S01- Relazione tecnica di progetto

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INDICE
PREMESSA .................................................................................................... 3
1
PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO ..................................... 4
1.1 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO PORTATE AFFLUENTI, DERIVATE E
RILASCIATE ................................................................................................... 4
1.2 DESCRIZIONE DEI SISTEMI DI MISURA E AUTOMAZIONE DA FORNIRE E INSTALLARE ....... 7
1.2.1 Misura della portata derivata dall’impianto idroelettrico ...................... 7
1.2.2 Automazione del sistema di rilascio della componente DV3 del DMV. ... 8
1.2.3 Strumentazione di misura della portata scaricata DV3. ...................... 9
1.2.4 Strumentazione di misura della portata scaricata DV4 dal sistema di
drenaggio della traversa. .......................................................................... 9
1.2.5 Determinazione scale delle portate .................................................. 9
1.3 MODALITÀ DI MISURA DEL MINIMO AMBIENTALE PER I CANALI DI SECCHIA E MODENA ... 17
1.3.1 Misura del livello sul Canale di Reggio a valle dello scaricatore Rio
Riazzone ................................................................................................ 17
2
PROGETTAZIONE STRUTTURA DI DISSUASIONE DELLA FAUNA ITTICA ..........18
2
PREMESSA
La presente relazione riguarda la progettazione dei sistemi di monitoraggio
previsti per l’impianto idroelettrico. Il progetto sarà del tipo esecutivo da porre a
base d’appalto pubblico secondo quanto prescritto dalla normativa in materia con
particolare riferimento al dl 163/06 e sim ed al dm 207/2010 e sim.:
In particolare la relazione è articolata nelle seguenti sezioni:

