Rassegna stampa - 25/03/2009 REVISIONE ASSISTENZA PROTESICA Appropriatezza, linee guida, prezzi di riferimento e requisiti fissati a livello locale in base a un quadro nazionale: l’accordo tecnico sui nuovi Lea per diagnostica strumentale e di laboratorio e assistenza protesica accettando tutte le richieste delle Regioni - è stato raggiunto la scorsa settimana dalla Commissione salute degli assessori e del Welfare. Per parlare di un possibile stralcio di queste parti dai Lea però è presto: tutto dovrà passare al vaglio dei presidenti e dell’Economia e si dovranno verificare le compatibilità economiche che con molta probabilità arriveranno solo al momento della stesura del nuovo Patto sulla salute. Prevenzione in alto mare invece. Le Regioni hanno espresso parere negativo sulla proposta di una nuova articolazione dei sottolivelli dei Lea su medicina veterinaria preventiva, Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare (sono in constrasto con i princìpi su cui sono stati costruiti gli stessi Lea, è la motivazione), ma soprattutto “bocciano” l’indice del Welfare per il nuovo Piano nazionale della prevenzione e chiedono di dare spazio alla proposta regionale (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 1/2008) per non “saltare” la programmazione dei singoli piani regionali 2009. Queste le principali novità concordate per i Lea. Diagnostica di laboratorio. Il termine “inappropriato” (tranne per esami obsoleti) sarà utilizzato per i test di laboratorio solo “nel contesto del quesito clinico”. E sarà rivisto il nomenclatore in tutte le aree diagnostiche secondo alcuni punti: identificazione di esami diagnostici di primo livello per evitare eccessi e successivi esami di approfondimento a cascata; identificazione di esami sentinella per valutare l’appropriatezza in settori “principali” (funzionalità renale, determinazione della metiletraidrofolatoreduttasi nel rischio 1 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 di trombofilia, marcatori di malattia con alcune limitazioni, analisi nella contraccezione e analisi pre-operatorie); obbligatorietà dell’introduzione nell’impegnativa del quesito clinico; definizione di frequenza e numerosità dei controlli appropriati per alcuni test di monitoraggio di patologie croniche; stretto legame con le «Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di medicina di laboratorio», messo a punto dall’Agenas; attivare l’analisi dei costi per la valutazione dell’efficienza-efficacia delle indagini diagnostiche all’interno di percorsi diagnostico-terapeutici e in relazione agli outcomes clinici. Diagnostica per immagini. I cardini sono quattro: appropriatezza delle indagini, radioprotezione, sicurezza per paziente e operatori, contenimento della spesa. Intese e/o accordi Governo-Regioni definiranno: soglie minime di appropriatezza; standard di fabbisogno appropriato; contenuti di linee guida; strumenti per il contenimento della mobilità interregionale. Per graduare l’appropriatezza è stato stabilito un punteggio da 0 (appropriatezza minima) a 10 (appropriatezza massima) e la proposta regionale contiene in questo senso una serie di esempi sul sospetto oncologico. Per gli standard si stabiliranno linee operative da concordare a livello regionale con le associazioni rappresentative dei medici, tenendo conto delle apparecchiature disponibili e delle dotazioni di personale (anche accreditato). Per evitare la mobilità, infine, si utilizzeranno alcuni strumenti: dotazione tecnologica e organici adeguati agli standard; massima efficienza e impiego delle apparecchiature; utilizzo delle apparecchiature almeno su 10 ore diurne; monitoraggio delle liste attesa; adeguamento della tipologia e numero delle apparecchiature in relazione alle patologie e alle esigenze di indagini prioritarie; verifica dell’appropriatezza prescrittiva con introduzione di modalità di verifica concordate tra le Regioni; realizzazione di programmi di ampliamento dell’attività anche extraorarie per le prestazioni a maggiore richiesta. Ulteriore previsione è quella di portare il numero massimo di prestazioni prescrivibili su ogni impegnativa del Ssn a: Rx tradizionale, 4; Ecografia, 1; Eco-color-Doppler, 1, Tc, 1; Rm, 1; Medicina nucleare 2 (compresa la visita). Assistenza protesica. È previsto lo stralcio dal Dpcm degli allegati sui Princìpi di erogazione dei dispositivi monouso e sui Princìpi di erogazione dell’assistenza protesica e il loro trasferimento in un’intesa Stato-Regioni, la soppressione della norma che affida al ministero l’aggiornamento del nomenclatore e del repertorio ogni due anni inserendo l’obbligo di aggiornare periodicamente tutti i Lea. I requisiti per l’accreditamento poi si fisseranno a livello regionale in base a linee guida decise con un’intesa Stato-Regioni e il “prezzo di rimborso” diverrà “prezzo di riferimento” fissato dalla Cud per