CAROSELLO
La pubblicità dà spettacolo!
Carosello è il nome di una trasmissione della televisione italiana andata in onda sul
"Programma Nazionale" della RAI (l'attuale Rai 1) dal 3 febbraio 1957. Veniva trasmesso
quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00, tranne il Venerdì santo e il 2 novembre. Fu sospeso per
una settimana tra il 31 maggio ed il 6 giugno 1963 per l'agonia e la morte di papa Giovanni
XXIII e per tre giorni dal 12 al 15 dicembre 1969, quando il Paese fu scosso dalla strage di Piazza
Fontana. Altre sospensioni più brevi si ebbero per la morte di papa Pio XII (9 ottobre - 11
ottobre 1958), per le uccisioni dei fratelli John Kennedy (22 novembre 1963) e Bob Kennedy (5
giugno 1968) e, a seguito di un improrogabile collegamento via satellite per l'ammaraggio della
navicella spaziale Apollo 14, il 9 febbraio 1971.
Consisteva in una serie di messaggi pubblicitari accompagnati da sketch comici sullo stile del
teatro leggero o intermezzi musicali e divenne quasi un'istituzione per la televisione per circa
vent’anni.
Non si trattava, dunque, di un semplice contenitore di messaggi pubblicitari, anche perché, per
una legge allora vigente, non era concesso fare della pubblicità in uno spettacolo televisivo
serale, prima di un intervallo di novanta secondi dall’inizio del medesimo. Tuttavia,
sporadicamente, qualche sketch era preceduto da una brevissima presentazione dell'azienda
committente.
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I messaggi pubblicitari (della durata media di 135 secondi) erano inseriti, durante i primi sei
anni, in un contesto di tipo teatrale: introdotti dall'apertura del sipario con accompagnamento di
una specie di fanfara.
I quattro sketch, andati in onda durante la prima puntata di Carosello, furono i seguenti:
Shell: Contributo Shell per la sicurezza nel traffico; Giovanni Canestrini vi parla di: guida
a destra o guida a sinistra?;
l'Oréal: Un personaggio per voi con Mike Bongiorno;
Singer: Quadrante alla moda con Mario Carotenuto;
Cynar: L'arte del bere con Carlo Campanini e Tino Bianchi.
Ogni sketch era seguito da una situazione o frase (link) che faceva da tramite con l'annuncio
pubblicitario finale, il cosiddetto codino, dove veniva evidenziato il prodotto, destando spesso
perplessità tra il pubblico per la scarsa pertinenza con lo sketch.
Al contrario, nella pubblicità di una marca di carne in scatola, il codino sembra far parte dello
stesso sketch, come in un’ indimenticabile serie del genere Spaghetti western, caratterizzata da
fotografie animate e narrate a ritmo di rap ante litteram.
La pubblicizzazione di un dato prodotto seguiva un ciclo di quattro sketch (in seguito
aumentati a cinque) con cadenza settimanale, diversi l'uno dall’altro sebbene con soggetto
comune. Nella sigla di chiusura, infatti, la speaker annunciava la data della successiva messa in
onda. Memorabile uno spot contenitore di una sorta di miniserie a puntate, ovviamente a lieto
fine, con protagonista un giovane, cui veniva sottratto il “prezioso” scooter.
Oltre alla innovazione della réclame in un contesto che aveva il pregio di renderla gradevole al
pubblico, Carosello portò anche una serie di innovazioni nel linguaggio televisivo in generale.
La sua caratteristica più peculiare era la brevità (non solo degli spot ma anche degli altri
“siparietti”); per questo, gli stacchi teatrali dovevano essere diretti, semplici, attingendo spesso
a luoghi comuni e rimanendo molto vicini alla cultura “nazionalpopolare”.
Il messaggio voleva essere rassicurante e a tratti con pretese persino pedagogiche. Non mancò,
tuttavia, chi lo definì “diseducativo” (o era forse troppo dispendioso?). E così nel giorno di
Capodanno del 1977 andò in onda l'ultima puntata di Carosello. In seguito, la trasmissione
venne sostituita dallo Spazio F, uno spazio pubblicitario andato in onda dal 1977 al 1984, con
“bumper”, ovvero stacchetti musicali accompagnati da immagini, che separavano uno o più
spot. Il più famoso era quello che raffigurava una scacchiera colorata, i cui tasselli si univano
man mano a formare un cubo con una fenice che volava via.
