Introduzione all`economia – Pozzolo

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Cos’è l’economia politica?
Università degli Studi del Molise
Campobasso, 20 e 26 gennaio 2015
1
Piano del corso
• L’obiettivo del corso è di fornirvi alcuni concetti introduttivi su cos’è e
di cosa si occupa l’economia
• Il corso si articola in 8 lezioni:
1. due lezioni sui principali concetti dell’economia politica e sui
metodi di analisi comunemente utilizzati
2. due lezioni sull’evoluzione storica del pensiero economico
3. quattro lezioni sui principali concetti di economia aziendale
2
Piano della lezione
• Nella lezione di oggi:
1. definiremo l’economia come scienza sociale
2. distingueremo l’economia aziendale dall’economia politica
3. inizieremo ad analizzare le diverse branche dell’economia politica
• Per favore, interrompetemi liberamente se volete fare domande,
precisazioni o commenti
3
Cosa studia l’economia?
• Il termine economia deriva dalla parola greca οικονομία, ovvero le
regole (νόμος) della casa (οικος), o della famiglia
• L’economia è una scienza sociale
• La nascita dell’economia come scienza viene fatta risalire alla
pubblicazione nel 1776 del libro di Adam Smith La ricchezza delle
nazioni
• L’economia:
– studia gli aspetti del comportamento umano legati al lavoro, alla
produzione, alla distribuzione e al consumo di beni
– ha valore pratico per gli individui, le imprese e i Governi
– influenza le decisioni in materia di tasse, previdenza sociale, lotta
alla disoccupazione, commercio internazionale
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L’economia e le scienze naturali
• Gli studiosi delle scienze sociali hanno cercato un legame tra queste e
le scienze naturali
• Si riteneva che, come accade nella fisica, anche nelle scienze sociali
fosse possibile individuare delle leggi universali in grado di spiegare e
di prevedere il futuro
• Tuttavia, le leggi economiche non hanno quasi mai dimostrato il
carattere di universalità: una legge economica può interpretare alla
perfezione un particolare contesto storico ma quasi mai conserva la
stessa efficacia in altri periodi storici o in altri mercati
• Per questa ragione si sono succedute nel tempo diverse “teorie
economiche”, ognuna delle quali ha avuto una efficacia interpretativa
della realtà economica soltanto per un breve lasso di tempo
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Le spiegazioni di fenomeni economici
• Le spiegazioni dei fenomeni economici sono spesso controverse,
raramente univoche; perché?
• Le scienze naturali possono utilizzare nella formulazione delle loro
spiegazioni esperimenti di laboratorio replicabili innumerevoli volte
• In medicina si conducono esperimenti controllati su 2 gruppi di pazienti
ai quali vengono somministrati, rispettivamente, il farmaco studiato e
un placebo
• In economia si possono generalmente soltanto confrontare situazioni
simili (anche se l’economia sperimentale è in forte crescita)
• I dati economici sono talora di scarsa qualità (si pensi al prodotto
dell’economia sommersa)
• L’economia sta affinando la sua capacità di confrontare con la realtà la
veridicità delle proprie affermazioni, ma c’è ancora molto da fare…
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Perché studiare l’economia?
