Cronache Economiche n. 6 - Ambasciata d`Italia

Ambasciata d'Italia ad Ankara
Ufficio Commerciale
(Dal 28 febbraio al 5 marzo 2012 - n. 6)
Prot. Nr. 554
Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ;
[email protected] ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282
Responsabile: Cons. Amb. Patrizia Falcinelli
ULTIMI SVILUPPI
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A gennaio 2012 calano le esportazioni turche verso l’Italia. Boom degli scambi
con l’Iran.
l’Iran. La bilancia commerciale turca ha chiuso il mese di gennaio 2012 con un
disavanzo di 7 miliardi di dollari, in diminuzione del 4,6% rispetto a gennaio 2011,
quando aveva toccato i 7,3 miliardi di dollari. Nel periodo considerato, l’interscambio
del Paese con il resto del mondo è aumentato del 4,9%, le esportazioni sono
aumentate dell’8,6% (10,3 miliardi di dollari di valore) e le importazioni del 2,8% (17,3
miliardi di dollari). Sostanzialmente stabili gli scambi con l’Unione Europea, che
rappresentano il 37,9% del totale del commercio della Turchia, e che sono aumentati
del 2,6%, raggiungendo il valore di 10,5 miliardi di dollari. Più in dettaglio, le
esportazioni verso l’UE (4,5 miliardi di dollari) sono diminuite dello 0,8%, mentre le
importazioni dall’UE (6 miliardi di dollari) sono aumentate del 5,5%. Sensibili invece le
variazioni registrate nel primo mese dell’anno nei rapporti commerciali con l’Italia che,
pur mantenendo un saldo positivo di 289,7 milioni di dollari, è al sesto posto nella
graduatoria dei principali partner, scalzata da Stati Uniti ed Iran. L’interscambio con
l’Italia, che comunque rimane il secondo partner della Turchia all’interno dell’Unione
Europea dopo la Germania, e che è pari a quasi 1,3 miliardi di dollari, è infatti
diminuito dell’11,2% nel periodo considerato rispetto allo stesso mese del 2011.
Particolarmente forte il calo delle esportazioni turche verso il nostro Paese, diminuite
dai 658 milioni di dollari di gennaio 2011 ai 503 milioni di gennaio 2012 (-23,5% e
quarto mercato di sbocco per le merci turche), mentre le importazioni dall’Italia sono
calate di un ben più moderato 1%, passando da 801 milioni di dollari a 793 milioni,
risultato che assegna il sesto posto tra i Paesi fornitori. Le prime posizioni della
graduatoria dei partner commerciali della Turchia a gennaio 2012 sono quindi le
seguenti: Russia al primo posto (2,6 miliardi di dollari, +7%), Germania al secondo
(con 2,3 miliardi di dollari, -0,73%), Cina al terzo (1,7 miliardi di dollari, +1,83%), Stati
Uniti al quarto (con 1,5 miliardi di dollari, -0,17%). In quinta posizione troviamo poi
l’Iran, con un interscambio totale pari a 1,47 miliardi di dollari (+24,67%), costituito da
esportazioni per 1,24 miliardi (42,42%) ed importazioni per 231 milioni di dollari (25,26%). Fra i Paesi delle aree geografiche vicine, emerge, oltre alla Russia e all’Iran,
anche l’Iraq con un volume di interscambio pari a 757 milioni di dollari (+23,9%), di cui
751 di sole importazioni dalla Turchia. In conclusione, quelli di gennaio sono da
ritenere dati significativi, se non in valori assoluti, in termini di variazioni, che
segnalano forse un diverso orientamento della politica economica della Turchia, tesa
a diminuire l’impatto della crisi europea e a diversificare i propri sbocchi commerciali.