contrattare con i fornitori eventuali abbattimenti in relazione a tempi di pagamento, volumi acquistati ecc. Piano nazionale della prevenzione. Il parere 2 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 delle Regioni è sull’“indice” che il ministero ha fornito in risposta alla loro proposta di Piano. Ma la bocciatura è immediata e perché l’articolazione proposta è troppo “vasta” per poter dare in tempi brevi il via libera al Piano, necessaario invece per rispettare la programmazione regionale 2009. Queste le critiche. Le definizioni prevenzione primaria, secondaria e terziaria sono obsolete; nel documento delle Regioni è privilegiata la visione del rischio di popolazione e assume rilievo una definizione degli interventi trasversale rispetto alle singole patologie, centrata su azioni legate ai maggiori determinanti di salute, mentre nell’indice sembra essere privilegiata l’azione sull’individuo. Le Regioni ritengono che gli strumenti e l’approccio del Pnp debbano essere quelli della Sanità pubblica mentre nell’indice si parla di interventi clinici. L’indice allarga l’ambito del Pnp e manca la definizione delle priorità di azione che invece il documento delle Regioni individua in base a scelte fondate su evidenze di efficacia. Il Piano deve essere sostenibile e l’indice sottintende anche interventi di tipo clinico che non rientrerebbero nel livello di assistenza della prevenzione (5%) e probabilmente si riferisce anche a prestazioni al di fuori dei Lea, non solo quelli attuali ma anche nella versione in fase di approvazione da parte della Stato-Regioni, proprio in un momento in cui le difficoltà economiche sono tali da creare difficoltà nel mantenere i Lea stessi che si stanno ridiscutendo anche per questo. Paolo Del Bufalo ********************* I livelli essenziali non paghino i debiti Tra quelli in itinere e quelli in elaborazione, i Piani di rientro condizionano quasi tutte le Regioni del Centro-Sud. Senza contare quelli che “non ci sono” dove si è evitato di accertare il debito consolidato. Su tutto ben oltre 20 miliardi di extra-deficit emerso, che appesantiscono il debito pubblico, più di quanto lo sia. Dunque, una Sanità gravemente malata, sotto tutela governativa e prossima a un diffuso commissariamento. A fronte di questo, cittadini coscienti dell’enormità dei debiti, che sperano in una soluzione che non appesantisca il prelievo fiscale, ovvero che riduca la gratuità dei Lea e/o la portata delle esenzioni. Dalle esperienze nascono, tuttavia, non poche preoccupazioni, oltre quelle fantasiose di voler considerare il debito regionale accertato al lordo di crediti per premialità arretrate. Insomma, si tenta di tutto per uscire dai guai, pure a costo di stravolgere il principio di competenza che disciplina il sistema contabile nella sua interezza e, con questo, di spesare due volte dal debito gli stessi crediti. Ciò che però più “impaurisce” sul piano dell’assistenza concreta è il tentativo di qualche Regione, investita dai debiti, di sottovalutare il diritto dei cittadini all’esigibilità dei Lea. Sembra, infatti, che alcune ipotesi di ripianamento dei debiti non tengano conto del principio, costituzionalmente protetto, secondo il quale le risorse annuali del Fsn debbano essere, esclusivamente, garanti dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Di quelli attuali e non già di quelli di ieri, ovvero degli sprechi trascorsi che hanno determinato gli extra-deficit miliardari, molto spesso accertati per difetto. Appare frequente che venga erroneamente teorizzato di finalizzare 3 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 alla estinzione dei debiti pregressi gli eventuali risparmi annuali, peraltro inverosimili, attesa la costante produzione di disavanzi. Quei risparmi economici da realizzarsi a discapito dei Lea e da “distrarre” in favore del pagamento dei ratei dei mutui da accendere, a cura delle Regioni, per soddisfare le passività dei loro Ssr. Ove si dovesse ricorrere a tali mutui - come quelli trentennali concessi per 9,1 miliardi a Lazio, Campania, Molise e Sicilia dalla Finanziaria 2008 - dovrebbero gravare solo sulle Regioni. Gli attuali limiti legislativi, oltre a renderne difficile il ricorso, impongono che essi debbano pesare sull’economia regionale ordinaria, del bilancio istituzionale, Fondo sanitario escluso. La metodologia comunque rappresenta le difficoltà delle Regioni nel concettualizzare correttamente il governo della spesa. Sarebbe grave e incostituzionale utilizzare le risorse dei Lea di oggi e di domani per pagare i debiti di ieri. Così facendo si pongono le basi per un’assistenza destinata a morire. In buona sostanza, il percorso reverse di quanto Barack Obama sta facendo per garantire agli americani più deboli un’assistenza sanitaria più diffusa e uniforme. Ettore Jorio Professore di diritto sanitario - Università della Calabria 4 