzione richiede però una costante attività di ricerca e sviluppo: a titolo di esempio si riporta che le imprese industriali della Camera per l’Industria ed il Commercio del Liechtenstein (LIHK) hanno investito nel 2004 circa 307 milioni di franchi svizzeri in R&S (oltre 200 milioni di Euro). Servizi finanziari Il Liechtenstein dispone di un centro finanziario di primaria importanza, i cui attori sono 16 banche (alcune delle quali sedi di istituti internazionali), 164 fondi di investimento locali e 239 fondi esteri, 31 fondi assicurativi, 41 fondi pensionistici e oltre 1300 intermediari finanziari di ogni tipo81. In generale, a partire dagli anni ’90, lo sviluppo del settore è stato trainato dalla diversificazione dei prodotti (specialmente fondi di investimento e assicurazioni) e dall’incremento del numero di partecipanti al mercato. Anche a seguito di tali dinamiche, si è assistito al rafforzamento delle autorità statali di regolamentazione e vigilanza del mercato e del sistema giudiziario. Per quanto riguarda il sistema bancario, in particolare, a fine 2005 le banche del Liechtenstein amministravano circa 78 miliardi di Euro di depositi clienti (a fronte di una somma di bilancio globale di circa 21 miliardi di Euro), più del doppio rispetto a dieci anni prima. Esse si distinguono per la centralità dei servizi di private banking e per la stretta collaborazione con asset manager altamente professionali. Figura 98. Esportazioni Ammontare dei depositi, 1990-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da “Liechtenstein in Figures 2006”, Office of Economic Affaires Occorre infine rilevare che il segreto bancario del Principato del Liechtenstein è per legge assoluto: questo Paese assegna alla sfera privata priorità assoluta, attribuendo ad essa un valore molto più elevato anche rispetto alla vicina Svizzera. Rimane perciò l’ultimo vero bastione del segreto bancario in Europa. Per questa ragione, la pressione che tutti gli organismi internazionali stanno esercitando su di esso è molto forte e probabilmente porterà presto ad una attenuazione del grado di segretezza delle informazioni finanziarie. 6 81 - Fonte: sito web del Principato del Lussemburgo, www.liechtenstein.li/en. 140 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 141 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.4.3 Gli elementi di una strategia vincente I principali fattori che spiegano la formidabile evoluzione economica del Liechtenstein, soprattutto in campo industriale, possono essere riassunti nei seguenti: - ambiente di business favorevole all’impresa, caratterizzato tra l’altro da: • un ordinamento legale, sociale ed economico stabile; • una regolamentazione liberale che sostiene l’iniziativa imprenditoriale; • la cooperazione delle parti sociali (in Liechtenstein non si è mai verificato uno sciopero); • un sistema fiscale favorevole per imprese (in particolari holding e fondazioni) e residenti; • la presenza del segreto bancario, che ha la finalità di salvaguardare la riservatezza degli investitori; • L’unione doganale e monetaria con la Svizzera e l’appartenenza all’European Economic Area, EAA82. - apertura ai mercati internazionali e alla forza lavoro frontaliera, altamente qualificata; - orientamento all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni di qualità superiore per eccellere nei mercati di riferimento; - cultura imprenditoriale diffusa e attenzione all’istruzione e alla formazione del capitale umano83. 6.5 IL GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO 6.5.1 Caratteristiche generali e dell’economia Il Granducato di Lussemburgo, ubicato nel cuore dell’Europa fra il Belgio, la Francia e la Germania, ha una superficie di 2.586 km2. 6 Figura 99. Il Granducato di Lussemburgo, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Eurostat, 2007 82 - L’EEA è costituita dai 27 Paesi membri dell’Unione Europea, più Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Questi ultimi 3 Paesi, desiderando partecipare al Mercato Interno dell’UE, pur non intendendo dare piena adesione all’Unione, si impegnano a promuovere il continuo ed equilibrato rafforzamento dei loro rapporti economici con i Paesi membri dell’UE a pari condizioni di competizione. 