15 Mercoledì 19 Giugno 2013 Marketing Oggi !" i edicola in di l con IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ A chilometro zero o sull’apecar, nel diners o con l’iPad, l’hamburger è business tricolore Tanti concorrenti per il Big Mac Carni doc, locali gourmet e ospitalità, da Torino a Roma DI FRANCESCA SOTTILARO P er un McDonald’s pronto a declinare le specialità della Penisola, dalla pasta, ora solo in insalata con Barilla, al calzone-pizza margherita, c’è mezza Italia che si mette a cucinare e ad aprire insegne nel segno dell’hamburger, sia esso a chilometro zero o slow food (all’Hamburgeria di Eataly e da MacBun a Torino), venduto sull’apecar o in ambiente provenzale (si veda la catena milanese California Bakery), in un diners alla Happy Days (sempre a Milano Sunny side up) o in una trattoria dove però si ordina solo via iPad (Ham Holy burger a Roma e Milano). Fino a tante micro insegne che, ad esempio nella metropoli lombarda si fa fatica a seguire: il nuovissimo Baobab burger organico a Brera, l’australiano Burger Wave sui navigli, sempre in zona Tizzy’s New York bar & grill, e poi il fai da te Trita dove si compra scegliendo gli ingredienti e si consuma al banco centrale; o il 202 Hamburger & Delicious alle colonne di san Lorenzo, infine Al Mercato, in Sant’Eufemia dove l’hamburger è gourmet. Ma perchè tanta fame d’America condita con saper fare italiano? «Le nuove generazioni a livello mondiale sono nate nella cultura fast food, è quindi naturale che a una domanda crescente sia seguito un proliferare di nuovi format e locali», spiega a ItaliaOggi Luciano Cattaneo, past president e ora membro del board per l’Europa, l’Italia e il Middle east di Foodservice Consultants Society International (Fcsi), l’associazione di servizi per il food e l’ospitalità. «Questa cultura del mangiare veloce si è però trasformata nella Penisola: par- tecnologia si affidano anche da Ham Holy burger, del gruppo Rossopomodoro: a Roma e Milano i locali richiamano le antiche trattorie, ma si ordina solo con un iPad dal tavolo. Domani intanto verrà ufficialmente inaugurato a Milano (Via col di Lana) Sunny side up, hamburgeria con Da sinistra, l’insegna Baobam a Milano, un panino California Bakery, il galleria d’arte anSunny side up e, sotto, l’Hamburgheria slow food di Eataly nessa stile Happy days, aperta dalle 8 salato nonostante alle 3 del mattino il weekend siamo specializza- (mezzanotte durante la settiti in dolci ameri- mana), con divanetti anni 50 cani», racconta la (in vendita su ordinazione), manager. Nelle in- panini serviti con vini calisegne, 9 a marchio forniani. Un format «pensato California Bakery per regalare un vero angolo (inclusa quella d’America con tutti prodotti all’aeroporto di doc», che i tre soci Simone Linate e il Twe- Salvadori, ex maitre del etbar nel quartier ristorante Luce, del museo generale di Wpp Villa Panza di Varese, MauItalia a Milano), rizio Mantregani e Mario oltre a tre negozi Missaglia vorrebbero moltilerei più un ‘‘good’’ che di un Bagel Factory «dove da tre plicare. «Oltre agli hambur‘‘fast food’’, con tutto che sono giorni il menù comprende il ger, fish and chips, specialità vegetariano». La differenza la bagle burger richiestissimo dolci, doggy bag assicurato e fanno insomma la qualità del dai clienti», i prezzi sono quelli refill del caffè come nei diners cibo: «in molti propongono la da alta trattoria: 15 euro in- Usa», spiegano. Fassona o altre carni italiane clusa l’acqua gratuita per un «I menù vari sono fondaalternative all’Angus». Poi vie- panino di carne irlandese. Poi mentali per il successo di un ne il servizio e il locale «che le ci sono i servizi, dal wi-fi, al locale», aggiunge Cattaneo. diverse insegne fanno a gara a meno scontato pic-nic (teli e «Da McDonald’s hanno amfar vivere tutto il giorno», spie- cuscini in prestito per sedersi pliato la proposta, sia per un ga Cattaneo. «L’hamburger è ai parchi nelle vicinanze dei fattore culturale sia perchè insomma un pretesto, negozi), fino al California Bee, nessuno mangerà mai sempre poi ci sono il wi-fi, un’apecar itinerante con tutti hamburger. Ho un solo consiil caffè, i i prodotti. Infine, magliette e glio per chi propone carne a gadget, la gadget a marchio tutti rigoro- chilometro zero: servitela in colazione. samente in vendita. piatti di porcellana, questo fa Di logica, chi serdavvero la differenza». ve il cappuccino non potrebbe C’è chi punta poi sul© Riproduzione riservata essere chiamato hamburgeria, le tipicità regionali. Ad ma bar. Questo è marketing, e esempio la catena torinese di funziona. Ancora: trent’anni agri-hamburgherie M**Bun fa vidi un ristorante ameri- (tradotto dal dialetto «solo cano che vendeva cappelli e buono»), dove gli asterischi magliette, in quanti lo fanno stanno per «ac», con carni cerin Italia? Solo le hamburghe- tificate e bevande del posto, rie». mentre il servizio al banco è con il cercapersone: si aspetta Chi ha applicato alla let- al tavolo il bip. Anche da Eataly, tera la lezione è l’insegna milanese California Bake- la catena di Oscar ry, dietro due ex manager Farinetti, l’Hamcon esperienze in pubblicità e burgeria ha il preLuciano grandi aziende, Marco d’Ar- sidio slow food Cattaneo rigo e la moglie Caroli- e le birre sono ne Denti. «Il fatturato rigorosamente 2013 è stimato in 13 aritigianali. E milioni di euro e ge- alle carni pienerato al 70% dal menù montesi e alla 105116097108105097111103103105095109097110