La sigla
Le prime due sigle (i cosiddetti siparietti) vennero realizzate da Luciano Emmer e Cesare
Taurelli per conto della loro società di produzione Recta Film. La prima, andata in onda solo nel
1957, fu addirittura realizzata in casa dello stesso Emmer la notte prima della messa in onda
almeno secondo quanto raccontato dal regista romano.
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SIPARIETTI- 1958
SIPARIETTI- 1963
La sigla più celebre con quattro panorami di città italiane - nell'ordine Venezia, Siena, Napoli e
Roma - con ai lati un musicante (nell'ordine un chitarrista, un trombettiere, un mandolinista ed
un flautista), disegnata a tempera da Manfredo Manfredi, venne trasmessa a partire dal 1962. La
colonna sonora, versione strumentale di una tarantella napoletana risalente agli anni venti,
intitolata “Pagliaccio”, rimase invece immutata per l'intero ventennio.
Quanto alle storie, varie quanto mai furono trame e modalità di narrazione, tra attori noti e
personaggi di pura fantasia, di fronte a cui il prodotto stesso perdeva non di rado il suo rilievo
originario…Arte contro arte, dunque, piacere contro utilità, finchè coi tempi più ridotti dello
spot si giunse ad una sintesi proficua centrata su prodotti e rispettive qualità.
Qualche esempio? Ecco di seguito una rapida rassegna…
L' infallibile ispettore Rock, interpretato da Cesare Polacco, risolve un
caso poliziesco. Immancabilmente il suo assistente gli dice: "Lei è un
fenomeno, ispettore: non sbaglia mai".
"Non è esatto! Anch'io ho commesso un errore: non ho mai usato la
brillantina Linetti"- risponde allora il simpatico ispettore, togliendosi il
cappello e mostrandosi …completamente calvo!
Come ha sottolineato Umberto Eco: "Di tutte le fantastiche investigazioni dell’Ispettore Rock
pochissimo ci importa; e chi sia l’assassino di turno, e come lui pervenga a smascherarlo, conta
quasi nulla, rispetto al piacere che proveremo quand’egli, per l’ennesima volta, ci dirà che anche
lui ha commesso un errore".
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"So' Caio Gregorio, er guardiano del Pretorio: fa' la guardia nun me
piace, ci ho du' metri de torace": così soleva declamare il “pretoriano di
carta” nella pubblicità in romanesco della Chatillon .
La Famiglia di cavernicoli Mammut, Babbut e Figliut che vivevano
all'ultimo piano del grattacielo Pirelli a Milano.
La pubblicità, trasmessa a partire dal 1958, era quella del “Vecchia
Romagna Etichetta Nera”, il brandy “che crea un'atmosfera”. Interprete
principale: Gino Cervi; la colonna sonora era una sinfonia di Mozart.
Un cartone animato ambientato sul pianeta Papilla, inventato dal
pubblicitario Armando Testa nel 1966. Sul pianeta molto avanzato e in
pieno benessere (figurarsi che la terra non produce spighe di grano ma
direttamente spaghetti!) vivono gli abitanti papallesi, tutti a forma di
palla. E nonostante siano così tecnologicamente evoluti, importano dalla
terra gli apparecchi “Philco” (celebre la parafrasi dei due papallesi che si
sposano “....e adesso aspettano un Philco!”)
”Non è vero che tutto fa brodo, è Lombardi il vero buon brodo!”- dice la
canzoncina pubblicitaria del brodo Lombardi dopo la scenetta fra un
vigile siciliano (“Concilia? Se non concilia, qui a schifìo finisce!”) e un
forestiero. La scenetta si conclude immancabilmente con il forestiero che
dice “...Ma sì, tutto fa brodo!”. E da qui parte il codino pubblicitario.
