Cronache Economiche n. 23 (7 settembre

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Ambasciata d'Italia ad Ankara
Ufficio Commerciale
(Dal 7 al 28 settembre 2012 - n. 23)
Prot. Nr. 2601
Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ;
[email protected] ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282
Responsabile: Irene Castagnoli, Capo dell’Ufficio Commerciale
ULTIMI SVILUPPI
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Cresce al 2,9% il PIL turco nel secondo trimestre del 2012.
2012.
I dati resi noti
dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, che parlano di un tasso di crescita del PIL
della Turchia al 2,9% per il secondo trimestre del 2012, confermano che è
effettivamente in corso quel rallentamento dell’economia turca già profilatosi con il
dato del primo trimestre. Per i primi tre mesi dell’anno il Paese era infatti cresciuto ad
un tasso del 3,3%, dato come rivisto leggermente al rialzo da TürkStat rispetto al
3,2% diffuso in precedenza. Che il Paese stia rallentando del resto non coglie di
sorpresa nessuno, neanche il Governo, fautore di una politica espressamente mirata
ad indurre un soft landing dai vertiginosi tassi di crescita conosciuti dal Paese in
passato (9,2% per il 2010 e 8,5% nell’anno appena trascorso), che avevano portato
con loro l’acutizzarsi di alcuni problemi strutturali propri dell’economia turca, a
cominciare da un ormai non più sostenibile disavanzo nelle partite correnti giunto a
fine 2011 all’allarmante soglia del 9-10% del PIL turco. I nuovi dati sono però
leggermente inferiori alle aspettative del mercato e a quelle delle autorità turche, che
si attendevano qualche cosa in più del 2,9%. C’è comunque da dire che già da
qualche tempo, in successive dichiarazioni pubbliche, alcuni esponenti del Governo
hanno cominciato ad ipotizzare che le stime ufficiali di un tasso di crescita al 4% per
l'intero 2012 saranno da rivedere al ribasso. Tra le cause all’origine delle tendenze in
atto nell’economia turca, oltre agli effetti delle misure attuate dal Governo, non è
inoltre da trascurarsi il rilevante impatto della difficile fase attraversata da alcuni dei
principali Paesi partner, a cominciare da quelli dell'Unione Europea, sul dinamico
mercato locale. Resta comunque il fatto che a calare è stata soprattutto la domanda
interna, tradizionale e potentissimo motore delle fasi espansive turche, grazie anche
ad un PIL pro capite praticamente triplicato negli ultimi 10 anni. Ed è d’altro lato vero
che l’aggressiva politica messa in atto dal Ministero dell’Economia sembra
cominciare a produrre i suoi effetti, con il disavanzo commerciale della Turchia che,
secondo gli ultimi dati di luglio, è calato del 20% rispetto allo stesso periodo del
2011, a fronte di una crescita nelle esportazioni del Paese pari al 12,6% (anche se
una parte non trascurabile di tale fenomeno è rappresentata dal picco nelle vendite
di oro della Turchia all’Iran). Analogamente positivo è l’andamento di un altro male
storico del Paese, l’inflazione, collocatasi all’8,9% ad agosto, che pare al momento
lontana dai valori a doppia cifra che non è raro l’indice possa raggiungere in Turchia.
C'è poi anche la disoccupazione, altro problema endemico per il Paese specialmente
tra donne e giovani (e a cui si aggiunge una diffusa presenza dell’economia
sommersa), che da' segnali incoraggianti: gli ultimi dati diffusi dall'Istituto di Statistica
turco parlano infatti di un tasso di disoccupazione all'8% a giugno dell’anno in corso.