PROGETTAZIONE SISTEMA DI MONITORAGGIO

PROGETTAZIONE STRUTTURE DI DISSASIONE FAUNA ITTICA
Per ogni sezione è stata sviluppata una relazione descrittiva con specifiche
tecniche e un computo metrico estimativo. In allegato è riportatol’ elaborato
grafico di riferimento.
3
1
1.1
Progettazione del sistema di monitoraggio
Descrizione del sistema di monitoraggio portate affluenti,
derivate e rilasciate
Il sistema di monitoraggio permetterà, sia di rilevare le portate affluenti e derivate
che verificare la regolarità dei quantitativi di risorsa idrica rilasciati sia a garanzia
del DMV che dell’alimentazione delle scale di risalita della fauna ittica.
Il sistema di monitoraggio è composto da nove stazioni di misura, di cui cinque
già attrezzate, quattro sono da installare al fine di monitorare le portate: affluenti,
derivate e defluenti alla traversa di Castellarano..
Le stazioni sono composte da uno strumento di misura e da sistema di
acquisizione dati periferico. Il sistema di misura potrà essere costituito da un
sensore di livello ad ultrasuoni, da sensori di misura area velocità tipo doppler, da
rilevatori magnetici
Ogni stazione di misura, dotata di un sistema di registrazione dati, dovrà
trasmettere un segnale con i dati monitorati al centro di controllo (Sala lato
Reggio esistente).
Tale centro raccoglierà tutti i segnali sia quelli provenienti dai sistemi di misura
già installati del Consorzio di Bonifica che da quelli da installare.
In caso di guasto della rete di comunicazione o del centro controllo, la continuità
delle misure è garantita dalla capacità della centralina di lavorare in modo
autonomo, registrando localmente i dati su due distinti supporti di memoria. Il
primo è una memoria residente nella quale vengono registrati i dati da trasferire
al centro in automatico. Il secondo è una memoria estraibile che permette di
archiviare una copia di sicurezza dei dati (back-up).
I risultati del monitoraggio saranno poi elaborati presso il centro di controllo e
teletrasmessi in tempo reale agli Enti competenti per le opportune valutazioni in
merito.
Le stazioni di misura sono le seguenti:
Stazione monitoraggio portate affluenti alla traversa di Castellarano
-
Misuratore ad ultrasuoni del livello delle acque, sulla briglia a monte della
traversa di Castellarano, Qm (strumentazione già esistente segnale
raccolto da bonifica presso sala lato Reggio). Tale sistema, in funzione
delle scale delle portate permette di calcolare sia le portate affluenti alla
traversa di Castellarano che le portate che vengono invasate nel bacino
posto in destra idraulica, nel caso siano aperte le paratoie di presa del
bacino.
Stazioni di monitoraggio portate derivate
A. Portate derivate per uso irriguo
-
Misuratore magnetico A 1 delle portate in ingresso al Canale di Modena Q
d.d per gli usi irrigui e ambientali posizionato sulla tubazione
d’alimentazione del canale a valle della traversa, Figura 1.8
(strumentazione già esistente segnale raccolto da bonifica presso sala
lato Reggio).
4
-
Misuratore magnetico A 2 delle portate in ingresso al Canale di Reggio Q
d.s. per gli usi irrigui, ad usi plurimi (potabile-industriale) e ambientali
posizionato sulla tubazione d’alimentazione del canale a valle della
traversa, Figura 1.9; (strumentazione già esistente segnale raccolto da
bonifica presso sala lato Reggio ). Da tali portate andranno detratte le
portate derivate per gli usi di cui al punto B (uso produttivo) e si
determineranno le portate derivate per gli usi irrigui e ambientali
B. Portate derivate per uso potabile e produttivo:
-
misuratore magnetico B della portata derivata posto sulla condotta
d’adduzione presso la centrale di Tressano; (strumentazione già esistente
il cui segnale raccolto da Iren, presso cento di Tressano andrà collegato
al centro di controllo).
C. Portate derivate per uso idroelettrico:
-
Misura della portata derivata C dall’impianto idroelettrico, Qd doppio
sistema il primo winter kennedy, costituito da due rilevatori della
pressione differenziale alle turbine installati sulle due spirali delle turbine;
il secondo da un sistema di misura posizionato sul canale di scarico
costituito da misuratore area velocità composto da tre sensori e da un
data logger: (strumentazione da installare il cui segnali vanno collegati al
centro di controllo).
Stazioni di monitoraggio portate defluenti a valle della traversa di
Castellarano
-
Misuratore doppler della portata, DV3, ubicato sull’ultimo risalto presente
sul canale/condotta di scarico delle griglie, posta in sponda Modenese,
(strumentazione da installare il cui segnale va collegato al centro di
controllo.
-
Misuratore ad ultrasuoni del livello delle acque alla traversa di
Castellarano per quantificare sia le portate sfioranti che defluenti dalla
traversa, DV1, che quelle in uscita dalle scale di risalita, DV2, Errore.
L'origine riferimento non è stata trovata. (strumentazione già esistente
segnale raccolto da bonifica presso sala Reggio).
-
Misuratore della portata sulla condotta del 100 mm di scarico delle acque
di drenaggio raccolte nell’apposito pozzetto, DV4, posto sulla sponda
modenese (strumentazione da installare, il cui segnale va collegato al
centro di controllo).
Nel caso venga misurato il livello il valore della portata corrispondente sarà
ottenuto sulla base della scala di deflusso della sezione di misura di cui si vuole
determinare la portata.
Pertanto, vanno costruite le scale di deflusso alle sezioni interessate che sono le
seguenti:

briglia di monte alla traversa di Castellarano,

scale di risalita pesci,

sfioro traversa Castellarano.
Il sistema di monitoraggio permetterà di determinare i valori delle portate idriche
presenti nel corso d’acqua a monte e a valle delle opere in progetto.
Presso il centro di controllo, attraverso un sistema di calcolo automatizzato,
saranno determinate in continuo le portate affluenti, derivate e defluenti alla
traversa di Castellarano. In particolare la somma delle portate defluenti e
5
derivate, per gli usi irriguo, produttivo-potabile, idroelettrico e ambientale,
dovranno risultare circa uguali alle portate affluenti a monte della traversa.
Qm= Portata affluente a monte della traversa
Qd= Portata derivata
Qv =Portata defluente immediatamente a valle della traversa
Qv= Qm – Qd, d(irriguo-ambientale) – Qd.s.(irriguo-produttivo-ambientale) –
Qd(idroelettrico)
Monitoraggio e regolazione del DMV
In sede di valutazione della risorsa idrica prelevabile dal Secchia in località
Castellarano, il deflusso minimo vitale di 1,7 m3/s è stato assunto come vincolo
prioritario e cogente di riferimento. Le destinazioni d’uso previste per le risorse
idriche prelevate sono pertanto subordinate al deflusso minimo vitale e rispettano
il seguente ordine di priorità:
-
potabile-produttivo secondo gli accordi sottoscritti dalla Commissione di
Garanzia per la Gestione della Traversa di San Michele-Castellarano;
-
irriguo;
-
idroelettrico.
In particolare se:

Durante il periodo irriguo e non irriguo quando la portata affluente alla
traversa di Castellarano è inferiore al DMV non ci sarà nessuna
derivazione Qm ≤ DMV