• Le scelte economiche hanno un fortissimo impatto sulla vita delle
persone:
• a livello individuale (quando acquistare una casa, come scegliere un
lavoro, quanto tempo decidere di dedicare allo studio)
• a livello aggregato (strutturare il sistema economico come
un’economia di mercato o un’economia pianificata, quale livello di
tassazione imporre, come organizzare li mercato del lavoro)
• Il miglioramento delle conoscenze economiche ha consentito di ottenere
risultati migliori rispetto al passato nella gestione dei sistemi economici
(si pensi alla grande depressione del 1929 o al forte sviluppo dei paesi
asiatici nel dopoguerra)
• L’economia è tuttavia una scienza giovane, dove si commettono ancora
notevoli errori, soprattutto in fase previsiva e di attuazione delle scelte di
politica economica
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L’economia e le scienze sociali (1)
• In quanto scienza sociale, l’economia cerca di spiegare qualcosa sulla
società (come la psicologia, la sociologia e le scienze politiche)
• Tuttavia, l’economia si differenzia dalle altre scienze sociali per
l’oggetto e per il metodo di studio
• Gli economisti si pongono domande fondamentalmente diverse e vi
rispondono avvalendosi di strumenti (modelli) che gli studiosi di altre
scienze sociali non utilizzano
• La definizione che sottolinea la differenza con le altre scienze sociali è
quella dell’economista Lionel Robbins, che nel 1932 ha definito
l’economia come:
“la scienza che studia l’allocazione ottimale di risorse scarse tra usi
alternativi”
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Definizione di economia
Ogni parola ha un suo importante significato in questa definizione:
• allocazione tra usi alternativi implica una scelta tra diversi possibili usi
che potremmo fare delle risorse a nostra disposizione
• allocazione ottimale significa che nell’effettuare le nostre scelte
cercheremo di ottenere il massimo risultato, rispetto a una determinata
scala di valori
• risorse scarse sottolinea che i beni disponibili non sono sufficienti a
soddisfare tutti i nostri bisogni, perché in assenza di scarsità non vi
sono problemi di natura economica
La scarsità e l’individuo
• La scarsità è una situazione in cui qualcosa è disponibile in quantità
insufficiente a soddisfare il desiderio che si ha di essa
• C’è qualcosa che ora non avete e che vorreste avere? Qualcosa che
avete, ma di cui vorreste di più?
• In qualità di individui ci troviamo ad affrontare il problema della scarsità
di tempo e di capacità di spesa
• Data una maggiore quantità di entrambi, ciascuno di noi potrebbe avere
una maggiore quantità di beni e servizi che desidera
Ognuno di noi è costretto a fare delle scelte
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La scarsità e la società
• Gli obiettivi della nostra società sono: un tenore di vita più elevato, aria
pulita, strade sicure, buone scuole
• Cosa ci impedisce di realizzare questi obiettivi?
• Risposta: la scarsità delle risorse ossia, di tutto ciò che usiamo per
produrre i beni e i servizi che ci aiutano a conseguire i nostri scopi
• Risorse:
– lavoro
– capitale
– terra
• Come società ci troviamo ad affrontare la scarsità di risorse
Ogni società deve sviluppare un metodo per allocare le sue risorse scarse,
scegliendo quali desideri realizzare e quali no
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La scarsità e l’economia
• La scarsità delle risorse e le scelte che essa ci costringe a fare stanno
all’origine di tutti i problemi dell’economia
• La scarsità è un concetto che coinvolge tutti gli attori economici
• Le famiglie hanno redditi limitati e devono scegliere come allocare la
spesa fra i diversi beni e servizi
• Le imprese cercano di realizzare profitti, ma devono pagare i fattori
produttivi, quindi scelgono cosa, quanto e come produrre
• Le amministrazioni pubbliche centrali e locali devono lavorare con
budget limitati e scelgono attentamente quali scopi perseguire
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I diversi approcci all’analisi economica
• L’analisi economica ha sviluppato approcci diversi
• Una distinzione fondamentale è tra economia politica ed economia
aziendale
• L’economia politica studia il funzionamento del sistema economico
nel suo complesso
• Secondo Colander (2006), “Economics is the study of how human
beings coordinate their wants and desires, given the decision-making
mechanisms, social customs, and political realities of the society”
• L’economia aziendale può essere considerata una parte dell’economia
politica che studia i processi di produzione e di consumo di tutte le
categorie di aziende
• In particolare, l’economia aziendale studia le determinanti e le
conseguenze delle decisioni delle imprese e come queste possono
provocare un profitto o una perdita
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I percorsi di studio in economia
• Esistono due principali percorsi di studio in Economia:
1. L-18 – Scienze dell’economia e della gestione aziendale
2. L-33 – Scienze economiche
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Scienze dell’economia e della gestione aziendale
• I laureati in Scienze dell’economia e della gestione aziendale devono:
– possedere conoscenze di metodiche di analisi e di interpretazione
critica delle strutture e delle dinamiche di azienda, mediante
l’acquisizione delle necessarie competenze in più aree disciplinari:
economiche, aziendali, giuridiche e quantitative;
– possedere un’adeguata conoscenza delle discipline aziendali, che
rappresentano il nucleo fondamentale, declinate sia per aree
funzionali (la gestione, l'organizzazione, la rilevazione), sia per
classi di aziende dei vari settori (manifatturiero, commerciale, dei
servizi, della pubblica amministrazione);
• Gli sbocchi occupazionali sono nelle aziende, dove potranno svolgere
funzioni manageriali o imprenditoriali, nelle pubbliche amministrazioni
e nelle libere professioni dell'area economica.
