frutticoltura 5 16 Anno V IASMA Notizie 19.04.2006 Notiziario del Centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige IASMA Notizie - Taxe payée/Tassa riscossa TN-CPO - Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti - S. Michele all’Adige, Via Mach 1 Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Esperia Srl, Lavis COLPO DI FUOCO Il colpo di fuoco è una malattia causata da un batterio (Erwinia amylovora) che nell’anno 2005 si è manifestata in 8 aree frutticole delle Valli del Noce, con 30 frutteti interessati. È quindi necessario che tutti i frutticoltori delle Valli di Non e di Sole imparino a riconoscere i sintomi della malattia per mettere in atto da subito tutti gli interventi necessari, molti dei quali obbligatori in quanto previsti dalla legge, per evitarne l’ulteriore diffusione, tenendo sempre ben presente che il batterio non conosce i confini né del singolo frutteto, né aziendali. Anche nelle altre zone frutticole della provincia è indispensabile che i frutticoltori conoscano come si manifesta la malattia. Foto 1 RICONOSCERE I SINTOMI La malattia su pero e melo provoca gli stessi sintomi; il pero in generale è tuttavia molto più colpito e danneggiato rispetto al melo. FOGLIE: il lembo fogliare presenta aree necrotiche (secche) ad iniziare dal picciolo; frequentemente queste necrosi hanno la forma di un triangolo (foto 1). Successivamente le foglie, ed in particolare le nervature ed i piccioli, anneriscono e talvolta si può riscontrare la presenza di goccioline di un liquido denso e bianco-giallastro (essudato). Le foglie restano fortemente attaccate ai getti e non cadono nemmeno nel periodo invernale. FIORI: attraverso questi organi il batterio può entrare nella pianta con estrema facilità. I fiori colpiti prima avvizziscono e poi disseccano (foto 2); con clima caldo umido possono comparire goccioline di essudato. Foto 2 FRUTTI: inizialmente compaiono macchie di aspetto untuoso con alone rossastro, poi diventano di colore bruno; in seguito i frutti si disidratano ed assumono una consistenza cuoiosa. IASMA Notizie frutticoltura 2 GETTI: la nuova vegetazione è molto sensibile all’attacco del batterio; il germoglio prima appassisce, poi dissecca ed infine presenta il tipico sintomo della malattia, il pastorale (foto 3). I sintomi nella fase iniziale potrebbero essere confusi con il danno provocato dall’insetto Zeuzera pyrina (rodilegno giallo). Foto 5 appartenenti ai generi Cotoneaster (cotognastro), Pyracantha (agazzino), Crateagus (biancospino); si consiglia vivamente la non messa a dimora di tutti i generi e specie di piante ornamentali sensibili alla malattia. Foto 3 BRANCHE E FUSTO: sugli organi legnosi si può riscontrare la presenza di cancri corticali (foto 4), che nella parte verso il basso hanno una forma di cuneo o triangolo; i tessuti sottocorticali assumono una colorazione rossastra. Talvolta si rileva la presenza di essudato (foto 5). Controllare l’eventuale presenza di sintomi anche sulle piante ornamentali che possono essere colpite dalla malattia (es. Cotoneaster, Pyracantha, Crateagus, Nespolo, Sorbo, Stranvesia, ecc.). Si ricorda che in provincia di Trento a partire dall’anno 2002 non è consentito l’utilizzo di piante Foto 4 CONDIZIONE PER L’INFEZIONE Affinché si verifichi un’infezione è fondamentale la presenza contemporanea di queste condizioni: – PIANTA OSPITE: melo, pero, cotoneaster, ecc. – INOCULO: piante colpite o batteri comunque trasportati – VIE DI PENETRAZIONE: fiori, vegetazione nuova, ferite, ecc. – TEMPERATURA: media giornaliera maggiore o uguale a 15,6 °C – BAGNATURA: pioggia, irrigazione sovra-chioma, forti rugiade, ecc. I modelli previsionali tengono conto anche di altri parametri legati a particolari condizioni di temperatura e bagnatura verificatesi nel corso della stagione, permettendo di conoscere con buona precisione il giorno o il periodo di infezione. Il modello Mary Blyt modificato Moltmann è quello più utilizzato nelle aree frutticole del Sud Europa ed è