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Presentato il nuovo simbolo della Lira
Lira turca. In una cerimonia svoltasi
di recente
ad Ankara alla presenza del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan e del Governatore
della Banca Centrale turca Erdem Başçı, è stato presentato il nuovo simbolo della
valuta del Paese, la Lira turca (TL). A quanto sottolineato dal Governatore Başçı, tale
simbolo ricorda un’àncora, a rappresentare “fiducia” ed il fatto che la valuta nazionale,
grazie alle politiche messe in atto negli anni dal Governo turco, sia ormai diventata un
rifugio per investimenti sicuri. A tale proposito, a quanto comunicato dal Ministro
dell’Economia Zafer Çağlayan, l’uso della Lira turca nella transazioni commerciali
verso l’estero ha conosciuto, nel corso degli ultimi dieci anni, un incremento del 23%:
“il valore totale delle Lire turche utilizzate nel 2002 negli scambi con l’estero era pari a
soli 516,6 milioni, ma questo dato è salito fino a 11,1 miliardi alla fine del 2011” ha
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affermato il Ministro. Egli ha poi sottolineato come, sul totale delle transazioni
internazionali realizzate nel 2002, la quota di utilizzo della valuta nazionale turca fosse
dello 0,6%, percentuale che è salita al 3% nell’anno passato. In particolare, nel 2011
la Turchia ha effettuato esportazioni in valuta nazionale con 186 Paesi e Unioni
doganali del mondo, facendo così segnare un incremento del 2,5% nell’impiego delle
Lire Turche. L’Iraq è stato il Paese dove si è diretta la quota maggiore delle
esportazioni in valuta locale, per un totale, sempre nell’anno passato, pari a 623
milioni di TL. Secondo i dati forniti da Çağlayan, anche l’uso della valuta turca nelle
importazioni è stato significativo: “le operazioni di importazione (da 127 Paesi e zone
doganali di tutto il mondo) condotte con Lire turche sono ammontate a 7,5 miliardi nel
2011” ha detto il Ministro, che ha anche ricordato che la Germania è stato il Paese
con il quale sono state maggiormente effettuate questo tipo di transazioni, per un
valore totale di 1,1 miliardi.
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Boom turco al traino dei consumi. Il reddito del 10% più ricco delle famiglie turche è
letteralmente esploso dal 2002 al 2010. In soli otto anni, secondo quanto dichiarato di
recente dal Ministro dell'Economia e Vice Premier Ali Babacan nel corso di un
convegno alla TÜSIAD (la Confindustria turca), la classe abbiente turca (quella del
decile più elevato, appunto) ha visto il proprio reddito migliorare in media di un terzo e
l'1% più ricco addirittura del 60%. Il Vice Premier Babacan voleva sottolineare i
progressi nell'aumento di potere d'acquisto dei nuovi ceti emergenti del Paese ottenuti
grazie alla stabilità politica e al terzo mandato del partito di governo AKP, ma nello
stesso tempo rivelava per la prima volta dati inediti. «La Turchia è un Paese molto
giovane, con un aumento molto visibile e consistente del reddito medio delle famiglie,
che di solito richiedono beni di consumo. Così, beni di consumo e vendita al dettaglio
sono segmenti di mercato molto interessanti da approfondire nel prossimo futuro»,
spiega Burak Tansan, partner dell'ufficio di Istanbul di Boston Consulting Group
(BCG), una sede che si trova nel quartiere degli affari di Levent, precisamente a
Kanyon, il centro commerciale più prestigioso della Turchia. «Stiamo assistendo
all'arrivo di una grande quantità di aziende straniere in questi settori emergenti. Altre
aree che riteniamo saranno ancora più interessanti a breve sono l'immobiliare, l'ecommerce, l'energia, la sanità, l'istruzione e i beni di lusso. Stiamo già assistendo a
un forte interesse in questi campi», aggiunge Burak. Non a caso BNP Paribas Real
Estate ha appena firmato un contratto di collaborazione con la società Bati Kuzey,
leader nel property consultancy in Turchia per sviluppare la presenza del gruppo
nell'immobiliare. Presenza già molto forte nel Paese nel settore del credito con la
banca Türk Ekonomi Bankası (TEB), controllata locale del gruppo bancario francese
BNP Paribas, rafforzatasi ulteriormente nel febbraio 2011 con la fusione tra la TEB e
la Fortis Turkey. Non solo. Anche il gigante francese del lusso LVMH Moet Hennessy
Louis Vuitton il 20 dicembre scorso, secondo rumors pubblicati dal quotidiano turco
Milliyet, sembrava molto interessato a comprare il 20-30% del gruppo tessile turco
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Orka. Come fare però per entrare in questo ricco terreno di nuovi consumatori
costituiti dalla nuova, pia e dinamica classe imprenditoriale turca (vengono definiti i
"calvinisti" islamici) che finora si è riconosciuta nel partito conservatore Akp del
premier Recep Tayyip Erdoğan? «Il modo migliore per una società straniera di entrare