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Scienze economiche
• I laureati in Scienze economiche devono:
– possedere un’adeguata conoscenza delle discipline economiche ed
essere dotati di adeguata padronanza degli strumenti matematicostatistici e dei principi e istituti dell’ordinamento giuridico;
– saper affrontare le problematiche proprie dei sistemi economici e delle
aziende che ne costituiscono il tessuto;
– possedere una buona padronanza del metodo della ricerca, della
metodica economica e delle tecniche proprie dei diversi settori di
applicazione;
– possedere competenze pratiche ed operative, relative alla misura, al
rilevamento ed al trattamento dei dati pertinenti l’analisi economica
nei suoi vari aspetti applicativi;
• Gli sbocchi occupazionali sono nei settori economici del pubblico e del
privato e dell’economia sociale; nell’ambito di uffici studi di organismi
territoriali, di enti di ricerca nazionali ed internazionali, nelle pubbliche
amministrazioni, nelle imprese e negli organismi sindacali e professionali.
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Economia aziendale a Unimol
• L’Università del Molise offre un corso di laurea in Economia aziendale,
oltre a un corso di laurea in Scienze della politica e
dell’amministrazione
http://www.unimol.it/
• L’offerta didattica complessiva delle università italiane è disponibile sul
sito del MIUR (Google: «MIUR offerta formativa 2014»)
http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/universita/offerta-formativa
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Le diverse branche dell’economia politica
• All’interno dell’economia politica, alcune tra le più importanti
distinzioni riguardano:
– l’oggetto dell’analisi (livello di dettaglio) → microeconomia e
macroeconomia
– l’obiettivo (scopo) che lo studioso si prefigge → economia
positiva e economia normativa
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Microeconomia e macroeconomia
La microeconomia:
• osserva l’economia da vicino
• studia il comportamento dei
singoli agenti economici,
singole famiglie, singole
imprese, singoli mercati
Ad esempio
• spiega come il consumatore
formula le decisioni d’acquisto
• spiega il modo in cui le imprese
decidono quanti lavoratori
assumere
• spiega come i lavoratori
decidono quanto lavorare
La macroeconomia:
• offre una visione d’insieme
(aggregata) del sistema
economico, tralasciando i
particolari
Ad esempio
• guarda alla produzione totale
(PIL)
• considera l’occupazione totale
• considera i consumi e i risparmi
aggregati
• si chiede che cosa fa aumentare
o diminuire i tassi di interesse in
generale
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Mettiamoci alla prova
Riuscite a individuare quali domande sarebbero di competenza della
microeconomia e quali della macroeconomia?
• Un aumento della spesa pubblica riduce il tasso di disoccupazione?
• La supremazia della Microsoft nell’industria del software danneggia i
consumatori?
• Un programma di buoni scuola migliorerebbe la qualità dell’istruzione
in Italia?
• I responsabili politici dovrebbero puntare a ridurre ulteriormente
l’inflazione?
• Perché il tasso di risparmio medio delle famigli italiane è alto?
• L’incremento del numero di prodotti venduti via Internet mette a
repentaglio i profitti del dettaglianti tradizionali?
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Economia positiva e normativa
• L’economia positiva:
– mira a spiegare il funzionamento del sistema economico
– si occupa di che cosa è e come funziona l’economia
– Esempi: Se l’anno prossimo si ridurranno le aliquote dell’imposta
sul reddito, diminuirà anche l’avanzo di bilancio? Quale effetto si
avrà sull’occupazione totale?
• L’economia normativa:
– studia le conseguenze sul benessere degli agenti delle interazioni
economiche e propone, quando ciò è possibile, forme di intervento
– si occupa di ciò che dovrebbe essere e si usa per formulare giudizi
di valore
– Esempi: Un economista consiglia di ridurre la spesa pubblica
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Mettiamoci alla prova
Riuscite a individuare quali delle seguenti affermazioni hanno natura
normativa e quali natura positiva?
