Scheda Paese: TURCHIA Popolazione: circa 64.000.000 Gruppi etnici: circa 85% della popolazione appartiene all’etnia turca, mentre la minoranza più numerosa è quella curda. Capitale: Ankara (circa 3.600.000 abitanti) Città principali: Istanbul (9.200.000 ab.), Izmir (3.100.000 ab.), Adana (1.650.000), Bursa (1.980.000 ab.), Mersin (1.495.000 ab.), Konya (1.925.000 ab.). Lingua: il turco è la lingua ufficiale, mentre sono parlati dalle minoranze il curdo, l’arabo, il greco, l’armeno. Religioni principali: popolazione quasi interamente musulmana di rito sunnita. Ordinamento dello Stato: la Turchia è una Repubblica Parlamentare monocamerale. Il potere legislativo è affidato all’Assemblea Nazionale (composta da 600 membri eletti ogni 5 anni a suffragio universale diretto), che elegge ogni 7 anni il Presidente della Repubblica. Il potere esecutivo spetta al governo, il quale è responsabile del proprio operato di fronte all’Assemblea Nazionale. Suddivisione amministrativa: Il paese è suddiviso in 72 regioni con a capo un governatore che risponde direttamente al Ministro degli Interni e quindi al governo in carica. QUADRO DELL’ECONOMIA Struttura produttiva: l’agricoltura è la principale fonte di lavoro della Turchia con il 48% della popolazione attiva occupata. L’agricoltura assicura un quinto dell’export totale del paese e il 14.5% del pil. Le zone dell’Anatolia centrale e orientale sono caratterizzate da una certa arretratezza, mentre le aree costiere consentono coltivazioni più estese. E’ in corso di realizzazione un progetto di bonifica e irrigazione del sud-est anatolico che darà maggiore respiro al settore agricolo. L’allevamento è un fattore economico di grande importanza che si è sviluppato ampiamente negli ultimi anni grazie a numerosi investimenti che hanno permesso di incrementare la produzione di carne destinata ai mercati esteri. La pesca è praticata con criteri commerciali soprattutto nel Mar di Marmara e nel Bosforo. Il paese è dotato di risorse di bauxite e minerali di cromo e di rame, nonché di giacimenti di petrolio, carbone e lignite. Per quanto riguarda l’industria, il processo di privatizzazione del settore sta procedendo anche se lo Stato è ancora responsabile per circa il 35% del valore aggiunto del settore manufatturiero. Secondo uno studio sulla struttura di 53 settori industriali, soltanto in 15 di essi esistono deficienze rispetto agli standard europei, in particolare nel comparto della chimica e dell’agroindustria. Nell’industria tessile la Turchia è il primo fornitore della Comunità Europea e tra i maggiori produttori mondiali. L’export di questo settore rappresenta il 36% del totale delle esportazioni. Tutte le società dell’industria motoveicolistica lavorano su licenza straniera, le esportazioni sono pari al 4.9%. L’industria locale della componentistica soddisfa circa oltre l’85% della domanda, mentre sono in espansione i settori dell’elettronica e della petrolchimica. Il turismo resta un fattore trainante dell’economia turca, in costante crescita. Il governo turco supporta gli investimenti di compagnie straniere con esperienza in questo settore con l’obiettivo di migliorare gli standard dei servizi forniti. Infrastrutture e trasporti: la rete stradale turca si estende per circa 61.000 km che consentono alla Turchia di svolgere in modo adeguato il suo compito di anello tra Europa e Medio-Oriente. Le ferrovie sono di proprietà dello Stato e le linee principali si estendono per circa 9.000 km. La Turchia dispone poi di 15 porti principali a proprietà statale, gli aereoporti maggiori sono ad Istanbul, Ankara, Izmir, Antalya, Adana. Accordi con l’Unione Europea: il 1° Gennaio 1996 è entrato in vigore l’accordo doganale, per cui sono stati aboliti i dazi alle importazioni e alle esportazioni tra UE e Turchia ed EFTA e Turchia. La Turchia inoltre adotta la Tariffa Esterna Comune per le sue importazioni dai paesi terzi. Restano esclusi i prodotti agricoli, mentre per alcuni prodotti cosidetti “sensibili” il periodo di adeguamento sarà di 5 anni. Per quanto riguarda la protezione di marchi e brevetti, la nuova normativa turca risulta conforme alle disposizioni contenute nell’accordo concluso in sede GATT. Attualmente la Turchia fa parte dei dodici paesi in lista d’attesa per entrare nell’Unione Europea. COMMERCIO ESTERO Principali prodotti importati: macchinari, apparecchiature meccaniche ed elettriche, minerali, mezzi di trasporto, settore chimico, ferro, acciaio e metalli, tessile. Principali prodotti esportati: abbigliamento e tessile, ferro, acciaio e metalli, frutta e verdura, industria alimentare e tabacco, mezzi di trasporto, minerali. Principali partners commerciali (dati 