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 DAL PARLAMENTO Atto Senato Ordine del Giorno 9/10/3 presentato da ROSSANA BOLDI martedì 24 marzo 2009, seduta n.178 Il Senato, premesso che: il puntamento oculare (o eye tracking) è uno strumento tecnologico nato per rispondere ai bisogni delle persone disabili; l'utilizzo dell'eye tracking sta assumendo particolare rilievo come strumento di ausilio comunicativo per i soggetti affetti da grav patologie degenerative, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), che in seguito a traumi o a patologie del sistema neuro muscolare hanno perso il controllo motorio e la stessa capacità di parola, pur rimanendo integra ogni funzione cerebrale; migliaia sono le persone affette da gravi disabilità che potrebbero beneficiare di tali ausili comunicativi, con conseguente significativo miglioramento della qualità della propria. vita; la libertà di manifestazione del pensiero rappresenta un diritto fondamentale per la persona umana e un'importante conquista di civiltà, che deve essere garantita, con le tecnologie disponibili, anche alle persone affette da patologie croniche; l'erogazione di tali dispositivi nell'ambito dell'assistenza domiciliare non avviene in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale; tale differenziazione è imputabile in primo luogo al fatto che la normatìva sull'assistenza protesica (decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332) inserisce tra le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale gli ausili per la comunicazione interpersonale, idonei a facilitare o rendere possibile l'espressione verbale, migliorando la comprensibi1ità dell'eloquio oppure sostituendosi ad esso, i quali, tuttavia, sono tecnologicamente meno sofisticati; il decreto di revisione dei LEA 23 aprile 2008, che a causa del riscontro negativo della Corte dei conti non è mai entrato in vigore, prevedeva, per l'assistenza protesica, importanti innovazioni per i portatori di gravi disabilità, grazie all'introduzione di nuovi ausili informatici di comunicazione e di controllo ambientale (tra i quali ì comunicatori a sintesi vocale o a display, i sensori di comando, i sistemi di riconoscimento vocale); il 1º agosto 2007 è stato sottoscritto in seno alla Conferenza Stato-Regioni un Accordo per l'utilizzo, da parte delle Regioni, delle risorse vincolate del Fondo sanitario nazionale per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l'anno 2007; nell'ambito dei finanziamenti disponibili, sono stati vincolati 10 milioni di euro per l'acquisto di comunicatori per i malati in tetraparesi con perdita della parola. Le risorse sono state ripartite tra le Regioni in proporzione alla popolazione residente, impegna il Governo: a monitorare lo stato di realizzazione dei progetti per l'acquisto di comunicatori per i malati in tetraparesi con perdita della parola di cui al citato Accordo Stato-Regioni 1º agosto 2007, sensibilizzando le Regioni che ancora non vi abbiano provveduto ad elaborare progetti in tal senso; ad adottare, anche in sede di revisione dei livelli essenziali dì assistenza, iniziative volte a promuovere la diffusione, nell'ambito dei programmi di assistenza domiciliare e nell'assistenza ospedaliera, residenziale o semi-residenziale, dei comunicatori oculari quali dispositivi atti a consentire la comunicazione dei pazienti affetti da gravi forme di 5 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 disabilità. (numerazione resoconto Senato G102) (9/10/3) BOLDI 6 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 CONTROLLI E VERIFICHE G.F. IL CASO Guerra dei marchi: sequestrate le Birkenstock Perquisizioni in almeno 1.500 negozi sparsi in tutta Italia: 50 solo a Firenze. Sui prodotti Birkenstock, viene impresso un marchio: si tratta di un disegno stilizzato di una pelle animale. Che però è stato scelto come simbolo da Vera Pelle La guerra tra marchi diventa un caso. I marchi in questione sono, da una parte, i sandali Birkenstock e dall’altra, Vera Pelle. Nel mezzo i finanzieri, coordinati dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi e dal sostituto procuratore Luigi Bocciolini, che in questi giorni stanno facendo perquisizioni in almeno 1.500 negozi sparsi in tutta Italia. Solo a Firenze e in provincia gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sequestrato i famosi sandali in una cinquantina di esercizi commerciali. Tranquilli, non c’è alcun pericolo tossico e neppure relativo a falsi prodotti in Cina e venduti col logo in un secondo momento. Il nodo centrale dell’inchiesta è molto più semplice: sui prodotti Birkenstock, come succede ormai da anni, viene impresso un marchio: si tratta di un disegno stilizzato di una pelle animale. Che però è stato scelto come simbolo da Vera Pelle. LOGO RISERVATO - E si arriva al dunque. Da una trentina di anni a questa parte quel logo è un marchio