PUBBLICITÀ E ARTE Elogio “artistico” del manifesto DI GIUSEPPE STIGLIANO N el libro “Elogio del manifesto” edito a fine 2003 da Allemandi Editore in collaborazione con Giulio Bolaffi editore, gli autori, Pier Pietro Brunelli e Mauro Ferraresi, tracciano le basi per una nuova storia artistica dell’affiche. Molti manifesti del ‘900 non sono semplicemente i testimoni cartacei di un divenire storico, ma sono anche opere della creatività umana che hanno presagito nuove concezioni della vita , della comunicazione e dell’arte. La pubblicità, che si afferma nella società con la diffusione dei manifesti, è uno specchio riflettente della società e del tempo, ma è anche un ‘proiettore’ che modifica, deforma, genera cambiamenti. La missione principale che gli autori sembrano voler perseguire, è di 16 G&D elevare il manifesto, anche quello commerciale e di propaganda, ad opera artistica. Non solo, dunque, ritratto della società del suo tempo, mezzo di comunicazione verbovisiva dotato di straordinaria capacità di sintesi, ma vera e propria forma d’arte, che si impone come straordinaria innovazione estetico-comunicativa nel xx secolo. Questo ‘Elogio del manifesto’ fa riferimento alla “grande stagione del manifesto”, quella che va dall’invenzione della litografia nella ELOGIO DEL MANIFESTO ARTE, SOCIETÀ E VITA SUI MURI DEL XX SECOLO Pier Pietro Brunelli Mauro Ferraresi Umberto Allemandi editore in collaborazione con Giulio Bolaffi Editore 160 pagine, 24 x 34 cm, 65 ill. a colori, Rilegato, Euro 35 ISBN 88-422-1233-4 Pier Pietro Brunelli “THE ORIENT IN LONDON AT OLYMPIA”, LEOPOLDO METLICOVITZ, LITOGRAFIA, 1890 CA., CM 340 X 1000. seconda metà dell’Ottocento, fino agli anni sessanta del Novecento. Si tratta di una grande epoca storica nella quale il manifesto si afferma come principale mass medium ‘visivo e visionario’, esso reclamizza i primi beni di largo consumo, propaganda idee politiche, specialmente quelle rivoluzionarie e totalitarie, ma è anche lo strumento capace di diffondere “l’immagine dei missili prima degli stessi missili, l’immagine delle automobili prima delle stesse automobili e, più in generale, l’immagine dei modi di vivere della società attuale prima Mauro Ferraresi che questa si fosse ‘attualizzata’”: fonte e ispirazione, in sostanza, di nuove ‘visioni del mondo’. Un’altra peculiarità di questo lavoro riguarda le considerazioni sul “coautoraggio”. Il manifesto non viene considerato il frutto del genio creativo – sia esso libero o influenzato da esigenze di mercato 17 G&D “MARTINI, RISERVA MONTELERA”, ARMANDO TESTA, OFFSET, 1946, CM 140 X 100. (SOPRA) “CORTINA”, FRANZ LENHART – OFFSET, 1947, CM 100 X 68. (A DESTRA)“MODIANO” FRANZ LENHART, LITOGRAFIA, 1935, CM 149 X 100. 18 G&D - di un singolo autore, bensì come espressione di una creatività corale. L’autore, inteso come creativo del manifesto deve infatti fondere la sua creatività con quella insita nelle diverse istanze creative che consentono l’ideazione e la produzione del manifesto. Questa fusione di istanze creative, inclusa quella dell’autore (grafico, cartellonista, illustratore, fotografo) prende il nome di coautoraggio, il quale comprende la creatività insita nel soggetto protagonista (l’oggetto o l’evento da pubblicizzare), l’inventiva strategica del committente, la qualità artistica dei servizi tipografici, ma anche la stessa epoca e il pubblico, che con le loro aspettative e desideri influenzano il gusto e lo stile. Dunque, secondo Brunelli e Ferraresi, queste diverse componenti hanno concorso al “coautoraggio” dell’affiche, seppur fornendo apporti diversi. (SOTTO) “FRAU IM MOND”, ALFRED HERRMANN, LITOGRAFIA, 1929, CM 206 X 93. (A DESTRA) “METROPOLIS”, SCHULZ NEUDAMM, LITOGRAFIA, 1927, CM 210 X 94. 