1997): Fornitori: Germania, Italia, USA, Russia, Regno Unito. Clienti: Germania, Russia, USA, Regno Unito, Italia. INTERSCAMBIO DELL’ITALIA (in miliardi di lire) Valore complessivo dell’export italiano: £ 3.130 Principali voci dell’export italiano: macchine meccaniche elettriche e loro componenti, prodotti chimici, settore tessile, metalli e oggetti inmetallo, mezzi di trasporto, plastica e prodotti plastici. Valore complessivo dell’import italiano: £ 1.090. Principali voci dell’import italiano: settore tessile, metalli e oggetti in mtallo, macchine meccaniche elettriche e loro componenti, minerali,prodotti agricoli. NOTIZIE PER L’OPERATORE Moneta: unità monetaria della Turchia è la lira turca. Il Tasso di cambio è 1 US$ pari a 337.350 lire turche, 1 EURO = 380.981 lire turche. 1 lira turca = 0,0051 lire italiane (tassi al febbraio 1999). Sistema bancario: la Banca Centrale, oltre ai suoi compiti istituzionali, tende a controllare le riserve totali di tutto il sistema bancario, a regolare il mercato del denaro, la vendita e l’acquisto di Titoli di Stato, la formazione politica del credito, nonché l’importazione, l’acquisto e la vendita di oro e valuta straniera.Alla Banca Centrale spetta anche la supervisione delle altre banche. Le banche commerciali sono la maggiore fonte di credito. Il loro sistema di riscontro è disegnato in modo tale da canalizzare fondi a favore di alcuni settori. Nel paese operano una ventina di banche straniere. Principali finanziamenti e linee di credito: il credito a breve può essere ottenuto dalle banche commerciali. Esse richiedono normalmente ampia garanzia per la concessione dei crediti: oltre a ipoteche, possono richiedere l’avvallo di terzi. E’ dovuta una tassa del 6% sull’ammontare del credito alla firma dell’accordo, oltre ad altri oneri come la Bank transaction tax (5% degli interessi). Questi ultimi ammontano annualmente a oltre il 120% minimo. E’ possibile disporre di crediti speciali in alcuni settori, come ad esempio il settore industriale per il quale si possono ottenere crediti ad un interesse del 10, 15, 30% a seconda del grado di priorità di sviluppo della zona in questione. Sistema fiscale: si basa sull’impostazione diretta e si esprime attraverso la income tax e la corporation tax. La prima si applica sul reddito delle persone fisiche, la seconda a quello delle persone giuridiche, in particolare delle società. La prima varia dal 15% al 40% del reddito, la seconda è del 35%. Le persone fisiche residenti e le persone giuridiche con sede legale e commerciale in Turchia sono tenute al versamento della tassa sul reddito ovunque prodotto. Qualore non risiedano o non abbiano sede legale o commerciale sul territorio, vengono tassate solo per il reddito prodotto nel paese. Investimenti esteri: è possibile investire in tutti i settori dell’economia turca. La licenza viene rilasciata dopo avere chiesto l’autorizzazione al Dipartimento per gli Investimenti Esteri e al Sottosegretariato al Tesoro ed al Commercio Estero. L’investimento estero deve ovviamente contribuire in maniera significativa allo sviluppo del paese. Non è necessario convertire il capitale in lire turche per investirlo. I profitti possono essere trasferiti all’estero alla fine di ogni anno fiscale dopo che il Consiglio di Amministrazione abbia preso le sue decisioni relative al pagamento dei dividendi. Parchi industriali e zone franche: il governo turco ha autorizzato e realizzato sette zone franche. Le principali agevolazioni allo stabilimento in queste zone franche sono: • incentivi determinati dal Consiglio dei Ministri a favore degli investimenti ed operatori; • esenzione da pagamento delle imposte sui redditi generati nelle zone franche purchè il trasferimento di tali redditi in Turchia avvenga in conformità alle disposizioni valutarie; • libertà di trasferimento dei profitti conseguiti in queste zone all’estero e nella stessa Turchia senza pagamento di alcun tipo di tassa o dazio; • nessun limite alla quota di partecipazione straniera al capitale investito nella società; • libertà di vendita anche nel mercato interno della Turchia; • disponibilità di infrastrutture adeguate agli standard internazionali; • vicinanza ai maggiori porti del Mediterraneo, dell’Egeo e del Mar Nero. L’elettricità costa circa da 0.055/0,065 US$ per KW. Organizzazioni sindacali: la principale confederazione sindacale turca è la Turk-Is. Ad essa sono iscritti oltre il 50% dei lavoratori registrati con il Servizio Nazionale di Previdenza. I sindacati negoziano i contratti collettivi di lavoro, che sono generalmente validi due anni. Sono loro vietati collegamenti finanziari o di altro tipo con partiti politici. Fonte: Assocamerestero