fumetto

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O MAG G I O A D I ABOLI K
UN PERSONAGGIO,
Ω
MILLE SFACCETTATURE
NON CHIAMATELO
SEMPLICEMENTE
“FUMETTO”
INTERVISTA A
MARIO GOMBOLI
DIRETTORE GENERALE
ASTORINA
Diabolik ha più volte superato i
limiti del fumetto. Sin dagli esordi
si è imposto come un brand
riconoscibilissimo. Un legame
più volte celebrato proprio nella
pubblicità...
È uno dei nostri punti di forza:
anche se Diabolik è il terzo fumetto
più venduto in Italia, dopo Tex Willer
e Dylan Dog, è quello più conosciuto.
Anche chi non l’ha mai letto, sa che
Diabolik è un ladro, ha una compagna
che si chiama Eva, guida una Jaguar e
il suo nemico si chiama Ginko. La carta
stampata gli è sempre andata stretta,
è stato il primo fumetto a diventare
un film nel 1 con Mario Bava, poi ci
sono stati gli sceneggiati radiofonici, le
canzoni con Betty Curtis. Ed è presente
con successo anche in campo pubblicitario, soprattutto da dieci anni a questa parte. Con gli spot del Crodino,
poi con i cancelli automatici Corti.
Noi siamo una piccola casa editrice,
pubblichiamo solo Diabolik. Abbiamo però un personaggio così noto e
così caratterizzato, pensato involontariamente come un logo, come un
marchio registrato. Basta vederne gli
occhi, ma neanche, ne basta uno solo,
una silhouette nera, è lui. È la figura
ideale da smerciare al di là del fumetto. In pratica tutti gli oggetti griffati
Diabolik hanno un valore aggiunto. Negli ultimi 15 anni è stato fatto di tutto.
Qual è il segreto del successo
dell’assassino col pugnale?
Diabolik è un “criminale tutto d’un
pezzo”. Dal punto di vista narrativo,
uno dei punti di forza è la quantità
incredibile di sfaccettature che caratterizzano i personaggi creati dalle
Giussani: sono umani, hanno delle
contraddizioni, hanno scatti d’ira, ci
sono momenti in cui sforano. Diabolik
è l’uomo dei mille volti, non perché
possa cambiare il suo con le maschere
ma perché la sua personalità ha mille
sfaccettature. Noi oggi, dopo più di 800
episodi, riusciamo a scrivere storie originali perché la psiche di Diabolik è ricca
e complessa. Ci sono però dei punti
fermi che non possono essere messi
in discussione: Diabolik non può salvarsi per un colpo di fortuna, ma vince
sempre per la sua intelligenza.
Quest’anno allegato al Corriere della
Sera e alla Gazzetta dello Sport ha
debuttato la collana “Diabolik Nero su
ero” con copertine inedite e un filo
rosso a legare le storie. Ce la racconta?
Per la prima volta la selezione
delle storie di Diabolik che vengono
riproposte è basata sul loro rapporto
con la cronaca nera. Partendo da un
fatto di cronaca, o da una categoria
Diabolik © Astorina
Diabolik © Astorina
di fatti di cronaca, che sia la violenza
sulle donne o la polizia corrotta (poco
cambia), sono state selezionate le
storie in cui si verificavano fatti analoghi, simili o comunque confrontabili,
e questa mi piace molto come idea,
anche perché conferma una volta di
più la forza di Diabolik, che è proprio
quella di essere legato alla realtà.
film o una serie televisiva. Ma nessuno garantiva il rispetto del personaggio, c’era chi voleva diventasse Zorro,
chi il Giustiziere della notte, qualcuno
ha pensato perfino un supereroe con
la tuta antiproiettile. Noi abbiamo le
spalle larghe. Non abbiamo bisogno
di quei quattrini per sopravvivere.
La serie tv ci serve per rilanciare il
personaggio soprattutto al di fuori
dell’Italia. Com’è successo con i cartoni animati di Diabolik. Repubblica
scrisse che erano una bufala e chi voleva incontrare il vero Diabolik doveva leggere il fumetto. Che era quello
che volevamo. Un quarto dei nostri
lettori ha meno di 25 anni. Molti sono
proprio i figli dei nostri storici lettori.
Come sarà la serie su Sky?
Con la serie Sky la fama di Diabolik crescerà ancora di più, anche al
di là dell’Oceano. Soprattutto grazie
all’investimento di Sky che ha deciso
di coinvolgere un nome di prestigio
come quello dello scenografo Dante
Ferretti per ricreare Clerville, la città
di Diabolik. Il trailer era già bellissimo.
Noi supervisioneremo soggetti e sceneggiature. Una schiera di cineasti s’è
presentata negli anni per fare un altro
Non si può parlare di Diabolik
dimenticando la sua compagna, la
bellissima Eva Kant. Chi è l’attrice
che potrebbe interpretarla?
La prima interprete di Eva Kant è
stata sicuramente Marisa Mell, nel
, accanto a ohn Phillip Law. Era
una strana Eva Kant, forse più sexy di
quanto non l’avrebbero voluta le sorelle Giussani, e soprattutto senza lo
chignon, cosa che offese moltissimo
Angela Giussani. Più avanti l’han fatta
un po’, non dico tutte, ma moltissime
attrici: la Gerini nel videoclip di Tiromancino, Sara Nastasia nella pubblicità della
Twingo; ma c’è chi poi l’ha anche presa
in giro, come la Hunziker, o addirittura
Anna Falchi. Sinceramente io l’Eva Kant
giusta non l’ho mai vista, non ho ancora
trovato quella che è la mia immagine, il
mio “noumeno” di Eva Kant.
Diabolik © Astorina
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