ERBE SPONTANEE Piccolo manuale tascabile per la conoscenza e l'uso di alcune erbe officinali e dei preparati erboristici più comuni MALVA Malva Sylvestris CAGARANZOLO Chrysanthemum Coronarium “Se non speri più, fermati e guarda un filo d'erba: guarirai da tutti i mali” proverbio turco Alcune erbe spontanee e la loro famiglia di appartenenza: MALVA Malva silvestris - malvaceae ORTICA Urtica spp, Urtica dioica - urticaceae CALENDULA Calendula officinalis - asteraceae PIANTAGGINE Plantago major, plantago lanceolata - plantaginaceae ALLORO Laurus nobilis - lauraceae PAPAVERO Papaver rhoeas - papaveraceae ELICRISO Helicrisum italicum - asteraceae PARIETARIA Parietaria officinalis - urticaceae CAGARANZOLO Chrysanthemum coronarium; angiospermae PABANZOLU Hyoseris radiata - asteraceae Proprietà e usi di alcune erbe: MALVA MALVA SILVESTRIS Attività principali e impiego terapeutico: appartiene alla famiglia della Malvaceae ed è una pianta perenne a fusto che si trova facilmente nei prati e nei giardini e caratterizzata da fiori di color rosa-viola. Sono proprio le infiorescenze ad essere utilizzate in ambito erboristico per le loro proprietà curative. In esse, infatti, sono presenti alcune specifiche sostanze -dette mucillagini- dotate di virtù calmanti e sfiammanti. Non a caso la parola malva deriva dal verbo latino mollire, che signfica “ammorbidire”, rendere molle. Ecco quali affezioni possono trarre beneficio dalla malva: tosse con catarro, allevia le infiammazioni delle prime vie aeree colite e sindrome dell'intestino irritabile stitichezza: le mucillagini della malva ammorbidiscono le feci e ne favoriscono l’eliminazione in modo molto dolce, tanto che questo lassativo naturale è indicato anche in gravidanza infiammazione del cavo orale, gengiviti e stomatiti laringiti e faringiti vaginiti irritazione della pelle, foruncoli Tossicità: Le mucillagini possono diminuire l'assorbimento intestinale di farmaci. ORTICA URTICA SPP., URTICA DIOICA Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, diuretica, depurativa, tonico-stimolante, rimineralizzante. uso interno: coadiuvante nei dolori articolari, infiammazioni delle vie urinarie, acne. forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto uso esterno: lozione per capelli, punture di insetti, dermatite seborroica. forma terapeutica: decotto, unguento. Tossicità: non rilevata, non somministrare a donne incinta, attenzione all'azione urticante fogliare. unguento a base di strutto di maiale ed ortica fresca: friggere a fuoco moderato l'erba fresca sminuzzata nello strutto per un minuto e lasciar solidificare il composto per una notte; risciogliere e lasciare friggere ancora pochi secondi a fuoco bassissimo (attenzione a non bruciare il preparato), poi filtrare e lasciare solidificare. CALENDULA CALENDULA OFFICINALIS Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, antispasmodica, emmenagòga (facilita e regolarizza la comparsa del flusso mestruale), coleretica (stimola la secrezione della bile da parte delle cellule epatiche). uso interno: irregolarità mestruale, dismenorrea, forme virali, raffreddore, faringite. forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto. uso esterno: dermatiti, arrossamenti cutanei, geloni,vene varicose, punture di insetti, occhi affaticati. forma terapeutica: decotto, macerato, oleolito, unguento. Tossicità: solo in casi di sensibilità individuale. FIORE DI BACH CORRISPONDENTE Corrisponde al rimedio californiano (Fes) Calendula e francese Calendula, è utile a chi è troppo brusco, soprattutto verbalmente; aiuta una migliore espressione e comunicazione verbale, a comprendere il reale significato del messaggio proprio e altrui, ad esprimersi con dolcezza e cordialità. Per una maggiore coscienza del potere della parola. PIANTAGGINE PLANTAGO LANCEOLATA E PLANTAGO