In questa pubblicità della Ferrero, Jo Condor (un avvoltoio vestito da
militare, con un mirino sulla punta del becco), insieme con il fedele
Secondor, disturba la vita della Valle Felice, distruggendo ciò che è caro
soprattutto ai bambini. E così questi chiedono aiuto al Gigante, nel
celebre jingle “Gigante, pensaci tu!”. Interviene allora il Gigante Amico
che riporta la pace e punisce “quel briccone di Jo Condor”. Nota e quasi
proverbiale la battuta : “E che c'ho scritto Jo Condor?”, al che il Gigante lo
prende per la coda e lo butta via mentre il condor grida “Ma mi lasci... non
c'ho la mutua!”.
Nella Pampa sconfinata, dove le pistole dettano legge, va il prode
Caballero alla ricerca di una donna misteriosa. S’ode un grido nella
Pampa: “Carmencita abita qui?”, la conquista e poi le dice “Chiudi il gas e
vieni via'.” Una pubblicità, questa del caffè Paulista, che ha fatto davvero
epoca!
”Capitano, lo possiamo torturare?”-dice al suo capo un pirata (Mano di
fata) con accento siciliano.
”Ma cosa vuoi torturare tu? Porta pazienza....”- risponde il flemmatico
capitano (Salomone il pirata pasticcione) in piemontese. Alla realizzazione
del filmato pubblicitario, per l’”Amarena Fabbri”, collaborano il famoso
fumettista Bonvi e il cantautore Francesco Guccini, autore di alcune
sceneggiature. La serie è andata in onda dal 1967 al 1973.
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Il personaggio di Cimabue nella pubblicità dell'amaro “Dom Bairo” le
sbaglia sempre tutte. Famosissimo il jingle, cantato da “monaci del
convento”: “Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due”, a cui lui
reagisce con la classica frase: “Ma che cagnara, sbagliando si impara!”
Calimero, il pulcino nero, un po’ come il brutto anatroccolo, è maltrattato da
tutti, tranne che a Natale (“Uh, che maniere!...Qui fanno sempre così perché loro
sono grandi e io sono piccolo e nero... è un' ingiustizia però!”). “No, Calimero, -gli
risponde un’amorevole donnina- tu non sei nero, sei solo sporco....'.” Il piccolo
pulcino viene immerso in una tinozza di acqua saponata e: “Uh Ava, come lava”.
Pubblicità del detersivo della Mira Lanza.
"Il cavallo è un mestieraccio, io ero nato per vincere quella corsa... il
coso... come si chiama... vitaccia cavallina, me scappa sempre la parolina..."
dice con accento romano il cavallo Derby, il cavallo smemorato che
pubblicizza i succhi di frutta Derby.
La linea (lui cerca Lagostina!) disegnata da Osvaldo Cavandoli rende
popolare
il
marchio
Lagostina.
Il personaggio è costruito sulla stessa linea della terra su cui cammina: il
disegnatore gli crea via via le situazioni e gli oggetti con cui dovrà
confrontarsi. Invenzione assolutamente geniale.
Capitan Trinchetto, inventato da Roberto Gavioli, parla genovese ed
esagera sempre un po'. Il coretto di sottofondo canta: "Cala, cala, cala! Cala
Trinchetto!" È la pubblicità dell'acqua brillante Recoaro.
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Alla realizzazione di Carosello parteciparono, in veste di registi, nomi illustri come Luciano
Emmer (che ne è considerato l'inventore), Age e Scarpelli, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo,
Ermanno Olmi, Sergio Leone, Ugo Gregoretti, Pupi Avati, e l'americano Richard Lester;
in qualità di attori: Totò, Erminio Macario, Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Dario Fo, Mina,
Ernesto Calindri, Nino Manfredi, Virna Lisi, Gino Bramieri, Raimondo Vianello, Gino Cervi e
persino Fernandel, Eduardo De Filippo e Jerry Lewis. Si riconosceva, anche Oltreoceano, la
dignità artistica della sempre più vasta produzione, varia nei riferimenti e nelle tipologie,
incisiva nelle immagini e nelle frasi ad effetto, tanto da entrare e far parte per sempre del nostro
immaginario collettivo.
Siciliano Angelo Raffaele
Supervisione:Lucia Mattera
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