in questi settori ad alto potenziale è attraverso una Joint-Venture o partnership
strategica con un partner locale dove le capacità delle due parti sono spesso
complementari e reciprocamente vantaggiose», dice sempre Burak Tansan. Ma la
Turchia è sempre «la Cina dietro l'angolo» come la definì l'ex CEO di Unicredit,
Alessandro Profumo, e ora potrebbe diventare il nuovo Eldorado per i prodotti Made
in Italy di fascia alta e del lusso? «La presenza di aziende italiane in Turchia è balzata
a 900 unità secondo i dati di fine anno», spiega Ferdinando Pastore, direttore dell'Ice
di Istanbul, facendo capire che la Turchia è un Paese strategico. La Turchia è uno dei
Paesi con la più alta crescita, +8,9% nel 2010 e +8,3% nel 2011, anche se per
quest'anno è previsto un netto rallentamento del PIL legato alla vulnerabilità esterna
della Turchia; l'Italia è il suo quarto partner commerciale con un interscambio in
costante crescita, +40% nei primi sei mesi del 2011 per un valore di 11,3 miliardi di
dollari. Inoltre l'Italia è il settimo Paese investitore. Tutto bene, dunque? C'è stato un
progresso immenso nel reddito medio in Turchia che nel 2000 era appena di 2.500
dollari. «Il PIL pro capite turco, a parità di potere d'acquisto, oggi è pari a 14.600
dollari mentre il reddito medio annuo nel 2011 è pari a 22.000 lire turche (circa 10.000
euro, ai tassi di cambio corrente)», spiega Rauf Gonenc economista dell'OCSE. Il
reddito medio turco si è così quadruplicato in un solo decennio. Grazie anche
all'azione di risanamento operata da Kemal Derviş, classe 1949, economista che
dopo più di 20 anni alla Banca Mondiale, nel 2001 tornò in Turchia per guidare il
ministero dell'Economia con i partiti laici e risollevare il Paese dalla grave crisi
finanziaria con gli aiuti proprio del FMI. Al voto del 2002, dopo le misure di austerità
varate da Derviş vinse l'opposizione guidata dal partito Akp di Erdoğan che però con
Ali Babacan al timone dell'economia non modificò la politica economica di Derviş
dando stabilità macroeconomica alla crescita "cinese" del PIL e del reddito delle
famiglie turche. (di Vittorio Da Rold, Il Sole 24 ore)
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Istanbul capitale degli investimenti esteri nel 2011.
2011. Secondo quanto riportato dalla
stampa turca, il valore degli investimenti diretti esteri (IDE) ad Istanbul nel 2011 è
stato maggiore del totale degli investimenti affluiti nella città turca nel triennio 20082010. In base ad uno studio della Camera di Commercio di Istanbul, gli IDE in entrata
ad Istanbul nel 2011 sono infatti aumentati del 110,77% rispetto all’anno precedente.
Allo stesso tempo, il numero totale degli investitori è aumentato del 52,4%. In
particolare, nel corso del 2011, 4.693 investitori esteri hanno avviato attività
commerciali ad Istanbul, per un investimento totale di 1,7 miliardi di Lire turche,
mentre nel 2010 gli investitori erano stati 3.044, per 823 miliardi di Lire turche.
Secondo il presidente della Camera di Commercio di Istanbul Murat Yalçıntaş, il
maggiore rischio economico registrato a livello generalizzato ha indotto gli investitori
esteri a rivolgere la propria attenzione a Paesi con fondamentali macroeconomici
solidi. La Turchia, grazie alla sua economia solida e consistente, ha riscosso grande
attenzione, ed Istanbul si è rivelata il polo di maggiore attrazione. Nel 2011 i settori
che hanno fatto registrare i maggiori investimenti sono stati quello bancario ed
assicurativo (nel 2010 era stato invece quello dell’elettronica), che hanno richiamato
l’interesse di circa 81 aziende estere, con investimenti per 918 milioni di Lire turche.
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Altri settori dotati di forte attrattiva sono stati quello chimico, della plastica e dei
trasporti. Nel 2011 i principali investitori sono stati la Francia e la Germania. (fonte Ufficio
ICE di Istanbul)
Secondo quanto
riportato dalla stampa turca, il volume dell’attività commerciale delle zone franche
turche è aumentato del 21,9% nel 2011, raggiungendo la cifra di 22,6 miliardi di
dollari. Secondo dati del Ministero dell’Economia, la Zona Franca dell’Egeo è quella
con il più alto volume di attività commerciali, pari a 5,7 miliardi di dollari che,
paragonato ai 2,5 miliardi di dollari del 2010, si traduce in un incremento del 129,6%.
Al secondo posto si trova la Zona Industriale e Commerciale di Istanbul, con 3,6
miliardi di dollari, che comunque ha fatto registrare un calo di attività pari al 15,6%
rispetto al 2010; segue al terzo posto la Zona Franca di Mersin con 2,7 miliardi di
dollari e un incremento del 20,9 %. All’ultimo posto si situa la Zona Franca di Mardin,
con soli 2,6 miliardi di dollari di attività commerciale. (fonte Ufficio ICE di Istanbul)
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Il commercio nelle zone franche turche è aumentato del 22%.