registrato dall’Unione nazionale industria conciaria. Ed è stata proprio la Unic a sporgere denuncia: il che ha permesso la prima azione della magistratura fiorentina. Da dieci giorni i finanzieri stanno passando al setaccio tutti i negozi che vendono i famosi sandali. Risultato: la Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro oltre mezzo milione di paia di Birkenstock, che sono prodotti in Germania ma distribuiti in Italia dalla Natural Look, che ha sede a Bolzano. Così è stato denunciato Ewald Pitschl. Di fatto le Fiamme Gialle stanno sequestrando le quattro linee di sandali perché hanno un logo che può essere utilizzato in Italia solamente se viene stipulato un contratto con l’Unic, pagando il diritto d’uso. «Stiamo vivendo un dramma», fanno sapere dall’azienda Natural Look, con sede in via Braille. Non è una dichiarazione da poco, ma qualcosa che riflette l’esatta entità dell’inchiesta: proprio per questo motivo la Natural Look ha appena stipulato un contratto con Unic, che però non è retroattivo. OLTRE UN MILIONE DI SANDALI SOTTO SEQUESTRO - Alla fine di tutti i blitz saranno oltre un milione i sandali sequestrati in tutta Italia: al momento gli oltre 1.500 titolari degli esercizi pubblici risultano essere estranei alle indagini. Dalla Germania dove venivano portate con tanto di calzini, al resto del mondo, Italia compresa, il design Birkenstock è diventato ormai un fenomeno nel campo della moda. Non sono più semplici ciabatte, ma sandali, infradito e sabot con una precisa identità, da esibire in svariate occasioni. I critici di moda ricordano la speciale e lussuosa (sandali di color oro e argento) linea legata alla top model tedesca Heidi Klum. In Italia nel 2007, fra le 300 varianti per stile e colore, sono stati venduti 366.355 paia di modelli e per la fine del 2009 l’azienda importatrice del marchio tedesco, la Natural Look di Bolzano, si è prefissata di raggiungere la distribuzione di un milione di paia. 7 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 Per festeggiare l’anniversario oltre a essere stato stampato un libro «La sfida Birkenstock», è stata realizzata una nuova speciale e limitata collezione, quella del Giubileo. Come ha affermato nei mesi scorsi il presidente del consiglio d’amministrazione, Birkenstock viene maggiormente venduto, in crescita sono altre realtà come la Toscana e l’Emilia Romagna. Simone Innocenti (ultima modifica: 24 marzo 2009) 8 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 ORDINI E ALBI 22 marzo 2009 Indagine Antitrust: gli Ordini resistono alla liberalizzazione La maggior parte degli Ordini professionali sta resistendo ai principi di liberalizzazione introdotti dalla legge Bersani che va dunque rafforzata per garantire maggiore concorrenza nei servizi professionali. E` la principale conclusione cui è giunta l`indagine conoscitiva dell`Antitrust su 13 ordini professionali, avviata a gennaio 2007. Dall`indagine emerge una scarsa propensione delle categorie, sia pur con positive eccezioni, ad accogliere nei codici deontologici quelle innovazioni necessarie per aumentare la spinta competitiva. La liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari non sono state colte come importanti opportunità di crescita ma come un ostacolo allo svolgimento della professione. L`Antitrust ribadisce «che il settore dei servizi professionali non può sottrarsi ai principi concorrenziali più volte ribaditi anche a livello comunitario e auspica che gli Ordini adeguino completamente i loro codici alle linee indicate dall`Autorità». La non corrispondenza di molti Codici degli Ordini professionali ai principi concorrenziali è, di fatto, agevolata dalla normativa vigente: il decreto legge Bersani del 2006 come modificato dalla legge di conversione, a differenza dell`originaria versione, si limita, infatti, a prevedere la non obbligatorietà delle tariffe minime e fisse, lasciando intendere che potrebbero essere considerate come riferimento, raccomandazione o orientamento di prezzi per i professionisti, attenuando così significativamente la portata liberalizzatrice della riforma. Anche il potere di verifica sulla pubblicità attribuito agli ordini (ugualmente non previsto nel testo dell`originario decreto legge) può essere utilizzato per limitare l`uso della leva concorrenziale della pubblicità da parte dei professionisti. Nell`ottica di favorire la più ampia liberalizzazione dei servizi professionali, osserva l'Antitrust, «occorre inoltre prevedere percorsi più agevoli di accesso alle professioni e un sistema degli ordinisti aperto alle rappresentanze di soggetti terzi per meglio svolgere il necessario ruolo di raccordo tra professionisti e utenti dei servizi professionali». E` dunque auspicabile che il legislatore preveda, a seconda delle circostanze, l`istituzione di corsi universitari che consentano di conseguire direttamente l`abilitazione