83 - A riguardo è stato creato il Competence Center for Small and Medium Sized Businesses, sotto la direzione della Liechtenstein University of Applied Sciences, per supportare e sviluppare un economia ad elevato valore di conoscenza e competenza, supportare i giovani imprenditori e le nuove attività imprenditoriali e promuovere una sempre più stretta collaborazione tra ricerca e impresa. 141 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 142 BENCHMARK INTERNAZIONALI A riprova del suo carattere e della sua apertura internazionale, il 39% dei 275 mila abitanti sono stranieri, per lo più cittadini di altri Stati membri dell’Unione Europea. Lussemburgo è inoltre la sede di varie importanti istituzioni europee come la Banca Europea per gli Investimenti, la Corte di Giustizia e la Corte dei Conti. Il benessere è molto elevato, tanto che il Prodotto Interno Lordo pro capite è di gran lunga il più alto tra i Paesi membri dell’Unione Europea (più del doppio della media europea), degli Stati Uniti e del Giappone (figura 100). Figura 100. PIL pro capite a parità di potere di acquisto (indice media EU-25 = 100) dei Paesi membri dell’UE, Stati Uniti e Giappone, 2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2007 6 Figura 101. Evoluzione del PIL (Lussemburgo vs. UE-15), tasso di crescita del PIL reale, 1997-2006 – rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2007 Fonte: Come mostra la figura 101, l’economia del Lussemburgo è cresciuta per anni a ritmo di record, almeno fino al 2001. A partire dal 2003, superata la grave crisi finanziaria internazionale, cui si è aggiunta l’instabilità 142 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 143 BENCHMARK INTERNAZIONALI a livello mondiale provocata dai tragici eventi dell’11 settembre, i tassi di crescita dell’economia del Lussemburgo hanno ripreso ad aumentare. Si può notare inoltre che negli ultimi 10 anni il Lussemburgo è cresciuto costantemente ad un tasso molto maggiore rispetto alla media dell’Unione Europea a 15 Paesi. Sempre negli ultimi 10 anni, il PIL a valori nominali è raddoppiato, passando da 16,3 miliardi di Euro nel 1997 a 32,3 miliardi di Euro nel 2006, con un tasso di crescita medio annuo del 7% circa (figura 102). Figura 102. Evoluzione del PIL, valori di mercato, 1997-2006. Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2007 Il Lussemburgo ha fondato il proprio sviluppo partendo dagli asset consegnatigli dalla storia (posizione geografica strategica, sovranità e segreto bancario) e puntando con forza sull’apertura internazionale e sull’attrazione di capitali, soprattutto in ambito finanziario. L’economia lussemburghese è infatti fortemente connotata dai servizi (circa l’80% del PIL), ed in particolare dall’attività finanziaria, che rappresenta il 30% del Prodotto Interno Lordo ed impiega circa 30 mila persone (circa il 14% della popolazione attiva). In Lussemburgo non esistono ostacoli alla libera circolazione delle merci e vengono incoraggiati gli investimenti stranieri. Nessuna restrizione è prevista in materia di transazioni di capitali, di trasferimenti correnti, di acquisto di immobili o di accesso a valute estere. 6 6.5.2 La piazza finanziaria: attori, prodotti e servizi Il Lussemburgo è una delle più importanti piazze finanziarie d’Europa, sede di società e holding multinazionali, di grandi società di investimento e di intermediari finanziari. La piazza finanziaria lussemburghese è in grado di offrire una gamma completa di servizi commerciali e finanziari sia all’investitore privato che a quello istituzionale. Nei vari segmenti del settore dei servizi finanziari il carattere multinazionale del Lussemburgo assume una funzione di particolare rilievo. 