Si tratta del dato più basso registrato da anni ed appare ancora più positivo in
un’economia in fase di rallentamento, anche se non va trascurato l’impatto degli
effetti stagionali nel settore dei servizi e di un inizio anticipato del raccolto in
agricoltura. Se questa buona performance potrà tenere anche in futuro è comunque
ancora da vedersi. Quanto invece ai rischi futuri, non è da sottovalutare il fatto che
l’attuale calo nel ritmo di crescita del Paese potrebbe aprire problemi su fronti che
avevano fatto segnare un andamento particolarmente positivo negli ultimi anni,
proprio in conseguenza degli alti tassi di sviluppo sperimentati dal Paese. Primo tra
tutti vi è indubbiamente quello della tenuta dei conti pubblici. Già qualche tempo fa,
prima che fossero resi noti gli ultimi dati sulla crescita del PIL, il Ministro della
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Finanze Şimşek aveva pubblicamente dichiarato che l’obiettivo dell’1,5% per il
rapporto deficit pubblico/PIL per il 2012 potrebbe essere mancato. L’anno scorso si
era in effetti chiuso con una virtuosa performance (il rapporto si era attestato
all’1,3%, ben al di sotto peraltro del criterio previsto a Maastricht), ma per quest’anno
il rallentamento della crescita e con esso il calo negli introiti fiscali inducono a
ritenere che un tale risultato non sia riproducibile. A ciò si aggiunge una spesa
pubblica elevata, anche in conseguenza del lancio di un ambizioso programma di
incentivi agli investimenti che prevede numerose misure di sgravio e sussidio. Per
contrastare il rischio di deviazioni troppo sensibili dagli obiettivi di bilancio, a detta del
Ministro delle Finanze, sono attualmente allo studio misure correttive di cui però non
sono tuttora noti i dettagli. Intanto, il Governo ha appena varato i negoziati per la
finanziaria del 2013, che dovrà essere presentata in Parlamento entro il 17 ottobre
prossimo.
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La Turchia scala la classifica della
della competitività globale ma la pirateria la frena
nel campo degli
degli IPR.
IPR. Nel rapporto sulla competitività globale per il 2012-2013
presentato di recente dal World Economic Forum (WEF), la Turchia scala di ben 16
gradini rispetto alla precedente edizione la classifica stilata dalla Fondazione salendo
cosi’ al 43mo posto (su 144 Paesi). In particolare, secondo il WEF, i fattori che
hanno influenzato positivamente il nuovo posizionamento della Turchia
nell’importante classifica sono stati la competitività locale (per questo parametro il
Paese di e’ collocato 16mo), le dimensioni del mercato nazionale (15mo) ed
un'infrastruttura relativamente sviluppata (34mo), anche se con lacune nel trasporto
ferroviario e marittimo. Nel rapporto, il World Economic Forum consiglia alla Turchia
di migliorare il settore delle risorse umane tramite riforme del sistema educativo e
sanitario (per questa voce il Paese si e’ infatti collocato 63mo), del sistema
universitario (74mo), e con misure che aumentino la flessibilita’ del mercato del
lavoro (parametro in relazione al quale la Turchia si e’ posizionata addirittura 124ma)
e rafforzino i meccanismi a sostegno dell’efficienza e a garanzia della trasparenza
delle istituzioni pubbliche. Il WEF identifica inoltre alcuni punti deboli che
danneggiano la competitivita’ globale della Turchia, tra di essi vi sono: i costi
associati ai fenomeni terroristici in termini di impatto sul clima degli investimenti (per
questa voce la Turchia e’ 130ma), il problema della criminalità organizzata (102ma),
un basso tasso di risparmio privato (115ma), un inefficiente sistema tributario
(117ma), la presenza di barriere commerciali (98ma), la bassa partecipazione della
donna al mondo del lavoro (131ma). In particolare, inoltre, la Turchia figura
solamente all’87mo posto nella categoria relativa alla salvaguardia dei diritti di
proprietà intellettuale, posizionandosi dopo, tra gli altri, Paesi quali Uganda, Ruanda
e Gambia. Esperti della materia ritengono che il basso posto in classifica sia dovuto
all'alto livello di pirateria presente nel Paese, dove infatti abbondano prodotti
contraffatti e imitazioni, situazione che rende impellente la decisa attuazione di
politiche rivolte a salvaguardare gli IPR in modo efficace, aspetto del resto di cruciale
importanza ai fini delle decisioni di investimento delle aziende estere. Secondo dati
resi noti dall’Ufficio Turco Brevetti e Patenti turco (TPE), le imprese straniere operanti
in Turchia si stanno molto adoperando a tutela dei loro diritti in materia: in particolare
guidano la classifica i tedeschi, con 980 brevetti registrati, seguiti dai 560 delle
imprese statunitensi. Terza si colloca la Turchia stessa, con 462 brevetti. Ma se le
imprese turche sono molto attive nel proteggersi su questo fronte a livello nazionale,
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sembrano curarsi meno della dimensione estera. Il numero di richieste di brevetto
formulate da imprenditori turchi presso i competenti uffici in Paesi stranieri è infatti
estremamente basso. Il Governo turco mira a raggiungere il numero di 50.000
brevetti locali registrati entro il 2023, anno in cui cadra’ il centenario della fondazione
della Repubblica di Turchia.