all`esercizio della professione. Anche il periodo di tirocinio dovrebbe essere proporzionato alle esigenze di apprendimento pratico delle diverse professioni e dovrebbe poter essere svolto, ove in concreto possibile, nell`ambito degli stessi corsi di studio. Infine, sarebbe opportuno che gli organi di governo degli ordini non siano più espressione esclusiva degli appartenenti, ma siano composti anche da soggetti estranei agli ordini stessi. Per questo l`Antitrust auspica un intervento del legislatore volto ad emendare la legge Bersani, prevedendo: l`abolizione delle tariffe minime o fisse; l`abrogazione del potere di verifica della trasparenza e veridicità della pubblicità esercitabile dagli ordini; l`istituzione di lauree abilitanti; lo svolgimento del tirocinio durante il corso di studio; la presenza di soggetti `terzi` negli organi di governo degli ordini. Quanto alle tariffe minime, l'Antitrust osserva che se alcuni Ordini (geometri, commercialisti, periti industriali e farmacisti), hanno adeguato i loro codici deontologici in materia di determinazione del compenso professionale ai principi concorrenziali, molti altri hanno mostrato resistenze, anche fondate sull`idea che il professionista sia ancorato al rispetto del "decoro" della professione nella 9 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 determinazione della parcella, in quanto il decoro imporrebbe ai professionisti l`applicazione delle tariffe minime. Così, alcuni ordini (notai, geologi e psicologi, e giornalisti) ancora oggi prevedono, nei rispettivi codici deontologici, l`applicazione delle tariffe minime o fisse per la remunerazione delle prestazioni professionali. Su un diverso profilo si cerca di superare l`abrogazione dell`obbligatorietà dei minimi tariffari, prevedendo nei rispettivi codici deontologici l`obbligo di rispettare il criterio del decoro professionale (medici e odontoiatri, psicologi, geologi e ingegneri). Altri ordini operano, infine, un rinvio formale all`art. 2233 del codice civile che sancisce il rispetto del decoro, ossia della tariffa, nella determinazione della misura del compenso (così avvocati, architetti, ingegneri), senza rinviare tuttavia anche all`art. 2, comma 1, lettera a), della legge Bersani, omettendo così di evidenziare l`abrogazione dell`obbligatorietà delle tariffe fisse e minime. Per l`Autorità, «a nozione di decoro dovrebbe essere inserita, invece, nei codici di autoregolamentazione esclusivamente come elemento che incentivi la concorrenza tra professionisti e rafforzi i doveri di correttezza professionale nei confronti della clientela e non per guidare i comportamenti economici dei professionisti». In relazione invece ai "filtri sulle pubblicità" alcuni codici deontologici esaminati, dettano, in materia di pubblicità, disposizioni piuttosto restrittive, segno di una forte resistenza al recepimento dei principi antitrust. Particolarmente restii a introdurre i principi concorrenziali sono apparsi gli ordini degli avvocati, dei notai, degli architetti, degli ingegneri, dei medici e odontoiatri, degli psicologi e dei geologi. Altri ordini, tra cui il nuovo Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il Collegio dei geometri, il Collegio dei periti industriali e l`Ordine dei farmacisti, hanno invece adeguato i rispettivi codici di condotta alle osservazioni formulate dall`Antitrust nel corso dell`indagine, eliminando le limitazioni relative ai mezzi di diffusione delle pubblicità e al contenuto delle pubblicità. Solo geometri e periti industriali hanno infine previsto espressamente la facoltà di diffondere messaggi pubblicitari comparativi. Alcuni ordini vietano ai propri iscritti di pubblicizzare i compensi (avvocati e notai), altri di utilizzare determinati mezzi di diffusione (ad esempio, geologi). Inoltre alcune categorie hanno previsto un potere di controllo autorizzatorio e preventivo (avvocati, psicologi, medici e odontoiatri, ingegneri, geologi), mentre la legge Bersani si limita a prevedere una verifica successiva alla diffusione del messaggio pubblicitario. In alcuni codici è stata infine prevista la facoltà o l`obbligo di trasmissione della pubblicità all`organismo di controllo deontologico (farmacisti, psicologi, geologi, avvocati per i messaggi diffusi sul web). LINK di collegamento al testo della indagine: http://www.sanita.ilsole24ore.com/Sanita/Archivio/Normativa%20e%20varie/ANTITRUST.pdf ?cmd=art&codid=23.0.668356056 10 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 LEGGE COMUNIITARIA EUROPEE: AL VIA CAMPAGNA SPOT, MA RONCHI DISSENTE COMUNITARIA: DA PUBBLICITA’ OCCULTA ALLE UOVA, OK SENATO A DDL (AGI) - Roma, 17 mar. - Sicurezza lavoro. Una norma risponde al rilievo della Corte di Giustizia sulla necessita’ che nei cantieri edili sia designato un coordinatore per la progettazione. Ora e’ prevista l’esenzione per i lavori privati senza