143 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 144 BENCHMARK INTERNAZIONALI Nella capitale sono registrate oltre 150 banche universali. Alcune di esse operano anche sul mercato interno, ma la maggior parte – filiali o succursali di grandi istituti bancari – concentra le proprie attività sui mercati internazionali. Il maggiore gruppo di banche, con quasi 50 istituti, proviene dalla Germania; seguono Belgio (circa 20), Francia (circa 20), Italia (15) e Svizzera (più di 10). Il settore bancario del Lussemburgo, che soli 35 anni fa aveva dimensioni trascurabili, a partire dagli anni ‘80 è cresciuto in modo esponenziale ed ha raggiunto rapidamente un elevato livello di competitività (figure 103 e 104). Figura 103. Bilancio totale delle banche lussemburghesi, 1970-2005 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF) 6 Figura 104. Conti profitti e perdite delle banche lussemburghesi, 1980-2005 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF) 144 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 145 BENCHMARK INTERNAZIONALI Circa 23 mila dipendenti producono un risultato netto complessivo di oltre 3,5 miliardi di Euro, garantendo allo stato lussemburghese, dal settore finanziario, un gettito fiscale di circa 800 milioni di Euro. Alla Borsa valori di Lussemburgo sono attualmente quotati circa 37 mila titoli - in grandissima parte eurobbligazioni84 - emessi da circa 4.100 istituti di più di 100 Paesi diversi. Gli organismi d’investimento collettivo con sede nel Lussemburgo possono assumere la forma di fondi comuni d’investimento, di società d’investimento a capitale variabile o di società d’investimento a capitale fisso. Anche in questo caso la crescita negli ultimi anni è stata molto rilevante (figura 105). Figura 105. Fondi di investimento lussemburghesi, attivo netto, 1980-2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati della Banca Centrale del Lussemburgo e Commissione di Controllo del Settore Finanziario (CSSF) Il Lussemburgo è la prima piazza europea per i fondi di investimento (figura 106) e la seconda al mondo, dopo gli Stati Uniti. 6 Figura 106. Attivi netti (in miliardi di Euro) degli organismi d’investimento colletivo (OIC) in Europa alla fine di dicembre 2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti da “The State of the European Investment Fund Industry at End 2006”, European Fund and Asset Management Association (EFAMA) 84 - La borsa lussemburghese è una delle principali sedi internazionali per la quotazione di obbligazioni. Circa il 70% delle obbligazioni internazionali quotate in Europa sono quotate alla Borsa di Lussemburgo. Fonte: Federation of European Securities Exchanges (FESE). 145 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 146 BENCHMARK INTERNAZIONALI Infine, per quanto riguarda il settore assicurativo, in Lussemburgo sono basate 95 compagnie di assicurazione e 273 compagnie di riassicurazione (dati alla fine del 2004). È possibile rilevare non solo una crescente collaborazione tra le banche e le compagnie di assicurazione, ma anche una maggiore integrazione tra le attività bancarie e quelle assicurative. La visione del futuro per il Lussemburgo è quella di essere una piazza finanziaria innovativa e tale tendenza si sta già evidenziando attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni finanziarie che includono le strutture di Private Equity quali le SICAR (società di investimento a capitale a rischio), i fondi pensione, gli Hedge Funds ed altri prodotti che si sviluppano grazie al know-how ed alle infrastrutture qualitative dell'esistente settore finanziario. 6.5.3 La piazza finanziaria: i punti di forza e le ragioni del successo Solidità, qualità, efficacia e diversità rappresentano i punti di forza della piazza finanziaria del Lussemburgo. Gli elementi su cui si fondano questi punti di forza sono rappresentati in figura 107. Figura 107. I punti di forza della piazza finanziaria del Lussemburgo – Fonte: The European House - Ambrosetti 6 Come si può notare, la discrezionalità e la confidenzialità (garantite in linea di massima dal segreto bancario85) e la fiscalità vantaggiosa, pur essendo elementi di indubbia importanza, sono associati ad altri numerosi fattori che concorrono a fare del Lussemburgo una primaria piazza finanziaria. Per fare la differenza in questo settore sono infatti necessari una grande qualità e professionalità del capitale umano, la presenza di istituti bancari internazionali di primaria importanza, una certa diversificazione dei prodotti e servizi offerti, rapidità di reazione ai cambiamenti del mercato, una rete distributiva efficiente ed un elevato grado di flessibilità da parte delle autorità, pur mantenendo rigorosi standard di vigilanza su banche, fondi e assicurazioni. 