pannello 5 13-2 - Percorso Colceresa

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Punto panoramico
Progetto realizzato
con il contributo di
te qui
voi sie
Percorso Colceresa
• su sentiero
• su asfalto
© COMPAGNIA GENERALE RIPRESE AEREE SPA
Panorami
All’uscita dal bosco, il Percorso Colceresa svolta bruscamente a destra verso
nord nel punto in cui il paesaggio si apre in un’ampia visuale
delle colline circostanti.
La veduta inquadra a ovest il
centro abitato di Pianezze e
quello di Mure, in lontananza il
paese di San Giorgio con il suo
tipico campanile e, verso sud,
l’ampia pianura. In primavera si
assapora la bellezza della natura che esplode dirompente con
le nuvole bianche dei fiori dei
molti ciliegi disseminati nel
verde delle dolci colline. Lungo il sentiero si trovano anche
diversi calcari fossiliferi.
Proseguendo verso Molvena, dove il percorso piega
verso sinistra, cresce un bel boschetto di giovani querce
di nuovo impianto, accanto al quale si può osservare un
affioramento consistente di roccia arenaria e calcare. Esso
sporge imponente dal terreno e mostra una trama superficiale ondulata che rivela la forza paziente dell’azione erosiva dell’acqua. Alla sua base si possono vedere tane di
animali selvatici, probabilmente volpi e tassi. Lungo il percorso ci sono anche coltivazioni di ciliegi, olivi e viti e molti
orti che trovano spazio nelle radure più dolci e nei tratti
meno impervi, a testimonianza del clima mite e della fertilità del terreno di natura vulcanica di questa zona.
Accompagnano il cammino diverse piante di giovani olmi,
aceri, ornielli, carpini, cespugli di sambuco, biancospino,
castagni e noccioli.
Tra l’erba fiorisce una moltitudine di fiori, che si alternano
nelle varie stagioni: viole, primule, margherite, ranuncoli,
muscari, tarassaco, nontiscordardimè, pervinche, pan e
vin, ajuga, veccia, elleboro e polmonarie. Ci sono anche
diverse macchie verdi di pungitopo, di ortiche e piante di
luppolo. Il silenzio invita a contemplare la natura, ad
ammirare le ali di una farfalla, il frenetico lavoro di un’ape,
la corteccia di un albero, i colori e le forme insolite di erbe
e foglie e ad ascoltare il canto degli uccelli.
Masso di calcarenite
Percorsi complementari
• su sentiero
• su asfalto
In ordine, dall’alto in basso: Ajuga, Polmonaria, Muscari,
Tarassaco, Nontiscordardimè e Veccia
Il nocciolo (n o s e l a r o)
Tra le piante che si incontrano lungo il percorso
vi sono:
L’olmo
L’olmo è un albero longevo, alto fino a 30 m, con
tronco diritto e corteccia scura che si screpola
con l’età, con i rami appiattiti quasi a formare
l’ala di un uccello. Le foglie sono ovali, con i margini seghettati e la base asimmetrica, verdi e lucide sopra, pelose sotto. Si riconosce facilmente in
febbraio-marzo perché mette minuti fiori rossicci
prima delle foglie e produce frutti con semi circoSamare di Olmo
lari, piccoli e alati, detti samare, che vengono
portati in giro dal vento. Il suo legno è rossiccio, duro, pregiato per la tenacità, l’elasticità e la durata e
viene usato per mobili, pavimenti, costruzioni, ecc. Una volta l’olmo era molto diffuso nelle nostre colline insieme a castagni e querce, veniva usato per alberature stradali e come sostegno della vite, ma
attualmente la sua presenza è in diminuzione a causa della grafiosi, una malattia fungina che colpisce
le piante. Anticamente era apprezzato per le sue proprietà: si riteneva che le foglie curassero il cattivo
umore e che la radice facesse ricrescere i capelli. Attualmente si usa il “balsamo d’olmo”, un liquido dolciastro ottenuto dalla galle delle foglie (vescichette che si formano in seguito alla puntura di insetti), per
curare ferite, malattie della pelle, oppure per rendere belli e luminosi gli occhi.