necessita’ di permesso per costruire. Questa esenzione viene ora limitata ai lavori privati di importi sotto i 100.000 euro. Etichette con indicazione latte. Vengono modificate le norme sulle etichette degli alimenti che possono provocare allergie: ora va indicato anche l’uso di latte, formaggi, burro. Fondi pensione. Cala l’aliquota dell’imposta sostitutiva che l’Italia applica sui fondi pensione degli altri paesi dell’Unione Europea. Il prelievo scende all’11, adeguando cosi’ il prelievo a quello dei fondi pensione italiani. Mediatori finanziari. Arrivano norme per i mediatori finanziari. Il governo, nell’apposita delega, dovra’ puntare ad assicurare aumento requisiti professionali, individuare cause di incompatibilita’, ma anche obbligarli alla stipula di polizze assicurative per la responsabilita’ civile nei confronti dei clienti. Sistema pagamenti. Il governo viene delegato a regolamentare la direttiva in materia di servizi di pagamento nel mercato interno. Tra le norme prevista la riduzione dell’uso di contante da parte delle amministrazioni pubbliche con la promozione di strumenti di pagamento elettronici. Iva. Alcune modifiche introdotte con un emendamento del Governo alla Legge Comunitaria renderanno meno stringenti alcune norme Iva anti-elusive. In particolare sono state modificate alcune norme che prevedeva l’applicazione dell’Iva sul valore del bene, anche se questo veniva pagato con un ‘corrispettivo’ inferiore. Ora bisognera’ fare riferimento al valore ‘normale’ del bene anche se l’importo pagato e’ piu’ alto. Sanita’. La comunitaria prevede l’adeguamento della normativa sanitaria in molti settori dall’attuazione della direttiva per i dispositivi medici (anche per una vigilanza piu’ adeguata sugli incidenti) al coordinamento della disciplina sui medicinali per terapie avanzate, fino alla pubblicita’ per i medicinali. Da uova a fuochi d’artificio. Sono tantissime le norme previste nella comunitaria: dalla regolamentazione per la raccolta, l’imballaggio e la commercializzazione delle uova alle misure per la produzione di fuochi d’artificio (per garantirne tra l’altro la tracciabilita’ del produttore e lo smaltimento). Norme anche per il riordino della disciplina in materia di fertilizzanti, per la disciplina dei Chianti Doc, per sanare le coltivazioni vinicole realizzate fuori dai diritti di impianto, per la regolamentazione della caccia e la tutela della fauna selvatica. (AGI) Red 11 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 12 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 FONDI INTEGRATIVI SSN 13 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 14 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 DISABILI 15 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 (LINK DI COLLEGAMENTO AL TESTO DELLA CONVENZIONE IN INGLESE: http://www.un.org/disabilities/documents/convention/convoptprot-e.pdf) CRONACA 21 MARZO 2009 – Lettera dell'Asl a una malata Ma è morta sette mesi fa L’intento era senza dubbio lodevole, ma il marito dell’intestataria della missiva – inviata dall’Asl di Bergamo per attivare un piano di sicurezza del sistema elettrico a tutela di quegli utenti che utilizzano apparecchiature mediche in casa – almeno un po’ di rammarico deve averlo provato, aprendo la lettera. La moglie, infatti, è deceduta 7 mesi fa. E lui, dopo il lutto, aveva immediatamente provveduto, come da normative, a informare tutti gli enti interessati della morte della consorte. Com’è possibile, si è chiesto, che l’Asl scriva a mia moglie per queste informazioni tecniche 7 mesi dopo il suo decesso, quando ho comunicato subito il suo decesso? Per l’Asl parte di quelle apparecchiature che usava la paziente figuravano ancora «attive» al domicilio della donna. L’Asl non ha fatto altro che informarla del fatto che era in corso l’attuazione di un Piano di sicurezza. Questo, però, quando altri uffici dell’Asl sapevano, per esempio, che non doveva più essere inoltrata l’indennità di accompagnamento che spettava al marito, in quando coniuge di una invalida, perché la donna era deceduta. L’iniziativa dell’Asl che ha portato alla spedizione della lettera è lodevole: su nota del ministero della Salute per il Piano di sicurezza del sistema elettrico, l’Asl spiega nella missiva che si rende «necessario comunicare all’ente gestore le utenze di contratto presso il cui domicilio risiedono pazienti critici che fruiscono di apparecchiature elettromedicali indispensabili per la vita che non possono subire interruzione nell’erogazione dell’energia elettrica». E in provincia di Bergamo sono davvero molte le abitazioni dove sono presenti queste apparecchiature (ventilatori, aspiratori, saturimetri, apparecchi per la tosse e altro): non solo, la lettera dell’Asl era anche una «tutela» dei pazienti che usano queste apparecchiature perché serviva a conoscere esattamente chi era l’erogatore