MAJOR Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, antiallergica, emolliente, antisettica, bechica, cicatrizzante; uso interno: affezioni allergiche e infiammatorie delle vie respiratorie alte e dell'orofaringe, infezioni delle vie urinarie. forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto. uso esterno: flogosi delle mucose accessibili, punture di insetti, ulcerazioni e abrasioni. forma terapeutica: decotto o macerato, oleolito, unguento. Tossicità: solo in casi di sensibilità individuale. ALCUNI PREPARATI ERBORISTICI OLEOLITO Le erbe, le spezie, gli agrumi, etc., macerati in olio di oliva extravergine o in olio di girasole -spremuto a freddo, possibilmente biologico, più adatto per pelli delicate- per preparati terapeutici o in oli più leggeri (vinaccioli, jojoba, mandorle, riso, etc...), per massaggi o preparati cosmetici. PREPARAZIONE L'erba viene raccolta almeno il giorno prima e lasciata riposare in luogo fresco e asciutto per evitare la formazione di muffe, viene messa in un vasetto pulito e sterilizzato e ricoperta con l'olio, due dita sopra la stessa; si lascia da una settimana ad un mese a macerare, alcune erbe come l'iperico al sole, tutte le altre all'ombra o al buio. TINTURA MADRE La tintura madre (TM) è una estrazione idroalcolica, ottenuta per macerazione a freddo di materiale vegetale fresco, in una soluzione di acqua e alcol. Questa preparazione rappresenta il punto di partenza di altri preparati erboristici e galenici: per questa ragione è chiamata “madre” e può essere ricavata da tutte le erbe officinali. Le tinture madri sono utilizzate in fitoterapia per la cura di diversi disturbi e si ottengono lasciando macerare lentamente a freddo, la parte comunemente utilizzata (foglie, fiori, radici, cortecce, semi, resine), in modo da estrarre e conservare le sue proprietà. Perciò da ogni specie vegetale si può ottenere una specifica tintura madre, con le stesse attività della parte vegetale utilizzata. Queste soluzioni idro-alcoliche hanno una maggiore concentrazione di principi attivi, rispetto alla tisana, in quanto con l'infusione o il decotto, in cui il solvente è l'acqua, si estraggono solo i principi attivi idrosolubili. Infatti, grazie alle proprietà estrattive dell’alcol, si possono ricavare anche quei principi attivi non solubili in acqua, come ad esempio gli oli essenziali. La tintura madre è un estratto di tipo erboristico; essa contiene inalterato il fitocomplesso della pianta, cioè l'insieme dei suoi principi attivi. Gli effetti cambiano in relazione alla pianta che è stata utilizzata per la preparazione, perché le proprietà e le indicazioni d'uso sono le stesse della specie vegetale da cui deriva. Trattandosi di un tipo di estrazione liquida, l'assorbimento da parte dell'organismo è pressoché immediato e per questo motivo tutte le principali piante usate in erboristeria sono presenti sotto questa forma. La "droga" è la parte di pianta in cui risiedono i principi attivi, che le conferiscono le attività terapeutiche. Il concetto di droga ha acquisito una nota accezione nel linguaggio comune, mentre in fitoterapia designa la materia prima utilizzata nelle preparazioni erboristiche. La tintura madre sfrutta l'azione sinergica dei principi attivi che concorrono ad ottenere un determinato effetto. Le principali droghe possono essere contenute dalla pianta intera (radici, fusto e foglie), dalla parte aerea (fusto e foglie), oppure solamente dalle radici, foglie, fiori, semi, frutti, corteccia, resine. La presenza e la concentrazione di principi attivi in una droga dipende dalla fase vegetativa della pianta, perciò la raccolta delle piante deve essere effettuata in base alla specie, al suo ciclo vegetativo (periodo in cui la pianta cresce, si riproduce, matura e va in stato di riposo) e della parte che ci occorre. Per