Il frassino orniello
(orno)
Il nocciolo è un arbusto cespuglioso di dimensioni
medio-grandi, dalla chioma allargata e densa con foglie
a lamina rotondeggiante e margine doppiamente
seghettato. Fiorisce in febbraio e presenta infiorescenze
maschili pendenti e femminili di colore bruno-verde;
esse sono molto ricercate dalle api per la produzione di
miele. Le nocciole sono molto nutritive e più digeribili
delle noci. Il frutto nel passato veniva seccato e utilizzato sia nell'alimentazione umana sia per estrarre un olio
che favoriva la ricrescita dei capelli. Le nocciole venivano anche schiacciate e aggiunte al latte dei bambini,
Nocciolo con i frutti
nella convinzione che avessero un'azione vermifuga e
che rinforzassero la vescica, evitando così che i bambini facessero la pipì a letto. Le foglie erano apprezzate dalle pecore e dalle capre. Se utilizzate come lettiera, davano un ottimo terriccio per i fiori. Il legno,
usato come combustibile e per la fabbricazione delle ceste o per costruire il manico della fionda, veniva tagliato alla caduta delle foglie. Un tempo c'erano alcune credenze su questa pianta, per esempio
un'abbondante fioritura faceva presagire un lungo inverno, mentre un buon raccolto faceva prevedere
abbondanti nevicate; inoltre chi si sposava nell'anno in cui il nocciolo di casa produceva molti frutti era
sicuro che avrebbe avuto molti figli. Se pioveva nel giorno di San Giovanni le nocciole sarebbero state
bacate. Un ramo di nocciolo, tagliato il giorno di San Giovanni, veniva utilizzato dai rabdomanti per trovare l'acqua mentre durante le rogazioni venivano piantate nei campi delle croci fatte con il suo legno
per proteggere le colture dalle avversità.
Il biancospino
È un piccolo albero alto fino a 10 metri, con chioma rada e corteccia grigia e liscia, che cresce
spontaneo nei boschi, ma viene anche utilizzato
nelle piantate o lungo i fossi. Presenta foglie
composte con 5/9 foglioline ovali dal margine
seghettato e fiori odorosi, di colore bianco-giallognolo, riuniti in ampie pannocchie. I frutti sono
samare alate e pendono in fitti gruppi, spesso per
tutto l’inverno. Il legno ha caratteri e proprietà
Orniello con frutti
simili a quelle del frassino maggiore; viene usato
per sci, mazze da golf, stecche da biliardo, mobili, manici di attrezzi e cerchi per botti. Con le foglie dell’orniello si curavano i dolori reumatici e il morso delle vipere. Il decotto, ottenuto con la corteccia, serviva per curare le febbri malariche e per conservare le reti utilizzate per pescare.
Fiori e drupe di biancospino
Erbe e fiori
La pervinca è una pianta erbacea perenne molto comune nei boschi, dove forma estesi tappeti sempreverdi. I suoi fiori sono di un bellissimo colore azzurro-violetto e sbocciano già in febbraio. Dal punto
di vista medicinale la pervinca è un ottimo tonico amaro, raccomandato nel caso di anemie, convalescenze, mancanza di appetito. Nel Medioevo il fiore della pervinca era usato per preparare filtri d’amore. Un’altra pianta erbacea perenne è la polmonaria con fiori a campanella di colore rosso cupo, che
diventano poi rosa o azzurro-violetto in piena fioritura (marzo-maggio).
Il suo nome deriva dal fatto che le foglie macchiate di bianco hanno
forma e aspetto che ricordano i polmoni. Nel passato veniva usata,
ma senza successo, nella cura della tubercolosi.
L’ortica verde cresce ovunque e possiede numerose proprietà medicamentose (diuretiche, emostatiche, battericide, digestive). La sua
L’acero campestre o oppio
(opio)
L’acero campestre è un albero molto comune e diffuso
nel nostro territorio. Può raggiungere i 12-15 metri di
altezza e presenta il tronco contorto e la corteccia grigio-bruna, screpolata. È di lento accrescimento ed in
passato era molto spesso usato come albero di sostegno per i filari di viti. Ha foglie verdi semplici e palmate, che in autunno assumono un bel colore dorato tendente al rosso, usate un tempo come foraggio per
capre e pecore. I frutti hanno forma ad elica con ali
aperte a 180°.
L’oppio si trova frequentemente nei boschi e lungo le
siepi perché sopporta bene le potature. Predilige le
zone soleggiate o di media ombra e i terreni freschi, ma
non umidi. Il legno, semitenero ma resistente, è di
lunga durata e trova impiego nella fabbricazione di
sedie, di attrezzi agricoli, di calci di fucili e si utilizza
anche nell’industria cartaria. È anche un ottimo combustibile. Dalle radici si ottengono pipe e bastoni.
Si presenta sotto forma di arbusto spinoso o di piccolo
albero con chioma densa e allargata, corteccia liscia,
foglie lobate e seghettate, fiori bianchi o rosati dalle proprietà cardiotoniche, antispasmodiche e ipotensive, frutti
rossi, sferici, carnosi e farinosi chiamati pìroli, che i ragazzi, e non solo loro, amavano mangiare quando andavano
a passeggio per boschi e colline. Il biancospino è una specie officinale, ornamentale e mellifera. Anticamente era
considerata una pianta di lieto auspicio, in grado di allontanare ogni maleficio.