risultato il più affidabile anche nelle verifiche condotte presso l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige. Il batterio del Colpo di Fuoco può essere diffuso anche a grandi distanze attraverso vento, pioggia, materiale vegetale (piante infette), insetti, uccelli, animali ed uomo. 3 frutticoltura COME COMPORTARSI IN CASO SOSPETTO Qualora il frutticoltore notasse un sintomo sospetto di colpo di fuoco deve immediatamente segnalarlo all’Ufficio Fitosanitario di Trento (0461- 495660) oppure ai Tecnici dell’Istituto Agrario di San Michele a/A (C.A.T. sede 0461615452 o al personale operante presso gli uffici periferici). È importante ricordare ai frutticoltori di non prelevare alcun campione vegetale. Sul materiale prelevato dal personale incaricato viene eseguita l’analisi di laboratorio: se l’esito è positivo sarà immediatamente informato il frutticoltore che dovrà provvedere subito all’estirpazione e bruciatura delle piante colpite. Nei periodi successivi sarà indispensabile eseguire accurati e frequenti controlli nel frutteto colpito e in quelli limitrofi. L’Ufficio Fitosanitario, ricevuta la comunicazione di un caso positivo, documentato dall’analisi di laboratorio, procede subito a delimitare una zona di sicurezza attorno al punto focolaio che presenta un’estensione di circa 350 ettari (cerchio con raggio di almeno 1 km). Si ricorda ai frutticoltori l’importanza di segnalare al personale tecnico tutti i nuovi casi riscontrati all’interno di questa area per avere il quadro dell’evoluzione della malattia e definire eventuali ampliamenti della zona di sicurezza. In quest’area è indispensabile nel corso di tutta la stagione vegetativa eseguire periodici controlli in modo da procedere subito all’eliminazione delle piante colpite per evitare o limitare la diffusione del colpo di fuoco. I frutticoltori possono avere informazioni aggiornate riguardo all’evoluzione della malattia a livello provinciale consultando il sito Internet www.trentinoagricoltura.it esplorando l’area tematica monitoraggio fitopatologie/Erwinia amylovora. DISINFEZIONE Considerato che l’agente del Colpo di Fuoco può essere facilmente trasportato, è importante procedere alla disinfezione di tutto ciò che è stato a con- IASMA Notizie tatto con il batterio. I prodotti utilizzabili per la disinfezione di mani, scarpe, attrezzature (in particolare forbici e seghetti), ecc. sono i seguenti: BENZALCONIO CLORURO - Lysoform casa 1 litro + 5 litri di acqua - Citrosil alcolico azzurro senza diluizione ALCOOL DENATURATO (90%) 1 litro + 0.3 litri di acqua IPOCLORITO DI SODIO - Varechina per uso domestico 1 litro + 10 litri di acqua Per procedere alla disinfezione si consiglia di utilizzare uno “spruzzetto” tipo quelli impiegati per i fiori a livello domestico. In alternativa a questi disinfettanti, per sterilizzare gli attrezzi da lavoro metallici (lame di forbici e seghetti) si può ricorrere all’uso di una fiamma. Questa operazione va assolutamente eseguita ogni volta che si esce dal frutteto colpito. Gli indumenti vanno invece disinfettati attraverso il lavaggio con acqua ad una temperatura di 60 – 80 °C per un tempo di almeno 15 minuti; anche i macchinari e gli attrezzi agricoli (scale, cesti per la raccolta, ecc.) vanno lavati con acqua calda (es. pulivapor). INDICAZIONI AI FRUTTICOLTORI ◆ su tutto il territorio provinciale Su tutto il territorio provinciale è indispensabile che i frutticoltori conoscano i sintomi della malattia e in presenza di un caso sospetto lo segnalino all’Ufficio Fitosanitario o ai tecnici dell’Istituto Agrario. ◆ zona frutticola delle Valli del Noce In tutta la zona frutticola si consiglia di controllare gli impianti che hanno subìto “danni da freddo” nella stagione 2005 e quelli messi a dimora nell’anno in corso, infatti questi ultimi fioriscono dopo i frutteti in produzione, quindi in un periodo più a rischio a causa dell’innalzamento delle temperature. Controllare anche le piante ospiti ornamentali o spontanee; va ribadita l’importanza