5 Punto panoramico Progetto realizzato con il contributo di te qui voi sie Percorso Colceresa • su sentiero • su asfalto © COMPAGNIA GENERALE RIPRESE AEREE SPA Panorami All’uscita dal bosco, il Percorso Colceresa svolta bruscamente a destra verso nord nel punto in cui il paesaggio si apre in un’ampia visuale delle colline circostanti. La veduta inquadra a ovest il centro abitato di Pianezze e quello di Mure, in lontananza il paese di San Giorgio con il suo tipico campanile e, verso sud, l’ampia pianura. In primavera si assapora la bellezza della natura che esplode dirompente con le nuvole bianche dei fiori dei molti ciliegi disseminati nel verde delle dolci colline. Lungo il sentiero si trovano anche diversi calcari fossiliferi. Proseguendo verso Molvena, dove il percorso piega verso sinistra, cresce un bel boschetto di giovani querce di nuovo impianto, accanto al quale si può osservare un affioramento consistente di roccia arenaria e calcare. Esso sporge imponente dal terreno e mostra una trama superficiale ondulata che rivela la forza paziente dell’azione erosiva dell’acqua. Alla sua base si possono vedere tane di animali selvatici, probabilmente volpi e tassi. Lungo il percorso ci sono anche coltivazioni di ciliegi, olivi e viti e molti orti che trovano spazio nelle radure più dolci e nei tratti meno impervi, a testimonianza del clima mite e della fertilità del terreno di natura vulcanica di questa zona. Accompagnano il cammino diverse piante di giovani olmi, aceri, ornielli, carpini, cespugli di sambuco, biancospino, castagni e noccioli. Tra l’erba fiorisce una moltitudine di fiori, che si alternano nelle varie stagioni: viole, primule, margherite, ranuncoli, muscari, tarassaco, nontiscordardimè, pervinche, pan e vin, ajuga, veccia, elleboro e polmonarie. Ci sono anche diverse macchie verdi di pungitopo, di ortiche e piante di luppolo. Il silenzio invita a contemplare la natura, ad ammirare le ali di una farfalla, il frenetico lavoro di un’ape, la corteccia di un albero, i colori e le forme insolite di erbe e foglie e ad ascoltare il canto degli uccelli. Masso di calcarenite Percorsi complementari • su sentiero • su asfalto In ordine, dall’alto in basso: Ajuga, Polmonaria, Muscari, Tarassaco, Nontiscordardimè e Veccia Il nocciolo (n o s e l a r o) Tra le piante che si incontrano lungo il percorso vi sono: L’olmo L’olmo è un albero longevo, alto fino a 30 m, con tronco diritto e corteccia scura che si screpola con l’età, con i rami appiattiti quasi a formare l’ala di un uccello. Le foglie sono ovali, con i margini seghettati e la base asimmetrica, verdi e lucide sopra, pelose sotto. Si riconosce facilmente in febbraio-marzo perché mette minuti fiori rossicci prima delle foglie e produce frutti con semi circoSamare di Olmo lari, piccoli e alati, detti samare, che vengono portati in giro dal vento. Il suo legno è rossiccio, duro, pregiato per la tenacità, l’elasticità e la durata e viene usato per mobili, pavimenti, costruzioni, ecc. Una volta l’olmo era molto diffuso nelle nostre colline insieme a castagni e querce, veniva usato per alberature stradali e come sostegno della vite, ma attualmente la sua presenza è in diminuzione a causa della grafiosi, una malattia fungina che colpisce le piante. Anticamente era apprezzato per le sue proprietà: si riteneva che le foglie curassero il cattivo umore e che la radice facesse ricrescere i capelli. Attualmente si usa il “balsamo d’olmo”, un liquido dolciastro ottenuto dalla galle delle foglie (vescichette che si formano in seguito alla puntura di insetti), per curare ferite, malattie della pelle, oppure per rendere belli e luminosi gli occhi. Il frassino orniello (orno) Il nocciolo è un arbusto cespuglioso di dimensioni medio-grandi, dalla chioma allargata e densa con foglie a lamina rotondeggiante e margine doppiamente seghettato. Fiorisce in febbraio e presenta infiorescenze maschili pendenti e femminili di colore bruno-verde; esse sono molto ricercate dalle api per la produzione di miele. Le nocciole sono molto nutritive e più digeribili delle noci. Il frutto nel