Acero montano e Acero campestre
Veronica
Pervinche
Percorsi in fase
di completamento
1
Tabellone informativo
Punto sosta
naturale difesa è costituita da una sostanza urticante presente nei peli che ricoprono le foglie e
i piccioli. Basta un decimo di milligrammo di
questo miscuglio per produrre prurito.
I germogli di ortiga si possono cogliere in primavera per essere consumati crudi o lessati come
i pissacan, conditi poi con olio, pepe, sale e
aceto o messi in tegame con olio, pancetta e
aglio o usati anche per preparare minestre,
risotti, frittate. L’industria ricava dalle ortiche
clorofilla e una fibra, con la quale si ottiene una
speciale tela praticamente indistruttibile, una
volta molto utilizzata e conosciuta. Ancor oggi
per indicare un tessuto poco morbido si dice
infatti el par fato de ortiga. Con le ortiche una
volta si coloravano anche le uova pasquali.
L’ortica bianca si trova nelle zone umide e fresche, è caratterizzata da fiori bianchi abitualmente succhiati dai ragazzi per il sapore molto
gradevole. Questa specie è del tutto innocua,
infatti i peli di cui è dotata non sono urticanti. Le
sommità, prima della fioritura, si cucinano come
gli spinaci o si mettono nelle minestre. É una
pianta mellifera perché i suoi fiori attirano le api.
Molto particolare è l’elleboro verde, una pianta erbacea perenne e rizomatosa, relativamente
rara, molto velenosa in tutte le sue parti per la
presenza di sostanze alcaloidi, con grandi fiori
odorosi di un bel colore verde, visibili da gennaio ad aprile, e foglie seghettate che cadono in
autunno. Vive nel sottobosco di boschi misti, nei
luoghi incolti, lungo le siepi e cresce bene in terreni umidi e calcarei ricchi di humus e di elementi nutritivi. Nell’antichità gli ellebori erano
considerati il rimedio sovrano contro le malattie
mentali: è con l’elleboro infatti che, secondo il
mito, Ercole guarì dalla follia.
La viola è una pianta erbacea perenne molto
comune nelle nostre zone, che fiorisce in primavera con fiori viola o bianchi, spesso deliziosamente profumati.
Vive in luoghi ombrosi ed erbosi protetti dal
vento e dal freddo, lungo le siepi e nei boschi.
Dal punto di vista medicinale, vengono usate
tutte le sue parti per le proprietà espettoranti,
ematiche, sedative e leggermente lassative. Il tè
di violetta è ottimo per calmare la tosse e le irritazioni di gola. Gli antichi erano soliti intrecciare
corone di viole con cui cingersi la testa per eliminare i postumi delle gozzoviglie. I greci erano
maestri nel distillare un gradevole e delicato
profumo di viola.
La primula ( p r i m o l a ) presenta fusto sotterraneo e delicati fiori gialli. É detta anche primavera per la sua fioritura precoce. Si trova frequentemente lungo il margine dei boschi, lungo i
fossi, nei prati, in tutte le zone soleggiate e protette dal vento. I suoi fiori essiccati forniscono
un tè di aroma gradevole e privo di azione eccitante. Nel passato era consigliata come rimedio
contro la malinconia.
Centaurea
Violette
Ortica
Ortica bianca
Linaria vulgaris
Primule
Progetto realizzato da
Comune di
Mason
Vicentino
Comune di
Molvena
Comune di
Pianezze
San Lorenzo
Pro Loco
Mason
Vicentino
Pro Loco
Pianezze
San Lorenzo
Consulta
delle
Associazioni
Consulta
Associazioni di Molvena
MOLVENA
Istituto
Comprensivo
“Don L. Milani”
Mason Vic.no
Regione
del Veneto
Provincia
di Vicenza
Comunità
Montana
dall’Astico
al Brenta
UNPLI
Veneto
Comitato
Regionale
UNPLI
Vicenza
Comitato
Provinciale
Protezione
Civile
Intercomunale
Colceresa
Cavalieri
delle
Colline
Molvena
Gruppo
Escursionisti
B.M. Bedont
Pianezze S.L.
Gruppo
Podisti
“Il Ciliegio”
Mason Vic.no
Consorzio
di tutela
Ciliegia di
Marostica I.G.P.
© testo ed immagini
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“Don Lorenzo Milani”, Mason Vic.
• Editing grafico / produzione:
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