146 85 - Lo Stato intende certamente difendere e mantenere il segreto bancario. Tuttavia, secondo l’art. 41 della legge lussemburghese sul settore finanziario, che regola ampiamente il segreto bancario, l’obbligo di segretezza delle banche e di altre istituzioni finanziarie non ha consistenza davanti alla giustizia penale od alle Autorità di sorveglianza. In caso di indagine di diritto penale o di istanza di assistenza giudiziaria il segreto bancario viene abrogato e i conti sospetti vengono congelati. Per contro, nell’ambito di un processo civile un impiegato di banca non può essere costretto alla rivelazione di dati relativi al cliente. Anche il Lussemburgo ha aderito al nuovo regolamento UE, che prevede la tassazione degli interessi maturati sui depositi tutelati dal segreto bancario. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 147 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.6 SINGAPORE 6.6.1 Caratteristiche generali e dell’economia Singapore si caratterizza per essere contemporaneamente isola, città e stato. La superficie totale della Repubblica di Singapore, includendo le isole limitrofe alla principale, è di 704 Km2. Nonostante la ridotta estensione territoriale, la crescita economica di Singapore è stata dirompente e la forza del Paese è stata quella di riuscire a proporsi come fiorente centro commerciale e produttivo nel cuore del sud-est asiatico. Figura 108. Il Granducato di Lussemburgo, Scheda Paese – Fonti: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Singapore Department of Statistics, 2007 6 Singapore infatti ha tratto indubbiamente beneficio dalla propria localizzazione geografica, essendo situato in un’area strategica per i traffici commerciali, ricca di risorse minerali e naturali ed inserita in un mercato regionale di oltre mezzo miliardo di persone. Se la posizione geografica rappresenta una delle condizioni di base che hanno permesso lo sviluppo del Paese, altrettanta importanza riveste il carattere della sua popolazione (quasi 4,5 milioni di persone) e la sua composizione (in prevalenza cinesi, malesi e indiani): in assenza di risorse naturali, infatti, il principale punto di forza di Singapore è costituito dalla laboriosità e dalla capacità di adattamento e di ripresa dei propri abitanti. La forza lavoro ha raggiunto negli anni un’alta specializzazione, grazie al crescente orientamento dell’industria singaporeana verso produzioni capital intensive piuttosto che labour intensive, ed il governo favorisce l’istruzione e la formazione del capitale umano attraverso le proprie politiche. 147 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 148 BENCHMARK INTERNAZIONALI Negli ultimi 10 anni Singapore ha sperimentato una crescita economica a tassi molto elevati, interrotta solo nel 1998 e nel 2001, in concomitanza della difficile congiuntura del continente asiatico nel 1998 e degli attacchi terroristici agli Stati Uniti nel 2001 (figura 109). Figura 109. Evoluzione del PIL, tasso di crescita del PIL reale, 1997-2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Singapore Department of Statistics, 2007 Questo rapido sviluppo è stato reso possibile da alcune importanti caratteristiche dell’economia, che possono essere individuate nelle seguenti: - Singapore ha un sistema economico aperto e basato sulla libera economia di mercato (senza restrizioni per gli investitori stranieri, alla proprietà e alla assunzione di esperti stranieri) e sulla libertà di movimento di capitali e di utili (gli utili da capitale non sono tassati); - si tratta di un sistema economico duttile e flessibile con un controllo burocratico minimo, capace di essere tempestivo nel rispondere ai mutamenti esterni; - il rapporto tra attività pubbliche e private è molto stretto. 6.6.2 Apertura internazionale Il grado di apertura del Paese al commercio ed agli Investimenti Diretti Esteri (IDE) è massimo ed al contempo permeato di pragmatismo. 6 Il valore totale del commercio di merci (esportazioni più importazioni) corrispondeva al 368% del PIL nel 2005, a differenza, per esempio, del 20% del Giappone86. Singapore fa parte dell’associazione dei Paesi asiatici denominata ASEAN87 e ha costituito nel 1990 con Malesia ed Indonesia il “Triangolo di Crescita88”. Al tempo stesso, la politica commerciale di Singapore si è rivolta ultimamente a tessere una fitta rete di Accordi di Libero Scambio bilaterali con i principali partner economici per proseguire e rafforzare i processi di liberalizzazione commerciale, finanziaria e dei servizi anche con gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea. 148 86 - Fonte: World Bank, 2007. Questo valore, tuttavia, include il volume degli scambi della riesportazione, vista la posizione strategica di Singapore e dei suoi eccellenti porti. Le riesportazioni hanno rappresentato il 45,8% delle esportazioni totali nel 2005. 