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Sono ben 5.550
5.550 i km di strade da costruire
costruire in modalità BOT in programma in
Turchia.
Turchia. L'Ente autostradale turco vanta attualmente nella propria agenda ben 24
progetti da realizzarsi con il modello BOT (Build-Operate-Transfer), concepiti con
l'obiettivo di ridurre le spese energetiche e lo spreco di tempo. In totale questi
progetti ammontano a ben 5.550 km di strade. Tra di essi vi e’ il progetto Northern
Marmara Highway, che include anche il terzo ponte sul Bosforo, e che dovrebbe
garantire un risparmio energetico e di ore di lavoro quantificato in 1,8 miliardi di
dollari. Il progetto è stato appaltato ad una joint venture composta dall’italiana Astaldi
e dalla locale IC İçtaş. L'autostrada Gebze-Orhangazi-İzmir, progettata per
connettere tali grandi regioni industriali, ridurrà il traffico da Gebze, in provincia di
Istanbul, e Izmir del 30%. Una volta ultimata, la nuova autostrada permetterà di
percorrere in auto la tratta fra Istanbul e Bursa, la capitale dell'industria
automobilistica turca, in una sola ora. Attualmente il tragitto dura circa 3 ore, traffico
permettendo. La Otoyol Yatırım ve İşletme, una joint venture composta dall'italiana
Astaldi e dalle locali Nurol, Özaltın, Makyol e Yüksel-Göçay, si è aggiudicata questo
progetto che si sviluppa lungo 421 km. La joint venture costruirà e gestirà questa
autostrada a pedaggio per 22 anni e 4 mesi, a decorrere dal mese di settembre
2010. Il progetto comprende anche un lungo ponte sospeso che unirà le due sponde
del Golfo di Izmit. Un altro ambizioso progetto è quello che unirà due province
limitrofe, Izmir e Manisa, tramite un tunnel. Il progetto è stato appaltato alla joint
venture composta dalle locali Koçoğlu e Makimsan Asfalt, che lo realizzeranno e
gestiranno per 12 anni e 11 mesi, a decorrere dal mese di agosto del 2011.
L'autostrada prevista fra Ankara e la provincia di Samsun sul Mar Nero, invece,
dovrebbe facilitare l'accesso alla Russia, alla regione del Caucaso e ai Paesi
dell'Asia Centrale.
