Editoriale Quando anche l economia ha un cuore... arancione

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TN emigrazione 37
21-03-2007
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Editoriale
A cura di Iva Berasi, assessore all’Emigrazione
Quando anche l economia
ha un cuore... arancione
all’1 al 4 giugno
la città di Trento
si è dipinta di
arancione, il colore allegro che ha contraddistinto i più di cento appuntamenti con il Festival
dell’Economia. Si è trattato di un evento che ha
avuto risonanza nazionale ed anche oltre, promosso dalla Provincia autonoma di Trento in
collaborazione con l’Università trentina, con la rivista di economia Il Sole24 Ore e con la casa
D
editrice Laterza di Bari.
Per quattro giornate i
Trentini, ma anche numerosissimi ospiti, per un
numero complessivo che
ha sfiorato le centomila
persone, si sono tuffati
nel mondo dell’economia
per ascoltare le grandi
menti venute dalle Università di tutto il mondo,
ma anche per dialogare,
per capire e, perché no,
anche per divertirsi.
Per quattro giornate intere la città di Trento ha visto riempirsi di gente d’o-
gni età teatri, auditorium,
palazzi storici e tendoni:
s’è parlato di economia
nelle sale del palazzo della Provincia, ma anche al
Teatro Sociale e al castello del Buonconsiglio, in
una kermesse che ha stupito gli organizzatori,
costretti in più di un’occasione a cambiare all’ultimo momento la sede di
un incontro per poter
consentire alle lunghe file
in attesa di trovare un posto a sedere (ma andava
bene anche in piedi) per
L’assossore Iva Berasi con padre Kizito, missionario comboniano in Kenia
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poter assistere a una tavola rotonda, alla presentazione di un libro di economia, alla conferenza di
un Premio Nobel...
Perché vi parlo di tutto
questo? Semplice: perché
in quella quattro-giorni
tutta arancione abbiamo
compreso che l’economia
sottende ogni aspetto
della nostra vita; che le
sue leggi spesso difficili e
quasi sempre sostenute
da complicate formule
matematiche, poggiano
in realtà su valori etici, su
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TRENTINO
EMIGRAZIONE
fondamenti morali che
ognuno di noi dovrebbe
avere come patrimonio
genetico; che se vogliamo
parlare di economia come
ricchezza, dobbiamo affrontare il tema partendo
dall’anti-economia, che
significa povertà, oppure
ricchezza mal distribuita.
Sono tuonate come una
mazzata sui “festivalieri”
le parole vibranti di Padre
Kizito, missionario comboniano in Kenia, parole
che hanno scosso le sicurezze di molti di noi: “Mi
chiedo perché gli aiuti
che il Trentino ha ricevuto dalle rimesse degli
emigranti: “economia di
passaggio”, qualcuno l’ha
definita, “povertà e ricchezze in viaggio” è stata
l’immagine più significativa emersa dalle discussioni con cui terminavano
inequivocabilmente gli
incontri pubblici. Povertà
che si trasferivano dal
Trentino alle Americhe,
all’Australia, ai paesi dell’Europa centro-settentrionale, e ricchezze che
dalle Americhe, dall’Australia, dai Paesi dell’Europa centro-settentrionale tornavano a casa
sottoforma di rimessa
mensile o comunque periodica. È stato grazie a
quei rivoli di danaro - in
cui c’erano le fatiche, il
sudore, le umiliazioni di
donne e di uomini costretti a cercar fortuna altrove, se il Trentino ha
potuto superare le crisi
delle due guerre mondiali del Novecento, saltando
poi sul treno di quella ricostruzione che ha via via
reso inutili le rimesse e il
sostegno economico dei
familiari lontani.
La comunità trentina,
oggi, è comunque grata a
quanti, in un passato più
o meno lontano, hanno
da un lato sofferto lo sradicamento ma mantenuto ugualmente un legame
con la terra-madre.
È, la nostra, una gratitudine che si concretizza in
atti concreti, in progetti
di recupero di identità, in
della solidarietà internazionale che arrivano ogni
anno ai Paesi africani sono quantitativamente e
qualitativamente di gran
lunga inferiori alla ricchezza di cui quegli stessi
Paesi africani vengono
annualmente depredati!”
In molte occasioni, specie
quando nel corso del Festival ci si è cimentati con
la storia economica del
Trentino - perché anche
di questo si è parlato non si è potuto fare a meno di ricordare l’aiuto e il
sostegno fondamentale
Padre Kizito
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strategie di aiuti per chi
vuole tornarsene a casa,
per chi ha perso la battaglia con la fortuna e s’è
trovato a vivere nel momento sbagliato nel Paese
sbagliato.
È la gratitudine che il
Presidente della Provincia ha portato alla Convention di New York dei
Trentini emigrati in Nord
America; è l’affetto che
ha spinto la Provincia autonoma di Trento ad organizzare, per il prossimo
settembre, adeguati festeggiamenti per i 125
anni di emigrazione in
Messico; è la consapevolezza ormai divenuta pratica quotidiana di considerare il “Trentino sparso
nei cinque continenti” la
fronda di un albero che
ha le radici ben piantate
qui, tra le montagne e i
laghi della nostra terra.
Ecco perché, per la copertina di questo numero
di TrentinoEmigrazione,
la redazione ha scelto il
colore arancione: per ricordare a tutti la lezione
impartita dall’esercito pacifico dei nostri migranti,
uomini che hanno saputo
dare un’anima all’economia di sussistenza e donne che, mettendosi sulla
schiena il peso della famiglia ma diventando anche
“motori” delle comunità
in cui vivono, hanno saputo mantenere vivi con
orgoglio e con pazienza la
cultura, l’identità, il ricordo di chi è “rimasto a casa”.
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Foto Archivio Trentino Spa
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