VITALBA Vitalba Clematide comune Viorna Vidaelba, Viorna, Clematide vitalba Clematis vitalba L. FAMIGLIA: RANUNCULACEAE Pianta perenne rampicante e vigorosa, con fusto a midollo pieno, lianoso, legnoso, che può raggiungere anche i 15 m di lunghezza, dalla caratteristica corteccia fibrosa e distaccata. I rami giovani sono erbacei volubili ed angolosi. Foglie opposte completamente suddivise in 3 o 5 segmenti imparipennati, di forma lanceolata od ovale ad apice acuto con margine intero o dentellato, alcune profondamente lobate, provviste di peduncoli patenti ed ingrossati alla base. Foglie caduche nel periodo invernale. LE FOGLIE Infiorescenza riunita a pannocchie multiflore, laterali o terminali, lungamente peduncolate, situate all'ascella delle foglie con fiori a 4 o 5 sepali petaloidei biancastri, a forma di stella, vellutati su entrambe le facce, dal profumo intenso, con stami e carpelli numerosi. I FIORI I frutti sono piccoli acheni ovoidi, raggruppati all'estremità del peduncolo fiorale, prolungati in una lunga appendice piumosa argentea persistente per lungo tempo. I FRUTTI Altri usi L'impiego terapeutico della pianta è attualmente desueto, poichè i suoi costituenti principali: saponine ed alcaloidi, di cui anemonina e protoanemonina, risultano caustici ed irritanti. In passato le foglie fresche, ridotte in poltiglia, usate come cataplasmi erano un revulsivo energico contro artriti, sciatiche e gotta, ma così applicate producevano azione rubefacente e vescicatoria, provocando di conseguenza ulcere fastidiose. Anche i mendicanti usavano le foglie per procurarsi ulcerazioni ed impietosire maggiormente i passanti, onde il nome popolare di "erba dei cenciosi". L'infuso di foglie essicate veniva usato quale ottimo diuretico, mentre i giovani germogli, cotti e lasciati in infusione avevano azione purgativa. Per la cura della scabbia si usava anticamente l'olio ricavato dalla macerazione delle foglie, sia Plinio che Dioscoride segnalavano la pianta per risolvere o rimuovere questo problema. L'alcolaturo che si otteneva dalla pianta fresca veniva impiegato quale analgesico in casi di nevralgie e nevriti o come detergente. I fusti secchi della pianta, essendo porosi, venivano anche usati come sigari, provocando infiammazioni alle mucose della bocca e della gola. Uso praticato nei paesi anglosassoni, dove in alcune regioni veniva denominata smoking cane, canna da fumare o shepherd's delight, delizia dei pastori. Per uso alimentare si è tramandata fino ad oggi l'abitudine di utilizzare in cucina i giovani germogli, cotti, con olio, sale e limone oppure per fare frittate o zuppe. (Esclusivamente quelli molto giovani, quando le sostanze tossiche sono presenti in minima quantità; come per la maggior parte delle Ranunculaceae la cautela è d'obbligo.). La Clematis vitalba è anche uno dei fiori di Bach, per alleviare i disturbi emotivi. E' il fiore dei sognatori, degli addormentati, di coloro che hanno uno scarso interesse per la vita. E' il fiore per le persone che tendono ad essere altrove con la mente, in fantasie personali, in illusioni su un futuro migliore e scarso interesse per il mondo presente. Quasi tutti gli artisti sono Clematis, è il fiore dell'artista, del creativo, dello scrittore e di colui che cerca ispirazione. Nel linguaggio dei fiori, la vitalba indica l'intelligenza limpida e onesta. I romani adoravano particolarmente la C. vitalba, che facevano crescere accanto ai muri delle loro abitazioni, perchè la consideravano preservatrice dai temporali. I tralci del C. vitalba venivano usati in alcune regioni, sopratutto nelle zone rurali, come quelli del viburno per farne cesti, gerle o legare le fascine della legna ed era conosciuto come il viburno dei poveri. Liana a carattere infestante che si insedia nei boschi e rischia di soffocare le piante su cui cresce.