questa ragione la droga viene raccolta in un periodo ben preciso detto "tempo balsamico". Nella maggior parte dei casi se la droga è costituita da foglie o fiori, il periodo migliore per la raccolta coincide normalmente nel momento della fioritura (meglio all’inizio); quando invece la droga corrisponde alle radici o rizomi bisogna approfittare del periodo di riposo vegetativo, che di solito avviene nel periodo invernale. La tintura officinale è il macerato idroalcolico della pianta secca con un rapporto di 1:5 e un titolo alcolico che va da 60° a 80°, o della pianta fresca con un rapporto 1:7. Preparazione Dopo aver scelto la droga e averla raccolta nel suo preciso tempo balsamico, bisogna metterla a macerare, ancora fresca, nel solvente. Nelle tinture madri il solvente, come abbiamo detto, è costituito dall'alcol, opportunamente ridotto di gradazione, mediante una una tabella che riporta i parametri di diluizione, in modo da abbassare il volume alcolico al grado desiderato. La gradazione media utilizzata per la soluzione idroalcolica è di 50° con variazioni a seconda del tipo di droga e del principio attivo, da 20° a 80°. Si utilizza alcol alimentare puro a 95° (quello per la preparazione dei liquori) e si diluisce con acqua distillata fino ad arrivare alla gradazione opportuna per la droga, su cui si interviene: foglie, radici, cortecce, semi hanno una consistenza e tessuti differenti, per cui di volta in volta servirà una gradazione più o meno alta. La tintura madre è detta tale solo quando la quantità di droga fresca e la quantità di solvente utilizzato sono in rapporto 1:10; 1kg di droga fresca per 10kg di solvente. Si definisce "madre" perché, oltre ad essere essa stessa una preparazione, è la base per ottenere formulazioni "figlie". Si parla semplicemente di tintura quando la droga, pur essendo fresca, non è in rapporto 1:10 col solvente, ma generalmente in rapporto 1:3. Si lascia a macerare in un vaso di vetro, al buio per almeno 3 settimane, provvedendo ad agitare regolarmente. Dopo 21 giorni il macerato così ottenuto viene sottoposto prima a filtraggio, poi, in seguito alla procedura di spremitura, viene posto a riposo per almeno due giorni, in un luogo completamente buio. L’assunzione delle tinture madri, per la loro forma liquida, risulta innanzitutto di assorbimento immediato, rispetto alle compresse o alle capsule. Vanno prese in gocce (dalle 20 fino a 120 gocce al giorno), diluite in mezzo bicchiere d’acqua e bevute generalmente lontano dai pasti. Tuttavia la posologia e il momento di assunzione, per le quali consigliamo di consultare un erborista, un naturopata o un medico olistico, dipendono dall’attività terapeutica della pianta prescelta, mentre il periodo di impiego consigliato è circa di 2 mesi. Tabella per la diluizione dell’alcool con acqua distillata: nella seguente tabella sono indicate le parti in peso di acqua, che sono necessarie per ridurre 100 parti (in peso) di alcol di noto grado, ad un grado o percentuale (in volume) inferiore. Si fissa nella prima linea orizzontale il grado dell'alcol da diluirsi e nella prima colonna verticale quello dell'alcol da ottenersi: la cifra che corrisponde all'incrocio delle rispettive linee, indica la quantità in peso di acqua che di deve aggiungere a 100 parti (in peso) dell'alcol da diluirsi. Esempio: per portare un alcol a 95° ad averne 70°, si devono aggiungere per ogni 100 parti di esso, 47,98 parti di acqua. ENOLITO Enolito è sinonimo di vino medicato, vino medicinale o tintura vinosa. Stiamo parlando di una preparazione farmaceutica in cui le droghe, o i principi attivi delle medesime, sono posti a macerare nel vino o solubilizzati in esso; si ottiene così una soluzione idroalcolica dai potenziali impieghi terapeutici. In genere, nella preparazione dell'enolito vengono impiegati