passato veniva seccato e utilizzato sia nell'alimentazione umana sia per estrarre un olio che favoriva la ricrescita dei capelli. Le nocciole venivano anche schiacciate e aggiunte al latte dei bambini, Nocciolo con i frutti nella convinzione che avessero un'azione vermifuga e che rinforzassero la vescica, evitando così che i bambini facessero la pipì a letto. Le foglie erano apprezzate dalle pecore e dalle capre. Se utilizzate come lettiera, davano un ottimo terriccio per i fiori. Il legno, usato come combustibile e per la fabbricazione delle ceste o per costruire il manico della fionda, veniva tagliato alla caduta delle foglie. Un tempo c'erano alcune credenze su questa pianta, per esempio un'abbondante fioritura faceva presagire un lungo inverno, mentre un buon raccolto faceva prevedere abbondanti nevicate; inoltre chi si sposava nell'anno in cui il nocciolo di casa produceva molti frutti era sicuro che avrebbe avuto molti figli. Se pioveva nel giorno di San Giovanni le nocciole sarebbero state bacate. Un ramo di nocciolo, tagliato il giorno di San Giovanni, veniva utilizzato dai rabdomanti per trovare l'acqua mentre durante le rogazioni venivano piantate nei campi delle croci fatte con il suo legno per proteggere le colture dalle avversità. Il biancospino È un piccolo albero alto fino a 10 metri, con chioma rada e corteccia grigia e liscia, che cresce spontaneo nei boschi, ma viene anche utilizzato nelle piantate o lungo i fossi. Presenta foglie composte con 5/9 foglioline ovali dal margine seghettato e fiori odorosi, di colore bianco-giallognolo, riuniti in ampie pannocchie. I frutti sono samare alate e pendono in fitti gruppi, spesso per tutto l’inverno. Il legno ha caratteri e proprietà Orniello con frutti simili a quelle del frassino maggiore; viene usato per sci, mazze da golf, stecche da biliardo, mobili, manici di attrezzi e cerchi per botti. Con le foglie dell’orniello si curavano i dolori reumatici e il morso delle vipere. Il decotto, ottenuto con la corteccia, serviva per curare le febbri malariche e per conservare le reti utilizzate per pescare. Fiori e drupe di biancospino Erbe e fiori La pervinca è una pianta erbacea perenne molto comune nei boschi, dove forma estesi tappeti sempreverdi. I suoi fiori sono di un bellissimo colore azzurro-violetto e sbocciano già in febbraio. Dal punto di vista medicinale la pervinca è un ottimo tonico amaro, raccomandato nel caso di anemie, convalescenze, mancanza di appetito. Nel Medioevo il fiore della pervinca era usato per preparare filtri d’amore. Un’altra pianta erbacea perenne è la polmonaria con fiori a campanella di colore rosso cupo, che diventano poi rosa o azzurro-violetto in piena fioritura (marzo-maggio). Il suo nome deriva dal fatto che le foglie macchiate di bianco hanno forma e aspetto che ricordano i polmoni. Nel passato veniva usata, ma senza successo, nella cura della tubercolosi. L’ortica verde cresce ovunque e possiede numerose proprietà medicamentose (diuretiche, emostatiche, battericide, digestive). La sua L’acero campestre o oppio (opio) L’acero campestre è un albero molto comune e diffuso nel nostro territorio. Può raggiungere i 12-15 metri di altezza e presenta il tronco contorto e la corteccia grigio-bruna, screpolata. È di lento accrescimento ed in passato era molto spesso usato come albero di sostegno per i filari di viti. Ha foglie verdi semplici e palmate, che in autunno assumono un bel colore dorato tendente al rosso, usate un tempo come foraggio per capre e pecore. I frutti hanno forma ad elica con ali aperte a 180°. L’oppio si trova frequentemente nei boschi e lungo le siepi perché sopporta bene le potature. Predilige le zone soleggiate o di media ombra e i terreni freschi, ma non umidi. Il legno, semitenero ma resistente, è di lunga durata e trova impiego nella fabbricazione di sedie, di attrezzi agricoli, di calci di fucili e si utilizza anche nell’industria cartaria. È anche un ottimo combustibile. Dalle radici si ottengono pipe e bastoni. Si presenta sotto forma di arbusto spinoso o di piccolo albero con chioma densa e