• È probabile che un aumento delle imposte determini una riduzione dei
tassi di interesse
• Il governo italiano dovrebbe aumentare le imposte, in modo da
garantire una migliore previdenza
• Un aumento delle imposte sarebbe accettabile se gran parte dell’onere
ricadesse sui contribuenti con reddito superiore ai 10,000 euro
• Nell’UE è necessario imporre dazi doganali più alti (imposte applicate
sulle merci in importazione) per proteggere i posti di lavoro interni
• Negli Stati Uniti un aumento dei dazi sull’acciaio importato farebbe
salire il livello di occupazione nell’industria dell’acciaio nazionale
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Principi fondamentali dell’economia (1)
• Un insieme limitato di concetti fondamentali che vengono
continuamente utilizzati nell’analisi dei problemi economici
• Costituiscono le fondamenta su cui poggia la teoria economica
• Si distinguono in:
– principi fondamentali delle scelte individuali
– principi dell’interazione tra le scelte individuali
– altri principi fondamentali
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Principi fondamentali dell’economia (2)
I principi fondamentali delle scelte individuali
• Le risorse sono scarse: una risorsa è tutto ciò che può essere utilizzato
per produrre qualcosa; una risorsa è scarsa se la quantità disponibile
non è sufficiente a soddisfare tutti gli usi produttivi
• Il costo opportunità: è il vero costo di un bene, cioè tutto ciò a cui si
rinuncia per ottenerlo
• Una decisione quantitativa è una decisione al margine: scelta tra
svolgere un po’ di più o un po’ di meno di una certa attività (trade-off)
• Sfruttare le opportunità per migliorare la propria condizione
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Mettiamoci alla prova
Riuscite a spiegare come ognuna delle seguenti situazioni illustri uno dei
principi fondamentali delle scelte individuali?
• È la terza volta che pranzate in un ristorante con buffet a prezzo fisso.
Potendo mangiare tutto quello che volete, vi sentite alquanto sazi.
Anche se non comporta un costo aggiuntivo, rinunciate alla seconda
porzione di mousse al cocco e scegliete una fetta di torta al cioccolato
• Anche se al mondo ci fossero maggiori risorse, ci sarebbe comunque
scarsità
• Diversi assistenti insegnano corsi introduttivi di economia. I corsi
tenuti dagli assistenti con la reputazione migliore si riempiono prima,
mentre in quelli degli assistenti meno bravi alcuni posti rimangono
vuoti
• Per decidere quante ore di attività fisica fare al giorno, confrontate i
benefici in termini di salute di un’ora di attività con gli effetti sui vostri
voti di un’ora in meno dedicata allo studio
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Principi fondamentali dell’economia (3)
I principi fondamentali dell’interazione tra le scelte individuali
• Gli scambi generano benefici: attraverso lo scambio gli individui
possono ottenere più cose di quante ne otterrebbero in condizioni di
autosufficienza
• I mercati tendono all’equilibrio: situazione in cui gli individui non
possono migliorare la propria condizione cambiando comportamento
• Le risorse dovrebbero essere utilizzate con la massima efficienza
possibile: si sfruttano appieno tutte le opportunità per migliorare la
condizione di alcune persone, senza peggiorare quella di altre
• I mercati, di solito, sono efficienti: mano invisibile
• Quando i mercati non sono efficienti, l’intervento pubblico può
migliorare il benessere della società
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Principi fondamentali dell’economia (4)
Altri principi fondamentali
• I risultati nel breve e nel lungo periodo: il comportamento dei mercati
varia a seconda che si consideri un periodo breve o uno lungo
• L’importanza del valore reale: poiché il nostro benessere economico
dipende sai beni e servizi che possiamo acquistare, è importante
convertire il valore nominale (misurato in euro correnti) in valore reale
(misurato in potere d’acquisto)
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Il metodo dell’analisi economica
• L’analisi economica si articola in 4 fasi:
1. la descrizione degli eventi
2. la loro spiegazione
3. la formulazione di previsioni degli eventi futuri
4. la formulazioni di indicazioni di politica economica (interventi di
correzione)