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Zonguldak,
Zonguldak, nuova base industriale e logistica. Entro il
2013 la Valle di Filyos, in
provincia di Zonguldak, diventerà una base industriale e logistica di amplissime
dimensioni, corredata da un porto marittimo, zone industriali organizzate, dighe e
centrali energetiche. Il progetto includera’ inoltre ingenti investimenti del settore
privato, quali acciaierie, cantieri navali e cementifici. Il Vice Ministro turco per lo
Sviluppo Mehmet Ceylan ha recentemente dichiarato in merito: "Il Progetto Filyos
avrà, con le sue dimensioni e il suo potenziale, un ruolo vitale nel raggiungere gli
obiettivi che la Turchia si è prefissata per il 2023”. Nel ricordare come il concetto di
regione industriale sia relativamente nuovo in Turchia, Ceylan ha inoltre dichiarato
che “con un decreto del Consiglio dei Ministri si potrebbero riconoscere degli speciali
incentivi agli investitori". Il Vice Ministro ha inoltre aggiunto che l’Agenzia per la
Promozione degli Investimenti (ISPAT) ha già ricevuto offerte di investimento nella
regione. Situato nel distretto di Çaycuma, il Progetto Filyos interessa una superficie
di 5,5 milioni di metri quadrati.
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Turkish Airlines: 164 milioni di profitto nel primo semestre del 2012.
2012. La Turkish
Airlines (THY) ha recentemente annunciato un profitto di 164 milioni di Lire turche
(TL) nel primo semestre del 2012, con un aumento del 142% rispetto al primo
semestre del 2011. Nello stesso periodo, le vendite della linea aerea di bandiera
turca hanno raggiunto i 6,4 miliardi di TL, con un aumento del 36%. Nel comunicato
stampa diramato, la THY dichiara inoltre: "Nella prima metà del 2012, con un
aumento del 20% rispetto all'anno precedente, abbiamo raggiunto un totale di 18
milioni di passeggeri". Nel primo semestre dell'anno in corso, la Turkish Airlines ha
inaugurato otto nuove destinazioni internazionali, portando a 157 il numero totale
delle localita’ raggiunte.
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Carrefour in partenza dalla Turchia?
Turchia?
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Il settore della plastica colpito da nuove tasse.
tasse. Il settore turco della plastica è stato
Georges Plassat, Amministratore Delegato
della francese Carrefour, ha dichiarato che la società sta rivalutando la propria
posizione all'estero, incluso quello che riguarda la turca CarrefourSA, di cui
Carrefour detiene il 58% delle azioni, mentre Sabanci Holding ne detiene il 38,8%.
Anche secondo notizie stampa circolate in precedenza, Carrefour avrebbe deciso di
abbandonare il mercato turco.
recentemente colpito dalla decisione adottata il 6 settembre scorso dal Governo di
elevare le tasse sulle importazioni di polietilene e polipropilene. Tale decisione
comporterà un consistente innalzamento della pressione fiscale, che passerà dal 3 al
4,8% entro la fine dell’anno, per poi toccare il 6,5% entro la fine del 2013. L’aumento
della tassazione ha provocato le forti proteste dei rappresentanti del settore, che
conta nel Paese più di 6.000 aziende e risulta al terzo posto dopo la Germania e
l’Italia nella produzione della plastica. In particolare, nel 2011 la Turchia ha registrato
10 miliardi di dollari in esportazioni di prodotti in plastica dirette verso oltre 150 Paesi
del mondo, per la produzione dei quali la Turchia e’ pero’ costretta ad importare
massicciamente dall’estero proprio quelle materie prime oggetto dell’incremento
della tassazione. Secondo Mehmet Uysal, il Presidente dell’associazione degli
industriali del settore (PAGEV), il provvedimento sicuramente nuocerà alla
produzione, a danno generale di un settore che lo scorso anno aveva conosciuto
una crescita dell’11% e che secondo le previsioni effettuate prima dell’innalzamento
della pressione fiscale nel 2012 avrebbe dovuto raggiungere il 15%. Nel 2011 la
Turchia ha importato 1,3 miliardi di dollari in polietilene, soprattutto da paesi quali
Arabia Saudita, Egitto, India, Iran, Azerbaigian, Qatar, Tailandia ed Ucraina. Il
polietilene è utilizzato soprattutto nel packaging, mentre il polipropilene è utilizzato
nei settori tessile, automobilistico, dei beni di consumo durevoli, dei tappeti e del
packaging. (Fonte: Ufficio ICE di Istanbul)
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La Turchia leader mondiale nella produzione di frutta.