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L’EU aiuta a mobilitare investimenti nel settore dei trasporti per ilil corridoio
EuropaEuropa-CaucasoCaucaso-Asia. Al fine di contribuire ad attrarre investimenti nel settore delle
infrastrutture dei trasporti tra l’Unione Europea e l’Asia Centrale, la Commissione
Europea ha ospitato di recente il Forum di Investimento della TRACECA (Transport
Corridor Europe-Caucasus-Asia), un programma di cooperazione in materia di
trasporti marittimi, aerei, ferroviari e stradali che coinvolge 12 Paesi del Mar Nero e
delle regioni dell’Asia Centrale e dispone di un Segretariato permanente in
Azerbaijan. Ad oggi, l’UE ha partecipato fornendo assistenza tecnica in 80 progetti
parte del programma (per un totale di quasi 170 milioni di Euro), che sin dal 2004 si
sono concentrati nei settori della sicurezza dei trasporti, dell’armonizzazione legale,
della facilitazione del commercio e del sostegno istituzionale. La Conferenza ha
riunito rappresentanti dei Paesi donatori della Comunità Internazionale e dei Paesi
TRACECA che hanno discusso dei progetti considerati prioritari per attrarre
investimenti nelle infrastrutture dei trasporti di Armenia, Azerbaijian, Bulgaria,
Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldova, Romania, Tagikistan, Turchia, Ucraina ed
Uzbekistan. In particolare, durante il Forum sono stati presentati ai potenziali donatori
ed investitori 12 progetti relativi a centri logistici, strade, ferrovie, vie marittime e
trasporto aereo, e si è inoltre affrontato il tema del miglioramento delle procedure di
attraversamento delle frontiere in vista dell’eliminazione di possibili ostacoli al flusso
delle merci e delle persone. Come sottolineato anche dal Commissario Europeo per
l'Allargamento e le Politiche verso i Paesi Confinanti Štefan Füle, per rendere
possibile una maggiore integrazione, anche economica e commerciale, con gli
importanti Paesi ai confini orientali dell’Unione Europea, è necessaria la realizzazione
in futuro di sistemi di trasporto e servizi di collegamento più efficienti. Per maggiori
informazioni sul programma si possono consultare i seguenti siti web :
http://www.traceca-programme.eu/en/home/
http://ec.europa.eu/europeaid/index_en.htm
http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/fule/index_en.htm
http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/kallas/index_en.htm
o rivolgersi ai seguenti contatti: Peter Stano tel. +32 2 295 74 84, Helen Kearns tel.
+32 2 298 76 38, Anca Paduraru tel. +32 2 296 64 30, Dale Kidd tel. +32 2 295 74 61.
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Nel 2011 record nell
nella
Turchia. Nel 2011 il
lla creazione di nuove imprese iraniane in Turchia.
numero di nuove aziende iraniane stabilite in Turchia ha raggiunto il livello record di
590, mentre il numero delle joint ventures con capitale iraniano è arrivato a quota
2.140. Sempre nell’anno passato l’Iran è stato il Paese che ha registrato il maggior
incremento nella presenza di proprie imprese in Turchia: l’aumento è stato infatti pari
al 41% a fronte di un generale incremento nel numero delle imprese straniere nel
Paese per il 2011 pari al 15,9%.
•
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Con 120.000 nuovi
marchi, la Turchia ha superato nel 2011 la Francia nella registrazione di nuovi marchi,
diventando il Paese leader in Europa. Il Presidente dell’Istituto dei Brevetti in Turchia,
Habip Asan, durante un’intervista rilasciata di recente, ha dichiarato che si tratta di un
aumento del 41% rispetto al 2010, sottolineando l’importanza di questa performance
del Paese, risultato degli sforzi promossi negli ultimi anni dalle competenti Autorità
turche nel settore della registrazione dei marchi.
Registrazione di nuovi marchi: Turchia leader in Europa.
Ottimo l’andamento di produzione ed esportazione di pasta in Turchia nel 2011.