1) La descrizione degli eventi
• Una corretta descrizione è importante per capire il fenomeno oggetto
dell’analisi:
2) La spiegazione degli eventi: i modelli
• Un modello è una rappresentazione astratta della realtà
• I modelli economici sono costruiti con parole, diagrammi e formule
matematiche
• Un modello dovrebbe essere il più semplice possibile per realizzare il
suo scopo
• Una carta stradale è un esempio di modello
• In economia i modelli ci devono aiutare a comprendere alcuni principi
importanti che riguardano il funzionamento della realtà
• I modelli più complessi aiutano le imprese a prendere decisioni riguardo
ai prezzi, le famiglie a decidere come investire i risparmi, i governi a
elaborare le loro politiche
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Ipotesi e conclusioni dei modelli
• Un modello può essere basato su due tipi di ipotesi:
– ipotesi semplificatrice
– ipotesi critica
• Ipotesi semplificatrice: un’ipotesi che rende un modello più semplice
senza influire sulle sue conclusioni fondamentali (es. le famiglie
possono scegliere solo tra due beni)
• Ipotesi critica: un’ipotesi che influisce in modo significativo sulle
conclusioni di un modello (es. le imprese massimizzano i profitti)
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Fasi della definizione dei modelli
• Il sistema economico è complesso
• Gli economisti procedono alla comprensione del sistema economico in
due fasi:
1. dividono gli agenti in tre gruppi (famiglie, imprese e Governo)
2. formulano due ipotesi critiche sul comportamento degli agenti
economici
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Prima fase
• Nei modelli microeconomici l’attenzione si focalizza sul comportamento
delle singole famiglie, imprese e organismi governativi e sul modo in cui
interagiscono
• I modelli macroeconomici raggruppano questi agenti in settori (settore
delle famiglie, delle imprese, del Governo e del resto del mondo)
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Seconda fase
Prima ipotesi
Ogni agente economico cerca di ottenere il massimo da ogni situazione:
massimizzare qualcosa
– le famiglie massimizzano l’utilità
– le imprese massimizzano il profitto
– i Governi massimizzano il benessere collettivo
Seconda ipotesi
Ogni agente economico è soggetto a limitazioni
– le famiglie massimizzano l’utilità soggetta al vincolo del reddito
– le imprese massimizzano il profitto soggetta alla disponibilità dei
fattori produttivi e della tecnologia
– i Governi massimizzano il benessere collettivo soggetto al vincolo di
bilancio pubblico
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Il modello della domanda e offerta
• Un esempio di modello
microeconomico è
quello della domanda e
dell’offerta di pizza
• Prezzi e quantità sono
variabili endogene, tutte
le altre (es. reddito,
prezzo delle materie
prime) sono variabili
esogene
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Il sistema economico
• Esempio di un modello macroeconomico
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3) La formulazione di previsioni
• Formulate delle ipotesi sull’andamento delle variabili esogene si
ottengono previsioni sul livello assunto dalle variabili endogene
• Perché alcuni prezzi diminuiscono nei periodi di maggior consumo
(mele) e altri aumentano (affitti di una casa al mare)? Perché in alcuni
casi è l’effetto di un aumento della domanda, in altri di quello
dell’offerta
4) Le indicazioni di intervento
• Se voglio modificare l’andamento delle variabili endogene posso
intervenire sulle variabili esogene che sono in grado di controllare
• Ad esempio:
– se la domanda di case al mare è troppo alta, posso aumentare la
tassazione sulle seconde case
– se la produzione di mele è troppo bassa, posso fornire dei sussidi alla
produzione
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Le domande della microeconomia
• Alcune domande alle quali cerca di rispondere la microeconomia sono:
– perché i consumatori acquistano certi beni e non altri?
– perché all’aumentare del prezzo di alcuni beni si registra una forte
riduzione della domanda (es. beni di lusso), mentre in altri casi la
domanda rimane invariata (es. beni di prima necessità)?
– perché in alcuni mercati molte imprese offrono prodotti simili o
identici e in altri esiste una sola impresa?