Secondo dati
recentemente diffusi dalla FAO, l’Organizzazione dell’ONU per il Cibo e l’Agricoltura,
la Turchia è il primo produttore mondiale per molti prodotti agricoli, ed in particolar
modo si colloca al primo posto al mondo per quello che riguarda la produzione di
nocciole, albicocche, fichi, ciliegie, mele cotogne e semi di papavero. Il Paese è
invece al secondo posto a livello globale nei settori della produzione di angurie,
meloni gialli, fragole, porri, miele, lenticchie, cetrioli, peperoncini verdi, fagioli,
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castagne e latte di pecora. A quanto inoltre recentemente ricordato dal Presidente
dell’Unione delle Camere dell’Agricoltura turche Semsi Bayraktar, la Turchia rientra
nella classifica dei primi dieci Paesi al mondo per ben 55 tipi di prodotti agricoli,
circostanza che permette al Paese di giocare un ruolo molto significativo a livello
internazionale nell’ambito del commercio agricolo. (Fonte: Ufficio ICE di Istanbul)
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Sono ben 2 milioni le tonnellate di boro vendute dalla Turchia nel 2011. Secondo
dati diffusi dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali turco, la Turchia, che
possiede il 75% delle riserve mondiali di boro, nel 2011 ne ha vendute 2 milioni di
tonnellate, con un aumento del 21% rispetto all'anno precedente. Secondo alcune
stime, grazie anche a nuovi investimenti nel settore, la produzione di boro e di
derivati nel Paese dovrebbe raggiungere i 2,2 milioni di tonnellate nel 2013. La gran
parte delle esportazioni di tale bene e’ costituita dall’Etibor-48, nome commerciale
del borace pentaidrato, prodotto a Kirka, in provincia di Eskişehir. Nel rapporto
redatto dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali turco viene inoltre
segnalato un aumento del 32% nel consumo di boro a livello mondiale nel 2011
rispetto all'anno precedente, che sarebbe principalmente motivato da una marcata
crescita nel consumo registratasi in Nord America ed in Asia (nuova importante
destinazione delle esportazioni turche), mentre in Europa si sarebbe in realta’
verificato un forte calo, riconducibile alla crisi economica in atto.
ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA
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ILO: esempio Turchia.
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In aumento i costi della manodopera turca. Secondo dati
In una recente analisi, l'Organizzazione Internazionale del
Lavoro (ILO) ha portato ad esempio la performance della Turchia nel corso della crisi
economica. L'ILO ha basato la propria analisi sulle politiche economiche messe in
atto dal Governo del Paese che hanno portato ad una disoccupazione in netto calo.
A giugno scorso infatti il tasso e’ sceso all'8% in Turchia, attestandosi attorno a valori
addirittura inferiori a quelli degli Stati Uniti e di molto sotto a quelli di molti Paesi
membri dell'Unione Europea. Le politiche messe in atto con successo dal Paese
hanno dunque permesso il raggiungimento di questi ottimi risultati sul fronte
dell’occupazione pur in presenza di un rallentamento dell’economia, e hanno inoltre
provocato una riduzione nel lavoro in nero ed in particolare un aumento
dell'occupazione fra i giovani e le donne, categorie in Turchia tradizionalmente
colpite dai piu’ alti tassi di disoccupazione.
resi noti recentemente
dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, l’indice del costo della manodopera in Turchia
ha mostrato, nel secondo quarto dell’anno corrente, una crescita del 10,3% rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente. Piu’ in dettaglio, nel periodo in
considerazione si e’ osservato un incremento del 10,8% di tale costo nel settore
industriale e in quello dei servizi, mentre il comparto delle costruzioni ha registrato
una crescita del 5,7%. I maggiori incrementi nell’indice del costo della manodopera si
sono comunque verificati nel settore delle attività tecniche, scientifiche e della
formazione, che ha sperimentato un picco del 21%. Analizzando sulla base del
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compenso orario, l’incremento nel secondo quarto dell’anno è stato del 10,7%. Allo
stesso modo gli incrementi dei compensi orari sono stati del 10,7% nel settore
industriale, del 12,2% in quello dei servizi, del 5,6% in quello delle costruzioni mentre
nei settori delle attività tecniche, scientifiche e della formazione l’aumento ha
raggiunto quota 22,3%. (Fonte: Ufficio ICE di Istanbul)
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Privatizzazione: introiti OK, spese sotto controllo.
controllo.