Nel 2011 i produttori di pasta turchi hanno superato ogni record nei livelli di
produzione ed esportazione, con 851.000 tonnellate prodotte, di cui 406.000
esportate in oltre 140 Paesi del mondo. Nel commentare la notizia, il Presidente della
Fondazione degli Industriali della Pasta turca (TMSD) Murat Bozkurt ha infatti parlato
di record storico, anche se ha aggiunto che in realtà la domanda di pasta del mercato
interno turco non è aumentata nel corso dello scorso anno e che proprio per far fronte
a questo fenomeno sarebbero in corso di elaborazione nuove strategie. Bozkurt ha
anche segnalato che le aziende attive nel settore aspirano per il 2012 a raggiungere
le 500.000 tonnellate di pasta esportata ed in particolar modo vorrebbero aumentare
la vendita di tale bene in Europa e negli Stati Uniti, Paesi chiave per gli imprenditori
del settore. Nel 2011, infatti, solo 2.000 tonnellate di pasta, sulle 406.000 totali
esportate nell’anno, si sarebbero dirette verso gli USA, mentre le esportazioni turche
di questo bene verso l'Europa, che nel 2011 hanno raggiunto il livello di 17.000
tonnellate, sarebbero invece limitate dal sistema di quote all’importazione vigente. Il
Presidente della TMSD ha inoltre sottolineato che in termini di produzione di pasta la
Turchia è seconda in Europa solo all'Italia, e nonostante il fatto che quest'ultima abbia
praticamente monopolizzato il mercato europeo, le esportazioni turche crescono a
ritmi più veloci. Ma l’Italia si difende bene in questo comparto, anche in Turchia: il
gruppo italiano Barilla è infatti leader nel Paese nel settore della pasta con una quota
pari al 29,79% del mercato, dove compete con 23 produttori locali. Oltre che con il
marchio Barilla (presente in Turchia con pasta e sughi), il gruppo italiano opera sul
mercato turco anche attraverso i marchi Filiz (pasta), Gran Pavesi (crackers) e Wasa.
Anche il famoso marchio Mulino Bianco sarebbe pronto ad essere prossimamente
lanciato in Turchia.
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Per il 2012 è prevista una flessione
della crescita dell'economia turca, ma se il benchmark è il 10% e più, registrato nel
2011, la notizia non dovrebbe preoccupare. Un trend consolidato da recenti riforme,
che riguardano l'entrata in vigore, prevista per il 1 luglio 2012, di un nuovo codice
delle obbligazioni e di uno sul commercio. Dal punto di vista fiscale nessuna grande
Meno vincoli per avviare le nuove aziende.
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novità: viene confermata la tassazione dei redditi d'impresa al 20%, mentre il rimpatrio
dei dividendi distribuiti da società turche ai propri soci residenti in altri Paesi rimane
soggetto ad una trattenuta alla fonte di circa il 15%. La percentuale varia a seconda
del Paese straniero di residenza del socio. La Turchia ha stipulato nel 1990 l’Accordo
per evitare le doppie imposizioni, entrato poi in vigore nel 1993. L'aliquota applicabile
nel nostro caso è proprio del 15%. Le società residenti in Turchia sono poi soggette al
regime IVA la cui aliquota si assesta in genere sul 18%, in alcuni settori possono
scendere all'8% (medicinali, certi beni industriali, settore tessile) o anche all'1%
(alcuni generi alimentari). Da notare la presenza di un'imposta di registro su tutta una
serie di documenti, inclusi tutti i contratti, in misura pari allo 0,825% del valore del
contratto. Anche qui si è in presenza di esenzioni o diverse aliquote, ad esempio sono
esentati dall'imposta di registro finanziamenti e relative garanzie (pegni, privilegi sui
beni mobili). Per le buste paga l'aliquota è pari allo 0,66% dello stipendio lordo. Nel
settore delle costruzioni è previsto un regime particolare: per tutti i contratti di
costruzione di durata superiore ad un anno è obbligatoria una contabilità separata. Le
imposte vengono calcolate, e pagate, ad opera realizzata. Nel corso della costruzione
viene poi prelevato un 3% sul valore dei singoli certificati di pagamento a titolo di
trattenuta. Se al termine della realizzazione dell'opera gli importi prelevati sono stati
superiori alle imposte dovute sulla base della contabilizzazione finale, la società ha
diritto di chiedere alle autorità fiscali il rimborso dell'eccedenza. Il rimborso viene in
genere effettuato nel giro di 2 0 3 anni, massimo 5. Ma l'ordinamento giuridico turco
prevede novità anche in materia di società e rapporti contrattuali. Viene eliminato il
vincolo di un minimo di 5 soci perla costituzione di società per azioni (le Srl richiedono
invece un minimo di due soci): da luglio sia le Spa sia le Srl potranno essere anche
unipersonali o con due o più soci. Il vincolo sino ad ora si aggirava con la
partecipazione di persone fisiche o altre società del gruppo titolari di una singola
azione solo per il raggiungimento del minimo di 5 soci, e la contemporanea creazione
di categorie di azioni in modo da raggruppare sotto i soci principali quelli aggiuntivi
mantenendo così gli stessi diritti di governance assegnati alle varie categorie. I soci
possono anche essere tutti residenti in altri Paesi. Novità, infine, in materia di
trasparenza contabile. Tutte le società di capitali dovranno dotarsi di un sito web con
una sezione con le informazioni societarie e i bilanci approvati. I bilanci saranno
oggetto di auditing esterno e in linea con i Turkish accounting standards che riflettono
i principi Ias/Ifrs. (di Francesco Ferrari, Partner di DLA Piper Istanbul, Il Sole 24 Ore)
•
Forbes pubblica la lista delle 100 persone più
più ricche in Turchia
Turchia nel 2012.