87 - Si tratta di un raggruppamento regionale di Paesi di cui fanno parte Brunei, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam, Laos e Myanmar, che si sono prefissi di aumentare la propria soglia di competitività tramite la progressiva liberalizzazione dei commerci e degli investimenti intra-regionali, attraverso l’introduzione di tariffe comuni preferenziali. 88 - Si tratta di uno sforzo comune indirizzato a sviluppare la competitività della regione, per consentire l’arrivo di investitori decisi a sfruttare le enormi risorse presenti. Johor (una regione della Malesia) e le Riau Islands (Indonesia) contribuiscono con le loro risorse naturali (terreni, gas e forza lavoro), mentre a Singapore è demandato il compito di fornire i manager con le competenze idonee allo sviluppo dell’area. I tre partner, sebbene ad un differente grado di sviluppo economico, si completano così vicendevolmente, generando numerose opportunità di investimento. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 149 BENCHMARK INTERNAZIONALI Il recente sviluppo di Singapore è stato trainato in particolare dagli Investimenti Diretti Esteri, soprattutto nei settori dell’ICT, dell’elettronica e dei servizi finanziari. Nel 2005 i flussi di investimenti provenienti dall’estero hanno superato i 20 miliardi di $, contribuendo per il 78,9% alla formazione del capitale fisso lordo. Come risulta dal grafico successivo, il tasso di crescita degli IDE negli ultimi anni è stato molto elevato, con una media tra il 2002 e il 2005 pari al 28,6%. Figura 110. Flussi di Investimenti Diretti Esteri a Singapore, 2002-2005 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Investment Report 2006, United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) I Paesi che hanno investito maggiormente a Singapore negli ultimi anni sono gli Stati Uniti (in particolare attraverso le multinazionali del settore ICT come HP, IBM e Motorola), il Giappone e il Regno Unito (figura 111). 6 Figura 111. I maggiori investitori a Singapore: Paesi e società – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati LOCOmonitor, FDI by country, 2007 L’attrattività di Singapore è dovuta in generale alla grande trasparenza e snellezza burocratica garantita dal governo ai potenziali investitori e ad un regime fiscale molto favorevole. Le leggi sugli investimenti 149 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 150 BENCHMARK INTERNAZIONALI esteri sono eque e chiare e pongono poche limitazioni ed incertezze agli investitori stranieri. Gli operatori economici locali e stranieri sono soggetti alle stesse regole e quasi tutti i settori sono completamente liberalizzati ed aperti alla proprietà estera e all’impiego di capitale umano specializzato straniero. Singapore può offrire inoltre eccellenti infrastrutture ed è unanimemente riconosciuto come il centro di telecomunicazioni più importante del sud-est asiatico. Per tutti questi fattori, Singapore risulta essere il Paese con il migliore ambiente di business al mondo, secondo quanto riportato anche da un’indagine annuale della Banca Mondiale (Doing Business 2007, how to reform), figura 112. Figura 112. Classifica internazionale dell’ambiente di business, 2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati World Bank, “Doing Business 2007, how to reform” 6.6.3 La piazza finanziaria 6 A partire dagli anni ’70 il governo identificò i servizi finanziari come uno dei settori chiave per lo sviluppo futuro del Paese e approntò le misure necessarie per il loro sviluppo (incentivi fiscali, potenziamento delle infrastrutture, ecc.) e per la loro successiva diversificazione e specializzazione. Oggi, Singapore è un centro finanziario e valutario di primaria importanza, che ha indubbiamente beneficiato della crescente apertura internazionale dell’economia e dei flussi di investimenti provenienti dall’estero. La città stato è sede di una borsa molto vivace, riconosciuta essere la più importante della regione per strumenti finanziari a termine, del quarto mercato mondiale dei cambi in ordine di importanza ed ospita più di 700 banche internazionali ed altri istituti finanziari. 