dell’energia elettrica (Enel o altri), da avvisare perché in caso di interruzioni quelle abitazioni venissero salvaguardate. La lettera, quindi, inviata dal Dipartimento programmazione acquisto e controllo/Settore assistenza protesica dell’Asl, invita i destinatari a compilare i moduli con le informazioni necessarie su domicilio, ente gestore e riconsegnarle all’Asl. Come si è detto, una persona di Colognola ha ricevuto una di queste lettere indirizzata alla moglie, che aveva delle apparecchiature elettromedicali tra quelle fornite dell’Asl. Ma era deceduta in agosto: l’apparecchio, sottolinea il marito, è stato ritirato dalla ditta che lo aveva fornito. «Mi domando come sia possibile – sottolinea – che, a distanza di quasi sette mesi dalla morte di mia moglie, negli uffici Asl questa notizia non sia ancora registrata. Noi ci siamo premurati di avvisare la ditta che è venuta prontamente a ritirare l’apparecchiatura, l’assegno di accompagnamento è stato subito sospeso, il cartellino per parcheggiare l’auto negli spazi riservati ai portatori di handicap ci è stato chiesto dai vigili urbani ed è stato restituito, la pensione della signora non arriva più. Spero che il nome della defunta non sia ancora nell’elenco degli assistiti del suo medico di base e che l’Asl non continui a pagare l’affitto di quella apparecchiatura, come purtroppo succede in altre province d’Italia». Interpellata sulla vicenda, l’Asl, a firma del direttore sanitario Giuseppe Imbalzano, risponde: «La nota, inviata dall’Asl ad altri 350 cittadini, è scaturita dall’esigenza di garantire l’erogazione dell’energia elettrica in ogni occasione, a quei pazienti affetti da gravi patologie che utilizzino apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. La finalità delle lettere, naturalmente, è di garanzia e tutela delle persone affette da queste gravi patologie. Nel corso del 2008 sono state riconsegnate all’Asl circa 100 apparecchiature. Purtroppo, nel caso 16 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 specifico, è avvenuto che una delle apparecchiature utilizzate non sia stata riconsegnata. Ci dispiace che la nota trasmessa sia giunta a un familiare di una persone recentemente scomparsa. Riteniamo comunque di aver agito sempre con attenzione e con riguardo e non certo con l’intento di ferire la sensibilità di alcuno». Quindi, come spiega l’Asl, una delle apparecchiature elettromedicali date in comodato alla paziente risultava ancora «attiva»: ecco il perché della lettera. «Certo, non l’ho restituita. Non sapevo di doverlo fare: si tratta di uno saturimetro, che serve a valutare il livello dell’anidride carbonica nel sangue – spiega il marito della paziente deceduta – . Funziona a pile, non a corrente, non capisco il perché di quella lettera, se l’apparecchiatura non ha bisogno di energia elettrica». L’ultima precisazione dall’Asl: «Le ditte che forniscono questi strumenti ne hanno di due tipi, a pile o a energia elettrica: noi abbiamo solo l’elenco dei pazienti a cui questi strumenti vengono affidati, non del tipo dei macchinari. Ci muoviamo comunque a tutela dei pazienti». DALLE REGIONI REGIONE SARDEGNA http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=110011&v=2&c=86&t=1 Le dichiarazioni programmatiche del Presidente. In giunta 12 assessori. Un nuovo assessore, una donna, all'Industria, in aggiunta agli undici già nominati. Li ha presentati davanti al Consiglio regionale insediato ieri il neo-Presidente, Ugo Cappellacci, che ha poi letto le dichiarazioni programmatiche. "Ascolto e partecipazione - ha detto il Presidente - caratterizzeranno l'azione di governo e le scelte strategiche, ma poi spetterà a chi ha responsabilità di governo arrivare alle sintesi e assumere le conseguenti decisioni". CAGLIARI, 20 MARZO 2009 - Il Presidente della Regione ha presentato oggi la Giunta regionale davanti al Consiglio riunito nell'aula di via Roma dopo l'insediamento. Un dodicesimo assessore, rispetto agli undici già nominati, è Andreina Farris, dirigente della Prefettura di Cagliari nel settore Applicazione del Sistema Sanzionatorio Amministrativo, Affari Legali, Contenzioso e Rappresentanza in giudizio, che assumerà l'incarico di assessore dell'Industria, in un primo tempo dato ad interim a Giorgio La Spisa. La Giunta sarà così formata da 12 assessori e, rispettando il dettato sulla parità di genere della Legge Statutaria (art.19), il 40% dei componenti è di sesso femminile. L'esecutivo risulta composto da Maria Paola Corona, assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione; Giorgio La Spisa, assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio; Gabriele Asunis, assessore degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica; Emilio Simeone, assessore della Difesa dell'Ambiente; Andrea Prato, assessore dell'Agricoltura e Riforma AgroPastorale; Sebastiano