Nei
giorni scorsi la rivista Forbes ha pubblicato l’elenco delle 100 persone più ricche in
Turchia per il 2012. Nella classifica si colloca al primo posto, come già nel 2010,
l’Amministratore Delegato di Fiba Holding Hüsnü Özyeğin, con un patrimonio totale di
3 miliardi di dollari. La seconda posizione va invece a Mehmet Emin Karamehmet
della Çukurova Holding che, con un capitale personale di 2,9 miliardi USD, perde la
prima posizione che aveva nella lista del 2011 (quando risulatava disporre di un
capitale di 4 miliardi di dollari); al terzo posto si posiziona il Presidente della Yıldız
Holding Mürat Ülker, che vanta una fortuna di 2,8 miliardi USD; seguono al quarto
posto a pari merito l’Amministratore Delegato della Doğuş Holding Ferit Şahenk e
Semahat Arsel della Koç Holding con 2,6 miliardi USD ciascuno; sesto è Rahmi Koç,
Presidente Onorario della Koç Holding, con 2,5 miliardi. Da notare inoltre che sono 19
le donne presenti nell’elenco dei primi 100 ricchi del Paese. Infine, secondo Forbes,
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rispetto all’anno scorso quest’anno vi è stata una diminuzione nell’ammontare totale
del capitale personale delle 100 persone più ricche della Turchia, che sarebbe
passato dai 104 miliardi di dollari del 2011 a 95 miliardi (più vicino agli 87 miliardi del
2010). Tale fenomeno non è peraltro considerato dalla rivista particolarmente
significativo, vista la crisi finanziaria che sta ormai da tempo colpendo Europa e Stati
Uniti.
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La municipalità di Kayseri ha avviato un ambizioso
progetto per convertire il Monte Erciyes nel secondo centro mondiale del turismo
invernale dopo le Alpi europee. Con 280 milioni di euro di investimenti, il piano per
attrarre turisti prevede la costruzione di ski-lift, macchine da neve, piste ed hotel. La
fine dei lavori è programmata per il 2014. Quando il progetto sarà completato, offrirà
lavoro a 3-4.000 persone. Le piste raggiungeranno i 160 chilometri di lunghezza e,
secondo una stima degli amministratori locali, procureranno 200 milioni di euro di
reddito l’anno. La municipalità di Kayseri ha sinora speso 100 milioni di dollari ed ha
completato le infrastrutture preliminari: 45 chilometri di piste da sci sono pronte ed
operative. Erciyes è però adatta per gli sport invernali per circa 5 mesi all’anno. Per i
rimanenti sette mesi la municipalità programma di continuare ad attrarre turisti
potenziando le infrastrutture (come ad esempio i campi da calcio o gli impianti
congressuali) con un aumento degli investimenti anche in questi settori. (fonte Ufficio ICE
Kayseri punta sul turismo.
di Istanbul)
ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA
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Secondo i dati
recentemente diffusi dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, il tasso di disoccupazione
in Turchia a chiusura del 2011 si è attestato al 9,8%, facendo segnare un calo di 2,1
punti percentuali rispetto a quanto registrato a fine 2010, per un totale di 2,6 milioni di
disoccupati a fronte dei 3 milioni del 2010. Più nello specifico a chiusura dell’anno
passato, il tasso di disoccupazione urbano è stato del 11,9%, mentre quello rurale del
5,8%. Il numero di persone con un lavoro è d’altro canto aumentato a 24,1 milioni dai
22,5 del 2010.
Al 9,8% il tasso
tasso di disoccupazione in Turchia a fine 2011.
Nel 2011 è diminuito il deficit di bilancio. Secondo quanto reso noto dalle Autorità
turche, nel 2011 il deficit di bilancio annuale è diminuito sino a toccare 17,4 miliardi di
Lire Turche (TL), probabilmente pari a circa l’1,4% del PIL (i dati del PIL turco per
l’intero 2011 non sono ancora noti), dai 40,1 miliardi di TL del 2010. Due fattori hanno
avuto un importante ruolo nel raggiungimento di tale ottimo risultato. L’elemento
principale è stato l’aumento del 20,5% delle entrate fiscali, derivato soprattutto
dall’IVA sulle importazioni (aumentata del 35%) e dall’imposta sulle società (+29%).