L'Ente per le Privatizzazioni
turco ha reso noto di recente che gli introiti derivanti dalle privatizzazioni nel periodo
tra il 1° gennaio e il 6 settembre dell’anno in corso hanno raggiunto un ammontare di
1,191 miliardi di Lire turche (TL). Sempre nel periodo di tempo in considerazione,
l'Ente ha inoltre avuto uscite pari a 7,1 milioni di TL in spese amministrative, 4,1
milioni in pubblicità e consulenza, 11,3 milioni in spese per la privatizzazione.
Preparativi per la creazione di un Istituto
Istituto Nazionale turco di Rating del
Credito.
redito. Il Ministro dell'Economia turco Zafer Çağlayan ha recentemente dichiarato
che la Turchia si sta apprestando a muovere i primi passi per l'istituzione di un ente
nazionale di rating del credito: "L'idea e’ stata lanciata dal premier Erdoğan ed in
vista della sua realizzazione si terra’ presto una riunione con le banche e discussioni
con i Ministeri interessati. Non vedo perché la Turchia non possa dotarsi, entro ottodieci anni, di un proprio istituto di rating del credito riconosciuto a livello mondiale."
Çağlayan ha inoltre rivelato una serie di dettagli sul progetto in questione, tra i quali
che l'ente, che in un primo tempo avrà un carattere pubblico, potrebbe essere
successivamente trasferito al settore privato. "La Turchia ha senz'altro le
infrastrutture necessarie per finalizzare questo progetto" ha aggiunto Çağlayan.
ENERGIA
•
Nuovi investimenti e acquisizioni nel settore dell'energia.
EnerjiSA, una joint
venture costituita dalla locale Sabanci e dall'austriaca Verbund, ha annunciato di
aver ottenuto un prestito di 750 milioni di Euro per un progetto di energia termale a
lignite. La centrale dovrebbe entrare in funzione nel 2015 ed avere una capacità pari
a 450 MW. Nel frattempo, notizie stampa annunciano che la tedesca E.ON Ruhrgas
sta negoziando con la Verbund l'acquisto delle partecipazioni di quest'ultima in
EnerjiSA. Il Ministro dell'Energia turco Taner Yıldız ha intanto annunciato che la
Royal Dutch Shell ha avviato le ricerche di gas nella provincia di Diyarbakır, nella
Turchia sudorientale, in collaborazione con la locale TPAO. Un'altra licenza per la
ricerca di scisto bituminoso nella Tracia sarebbe stata concessa alla Exxon Mobil, a
quanto riportano fonti stampa locali. Il Ministro dell'Industria turco Nihat Ergün ha
infine dichiarato ai giornalisti che l’americana ICA (International Capital Alliance) è
intenzionata a produrre pannelli solari e relativi accessori nella provincia di Kilis, per
un investimento di circa 6 miliardi di dollari. La ICA starebbe inoltre valutando
l'ipotesi di realizzare una centrale d'energia solare dalla capacità di 200 MW per un
investimento pari a 700 milioni di dollari.
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ANNUNCI E GARE
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Ankara privatizza la rete del gas.
gas.