150 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 151 BENCHMARK INTERNAZIONALI Al riguardo la Banca Centrale di Singapore (Monetary Authority of Singapore, MAS) ha messo in atto una strategia ben definita volta ad attrarre nel Paese i migliori istituti bancari internazionali: “Since 1971, the government of Singapore has sought to attract representation by a variety of foreign banks in terms of countries and geographical regions”. In primo luogo Singapore può contare su una posizione geografica e temporale (fuso orario) vantaggiosa e su un efficiente sistema infrastrutturale (in primis telecomunicazioni) che permettono alle istituzione finanziarie di commerciare con l’Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone nell’arco di tempo di una giornata lavorativa. La presenza diffusa di manodopera altamente specializzata in ogni campo rappresenta un ulteriore fattore che ha reso possibile il successo del Paese a livello finanziario. Inoltre, per incoraggiare una continua innovazione dei prodotti e servizi offerti dalla piazza finanziaria, il MAS concede generosi incentivi fiscali alle istituzioni finanziarie coinvolte in attività ad alto valore aggiunto. 6.6.4 Attrattività e meccanismi di attrazione Non pago degli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni in termini di sviluppo economico e sociale, il governo di Singapore sta mettendo in atto una serie di meccanismi di attrazione per incrementare ulteriormente la propria competitività ed attrattività territoriale: - concorrenza fiscale (nel 2007 è in programma un’ulteriore riduzione della tassa sui redditi di impresa, portata al 18%, nonché l’adozione di varie misure volte a favorire l’attività delle piccole e medie imprese); - segreto bancario (Singapore vanta un regime del segreto bancario molto restrittivo e recentemente, per rendere ancora più attrattiva la sua piazza finanziaria, ha reso più severe le pene per chi viola l’obbligo di riservatezza); - attrazione di istituzioni finanziarie (attraverso incentivi mirati, sono stati messi a punto package di attrazione estremamente interessanti, tanto per le istituzioni quanto per i professionisti che vi lavorano) ; - investimenti in ricerca e sviluppo (è stato creato un fondo pubblico, il R&D Trust Fund, gestito dalla National Research Foundation, alimentato ogni anno dal Governo di Singapore con 500 milioni di $, destinati ad essere integralmente investiti in attività di ricerca); - investimenti in capitale umano (dal 2007 il Governo triplicherà gli investimenti in capitale umano – “lifelong learning”, portandoli a 500 milioni di $ all’anno); - semplificazioni burocratiche (Singapore sta diventando uno dei luoghi al mondo più attrattivi per i gestori di hedge funds per la velocità e la semplicità con la quale è possibile costituire nuovi fondi); - politica della residenza (recentemente è stata creata una specifica politica della residenza a beneficio delle persone interessate ad investire nel Paese, stabilmente, capitali superiori ai 15 milioni di $); - attrazione di organizzazioni filantropiche (per dotare il Paese di una migliore immagine all’estero, “The Government plan to make Singapore a hub for global philanthropic organisations89). 6 89 - Tharman Shanmugaratnam, Minister of Finance, Singapore, 2007. 151 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 152 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6.7 LA REGIONE AD AMMINISTRAZIONE SPECIALE DI MACAO 6.7.1 Introduzione La Regione ad Amministrazione Speciale di Macao è un piccolo territorio sulla costa meridionale della Cina (28,2 Km2), ex colonia portoghese, ritornato di proprietà della Cina il 20 dicembre 1999. La Cina applica a Macao, allo stesso modo di Hong Kong, il principio “un Paese, due sistemi”, per cui Macao gode di un elevato livello di autonomia governativa90 ed ha mantenuto inalterati il sistema capitalistico e gli stili di vita acquisiti durante il periodo di sovranità portoghese. Figura 113. La Regione ad Amministrazione Speciale di