Le entrate affluite allo stato turco dal condono fiscale hanno inoltre fruttato circa 13,3
miliardi di TL, con un incremento nel bilancio globale pari a circa l’1,9%. Il secondo
fattore che ha portato alla diminuzione del deficit di bilancio è stato il calo del 12,6%
delle spese per il pagamento di interessi. Infatti, nel 2011 il loro livello nel bilancio
statale è sceso al 13,5%, il più basso registrato fin dal 1983, dopo il picco massimo
registrato nel 2001 pari al 51%.
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Per Standard and
and Poor’s la Turchia è il Paese più vulnerabile ai possibili shock
della zona euro. L’agenzia internazionale di rating Standard and Poor’s (S&P) ha
annunciato di aver ideato un nuovo indice che misura la vulnerabilità relativa dei
Paesi europei emergenti alle interruzioni dei flussi di capitale. Il nuovo indice di S&P
assegna punteggi a 19 Paesi in base alla loro sensibilità agli shock esterni, in
particolare tenendo conto del possibile verificarsi di fenomeni di deflusso di capitale.
Tra i parametri fondamentali vi è quello della capacità di tenere sotto controllo il deficit
delle partite correnti, e secondo l’agenzia di rating 17 Paesi dei 19 analizzati hanno
compiuto progressi in questo senso, mentre così non è per Ucraina e Turchia. Proprio
per la Turchia, S&P ha sottolineato in particolare come "il boom del credito ha portato
al rapido ampliamento del disavanzo delle partite correnti fino a una percentuale del
10% del PIL". Di conseguenza, l’agenzia internazionale assegna alla Turchia il rating
di rischio più elevato, specificando che il Paese è "il più vulnerabile [Paese europeo
emergente] ad improvvisi deflussi finanziari".
ANNUNCI E GARE
Il Ministero per
l’Agricoltura turco (MARA) ha istituito un contact point dedicato anche alle istituzioni e
alle aziende straniere che vogliano porre quesiti relativi alla normativa turca in materia
fitosanitaria o che incontrino problemi nella sua applicazione. Il contact point potrà
essere interpellato, in lingua inglese (o turca), all’indirizzo e-mail: [email protected] .
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Contact point per le questioni fitosanitarie
fitosanitarie presso il MARA.
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Annuncio da parte della rivista specializzata Defence Turkey. Il
Capo redattore
della rivista specializzata in questioni di difesa Defence Turkey segnala ad aziende ed
associazioni del settore turche e straniere potenzialmente interessate che ad aprile
2012 la rivista pubblicherà un’edizione speciale che mira a fornire una piattaforma per
inviare messaggi alle Autorità e all’industria turca della difesa. Tale numero verrà
distribuito a tutti i principali attori locali tra cui funzionari, decision makers, il
Sottosegretariato per le Industrie alla Difesa (SSM), lo Stato Maggiore, le Forze
Armate ed i dirigenti delle aziende del settore. La scadenza per trasmettere eventuali
contributi è fissata la prossimo 20 marzo. Per avere maggiori dettagli in merito
all’iniziativa e conoscere le condizioni di partecipazione si può contattare (in inglese)
la Dott.ssa Ayşe Akalın, Capo Redattore, Defence Turkey, Mahatma Gandhi Cad.
33/7, 06700 G.O.P. ANKARA, tel. +90 312 4471320, email [email protected] ; www.defence-turkey.com .
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Istanbul Seismic Risk Mitigation and Emergency
Emergency Preparedness
Preparedness Project:
ricostruzione di cinque scuole professionali.
professionali. Nell’ambito del progetto di
adeguamento sismico delle infrastrutture “Istanbul Seismic Risk Mitigation and
Emergency Preparedness Project” ed a seguito dell’ottenimento di un prestito erogato
dalla Banca Islamica di Sviluppo, il Governo turco intende procedere alla ricostruzione
di cinque scuole professionali di Istanbul, localizzate rispettivamente nei distretti di
Bahçelievler (due di esse), Çatalca, Arnavutköy, Heybeliada e che occuperanno
un’area costruita totale di circa 74.264 metri quadrati. I lavori relativi a tutti gli edifici
saranno regolati da un unico contratto e dovranno essere svolti entro 420 giorni. Gli
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interessati potranno ottenere ulteriori e più dettagliate informazioni presso l’Unità di
Coordinamento dei Progetti di Istanbul (IPCU), dove potrà anche essere acquistata la
documentazione della gara per un importo pari a 1.000 Lire turche o 400 Euro. Le
offerte dovranno pervenire entro le ore 14.00 locali del 17 aprile 2012 al seguente
indirizzo: Istanbul Project Coordination Unit (IPCU), Mimar Kemalettin Mah. Tiyatro
Caddesi n.8, 34126, Beyazıt/Istanbul/Turkey, contact person Direttore K. Gökhan Elgin,
tel.: +(90) (212) 518 55 00, fax: +(90) (212) 518 55 05, e-mail: [email protected], sito
web: www.ipkb.gov.tr.