19 G&D Il testo ripercorre puntualmente l’evolversi delle tecniche e degli stili creativi, scandaglia e analizza con rigore scientifico le diverse forme di manifesto (informativo, politico, pubblicitario, artistico) e si conclude con un capitolo dal titolo eloquente: “L’arte del XX secolo si manifesta nel manifesto” che sancisce la definitiva consacrazione di questo formidabile strumento di comunicazione ad opera d’arte. Soprattutto attraverso diverse citazioni ed esempi gli autori osservano di come il manifesto sia stato in molti casi un precursore di tendenze e di stili. Ad esempio si può dire che la grafica tipografica del manifesto ha influenzato certe idee cubiste o più in generale una estetica geometrizzante che è stata 20 G&D (SOPRA) “HERMANNS & FRONTZHEIM”, JULIUS KLINGER, LITOGRAFIA, 1910, CM 80X105 ( A SINISTRA) “MILANO CIRCUITO AEREO INTERNAZIONALE”, ALDO MAZZA, LITOGRAFIA 1910, CM139X69 espressa in diverse correnti dell’arte contemporanea. L’impiego creative della tipografia attraverso l’affiche ha senz’altro influenzato l’estetica futurista, fino al lettrismo e alle sperimentazioni di poesia visiva delle avanguardie. Assai significativa l’ipotesi degli autori circa la determinante influenza del manifesto intorno a svolte radicali della ricerca artistica del ‘900, come ad esempio il collegamento tra esaltazione dell’oggetto pubblicizzato attraverso il manifesto ed esaltazione di un qualunque oggetto attraverso il ‘Ready made” di Duchamp. In fondo il manifesto estetizza ogni oggetto ed evento, esso estetizza la società stessa, e a prescindere dal suo intento persuasorio e di parte, esprime una vera e propria rivoluzione estetica che coinvolge la società di massa nel suo insieme. Del resto, come osservano gli “PNEUS PIRELLI”, AURELIO CRAFFONARA, LITOGRAFIA, 1930 CA. , CM 140X99 (A DESTRA) “CORRIERE DELLA SERA” GIOVANNI FELTRAMI, LITOGRAFIA, 1905 CA., CM 200X100 “LA DOLCEVITA”, GIORGIO OLIVETTI, OFFSET, 1960, CM 198X140 21 G&D “BALLY”, BERNARD VILLEMOT, OFFSET, 1990 CA., CM 127X90 autori, la storia dell’arte è da sempre anche una storia di committenza, di propaganda di idee religiose e politiche, quindi non si vede perché non si debba considerare il manifesto come un’opera d’arte nonostante i suoi intenti persuasori. Va qui inoltre segnalato un vero e proprio valore aggiunto all’opera: una bibliografia ragionata e internazionale sul manifesto che, data la sua vastità e completezza, si può dire non sia mai stata pubblicata precedentemente. Si tratta di una straordinaria raccolta di titoli intorno al manifesto: uno strumento fondamentale per il ricercatore e il collezionista, ma (A DESTRA) “BITTER CAMPARI”, FORTUNATO DEPERO, SERIGRAFIA, 1925 CA., CM 50X34,5 “PUNT E MES”, ARMANDO TESTA, OFFSET, 1960, CM 196X134 22 G&D “BINACA”, NIKLAUS STOECKLIN, 1942, LITOGRAFIA 127X89CM (SOPRA A DESTRA) “LA RINASCENTE”, MARCELLO DUDOVICH, LITOGRAFIA, 1920 CA., CM140X100 (A DESTRA)“VALLE D’AOSTA”, MAGA (GIUESEPPE MAGAGNALI), LITOGRAFIA, 1925 CA, CM 100X70. utile anche a quanti volessero a leggere in termini iconografici la nascita e l’evolversi della nostra epoca attraverso le immagini dei manifesti. Suddivisa in sette macrocategorie, la bibliografia si rivela anche un’utile fonte di repertori iconografici per reperire immagini rare. Il volume è corredato da una ampia iconografia a colori, curata da Giulio Bolaffi Editore, e che raccoglie i manifesti di maggior successo internazionale nell’ambito della critica d’arte e del collezionismo. 23 G&D