• Le variabili microeconomiche sono “vicine” alle nostre scelte
quotidiane, ma spesso l’analisi microeconomica è assai astratta
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I temi della microeconomia
•
•
•
•
Teoria del consumatore
Teoria dell’impresa
Teoria dell’equilibrio
Teoria del mercato
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Teoria del consumatore
• Il consumatore dispone di un reddito limitato con cui può acquistare un
vasta gamma di beni o servizi, o che può risparmiare
• La teoria del consumatore:
– descrive il modo in cui il consumatore, date le proprie preferenze, il
proprio reddito e i prezzi dei beni, massimizza il proprio benessere
(utilità) scegliendo di consumare diverse quantità di beni
– descrive il modo in cui il consumatore decide quanta parte del
reddito risparmiare, scegliendo di consumare un po’ meno oggi per
consumare di più in futuro
Rappresenta il lato della domanda
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Teoria dell’impresa
• L’impresa è vincolata nella scelta tra i diversi tipi di beni che può
produrre e dalle risorse disponibili per la produzione
• Ad esempio:
– alla Fiat sono bravissimi a produrre automobili, ma non hanno
alcuna competenza nella produzione di aeroplani, computer o
farmaci
– le decisioni della Fiat sono vincolate dalla disponibilità di risorse
finanziarie e dalla capacità produttiva degli impianti
– la Fiat, dati questi vincoli, deve decidere quanti esemplari produrre
di ogni modello di auto
• La teoria dell’impresa spiega come formulare al meglio queste
decisioni
Rappresenta il lato dell’offerta
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Teoria dell’equilibrio
• Un mercato è un insieme di compratori e venditori che, attraverso
interazioni reali o potenziali, determinano il prezzo di un bene (es.
mercato dei computer, mercato delle automobili, mercato del lavoro)
• Le scelte tra opzioni alternative si basano sui prezzi che i consumatori, i
lavoratori e le imprese hanno di fronte (prezzo dei computer, prezzo
delle automobili, salario)
• Nella teoria dell'equilibrio si analizza l'equilibrio di mercato, ossia le
condizioni in base alle quali un dato bene (o servizio) è scambiato ad un
determinato prezzo di mercato
Rappresenta l’incontro della domanda e dell’offerta
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Teoria del mercato
• Nella teoria del mercato la microeconomia si occupa di studiare il
funzionamento dei mercati concorrenziali e di quelli non concorrenziali
(monopolio, oligopolio)
– Perché in alcuni mercati ci sono poche imprese in concorrenza tra
loro, mentre in altri ce ne sono a decine?
– Per i consumatori è sempre un vantaggio se le imprese in
concorrenza tra loro sono molte?
– Il Governo deve intervenire nei mercati in cui è presente un numero
limitato di imprese?
• Mercato perfettamente concorrenziale: ci sono così tanti venditori e
compratori che nessuno può influire in modo significativo sul prezzo (ad
es. il mercato del frumento, il mercato delle risorse naturali)
• Mercato non concorrenziale: c’è un solo produttore oppure pochi
produttori in grado di influire sul prezzo del bene (ad es. mercato del
petrolio)
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Le domande della macroeconomia
• Alcune domande alle quali cerca di rispondere la macroeconomia sono:
– perché alcuni paesi hanno elevati tassi di crescita del PIL e altri tassi
inferiori?
– perché in alcuni periodi il tasso d’inflazione è più elevato che in
altri?
– perché esiste la disoccupazione?
– a cosa serve aumentare la spesa pubblica?