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Progetto per la linea ferroviaria ad alta velocità New Başkentray. Grazie anche
all’ottenimento di un finanziamento dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), le
Ferrovie turche (TCDD) hanno emesso una gara per la realizzazione del progetto di
alta velocità ferroviaria New Başkentray. In particolare, il tratto ferroviario Ankara –
Sincan sarà realizzato con i fondi messi a disposizione dalla BEI, mentre la restante
parte del progetto, ovvero il tratto Ankara – Kayaş, sarà finanziata con risorse proprie.
Il termine per la presentazione delle offerte è fissato al 10 aprile 2012. Le aziende
interessate potranno ottenere i documenti di gara presso TCDD, Talatpaşa Bulvari n.
3, 06330, Stazione Centrale di Ulus, Ankara.
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Progetto per la costruzione del collegamento
collegamento ferroviario Turchia–
Turchia–Georgia,
Georgia, opere
restanti sulla tratta KarsKars-Tbilisi. Sul bollettino per gli appalti pubblici dello scorso
17 febbraio è stata annunciata l’attesa gara per la realizzazione dei lavori restanti
della linea Kars-Tbilisi del progetto di collegamento ferroviario Turchia - Georgia –
Azerbaigian. La gara riguarda l’esecuzione di opere infrastrutturali e sovrastrutturali. Il
termine per la presentazione delle offerte è fissato al 26 marzo 2012. Le aziende
interessate possono ottenere i documenti di gara, ad un costo di 1.500 Lire turche,
presso il Ministero dei Trasporti, degli Affari Marittimi e delle Comunicazioni, Direzione
Generale per gli Investimenti Infrastrutturali, nono piano, Dipartimento Costruzioni
Ferroviarie.
INDICATORI MACROECONOMICI
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Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel
2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%),
registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre, segnale che
la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi confermata fin dai
primi mesi del 2010 ed il tasso di crescita del PIL per l’intero anno è ammontato
all’8,9% (12% nel primo trimestre, 10,3% nel secondo, 5,2% nel terzo e 9,2%
nell’ultimo). Nei primi nove mesi del 2011 la crescita impetuosa dell’economia turca è
ulteriormente proseguita ad un tasso del 9,6% (12% nel primo trimestre, 8,8% nel
secondo e 8,2% nel terzo).
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Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel
2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al
6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso con un
tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni e inferiore
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all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio del 2011, dopo
aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%), l’inflazione è tornata a
crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a due cifre pari al 10,45%
lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine 2012-2014 nel quale il
Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del 7,5%.
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Interscambio con l’Italia nel 2011 e nel 2012: Dopo essersi posizionata nel 2010 al
quarto posto nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio
pari a 16,7 miliardi di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di
importazioni), anche nel 2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del
Paese, dopo Germania, Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con
un interscambio che ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto
nelle relazioni italo-turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in
esportazioni pari a 13,45 miliardi di dollari (+32,63%, quinto Paese fornitore) ed
importazioni pari a 7,85 miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per le
merci turche), con un saldo attivo per l'Italia di 5,6 miliardi dollari. A gennaio del 2012
l’Italia, con 1,29 miliardi di dollari di interscambio, si è invece posizionata al sesto
posto nella graduatoria dei partner commerciali dopo Russia, Germania, Cina, Stati
Uniti e Iran. In particolare, le esportazioni italiane ammontano a 793 milioni di dollari (1,09% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e sesto Paese fornitore), mentre le
importazioni italiane dalla Turchia sono pari a 503 milioni di dollari (-23,56%) e
rendono l’Italia il quarto mercato di sbocco per l’export turco. Il saldo è positivo per
l’Italia ed è pari a 289,7 milioni di dollari.
BORSA DI ISTANBUL
Borsa di Istanbul (IMBK-100): 60.092 punti, 0.29 % al 4 marzo 2012
CAMBIO al 5 marzo 2012:
1 Euro = 2,3340 TL
1 USD = 1,7622 TL
A cura di:
Irene Castagnoli
Vice Capo dell’Ufficio Economico e
Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad
Ankara
Redazione:
Francesca Lo Magro
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara.
In collaborazione con:
Zeynep Demirtas
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
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