NIELSEN - ANALISI E RICERCHE Fame di stelle e... coccodè dì Claudia Cassino Recuperare speranza e fiducia nel futuro, guardando oltre alle nude cifre del trimestre. E' la strada tracciata da Nielsen durante la 28esima edizione de Linkontro: tre giorni di dibattiti e convegni rivolti alla business community, accompagnati dal leit motiv 'Download thè future'. Ma, tra scenari economici e slide di amministratori delegati, gli interventi più applauditi sono stati quelli di un giornalista che si chiede cosa tiene accese le stelle (Mario Calabresi, direttore de La Stampa) e di un imprenditore visionario che se ne infischia del marketing di Kotler (Oscar Farinetti, Eataly) da sinistra: Umberto Galimberti, Roberto Pedretti, Riccardo Illy. Beppe Severgnini © linkontro 2012 SCENARI ITALIANI Cosa tiene accese le stelle *- Mario Calabresi V ediamo prima i numeri. Che non sono certo incoraggianti. L'83% degli italiani ritiene 'non buono' lo stato delle proprie finanze personali, il 35% dichiara di voler risparmiare il denaro disponibile, mentre il 22% afferma di non riuscirci proprio. E ancora: il 92% dei nostri connazionali pensa che non sia il momento adatto per compiere acquisti e per questo taglierà le spese superflue. Il 63% spenderà meno per nuovi abiti, il 57% ridurrà l'intrattenimento fuori casa, il 60% rinuncerà ai pasti al ristorante, a favore dell'acquisto di prodotti più economici nel largo consumo (54%) e di un minor utilizzo dell'auto a causa del caro-benzina (44%). Insomma, la recessione c'è ed è inutile negarlo. Roberto Pedretti, amministratore delegato di Nielsen, società che con l'indagine Global Consumer Confidence Survey ha in mano il termometro della fiducia dei consumatori, ha aperto i lavori della 28esima edizione de Linkontro (dal 17 al 20 maggio a Santa Margherita di Pula, Cagliari) non nascondendo le difficoltà che stiamo attraversando: "L'indice della fiducia degli italiani ha toccato, nel primo quadrimestre 2012, il suo minimo storico (45 punti su 100) e ciò ha intaccato profondamente anche i consumi, a differenza della crisi del 2008-2009. La stella polare è l'innovazione - ha spiegato Pedretti davanti agli oltre 350 manager riuniti in Sardegna -. I segnali non sono del tutto positivi: registriamo un decremento dell'impatto dell'innovazione sul giro d'affari complessivo del largo con- sumo, unito allo scarso dinamismo degli investimenti in comunicazione. Addirittura Internet, in questa prima parte del 2012, ha smesso di crescere. E una situazione che alla lunga mette in pericolo i valori del marchio. Da un lato occorre recuperare i fondamentali, dall'altro bisogna mettere in campo progetti a tutto tondo che rispondano alle tendenze di consumo come anche agli sviluppi tecnologici. E occorre considerare che per un marketing dì successo diventa realmente necessario allargare l'orizzonte oltre i confini italiani". Ma gli orizzonti non sono solo geografici. E le motivazioni economiche da sole non bastano a interpretare i segnali del mercato. A riportare fiducia nel futuro, ma anche commozione e risate, è stato il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, giugno 2012 | Pubblicità Italia 06 55 %J//Ì\ ANALISI E RICERCHE-N1ELSEN Ai neo laureati dico: imparate un mestiere vero. Servono panettieri non PR. Il marketing l'ha inventato la gallina, non Kotler che con il suo intervento è stato applauditissimo, tanto da ricevere una standing ovation. "La crisi è reale, inutile nascondersi, ma non è vero che ci hanno rubato il futuro. L'ho sentito dire a ragazzi di 17 anni. E' come se un giocatore di calcio, prima ancora di entrare in campo, dicesse 'ci hanno rubato la partita'", ha detto tra le altre cose l'autore del libro Cosa tiene accese le stelle. "L'informazione non aiuta, ci costringe a vivere in un eterno presente, nel tempo della cronaca. Non riusciamo più a pensare, a capire il contesto dei fatti. Per esempio non è vero che i suicidi per motivi economici sono aumentati nel 2012: nel 2010 sono stati 187, circa uno ogni due giorni. Semplicemente nessuno l'ha detto. Ciò non significa che l'argomento non sia doloroso, la differenza è che adesso non si ha più vergogna nel raccontarlo: è diventato un atto di accusa. I giornali devono riprendere a raccontare il contesto di ciò che accade, perché senza memoria non si ha futuro". Le parole per ripartire? Per Calabresi sono due: "Fame e speranza. Dobbiamo ritrovare fame di futuro e speranza nel domani, guardando al di là dei risultati del trimestre. Se rivolgiamo lo sguardo solo verso il nostro ombelico non riusciremo più a vedere le stelle". Per guardare avanti non bisogna aver paura, o quanto meno cercare di condividerla. Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, con le sue Lezioni di coraggio ha concluso i lavori de Linkontro raccontando in un'intervista a Maria Latella, direttore di A, la sua storia di imprenditore che "ogni io anni cambia lavoro e impresa". Dal primo impiego presso la catena di piccoli supermercati di famiglia alla 56 Pubblicità Italia 06 | giugno 2012 Maria Latella e Francesco Starace fondazione di Unieuro, fino all'idea di abbandonare l'elettronica di consumo e tornare alla passione originaria: il cibo. Oggi Eataly, la catena di supermercati enogastronomici nata a Torino nel 2007, è arrivata anche a Tokyo (9 punti vendita), a New York (dove da lavoro a 810 persone) e, proprio questo mese, si appresta ad aprire il più grande negozio di cibo del mondo, a Roma, nei iómila metri quadrati del Terminal Ostiense. Un megastore del gusto dove "i macellai e le 'sfogline' che fanno gli agnolotti prenderanno 3.000 euro al mese, mentre il direttore marketing 1.200. Vendiamo cibo e il cibo bisogna saperlo fare! Ai neo laureati dico: imparate un mestiere vero. Servono panettieri non PR. Il marketing l'ha inventato la gallina, non Kotler (Philip, ndf): fare l'uovo e dire coccodè, ecco cos'è", ha concluso l'imprenditore piemontese, consegnando alla platea della business community la sua parola chiave per affrontare il futuro. Si tratta di "forse, in inglese maybe" perché "solo il dubbio crea sviluppo, la certezza crea arretratezza. Nel nostro store di New York all'ingresso c'è un cartello che illustra la nostra 'policy' in tre punti: il primo è che il consumatore non ha sempre ragione; il secondo è che neanche Eataly ha sempre ragione; il terzo è che da questo meraviglioso dubbio nascerà la nostra armonia".