L’Autorità per le Privatizzazioni turca (OIB) ha
pubblicato il 13 settembre scorso sul proprio sito web l’avviso in vista della vendita
del 100% delle azioni della Başkent Doğalgaz, la rete del gas naturale di Ankara, che
ha già visto fallire vari tentativi di privatizzazione. Il termine per la presentazione
delle offerte è stato fissato al prossimo 17 dicembre e la cauzione richiesta è di 50
milioni di dollari. Il documento contenente le condizioni di contratto può essere
acquistato dalla OIB per 20.000 Lire turche. Possono partecipare alla gara Joint
Ventures, persone giuridiche e persone fisiche. Il Governo Centrale detiene l’80%
della compagnia, mentre il resto è di proprietà della Municipalità di Ankara. Başkent
Doğalgaz, che è la seconda più grande compagnia del gas in Turchia, ha registrato
46,6 miliardi di lire turche di profitto e venduto 2,3 miliardi di metri cubi di gas lo
scorso anno. La licenza per la distribuzione del gas dell’azienda, cha ha più di 1,3
milioni di utenti, è valida sino al 2037. (Fonte: Ufficio ICE di Istanbul)
Istanbul Seismic Risk Mitigation and Emergency Preparedness Project:
ricostruzione dell'ospedale di Göztepe.
Göztepe. Sulla Gazzetta Ufficiale turca del 7
settembre scorso è stato pubblicizzato il bando di gara per i lavori di ricostruzione
dell'ospedale di Göztepe da realizzarsi nell'ambito del quadro di adeguamento
sismico delle infrastrutture denominato “Istanbul Seismic Risk Mitigation and
Emergency Preparedness Project” ed in seguito all’ottenimento di un prestito erogato
dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Il progetto prevede la demolizione
degli edifici esistenti e la costruzione dei nuovi edifici ospedalieri inclusi i parcheggi
sotterranei nonché i lavori meccanici e elettrici relativi all’intera struttura. La
documentazione può essere ottenuta presso la Istanbul Special Provincial
Administration, Istanbul Project Coordination Unit (IPCU), Kemalettin Mahallesi,
Tiyatro Caddesi, No: 8, 34126 Beyazıt – Istanbul, previo versamento di 250 Euro. La
scadenza per la presentazione delle offerte e’ fissata la prossimo 19 ottobre.
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Lancio della gara per la variante Bahçedağ – Nurdağ.
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Lancio della gara per il rinnovamento della linea ferroviaria Bozkurt
Bozkurt – Dinar.
inar.
La Direzione Generale
delle Ferrovie di Stato turche (TCDD) ha annunciato l’atteso appalto per i lavori
infrastrutturali da realizzarsi sulla variante Bahçedağ – Nurdağ, lunga 17 km.
L’intervento oggetto della gara, che fa parte del Progetto GAP per l’Anatolia
sudorientale, comprende anche un tunnel lungo 10 metri. I documenti di gara
potranno essere acquistati presso la Cassa Centrale della TCDD, piano terra della
Stazione di Ankara, per un importo pari a 300 Lire turche. La scadenza per la
presentazione delle offerte é fissata al 2 novembre prossimo.
La Direzione Generale delle Ferrovie di Stato turche (TCDD) ha annunciato sul
Bollettino degli Appalti del 21 settembre scorso la gara per il rinnovamento della
linea ferroviaria lunga 75 km fra le stazioni di Bozkurt e Dinar. I documenti relativi
alla gara potranno essere acquistati presso la Cassa Centrale della TCDD, piano
terra della Stazione di Ankara, per un importo pari a 500 Lire turche. La scadenza
per la presentazione delle offerte é fissata al 1º novembre prossimo.
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Privatizzazione di Doğusan
Doğusan Boru
Boru Sanayi e dello Zuccherificio
Zuccherificio di Kayseri. L’Ente
per le Privatizzazioni turco ha annunciato l’asta per la vendita del 56,09% delle
azioni della Doğusan Boru Sanayi ve Tic. A.Ş. e del 9,9993% delle azioni della
Kayseri Sugar Factory A.Ş. Gli appalti si terranno separatemente e la
documentazione puo’ essere acquistata, anch’essa separatemente, presso la sede
dell’Ente per le Privatizzazioni. Gli importi delle documentazioni relative alle vendite
in questione sono pari a 2.000 Lire turche per la Doğusan Boru Sanayi ve Tic. A.Ş e
a 5.000 Lire turche per la Kayseri Sugar Factory A.Ş. Le scadenze per la
presentazione delle offerte sono state fissate rispettivamente al 15 novembre 2012
per la Doğusan Boru Sanayi ve Tic. A.Ş e al 29 novembre 2012 per la Kayseri Sugar
Factory A.Ş.