Se Qm > DMV, il valore delle portate defluenti a valle della traversa, Qv,
dovrà essere almeno pari al valore del DMV fissato.
Il rilascio del DMV presso la traversa di Castellarano non avviene attraverso
un’unica componente ma attraverso più componenti DV (deflusso a valle della
traversa) che sono DV1 + DV2 + DV3+ DV4, sopra descritte, a tali componenti
vanno aggiunte le perdite del sistema di chiusura delle paratoie, DV5. La
quantificazione di tale portata sarà fornita dal Consorzio di Bonifica Emila
Centrale attraverso una campagna di monitoraggio.
Quando la portata rilasciata in alveo composta da: DV1, portata sfiorante al
paramento della traversa di Castellarano, DV2, portata rilasciata dalle scale di
risalita della fauna ittica, DV4, portata acque di drenaggio e DV5, componente
dovuta alle pertite delle paratoie, è inferiore al DMV, si procederà alla
integrazione del DMV con la componente DV3.
Tale rilascio, sarà effettuato attraverso la terza paratoia di scarico, presente in
sponda destra della traversa, previa apertura della relativa paratoia.
A tale scopo, deve essere installata una apparecchiatura di regolazione,
attuatore elettrico, sulla valvola esistente sulla condotta di collegamento ,
diametro 600 mm, tra la tubazione di derivazione, diametro 1600 mm, del canale
di Modena, e il condotto di scarico delle griglie.
L’apertura della valvola di regolazione, sopra descritta farà defluire quota parte
delle portate derivate attraverso la condotta di scarico delle griglie, in modo che
possano essere rilasciato in alveo un quantitativo di portata, DV3, tale da
garantire il rispetto del DMV fissato.
6
Presso il centro di controllo, attraverso un sistema di calcolo automatizzato, sarà
determinato in continuo il valore del DMVtot e confrontato con quello fissato dal
disciplinare di concessione della Regione Emilia-Romagna e in funzione di tale
raffronto dovranno essere modificati i valori di DV3 da rilasciare
DVtot = DV1 + DV2 + DV3+ DV4+ DV5 ≥ 1,7 m3/s
L’attuatore installato sulla valvola deve ricevere il comando dal centro di controllo
in cui sono confluiti tutti i dati di portata defluenti monitorati per regolare il grado
di apertura della valvola e di conseguenza aumentare o diminuire la componente
DV3, al fine di garantire il rispetto del DMV fissato
Inoltre, nel periodo non irriguo, durante il rilascio del DMV, dovrà essere chiusa la
condotta di alimentazione del canale di Modena, utilizzando una saracinesca
esistente, posta a circa 500 m a valle della traversa, mentre nel periodo irriguo
potrebbe essere necessario parzializzarle il rilascio delle portate nel canale di
Modena. Pertanto è necessario collegare il segnale di regolazione di tale valvola
esistente e sulla condotta di alimentazione del canale di Modena al centro di
controllo, in quanto attualmente è collegata alla sala lato Modena.
Al fine di verificare se il quantitativo rilasciato di DMV è conforme a quello
calcolato sarà misurata la portata DV3 attraverso un misuratore di portata,
ubicato sull’ultimo risalto presente sul canale/condotta di scarico delle griglie,
posta in sponda Modenese. Tale strumentazione da installare, trasmetterà il
segnale della misura effettuata al centro di controllo che verificherà la correttezza
del DMV e nel caso fosse necessario dal centro di controllo sarà inviato un
segnale per modificare l’apertura o la chiusura della valvola di regolazione sopra
descritta.
1.2
Descrizione dei sistemi di misura e automazione da fornire e
installare
Per completare e integrare il sistema di monitoraggio esistente andranno
installati i seguenti componenti:
- Sistema di misura della portata derivata dall’impianto idroelettrico;
- Automazione e sostituzione della valvola di regolazione posta sulla
condotta 600 mm di collegamento tra la tubazione di derivazione,
diametro 1600 mm, del canale di Modena, e il condotto di scarico
delle griglie;
- Stumentazione di misura della portata scaricata DV3 ad integrazione
del DMV
- Strumentazione di misura della portata scaricata dal sistema di
drenaggio della traversa.
Per ogni componente andrà fornita tutta la strumentazione necessaria per il suo
corretto funzionamento e andrà realizzato il collegamento con la centro di
controllo.
1.2.1 Misura della portata derivata dall’impianto idroelettrico
Il sistema di misura della portata derivata dall’impianto idroelettrici sarà costituito
da un doppio sistema: il primo che misura la variazione di pressione installato
sulle chiocciole delle turbine e il secondo che rileva l’area e la velocità installato
nel canale di scarico.
7
Con il sistema winter kennedy le portate derivate e turbinate, C1 e C2, saranno
determinate per ciascuna macchina in funzione della misura della pressione