vini ad elevata gradazione alcolica (14°-16°), bianchi, rossi o liquorosi, poiché consentono una migliore estrazione e conservazione. Gli enoliti possono essere preparati: per estrazione di droghe vegetali mediante macerazione: i vini medicinali che si ottengono vengono anche chiamati tinture vinose; si possono impiegare droghe secche o droghe fresche. per diluizione di un estratto con vino: si usa di solito un estratto fluido, di più facile preparazione e di maggiore costanza compositiva; bisogna tuttavia tenere conto della diminuzione del tasso di solubilizzazione passando da un estratto fluido, ottenuto sulla base di una estrazione con alcool a 60°-90°, a quello che utilizza un solvente vinoso a titolo alcolico di 15°-16°. per soluzione diretta di farmaci o di principi attivi nel vino. Negli enoliti, il rapporto droga/solvente varia normalmente tra il 5 (5 grammi di droga per 100 ml di vino) ed il 20%. Il periodo di macerazione è generalmente lungo, perlopiù variabile dai 5 ai 15 giorni. I vini medicinali vanno conservati al freddo ed in bottiglie di vetro scuro; vanno quindi consumati nel giro di qualche settimana, in misura di un bicchierino, due otre volte al giorno. Proprio per questa loro scarsa conservabilità, gli enoliti sono ormai quasi caduti in disuso. I vini rossi si usano per le droghe contenenti tannini, che vengono potenziati da quelli del vino rosso (azione astringente); viceversa, il vino bianco si impiega in sostituzione al rosso in tutti quei casi in cui i tannini farebbero precipitare le sostanze di interesse medicinale; il vino bianco è anche tradizionalmente indicato per preparazioni diuretiche. I vini liquorosi, come il marsala, servono per l'estrazione dei principi attivi da droghe contenenti grandi quantità di resine. Per l'identificazione delle erbe e le preparazioni erboristiche si consigliano i seguenti testi: Aldo Domenico Atzei O.F.M., Le piante nella tradizione popolare della Sardegna, C.Delfino Ed.. Roma 2009 Aldo Domenico Atzei O.F.M., Appunti di flora ed erboristeria della Sardegna, Libreria scientifica internazionale, Sassari Enrica Campanini, Piante medicinali in Sardegna, Ilisso Edizioni, Nuoro 2009 Selezione del Reader's digest, AA.VV., Ediz., Segreti e virtù delle piante medicinali Libro completo dei rimedi naturali, Giunti Ed. Luciano Zambotti, Le tisane terapeutiche, Ediz. Tecniche nuove F.Mearelli-Scrignani, Terapia moderna con tinture madri, Ediz. Planta Medica Questi preparati hanno il vantaggio di non essere testati sugli animali e di tornare completamente in natura, reinserendosi armoniosamente nei cicli. Attenzione dunque a non disperdere nel l’ambiente gli imbal laggi ed a riutilizzarli il più possibile. Questo piccolo libretto non ha scopo di lucro, può essere liberamente riprodotto e divulgato. Si ringrazia per la sua realizzazione Graziel la Puggioni, studentessa del Corso di Scienze Naturopatiche del Centro studi, ricerca e formazione discipline bio-naturopatiche MamaTerra Sardegna, sperimentatrice ed al leata del mondo del le erbe officinali e dei loro usi medicamentosi e in sostegno al la salute. Si ringraziano anche le lezioni del le erboriste Liciana e Gabriela Lapia e l'Azienda Montricos di Nuoro. Grazie del la lettura. L'Associazione MamaTerra Sardegna e la comunità che la compone, compie negli ultimi anni un percorso di abbandono del nocivo e del superfluo, del la riscoperta del la ruralità e del le sue tradizioni di rispetto, del le sue ricette, la sua musica, i suoi rituali, in costante dialogo col miracolo del la vita. Si anela ad una dimensione costante di ricerca, di studio, di viaggio, di riconciliazione e di senso di missione. Chiunque voglia è benvenuto ad unirsi nel cammino. Sardegna, gennaio 2016 www.mamaterra.it [email protected] mamaterrasardegna.blogspot.it fb. MamaTerra Sardegna