• La macroeconomia e la microeconomia sono legate, ma spesso
nell’analisi macroeconomica il comportamento massimizzante dei
profitti o dell’utilità dei singoli agenti non viene reso esplicito, e si
descrivono direttamente gli andamenti delle variabili aggregate
• Le variabili macroeconomiche sono “lontane”, ma influenzano la vita di
tutti i giorni di ciascuno di noi
45
I temi della macroeconomia
•
•
•
•
•
•
Crescita economica
Produttività
Recessioni e espansioni
Disoccupazione
Inflazione
Interdipendenza economica tra paesi
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Il Prodotto Interno Lordo (PIL)
• Prima di parlare di crescita economica è opportuno definire il PIL
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) rappresenta
• il valore di mercato …: è necessario per aggregare tutti i beni e servizi
prodotti in un paese e scambiati sul mercato, in modo da ottenere un
dato unico
• … dei beni e servizi finali …: costituiscono il prodotto finale di un
processo, ovvero il bene o il servizio di cui i consumatori effettivamente
usufruiscono (ad es. il pane è il bene finale ottenuto con l’utilizzo di beni
intermedi quali il grano e la farina)
• … prodotti all’interno di un paese …: nel calcolo del PIL rientrano
esclusivamente i beni e i servizi prodotti all’interno dei confini di una
nazione
• … in un determinato periodo …: nel calcolo del PIL dell’anno 2010
sono inclusi solo i beni e servizi prodotti nel 2010
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Misurare il PIL: approccio della spesa
• Gli agenti economici che acquistano i beni e servizi finali che
compongono il PIL sono: famiglie, imprese, settore pubblico e settore
estero
• Di conseguenza, le componenti della spesa nel PIL sono: consumi,
investimenti, spesa pubblica, esportazioni nette
Y = C + I + G + NX
Y: Prodotto Interno Lordo
C: consumi
I: investimenti
G: spesa pubblica
NX: esportazioni nette
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Consumi
• La spesa per consumi indica l’insieme delle spese da parte delle
famiglie per l’acquisto di beni e servizi
• Beni di consumo durevoli: beni di consumo di lunga durata (ad es.
automobili, elettrodomestici, mobili)
• Beni di consumo non durevoli: beni di consumo di breve durata (ad es.
cibo, abbigliamento)
• Servizi: (ad es. taglio di capelli, servizi legali, istruzione)
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Investimenti
• La spesa per investimenti viene effettuata sia dalle imprese – per
incrementare lo stock di capitale o sostituire quello logorato – sia dalle
famiglie – per l’acquisto di abitazioni
• Investimenti fissi da parte delle imprese: acquisti di nuovi beni capitali
di lunga durata che servono a produrre altri beni (ad es. macchinari,
fabbricati, uffici)
• Investimenti nell’edilizia residenziale: si riferiscono alla costruzione di
nuove case e appartamenti
• Investimenti in scorte: incremento di scorte da parte di un’impresa
dovuto all’accumulo di beni invenduti
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Spesa pubblica
• Gli acquisti pubblici comprendono le spese sostenute dal Governo e
dalle Amministrazioni locali a vari livelli per l’acquisto di beni e servizi
finali
• Ad esempio:
– il Governo acquista le armi per la difesa e l’ordine pubblico e i
servizi dei dipendenti della pubblica amministrazione
– le Amministrazioni locali acquistano libri per le biblioteche e pagano
gli stipendi ai dipendenti degli enti locali
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Esportazioni nette
• Le esportazioni nette costituiscono la differenza tra esportazioni e
importazioni
• Esportazioni: beni e servizi finali di produzione nazionale che vengono
venduti all’estero
• Importazioni: beni e servizi finali di produzione estera che vengono
venduti ai consumatori nazionali
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Il sistema economico
Il PIL coincide con il reddito aggregato di tutti coloro che partecipano al
sistema economico
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PIL nominale e PIL reale
• Il PIL nominale viene definito come il valore della produzione a prezzi
correnti (anno corrente)
• Il PIL reale viene definito come il valore della produzione a prezzi
costanti (anno base) → è la misura più utilizzata
• Un esempio chiarirà queste definizioni:
Quantità di
mele
Prezzo delle
mele (in
euro)
Quantità di
arance
Prezzo delle
arance (in
euro)
2007
20
0,20
10
0,15
2008
30
0,30
15
0,10
• Pil nominale del 2008 = 30*0,30 + 15*0,10 = 10,5 euro
• Pil reale del 2008 = 30*0,20 + 15*0,15 = 8,25 euro
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Crescita economica (1)