di segnalare tutti i casi sospetti. IASMA Notizie frutticoltura Impianti 2006 Mettere a dimora soltanto piante che riportano in etichetta la sigla ZP (Zona Protetta – foto 6) o provviste di certificato accompagnatorio fornito dal vivaista che attesti la provenienza del materiale da zone esenti al colpo di fuoco. Piantare prima possibile le nuove piantine per evitare fioriture tardive e quindi maggiori rischi di infezione. In previsione di pioggia trattare gli impianti in fioritura con prodotti rameici (es. Rame idrossido al 35-40% di p.a. alla dose di 60-80 g/hl) facendo attenzione ad evitare la deriva sugli impianti confinanti (periodo molto delicato per le varietà sensibili alla rugginosità). Foto 6 Irrigazione Se possibile si consiglia di evitare l’irrigazione sovra-chioma durante tutto il periodo della fioritura, soprattutto durante giornate calde. L’irrigazione anti-brina non comporta rischi in quanto utilizzata soltanto in casi di basse temperature (gelate primaverili). Api Sono importanti per il servizio di impollinazione che svolgono, soprattutto in annate con condizioni climatiche avverse e in presenza di scarse fioriture. Per evitare di “portare” il batterio del colpo di fuoco da zone infette, si raccomanda di scegliere arnie provenienti da aree indenni dalla malattia; è disponibile l’elenco delle zone colpite a livello nazionale. L’Ufficio Fitosanitario della PAT ha stabilito le regole da seguire per la movimentazione degli alveari sul territorio provinciale (determina n° 67 del 10/03/2006). ◆ Zone focolaio (frutteto colpito e limitrofi) Oltre alle indicazioni sopra riportate, in questi appezzamenti si devono mettere in atto tutte queste precauzioni: - effettuare la potatura invernale prima della ripresa vegetativa perché con l’innalzarsi delle temperature il batterio inizia a moltiplicarsi ed il frutticoltore potrebbe involontariamente traspor- 4 tarlo con gli attrezzi e/o il vestiario; controllare l’eventuale presenza di cancri su branche e fusti; - in caso di rifioriture che si verificassero nella tarda primavera-estate (frequenti sulla varietà Pinova) o fioriture tardive (dovute ad esempio a danni da freddo) procedere subito allo strappo manuale dei fiori; - eseguire i trattamenti a volume ridotto (concentrando la miscela almeno 3 volte) specie nei periodi infettivi; - durante il periodo estivo accedere al frutteto solo quando necessario; ogni volta che si esce dall’appezzamento vanno disinfettate mani, scarpe, attrezzi, macchine, ecc. - eseguire controlli ogni 7-10 giorni e favorire l’arresto precoce della vegetazione; - non effettuare la potatura a verde, specie nei periodi ad elevato rischio d’infezione (es. mese di maggio-giugno, periodi piovosi o in corrispondenza dell’irrigazione a pioggia, ecc.); - qualora si verificassero forti grandinate con gravi lesioni su frutti, foglie e legno giovane, intervenire tempestivamente, possibilmente entro 24 ore dall’evento, con prodotti rameici a basse dosi (es. idrossido di rame al 35-40% alla dose di 60-80 g/hl). Il rame, specialmente nel periodo post-fiorale, può provocare rugginosità e/o fitotossicità in particolare su Golden Delicious, Pinova e Fuji; - controllare il frutteto prima di iniziare la raccolta delle mele, evitando di svolgere questa operazione in giornate piovose. DIFESA CHIMICA Non esistono fitofarmaci curativi registrati contro il colpo di fuoco, ma si possono utilizzare soltanto prodotti preventivi che hanno una efficacia parziale, nell’ordine del 50–70%. Il momento ideale del trattamento è immediatamente prima del verificarsi delle condizioni per l’infezione (seguire le previsioni meteorologiche): in alternativa si interviene immediatamente dopo la pioggia. Il rame va utilizzato con la massima cautela facendo attenzione ad evitare la deriva sui frutteti confinanti. Alcune prove sperimentali hanno evidenziato anche una discreta efficacia del p.a. Acibenzolar-S-metil (Bion 50 WG). Ricordiamo che in Italia è vietato l’uso degli antibiotici in frutticoltura.