differenziale mediante la seguente formula: Q = K ∗ ΔPw, (metodo WinterKennedy) dove ΔP è la pressione differenziale e K è il coefficiente di conversione.
Tale coefficiente è una costante che viene tarata in prima installazione, ed è
invariabile essendo conseguenza della geometria delle turbine. L’esponente w
vale teoricamente 0,5 e può essere anch’esso “tarato” all’ installazione. La
misura della pressione differenziale sarà effettuata in continuo con dei trasduttori
elettronici che saranno posizionati sulle turbine. La taratura del paramento k e W
sarà effettuata mediante l’esecuzione di almeno tre misure di portata in una
sezione dell’opera di presa, per la determinazione della scala di deflusso da
correlare con i valori di portata turbinata determinati in funzione della misura della
pressione differenziale alle turbine.
Il secondo sistema sarà installato un misuratore di area velocità media sul canale
di scarico costituito da più sensori per permetterà di calcolare la portata. Il
sistema include il display con data logging programmabile, con cavo di
interconnessione e di un recinto multisensore più tre sensori ultrasonici
sommersi.
I sensori velocità ultrasonica vanno installati sul canale di scarico in posizioni
dove saranno sommerse su staffe di montaggio in acciaio inox. I sensori sono
completamente sigillati senza orifizi o porti. Livello viene misurato collegando il
sensore di livello integrato da uno qualsiasi dei tre sensori di velocità.
La misura della velocità sarà data dalla media delle letture di velocità dai suoi tre
sensori sommerse. La lettura di livello e dimensioni del canale forniscono l'area
della sezione trasversale del canale.
Il sistema di misura andrà calibrato inserendo le dimensioni del canale.
I sensori andranno posizionati evitando i luoghi dove il sedimento si accumula.
1.2.2 Automazione del sistema di rilascio della componente DV3 del
DMV.
Al fine di garantire il DMV richiesto saranno modificati i valori di DV3 da rilasciare
sarà installata una apparecchiatura di regolazione, attuatore elettrico, sulla
valvola esistente sulla condotta di collegamento, diametro 600 mm, tra la
tubazione di derivazione, diametro 1600 mm, del canale di Modena, e la
tubazione che si collega al candotto di scarico delle griglie.
Dovrà essere installata una valvola a farfalla DN 600mm in sostituzione di quella
esistente dotata di attuatore multigiro e di unità di controllo automatizzata al fine
di garantire una manovra in automatico della valvola dal centro di controllo.
Pertanto, dal centro di controllo sulla base del confronto tra il valore di DMV
fissato pari a 1,7 m3/s e la sommatoria delle portate relative alle varie componenti
rilasciate alla traversa di Castellarano, verrà regolata l’apertura della valvola a
farfalla al fine di integrare le portate rilasciate alla traversa di Castellarano fino al
raggiungimento del valore di DMV richiesto.
Nel periodo non irriguo, al fine di non alimentare il canale di Modena, prima
dell’apertura della valvola a farfalla dovrà essere chiusa la valvola a saracinesca
posta sulla condotta di alimentazione del canale di Modena. Tale valvola è
ubicata a circa 500 m a valle della traversa ed è telecomandata dalla sala
Modena, pertanto andrà collegata al centro di controllo.
8
1.2.3 Strumentazione di misura della portata scaricata DV3.
Al fine di verificare se il quantitativo rilasciato DV3 è conforme a quello richiesto si
è previsto di misurare tale portata attraverso un sistema di misura del livello con
sensore ad ultrasuoni, ubicato sull’ultimo risalto presente sul canale/condotta di
scarico delle griglie, posta in sponda Modenese. Tale strumentazione dovrà
trasmettere il segnale della misura effettuata al centro di controllo che in funzione
della scala delle portate relativa alla sezione di misura desumerà la portata
rilasciata. Quindi, sarà verificata la conformità di tale valore con quello richiesto.
Nel caso tale conformità non fosse rispettata dal centro di controllo dovrà venire
inviato un segnale per modificare l’apertura o la chiusura della valvola a farfalla
DN 600 descritta al paragrafo precedente.
1.2.4 Strumentazione di misura della portata scaricata DV4 dal
sistema di drenaggio della traversa.
Tale strumentazione è costituita da un misuratore di portata ad induzione
elettromagnetica tipo AQUAMAG flangiato DN100 con relativo display elettronico
completo di cavo
1.2.5 Determinazione scale delle portate
La determinazione della scala delle portate, in una data sezione, dovrà essere
effettuata per le sezioni in cui sarà istallato un sistema di misura del livello, al fine
di poter determinare la portata defluente nelle sezione.
Le sezioni in cui dovrà essere determinata la scala delle portate sono quattro:

briglia di monte alla traversa di Castellarano,

scala di risalita della fauna ittica,

sezione di scarico DV3 nel condotto di scarico delle briglie

canale di Reggio, a valle dello scaricatore Rio Riazzone, vedi par
successivo.
9
Zona di transito del
DV1
Portata derivata in
sponda destra Q d,s,
Zona perdite dalle
paratoie DV5
Valvola con attuatore di
regolazione DV3
Punto di rilascio
dalla scala DV2
Punto di misura del
DV3
DV3 nella condotta di
scarico griglie
Punto di rilascio del
DV4
Figura 1.1 Particolare opera di presa sponda destra Canale di Modena con zone rilascio
delle componenti del DV a valle della traversa
10
Posizione in cui
istallare misuratore
di livello a ultrasuoni
del DV3
Flusso DV3 proveniente
dalla condotta
d’alimentazione del
canale di Modena
Punto di rilascio del
DV3
Figura 1.2 Sezione del condotto di scarico delle griglie che è collegata tramite una tubazione 600 mm alla condotta di alimentazione del canale di
Modena
Figura 1.3 Pozzetto 2 in cui sarà installata la valvola a farfalla con attuatore in
sostituzione a quella esistente sulla condotta di collegamento tra la tubazione di
derivazione del canale di Modena, e la tubazione di scarico delle griglie.
Zona istallazione
valvola farfalla
rilascio DV3
Zona scarico
DV3
Figura 1.4 Zone di rilascio e di scarico DV3
Figura 1.5 Paratoia scarico DV3
13
Punto di rilascio del
DMV4
Misuratore
volumetrico l DMV4
Figura 1.6 Pozzetto raccolta acque di drenaggio con pompa
Figura 1.7 Pozzetto con pompa di sollevamento e immissione in alveo dei drenaggi DV4
14
Punto di misura A1
Figura 1.8 Ubicazione dei sistemi di misura delle portate derivate in sponda destra
15
Punto di misura A2
Figura 1.9 Ubicazione dei sistemi di misura delle portate derivate in sponda sinistra
16
1.3
Modalità di misura del minimo ambientale per i canali di
Secchia e Modena
Durante il periodo non irriguo il controllo delle quantità delle acque derivate a fini
ambientali sarà effettuato con i misuratori di portata, già esistenti, istallati sulle
condotte di derivazione in sponda sinistra e destra, tenendo conto delle portate
derivate per usi produttivi. In sponda sinistra essendo attiva la derivazione per gli
usi produttivi, la portata derivata per gli usi ambientali sarà data dalla differenza
tra la portata derivata complessivamente e la portata utilizzata per usi produttivi.
Sarà pertanto predisposto il seguente sistema:
-
Qi, misura delle portate immesse nei canali di Reggio e Modena,
attraverso la strumentazione già esistente presso la traversa di
Castellarano;
-
Qr1 misura del livello sul Canale di Modena, presso la Fossa di Spezzano,
strumentazione già esistente;
-
Qr2, misura del livello sul Canale di Reggio, a valle dello scaricatore Rio
Riazzone, strumentazione da installare;
-
Qd, determinazione delle portate distribuite per l’irrigazione a monte dei
punti di misura sopra descritti.
Nelle sezioni in cui si rileva il livello, le portate verranno determinate in funzione
delle scale delle portate. Tali scale saranno definite per le diverse tipologie di
sezione attraverso misure dirette di portata e livello.
Le perdite saranno calcolate dalla differenza tra le portate immesse nei canali di
Reggio e Modena, e le portate distribuite per usi irrigui comprensive di quelle in
uscita dal sistema rilevate in transito nei canali di Reggio e Modena,
rispettivamente presso la Fossa di Spezzano e lo scaricatore del Rio Riazzone,
come sotto riportato.
Qperdite= Qi – (Qd + Qr1+ Qr2)
La responsabilità del sistema di monitoraggio sarà della Commissione di
garanzia per la gestione della traversa di S. Michele Castellarano formata da
Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, Consorzio di Bonifica Burana, Hera spa,
Iren spa, Comuni di Modena e Reggio Emilia, Province di Modena e Reggio
Emilia e la Regione Emilia Romagna, con mansioni di presidenza.
1.3.1 Misura del livello sul Canale di Reggio a valle dello scaricatore
Rio Riazzone
Dovrà essere installato un sensore di livello a ultrasuoni sul Canale di Reggio, a
valle dello scaricatore Rio Riazzone, al fine di determinare la portata defluente in
funzione delle scale delle portate della sezione di misura.
17
2
Progettazione struttura di dissuasione della fauna ittica
La struttura di dissuasione ha lo scopo di allontanare la fauna ittica dal canale di
scarico della centrale.
Dovrà essere installata una struttura di dissuasione a barriera elettrica sulla
bocca del canale di scarico della centrale al fine di allontanare la fauna ittica
presente a valle della traversa dalla zona di scarico in modo che non sia
richiamata dalla presenza abbondante di acque verso il canale stesso,
indirizzandola verso le zone in cui sono posizionate le scale di risalita.
Inoltre, sarà posizionata idonea segnaletica per individuare l’area di pericolo e
saranno predisposti idonei sistemi di protezione nella zona in cui è ubicata la
barriera.
La barriera è costituita da due file di elettrodi tra i quali viene applicato un
voltaggio che, attraverso l’acqua, produce un campo elettrico.
La barriera deve utilizzare corrente continua con impulsi di breve durata che
causano meno stress al pesce.
L’estensione del campo è importante e deve esercitare un’azione molto estesa
per impedire ai pesci che nuotano più velocemente di passare attraverso la zona
elettrificata. L’aumento di tensione specifica deve essere graduale in modo da
evitare il pericolo di pesci che si spostano repentinamente da un campo debole
ad uno con un valore eccessivo.
L’apparato di regolazione permetterà di generare un campo elettrico
intermittente grazie alla regolazione di impulsi a frequenza e periodo variabile. E’
quindi possibile modificare ad hoc, in funzione dell’efficienza riscontrata in corso
di esercizio, i parametri che caratterizzano il campo elettrico, con particolare
riferimento al voltaggio, alla durata degli impulsi e all’intervallo di tempo
intercorrenti tra gli stessi. Nella specifiche tecniche vengono descritti
brevemente i parametri e il loro range di funzionamento..
Gli impulsi utilizzati devono avere le seguenti caratteristiche:

Onda con fronte verticale all’emissione dell’impulso fino alla tensione
massima impressa e smorzata nel tratto discendente verso lo zero per
garantire la massima influenza sulla fauna ittica;

inversione intermittente del catodo con l’anodo, e conseguente
inversione del verso del campo elettrico, per preservare la funzionalità
degli elettrodi e garantire una prolungata efficienza della barriera.
Il campo elettrico generato è assimilabile ad un campo elettrico uniforme
ottenuto tra due piastre piane parallele e caricate con segno opposto. Il campo
elettrico sarà orientato parallelamente al flusso dell’acqua con verso concorde,
in modo che il pesce durante il suo moto verso valle percepisca la differenza di
potenziale e sia stimolato a retrocedere verso l’alveo del fiume.
Si evidenzia che il campo elettrico si estende anche nelle zone a monte e a valle
degli elettrodi. I pesci risentono della differenza di potenziale già quindi
avvicinandosi alle barriere e sono dissuasi dal procedere verso lo sbocco della
centrale ancor prima di trovarsi nella zona compresa tra gli elettrodi.
La distanza di influenza e l’effetto sui singoli individui è dipendente da:

dimensione dell’individuo stesso;
18

specie ittica e sensibilità propria alla frequenza degli impulsi;

orientamento dell’individuo rispetto alle linee di flusso;

caratteristiche chimiche e temperatura dell’acqua;

set dei parametri utilizzato.
Ogni singolo individuo sarà indotto ad allontanarsi dalla barriera per una
differenza di potenziale tra la testa e la coda di circa 0,4 Volt. Chiaramente più
sono limitate le dimensioni del singolo individuo più bisogna avvicinarsi alla
barriera stessa per riscontrare il medesimo gradiente di tensione.
Verrà inoltra affissa cartellonistica appropriata secondo le vigenti normative di
sicurezza con l’indicazione del pericolo di elettrocuzione. Un pulsante di
emergenza permetterà di disalimentare le barriere in caso di necessità.
Figura 2.1: Rappresentazione schematica del campo elettrico generato da una differenza
di potenziale tra due lastre piane.
Figura 2.2 Posizionamento degli elettrodi
19
Figura 2.3 Posizionamento della barriera elettrica nel canale di scarico
Figura 2.4 Esempio di barriera in opera
20
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