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Annuncio da parte dello studio legale e tributario Gambaro.
Gambaro. “Lo Studio Legale e
Tributario Gambaro annuncia l’apertura del nuovo studio di Istanbul, a Bostanci.
Oltre alle consuete attività giudiziali, lo Studio si propone quale ponte fra le imprese
italiane che hanno o intendono stabilire le proprie attività in Turchia e nei Paesi
confinanti, fornendo consulenza ed assistenza legale, fiscale e finanziaria nonché
per le imprese turche che hanno rapporti commerciali con l’Italia e la Svizzera.
Inoltre lo Studio è attivo nelle controversie internazionali e offre consulenza ed
assistenza negli arbitrati presso la London Marittime Arbitrator Association (LMAA).
Lo studio e’ curato dall’Avvocato italiano Bernardo Gambaro e dall’Avvocato turco
Didem Dikmen, che parla anche italiano. L’indirizzo è Ali Nihat Tarlan Cad.
Kahraman Sk. No: 1/4 - Bostancı/Istanbul, tel. +90 216 3616490 fax+90 216 361601;
e-mail: [email protected]; sito web: www.gambarolaw.com.”
INDICATORI MACROECONOMICI
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Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel
2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%),
registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre,
segnale che la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi
confermata fin dai primi mesi del 2010, chiusosi con un +9,2%, cui ha fatto
seguito una crescita del PIL nel 2011 pari all’8,5% (12% nel primo trimestre, 8,8%
nel secondo, 8,2% nel terzo, 5,2% nel quarto). Nei primi due trimestri del 2012 il
ritmo di crescita del PIL turco, in rallentamento, si è attestato rispettivamente al
3,3% e al 2,9%.
Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel
2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al
6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso
con un tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni
e inferiore all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio
del 2011, dopo aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%),
l’inflazione è tornata a crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a
due cifre pari al 10,45% lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine
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2012-2014 nel quale il Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del
7,5%.
Interscambio con l’Italia: Dopo essersi posizionata nel 2010 al quarto posto
nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio pari a 16,7
miliardi di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di importazioni),
anche nel 2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del Paese,
dopo Germania, Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con un
interscambio che ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto
nelle relazioni italo-turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in
esportazioni pari a 13,45 miliardi di dollari (+32,63%, quinto Paese fornitore) ed
importazioni pari a 7,85 miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per
le merci turche). A fine 2011 il saldo era ancora una volta attivo per l'Italia e
ammontava a 5,6 miliardi dollari. Nei primi sette mesi del 2012 l’Italia è al sesto
posto nella graduatoria dei Paesi partner, dopo Germania, Federazione Russa,
Iran, Cina e Stati Uniti, con un interscambio pari a 11,5 miliardi di dollari (-12,9%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) articolato in esportazioni
italiane pari a 7,79 miliardi di dollari (-4,4%, quinto Paese fornitore) ed
importazioni dalla Turchia pari a 3,7 miliardi di dollari (-26%, sesto mercato di
sbocco per le merci turche). Il saldo è attivo per l'Italia e ammonta a oltre 4
miliardi di dollari.
BORSA DI ISTANBUL
Borsa di Istanbul (IMBK-100): 66.770 punti al 27 settembre 2012 (0.14%)
CAMBIO al 27 settembre 2012:
1 Euro = TL 2,3040
1 USD = TL 1,7906
A cura di:
Irene Castagnoli
Capo dell’Ufficio Economico e
Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad
Ankara
Redazione:
Edoardo Bonacina
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
In collaborazione con:
Zeynep Demirtaş
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
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