allargata, corteccia liscia, foglie lobate e seghettate, fiori bianchi o rosati dalle proprietà cardiotoniche, antispasmodiche e ipotensive, frutti rossi, sferici, carnosi e farinosi chiamati pìroli, che i ragazzi, e non solo loro, amavano mangiare quando andavano a passeggio per boschi e colline. Il biancospino è una specie officinale, ornamentale e mellifera. Anticamente era considerata una pianta di lieto auspicio, in grado di allontanare ogni maleficio. Acero montano e Acero campestre Veronica Pervinche Percorsi in fase di completamento 1 Tabellone informativo Punto sosta naturale difesa è costituita da una sostanza urticante presente nei peli che ricoprono le foglie e i piccioli. Basta un decimo di milligrammo di questo miscuglio per produrre prurito. I germogli di ortiga si possono cogliere in primavera per essere consumati crudi o lessati come i pissacan, conditi poi con olio, pepe, sale e aceto o messi in tegame con olio, pancetta e aglio o usati anche per preparare minestre, risotti, frittate. L’industria ricava dalle ortiche clorofilla e una fibra, con la quale si ottiene una speciale tela praticamente indistruttibile, una volta molto utilizzata e conosciuta. Ancor oggi per indicare un tessuto poco morbido si dice infatti el par fato de ortiga. Con le ortiche una volta si coloravano anche le uova pasquali. L’ortica bianca si trova nelle zone umide e fresche, è caratterizzata da fiori bianchi abitualmente succhiati dai ragazzi per il sapore molto gradevole. Questa specie è del tutto innocua, infatti i peli di cui è dotata non sono urticanti. Le sommità, prima della fioritura, si cucinano come gli spinaci o si mettono nelle minestre. É una pianta mellifera perché i suoi fiori attirano le api. Molto particolare è l’elleboro verde, una pianta erbacea perenne e rizomatosa, relativamente rara, molto velenosa in tutte le sue parti per la presenza di sostanze alcaloidi, con grandi fiori odorosi di un bel colore verde, visibili da gennaio ad aprile, e foglie seghettate che cadono in autunno. Vive nel sottobosco di boschi misti, nei luoghi incolti, lungo le siepi e cresce bene in terreni umidi e calcarei ricchi di humus e di elementi nutritivi. Nell’antichità gli ellebori erano considerati il rimedio sovrano contro le malattie mentali: è con l’elleboro infatti che, secondo il mito, Ercole guarì dalla follia. La viola è una pianta erbacea perenne molto comune nelle nostre zone, che fiorisce in primavera con fiori viola o bianchi, spesso deliziosamente profumati. Vive in luoghi ombrosi ed erbosi protetti dal vento e dal freddo, lungo le siepi e nei boschi. Dal punto di vista medicinale, vengono usate tutte le sue parti per le proprietà espettoranti, ematiche, sedative e leggermente lassative. Il tè di violetta è ottimo per calmare la tosse e le irritazioni di gola. Gli antichi erano soliti intrecciare corone di viole con cui cingersi la testa per eliminare i postumi delle gozzoviglie. I greci erano maestri nel distillare un gradevole e delicato profumo di viola. La primula ( p r i m o l a ) presenta fusto sotterraneo e delicati fiori gialli. É detta anche primavera per la sua fioritura precoce. Si trova frequentemente lungo il margine dei boschi, lungo i fossi, nei prati, in tutte le zone soleggiate e protette dal vento. I suoi fiori essiccati forniscono un tè di aroma gradevole e privo di azione eccitante. Nel passato era consigliata come rimedio contro la malinconia. Centaurea Violette Ortica Ortica bianca Linaria vulgaris Primule Progetto realizzato da Comune di Mason Vicentino Comune di Molvena Comune di Pianezze San Lorenzo Pro Loco Mason Vicentino Pro Loco Pianezze San Lorenzo Consulta delle Associazioni Consulta Associazioni di Molvena MOLVENA Istituto Comprensivo “Don L. Milani” Mason Vic.no Regione del Veneto Provincia di Vicenza Comunità Montana dall’Astico al Brenta UNPLI Veneto Comitato Regionale UNPLI Vicenza Comitato Provinciale Protezione Civile Intercomunale Colceresa Cavalieri delle Colline Molvena Gruppo Escursionisti B.M. Bedont Pianezze S.L. 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