Sannitu, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio; Mario Angelo Giovanni Carta, assessore dei Lavori Pubblici; Maria Valeria Serra, assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale; Maria Lucia Baire, assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport; Antonio Angelo Liori, assessore dell'Igiene e Sanità e Assistenza Sociale; Liliana Lorettu, assessore dei Trasporti; Andreina Farris, assessore dell'Industria. Giureranno davanti al Presidente Cappellacci nella prossima seduta del Consiglio. Subito dopo, il Presidente ha illustrato il programma di governo, centrato sulla partecipazione. Ha detto fra l'altro Ugo Cappellacci: "Mi sento il presidente di tutti i sardi, anche di chi non mi ha votato. Avremo il massimo rispetto per le minoranze e per chi riveste il ruolo di opposizione. Siamo decisi a rispettare gli impegni assunti in modo chiaro e trasparente. Cessi la pratica delle sterili contrapposizioni, per migliorare il confronto democratico e rispondere all'esigenza d'incidere nella società e migliorare le condizioni di vita". Sono "tre i momenti attuativi" illustrati all'Aula, presieduta da Claudia Lombardo, eletta ieri: quello identitario, quello dello sviluppo e quello della scrittura di nuovo regole. "Ascolto e partecipazione - ha detto il Presidente - caratterizzeranno l'azione di governo e le scelte 17 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 strategiche, ma poi spetterà a chi ha responsabilità di governo arrivare alle sintesi e assumere le conseguenti decisioni". La Regione elaborerà "un piano generale di sviluppo per rilanciare l'economia della Sardegna e rompere la dipendenza che la limita". Nuove regole e riforme istituzionali, inoltre, accompagneranno il processo di sviluppo. Sul merito dello sviluppo economico e sociale, il Presidente Cappellacci ha prospettato l'esigenza di un programma immediato per le emergenze e poi di un piano di lungo periodo. In questo quadro, viene considerata "una svolta storica" il riconoscimento, da parte del Governo, del principio del superamento delle diseconomie dovute all'insularità. "Sta a noi - ha detto il Presidente - riempire di contenuti questo principio e collaborare con il Governo per eliminare i differenziali". In conclusione, Cappellacci ha chiesto al Consiglio il superamento delle "sterili contrapposizioni di schieramento". "Sono certo che l'Aula - ha aggiunto - saprà capire la delicatezza del momento. Che Dio - ha concluso - ci aiuti a fare sempre meglio". 18 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 REGIONE PUGLIA «La Regione Puglia ci deve 2 miliardi» BARI - Ammonterebbe a circa 2 miliardi di euro il credito vantato dalle imprese del settore sanità relativamente a beni e servizi forniti alle Asl pugliesi. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Fornitori ospedalieri Regione Puglia, Giuseppe Marchitelli, che sottolinea “come il debito della Regione Puglia nei confronti delle imprese pugliesi e non del settore sanità rischia di crescere se non saranno attuati interventi strutturali che puntino al risanamento dei conti in rosso della sanità pugliese”. “L'impegno di spesa totale destinato al settore sanità nella nostra regione – afferma Marchitelli – è di 6,8 miliardi di euro; circa un quinto dei fondi ovvero risorse per un totale di 1,3 miliardi di euro sono destinati a servizi e beni sanitari, interessano le imprese di settore; se dovessimo indicare, come media, 18 mesi di ritardo dei pagamenti nei confronti delle imprese da parte delle Asl, talvolta vi sono casi in cui le Asl non liquidano fornitori da circa tre anni, il dato annuale di impegno di spesa complessivo sarebbe di circa 1,3 miliardi di euro annuo per beni e servizi e sommando a questa cifra almeno altre sei mensilità di ritardi, il credito vantato dalle imprese della sanità ammonterebbe complessivamente a circa 2 miliardi di euro”. “Dalla somma totale si calcoli – asserisce Marchitelli – che, soltanto un 1520% può essere riconducibile ad aziende pugliesi facenti parte dell’Aforp e pertanto il nostro credito come imprese regionali ammonterebbe a circa 400 milioni di euro”. “D’altro canto i fondi stanziati dal governo centrale e sbloccati il 20 febbraio scorso – continua – sono ancora vincolati dalle pastoie burocratiche e pertanto non utilizzabili e comunque sia l’importo sarebbe di 500 milioni di euro che rappresenterebbe una boccata di ossigeno per il settore”. Anche se il debito di 2 miliardi nei confronti dei fornitori da parte delle Asl pugliesi, “si ridurrebbe di poco, in quanto anche se tutto l’importo del governo fosse destinato alle aziende fornitrici, il debito della Regione Puglia nei confronti delle imprese sarebbe di circa 1,5 miliardi di euro”. 25/3/2009 19 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 20 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009 21 F.I.O.T.O. - RASSEGNA STAMPA 25/03/2009