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Pordenone 05.10.2011
COMUNICATO STAMPA
PARCO Resta aperta la mostra “Novecento”
Il quotidiano monitoraggio della presenza di pubblico alle mostre allestite a PARCO –
Galleria d’arte moderna e contemporanea “A. Pizzinato” a Villa Galvani, e PARCO 2 negli spazi
espositivi di Via Bertossi, immediatamente dopo la loro chiusura di domenica scorsa, ha consentito
di quantificare la partecipazione di pubblico.
La mostre temporanee LUIGI MOLINIS: NIENTE CENTRINI SUL TELEVISORE Percorso
fra design, arte e architettura” e “Sguardi di collezionista, DA PALADINO A NAM JUNE PAIK
Opere della collezione Antonino Zanussi hanno registrato una presenza di circa 5000 visitatori che
hanno colto l’occasione per visitare anche la mostra “Novecento” che ha carattere permanente.
A PARCO2 in via Bertossi invece “Il fotografo fotografato”a registrato una presenza di circa
2800 persone chiusa però una ventina di giorni prima per consentire l’allestimento dell’attuale
del Cinemamuto. L’offerta culturale poi è stata supportata da altre iniziative promosse in
collaborazione con l’Associazione Amici della Galleria. Infatti sono state organizzate numerose
visite guidate gratuite per illustrare i “ percorsi” degli artisti e la loro arte e a più riprese si sono
succeduti incontri e convegni con relatori ed esperti dell’arte moderna e contemporanea.
Appuntamenti che sono risultati seguiti ed apprezzati da estimatori e neofiti per gli argomenti
trattati e per le personalità ospitate.
Come detto la mostra “Novecento” non chiude i battenti in quanto è una mostra permanente,
per cui è possibile visitarla ed ammirare le circa 250 opere esposte, che sono solo una parte del
patrimonio museale di arte moderna e contemporanea di proprietà del Comune. La Collezione del XX
secolo del Museo Civico d’Arte di Pordenone si è costituita nel tempo grazie a donazioni, lasciti e
acquisizioni . Queste raccolte forniscono un duplice panorama storico-artistico ; da una parte “lavori”
di artisti affermati a livello nazionale e internazionale, dall’altra “produzioni” legate al territorio
friulano e veneto.
Il nucleo più importante è senz’altro la “Collezione Zacchi Ruini” che conta 41 opere di 31
artisti realizzate tra il secondo decennio e gli anni settanta del ‘900, provenienti dalla significativa
raccolta dell’ingegnere pordenonese Roberto Ruini. Sono presenti grandi maestri del Novecento
italiano ed europeo: da Mario Sironi, ad Alberto Savinio, a Renato Guttuso, Filippo De Pisis, Corrado
Cagli, Georges Braque, Paul Delvaux, Massimo Campigli, Roberto Crippa, Lucio Fontana, etc.
I movimenti iniziali del Novecento, periodo in cui si distinguono ancora i pittori come i Ciardi,
Favretto, Nono, Milesi, Zandegiacomo, sono documentati da opere legate al vedutismo e al clima
naturalistico tipicamente veneto riconducibili a Domenico Mazzoni, Vittore Antonio Cargnel, e poi
Umberto Martina, Duilio Corompai, Tullio Silvestri, Pio Rossi, Tiburzio Donadon, Eugenio Polesello.
Sono artisti, questi ultimi, che ben rappresentano la produzione tra le due guerre e anche negli anni
successivi.
Altre figure rilevanti documentate nella collezioni sono Guido Cadorin e Bruno Saetti per alcuni
decenni insegnanti presso l’Accademia di Venezia e diversi furono gli artisti friulani e veneti che si
formarono sotto il loro magistero.
Nelle raccolte del primo Novecento è anche presente un piccolo ma indicativo gruppo di pittori
legati ai territori del Friuli orientale, triestini e goriziani (Arturo Fittke, Vittorio Bolaffio, Edoardo Del
Neri, Antonio Tominz, Gino De Finetti, Giovanni Craglietto, Augusto Cernigoj) la cui attività maturò
in ambienti ricchi di stimoli legati alla cultura austriaca e alle accademie d’oltralpe (Vienna e Monaco
in particolare) in una temperie culturale “secessionista”.
Una segnalazione a parte merita la fioritura straordinaria di pittori attivi a ridosso della seconda
guerra mondiale, alcuni dei quali, come Federico De Rocco, Luigi Zuccheri, Italo Michieli, Angelo
Variola, Virgilio Tramontin, presenti a varie Biennali. Le opere spaziano dal naturalismo narrativo a
linguaggi più moderni, espressionisti. Ci sono poi Luigi de Paoli, Franco Brunetta, Ado Furlan, Mario
Ceconi, presenti nella sezione della scultura del XX secolo, mentre anni recenti sono documentati da
lavori di Marcello Mascherini, Harry Bertoia e Mario Moretti.
Le collezioni della Galleria custodiscono inoltre opere di altri artisti pordenonesi, quali Massimo
Bottecchia, Duilio Jus, Giorgio Bordini e Angelo Giannelli. Meritano di essere segnalate a parte sia la
ricca serie di opere (olii, tempere, disegni) donati in memoria di Pino Casarini, scenografo dell’Arena di
Verona, che ha lasciato nel territorio numerosi affreschi di carattere religioso, sia quella di sette tavole di
grandi dimensioni di Corrado Cagli, acquisite agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso. Facevano parte
del nucleo di 35 eseguito dal maestro per l’esposizione Internazionale di Parigi del 1937 e raffigurano i
personaggi italiani più illustri dalla fondazione di Roma al Novecento.
Naturalmente ad Armando Pizzinato, a cui è dedicata Galleria, è riservata una specifica
sezione: sin dal 1971 l’artista guardò con particolare attenzione al Museo della città che si era allora
appena formato nella sede di Palazzo Ricchieri. All’Istituto pervenne in dono una buona parte
dell’opera grafica (cinquanta fogli a partire dal 1931) sino ad allora prodotta. In seguito, parte per
donazione e parte per acquisto, la raccolta si è arricchita di altre opere .Tramite Pizzinato pervennero al
Museo anche alcune stampe (assieme ad una piccola lastra matrice) dell’amico pittore Luigi Vettori,
deceduto giovanissimo durante la seconda guerra mondiale, immeritatamente poco noto. Gli archivi del
Museo inoltre conservano un consistente nucleo di documenti del pittore, a partire dal suo periodo di
studente all’Accademia di Venezia, che permetteranno una completa ricognizione della sua personalità
e della sua produzione.
L’Amministrazione Comunale
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