Macao, Scheda Paese – Fonti: rielaborazioni The European House - Ambrosetti su dati CIA, ”CIA, The World Factbook 2007”; Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and Census Service, 2007 6 L’economia di Macao sta attraversando una fase di sviluppo senza precedenti, favorita dal boom economico e dalla diminuzione del tasso di criminalità: negli ultimi 5 anni il PIL è cresciuto a tassi anche superiori al 20% annuo, raggiungendo l’equivalente di 10,5 miliardi di Euro (figura 114), ed il surplus del bilancio ha consentito la riduzione delle tasse. Caratterizzata da un alto grado di internazionalizzazione, Macao dipende fortemente dalle esportazioni, nonostante la domanda interna sia stata un fattore importante nella crescita economica degli anni novanta. A partire dagli anni ’80, Macao ha progressivamente abbandonato la produzione manifatturiera a favore del terziario. 152 90 - Macao gode di autonomia fiscale e finanziaria, è un territorio doganale autonomo e ha potere legislativo, esecutivo e giudiziario distinti da quelli cinesi. Solamente gli affari esteri e la difesa sono di competenza di Pechino. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 153 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 114. PIL a prezzi correnti e tasso di crescita reale del PIL, 1997-2006 – Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and Census Service, 2007 Attualmente l’economia di Macao si basa prevalentemente sul turismo, che impiega circa il 40% della manodopera, sul settore bancario e su quello edilizio. Il miracolo economico di Macao è frutto in particolare dell'apertura del mercato cinese, il mercato potenzialmente più grande del mondo, e dei massicci investimenti stranieri nel territorio. 6.7.2 Il turismo e l’industria del gioco d’azzardo Il turismo, strettamente collegato alle attività del gioco d'azzardo, rappresenta la voce principale dell’economia di Macao. Nel 2006 i visitatori sono stati quasi 22 milioni, per la stragrande maggioranza provenienti dai Paesi asiatici, tra cui la Cina in particolare, i cui visitatori appaiono in forte crescita (figura 115). Il tasso di crescita medio composto annuo del turismo a Macao è stato del 13,3% negli ultimi 7 anni. 6 Grazie soprattutto alla crescita del numero di potenziali turisti cinesi, spinti dall’aumento del benessere, dal desiderio di conoscere nuovi luoghi e dalla passione per il gioco d’azzardo, il turismo di Macao è destinato a raddoppiare entro il 2010, superando i 40 milioni di visitatori all’anno (figura 116). Il motore trainante dell’economia della penisola è senza dubbio l’industria del gioco d’azzardo: Macao è stata definita la “Las Vegas” asiatica91 per le numerose case da gioco diffuse in tutto il territorio. Il gioco d’azzardo, infatti, costituisce circa il 30% del PIL e contribuisce per il 70% alle entrate fiscali governative92. 91 - Nel 2006 Macao ha addirittura superato Las Vegas per fatturato delle case da gioco. 92 - La vendita delle concessioni governative per il gioco d'azzardo alle 3 compagnie aggiudicatarie (dopo la fine del monopolio nel 2001), ha fruttato allo stato 2,2 miliardi, circa il 33% del PIL di quell’anno. Il bilancio, grazie a tale vendita, è tornato in positivo. 153 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 154 BENCHMARK INTERNAZIONALI Figura 115. Numero di visitatori per Paese di origine, 2000-2006 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati Macao SAR Government Portal, Macau Statistics and Census Service, 2007 6 Figura 116. Numero di turisti a Macao e tasso di crescita annuo, 1994-2010 (proiezioni) – Fonte: “Chinese Tourists, Coming, ready or not!”, DSEC, CLSA Asia-Pacific Markets, 2006 Nel settembre 2001, è stata adottata una nuova disciplina del gioco d'azzardo, che ha abolito il sistema monopolista93 ed ha permesso il rilascio di tre nuove licenze, con l’obiettivo di sviluppare il turismo legato al gioco e di creare nuovi posti di lavoro. 154 93 - Il 31 marzo 2002 si è concluso il monopolio del casinò della Sociedade de Turismo e Diversoes de Macao (STDM), del magnate Stanley Ho’s, a cui era stata concessa la licenza nel 1962. Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 155 BENCHMARK INTERNAZIONALI Dall’avvio del processo di liberalizzazione, a Macao sono stati aperti nuovi casinò gestiti da imprese straniere, comprese quelle con forte presenza a Las Vegas, e si sono insediate le più importanti catene alberghiere mondiali. Attualmente a Macao ci sono 25 case da gioco, che producono un fatturato di circa 55 miliardi di Pataca, equivalenti a poco più di 5 miliardi di Euro (figura 117). Figura 117. Numero di casinò e fatturato realizzato, 2002-2007 – Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati Gaming Inspection and Coordination Bureau, 2007 Nei prossimi 5 anni verranno costruiti a Macao 20 nuovi casinò ed alberghi, per un investimento totale che supera i 10 miliardi di $. Per completare l’offerta turistica ed orientarla verso i turisti più facoltosi, con elevata capacità di spesa, si punta anche alla realizzazione di ristoranti di altissima qualità94, eventi culturali, congressi, esposizioni. Inoltre, per garantire l’innalzamento degli standard qualitativi della ricettività alberghiera, è stato creato un istituto d’élite per la formazione dei professionisti del turismo (Institute for Tourism Studies - ITS). 6 Macao si avvia così a diventare la prima destinazione per i turisti cinesi, superando Hong Kong. 6.8 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L’analisi dei casi svolta nei paragrafi precedenti permette di identificare tre principali elementi che accomunano le storie di successo e sviluppo territoriale presentate: 1. l’apertura internazionale (liberalizzazione e attrattività di investitori esteri); 2. la focalizzazione su precisi settori/ambiti di intervento (definizione di una chiara visione del futuro); 94 - Ad esempio, il nuovo grande casinò realizzato dal magnate Stanley Ho Hung-sun, il Gran Lisboa, comprende anche un ristorante, Don Alfonso 1890, affidato ai grandi chef italiani Alfonso ed Ernesto Iaccarino, ai quali non sono stati posti limiti di spesa, in modo che il ristorante si possa approvvigionare direttamente dall’Italia, mantenendo inalterati gli altissimi standard culinari del Don Alfonso di Sant’Agata sui Due Golfi, in provincia di Napoli. 155 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 156 BENCHMARK INTERNAZIONALI 3. la capacità di attivare un percorso di cambiamento efficace con una logica di sistema e di squadra, con un forte coinvolgimento di tutti gli attori del “tripode” della strategia competitiva territoriale”95: l’Amministrazione Pubblica (la politica), la Comunità Economica, la Società Civile (dal mondo dell’università/formazione/cultura a quello dei media). I Paesi di piccole dimensioni, caratterizzati per definizione da risorse interne limitate, per poter crescere e svilupparsi devono infatti necessariamente poter contare anche sulle risorse messe a disposizione da altri Paesi, siano esse capitale o forza lavoro. Per far questo occorre mettere in atto delle strategie volte ad attrarre investimenti e capitale umano sul proprio territorio (in particolare attraverso la realizzazione di un ambiente di business favorevole agli investimenti diretti esteri, come a Singapore, in Lussemburgo, in Irlanda e richiamando sul proprio territorio risorse umane altamente qualificate, come nel Liechtenstein) e garantire le migliori condizioni nei rapporti con l’esterno (come nel caso di Singapore, impegnata a stringere accordi di libero scambio con i propri principali partner economici internazionali). Questo non significa perdere la propria identità o rinunciare alle proprie peculiarità e tradizioni, ma – al contrario – far leva proprio sui punti di forza ed asset disponibili (il segreto bancario, soprattutto in Liechtenstein, Lussemburgo e Singapore, la stabilità e la sicurezza a Monaco, le agevolazioni del sistema fiscale in tutti i casi presentati) per costruire vantaggi competitivi sostenibili in particolari settori ed ambiti di specializzazione, derivanti tanto dalla tradizione del territorio (il segmento turistico del lusso a Monaco, la finanza in Lussemburgo) quanto da precise scelte strategiche (l’industria ad alto valore aggiunto nel Liechtenstein, il segmento turistico del gioco a Macao, la ricerca e sviluppo e l’economia della conoscenza in Irlanda). 6 95 - Modello sviluppato da The European House - Ambrosetti (si veda il Capitolo 1). 156 Ambrosetti_Cap6_2007 7-06-2007 12:50 Pagina 157 BENCHMARK INTERNAZIONALI 6 157