• Il tenore di vita indica la facilità con cui un individuo ha accesso ai beni
e servizi che gli consentono di godere di una salute migliore e rendono la
vita più facile, più sicura e più piacevole
• Il principio della scarsità rimane sempre valido anche per chi vive in un
paese ricco
• Il tenore di vita attuale è il risultato di parecchi secoli di crescita
economica sostenuta, ovvero di un aumento della quantità e
miglioramento della qualità di beni e servizi che l’economia è in grado
di produrre
• La crescita comporta un miglioramento del tenore di vita del cittadino
medio
Più riusciamo a produrre più possiamo consumare
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Crescita economica (2)
• Un tipico lavoratore italiano dell’inizio del secolo scorso:
– lavorava 60 ore la settimana
– aveva uno stipendio annuo corrispondente a circa 8.000 € attuali
– aveva una speranza di vita di 47 anni
• Oggi, il medesimo lavoratore:
– lavora circa 35 ore la settimana
– ha un reddito medio annuo di circa 25.000 €
– ha una speranza di vita di 73 anni se uomo, 80 se donna
• Cercare di rendere il più rapida possibile la crescita economica è un
obiettivo primario di quasi tutti i responsabili della politica economica
56
Livelli e crescita del PIL nel mondo
Paese
PIL pc 1900 PIL pc 2004
Posizione
nel 2004
Crescita
media %
UK
2.693
18.307
3
1,9
USA
2.244
24.255
1
2,4
Italia
1.352
1.679
5
2,5
Argentina
1.284
3.302
6
0,9
Germania
1.223
17.196
4
2,6
Giappone
842
18.374
2
3,1
Bangladesh
349
511
7
0,4
La crescita del prodotto totale
58
La crescita del prodotto pro-capite
59
60
Produttività
• La produttività è la quantità che il lavoratore medio è in grado di
produrre (prodotto per lavoratore)
• Tra la produttività media del lavoro e il prodotto pro capite esiste una
stretta relazione: più riusciamo a produrre più possiamo consumare
• In Italia e negli Stati Uniti il livello di produzione per lavoratore ha
registrato un incremento nel lungo periodo
• Il tasso di crescita della produttività è diminuito dagli anni ‘70 in poi
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Produttività
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Recessioni ed espansioni
• Recessione: periodo in cui la crescita economica assume valori negativi
• Depressione: fenomeno di recessione particolarmente grave
È più difficile trovare un impiego, meno lavoratori ottengono
aumenti salariali e promozioni, i profitti sono più bassi, molte imprese
escono dal mercato
• Espansione: periodo in cui il sistema economico registra una crescita
economica positiva
• Boom: fase di espansione particolarmente intensa
È più facile trovare un impiego, più lavoratori ottengono aumenti
salariali e promozioni, i profitti sono più alti
• Ciclo economico: alternarsi di fasi di espansione e di recessione
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La disoccupazione (1)
• Offrire a chiunque lo desideri un’opportunità di lavoro è un altro
obiettivo fondamentale di politica macroeconomica
• Il tasso di disoccupazione oscilla nel tempo, seguendo le fluttuazioni
periodiche del PIL, i cicli economici
• In periodi di recessione e di depressione, il tasso di disoccupazione può
raggiungere livelli assai elevati
La disoccupazione (2)
La disoccupazione (3)
• La disoccupazione è legata all’andamento della produzione?
Inflazione
• Il tasso di inflazione
misura la variazione del
livello dei prezzi nel tempo
• L’inflazione è un costo per
il corretto funzionamento
del sistema economico e di
quello finanziario in
particolare, perché
introduce un elemento di
incertezza nelle transazioni
intertemporali
• Un obiettivo prioritario di
tutte le autorità di politica
monetaria è il contenimento
dell’inflazione
Interdipendenza economica tra paesi (1)
• L’economia si chiede se gli accordi di libero scambio fra le nazioni sono
strumenti auspicabili e studia le cause e gli effetti degli squilibri
commerciali
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La politica macroeconomica
Le politiche macroeconomiche sono i provvedimenti attuati dal governo
allo scopo di influire sul comportamento dell’economia nel suo
complesso
• Politica monetaria: strumento utilizzato per determinare l’offerta di
moneta. Essa è di competenza della BCE in Europa e della Federal
Reserve negli Stati Uniti
• Politica fiscale: insieme delle decisioni da cui dipende il bilancio dello
Stato. Entità e composizione delle entrate e delle uscite del settore
pubblico
• Politica strutturale: insieme di provvedimenti finalizzati a modificare
la struttura portante, ovvero le istituzioni su cui è fondata l’economia di
un paese
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